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venerdì 23 ottobre 2015

Un lampo - Piero Gribaudi -

Quando vide che il tramonto stava dipingendo di viola le nubi, Eleazar si accorse, come ridestandosi da un sogno, di averla fatta grossa. 
Che cosa avrebbe detto a casa? Gli avrebbero creduto? Ma soprattutto che cosa avrebbero mangiato, quella sera, il babbo e la mamma?
Fu quest'ultimo pensiero a spingerlo di corsa verso i 12 canestri allineati accanto a un pozzo abbandonato. Vuoti! Vuoti anch'essi come la sua bisaccia, che sentiva rendergli sul fianco floscia come un pensiero inutile.
La sua bisaccia che poche ore prima conteneva un tesoro: cinque pani e due grandi pesci essiccati.
Che cosa era successo? Perché si era prestato con tanta spontaneità, lui - l'unico che avesse con sé un po' di cibo - a quell'incredibile gioco cui aveva assistito con stupore, gioia, emozione, sino a dimenticare il correre del tempo?
Stentava ancora a raccapezzarsi, in quel susseguirsi di eventi: la richiesta del suo prezioso cibo da parte dei discepoli di Gesù, il suo sì immediato, e poi il movimento continuo della mano del Rabbi nell'estrarre dalla sua bisaccia quel che non poteva contenere: migliaia di pani, migliaia di pesci, a saziare le migliaia di persone tra le quali si era infilato anche lui quasi per caso, per curiosità, per udire parole che solo in parte aveva capite ma che gli erano scese nel cuore come il più squisito dei cibi.
E poi, quell'allegro desinare in gruppi a forma di aiuole di cinquanta, cento persone, rese un po' ebbre dell'abbondanza del cibo spirituale e di quello materiale; al punto che il Rabbi, vedendo lo spreco dei rifiuti nell'erba, aveva ordinato di raccoglierli in dodici cesti.
Tutto straordinario, incredibile, quasi magico. Ma la conclusione? Lui, che pure si era saziato, aveva completamente dimenticato i suoi cinque pani e i suoi due pesci.
Ce n'erano talmente tanti! Ce n'erano, appunto... Ma adesso, che tutti se n'erano andati, pure i cesti degli avanzi erano stati svuotati. E lui che era costretto a tornare a casa a raccontare cose dell'altro mondo, però a mani vuote.
A Eleazar venne un groppo in gola, un grosso nodo di pianto e rabbia. 
E diede un gran calcio all'ultimo cesto. Vide così, acceso dall'ultimo raggio dell'ultimo sole, un piccolissimo lampo. Gli si avvicinò.
Era un pesciolino non più lungo del suo mignolo, rimasto incastrato fra le maglie del cesto. Lo raccolse, e fu allora che notò una formica trascinare una mollica di pane dieci volte più grande di lei.
Raccolse anche la mollica. Forse, mostrando a casa quei minuscoli avanzi, avrebbe potuto illustrare meglio tutte le meraviglie cui aveva assistito. 
Ne era assai poco convinto, Eleazar, ma tentar non nuoce.
Fu così che lo avrete già capito, Eleazar trasse quella sera a casa, sul povero tavolo disadorno, di fronte alle ghirlande di occhi dei fratellini e di mamma e papà, non uno ma diecimila pesciolini piccini e diecimila briciole di pane.
Sinché il tavolo fu colmo sino al soffitto, e i pesciolini scivolavano a terra e ai piedi del tavolo si moltiplicavano pure i gatti e le galline facendo un gran chiasso.

Alla fine, smise di affondare la mano nella bisaccia, perché le dita gli dolevano, il sole era ormai alto, i fratellini dormivano per la grande abbuffata. Mamma e papà continuavano a chiedergli di quell'uomo, Gesù, e di quale magia avesse fatto lui, il loro figliolo generoso e distratto. E lui non sapeva che rispondere, se non con un sorriso.

- Piero Gribaudi - 
da: "Bimbi del Vangelo"

Moltiplicazione dei pani e dei pesci 
mosaico in S. Apollinare Nuovo, Ravenna

È la vita a costituire l'unica realtà e il vero mistero. 
La vita è molto di più che semplice materia chimica, che nelle sue fluttuazioni assume quelle forme elevate che ci sono note. 
La vita persiste, passando come un filo di fuoco attraverso tutte le forme prese dalla materia. 
Lo so. Io sono la vita. 
Sono passato per diecimila generazioni, ho vissuto per milioni di anni, ho posseduto numerosi corpi. Io, che ho posseduto tali corpi, esisto ancora, sono la vita, sono la favilla mai spenta che tuttora divampa, colmando di meraviglia la faccia del tempo, sempre padrone della mia volontà, sempre sfogando le mie passioni su quei rozzi grumi di materia che chiamiamo corpi e che io ho fuggevolmente abitato.


- Jack London - 





«Sulla vita affettiva, sulla personalità e lo sviluppo, sui diritti e sui doveri, gli "esperti" sanno tutto. E i genitori devono solo ascoltare, imparare e adeguarsi. Privati del loro ruolo, essi diventano spesso eccessivamente appesantiti e possessivi nei confronti dei loro figli, fino a non correggerli. 
Tendono ad affidarli sempre più agli "esperti", anche per gli aspetti più delicati e personali della loro vita, mettendosi nell’angolo da soli; e così i genitori oggi corrono il rischio di autoescludersi dalla vita dei loro figli. 
E questo è gravissimo!» 

- Papa Francesco - 
20 maggio 2015





Preghiera all’angelo custode

"Angelo Santo, amato da Dio, 
ti prego, per amore a Gesù Cristo, 
che quando sarò ingrato e ostinatamente sordo ai tuoi consigli, 
tu non voglia, per questo abbandonarmi; 
al contrario, riportami subito sulla retta via, se ho deviato; 
insegnami, se sono ignorante; 
rialzami, se sono caduto; 
sostienimi, se sono in pericolo e conducimi alla felicità eterna. 
Amen."


- San Giovanni Berchmans -



Buona giornata a tutti. :-)


venerdì 14 agosto 2015

Vorrei morire al suo posto - San Massimiliano Maria Kolbe -

Le ore passano lente come secoli sotto un sole di piena estate che di ora, in ora si fa più spietato per quegli uomini distrutti dalla fame, dalla sete e dalla fatica. Qualcuno comincia a stramazzare al suolo svenuto. Se non si rianima sotto il grandinare delle percosse, è trascinato via, per i piedi e gettato in un angolo del "piazzale".
Testa di mastino, alle 18, si pianta, a gambe divaricate, davanti alle sue vittime, sul campo un silenzio di tomba.
"L'evaso non è stato ritrovato dieci di voi moriranno nel bunker della fame. La prossima volta toccherà a venti."
Lentamente il capo inizia la sua scelta fissando nello sguardo, uno ad uno i prigionieri e di ciascuno assaporando il terrore.
"Questo qui", Testa di mastino puntava a caso il suo indice sul numero cucito sulla giacca del prigioniero. Il drappello dei martiri è completo.

"Arrivederci amici, ci rivedremo lassù, dove c'è vera giustizia", "viva la Polonia! E' per essa che io do la mia vita".
Francesco G. n° 5659, piange disperato ricordando la moglie e i figli. Tra le file dei risparmiati lo sbigottimento lascia il posto ad un senso di sollievo, alla gioia: vivere ancora, sfuggendo alla morte atroce del bunker della fame. 

Un uomo esce dalle fila - numero 16.670 - e con passo deciso si presenta a Testa di Mastino.
"Cosa vuole da me questo sporco polacco?"
"Vorrei morire al posto di uno di quelli."
"Perché?"
"Sono vecchio, ormai (aveva 47 anni!) e buono a nulla - La mia vita non può più servire gran che."
"E per chi vuoi morire?"
"Per lui, ha moglie e bambini"
"Ma tu chi sei?"
"Un prete cattolico." 

Padre Massimiliano Kolbe - n° 16.670

Era Massimiliano Maria Kolbe, morto ad Auschwitz il 14 agosto 1941 e proclamato santo nel 1982 da papa Giovanni Paolo II.



un po di biografia: http://leggoerifletto.blogspot.it/2012/10/san-massimiliano-kolbe-biografia.html


"Mia amata Mamma, verso la fine del mese di maggio sono giunto con un convoglio ferroviario nel campo di Auschwitz. Da me va tutto bene. Amata Mamma, stai tranquilla per me e per la mia salute, perché il buon Dio c'è in ogni luogo e con grande amore pensa a tutti e a tutto."

Padre Kolbe in una lettera alla mamma



“Dalla Divina Maternità scaturiscono tutte le grazie concesse alla Santissima Vergine Maria, e la prima di tali grazie è l'Immacolata Concezione. 
Questo privilegio deve starle particolarmente a cuore, se a Lourdes Ella stessa volle chiamarsi: "Io sono l'Immacolata Concezione". 
Con questo nome, tanto gradito al cuore, desideriamo chiamarla anche noi.„

- Padre Massimiliano Kolbe -


Vergine tutta Santa

Vergine Immacolata, 
scelta tra tutte le donne 
per donare al mondo il Salvatore, 
serva fedele del mistero della Redenzione, 
fa’ che sappiamo rispondere alla chiamata di Gesù 
e seguirlo sul cammino della vita 
che conduce al Padre. 
Vergine tutta santa, strappaci dal peccato 
trasforma i nostri cuori. 
Regina degli apostoli, rendici apostoli! 
Fa’ che nelle tue sante mani 
noi possiamo divenire strumenti docili 
e attenti per la purificazione 
e santificazione del nostro mondo peccatore. 
Condividi con noi la preoccupazione 
che grava sul tuo cuore di Madre, 
e la tua viva speranza
che nessun uomo vada perduto. 
Possa, o Madre di Dio, 
tenerezza dello Spirito Santo, 
la creazione intera celebrare con te
la lode della misericordia e dell’amore infinito.

- San Massimiliano Kolbe - 



Buona giornata a tutti. :-)








mercoledì 27 maggio 2015

Il Signor Nessuno - don Franco Locci -

Una delle cose che maggiormente mi mettono a disagio sono le sale mortuarie degli ospedali con tutti quei bei frigoriferi dove si possono conservare i morti per lungo tempo.
Qualche anno fa era morto un settantenne: un incidente, probabilmente stava camminando lungo una strada e qualche automobilista lo aveva investito, poi preso dalla paura, visto che nessuno lo aveva notato, aveva tirato dritto. 
Non aveva documenti in tasca. 
Per un po' di giorni si aspettò un parente, un vicino di casa che venisse a riconoscerlo: nessuno. 
Lo misero in un frigorifero speciale che gli operatori dell'obitorio chiamano il "frigo dei trovati" o anche "in attesa dei parenti". 
La polizia, nelle sue ricerche venne anche nella parrocchia e mi chiese di andare a vedere quel corpo, nel caso lo avessi riconosciuto. 
Nessuno lo riconobbe. Passato un certo periodo il magistrato diede il permesso di sepoltura. Quattro necrofori, una bara, un furgone e come oggetto smarrito, quell'uomo, viene portato al cimitero.
Anche Lui era unico, irripetibile, ma gli uomini della sua città lo avevano già sepolto prima e forse lui stesso si era già sepolto prima.

Quanta gente vive da morta, ammazzata dalla noia quotidiana, dalla ripetitività dei giorni della vita. 
Gente stanca di vivere: eppure in casa non manca nulla, il frigorifero è pieno, ci sarebbe anche la possibilità di divertirsi…
Eppure non c'è più il gusto dell'avventura, ci si rintana in casa per paura, per non voglia di comunicare e quei muri diventano spessi, freddi… 
E poi si ricorre al medico, allo psicologo, allo psichiatra….

- don Franco Locci -






Ci si illude di avere sempre tanto tempo davanti a noi e la nostra vita è sempre un rimandare, ma la vita non aspetta e se davvero vogliamo viverla allora non dobbiamo subirla passivamente ma viverla ....
ogni attimo che ci viene concesso...
Perchè quell'attimo non tornerà più e a noi rimarrà solo il rimorso di non averlo colto.

(Anna Curridori)




Il presente uguale per tutti

Anche se tu dovessi vivere tremila anni e dieci volte altrettanto, in ogni caso ricorda che nessuno perde altra vita se non questa che sta vivendo, né vive altra vita se non questa che va perdendo. 
Pertanto la durata più lunga e la più breve coincidono. 
Infatti il presente è uguale per tutti e quindi ciò che si consuma è uguale e la perdita risulta, così, insignificante.

- Marco Aurelio - 




Prendi per guanciale la morte quando vai a dormire e tienila sempre davanti agli occhi quando sei sveglio. 

(Detto musulmano)





Buona giornata a tutti. :-)



martedì 19 maggio 2015

Omelia di Mons. Fiordelli, Prato, 1958

"Se qualcuno pensasse che dopo questo doloroso avvenimento il vostro Vescovo si metterà a tacere, costui fortemente si illude (il popolo è scoppiato in un applauso ma il Vescovo ha vivamente pregato di non applaudire in chiesa).
Il giorno in cui il mio Vescovo mi consacrò, depose sulle mie spalle un grande libro del Vangelo e mi disse: "Prendi il Vangelo di Cristo ed annunzialo al popolo che ti è stato affidato. Non chiamerai luce le tenebre, né tenebre la luce, non chiamerai male il bene né bene il male".
[...] Non chiamerò mai bene il marxismo ateo, oppressore e disumano: lo chiamerò sempre male. Non chiamerò mai bene questa dilagante immoralità, che adesca la nostra amata gioventù e gli stessi adulti. 
Non chiamerò luce [...] quell'infelice orientamento anticattolico laicista, rovina dell'Italia nostra, il cui respiro è odio, il cui metodo è intriso di calunnie, la cui triste missione è una sola: demolire, demolire ogni valore cristiano nelle coscienze e nella società italiana, per aprire all'irrompere delle forze brute del materialismo. 
[...]
Difenderò i miei figli dal male [...]: difenderò con tutte le mie forze la famiglia cristiana. 
La famiglia cristiana, quanto la stimo e la amo! 
Quante volte ho supplicato nelle mie Messe e nelle mie preghiere che Gesù facesse nascere nella mia Diocesi tante belle famiglie cristiane, tanti babbi buoni, tante mamme sante, una gioventù lieta e pura, serena e credente! 
Se ho preso misure doverosamente forti, l'ho fatto proprio per la difesa di quel sacro tesoro che è la famiglia cristiana, per difendere la fede e l'innocenza dei vostri bambini che io immensamente amo".

Omelia di Mons. Fiordelli, Prato, 1958

Nel Marzo del '58, Mons. Fiordelli fu condannato dal Tribunale per diffamazione, in quanto aveva definito pubblici peccatori e concubini i coniugi Bellandi. Il mondo laicista esultò, il Santo Padre Pio XII per protesta sospese le solenni celebrazioni previste per il 12 Marzo alla presenza dell'intero corpo diplomatico.



L’inquisizione spagnola in 400 anni ha ucciso molte meno persone di quelle uccise dal Terrore giacobino in un solo anno. 
Eppure non mi sembra che si consideri la Rivoluzione francese come simbolo di oscurantismo. 

- Vittorio Messori -  



"Cara figlia, voglio insegnarti a ricevere la mia Benedizione con fervore. 
Cerca di capire che qualcosa di grande ha luogo quando ricevi la benedizione di un mio sacerdote. 
La benedizione è uno straripamento della mia Divina Santità "Quando il sacerdote benedice, Io benedico" .
Mi addolora che la benedizione della Chiesa sia tanto poco apprezzata e raramente ricevuta.
Per mezzo di essa ti è data la forza e il desiderio di cercare il bene, di sfuggire il male, di godere della protezione dei miei figli contro i poteri delle tenebre. 
È un grande privilegio quando ti è concesso di ricevere la benedizione, non puoi capire quanta misericordia ti giunge per suo mezzo. 
Perciò mai ricevere la benedizione in modo piatto o distratto, ma con tutta la tua attenzione completa!!! 
Tu sei povera prima di ricevere la benedizione, sei ricca dopo averla ricevuta.

Figlia mia, proteggi chi dà la benedizione! Stima altamente le cose benedette, così piacerai a Me, tuo Dio. 

Ecco cosa disse Gesù a Teresa Neuman
· 


Preghiera di offerta della S. Messa 

Eterno Padre vi offro il sacrificio che il vostro diletto Figlio Gesù vi offrì sulla Croce e che tra breve si rinnoverà su quest’altare.
Ve lo offro a nome di tutte le creature, con le Sante Messe che si sono celebrate e si celebreranno in tutto il mondo,
per adorarVi e renderVi l’onore che meritate,
per ringraziarVi dei vostri innumerevoli benefici,
per riparare le offese fatte a Voi con i peccati che si commettono
e per supplicarVi per me, per la Chiesa, per il mondo intero
e in modo particolare per la salvezza dei morenti
e in suffragio delle Anime sante del Purgatorio

e  ………………....

(aggiungere un intenzione desiderata)




Buona giornata a tutti. :-)




lunedì 8 dicembre 2014

Maria segno di benedizione, 8 dicembre - card. Carlo Maria Martini -



Dalle “maledizioni” umane, alla partecipazione della “benedizione” di Maria

In questa festa liturgica della Madonna ascoltiamo una pagina della Scrittura che è davvero impressionante.
Mi ha colpito perché in essa c’è, per la prima volta nella Bibbia, la parola della maledizione: Maledetto il serpente più di tutte le bestie selvatiche (Gn 3, 14). La maledizione del serpente è simbolo della maledizione di tutte quelle cose che rovinano gli uomini.
Mi ha colpito perché penso a quante altre volte la parola «maledizione» è stata, da allora, ripetuta, a quante volte sono state lanciate nel mondo delle maledizioni gli uni contro gli altri, a quante volte siamo giunti a maledire noi stessi e addirittura a maledire Dio.
A partire dal racconto che la Scrittura ci riporta, il segno doloroso del peccato e della tristezza è entrato nel mondo e, per così dire, ci perseguita. Forse non arriviamo sempre a pronunciare quella parola ma ci sono tante cose in noi, intorno a noi, nella società che non vanno, che noi non vogliamo e che suscitano in noi un moto di ribellione.
Ci ribelliamo contro noi stessi perché non siamo sempre ciò che vorremmo essere; ci ribelliamo contro gli altri che riteniamo la causa di ciò che in noi non va; ci ribelliamo anche contro Dio perché non sappiamo capire quanto Dio ci ama.
È, dunque, una parola terribile che si riproduce nella storia umana, così come si riproduce il peccato.
È il peccato la vera causa di tutte le scontentezze, di tutte le tristezze, di tutte le guerre, di tutte quelle cose che sono in realtà la maledizione dell’uomo.
Ed ecco che il Vangelo ci porta il ricordo delle parola contraria alla maledizione:

«Benedetta tu, benedetta tu tra le donne!» (Lc 1, 42).

Questa parola rivolta alla Madonna è simbolo del meglio di noi stessi.
Noi siamo chiamati non a maledire noi stessi e gli altri:
noi siamo chiamati in realtà a benedire Dio,
a benedire la vita, a benedire il futuro.
La Madonna è il simbolo di tutto questo,
è il simbolo di tutte quelle cose che noi vorremmo essere,
è il simbolo di quello che vorremmo che il mondo fosse,
che vorremmo che gli altri fossero, che vorremmo che fosse la società.
Pregando oggi la Madonna noi preghiamo, quindi, col meglio di noi stessi, con tutto ciò che di bene c’è in noi.
Preghiamo perché questo bene si allarghi, preghiamo perché ciò che in noi è magari soltanto uno spazio di luce diventi più largo,
preghiamo perché ciò che in noi è uno spiraglio di serenità cresca.
Possiamo augurarci che la Madonna entri nella nostra vita con la sua benedizione in modo da poter dire, in tutta verità:

Benedetta sei, o Maria, tra tutte le donne!
Fammi partecipe della tua benedizione,
fa’ che anch’io senta quanto c’è in me che può diventare parte della tua benedizione!


- +Cardinale Carlo Maria Martini - 





Lectio libri Sapientiae (Prov. VIII, 22-35).

Dominus possedit me in initio uiarum suarum, antequam quidquam faceret a principio. Ab aeterno ordinata sum, et ex antiquis, antequam terra fieret. Nondum erant abyssi, et ego iam concepta eram: necdum fontes aquarum eruperant: necdum montes graui mole constíiterant: ante colles ego parturiebar: adhuc terram non fecerat, et flumina, et cardines orbis terrae. Quando praeparabat caelos, aderam: quando certa lege et gyro uallabat abyssos: quando aethera firmabat sursum, et librabat fontes aquarum: quando circumdabat mari terminum suum, et legem ponebat aquis, ne transirent fines suos: quando appendebat fundamenta terrae. Cum eo eram cuncta componens: et delectabar per singulos dies, ludens coram eo omni tempore: ludens in orbe terrarum: et deliciae meae esse cum fíliis hominum. Nunc ergo, fílii, audite me: Beati, qui custodiunt uias meas. Audite disciplinam, et estote sapientes, et nolite abiicere eam. Beatus homo, qui audit me, et qui uigilat ad fores meas quotidie, et obseruat ad postes ostii mei. Qui me inuenerit, inueniet uitam, et hauriet salutem a Domino.





L'uomo che ha estromesso dai suoi pensieri, secondo i dettami della cultura dominante, il Dio vivo che di sé riempie ogni spazio, non può sopportare il silenzio. Per lui, che ritiene di vivere ai margini del nulla, il silenzio è il segno terrificante del vuoto. 

Ogni rumore, per quanto tormentoso e ossessivo, gli riesce più gradito; ogni parola, anche la più insipida, è liberatrice da un incubo; tutto è preferibile all’essere posti implacabilmente, quando ogni voce tace, davanti all’orrore del niente. Ogni ciarla, ogni lagna, ogni stridore è bene accetto se in qualche modo e per qualche tempo riesce a distogliere la mente dalla consapevolezza spaventosa dell’universo deserto.

L’ uomo «nuovo» — cui la fede ha dato un occhio penetrante che vede oltre la scena e la carità un cuore capace di amare l’Invisibile — sa che il vuoto non c’è e il niente è eternamente vinto dalla divina Infinità; sa che l’universo è popolato di creature gioiose; sa di essere spettatore e già in qualche modo partecipe dell’esultanza cosmica, riverberata dal mistero di luce, di amore, di felicità che sostanzia la vita inesauribile del Dio Trino.

- Cardinale Carlo Maria Martini - 



"Alla materna intercessione di Maria, 

Vergine dell’Avvento, 

affidiamo il nostro cammino 

incontro al Signore che viene, 
per essere pronti ad accogliere, 
nel cuore e in tutta la vita,
l’Emmanuele, 
Dio-con-noi." 

- Papa Benedetto XVI -
Angelus del 9 dicembre 2012




“Rallegrati, vergine Maria,
figlia della mia terra,
sorella dell’anima mia,
rallegrati, gioia della mia gioia.
Sono come un vagabondo nella notte,
ma tu sei un tetto sotto il firmamento.
Sono una coppa assetata,
ma tu sei il mare aperto del Signore.
Rallegrati Vergine Maria,
ala della mia terra,
corona dell’anima mia;
rallegrati, gioia della mia gioia:
felici coloro che ti proclamano felice!”

- Gertrud von Le Fort -



Buona giornata a tutti. :-)















lunedì 8 settembre 2014

8 settembre 2014 - Omaggio a Santa Maria Bambina -



Nell’Adorazione del Santissimo Sacramento, Maria ci dice: “Guarda al mio Figlio Gesù, tieni lo sguardo fisso su di Lui, ascoltalo, parla con Lui. 
Lui ti guarda con amore. Non avere paura! Lui ti insegnerà a seguirlo per testimoniarlo nelle grandi e piccole azioni della tua vita, nei rapporti di famiglia, nel tuo lavoro, nei momenti di festa; ti insegnerà ad uscire da te stesso, da te stessa, per guardare agli altri con amore, come Lui che non a parole, ma con i fatti, ti ha amato e ti ama!”.

Papa Francesco - Messaggio 12 ottobre 2013




Santissima Bambina Maria, Capolavoro della Grazia di Dio:
prega per noi.

Santissima Bambina Maria, Immacolata nella Tua Concezione:
prega per noi.

Santissima Bambina Maria, Santissima nella Tua Natività:
prega per noi.




Preghiera a Maria Bambina

O graziosa Bambina,
nella felice tua nascita hai rallegrato il Cielo,
consolato il mondo, atterrito l'inferno;
hai recato sollievo ai caduti, conforto ai mesti,
salute ai malati, la gioia a tutti,
Ti supplichiamo:
rinasci spiritualmente in noi,
rinnova il nostro spirito a servirti;
riaccendi il nostro cuore ad amarti,
fà fiorire in noi quelle virtù
con le quali possiamo sempre più piacerti.
O grande piccina Maria, sii per noi "Madre",
conforto negli affanni, speranza nei pericoli,
difesa nelle tentazioni, salvezza nella morte.
Amen.





Preghiera a Maria SS. Bambina


Dolce Bambina Maria,
che destinata ad essere madre di Dio
sei pur divenuta augusta sovrana
e amatissima madre nostra,
per i prodigi di grazie che compisti fra noi,
ascolta pietosa le mie umili supplice.
Nei bisogni che mi premono da ogni parte,
e specialmente nell'affanno che ora mi tribola,
tutta la mia speranza è in te riposta.
O santa Bambina,,
in virtù dei privilegi che a te sola furono concessi
e dei meriti che hai acquistati,
mostrati ancora oggi verso di me pietosa.
Mostra che la sorgente dei tesori spirituali
e dei beni continui che dispensi è inesauribile,
perché illimitata è la tua potenza sul cuore paterno di Dio.
Per quell'immensa profusione di grazie
di cui l'Altissimo ti arricchì
fin dai primi istanti del tuo immacolato concepimento,
esaudisci, o celeste Bambina, la mia supplica,
e loderò in eterno la bontà del tuo cuore. Amen



Cosa dice Maria alla città? Cosa ricorda a tutti con la sua presenza? 
Ricorda che “dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia” (Rm 5,20) – come scrive l’apostolo Paolo. Ella è la Madre Immacolata che ripete anche agli uomini del nostro tempo: non abbiate paura, Gesù ha vinto il male; l’ha vinto alla radice, liberandoci dal suo dominio. 

papa Benedetto XVI - Atto di venerazione alla Madonna - 8 settembre 2009



































Preghiera a Maria Regina - Sant'Alfonso Maria de Liguori

O Madre del mio Dio e mia Signora Maria,
mi presento a Te che sei la Regina del Cielo e della terra
come un povero piagato davanti ad una potente Regina.
Dall'alto trono dal quale tu siedi, non sdegnare,
Ti prego, di volgere gli occhi su di me, povero peccatore.
Dio Ti ha fatta così ricca per aiutare i poveri
e Ti ha costituita Madre di Misericordia
affinché Tu possa confortare i miserabili.
Guardami dunque e compatiscimi.

Guardami e non mi lasciare se non dopo avermi trasformato
da peccatore in Santo.

Mi rendo conto di non meritare niente, anzi, per la mia ingratitudine dovrei essere privato di tutte le grazie che per tuo mezzo ho ricevuto dal Signore; ma Tu che sei la Regina di Misericordia non cerchi i meriti, bensì le miserie per soccorrere i bisognosi. Chi è più povero e bisognoso di me?

O Vergine sublime, so che Tu, oltre ad essere la Regina dell'universo, sei anche la mia Regina. Voglio dedicarmi completamente ed in modo particolare al tuo servizio, affinché Tu possa disporre di me come Ti piace. Perciò Ti dico con San Bonaventura: "O Signora, mi voglio affidare al tuo potere discreto, perchè Tu mi sostenga e governi totalmente.
Non mi abbandonare". Guidami Tu, Regina mia, e non lasciarmi solo. Comandami, utilizzami a Tuo piacere, castigami quando non Ti ubbidisco, poiché i castighi che mi verranno dalle Tue mani mi saranno salutari.

Ritengo più importante essere tuo servo piuttosto che signore di tutta la terra. "Io sono tuo: salvami". O Maria, accoglimi come tuo e pensa a salvarmi. Non voglio più essere mio, mi dono a Te.
Se nel passato Ti ho servito male ed ho perduto tante belle occasioni per onorarti, in avvenire voglio unirmi ai tuoi servi più innamorati e fedeli.
No, non voglio che da oggi in poi qualcuno mi superi nell'onorarti e nell'amarti, mia amabilissima Regina. Prometto e spero di perseverare così, con il tuo aiuto. Amen.

 (Sant'Alfonso Maria de Liguori)


Buona giornata a tutti, in particolare a Gabriele, 
assiduo lettore, nel giorno del suo compleanno :-)