Visualizzazione post con etichetta papa Francesco. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta papa Francesco. Mostra tutti i post

mercoledì 1 giugno 2022

Invocazione allo Spirito Santo - San Simeone nuovo teologo (X-XI sec.)

                                                                   Vieni, luce vera.
Vieni vita eterna.
Vieni, mistero nascosto.
Vieni tesoro senza nome.
Vieni realtà ineffabile.
Vieni persona inconcepibile.
Vieni, felicità senza fine.
Vieni, luce senza tramonto.
Vieni, risveglio di chi dorme.
Vieni, risurrezione dei morti.


Vieni, o potente, 

che sempre fai e trasformi le cose col tuo volere.
Vieni, invisibile, intangibile e impalpabile.
Vieni, tu che sempre rimani immobile,
e ad ogni istante ti muovi e vieni a noi
addormentati negli inferi, tu che sei sopra i cieli.
Vieni, nome diletto e ovunque ripetuto,
di cui non possiamo esprimere l’essere
né conoscere la natura.

Vieni, gioia eterna. 

Vieni corona incorruttibile.
Vieni, porpora del grande re nostro Dio.
Vieni cintura cristallina e costellata di gioielli.
Vieni destra sovrana.
Vieni, tu che hai desiderato la nostra povera anima.
Vieni tu il Solo verso chi è solo.
Vieni tu che mi hai separato da tutto
e fatto solitario in questo mondo.
Vieni, tu diventato in me desiderio.
Vieni mio soffio e mia vita.
Vieni, consolazione della mia povera anima.
Vieni, mia gioia, mia gloria, mia delizia senza fine.

Ti ringrazio d’essere sceso a diventare
un solo spirito con me, senza confusione,
senza mutazione, senza trasformazione,
tu il Dio al di sopra di tutto,
e d’esserti fatto a tutti cibo ineffabile e gratuito
che senza fine straripi inesauribilmente
e zampilli alla fonte del mio cuore.

Grazie per esserti fatto per me luce senza tramonto,
sole senza declino, perché non hai dove nasconderti,
tu che riempi l’universo della tua gloria.
Siamo noi invece a volerci nascondere da te.

Vieni Signore, pianta oggi in me la tua tenda ;
costruisci la tua casa e rimani eternamente
inseparabilmente in me, tuo servo, 

perchè alla fine anch’io mi
ritrovi in te e con te regni, 

Dio al di sopra di tutto.

Conservami incrollabile nella fede, e vedendoti,
io che son morto, vivrò ; e possedendoti,
io il povero, sarò sempre ricco più di tutti i re ;
e mangiandoti e bevendoti, vestendomi di te, 

vada di delizia in delizia :
tu sei il vero bene, la vera gloria, la vera gioia ;
a te appartiene la gloria,
o santa, consustanziale e vivificante Trinità,
ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen

San Simone nuovo teologo (X-XI sec.)


“Sii benedetta eternamente e infinitamente, o Trinità beata, perché mi hai unito alla SS. Vergine Maria e l’hai fatta Madre mia, e sotto il Suo manto di luce e nel Suo cuore di amore e per le Sue mani di grazie, posso presentarmi e restare al cospetto della Tua Santità”.

- Beato Giustino Russolillo - 














L'indifferenza verso lo Spirito Santo è la più lacrimevole disgrazia e rovina del nostro tem­po, che allontanandosi dallo Spi­rito di Dio, si va riaccostando allo spirito di Satana, il quale così ri­prende nel mondo il campo che aveva perduto per lo stabilimento del cristianesimo, ed empie la te­nebrosa sua reggia di anime strap­pate al seno del celeste Padre. Solo lo Spirito del bene può difenderci da questa spaventosa invasione dello spirito del male e arrestare sì rovinoso torrente. Ripetiamo dun­que che la divozione allo Spirito Santo dev'essere la devozione fa­vorita dei cristiani moderni, come lo fu de' nostri Padri nella fede.

(Mons. Jean Joseph Gaume)


Papa Francesco  «Per capire le cose di Dio ci vuole docilità allo Spirito»

"Occorre essere docili all’azione dello Spirito Santo, che conduce sempre sulla strada delle “cose buone”, e ricordare che la fede è sì un dono di Dio, ma non si può ricevere se si vive “staccati” dal suo popolo e dalla Chiesa." 
Lo ricorda papa Francesco.



Buona giornata a tutti :-)


seguimi sulla mia pagina YouTube


domenica 20 marzo 2022

Perdonaci la guerra, Signore - Mons. Mimmo Battaglia

“Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi misericordia di noi peccatori!
Signore Gesù, nato sotto le bombe di Kiev, abbi pietà di noi!
Signore Gesù, morto in braccio alla mamma in un bunker di Kharkiv, abbi pietà di noi! 
Signore Gesù, mandato ventenne al fronte, abbi pietà di noi!
Signore Gesù, che vedi ancora le mani armate all’ombra della tua croce, abbi pietà di noi!
Perdonaci Signore, se non contenti dei chiodi con i quali trafiggemmo la tua mano, continuiamo ad abbeverarci al sangue dei morti dilaniati dalle armi. Perdonaci, se queste mani che avevi creato per custodire, si sono trasformate in strumenti di morte. 
Perdonaci, Signore, se continuiamo ad uccidere nostro fratello,
se continuiamo come Caino a togliere le pietre dal nostro campo per uccidere Abele. 
Perdonaci, se continuiamo a giustificare con la nostra fatica la crudeltà, 
se con il nostro dolore legittimiamo l’efferatezza dei nostri gesti.
Perdonaci la guerra, Signore. 
Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, ti imploriamo!
Ferma la mano di Caino! 
Illumina la nostra coscienza, 
non sia fatta la nostra volontà, non abbandonarci al nostro agire! 
Signore, fermaci! 
E quando avrai fermato la mano di Caino, abbi cura anche di lui.
E' nostro fratello. 
O Signore, poni un freno alla violenza!                                                                      

Fermaci, Signore!” 

È la preghiera di Mons. Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli, ripresa da Papa Francesco al termine dell’udienza del 16 marzo 2022 


Un soldato entra in una casa e trova dei soldati russi che mangiano con il cucchiaio di legno da una zuppiera comune. Tutti rimangono increduli, lui ha in mano il fucile, ma nessuno si muove. 
Chiede alla padrona di casa se può avere anche lui un po’ di minestra. La donna prende un piatto e lo riempie, così, con semplice grande gesto: “Mi metto il fucile in spalla e mangio. 
Il tempo non esiste più. I soldati russi mi guardano. 
Le donne mi guardano. I bambini mi guardano. 
Nessuno fiata. C’è solo il rumore del mio cucchiaio nel piatto”. 
Il soldato ringrazia la donna, che risponde con semplicità. Poi esce dalla casa: “I soldati russi mi guardano uscire senza che si siano mossi”. Dei giovani, costretti a essere nemici per forza in nome di una patria, hanno superato così quel confine. La loro vera "patria" è diventata improvvisamente quella casa, quelle donne che offrono un piatto di minestra e i nemici sono la fame, il gelo, la stupidità umana.

[Mario Rigoni Stern, "Il sergente nella neve"]


“Imparate a dire no a chi vi vuol far credere che la vita sia facile. Imparate a dire no a chi vi vuol proporre delle cose che sono contro la vostra coscienza. Seguite solo la vostra voce”.

- Mario Rigoni Stern -


Buona giornata a tutti :-)






lunedì 14 marzo 2022

L'egoismo non porta lontano - Leggenda popolare spagnola

Un giorno una vecchia signora morì e subito gli angeli addetti al caso si misero all'opera. Uno di loro seguì il funerale e prese nota che ben poca gente la stava accompagnando all'ultima dimora terrena e, ascoltando i discorsi bisbigliati da quello sparuto gruppo, annotò che nessuno aveva giudizi particolarmente favorevoli su di lei. Un altro prese il contenitore dei ricordi e cercò alacremente le impronte lasciate dai gesti amorevoli e quelle lasciate dai gesti sgarbati: ne risultò una sconfortante preponderanza di questi ultimi.

Il terzo infine si intrufolò nella mappa della vita di chi l'aveva conosciuta per misurare se, agendo con generosità o egoismo, avesse avuto un'influenza su di loro e il panorama, anche questa volta, non fu certamente incoraggiante.

Infine i tre angeli si riunirono per un rapido consulto e l'unica cosa che trovarono a favore della vecchia signora fu una pagnotta, regalata un giorno a un mendicante.

Presero quindi la pagnotta come prova a favore, confidando sul fatto che anche un solo gesto concreto di generosità può essere molto importante. Avrebbero comunque portato ogni cosa davanti al giudice preposto a quella sentenza, perché spettava a lui l'ultima parola.

Si recarono quindi dalla defunta che, ancora spaesata dalla nuova situazione, stava aspettando qualcuno che andasse a prenderla.

«Beh, e adesso cosa facciamo?» chiese la donna indispettita dall'attesa.

«Ci aspetta il tribunale per il giudizio sulla tua vita terrena» risposero gli angeli.

La vecchia signora cominciò a ripercorrere velocemente gli anni trascorsi, facendo emergere l'inquietante dubbio che forse molte occasioni per comprendere erano andate sprecate, ma ormai il tempo era scaduto e ciò che era stato non poteva più essere cambiato.

Giunti al tribunale, gli angeli guidarono la donna in una delle innumerevoli stanze, dove un vecchio signore dal volto bonario stava seduto dietro un'immensa scrivania piena di mappe della vita, di scatole di ricordi, di cartelle nelle quali erano racchiusi a bizzeffe ogni sorta di pensieri ed emozioni. Senza contare i cartoni delle giustificazioni che parevano scoppiare tanto erano stati stipati.

Gli angeli consegnarono il risultato delle loro ricerche e il giudice esaminò ogni cosa con grande attenzione, poi si alzò e uscì dalla stanza.

La donna certo non sapeva che nella stanza accanto si trovava l'immenso libro in cui si poteva consultare il tempo passato e quello futuro, giacché in quelle pagine tutto era presente.

Rientrato, il vecchio giudice si fece portare la pagnotta regalata al mendicante e gliela consegnò. Come per magia, non appena l'ebbe presa, la donna cominciò a salire verso l'alto.

Siccome era passato troppo poco tempo dalla morte del corpo, i pensieri non avevano ancora abbandonato l'anima della vecchia e così cominciarono immediatamente a renderla tronfia e compiaciuta del gesto fatto verso quel povero che, in verità, lei non ricordava neanche più.

Mai avrebbe immaginato che una pagnotta, data con noncuranza, l'avrebbe salvata e portata verso l'alto come trainata da un filo invisibile.

A un tratto, dietro di lei, comparve un uomo emaciato e malvestito che si attaccò alla sua veste e fu sollevato con lei, poi un'altra persona si aggrappò a sua volta al povero e poi un'altra e un'altra ancora, fino a formare una lunga fila in salita verso il Paradiso.

L'anima della vecchia signora, tutta intenta a rallegrarsi con se stessa, in un primo momento non si accorse nemmeno di quel codazzo che si portava appresso. Poi, d'un tratto, ricordandosi della terra e della sua vita, ebbe un attimo di smarrimento, si voltò e vide tutte quelle persone che salivano in Paradiso approfittando di lei.

Ne fu assai contrariata e, agitando il lembo della veste con una mano, gridò irritata: «Andate via, la pagnotta appartiene solo a me!».

Nel fare quel gesto il pane le sfuggì di mano, ricadendo velocemente in basso e portando con sé la donna con tutto il suo seguito.

In quello stesso attimo il vecchio giudice scosse tristemente il capo, pensando alle preziose occasioni offerte dall'amore divino e non comprese.

Aprendo il suo voluminoso libro, in fianco al nome della donna, scrisse con cura un'annotazione: «Il male che avvolge la terra è la pretesa che anche una sola piccolissima cosa possa appartenere all'uomo».

Leggenda popolare spagnola


«Se non desistiamo, a suo tempo mieteremo»
La Quaresima ci ricorda ogni anno che «il bene, come anche l’amore, la giustizia e la solidarietà, non si raggiungono una volta per sempre; vanno conquistati ogni giorno» (ibid., 11). Chiediamo dunque a Dio la paziente costanza dell’agricoltore (cfr Gc 5,7) per non desistere nel fare il bene, un passo alla volta. Chi cade, tenda la mano al Padre che sempre ci rialza. Chi si è smarrito, ingannato dalle seduzioni del maligno, non tardi a tornare a Lui che «largamente perdona» (Is 55,7). In questo tempo di conversione, trovando sostegno nella grazia di Dio e nella comunione della Chiesa, non stanchiamoci di seminare il bene. Il digiuno prepara il terreno, la preghiera irriga, la carità feconda. Abbiamo la certezza nella fede che «se non desistiamo, a suo tempo mieteremo» e che, con il dono della perseveranza, otterremo i beni promessi (cfr Eb 10,36) per la salvezza nostra e altrui (cfr 1 Tm 4,16). Praticando l’amore fraterno verso tutti siamo uniti a Cristo, che ha dato la sua vita per noi (cfr 2 Cor 5,14-15) e pregustiamo la gioia del Regno dei cieli, quando Dio sarà «tutto in tutti» (1 Cor 15,28).
La Vergine Maria, dal cui grembo è germogliato il Salvatore e che custodiva tutte le cose «meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19) ci ottenga il dono della pazienza e ci sia vicina con la sua materna presenza, affinché questo tempo di conversione porti frutti di salvezza eterna.
FRANCESCO
Roma, San Giovanni in Laterano, 11 novembre 2021, Memoria di San
Martino Vescovo

Buona giornata a tutti :-)







mercoledì 2 marzo 2022

Preghiera della strada

Signore, devo uscire di casa, 
avvertire che i muri mi stanno stretti,
il tetto mi ruba il cielo, la finestra mi rende spettatore,
la porta mi nega l'avventura e l'orario mi fa perdere l'incontro.
Signore, fammi capire che è consentito 

vivere soltanto all'aperto;
si è cristiani soltanto all'aria libera. 
Il Vangelo cammina per le strade;
non devo pretendere di muovermi unicamente 

se il tempo è bello.
Il Vangelo, come la vita, si vive nelle intemperie, 
in condizioni sfavorevoli;
devo lasciarmi avvolgere dalla nebbia, dal buio della notte,
lavare dalla pioggia, asciugare dal vento, pungere dal freddo,
sentirmi al sicuro nella precarietà, 

possedere la certezza del provvisorio.
Bisogna che smetta di incaricare i vestiti 

o il termosifone di scaldarmi,
è bello essere obbligato ad accendere il fuoco dentro,
a riscaldarmi dall'interno, a coprirmi delle certezze del cuore,
indovinare il sole oltre lo spessore dei nuvoloni neri,
scoprire il cammino consultando la speranza,
sentire il tempo attraverso il corpo liberato dagli ingombri,
inventare il canto al ritmo dei passi,
sentirmi garantito da ciò che mi sono lasciato alle spalle
e arricchito da tutto quello che non ho più.
Provare la gioia di non possedere niente e quindi di avere tutto.
Si, perché il Tutto può essere contenuto, trovare posto unicamente nel nulla.
Signore, fammi chiudere gli occhi 

per essere raggiunto dalla luce,
insegnami ad attendere la luce ad occhi chiusi.
Signore, fammi uscire di casa senza voler 

sapere prima che tempo fa:
sulla strada, nell'oscurità, nel gelo, 

nella paura, nel vuoto, nell'assenza,
è tempo della tua presenza.



"A voi giovani che siete all'inizio della vostra vita, chiedo: avete pensato ai talenti che Dio vi ha dato? 
Avete pensato come metterli a servizio degli altri? 
Non sotterrate i talenti, scommettete su ideali grandi che renderanno fecondi i vostri talenti! 
La vita non ci è data perché la conserviamo gelosamente, per noi stessi, ma perché la doniamo. 
Cari giovani, abbiate un animo grande, non abbiate paura di sognare cose grandi". 

- Papa Francesco -


Un giorno San Tommaso d'Aquino visitando San Bonaventura gli dimandò di qual libro più si fosse servito per registrar tante belle dottrine ch'egli avea scritte. 
San Bonaventura gli dimostrò l'immagine del Crocifisso, tutta annerita per tanti baci che l'avea dati, dicendo: “Ecco il mio libro, da cui ricavo tutto ciò che scrivo; egli mi ha insegnato tutto quel poco che ho saputo.”



Dio Onnipotente, 
che hai inviato il tuo Figlio Gesù 
per annunciare la buona novella ai poveri e guarire i malati, 
fa che imitiamo San Francesco d'Assisi, 
il quale non esitò a seguire le orme del Cristo 
nella compassione e nella misericordia 
verso i più poveri. 
Concedici di rivestirci dei medesimi sentimenti del tuo Figlio, 
per poter partecipare alla gioia eterna del tuo regno 
insieme al povero Lazzaro, 
Lui che è Dio e vive e regna con te, 
nell'unità dello Spirito Santo, 
per tutti i secoli dei secoli. 
Amen.

Preghiera Francescana



Buona giornata a tutti. :-)

sabato 19 febbraio 2022

10 "A" da ricordare nella vita - card. François Xavier Nguyen van Thuan

Carissimi fratelli nel sacerdozio. Con questa omelia, concludiamo i nostri esercizi spirituali: giorni di preghiera, di silenzio, di intimità con il Signore che ci ha chiamati.

Prima di uscire e tornare alle nostre occupazioni, vorrei lasciarvi le dieci "A" da ricordare nella vita, perché è adesso che veramente cominciano gli esercizi: dopo i giorni di pace vissuti insieme, seguono tempi duri, pieni di impegni ed attività.
Molte volte pensiamo di dover agire e lavorare, ed è vero. Non è meno vero che dobbiamo prima pregare ed ascoltare.

Per questa ragione, le dieci "A" da ricordare nella vita sono divise in due parti: le prime cinque riguardano il fuoco interiore; le altre cinque l'impegno esteriore.

Cominciamo con il fuoco interiore, perché è la causa del fuoco esteriore:

Il fuoco interiore

1. Adorare: dopo questi esercizi, tutti noi possiamo dire: "Ho incontrato Gesù!" Abbiamo contemplato il volto di Cristo, che è Amore. L'abbiamo visto nei suoi quattordici difetti. Sappiamo che la gente cerca il volto di Dio. Siamo noi a farglielo vedere.

2. Amare: la seconda "A" da ricordare, è quella di "Amare": dopo che abbiamo incontrato Gesù, diciamo pieni di gioia: "Vidimus Iesum!". L'amore di Cristo ci scuote, così come è stato per san Paolo: "Caritas Christi urget nos!". È il fuoco dell'amore di Cristo che brucia i cuori degli apostoli. Lasciamoci bruciare! È fuoco d'amore!

3. Ascoltare: noi, sacerdoti, dobbiamo prima di tutto ascoltare Dio. Non possiamo parlarne se prima non lo ascoltiamo attentamente, come fece Maria a Betania. Gli uomini vogliono vedere Gesù tramite noi. In secondo luogo, ricordiamoci di poter ascoltare Dio nella nostra coscienza. Noi formatori di coscienze, quanto bisogno abbiamo di essere fedeli alla nostra propria coscienza. Finalmente, questa "A" vuole ricordarci il bisogno di ascoltare gli altri, come fa un padre con suo figlio, come fa un dottore con un ammalato, come faceva Cristo con tutti.

4. Abbandonarsi: parlando ancora del fuoco interiore, è importante "abbandonarsi", cioè, lasciarci amare da Dio. Egli ci ama non per i nostri meriti, né per le nostre azioni o qualità. Ci ama perché ci ha voluto adottare come figli suoi. Lasciamoci dunque amare da Dio!

5. Accettare: quest'ultima "A" del fuoco interiore ci insegna ad accettare sempre il momento presente, cioè, il pane quotidiano che Dio nella sua provvidenza ci dà ogni giorno: le nostre occupazioni, le nostre difficoltà, i nostri successi e fallimenti, noi stessi con la nostra propria croce. Accettiamola con amore e gioia. Viene da Dio.

L'impegno esteriore

L'uomo dal cuore ricolmo di Dio è l'apostolo che mostra a tutti il volto del Padre. Queste cinque "A" si riferiscono all'impegno esteriore e non possono esistere se non c'è prima il fuoco interiore.

6. Agire: questa sesta "A" ci ricorda che Gesù, non soltanto chiamò i suoi perché fossero con lui, ma pure perché andassero a predicare il suo vangelo: ite, baptizate, docete, sanate. È lui che ci invia. Come san Paolo, sopportiamo tutto a causa del Vangelo: omnia propter Evangelium.

7. Animare: mossi dallo Spirito Santo, portiamo Gesù a tutti gli uomini. Ogni nostro atto, dal più piccolo al più importante, è un'opportunità di portare Gesù. Nelle processioni del Corpus Christi, gli ostensori hanno dentro l'ostia, che è Gesù. Anche noi siamo un ostensorio. C'è o non c'è dentro di noi l'ostia? A cosa servirebbe una processione il cui ostensorio non abbia dentro Gesù?

8. Appassionarsi: l'ottava "A" ci ricorda che noi sacerdoti non siamo gente vuota, ma veramente appassionata. La nostra passione è contenuta nel Padre nostro, la gloria di Dio e la salvezza delle anime: Dio e gli uomini. Ecco la nostra passione. Innanzitutto Dio, e per questo preghiamo ogni giorno: sia santificato il tuo nome! Venga il tuo Regno! Sia fatta la tua volontà!
E poi, gli uomini, nostri fratelli: dacci oggi il nostro pane quotidiano! Rimetti i nostri debiti! non ci indurre in tentazione!...

9. Avventurarsi: il messaggio del vangelo esige radicalità. Cristo è un avventuriero e noi, suoi seguaci, dobbiamo pure avventurarci assolutamente, subito, senza condizioni. Toto corde, tota anima, usque ad effusionem sanguinis! Un chiaro esempio ne è Padre Kolbe, avventuriero di Cristo.

10. Allietarsi: l'ultima delle "A" non è meno importante delle altre. Dopo questi esercizi siamo tutti lieti e contenti. Allietiamoci nella grande gioia della speranza! Noi, che viviamo pienamente donati alle anime, ricordiamo la promessa di Cristo: "Chi darà un bicchiere d'acqua ad uno di questi, non rimarrà senza ricompensa".

Così, io posso ridere ogni giorno, malgrado le croci e le difficoltà. E se il tuo cuore ha ancora dei dubbi, non ti preoccupare! L'amore di Dio, è ancora più grande del tuo cuore.

Maria, stella dell'evangelizzazione.

(card. François Xavier Nguyen van Thuan)
Fonte: "Scoprite la gioia della speranza" card. François Xavier Nguyen van Thuan

Il card. Van Thuan dopo tredici oscuri e terribili anni trascorsi prigioniero dei comunisti in Vietnam fu invitato da Papa Giovanni Paolo II a predicare gli esercizi spirituali al Santo Padre e alla Curia Romana, nell'anno del Grande Giubileo del 2000

Proprio per far vedere al mondo che Dio l'aveva scelto soltanto per sé, gli ultimi anni del suo servizio alla Chiesa furono pieni di sofferenza, continua ma silenziosa, provocata da un tumore che lo condusse alla pace del Signore, il 16 settembre 2002.


"Invece di essere solo una Chiesa che accoglie e che riceve, cerchiamo di essere una Chiesa che esce da se stessa e va verso gli uomini e le donne che non la frequentano, che non la conoscono, che se ne sono andati, che sono indifferenti.

- papa Francesco -


“La felicità che cercate,
la felicità che avete diritto di gustare
ha un nome,
un Volto:
quello di
Gesù di Nazareth,
nascosto nell’Eucaristia”!»

- Papa Benedetto XVI - 
Giornata Mondiale della Gioventù, Colonia


Buona giornata a tutti :-)


seguimi sul mio canale YouTube




giovedì 17 febbraio 2022

Domare gli spiriti

Si racconta di un vecchio Anacoreta Eremita: una di quelle persone che, per amore a Dio, si rifugiano nella solitudine del deserto, del bosco o delle montagne, per dedicarsi solamente alla orazione ed alla penitenza.
Molte volte, si lamentava di essere sempre occupatissimo! 
La gente non capiva come fosse possibile che avesse tanto da fare, nel suo ritiro. Ed egli spiegò:
" Devo domare due falconi, allenare due aquile, tenere quieti due conigli, vigilare su un serpente, caricare un asino, e sottomettere un leone! "
Ma la gente stupita disse :
"Non vediamo nessun animale, vicino alla grotta dove vivi! Dove sono tutti questi animali? "
Allora, l'Eremita diede una spiegazione, che tutti compresero :
"Questi animali li abbiamo dentro di noi! I due falconi, si lanciano sopra tutto ciò che loro si presenta, buono e cattivo, devo allenarli, perché si lancino solo sopra le buone prede; sono i miei occhi! 
Le due aquile, con i loro artigli, feriscono e distruggono, devo allenarle, perché si mettano solamente al servizio, ed aiutino senza ferire, sono le mie mani! 
Ed i conigli, vanno dovunque loro piaccia, tendono a fuggire gli altri, ed a schivare le situazioni difficili , devo insegnare loro a stare quieti, anche quando c'è una sofferenza, un problema, o qualsiasi cosa che non mi piaccia, sono i miei piedi! 
La cosa più difficile è sorvegliare il serpente, anche se si trova rinchiuso in una gabbia, con trentadue sbarre, è sempre pronto a mordere ed avvelenare quelli che gli stanno intorno, appena si apre la gabbia, se non lo vigilo da vicino, fa danno, è la mia lingua!  
L'asino è molto ostinato, non vuole fare il suo dovere, pretende di stare a riposare, e non vuole portare il suo carico di ogni giorno, è il mio corpo! Finalmente, ho necessità di domare il leone, vuole essere il Re, vuole essere sempre il primo, è vanitoso ed orgoglioso, questo è... il mio cuore !"

«Se vuoi essere veramente felice, non trascurare questo "Combattimento Spirituale".


















Vogliamo essere amati.
In mancanza di ciò, ammirati
in mancanza di ciò, temuti
In mancanza di ciò, odiati e disprezzati.
Vogliamo suscitare negli altri una qualche sorta di emozione.
L’anima trema davanti al vuoto
e ha bisogno di un contatto a ogni costo.

- Hjalmar Soderberg -



















"Come sappiamo, in vaste zone della terra la fede corre il pericolo di spegnersi come una fiamma che non trova più alimento. Siamo davanti ad una profonda crisi di fede, ad una perdita del senso religioso che costituisce la più grande sfida per la Chiesa di oggi. Il rinnovamento della fede deve quindi essere la priorità nell’impegno della Chiesa intera ai nostri giorni. Auspico che l’Anno della fede possa contribuire, con la collaborazione cordiale di tutti le componenti del Popolo di Dio, a rendere Dio nuovamente presente in questo mondo e ad aprire agli uomini l’accesso alla fede, all’affidarsi a quel Dio che ci ha amati sino alla fine (cfr Gv 13, 1), in Gesù Cristo crocifisso e risorto." 

(Discorso del Santo Padre Benedetto XVI ai partecipanti alla plenaria della Congregazione per la Dottrina della Fede, Sala Clementina Venerdì, 27 gennaio 2012)



Roma, Concistoro del febbraio 2001. 
Giovanni Paolo II e il cardinale Jorge Mario Bergoglio

Preghiera della sera

Oh Signore, 
mentre la luce del giorno si dilegua e scompare e discende la sera,
nella Tua clemenza veglia sulle case di tutti, 
particolarmente si prolunghi il palpito della Tua bontà e del Tuo conforto
là dove la sofferenza e le preoccupazioni delle umane miserie sono più vive, sugli ammalati, gli afflitti, sui poveri, vecchi e i bambini. 
Allontana i sogni e i fantasmi notturni. 
Frena le tentazione del nemico che attenta alle nostre anime. 
Proteggi la Tua Santa Chiesa che,
da tutti i punti della terra ci accoglie benigna e pia. 
La tua benedizione sia sempre sopra di noi e i nostri cari, oh Signore. 
Così sia. 

(papa Giovanni XXIII)



Buona giornata a tutti :-)


seguimi sul mio canale YouTube 

giovedì 27 gennaio 2022

27 gennaio 1945 i sovietici liberano Aushwitz

27 gennaio 1945 i sovietici liberano Aushwitz e fanno conoscere al mondo la tragedia immensa che fu il nazismo. 
Non cominciò con le camere a gas. 
Tutto ebbe inizio quando ebrei, rom, omosessuali, politici vennero considerati uomini di razza inferiore, paragonati agli insetti. Zecche da eliminare per il trionfo della razza pura. I responsabili non furono solo i tedeschi ma anche i collaborazionisti volenterosi di tutta l’Europa. 
Per fortuna furono in molti a opporsi e quelle tenebre non prevalsero. 
La Storia non riguarda solo il passato, vive dentro di noi. 
Quegli avvenimenti possono ripetersi.



È piccolo il giardino profumato di rose,
è stretto il sentiero dove corre
il bambino, un bambino grazioso come
il bocciolo che si apre: quando il bocciolo
si aprirà il bambino non ci sarà.

Franta Brass, nato a Brno il 14 Agosto 1930 
morto ad Auschwitz il 28 Settembre 1944.


Pochi anni ci separano dal più orribile crimine di massa che la storia moderna debba registrare: un crimine commesso non da una banda di fanatici, ma con freddo calcolo dal governo di una nazione potente.
Il destino dei sopravvissuti alle persecuzioni tedesche testimonia fino a che punto sia decaduta la coscienza
morale dell'umanità.

- Albert Einstein -



Alcuni sopravvissuti dicono di aver sentito la presenza di Dio accanto a loro nonostante tutto ciò che accadeva.
Io non riuscii mai a percepirlo.
Auschwitz-Birkenau e Fürstegrube non hanno fatto di me un ateo, ma mi hanno reso consapevole di una cosa: a Dio non era permesso l’ingresso oltre la recinzione perimetrale e il filo spinato.

- Sam Pivnik -


"...perché è l’indifferenza che paralizza e impedisce di fare quel che è giusto anche quando si sa che è giusto."

"Non è solo questione di analizzare le cause della violenza e di rifiutarne le logiche perverse, ma di essere pronti e attivi nel rispondervi. Pertanto, il nemico contro cui lottare non è soltanto l’odio, in tutte le sue forme ma, ancor più alla radice, l’indifferenza; perché è l’indifferenza che paralizza e impedisce di fare quel che è giusto anche quando si sa che è giusto.

Non mi stanco di ripetere che l’indifferenza è un virus che contagia pericolosamente i nostri tempi, tempi nei quali siamo sempre più connessi con gli altri, ma sempre meno attenti agli altri."

(dal DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI PARTECIPANTI ALLA CONFERENZA INTERNAZIONALE SULLA RESPONSABILITÀ DEGLI STATI, ISTITUZIONI E INDIVIDUI NELLA LOTTA ALL'ANTISEMITISMO E AI CRIMINI CONNESSI ALL'ODIO ANTISEMITICO, Sala Clementina Lunedì, 29 gennaio 2018)