Gesù, «pieno di Spirito Santo», fu condotto
dallo stesso Spirito alla celebrazione della prima ed esemplare quaresima
dell’era cristiana.
Lo Spirito lo guida lontano dagli uomini, in un luogo solitario dove la desiderosa e perfetta comunione col Padre – sempre viva nell’animo di Gesù di Nazaret – avrebbe avuto tutto l’agio di esprimersi, senza essere disturbata da nessuna delle distrazioni che abitualmente disperdono l’esistenza; dove egli avrebbe potuto attendere tranquillamente alla preghiera, alla meditazione, alla penitenza, cioè proprio a quelle attività che dovrebbero trovare un po’ di posto anche nei nostri programmi quaresimali.
- cardinale Giacono Biffi -
(15 febbraio 1986)
Lo Spirito lo guida lontano dagli uomini, in un luogo solitario dove la desiderosa e perfetta comunione col Padre – sempre viva nell’animo di Gesù di Nazaret – avrebbe avuto tutto l’agio di esprimersi, senza essere disturbata da nessuna delle distrazioni che abitualmente disperdono l’esistenza; dove egli avrebbe potuto attendere tranquillamente alla preghiera, alla meditazione, alla penitenza, cioè proprio a quelle attività che dovrebbero trovare un po’ di posto anche nei nostri programmi quaresimali.
Eppure anche in questo «tempo dello Spirito», dove
tutto è santo e conforme alla divina volontà, il Tentatore trova modo di
insinuarsi e azzardare i suoi colpi.
Finché siamo in questo mondo, non c’è condizione di vita, non c’è luogo sacro, non c’è impegno contemplativo o apostolico, non c’è impresa nobile e degna, che sia al riparo dall’arte malefica dell’Avversario di Dio.
Il che non deve né meravigliarci né intimorirci: se ci manteniamo uniti al nostro Salvatore, saremo sì, con lui, sottoposti alla tentazione, ma in lui e per lui saremo anche capaci di vincere.
Piuttosto, questo deve farci evitare l’ingenuità sconsiderata di chi ritiene che il mondo per il cristiano sia una specie di paradiso terrestre senza serpente, e non invece – come è – il luogo dove il Vangelo è largamente osteggiato, l’azione salvifica di Dio ostacolata, la Chiesa di Cristo spesso fraintesa nelle sue intenzioni e combattuta nei valori che presenta e difende; il luogo, cioè, dove Satana è ancora così libero di agire da poter essere chiamato il «principe di questo mondo».
Questo stato di cose deve persuaderci a non disarmare, a mantenerci vigilanti, a irrobustirci quotidianamente con la parola di Dio e col Pane di vita.
Finché siamo in questo mondo, non c’è condizione di vita, non c’è luogo sacro, non c’è impegno contemplativo o apostolico, non c’è impresa nobile e degna, che sia al riparo dall’arte malefica dell’Avversario di Dio.
Il che non deve né meravigliarci né intimorirci: se ci manteniamo uniti al nostro Salvatore, saremo sì, con lui, sottoposti alla tentazione, ma in lui e per lui saremo anche capaci di vincere.
Piuttosto, questo deve farci evitare l’ingenuità sconsiderata di chi ritiene che il mondo per il cristiano sia una specie di paradiso terrestre senza serpente, e non invece – come è – il luogo dove il Vangelo è largamente osteggiato, l’azione salvifica di Dio ostacolata, la Chiesa di Cristo spesso fraintesa nelle sue intenzioni e combattuta nei valori che presenta e difende; il luogo, cioè, dove Satana è ancora così libero di agire da poter essere chiamato il «principe di questo mondo».
Questo stato di cose deve persuaderci a non disarmare, a mantenerci vigilanti, a irrobustirci quotidianamente con la parola di Dio e col Pane di vita.
- cardinale Giacono Biffi -
(15 febbraio 1986)
Mettiamo l’orgoglio sotto i piedi e saremo
liberi, sereni e fraterni: saremo creature che vivono e testimoniano la
risurrezione di Cristo.
- San Giovanni XXIII, papa –
- San Giovanni XXIII, papa –
Buona giornata a tutti. :-)