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sabato 28 gennaio 2017

La storia del re folle - Paolo Coelho

Un potente stregone, con l'intento di distruggere un regno, versò una pozione magica nel pozzo dove bevevano tutti i sudditi. Chiunque avesse toccato quell'acqua, sarebbe diventato matto.
Il mattino seguente l'intera popolazione andò al pozzo per bere. 
Tutti impazzirono, tranne il re, che possedeva un pozzo privato per sé e per la famiglia, al quale lo stregone non era riuscito ad arrivare. 
Preoccupato, il sovrano tentò di esercitare la propria autorità sulla popolazione, promulgando una serie di leggi per la sicurezza e la salute pubblica. I poliziotti e gli ispettori, che avevano bevuto l'acqua avvelenata, trovarono assurde le decisioni reali e decisero di non rispettarle.
Quando gli abitanti del regno appresero il testo del decreto, si convinsero che il sovrano fosse impazzito, e che pertanto ordinasse cose prive di senso. Urlando si recarono al castello chiedendo l'abdicazione. 
Disperato, il re si dichiarò pronto a lasciare il trono, ma la regina glielo impedì, suggerendogli: - Andiamo alla fonte, e beviamo quell'acqua. In tal modo saremo uguali a loro - 
E così fecero: il re e la regina bevvero l'acqua della follia e presero immediatamente a dire cose prive di senso. Nel frattempo, i sudditi si pentirono: adesso che il re dimostrava tanta saggezza, perché non consentirgli di continuare a governare?
La calma regnò nuovamente nel paese, anche se i suoi abitanti si comportavano in maniera del tutto diversa dai loro vicini. E così il re poté governare sino alla fine dei suoi giorni.

Vuoi essere un re tra i folli o preferisci inseguire i tuoi sogni?

Questa storia trasmette due messaggi:

- Il fatto che tu sia l'unico a pensarla così non fa necessariamente di te un pazzo.

- Arrenderci o inseguire i nostri sogni è una nostra scelta.

- Paulo Coelho -


Sogna ciò che ti va, vai dove vuoi, sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi fare.

- Paulo Coelho -


Buona giornata a tutti. :-)




domenica 18 dicembre 2016

Racconto di Natale - Paulo Coelho

Racconta una leggenda che, nel paese che oggi conosciamo come Austria, d’abitudine la famiglia Burkard (composta da un uomo, una donna e un bambino) ravvivava le feste natalizie recitando poesie, cantando ballate di vecchi trovatori, e facendo giochi di prestigio che divertivano tutti quanti. Logicamente, non avanzavano mai soldi per comprare regali, però l’uomo diceva sempre a suo figlio:
-Lo sai perché il sacco di Babbo Natale non rimane mai vuoto, con tutti i bambini che ci sono nel mondo? Perché, quantunque sia pieno di giocattoli, alle volte bisogna che consegni anche alcune cose più importanti che son chiamati “regali invisibili”. Ad una famiglia divisa porta armonia e pace nella notte più santa dell’anno cristiano. Dove manca amore, deposita un seme di fede nei cuori dei bambini. Dove il futuro sembra oscuro e incerto, porta la speranza. Nel nostro caso, quando Babbo Natale viene a recarci visita, il giorno seguente tutti ci sentiamo contenti per essere ancora in vita e per poter svolgere il nostro lavoro, che è quello di rendere felici le persone. 
E questa cosa non dimenticarla mai.
Il tempo passò, il bambino si trasformò in un ragazzo, ed un tal giorno la famiglia passò davanti all’imponente abbazia di Melk, che era appena stata costruita. Il giovane Buckard voleva restare lì.
I genitori compresero e rispettarono il suo desiderio. Bussarono alla porta del convento chiedendo che accettassero il loro figlio come novizio.
Arrivò la vigilia di Natale e, giustamente in questo giorno, ebbe luogo in Melk un miracolo molto speciale:
La Madonna, portando il Bambino Gesù tra le braccia, decise di scendere sulla Terra per visitare il monastero.
Senza poter mascherare il proprio orgoglio, tutti i religiosi composero una lunga fila ed ognuno di loro andava a prostrarsi davanti alla Vergine cercando di rendere omaggio alla mamma ed al bambino.
Al fondo della fila, il giovane Buckard attendeva ansioso. I suoi genitori erano persone semplici, e solo gli avevano insegnato a lanciare in alto palline per fare con esse alcuni giochi di prestigio.
Quando venne il suo turno, gli altri religiosi volevano mettere fine agli omaggi, dal momento che il prestigiatore non aveva nulla di importante da dire, ed avrebbe potuto danneggiare l’immagine del convento. Ciò nonostante, nel suo profondo, anche lui sentiva una forte necessità di offrire a Gesù ed alla Vergine qualcosa di sé stesso.
Provando vergogna, subendo lo sguardo recriminatorio dei suoi confratelli, estrasse alcune arance dalle sue tasche e cominciò a lanciarle verso l’alto per muoverle di continuo, creando un bel cerchio nell’aria.
Fu solo allora che  il Bambino Gesù incominciò ad applaudire di gioia nel grembo di Nostra Signora. E fu solo a questo ragazzo che la Vergine Maria gli stese le braccia e gli permise di tenere in braccio per un poco di tempo al Bambino, che non smetteva di sorridere.
La leggenda termina raccontando che, a causa di questo miracolo, ogni duecento anni, un nuovo Buckhard bussa alla porta di Melk, ed è ammesso ad entrare, e mentre sosta all’interno possiede il dono di rallegrare l’animo di tutti quelli che lo conoscono.

- Paulo Coelho - 
(Tratto da una storia medioevale)





C’è un’attesa che consuma, inaridisce, rende cupi e ricurvi. E c’è un’attesa che spalanca il cuore, più perdura più rende longanimi, saggi e innamorati. Tra le due c’è una differenza non da poco: la presenza nell’assenza. Mi spiego: quando scorgiamo che l’Amato è già presente nella nostra attesa di lui. O meglio, quando capiamo che è lui l’anelito più bello della nostra attesa, qualcosa cambia. Lui è qui, nella nostra stessa attesa di lui. L’attesa allora non ci esaurisce, ma ci ricarica; non ci spegne, ma ci fa ardere di continuo sapendo che «adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti» (Rm 13,11). Beato chi vive l’attesa così. Il suo Ad-Dio alla vita sarà, non sarà una morte, ma un entrare nella vita, sarà l’ingresso dell’Amata nella stanza nuziale. «Ora lascia, o Signore,…».

- Robert Cheaib - 



...La sollecitudine per la bellezza della casa di Dio e la sollecitudine per i poveri di Dio sono inseparabili tra loro. L'uomo non ha bisogno soltanto di ciò che è utile, ma anche di ciò che è bello; non solo di una propria casa, ma anche della vicinanza di Dio e dei segni che l'attestano. Là dove Dio viene onorato, anche il nostro cuore è rischiarato...
La bellezza, della quale è stato circondato il bimbo di Betlemme, è destinata a tutti gli uomini ed è necessaria a noi tanto quanto il pane. Chi sottrae qualcosa di bello al Bambino, per convertirla in qualcosa di utile, costui non arreca vantaggio, ma provoca danno; spegne quella luce, via la quale anche qualsiasi calcolo o stima diventano futili e freddi. Certo, se vogliamo unirci al pellegrinaggio dei secoli che vuole offrire le cose più belle di questo mondo al Re appena nato, non dobbiamo però anche dimenticare che egli vive ancora in stalle, nelle prigioni e nelle favelas, e che noi non lo onoriamo davvero, se ci rifiutiamo di andarlo a cercare in quei luoghi. Ma questa consapevolezza non deve obbligarci a finire tra le braccia di una "dittatura dell'utile", che disprezzi la gioia e dogmatizzi una serietà opprimente...


JOSEPH RATZINGER - da "Gottes Angesichts suchen" -



Come popolo di Dio in cammino verso la piena rivelazione del Signore Gesù, ci rivolgiamo al Padre con fiducia, dicendo insieme: 
Dona la salvezza, Signore.
Alla Chiesa che ha la missione di illuminare le genti: 
Agli uomini che camminano nelle tenebre: 
Agli anziani che attendono la tua venuta: 
A chi è nel dubbio e invoca la luce dello Spirito: 
A chi ti offre la propria vita con generosità e gratuità: 
Al povero che mette la sua speranza in te: 
Alle persone che amano senza chiedere la ricompensa: 
Ai malati che collaborano con te alla redenzione del mondo: 
Ai bambini nati in quest'anno: 
A chi pretende di averti conosciuto a sufficienza: 
A chi non riconosce Gesù come tuo figlio: 
A chi è ormai stanco di aspettare un segno da te: 
A chi pensa di poter vivere anche senza di te:

Padre santo, che nel tuo Figlio ci hai dato la salvezza e la via per giungere a te, aiutaci a rivelare al mondo con la nostra vita, tutto l'amore che hai per l'umanità. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen.


Buona giornata a tutti. :-)






giovedì 22 settembre 2016

Sesso, rilassamento e tensione - Paulo Coelho


Uomini e donne ne discutono tra loro perché hanno trasformato un gesto sacro in un atto peccaminoso.
Questo è il mondo nel quale viviamo. E mentre rubare al presente il momento della sua realtà può essere pericoloso, la disobbedienza può anche essere una virtù, quando sappiamo come usarla.
Se due corpi si limitano a congiungersi, quello non è sesso, è semplicemente piacere.
Il sesso è qualcosa che va oltre il piacere.
Nel sesso, rilassamento e tensione procedono mano nella mano, così come dolore e piacere, timidezza e coraggio di andare oltre i propri limiti.
Come possono tali condizioni esistere in armonia assieme? Esiste solo un modo: l’abbandono.
Perché l’atto di abbandono significa: “Ho fiducia in te”.
Non sarebbe abbastanza immaginare qualcosa che potrebbe accadere se consentissimo a noi stessi di congiungere i nostri corpi senza la nostra anima.
Tuffiamoci insieme, allora, lungo il pericoloso sentiero dell’arresa.
Potrebbe essere pericoloso, ma è il solo sentiero degno di essere seguito.
Dimentichiamoci tutto quello che ci hanno insegnato su quanto sia nobile dare e umiliante ricevere.
Perché per molte persone, la generosità consiste solo nel donare, ma anche ricevere è un atto di amore.
Permettere a qualcun altro di farci felici renderà felici anche loro.

- Paulo Coelho -
Tratto da “Il Manoscritto ritrovato ad Accra”.



E' necessario correre dei rischi ...
riusciamo a comprendere il miracolo della vita
solo quando lasciamo che l'inatteso accada.

- Paulo Coelho -
Dal libro “Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto"


Sto andando alla ricerca dell’avventura di essere viva.
Ed è complicato: perché non sto cercando la felicità quando tutti mi hanno insegnato che la felicità è il solo obiettivo meritevole di essere perseguito.
Perché sto cercando di prendere un sentiero che nessun altro ha preso?
Dopo tutto, cosa è la felicità?
Amare, mi dicono. Ma l’amore non porta e non ha mai portato la felicità.
Al contrario, è un costante stato di ansia, un campo di battaglia; le sue notti insonni ci domandano per tutto il tempo se stiamo facendo la cosa giusta. Il vero amore è composto di estasi e agonia. Tutto bene, allora la pace.
Pace? Se guardiamo la natura non esiste la pace.
L’inverno fa la guerra con l’estate, il sole e la luna non si incontrano mai, la tigre insegue l’uomo, che è spaventato dal cane, che insegue il gatto, che insegue il topo, che spaventa l’uomo.
Il denaro porta la felicità. Bene.
In quel caso, chiunque guadagni abbastanza da avere uno standard di vita elevato dovrebbe essere in grado di smettere di lavorare.
Ma poi sono più preoccupati che mai, come se avessero timore di perdere tutto.
I soldi attraggono soldi, è vero. La povertà potrebbe portare l’infelicità, ma il denaro non porterà necessariamente la felicità. Ho speso molto della mia vita cercando la felicità, adesso quello che voglio è la gioia.
La gioia è come il sesso – comincia e finisce. Voglio soddisfazione. Voglio essere contesa, ma la felicità?
Non cadrò più in quella trappola”.


Athena, la protagonista de  “La Strega di Portobello”.



Buona giornata a tutti. :-)




lunedì 4 aprile 2016

Certe persone.... - Paulo Coelho

“Certe persone vivono in lotta con altre, con se stesse, con la vita. Allora si inventano opere teatrali immaginarie e adattano il copione alle proprie frustrazioni.”
“Ne conosco molte così. Ho capito di cosa stai parlando.”
“La cosa peggiore, però, è che non possono rappresentare quest’opera da soli,” ha continuato lui.
“Allora cominciano a convocare altri attori. È quanto ha fatto quel tipo là fuori. Voleva vendicarsi di qualcosa e ha scelto noi. Se avessimo accettato la sua proibizione, ce ne saremmo pentiti. Gli avremmo permesso di includerci nella sua vita meschina e nelle sue frustrazioni.
L’aggressività di quell’uomo era visibile: è stato facile evitare di ‘controinscenare’. Altri, invece, ci ‘convocano’ quando cominciano a comportarsi da vittime, lamentandosi per le ingiustizie della vita, chiedendoci di essere d’accordo, di dare consigli, di partecipare.”
Mi ha guardato negli occhi.
“Attenzione,” ha detto. “Quando si entra in questo gioco, se ne esce sempre sconfitti.”

- Paulo Coelho - 
Dal libro “Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto”


Un mio amico decise di passare alcune settimane in un monastero del Nepal. Un pomeriggio, entrò in uno dei numerosi templi del monastero e trovò un monaco che, sorridente, era seduto sull'altare. "Perché sorridete?" domandò. "Perché capisco il significato delle banane", rispose il monaco, aprendo la borsa che aveva con sé, tirandone fuori una banana marcia e mostrandola al mio amico. "Questa è la vita che è passata e non è stata goduta al momento giusto - disse - ora è troppo tardi". 
Estrasse poi dalla borsa una banana ancora acerba, gliela mostrò e la ripose di nuovo. "Questa è la vita che non è ancora accaduta, bisogna aspettare il momento giusto". 
Infine, estrasse una banana matura, la sbucciò e la divise con il mio amico. "Questa è la vita al momento giusto: il presente. Alimentati con esso, e vivilo senza paura e senza colpa". 

- Paulo Coelho -

dal Blog di Paulo Coelho


Due rabbini tentano, in tutte le maniere, di portare conforto spirituale agli ebrei nella Germania nazista.

Per due anni, anche se con una paura terribile, ingannano la Gestapo – la temibile polizia di Adolf Hilter – e svolgono le funzioni religiose in varie comunità.
Alla fine vengono scoperti e arrestati.
Uno dei rabbini, terrorizzato per ciò che può accadere nel futuro, non fa che pregare.
L’altro, al contrario, passa l’intera giornata a dormire.
“Perché vi comportate così?”, domanda il rabbino spaventato.
“Per salvaguardare le mie forze. So che d’ora in avanti ne avrò bisogno”.
“Ma non avete paura? Non sapete che cosa può succedere?”.
“Ero in preda al panico fino al momento dell’arresto.
Ora che mi trovo in questa cella, a che cosa serve temere ciò che è già successo?
Il tempo della paura è finito. Ora comincia il tempo della speranza“.

- Paulo Coelho -
dal Blog di Paulo Coelho



Buona giornata a tutti. :-)




lunedì 11 gennaio 2016

Le cose che ho imparato dalla vita - Paulo Coelho

Ecco alcune delle cose che ho imparato nella vita:

Che non importa quanto sia buona una persona, ogni tanto ti ferirà. E per questo, bisognerà che tu la perdoni.
Che ci vogliono anni per costruire la fiducia  e solo pochi secondi per  distruggerla.
Che non dobbiamo cambiare amici, se comprendiamo che gli amici cambiano.
Che le circostanze e l'ambiente hanno influenza su di noi, ma noi siamo responsabili di noi stessi.
Che, o sarai tu a controllare i tuoi atti, o essi controlleranno te.
Ho imparato che gli eroi sono persone che hanno fatto ciò che era necessario fare, affrontandone le conseguenze.
Che la pazienza richiede molta pratica.
Che ci sono persone che ci amano, ma che semplicemente non sanno come dimostrarlo.
Che a volte, la persona che tu pensi ti sferrerà il colpo mortale quando cadrai, è invece una di quelle poche che ti aiuteranno a rialzarti.
Che solo perché qualcuno non ti ama come tu vorresti, non significa che non ti ami con tutto se stesso.
Che non si deve mai dire a un bambino che i sogni sono sciocchezze: sarebbe una tragedia se lo credesse.
Che non sempre è sufficiente essere perdonato da qualcuno. Nella maggior parte dei casi sei tu a dover perdonare te stesso.
Che non importa in quanti pezzi il tuo cuore si è spezzato; il mondo non si ferma, aspettando che tu lo ripari.
Forse Dio vuole che incontriamo un po' di gente sbagliata prima di incontrare quella giusta, così quando finalmente la incontriamo, sapremo come essere riconoscenti per quel regalo.
Quando la porta della felicità si chiude, un'altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi.
La miglior specie d'amico è quel tipo con cui puoi stare seduto in un portico e camminarci insieme, senza dire una parola, e quando vai via senti che è come se fosse stata la miglior conversazione mai avuta.
È vero che non conosciamo ciò che abbiamo prima di perderlo, ma è anche vero che non sappiamo ciò che ci è mancato prima che arrivi.
Ci vuole solo un minuto per offendere qualcuno, un'ora per piacergli, e un giorno per amarlo,  ma ci vuole una vita per dimenticarlo.
Non cercare le apparenze, possono ingannare.
Non cercare la salute, anche quella può affievolirsi.
Cerca qualcuno che ti faccia sorridere, perché ci vuole solo un sorriso per far sembrare brillante una giornataccia.
Trova quello che fa sorridere il tuo cuore.
Ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero!
Sogna ciò che ti va; vai dove vuoi; sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi fare.
Puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte,  dolore abbastanza da renderti umano, speranza sufficiente da renderti felice.
Mettiti sempre nei panni degli altri.  Se ti senti stretto, probabilmente anche loro si sentono così.
Le più felici delle persone, non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino.
L'amore comincia con un sorriso, cresce con un bacio e finisce con un the.
Il miglior futuro è basato sul passato dimenticato, non puoi andare bene nella vita prima di lasciare andare i tuoi fallimenti passati e tuoi dolori.
Quando sei nato, stavi piangendo e tutti intorno a te sorridevano.
Vivi la tua vita in modo che quando morirai, tu sia l'unico che sorride e ognuno intorno a te piange.

- Paulo Coelho - 



Certe persone vivono in lotta con altre, 
con se stesse, con la vita.
Allora si inventano opere teatrali immaginarie
e adattano il copione alle proprie frustrazioni.

- Paulo Coelho - 
Dal libro “Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto”


 "Io credo ai segnali. Quello che abbiamo bisogno di apprendere è sempre davanti ai nostri occhi; è sufficiente guardarsi intorno con deferenza e attenzione per scoprire dove Dio vuole condurci e quale sia il passo migliore da compiere nel minuto successivo. 
Ho imparato a rispettare il mistero. 
Come diceva Einstein: "Dio non gioca a dadi con l'universo", tutto è collegato e ha un senso. 
Benché esso risulti occulto per gran parte del tempo, noi sappiamo di essere prossimi alla nostra vera missione sulla terra quando ciò che stiamo facendo è permeato dall'energia dell'entusiasmo. 
Se lo è, tutto va bene. Se non lo è, conviene cambiare rotta. 
Quando siamo sulla strada giusta, seguiamo i segnali e, se ci capita di fare un passo falso, ecco che la divinità ci viene in aiuto, evitandoci di commettere un errore."



E' necessario correre dei rischi ...
riusciamo a comprendere il miracolo della vita
solo quando lasciamo che l'inatteso accada.

- Paulo Coelho - 
Dal libro “Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto”




“…i cuori degli uomini sono così: hanno paura di realizzare i sogni più grandi, perché pensano di non meritarlo, o di non riuscire a raggiungerli.”



Buona giornata a tutti. .-)




venerdì 20 novembre 2015

Le donne agli occhi degli uomini - Paulo Coelho -

Le donne negli occhi di un uomo? Non importa quanto pesano. 
E' affascinante toccare, abbracciare ed accarezzare il corpo di una donna. 
Sapere quanto pesa non ci provoca nessuna emozione. Non abbiamo alcuna idea di quella che sia la tua taglia e se sei in forma. Il nostro interesse viene rivolto ad un altro tipo di forme. 
Ad esempio se la forma è a mandolino… va bene.
Non ci importa quanto misuri in centimetri, è una questione di proporzioni, non di misure. Una donna ben fatta deve essere rotonda ed “in carne”. 
Quel tipo di corpo che, senza alcun dubbio, si nota in una frazione di secondo. Le magrissime che sfilano in passerella, seguono la tendenza desiderata dagli stilisti che, detto fuori dai denti, sembra che odino le donne e con loro competano. I loro modelli sono esasperatamente filiformi, segaligni.
Il trucco è stato inventato perché le donne lo utilizzino, usatelo! 
Di facce semplicemente lavate con acqua e sapone, bastano le nostre. 
Le gonne sono state inventate per mettere in risalto le vostre fantastiche gambe. Se la natura vi ha dotato di queste forme c’è una ragione e lo ripeto, ci piacete così. 
Nascondere queste forme è come tenere il miglior divano in cantina.
E’ una legge naturale che tutti quelli che si sposano con una modella magra, anoressica, bulimica e nervosa, poi vanno a cercarsi un’amante in carne, simpatica e che scoppia di salute.
Le giovani sono carine, ma quelle dopo i quaranta sono il vero piatto forte. Per tante di loro saremmo capaci di attraversare l’Atlantico a nuoto.
Il corpo cambia, cresce. Non diventare matta perché non riesci ad entrare nel vestito di quando avevi diciotto anni.
Una donna di quarantacinque anni a cui calza il vestito di quando ne aveva diciotto o ha problemi di sviluppo o si sta autodistruggendo.
Ci piacciono le donne che sanno vivere una vita equilibrata e sanno controllare i loro sensi di colpa.
O anche quelle che quando devono mangiare mangiano con gusto (la dieta si fa da settembre, non prima), quando devono fare dieta lo fanno con allegria (senza farsi violenza e sofferenza); quando sono nell’intimità con i rispettivi compagni, ne godono pienamente, quando desiderano comprare qualcosa lo comperano e quando devono risparmiare risparmiano.
Alcune rughe sul viso, alcune cicatrici sul ventre, alcune smagliature, non le porta la bellezza. 
Sono la testimonianza che avete fatto qualcosa nella vostra vita, non siete rimaste nella naftalina o avete passato la vostra vita nei centri estetici. 
Avete vissuto!
Il corpo della donna è il sacro recinto della gestazione di tutta l’umanità che lì è stata alimentata, è cresciuta e, senza volere, segnata da smagliature, tagli ed altre cose che hanno fatto parte del processo che ha contribuito a mantenerci vivi.
Pertanto abbiate cura di noi, abbiate cura di voi ed amatevi. 

La bellezza è tutto questo.

- Paulo Coelho -



In questa nostra epoca ossessionata dalla magrezza molte donne hanno problemi con il proprio corpo. 
Da ogni parte ci viene detto che sembriamo troppo grasse se assomigliamo a donne e non ad adolescenti, per cui cerchiamo di mangiare meno. 
Forse dimagriamo, o forse il corpo si adegua e impara a cavarsela con meno calorie. 
Qualcosa in noi, tuttavia, ha un'idea assai precisa della nostra struttura corporea e nel tempo tende a ripristinare il peso adeguato. 
Quasi ogni donna che è sottoposta a una dieta avrà fatto, suo malgrado, questa dolorosa constatazione.

- Renate Göckel  -
Incipit di "Donne che mangiano troppo"




Loro hanno inventato il regime di terrore delle taglie, S, M, L. 
Lo sapete che cosa vogliono dire? 
S vuol dire «sì sì lo so che sono magra»;
M vuol dire «mi sta bene tutto» – maledetta, aggiungo io –;
L vuol dire «lo so che sono grassa, mi piacciono i ravioli: fatti i cazzi tuoi!»

- Geppi Cucciari - 
Dalla trasmissione:  Zelig Circus, 27 gennaio 2007




Oggi stesso smetti di criticare il tuo corpo.
Accettalo com’è senza preoccuparti degli sguardi altrui.
Non ti amano perché sei bella.
Sei bella perché ti amano.

- Alejandro Jodorowsky -


Certe volte le donne hanno molta fame. 
Aprono il frigorifero e vorrebbero ingoiare tutto quello che c'è dentro. 
Entrano in una pasticceria e vorrebbero ingurgitare ogni cosa, fino a scoppiare. 
Mangiano la cioccolata e vorrebbero non smettere mai. 
Mangiano i biscotti e ne finiscono due pacchi. 
Mangiano le patatine e vanno avanti fino a star male.
C'è una bocca affamata dentro di loro: grida per essere riempita, scalpita come una bestia selvaggia per ricevere ciò che vuole: cibo! cibo! cibo!
Ma il cibo è solo l'involucro di quello che la bocca affamata chiede. 

Dietro quella voglia famelica c'è di più: c'è la voglia di qualcosa che faccia sentire vive. 
E' la donna che arde di fame di se stessa, pallida della sua passione, a digiuno della sua anima.


- Simona Oberhammer - 
Fonte: La Via Femminile




Con il passare del tempo invecchiamo e guadagniamo peso. 
Questo accade perché si accumulano troppe informazioni e nella nostra testa non entrano tutte, quindi cominciano a riempire altre parti del nostro corpo.
Adesso io capisco che non sono grassa, sono COLTA!




Buon giornata a tutti. :-)