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lunedì 2 maggio 2016

Il grillo e la moneta - don Bruno Ferrero -

Un saggio indiano aveva un caro amico che abitava a Milano. 
Si erano conosciuti in India, dove l'italiano era andato con la famiglia per fare un viaggio turistico. L'indiano aveva fatto da guida agli italiani, portandoli a esplorare gli angoli più caratteristici della sua patria. 
Riconoscente, l'amico milanese aveva invitato l'indiano a casa sua. 
Voleva ricambiare il favore e fargli conoscere la sua città. L'indiano era molto restio a partire, ma poi cedette all'insistenza dell'amico italiano e un bel giorno sbarcò da un aereo alla Malpensa. 
Il giorno dopo, il milanese e l'indiano passeggiavano per il centro della città. L'indiano, con il suo viso color cioccolato, la barba nera e il turbante giallo attirava gli sguardi dei passanti e il milanese camminava tutto fiero d'avere un amico così esotico. Ad un tratto, in piazza San Babila, l'indiano si fermò e disse: "Senti anche tu quel che sento io?". 
Il milanese, un po' sconcertato, tese le orecchie più che poteva, ma ammise di non sentire nient'altro che il gran rumore del traffico cittadino. "Qui vicino c'è un grillo che canta", continuò, sicuro di sé, l'indiano. "Ti sbagli", replicò il milanese "io sento solo il chiasso della città. E poi, figurati se ci sono grilli da queste parti". 
"Non mi sbaglio. Sento il canto di un grillo", ribatté l'indiano e decisamente si mise a cercare tra le foglie di alcuni alberelli striminziti. 
Dopo un po' indicò all'amico che lo osservava scettico un piccolo insetto, uno splendido grillo canterino che si rintanava brontolando contro i disturbatori del suo concerto. "Hai visto che c'era un grillo?", disse l'indiano. "È vero", ammise il milanese. "Voi indiani avete l'udito molto più acuto di noi bianchi...". "Questa volta ti sbagli tu", sorrise il saggio indiano. "Stai attento...". 
L'indiano tirò fuori dalla tasca una monetina e facendo finta di niente la lasciò cadere sul marciapiede. Immediatamente quattro o cinque persone si voltarono a guardare. "Hai visto?", spiegò l'indiano. "Questa monetina ha fatto un tintinnio più esile e fievole del trillare del grillo. Eppure hai notato quanti bianchi lo hanno udito?". 

Giuseppe è uomo che sa ascoltare le voci degli angeli che noi, spesso, non riusciamo più ad ascoltare. Ci vuole un udito ‘particolare’ per sentire la voce di Dio che ci parla ogni giorno. Solo chi sa pregare e fare silenzio è capace di sentirla. 

- don Bruno Ferrero - 
da: "Il canto del grillo", Elledici 1990





"Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato. I ricchi comprano rumore. L’animo umano si diletta nel silenzio della natura, che si rivela solo a chi lo cerca..."

- Charlie Chaplin -




Madre santissima, salute dei malati,
tu hai generato Colui che ci ha guarito dal peccato:
senza di Lui quel male, per noi incurabile,
ci avrebbe devastato!
Tu sei la Madre di Colui che sana le ferite del male
e che con la sua morte e risurrezione
apre per noi le porte della grazia,
fonte di salute dell’anima e del corpo.
Tu sei nostra Madre: a te ricorriamo fiduciosi.
ricordati di noi che siamo nella prova!
Lascia, o Madre tenerissima,
che preghiamo con te il Figlio tuo,
e per la comune invocazione del Suo nome
Egli ci liberi dal male che ci consuma
e ci conceda vita e salute.
Tu che, docile sotto la croce,
hai offerto la tua sofferenza,
insegnaci ad unire il nostro dolore,
con te e come te,
a quello del tuo Figlio Gesù
nostro unico Salvatore.
Amen.

l'icona sacra è presso la Basilica Santa Maria Maggiore Ravenna



Buona giornata a tutti. :-)



giovedì 14 gennaio 2016

Preghiera di intercessione a San Pio di Pietrelcina e altre preghiere

O Gesù,
pieno di grazia e di carità e vittima per i peccati,
che, spinto dall’amore per le anime nostre,
volesti morire sulla croce,
io ti prego umilmente di glorificare,
anche su questa terra, il servo di Dio,
San Pio da Pietrelcina che,
nella partecipazione generosa ai tuoi patimenti,
tanto ti amò
e tanto si prodigò per la gloria del Padre tuo
e per il bene delle anime.
Ti supplico perciò di volermi concedere,
per la sua intercessione,
la grazia………………………………… (esporre),
che ardentemente desidero.


3 Gloria al Padre


Preghiera per vincere le nostre paure

Gesù, ti presento tutte le mie paure:
la paura di essere rifiutato da Dio,
la paura nei confronti degli altri,
la paura dinanzi al futuro e a situazioni difficili,
la paura di dare una brutta impressione di me stesso.
Ti presento tutte le mie insicurezze,
i miei dubbi, le mie incertezze,
il disprezzo che a volte sento di me stesso e della mia vita.
Per queste paure e insicurezze
mi sento come in mezzo a una tempesta.
Tu hai detto agli apostoli sul lago di Galilea in tempesta:
"Coraggio, sono Io, non temete!".
Dillo anche a me e nel mio cuore si placheranno
le onde furiose dell'insicurezza e della paura.
Liberami da ogni dubbio e incertezza irragionevole,
da ogni disprezzo di me stesso e della vita.
Sii Tu il mio coraggio, la mia sicurezza,
il mio punto d'appoggio, la mia forza di vivere e di agire.
Infondi in me il tuo Spirito Santo
che è Spirito di potenza e di libertà.

Confido e spero in Te. Amen.


Assistimi, santo Angelo custode,
soccorso nelle mie necessità,
conforto nelle mie sventure,
protettore nei pericoli,
ispiratore di buoni pensieri,
intercessore presso Dio,
scudo che respingi il maligno nemico,
compagno fedele,
amico sicurissimo,
prudente consigliere,
modello di obbedienza,
specchio di umiltà e di purezza.
Assisteteci,
Angeli che ci custodite,
Angeli delle nostre famiglie,
Angeli dei nostri bambini,
Angeli delle nostre Parrocchie,
Angelo della nostra città,
Angelo del nostro paese,
Angeli della Chiesa,
Angeli dell’universo.

Amen.





Buona giornata a tutti. :-)

domenica 25 ottobre 2015

Con la preghiera noi possiamo tutto - Padre Charles de Foucauld -

Con la preghiera noi possiamo tutto: se non riceviamo è perché ci mancava la fede o perché abbiamo pregato troppo poco o perché sarebbe per noi male se la nostra richiesta venisse esaudita o perché Dio ci dà qualcosa di meglio di ciò che chiediamo. 
Mai, però, accada che non riceviamo quel che domandiamo perché la cosa è troppo difficile da ottenersi. 
Non esitiamo a domandare a Dio anche le cose più difficili, come la conversione di grandi peccatori o di popoli interi: tanto più, anzi, domandiamogliele quanto più sono difficili, con la fede che Dio ci ama appassionatamente e che più un dono é grande più colui che ci ama appassionatamente ama farcelo; ma domandiamo con fede, con insistenza, con costanza, con amore, con buona volontà. 
Ed abbiamo la certezza che domandando così, con molta costanza, noi verremo esauditi ricevendo la grazia richiesta o una migliore. 
Domandiamo dunque arditamente al Signore le cose più impossibili ad ottenersi, quando esse servono alla sua gloria, convinti che il suo cuore ce le concederà tanto più facilmente quanto più sembrano umanamente impossibili: dare l’impossibile a colui che egli ama è cosa dolce al suo cuore, e quanto mai egli ci ama?


- Padre Charles de Foucauld - 



.... E questo dimostra che non è il cristianesimo a salvare gli uomini, come non li salva nessun' altra religione. 
Non è la religione che salva gli uomini, gli uomini non si salvano perché sono religiosi. 
Gli uomini si salvano (al di là di che cosa questa espressione possa significare) perché sono giusti. Ciò che salva è la vita buona e giusta, come ha insegnato Gesù (cf. Matteo 25) in perfetta continuità con la tradizione ebraica.


- Vito Mancuso -
(scrittore, teologo)




Signore, se vuoi, puoi guarirmi

Gesù,
ti presento tutte le tristezze,
le angosce, gli affanni,
il senso di solitudine, di isolamento, di fallimento;
tutti gli stati di depressione, disperazione,
sfiducia, abbattimento, avvilimento …
in cui tanto spesso mi trovo.
Con le mie forze non riesco ad uscire
da questi stati d’animo di tristezza e depressione.
Intervieni Tu.
Come sei apparso ai due discepoli di Emmaus lungo la strada
ed hai rimesso la speranza nei loro cuori
e sorriso sui loro volti,
così vieni accanto a me.
Liberami da questi stati d’animo.
Riempi il vuoto del mio cuore e della mia vita,
fammi emergere da ogni tristezza e abbattimento.
Infondi in me lo Spirito Santo,
Spirito di conforto e di gioia,
di speranza e di forza.
Cuore di Gesù,
confido e spero in Te.

- Padre Emanuele Zippo - 



Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it

sabato 9 maggio 2015

Fare la mamma è roba difficile....

Fare la mamma è una roba difficile, per stomaci forti.
Quando sei incinta, non sei più padrona del tuo corpo: dentro di te tuo figlio pretende attenzioni, riposo, cibi sani, risate, serenità… e tu non sei tu, tu sei il tuo pancione, tu sei una pancia che cammina e che attrae gli sguardi di tutti, e le mani di tutti, e le considerazioni (stupide) di tutti: lo sai che se la pancia è bassa è un maschio? 

Lo sai che se mangi le cipolle il bambino piange? 
Lo sai che non dovresti guidare la macchina?
Poi il bambino nasce e tu non sei nemmeno più la pancia che lo conteneva: adesso sei l’attrice non protagonista, quella che nemmeno appare sulle locandine, quella di cui nessuno ricorda il nome. 

E così, anche se hai ancora il sedere grande come una portaerei, entri in una stanza e diventi improvvisamente invisibile: nemmeno tua madre si ricorda di te, e finisci a far da tappezzeria in casa tua, mentre amici e parenti ti strappano il neonato dalle braccia e se lo rimpallano come un pallone da rugby.
Per fortuna c’è sempre qualcuno che sa fare la mamma meglio di te: ma lo sai che lo vesti troppo o troppo poco? Ma lo sai che il tuo latte non è buono? Ma lo sai che quando il bambino è stitico devi usare il gambo del prezzemolo?
Ma una mamma lo sa. Una mamma sa tutto.
Una mamma sa che il legame tra lei e il suo bambino è intenso e profondo e atavico. 

E’ un legame che nasce da un odore, dal contatto di pelle, da un suono. 
Un legame che nasce dai tessuti, dai pori, dalle cellule… un legame desossiribonucleico.
Perchè una mamma è mamma tante volte: quando appaiono le due lineette rosa sul test di gravidanza, quando partorisce, quando allatta, quando cambia un pannolino, quando prepara il primo brodino, quando insegna a suo figlio a ridere, a camminare, a parlare, a correre… ad essere una persona.
Una mamma rinasce durante ogni tappa di crescita del proprio bambino.
E quando il neonato è diventato un bimbo grande, una mamma rinasce di nuovo, perchè sa che suo figlio non le appartiene, e che adesso appartiene al mondo a cui lei lo ha consegnato.




Dio plasma la donna mentre l'uomo dorme. Significa che lei non è in nessun modo creatura dell'uomo, ma di Dio. E significa anche che l'uomo la donna deve prima sognarla, poi la trova. 

- Papa Francesco -



"I figli sono per la madre ancore della sua vita."

- Sofocle da "Fedra" -


Sai cosa voglio realmente?
Non perdere mai la sensibilità
anche se a volte strappa via un poco d’Anima.
Perché senza lei
non potrei comprendere me stessa.

- Clarice Lispector -



Preghiera a Sant’Anna per invocare la protezione nell’ora del parto  

Sant’Anna, in te si è compiuto il sogno di ogni mamma:
tu sei stata felice a motivo della tua figlia,
che è la donna benedetta fra tutte le donne della terra.
Sant’Annua, accompagnami in questo tempo di attesa
affinché la vita sbocciata nel mio grembo
senta la gioia grande del mio cuore
e l'affetto del padre e di tutta la famiglia.
Sant’Anna, diventare mamma è una grande missione,
diventare mamma è un meraviglioso impegno:
preparami, accompagnami,
 guidami proteggimi nell'ora trepidante del parto.
Sant’Anna, la creatura che cresce sotto il mio cuore 
l'affido a Te,
la consegno a Maria: insieme al mio sposo,
fa’ che diventiamo una culla bella di amore vero
affinché in noi si senta che c'è Dio,
vera ricchezza della casa e unica gioia dei figli. Amen. 

+ Angelo Comastri 
Vicario Generale del Santo Padre per la Città del Vaticano







Buona giornata a tutti. :-)







mercoledì 22 aprile 2015

Preghiera alla Beata Vergine dei Miracoli - Papa Paolo VI -

O Maria
tu fai parte essenziale importantissima,
dolcissima del mistero della salvezza.
Da te noi abbiamo ricevuto Gesù.
Per essere cristiani imitatori di Cristo 

dobbiamo guardare a te o Maria.
Tu sei la figura più perfetta della somiglianza a Cristo.
Tu sei l'immagine che meglio di ogni altra rispecchia il Signore.
Come è bello avere te, o Maria!
Avere la tua immagine, il tuo ricordo,
la tua dolcezza, la tua umiltà, la tua purezza,
la tua grandezza davanti a noi,
che vogliamo camminare dietro i passi del Signore!
Tu sei la nostra protezione, la nostra alleata.
Tu sei la fiducia dei poveri, degli umili, dei sofferenti.
Tu sei perfino il rifugio dei peccatori.
Tu hai una missione di bontà di intercessione per tutti.
Tu ci insegni a essere buoni, a essere forti, 
a essere pietosi con tutti.
Noi non dimenticheremo mai di guardare a Te
come alla nostra massima protettrice.

- Papa Paolo VI - 




Noi abbiamo ancora una volta riaffermato il valore pastorale del culto a Maria santissima, e ricordato come Ella abbia nel disegno divino della nostra salvezza una missione specialissima, che ci obbliga alla sua venerazione e alla sua imitazione, e ci autorizza a riporre nella sua materna intercessione la nostra particolare fiducia.
Sì, Maria è operante nella sua celeste beatitudine, per la sua prevalente carità nella comunione dei Santi, in nostro favore; conosce ed ascolta le nostre invocazioni.

- papa Paolo VI - 
Angelus 5 maggio 1974


Il perdono è l'essenza stessa di Dio.

- S. Caterina da Siena - 



L’unica insidia di cui la Chiesa può e deve aver timore è il peccato dei suoi membri. Mentre infatti Maria è Immacolata, libera da ogni macchia di peccato, la Chiesa è santa, ma al tempo stesso segnata dai nostri peccati. 
Per questo il Popolo di Dio, peregrinante nel tempo, si rivolge alla sua Madre celeste e domanda il suo aiuto; lo domanda perché Ella accompagni il cammino di fede, perché incoraggi l’impegno di vita cristiana e perché dia sostegno alla speranza. 
Ne abbiamo bisogno, soprattutto in questo momento così difficile per l’Italia, per l’Europa, per varie parti del mondo. 

Papa Benedetto XVI - discorso del 8 dicembre 2011






Buona giornata a tutti. :-)





venerdì 13 giugno 2014

"Si quaeris miracula” – Il responsorio di S.Antonio da Padova -

In tutto il veneto era comune, per tutti i bisognosi d’aiuto, affidarsi a “S.Antòne” per ritrovar ciò che si aveva smarrito.

Recitando ad alta voce il canto si invoca il Santo che ci aiuterà.


Si quaeris miracula
mors, error, calamitas,
demon, lepra fugiunt
aegri surgunt sani.

Cedunt mare, vincula
membra, resque perditas,
petunt et accipiunt
juvenes et cani.

Pereunt pericula,
cessat et necessitas,
narrent hi qui sentiunt,
dicant Paduani.

Cedunt mare, vincula, ect.

Gloria Padri et Filio et Spiritui Sancto.

Cedunt mare, vincula ecc.



Se miracoli tu brami,
fugge error, calamità,
lebbra, morte, spirti infami
e qualunque infermità.

Cede il mare e le catene
trova ognun ciò che smarrì
han conforto nelle pene
vecchi e giovani ogni dì.

I perigli avrai lontani,
la miseria sparirà;
ben lo sanno i Padovani,
preghi ognun e proverà!

Cede il mare e le catene…

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo

Amen

Questa preghiera di lode - o Responsorio - in onore di Sant'Antonio da padova, fu composta da Fra Giuliano da Spira. Il Responsorio fa parte dell'Ufficium Rhythmicum S.Antonii, che risale al 1233, due anni dopo la morte del Santo. E' cantato nella Basilica di Sant'Antonio da Padova ogni martedì.

Responsorio antico di Sant’Antonio 

Sant Antonio mio benegno
di pregarti non son degno;
come nostro protettore
prega Dio Salvatore

per tua vita e castità
molte grazie Dio ci da:
per virtù del Dispensorio
facci grazia sant Antonio.

Sant Antonio giglio giocondo
nominato per tutto il mondo
chi lo tiene per suo avvocato
da Sant Antonio sarà aiutato

Sant Antonio che leggeva
Sopr’ jo libro ci appareva;
era Cristo suo divino
che era in forma di Bambino

mentre l’Ufficio si diceva
tra le mani gli fioreva
‘no beglio fiore bianco giglio
liberaci Sant Antonio d’ogni periglio.

pe la róbba che perdemo
a Sant Antonio ricoremo,
ché sta scritto al tabernacolo
Sant antonio fa miracolo.

E miracolo facesti
e tuo padre liberasti
che a morte fu condannato
e dalle tue mani fu liberato.

Dai nemici e da ogni fóco
Sant Antonio ci dia lóc.



Quando sopra la faccia dell'abisso cioè del cuore, ci sono le tenebre del peccato mortale, l'uomo è vittima della mancanza della conoscenza divina e dell'ignoranza della propria fragilità, e non sa più distinguere tra il bene e il male.

- Sant’Antonio da Padova -



Come l'uomo esteriore vive di pane materiale, così l'uomo interiore vive del pane celeste, che è la Parola di Dio.

- Sant'Antonio di Padova -


Lode e gloria a te, o Vergine beata, che oggi ci hai colmati di bontà, dandoci il Figlio tuo.
Prima eravamo vuoti, ed eccoci ricolmi; eravamo infermi, ed eccoci risanati; eravamo maledetti, e ora siamo benedetti. Ecco la bontà, ecco il Paradiso: il Figlio tuo!

Sant'Antonio di Padova



Buona giornata a tutti :-)






venerdì 2 maggio 2014

Canterò senza fine le grazie del Signore - san Luigi Gonzaga S.J. -

Io invoco su di te, mia signora, il dono dello Spirito santo e consolazioni senza fine. Quando mi hanno portato la tua lettera, mi trovano ancora in questa regione di morti. Ma facciamoci animo e puntiamo le nostre aspirazioni verso il cielo, dove loderemo Dio eterno nella terra dei viventi. Per parte mia avrei desiderato di trovarmici da tempo e, sinceramente, speravo di partire per esso già prima d'ora.
La carità consiste, come dice san Paolo, nel «rallegrarsi con quelli che sono nella gioia e nel piangere con quelli che sono nel pianto». 
Perciò, madre illustrissima, devi gioire grandemente perché, per merito tuo, Dio mi indica la vera felicità e mi libera dal timore di perderlo. 
Ti confiderò, o illustrissima signora, che meditando la bontà divina, mare senza fondo e senza confini, la mia mente si smarrisce. 
Non riesco a capacitarmi come il Signore guardi alla mia piccola e breve fatica e mi premi con il riposo eterno e dal cielo mi inviti a quella felicità che io fino ad ora ho cercato con negligenza e offra a me, che assai poche lacrime ho sparso per esso, quel tesoro che è il coronamento di grandi fatiche e pianto.
O illustrissima signora, guardati dall'offendere l'infinita bontà divina, piangendo come morto chi vive al cospetto di Dio e che con la sua intercessione può venire incontro alle tue necessità molto più che in questa vita.
La separazione non sarà lunga. Ci rivedremo in cielo e insieme uniti all'autore della nostra salvezza godremo gioie immortali, lodandolo con tutta la capacità dell'anima e cantando senza fine le sue grazie. 
Egli ci toglie quello che prima ci aveva dato solo per riporlo in un luogo più sicuro e inviolabile e per ornarci di quei beni che noi stessi sceglieremmo.
Ho detto queste cose solo per obbedire al mio ardente desiderio che tu, o illustrissima signora, e tutta la famiglia, consideriate la mia partenza come un evento gioioso. E tu continua ad assistermi con la tua materna benedizione, mentre sono in mare verso il porto di tutte le mie speranze. 
Ho preferito scriverti perché niente mi è rimasto con cui manifestarti in modo più chiaro l'amore ed il rispetto che, come figlio, devo alla mia madre.

Dalla «Lettera alla madre» di san Luigi Gonzaga (Acta SS., giugno, 5, 878)




Nel 1590/91 un insieme di mali infettivi semina morte in tutta Roma. 
In 15 mesi muoiono tre Papi uno dopo l’altro (Sisto V, Urbano VII, Gregorio XIV) e migliaia di persone. Contro la strage si batte San Camillo de Lellis con alcuni confratelli, e così fa Luigi Gonzaga, membro della Compagnia di Gesù, fondata pochi decenni prima da Sant' Ignazio di Loyola.
San  Luigi, trovato in strada un appestato in abbandono, se lo carica in spalla, lo porta in ospedale, incaricandosi di curarlo.
Muore pochi giorni dopo, a 23 anni. Nella commovente lettera sopra riportata saluta per l' ultima volta, in questa vita mortale, la madre.
Nel 1726, papa Benedetto XIII lo proclamerà santo. Il suo corpo si trova nella chiesa di Sant’Ignazio in Roma, e il capo è custodito invece nella basilica a lui dedicata, in Castiglione delle Stiviere, suo paese natale.



Orazione a San Luigi Gonzaga

1. O caro S. Luigi, che emulaste sulla terra la purezza degli Angeli del Cielo, avendo conservato fino alla morte bella e candida la stola della battesimale innocenza, per quel grande amore che portaste a tutte le virtù, e specialmente a quella che rende i giovani altrettanti angeli in carne, impetrateci da Dio una grande purità di mente, di cuore, di costumi, e la grazia di non perdere giammai la sua preziosa amicizia. Gloria.



2. O caro S. Luigi, che ben conoscendo la necessità dell'obbedienza per conseguire l'eterna salute, avete sempre riconosciuto nella volontà dei vostri superiori quella di Dio, sottoponendovi con gioia e prontezza, fate che anche noi vi imitiamo in sì bella virtù, per goderne i meriti con voi in eterno. Gloria.



3. O caro S. Luigi, che sebbene viveste sulla terra una vita da vero angelo di paradiso, pure avete voluto castigare il vostro corpo colla più austera mortificazione, ottenete a noi che abbiamo macchiato le anime nostre da molti peccati, di vincere le nostre delicatezze e di esercitare le opere di vera e sincera penitenza, col sopportare volentieri gli incomodi e i dispiaceri della vita, onde conseguire quel premio eterno, che Iddio misericordioso concede in paradiso ai veri e sinceri penitenti. Gloria.


Al solo pensare o udir parlare delle cose del Signore quasi cadeva di sfinimento. Ogni volta che veniva da altri disprezzato, oppure pativa dolor di testa od altro incomodo di sanità, n'era lietissimo e bramava patir di più.
Passava più ore al giorno davanti all'altare. Ancor giovinetto impiegava tre giorni a prepararsi alla Santa Comunione e tre per farne il ringraziamento. Nel ricevere l'Ostia santa discioglievasi in tali lacrime e deliqui, che spesso non aveva più forze a rizzarsi da terra."




Buona giornata a tutti :-)