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martedì 10 aprile 2018

Ode alle donne imperfette e altro - Ada Luz Márquez

Le donne imperfette con orgoglio onorano le rughe e le cicatrici, perché con esse ricordano che sono state, sono e saranno più forti del dolore. 
Le donne imperfette hanno il coraggio di sognare ad alta voce, muovendosi in sincronia da vari mondi, creando una nuova tela in cui sono necessari tutti i colori e l'accettazione dei loro errori come apprendimento prezioso. 
Le donne imperfette rispettano tutta la vita e chiedono rispetto e giustizia per loro. 
Le donne portano radici imperfette ai piedi, ancorate alla Madre Terra. Hanno nei loro passi le antenate, sorelle, figlie e nipoti. 
Danzano attorno ai falò per mantenere viva la fiamma di tutte le donne che sono stati bruciate nel loro essere più imperfette.
Le donne imperfette celebrano l'immenso dono che la vita ha dato loro essere donne, godono della loro sessualità e difendono il diritto fondamentale di possedere i loro corpi e le loro vite. 
Le donne imperfette onorano l'altro, si tengono per mano e si sostengono celebrando i successi delle altre e piangendo insieme per i propri dolori. 
Le donne imperfette scelgono gli uomini imperfetti, sensibili, che camminano sul loro stesso sentiero. 
Le donne imperfette imparano che le loro mestruazioni sono un dono, una potente apertura in altri mondi. Esse comprendono che il dolore è segno di connessione con tutte le donne che le hanno precedute e comporta la riconciliazione con il proprio grembo e il grembo di Madre Terra. 
Le donne imperfette iniziano a ricordano che il sangue non è spazzatura, il proprio sangue è sacro e porta all'alchimia della vita.
Le donne imperfette chiedono giustizia in silenzio per i propri diritti e per la propria femminilità, perchè il silenzio contiene il grido di tutte le donne e il grido di ogni donna ha l'eco di tutte le canzoni, il cielo e tutti i voli, il seme di tutti i fiori. 
Nelle loro pance portano una canzone antica e sono incinte di speranza. Partoriscono le stelle perchè hanno bisogno di Luce. 
Le donne imperfette dicono forte e chiaro che non hanno paura, camminano senza paura e senza amnesia in un mondo pieno di paura. 
Le donne non sono proprietà di chiunque perchè imperfette, loro sono proprietà di loro stesse, non sono la costola di nessuno o l'oggetto del desiderio, nè sono invisibili. 
Sono donne e vogliono essere chiamate Donne. 
Le donne sono incredibilmente perfette quando hanno il coraggio di essere imperfette, quando hanno il coraggio di essere, né più né meno, di essere. 
Le donne imperfette iniziano a sentire il desiderio di ristabilire il contatto con altre donne imperfette e ricordano a tutti che l'anima non dimentica. Ricordano che non sono sole, che non lo sono mai state,e non lo saranno mai. Perché essere imperfette le rende uniche, Uniche per il mondo, per loro stesse e per la loro Libertà". 

- Ada Luz Márquez - 
Ode alle donne imperfette


Paul Baudry, Le rêve


Le rughe dei miei occhi sono raggi di sole. 
Le rughe sulle mie guance sono onde del mare.
Le rughe della mia fronte sono onde di sabbia.
Il mio viso è una tela dove è impresso il paesaggio che ho vissuto, la grande opera infinita che è la vita. 
Il mio viso è la poesia di Madre Terra, scritta sulla mia pelle. 
Le mie risate e le mie lacrime, i miei canti ed i miei silenzi, la vita vissuta ad ogni respiro.
Amo le mie rughe e le mie cicatrici, perché mi ricordano che sono stata, che sono e che sarò sempre più grande di ogni possibile dolore.

- Ada Luz Márquez -



Allegoria della pittura, Artemisia Gentileschi


Disse la vecchia guaritrice dell'anima:
Non fa male la schiena, fa male il carico.
Non fanno male gli occhi, fa male l'ingiustizia.
Non fa male la testa, fanno male i pensieri.
Non fa male la gola, fa male quello che non si esprime o si esprime con rabbia.
Non fa male lo stomaco, fa male quello che l'anima non digerisce.
Non fa male il fegato, fa male la rabbia.
Non fa male il cuore, fa male l'amore.
Ed è proprio lui,
L' amore stesso,
Che contiene la più potente medicina.

- Ada Luz Marquez -



The Vestal Virgin Condemned to Death, 1803, Pietro Saja


Buona giornata a tutti. :-)







domenica 8 aprile 2018

Consigli utili per l'anima - don Dolindo Ruotolo

"...Per camminare nella via della Divina Volontà è necessaria la grazia, e per meritarla occorre la fedeltà ai più piccoli doveri; lo stolto ride del peccato, lo riguarda come cosa da nulla e si rende indegno dell'aiuto che Dio dà solo a chi è giusto.
Nei dolori e nelle gioie non bisogna troppo espandersi al di fuori perché si corre il pericolo di essere disorientati da falsi apprezzamenti o da cattivi consigli.
L'anima che soffre sola con Dio e che gode senza comunicare la sua gioia spirituale agli estranei che non conoscono le dolcezze della vita santa, tutela il tesoro delle sue pene e lo rende fecondo, conserva la dolcezza delle sue gioie e le rende perenni; quando si espande con gli altri, il Signore si ritira, la grazia si esaurisce, ed il cuore rimane solo ed inaridito.
Non bisogna essere familiari con i mondani, ma solo con quelli che amano la virtù, perché nella casa degli empi c'è la distrazione, ed in quella dei giusti c'è il germe di una grande fecondità spirituale.
E' tanto facile nel contatto col mondo, scambiare per diritta la strada che finisce in fondo alla morte, e credere innocente la via dei sollazzi e dei divertimenti.
Il riso del mondo è mescolato col dolore, e all'estremo della sua gioia c'è l'afflizione; non bisogna desiderare questa effimera gioia , quasi che mancasse a noi una vera felicità, no: se l'empio si riempie dei suoi frutti e gode nella sue vie, molto più grande è l'uomo dabbene, che cerca Dio ed ama solo Dio sopra tutte le cose".

- Servo di Dio Sac. Dolindo Ruotolo -



La cremazione

La cremazione dei cadaveri è un uso barbaro, un incrudelire quasi sul corpo che fu tempio di Dio, una miserabile espressione d'incredulità, ed è la somma profanazione di un cadavere. 
Anche l'uso moderno di porre i cadaveri non nella terra, ma in casse di zinco saldate e riposte nei loculi, in preda della putredine e dei vermi, è un uso brutto e da riprovarsi. 
La sepoltura cristiana è nella terra santificata, dove il corpo si dissolve sì, ma si dissolve quasi confessando la grandezza di Dio, e ritornando alla terra donde fu tratto da Dio per opera dello Spirito Santo.

- Servo di Dio Sac. Dolindo Ruotolo -




"perdono delle offese"

"..L'offesa è una spina che ti sta nell'anima, una spina che germina triboli; se perdoni te la cavi e sei libero, se non perdoni te la conficchi più addentro e il danno è tuo.
Il malvagio ti ha offeso e tu ti associ a lui per autodifenderti, giacché l'odio, l'avversione e il rancore sono come un disco di grammofono che ti ripetono le stesse offese, o come un cinematografo che ti riproduce le stesse immagini penose che ti hanno adirato e tu, perdonami, da cretino matricolato, non ti accorgi che hai incatenato a te chi ti offende, e lo hai riprodotto in te ingrandendone le proporzioni, la voce, lo sdegno, di modo che per non tollerare l'ingiuria di un momento, che va via con l'aria, l'hai stampata in te e ne hai fatta un film sonoro che gira sempre e ti da le vertigini!
Più stupido di così si muore, fratello mio!.....
....Noi diciamo sempre che gli altri hanno torto, e non pensiamo mai alla parte che possiamo avere nei torti altrui.
Oh se ci fosse lo specchio delle anime, quanto sarebbero diversi i nostri apprezzamenti!
Ma se non c'è uno specchio materiale dell'anima, c'è quello del corpo, e sarebbe tanto utile guardarci là dentro quando ci adiriamo!
Vedremmo che ci rendiamo ripugnanti, e che gli altri non hanno poi tutto il torto ad avversarci...."

da: Sac. Dolindo Ruotolo, La Sacra Scrittura, Vol. XIII
Commento al Libro del Siracide, capitolo XXVIII -



La strada della santità è pronta ad accogliere tutti

"...Nutrite l'anima vostra con la scienza di Dio, perchè questa vale più di tutte le scienze. Siate gelosi della semplicità della Fede, e non vi fate infettare dallo spirito moderno, che è arido e freddo. Ispiratevi alle vite dei Santi. 
Non vi scandalizzate mai dei cattivi esempi, anzi pigliatene occasione per migliorarvi. 
Chi vede uno con la faccia sudicia non s'insudicia anche lui, ma piuttosto si lava accuratamente. 
Siate un angelo di purezza, di bontà e di pietà, e pensate che dovete essere santi..."

- Servo di Dio Sac. Dolindo Ruotolo - 


Buona giornata a tutti. :-)






mercoledì 4 aprile 2018

Tu non sai ed altre poesie - Alda Merini

Tu non sai: ci sono betulle che di notte
levano le loro radici,
e tu non crederesti mai
che di notte gli alberi camminano
o diventano sogni.
Pensa che in un albero c'è un violino d'amore.
Pensa che un albero canta e ride.
Pensa che un albero sta in un crepaccio
e poi diventa vita.
Te l'ho già detto: i poeti non si redimono,
vanno lasciati volare tra gli alberi
come usignoli pronti a morire

- Alda Merini -



Sorridi donna
sorridi sempre alla vita
anche se lei non ti sorride.
Sorridi agli amori finiti
sorridi ai tuoi dolori
sorridi comunque.
Il tuo sorriso sarà
luce per il tuo cammino
faro per naviganti sperduti.
Il tuo sorriso sarà:
un bacio di mamma
un battito d’ali
un raggio di sole per tutti.


- Alda Merini -


Amore mio ho sognato di te come si sogna della rosa e del vento.

- Alda Merini -




Buona giornata a tutti. :-)




domenica 1 aprile 2018

Cristo è risorto! Alleluia!


Al mondo intero, attento o sordo che sia, gridiamo il nostro gaudio vivissimo: Gesù Cristo è risorto! 
Sì, egli vive. La pietra del suo sepolcro è rovesciata; un giorno lo sarà anche quella del nostro. 
Questa è la nostra gioia. 
E' la nostra vittoria. 
E' la nostra salvezza, ora oggetto della nostra speranza.


- Beato Paolo VI -
papa Domenica di Pasqua, 14 aprile 1974


Chi è il più forte?

Su una vecchia quercia stava un vecchio Gufo, più taceva e più sapeva, più sapeva e più taceva...
Un giorno, la pietra disse: «Sono la più forte!». Udendo ciò, il ferro disse: «Sono più forte di te! Lo vuoi vedere?». Subito, i due lottarono fino a quando la pietra fu ridotta in polvere.
Il ferro disse a sua volta: «lo sono il più forte! Udendolo, il fuoco disse: «lo sono più forte te! Lo vuoi vedere?». Allora i due lottarono finché il ferro fu fuso.
Il fuoco disse a sua volta: «lo sì che sono forte!». Udendo ciò, l'acqua disse: «lo sono più forte di te! Se vuoi te lo dimostro». Allora, lottarono fin quando il fuoco fu spento.
L'acqua disse a sua volta: «Sono io la più forte!». Udendola il sole disse: «lo sono più forte ancora! Guarda!».   I due lottarono finché il sole fece evaporare l'acqua.
Il sole disse a sua volta: «Sono io il più forte!». Udendolo, la nube disse: «lo sono più forte ancora! Guarda!».    I due lottarono finché la nube nascose il sole.
La nube disse a sua volta: «Sono io la più forte!». Ma il vento disse: «lo sono più forte di te! Te lo dimostro». Allora i due lottarono fin quando il vento soffiò via la nube ed essa sparì.
ll vento disse a sua volta: «lo sì, che sono forte!». I monti dissero: «Noi siamo più forti di te! Guarda!». Subito i due lottarono fino a che il vento restò preso tra le catene dei monti.
I monti, a loro volta, dissero: «Siamo i più forti!». Ma sentendoli, l'uomo disse: «lo sono più forte di voi! E, se lo volete vedere ... ». L'uomo, dotato di grande intelligenza, perforò i monti, impedendo che bloccassero il vento. Dominando il potere dei monti, l'uomo proclamò: «lo sono la creatura più forte che esista!».
Ma poi venne la morte, e l'uomo che si credeva intelligente e tanto forte, con un ultimo respiro, morì.
La morte a sua volta disse: "Sono io la più forte! Perché prima o poi tutto muore e finisce nel nulla”.
La morte già festeggiava quando, inatteso, venne un uomo e, dopo soli tre giorni dalla morte, risuscitò, vincendo la morte.

Questo Gesù è la pietra che, scartata da voi, costruttori è diventata testata d'angolo… Buona Pasqua!






"Buona Pasqua, accogliete tutti questo augurio, pieno di speranza, pieno di energia.
La vita è bella se è nuova, è nuova se è buona, se è saggia, se è forte, in una parola, se è cristiana."

- Beato Paolo VI, papa -




Happy Easter, Joyeuse Pasques, Frohe Ostern, Felices Pascuas, Fouai Hwo Gie Quai le, Eeid -Foss’h Mubarak, Sretun Uskrs, Gezuar Pashken, Paste Fericit, Vesele Velikonoce, Veselá velká noc, Boa Pascoa, Kalo Paska, Zalig Paasfeest, Schastilvoi Paschi, Bon fiesse-d’joyeuse pôque, Felician Paskon en Kristo Resurektinta, Shnorhavor surb zatik, A fraylekhn Pesah,Gofúkkatsu Omédetoo, Ieasika Elihle, Buona Pasqua, 


giovedì 22 marzo 2018

Cedri e Palme - Cardinale Gianfranco Ravasi


Ci sono maestri-cedro e maestri-palma. 
I primi levano verso il cielo i loro rami irraggiungibili, carichi di frutti. 
I secondi, invece, hanno i datteri già nei loro rami bassi e anche chi è piccolo può afferrarli e gustarli. 
È interessante notare che la Bibbia ha scelto spesso simboli vegetali per raffigurare la sapienza; anzi, un saggio come il Siracide arriva al punto di compararla a un parco o a un giardino botanico con una quindicina di alberi odorosi o fruttiferi (24, 13-17) e in bocca alla sapienza personificata mette questo invito: «Avvicinatevi a me e saziatevi dei miei frutti» (24,19). 

A questo punto acquista tutto il suo significato l'aforisma orientale che sopra ho evocato. 
Nella vita, infatti, abbiamo incontrato certamente persone colte ma arroganti, capaci di far cadere dall'alto la loro conoscenza così che qualche frammento potesse essere raccolto anche dai semplici che esse guardavano con distacco dal trono della loro intelligenza. 
Sono appunto i maestri-cedro, monumentali e sontuosi come quelle piante, pronti a ripetere la frase sprezzante dei farisei del Vangelo di Giovanni: «Questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta» (7,49). 
Ma per fortuna ci sono i maestri-palma: io per primo confesso di averne avuti tanti, dal liceo all'università. 
Le cose principali che so - nonostante il molto studio che poi ho fatto personalmente - le devo a loro. 
Ed è per questo che noi siamo capaci di vedere più lontano, perché siamo nani sulle spalle di giganti, come si diceva nel Medio Evo. 
Si è maestri-palma perché non si insegna solo quello che si sa, ma anche quello che si è. È proprio qui la differenza tra l'intelligente e il vero sapiente e maestro.

- Cardinale Gianfranco Ravasi - 
da: "Le Parole del mattino" ed. Mondadori



L'ambizione ha occhi di bronzo che mai il sentimento riesce a inumidire.
I corpi dei bronzi di Riace sono perfetti, ma quel loro sguardo metallico sembra vuoto e cieco.

Non per nulla definiamo «faccia di bronzo» la persona impudente e arrogante
che ci oppone un volto ipocrita, senza nessuna contrazione facciale di pudore o vergogna.
Ha, perciò, ragione Schiller quando, nella sua tragedia "genovese" Fiesco, dipinge l'ambizione come una faccia dagli occhi di bronzo, mai rigati da lacrime.
Per la carriera e il successo a tutti i costi non ci si può attardare nel lusso dei sentimenti.
Si procede inesorabili calpestando gli altri più deboli, ignorando le remore morali, gelando le emozioni e la compassione.
«L'ambizione – scriveva Tolstoj – non può permettersi di accordarsi con la bontà; essa si accorda solo con l'orgoglio, l'astuzia, la crudeltà».

- Cardinale Gianfranco Ravasi - 






Buona giornata a tutti. :-)





martedì 20 marzo 2018

Il figlio può essere un barbaro - Antoine de Saint Exupéry

Il figlio può essere un barbaro.
Senza l’opera di trasmissione dei significati della vita, da una generazione all’altra, le nuove generazioni saranno solo dei barbari accampati nel nostro territorio. 
Non capiranno, non conserveranno e non trasmetteranno più niente di quello che ha alimentato la vita dei loro avi. 
E la vita perderà il suo fervore e il suo significato e il collegamento al nodo divino che unisce le cose.
Se mancherà questo, la nuova generazione si accamperà barbaramente nella città che ti avrà presa. 
Quale gioia possono procurare a questi barbari i tuoi tesori? 
Essi non sanno servirsene, poiché non posseggono la chiave del tuo linguaggio. Per quelli che sono emigrati nel regno della morte, questo villaggio era come un’arpa, e i muri, gli alberi, le fontane e le case avevano il loro significato. Ogni albero aveva la sua storia, ogni casa le proprie usanze e ogni muro era diverso per via dei suoi segreti. 
Quando facevi la tua passeggiata era come se componessi un brano musicale, traendo il suono desiderato da ogni tuo passo. 
Ma il barbaro accampato nel tuo villaggio non sa farlo vibrare. 
Egli vi si annoia, e, nell’impossibilità di comprendere, abbatte i tuoi muri e distrugge i tuoi oggetti. 
Per vendetta contro lo strumento di cui non sa servirsi, vi appicca il fuoco, che lo ripaga almeno con un po' di luce. 
Dopo di che si scoraggia e sbadiglia. Poiché è necessario conoscere quello che si brucia, perché la fiamma sia bella. Così la fiamma del cero acceso davanti al tuo Dio. Ma la fiamma stessa della tua casa non dirà nulla al barbaro poiché non è la fiamma di un sacrificio. 
Perciò l’immagine di una generazione installatasi come un’intrusa nel guscio dell’altra mi ossessionava. 
E mi sembravano essenziali quei riti che nel mio impero obbligano l'uomo a tramandare o a ricevere la propria eredità. 
Io ho bisogno di abitanti nel mio impero, non di campeggiatori che non provengono da nessun posto. 

- Antoine de Saint Exupéry - 
Da:  “Il figlio può essere un barbaro” in Cittadella


Anche il più turbolento, il più violento, il più ribelle dei figli è tale solo con l'espressa autorizzazione del padre, ed è il padre che, per una ragione a lui ignota, ha bisogno di quel sobillatore, di quella spina piantata nel cuore della famiglia, e cioè di quel focolaio di opposizione grazie a cui vengono smentite tutte le categorie semplicistiche della volontà e del carattere.

- Muriel Barbery - 



Proteggimi, Signore, come un tesoro, come un dono a lungo desiderato.

Proteggimi, Signore e scrivi il mio nome sul palmo della tua mano, perchè io sappia di esistere.

All'ombra delle tue ali, la paura si scioglie in un canto.


I figli sono come gli aquiloni,
passi la vita a cercare di farli alzare da terra.
Corri e corri con loro
fino a restare tutti e due senza fiato…
Come gli aquiloni, essi finiscono a terra…
e tu rappezzi e conforti, aggiusti e insegni.
Li vedi sollevarsi nel vento e li rassicuri
che presto impareranno a volare.

Infine sono in aria:
gli ci vuole più spago e tu seguiti a darne.
E a ogni metro di corda
che sfugge dalla tua mano
il cuore ti si riempie di gioia
e di tristezza insieme.
Giorno dopo giorno
l’aquilone si allontana sempre più
e tu senti che non passerà molto tempo
prima che quella bella creatura
spezzi il filo che vi unisce e si innalzi,
come è giusto che sia, libera e sola.

Allora soltanto saprai
di avere assolto il tuo compito.


- Erma Bombeck -


Buona giornata a tutti. :-)





venerdì 16 marzo 2018

Sulla Parola - da "Il Profeta" - Kahlil Gibran

E allora uno studioso disse:  Spiegaci la Parola.
E lui rispose dicendo:

Voi parlate quando avete perduto la pace con i vostri pensieri;
E quando non potete più sopportare la solitudine del cuore voi vivete sulle labbra, e il suono vi è di svago e passatempo.
E molte delle vostre parole quasi uccidono il pensiero,
Poiché il pensiero è un uccello leggero che in una gabbia di parole può spiegare le ali, ma non prendere il volo.

Tra voi vi sono quelli che cercano uomini loquaci per timore di restare soli.

Il silenzio della solitudine mette a nudo il loro essere, ed essi vorrebbero fuggirlo.
E vi sono quelli che, senza consapevolezza o prudenza parlano di verità che non comprendono.
E quelli invece che hanno dentro di sé la verità, ma non la esprimono in parole.
Nel loro petto lo spirito dimora in armonico silenzio.

Quando per strada o sulla piazza del mercato incontrate un amico, lasciate che lo spirito vi muova le labbra e vi guidi la lingua.

Lasciate che la voce della vostra voce parli all'orecchio del suo orecchio;
Poiché custodirà nell'anima la verità del vostro cuore come si ricorda il sapore del vino.
Quando il colore è dimenticato e la coppa è perduta.





Alcuni sentono con le orecchie,
altri con lo stomaco
ed altri ancora con le tasche;
ce ne sono poi altri che non sentono affatto.

- Khalil Gibran-




 Lui rispose dicendo:

Voi parlate quando avete perduto la pace con i vostri pensieri;
E quando non potete più sopportare la solitudine del cuore voi vivete sulle labbra, e il suono vi è di svago e passatempo.




e sono forse la maggior parte,
quelli che fingono,
quelli che ascoltano
e non sanno mai,
ci sono e poi vanno,
vengono e certe volte
restano pure...



Io e il prossimo 

Credono che virtù 

Sia ciò che procura
Tormento a me
E sollievo al prossimo 
E colpa 
Ciò che procura sollievo a me 
E tormento al mio prossimo. 
Dite loro 
Che posso essere 
Santo o peccatore 
Lontano da loro, nel mio eremo.

 
- Khalil Gibran -
proverbi spirituali





Buona giornata a tutti. :-)





E molte delle vostre parole quasi uccidono il pensiero,
Poiché il pensiero è un uccello leggero che in una gabbia di parole può spiegare le ali, ma non prendere il volo.
Tra voi vi sono quelli che cercano uomini loquaci per timore di restare soli.
Il silenzio della solitudine mette a nudo il loro essere, ed essi vorrebbero fuggirlo.
E vis ono quelli che, senza consapevolezza o prudenza parlano di verità che non comprendono.
E quelli invece che hanno dentro di sé la verità, ma non la esprimono in parole.
nel loro petto lo spirito dimora in armonico silenzio.
Quando per strada o sulla piazza del mercato incontrate un amico, lasciate che lo spirito vi muova le labbra e vi guidi la lingua.
Lasciate che la voce della vostra voce parli all'orecchio del suo orecchio;
Poiché custodirà nell'anima la verità del vostro cuore come si ricorda il sapore del vino.
Quando il colore è dimenticato e la coppa è perduta.