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sabato 9 maggio 2015

Fare la mamma è roba difficile....

Fare la mamma è una roba difficile, per stomaci forti.
Quando sei incinta, non sei più padrona del tuo corpo: dentro di te tuo figlio pretende attenzioni, riposo, cibi sani, risate, serenità… e tu non sei tu, tu sei il tuo pancione, tu sei una pancia che cammina e che attrae gli sguardi di tutti, e le mani di tutti, e le considerazioni (stupide) di tutti: lo sai che se la pancia è bassa è un maschio? 

Lo sai che se mangi le cipolle il bambino piange? 
Lo sai che non dovresti guidare la macchina?
Poi il bambino nasce e tu non sei nemmeno più la pancia che lo conteneva: adesso sei l’attrice non protagonista, quella che nemmeno appare sulle locandine, quella di cui nessuno ricorda il nome. 

E così, anche se hai ancora il sedere grande come una portaerei, entri in una stanza e diventi improvvisamente invisibile: nemmeno tua madre si ricorda di te, e finisci a far da tappezzeria in casa tua, mentre amici e parenti ti strappano il neonato dalle braccia e se lo rimpallano come un pallone da rugby.
Per fortuna c’è sempre qualcuno che sa fare la mamma meglio di te: ma lo sai che lo vesti troppo o troppo poco? Ma lo sai che il tuo latte non è buono? Ma lo sai che quando il bambino è stitico devi usare il gambo del prezzemolo?
Ma una mamma lo sa. Una mamma sa tutto.
Una mamma sa che il legame tra lei e il suo bambino è intenso e profondo e atavico. 

E’ un legame che nasce da un odore, dal contatto di pelle, da un suono. 
Un legame che nasce dai tessuti, dai pori, dalle cellule… un legame desossiribonucleico.
Perchè una mamma è mamma tante volte: quando appaiono le due lineette rosa sul test di gravidanza, quando partorisce, quando allatta, quando cambia un pannolino, quando prepara il primo brodino, quando insegna a suo figlio a ridere, a camminare, a parlare, a correre… ad essere una persona.
Una mamma rinasce durante ogni tappa di crescita del proprio bambino.
E quando il neonato è diventato un bimbo grande, una mamma rinasce di nuovo, perchè sa che suo figlio non le appartiene, e che adesso appartiene al mondo a cui lei lo ha consegnato.




Dio plasma la donna mentre l'uomo dorme. Significa che lei non è in nessun modo creatura dell'uomo, ma di Dio. E significa anche che l'uomo la donna deve prima sognarla, poi la trova. 

- Papa Francesco -



"I figli sono per la madre ancore della sua vita."

- Sofocle da "Fedra" -


Sai cosa voglio realmente?
Non perdere mai la sensibilità
anche se a volte strappa via un poco d’Anima.
Perché senza lei
non potrei comprendere me stessa.

- Clarice Lispector -



Preghiera a Sant’Anna per invocare la protezione nell’ora del parto  

Sant’Anna, in te si è compiuto il sogno di ogni mamma:
tu sei stata felice a motivo della tua figlia,
che è la donna benedetta fra tutte le donne della terra.
Sant’Annua, accompagnami in questo tempo di attesa
affinché la vita sbocciata nel mio grembo
senta la gioia grande del mio cuore
e l'affetto del padre e di tutta la famiglia.
Sant’Anna, diventare mamma è una grande missione,
diventare mamma è un meraviglioso impegno:
preparami, accompagnami,
 guidami proteggimi nell'ora trepidante del parto.
Sant’Anna, la creatura che cresce sotto il mio cuore 
l'affido a Te,
la consegno a Maria: insieme al mio sposo,
fa’ che diventiamo una culla bella di amore vero
affinché in noi si senta che c'è Dio,
vera ricchezza della casa e unica gioia dei figli. Amen. 

+ Angelo Comastri 
Vicario Generale del Santo Padre per la Città del Vaticano







Buona giornata a tutti. :-)







giovedì 18 ottobre 2012

Preghiera a Sant’Anna per la protezione dei figli

Gloriosa Sant'Anna, protettrice delle famiglie cristiane, a te affido i miei figli.
So che li ho ricevuti da Dio e che a Dio appartengono.
Pertanto ti prego di concedermi la grazia di accettare ciò che la Divina Provvidenza ha disposto per loro.
Benedicili, o misericordiosa Sant’Anna e mettili sotto la tua protezione.
Non ti chiedo per loro privilegi eccezionali.
Solamente desidero consacrarti le loro anime e i loro corpi, affinché tu ci possa preservare da ogni male.

A te affido le loro necessità temporali e la loro salvezza eterna.
Imprimi nei loro cuori, o mia buona Sant'Anna, l'orrore del peccato, allontanali dal vizio, preservali dalla corruzione, conserva nelle loro anime la Fede, la rettitudine e i sentimenti cristiani ed insegna loro ad amare Dio sopra ogni cosa, come lo hai insegnato alla tua purissima Figlia, l'immacolata Vergine Maria.

Sant'Anna, tu che sei stata specchio di pazienza, concedimi la virtù di affrontare con pazienza e amore le difficoltà che si presentano nell'educazione dei miei figli.

Per loro e per me, chiedo la tua benedizione, o madre celeste piena di bontà.
Che ti onoriamo sempre, come Gesù e Maria, che viviamo conformemente alla volontà di Dio e che dopo questa vita incontriamo la beatitudine nell'altra, riunendoci a te nella gloria per tutta l'eternità.
Così sia.

 

Don Bosco chiamava il Rosario «la bancarotta del diavolo». Diceva: "L'opera salesiana riposa sulla corona: da questa pratica nessuno può dispensarsi. Su questa recitazione quotidiana l'opera è fondata. Sono deciso ad abbandonare molte altre pratiche, ma non questa". Una volta Massimo d'Azeglio disse a don Bosco che era tempo di finirla di far recitare ogni giorno il Rosario ai suoi ragazzi e ai suoi educatori: -  non ci tengo affatto, sa, a questa anticaglia di cinquanta Ave Maria infilzate! E’ una pratica noiosa e del tutto inefficace per l'educazione. -
- Io ci sto molto, invece, a tale pratica - rispose il Santo - e su di essa potrei dire che è fondata la mia istituzione: sarei disposto a lasciare piuttosto tante altre cose ben più importanti, ma non questa. -Aggiunse poi. - Se anche facesse d'uopo, rinunzierei alla sua preziosa amicizia, ma non mai alla recita del S. Rosario! -
Il biografo del Santo conclude: «Trovato don Bosco irremovibile nel suo principio, il nobiluomo se ne partì, e da quel giorno non ebbe più alcuna relazione con lui».

(Da "Esempi catechistici Jesus - Jesus rosarii" - Editrice domenicana italiana, Napoli)