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lunedì 23 marzo 2015

...Lo dico serissimamente: siete i migliori genitori per i vostri figli – Franco Nembrini

...Lo dico serissimamente: siete i migliori genitori per i vostri figli. 
In barba a tutti gli psicologi, i sociologici, i pedagogisti e gli assistenti sociali. Su questo sono assolutamente radicale. 
Io assisto quotidianamente al processo di medicalizzazione, di ospedalizzazione del rapporto educativo: l'insegnante, che troppo spesso non regge il rapporto con i ragazzi, appena nasce un problema dice: " Non è compito mio, io sono qui per istruire, deve arrivare lo specialista. 
Per affrontare un problema che è educativo arrivano lo psicologo, il medico, lo sportello... 
Follia totale. La medicalizzazione del rapporto educativo è la distruzione dell'educazione. 
Invece sono la forza e la grandezza con cui Dio ti ha messo al mondo che ti fanno padre e madre degno, perciò capace di accogliere. 
Su questo non fate un passo indietro.

- Franco Nembrini  - 
in "Di padre in figlio. Conversazioni sul rischio di educare."


"...Dovreste essere curiosi, voi genitori, molto curiosi dei vostri figli."

" Forse è proprio questo, papà. Dovreste essere curiosi, voi genitori, molto curiosi dei vostri figli. Morire dalla curiosità di vedere come diavolo andrà a finire. Invece siete sempre così scontenti, così incontentabili. Sembra che conosciate già tutto. Non vi lasciate sorprendere. Peccato. Vi private di una grande felicità.

- Paola Mastrocola -
in " Non so niente di te"


"Per troppo tempo abbiamo accettato il giudizio degli altri. 
E questo ha influenzato il nostro comportamento. 
E ci ha rubato tanta infanzia, tanta vita. 
Dovremmo da subito accettare solo ancora il nostro giudizio. 
E non solo. Ma il nostro giudizio deve essere solo 
nostro e non influenzato dal passato. 
Ed ecco che tanti complessi e pensieri di mancanze spariscono. 
E potremo meravigliarci di noi. 
Ed essere soddisfatti. 
E capire che meritiamo veramente. 
Perché siamo unici. Unici."

- Gustav Birth -



"Sembra più facile convincere gli uomini a comportarsi nel modo più impensabile ed oltraggioso, piuttosto che convincerli ad imparare dall’ esperienza, a pensare e giudicare veramente, invece di applicare automaticamente categorie e formule pre-costituite nella nostra testa, che pur essendo coerenti sono oramai desuete ed inadeguate rispetto agli eventi che accadono realmente.”

- Hannah Arendt -
da "Responsabilità e giudizio" 




«Spetta ora a voi, eredi di un glorioso passato e di un patrimonio spirituale di inestimabile valore, impegnarvi per trasmettere alle future generazioni la fiaccola di una così luminosa tradizione.
Voi ben sapete quanto sia urgente immettere nell'attuale contesto culturale il lievito evangelico».
- Papa Benedetto XVI -

(Discorso del Santo Padre, Piazza del Duomo, Milano, 1 giugno 2012)






Buona giornata a tutti. :-)




giovedì 5 febbraio 2015

da:"Di padre in figlio. Conversazioni sul rischio di educare" - Franco Nembrini -

"...Che cosa era mancato nell’educazione che avevo ricevuto? Era successo ai miei genitori quel che sarebbe accaduto al padre di una mia alunna qualche anno dopo. Vi racconto brevemente l’episodio.
Una volta è venuto a trovarmi il papà di una mia alunna (un po’ strana, un po’ fuori di testa), molto preoccupato e addolorato per la figlia che lo faceva tribolare. Suonò il campanello quella sera a casa mia, cenammo insieme, e alla fine, affrontando il problema che gli stava a cuore scoppiò a piangere, si tirò su la manica della camicia facendomi vedere le vene e, quasi urlando disperatamente, mi disse (siccome aveva capito che tra me e sua figlia, invece, un po’ di feeling era nato, ci si intendeva, insomma), mi disse, battendosi la mano sul braccio: “Professore, io la fede ce l’ho nel sangue, ma non la so più dare a nessuno. Può farlo lei? Lei può farlo: lo faccia, per carità, perché io ce l’ho nel sangue, ma non la so più comunicare nemmeno a mia figlia”.
Ecco, lì m’è venuta l’idea che il problema della Chiesa fosse il metodo, la strada, che tutta la genialità del contributo che don Giussani offriva alla Chiesa e al mondo era questo: la scoperta che la fede, tornando ad essere un avvenimento presente, fosse finalmente dicibile, comunicabile.
Poi ho capito che tutto il dramma di quel genitore era questo: pensava che tra lui e sua figlia ci fosse una generazione di differenza, e invece s’erano infilati tra lui e sua figlia quattrocento anni, cinquecento anni di una cultura che aveva negato tutta la sua tradizione e le cose di cui lui viveva, e che televisione e scuola – dal secondo dopoguerra in poi – avevano infilato tra lui e sua figlia.
Ecco cosa era mancato ai miei genitori e a quel padre: la consapevolezza di questa distanza e il metodo, la strada per superarla. E la si poteva superare solo riproponendo il cristianesimo nella sua elementare radicalità: una presenza viva, capace di illuminare le contraddizioni dell’esistenza in modo convincente.
Non la soluzione dei problemi ma un nuovo punto di vista da cui affrontarli, non una teoria contrapposta ad altre teorie, ma, per dirla con Guardini “l’esperienza di un grande amore nel quale tutto diventa avvenimento nel suo ambito”

(Franco Nembrini)





“...che i bambini di oggi siano più intelligenti è una menzogna, sono solo iperstimolati dalla televisione e da tante altre cose, ma sono superficiali, non interiorizzano nulla, non hanno giudizi o criteri propri, sono totalmente nelle mani del potere, di chi grida di più, dei giornali che leggono, di quello che ascoltano. Così a trent'anni possono avere una certa opinione al mattino quando si alzano, possono aver cambiato opinione a mezzogiorno e averne un'altra ancora diversa alla sera. 
Il cuore dell'uomo desidera unicamente conoscere la verità, mentre questi ragazzi crescono in un relativismo che fa loro dire: «Beh, in qualunque caso la verità non esiste!». 
Il cuore dell'uomo ha la necessità di costruire qualcosa di buono, e invece questi ragazzi sono come impossibilitati a costruire, non portano a termine nulla, e per questo c'è uno scetticismo terribile e una paura grande ad affrontare la vita.”

- Franco Nembrini - 
"Di padre in figlio. Conversazioni sul rischio di educare"





"Ci servono amici per sostenere questo impegno, questo sforzo di un «io» che si addentra nel mondo. Se mi chiedessero qual è la ragione per cui Dio è venuto sulla terra, risponderei che è per dare la possibilità dell' amicizia tra gli uomini, qualcosa di apparentemente impossibile che comincia a essere possibile: «Vi ho chiamati amici!» (Gv 15, 15; tra l'altro nel Vangelo l'unico a cui Gesù si è rivolto chiamandolo direttamente «amico» è stato colui che lo ha tradito...).

- Franco Nembrini - 
Da "Di padre in figlio. Conversazioni sul rischio di educare"



«Le crisi di insegnamento non sono crisi di insegnamento; sono crisi di vita. Una società che non insegna è una società che non si ama, che non si stima; e questo è precisamente il caso della società moderna»

- Charles Peguy - 






Buona giornata a tutti. :-)






sabato 15 novembre 2014

Riflessioni di una maestra..... -

Una maestra, dopo aver consegnato le schede di valutazione ai genitori, scrive queste riflessioni sul voto nella sua bacheca: "Non sono stata capace di dire no. No ai voti. Alla separazione dei bambini in base a quello che riescono a fare. A chiudere i bambini in un numero. Ad insegnare loro una matematica dell’essere, secondo la quale più il voto è alto più un bambino vale.
Il voto corrompe. Il voto divide. Il voto classifica. Il voto separa.
Il voto è il più subdolo disintegratore di una comunità.
Il voto cancella le storie, il cammino, lo sforzo e l’impegno del fare insieme. Il voto è brutale, premia e punisce, esalta ed umilia.
Il voto sbaglia, nel momento che sancisce, inciampa nel variabile umano.
Il voto dimentica da dove si viene. Il voto non è il volto.
I voti fanno star male chi li mette e chi li riceve. Creano ansia, confronti, successi e fallimenti.
I voti distruggono il piacere di scoprire e di imparare, ognuno con i propri tempi facendo quel che può.
I voti disturbano la crescita, l’autostima e la considerazione degli altri.
I voti mietono vittime e creano presunzioni.
I voti non si danno ai bambini. In particolare a quelli che non ce la fanno.
La maestra lo sa bene, perciò è colpevole. Per non aver fatto obiezione di coscienza."


Il "maestro" Manzi riportava nella scheda di valutazione di tutti gli studenti la stessa formula: "Ha fatto quel che può, quel che non può non fa". .



Nella vita bisogna anche saper cogliere i suggerimenti!



"L'educazione è l'arma più potente che si possa usare per cambiare il mondo..."

- Nelson Mandela -




E’ di Luca quella espressione contenuta negli atti degli apostoli messa in bocca a Pietro che dice: perché Dio mi ha mostrato che nessuna persona può essere considerata impura (Atti 10,28). 
E’ la fine della religione. La religione si basa sulla divisione tra il puro e l’impuro, tra il giusto e l’ingiusto, tra chi merita e chi non merita. 
Pietro dopo una drammatica esperienza che ha fatto, arriva alla conclusione che: no, Dio mi ha mostrato che nessun uomo può essere considerato impuro, nessun uomo. Non c’è nessuna persona che per la sua condotta morale, religiosa, sessuale possa sentirsi in qualche maniera esclusa dall’amore di Dio.

- Alberto Maggi -
frate e biblista
http://www.studibiblici.it/



Buona giornata a tutti :-)

www.leggoerifletto.it












giovedì 16 ottobre 2014

Educare un figlio -

Educare un figlio non è facile,
perché il cuore si mette in mezzo
tra il sentimento che vorrebbe proteggerlo
e la necessità di educarlo.
Non desideri che lui soffra,
ma devi dargli aiuto nel modificare sé stesso.
Non ti hanno insegnato a fare il genitore
quindi vai a tentoni...
i tuoi ricordi del passato bambino
ti aiutano... 
ma non bastano a farti capire la diversità tra te e lui.
Cosa quindi conviene insegnargli?
Non tanto un mestiere,
perché lavorerà come meglio potrà,
per quanto la società di domani potrà offrirgli...
ma il tuo dovere è donargli l'onestà e l'umiltà
aborrendo il denaro come atto primario 
della sua giovane vita.
Deve realizzare la sua crescita
e per farlo ha bisogno di calma e tranquillità,
quindi non stare lì a piangere miseria
...ma incoraggialo a far bene
quel che può fare.
I principi sono quelli donatici da Gesù
e non altri...
la misericordia, la bontà, l'amore e l'umiltà
...il primariato della famiglia che nega l'egoismo.
Quindi non confonderti cosa devi fare con lui,
perché il tuo compito di genitore
e di portarlo a Dio
e niente altro...
ti sembra poco o facile?
Provaci.




Si narra che in Francia, ai tempi della ghigliottina, un giovane veniva scortato fin sul patibolo passando tra due ali di folla. 
Ad un certo punto, vide sua madre tra la folla e chiese di poterle parlare. Glielo concessero e lui rivolto, alla madre, le disse: "Mamma, la colpa è la tua...se mi avessi insegnato a comportami onestamente, a seguire le regole del vivere civile quando ero ragazzino, adesso non mi troverei qui"....







" ...Allora l'educatore è combattente sempre, è la madre trafitta dal male di suo figlio che però non demorde mai, non riesce a dire " Basta non mi interessa" qualsiasi cosa accada, fino all'ultimo respiro, di là dall'ultimo respiro suo figlio è suo figlio e ci crede e spera e lotta perchè qualcosa possa accadere, qualcosa lo possa riprendere. 
L'insegnante è uguale, l'alunno che ti fa disperare, proprio il più duro di tutti, è quello di cui dici: " Non ti mollo fino all'ultimo minuto dell'ultima ora di scuola del 12 giugno, tu sei mio e io sono qui per te e non cedo. 
Poi sarà quel che vorrai tu, quel che la tua libertà ti consentirà di essere, ma io sono qui fino all'ultimo secondo dell'ultimo minuto dell'ultima ora di lezione. 
L'adulto,  l'educatore, non può mai dire " Ormai è tardi!"

(da Franco Nembrini "Di padre in figlio,Conversazioni sul rischio di educare")





Un papà e il suo bambino camminavano sotto i portici di una via cittadina su cui si affacciavano negozi e grandi magazzini. Il papà portava una borsa di plastica piena di pacchetti e sbuffò, rivolto al bambino. "Ti ho preso la tuta rossa, ti ho preso il robot trasformabile ti ho preso la bustina dei calciatori... Che cosa devo ancora prenderti?".
"Prendimi la mano" rispose il bambino.




Custodiscimi Signore

Signore,
resta con me in questo giorno
e anima le mie azioni
le mie parole e i miei pensieri.
Custodisci i miei piedi
perché non passeggino oziosi,
ma mi portino incontro alle necessità degli altri.
Custodisci le mie mani
perché non si allunghino per fare il male
ma sempre per abbracciare e aiutare.
Custodisci la mia bocca
perché non dica cose false o vane
e non parli male del prossimo;
ma sempre sia pronta a incoraggiare tutti
e benedire te, Signore della vita.
Custodisci il mio udito perché non perda tempo
ad ascoltare parole vuote e falsità
ma sia sempre pronto ad accogliere
il tuo misterioso messaggio
per compiere, anche oggi, la tua volontà.

- da una preghiera del secolo VIII - 




Buona giornata a tutti :-)
www.leggoerifletto.it





domenica 28 novembre 2010

Discorso alla luna - Papa Giovanni XXIII -


Cari figlioli, sento le vostre voci. La mia è una voce sola, ma riassume la voce del mondo intero: qui di fatto tutto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera... osservatela in alto, a guardare questo spettacolo. Noi chiudiamo una grande giornata di pace... 
Sì, di pace: "Gloria a Dio, e pace agli uomini di buona volontà".
Se domandassi, se potessi chiedere ora a ciascuno: voi da che parte venite? I figli di Roma, che sono qui specialmente rappresentati, risponderebbero: ah, noi siamo i figli più vicini, e voi siete il nostro vescovo. Ebbene, figlioli di Roma, voi sentite veramente di rappresentare la "Roma caput mundi", la capitale del mondo, così come per disegno della Provvidenza è stata chiamata ad essere attraverso i secoli.
La mia persona conta niente: è un fratello che parla a voi, diventato padre per la volontà di nostro Signore... Ma tutti insieme, paternità e fraternità e grazia di Dio, tutto tutto... Continuiamo dunque a volerci bene, a volerci bene così; guardandoci così nell'incontro: cogliere quello che ci unisce, lasciar da parte, se c'è, qualche cosa che ci può tenere un po' in difficoltà... Tornando a casa, troverete i bambini, date loro una carezza e dite: questa è la carezza del Papa.
Troverete qualche lacrima da asciugare: abbiate per chi soffre un parola di conforto... Sappiano gli afflitti che il Papa è con i suoi figli specie nelle ore della tristezza e dell'amarezza... E poi, tutti insieme ci animiamo: cantando, sospirando, piangendo, ma sempre pieni di fiducia nel Cristo che ci aiuta e che ci ascolta, continuiamo a riprendere il nostro cammino.
Addio, figlioli. Alla benedizione aggiungo l'augurio della buona notte.

(Papa Giovanni XXIII)

(Sera dell’11 ottobre 1962, al termine della giornata di apertura del Concilio Vaticano II).




Un atto della più alta importanza compiuto dalle Nazioni Unite è la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo approvata in Assemblea generale il 10 dicembre 1948. Nel preambolo della stessa dichiarazione si proclama come un ideale da perseguirsi da tutti i popoli e da tutte le nazioni l'effettivo riconoscimento e rispetto di quei diritti e delle rispettive libertà. 

(Papa Giovanni XXIII)
dall'Enciclica "Pacem in Terris"