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lunedì 24 maggio 2021

da: "I racconti del maktub" - Paulo Coelho

Guarda ogni cosa come se fosse la prima volta 

I monaci Zen, quando desiderano meditare, siedono davanti ad una roccia e dicono: "Ora aspetterò che questa roccia cresca un po'". 
Dice il maestro: "Ogni cosa intorno a noi è in continuo cambiamento. Ogni giorno, il sole splende su un nuovo mondo. Ciò che chiamiamo routine è piena di nuovi propositi e opportunità. Ma noi non percepiamo che ogni giorno è differente dagli altri. Oggi, da qualche parte, un tesoro ti aspetta. Può essere un breve sorriso, può essere una grande vittoria - non importa. 
Niente è noioso, perché tutto cambia costantemente. Il tedio non fa parte del mondo. 
Il poeta T. S. Eliot, scrisse: 'Cammina tante strade, ritorna alla tua casa, e vedi ogni cosa come se fosse la prima volta".

- Paulo Coelho -  
da "I racconti del maktub"




L'invito di Dio

Santa Teresa d'Avila dice: "Ricorda: il Signore invitò tutti noi, e - dal momento che Egli è pura verità - non possiamo dubitare del suo invito. 
Egli disse: 'Vengano a me tutti coloro che sono assetati, ed Io gli darò da bere'. Se l'invito non fosse stato per ciascuno di noi, il Signore avrebbe detto: 'Vengano a me tutti quelli che lo desiderano, perché non avete niente da perdere. Ma darò da bere solo a coloro che sono preparati'. 
Egli non impone condizioni. E' sufficiente camminare e desiderare, e tutti riceveranno l'Acqua della Vita del Suo Amore".

- Paulo Coelho -  
da "I racconti del maktub"



Dio è nella vita e la vita è in Dio

Dice il maestro: "Da una parte, sappiamo che è importante la ricerca di Dio. Dall'altra, la vita crea una netta distanza tra Lui e noi. 
Ci sentiamo ignorati dalla Divinità, o siamo preoccupati per i nostri problemi quotidiani. Questo crea un senso di colpa: sia che stiamo rinunciando in qualche modo alla vita a causa di Dio, o che sentiamo di rinunciare troppo a Dio a causa della vita. Questo apparente conflitto è fantasia: Dio è nella vita e la vita è in Dio. Uno deve essere solo attento a questo per poter capire meglio il destino. Se siamo capaci di penetrare nella santa armonia della nostra quotidianità, saremo sempre sul sentiero giusto, e completeremo i nostri obiettivi".


- Paulo Coelho -  
da "I racconti del maktub"




Questo è l'obiettivo.
Ma la strada, come sempre, è per me ardua. 



Buona giornata a tutti. :-)


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domenica 23 maggio 2021

da: "Tutto il bello che c'è" - Alan Cohen

Premessa

Presto o tardi arriva sempre il momento in cui vivere la verità diventa più importante che cercarla. 
Nozioni, tecniche ed esperienze impallidiscono di fronte ai tesori del cuore. L’apprendimento deve lasciare spazio all’essere.
Recentemente, durante una conferenza, ho invitato il pubblico a dichiarare la cifra in denaro che aveva speso per risolvere le proprie questioni interiori. Domandai ai partecipanti di valutare quanti soldi avessero investito in manuali di autoaiuto, seminari di automiglioramento, corsi di consapevolezza, ecc...
Le risposte coprivano un arco di possibilità che andava da “ogni centesimo guadagnato” a “più di quanto mio marito possa permettersi”, a “più di centomila dollari”.
Da anni molti di noi accumulano informazioni, tecniche e corsi di crescita personale. Alcuni si sono talmente assuefatti a questo processo di ricerca che non saprebbero cosa fare se effettivamente scoprissero quello che stavano cercando. 
Nel film "La storia fantastica", c’è un personaggio di nome Inigo Montoya che passa gran parte della sua vita a cercare l’uomo che uccise suo padre. 
Quando finalmente lo trova e lo elimina, un amico gli domanda: “Bene, e ora che ti sei vendicato dell’assassino di tuo padre, cosa farai?”. Inigo lì per lì si ferma, uno sguardo candido gli compare sul volto, e ammette: “Non lo so. Per tutto questo tempo non ho pensato ad altro che a vendicarmi e ora non so proprio cosa farò!”.
Al pari di Inigo, molti di noi si sono costruiti un’identità incentrata sulla ricerca della verità. Ci siamo trasformati in pazienti, clienti, allievi, ricercatori e discepoli professionisti.
Due guru contemporanei, Calvin e Hobbes, riassumono così la nostra situazione:

Hobbes: “Che fai?”.
Calvin: “Sto diventando ricco.”
Hobbes: “Davvero?”.
Calvin: “Sì. Sto scrivendo un manuale di autoaiuto! C’è un mercato vastissimo per questa roba. 
Prima convinci le persone che c’è qualcosa in loro che non va. 
Il che è facile dal momento che la pubblicità ha già condizionato la gente a sentirsi insicura del proprio peso, aspetto, status sociale, fascino e così via. 
Poi li convinci che non sono loro a essere responsabili del problema ma che sono vittime di forze che li sovrastano. E anche questo è facile perché comunque è quello che la gente vuole credere. 
Nessuno vuole essere responsabile della propria situazione. 
Infine li convinci che con i tuoi consigli e i tuoi incoraggiamenti potranno averla vinta sul loro problema ed essere felici!”. 
Hobbes: “Ingegnoso. Qual è il problema che tu aiuterai la gente a risolvere?”.
Calvin: “La loro assuefazione ai manuali di autoaiuto! Il titolo del mio libro è Smettila di parlare e di lamentarti: come fare qualcosa della propria vita oltre a rimuginare su di sé.”
Hobbes: “Probabilmente faresti bene ad attendere l’anticipo sulle vendite del libro prima di fare acquisti.”
Calvin: “Il guaio è che se il mio progetto funziona, non sarò in grado di scrivere un seguito.”

Come il lettore per il quale Calvin intende scrivere, molti di noi cercano da tempo di risolvere le proprie questioni interiori. 
A ogni nuova stagione fa la sua apparizione un testo inedito o un metodo rivoluzionario che promette di andare veramente al cuore del perché siamo così nevrotici. Ma quanti di questi libri penetrano fino al centro della nostra totalità?

- Alan Cohen - 
da: Tutto il bello che c'è




Alla fin fine, non sono le conquiste per cui i nostri amici ci ricordano, o le approvazioni ottenute, che rendono la nostra vita degna di essere vissuta. 
Ciò che apprezzeremo è la qualità della nostra esistenza mentre siamo sulla Terra. 
Non aspettare di ammalarti o di morire per scoprire che avresti preferito giocare di più mentre avevi vita e salute. 
Prenditi adesso il tempo per fare ciò che ami davvero e avrai più tempo per farlo.

- Alan Cohen - Tutto il bello che c’è





Non sei un buco nero che ha bisogno di essere riempito, sei una luce che ha bisogno di risplendere. 
I giorni dell’automiglioramento sono finiti e l’era dell’autoaffermazione si è già affacciata all’orizzonte. 
È giunto il momento di smettere di migliorare se stessi e di cominciare a vivere. 

- Alan Cohen -Tutto il bello che c’è



Colui che ti ha creato si è ricordato del tuo destino anche quando tu l’avevi dimenticato. Ora che lo sai, non vivrai nel mondo da prigioniero, ma da artista. 
La tela è davanti a te, e per mano della grazia è stata resa nuova e pura. Dipingi i veri colori del tuo cuore. 

Alan Cohen, Tutto il bello che c'è




Buona giornata a tutti. :-)


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venerdì 21 maggio 2021

Speranza – Pablo Neruda

Ti saluto, Speranza, tu che vieni da lontano
inonda col tuo canto i tristi cuori.
Tu che dai nuove ali ai sogni vecchi.
Tu che riempi l'anima di bianche illusioni.
Ti saluto, Speranza, forgerai i sogni
in quelle deserte, disilluse vite
in cui fuggì la possibilità di un futuro sorridente,
ed in quelle che sanguinano le recenti ferite.
Al tuo soffio divino fuggiranno i dolori
quale timido stormo sprovvisto di nido,
ed un'aurora radiante coi suoi bei colori
annuncerà alle anime che l'amore è venuto.

- Pablo Neruda -




Amare significa abbracciare 
e nel contempo sopportare molte molte fini, 
e molti molti inizi, 
il tutto nella stessa relazione.

- Clarissa Pinkola Estés -
Da: “Donne che corrono coi lupi”



"La differenza tra mente e cuore?
La mente ti dirà la cosa più intelligente da fare
e il cuore ti dirà ciò che farai comunque."

- Wiz Khalifa -



L'amore, il vero amore,
implica forse la resa totale?
Questa è sempre stata 
la vera domanda.
E non è forse umano 
aspettarsi qualcosa,
per quanto piccolo, 
in cambio dell'amore?
Bisogna essere dei supereroi 
oppure degli dei?
Ci sono limiti al dare?
Si può sanguinare per sempre?

- Henry Miller -




Buona giornata a tutti. :-)

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martedì 18 maggio 2021

Speranza - Gianni Rodari

Se io avessi una botteguccia
fatta di una sola stanza
vorrei mettermi a vendere
sai cosa? La speranza.
"Speranza a buon mercato!"
Per un soldo ne darei
ad un solo cliente
quanto basta per sei.
E alla povera gente
che non ha da campare
darei tutta la mia speranza
senza fargliela pagare.


- Gianni Rodari -




"Si dovrebbe, almeno ogni giorno, ascoltare qualche canzone, leggere una bella poesia, vedere un bel quadro, e, se possibile, dire qualche parola ragionevole..."

- Johann Wolfgang Goethe - 





Si può realizzare qualsiasi cosa si decida di fare. Si può agire per cambiare e controllare la vita. E il percorso che si compie è la vera ricompensa.

- Amelia Earhart -




La storia di Rose

Rose era una ragazza di 87 anni che si era iscritta al college. Davanti allo stupore dei più giovani colleghi sorrideva, e di fronte alle domande dei professori, rispondeva con la calma della sua età. Ogni lezione si trasformava in un confronto tra la teoria dei libri e la pratica della sua lunga vita. 
Rose si laureò a pieni voti e, tutti furono concordi nel far fare a lei il discorso di commiato. Spiegò il perché della sua scelta. 
Si era sposata giovanissima, aveva avuto tre figli, li aveva cresciuti, si era occupata del marito malato, era rimasta vedova e aveva cresciuto i nipoti. Quando tutti avevano preso la loro strada era venuto il suo tempo. Il suo tempo di essere giovane. Rose, una settimana dopo morì serenamente. 
Al suo funerale parteciparono duemila studenti e tutto il corpo docente. 
E tutti indossavano una maglietta con il motto di Rose “Si è sempre in tempo ad essere giovani”. Grazie Rose, e grazie a tutte le Rose che ogni giorno abbiamo a fianco.






Andrà lontano? Farà fortuna? Raddrizzerà tutte le cose storte di questo mondo? Noi non lo sappiamo, perché egli sta ancora marciando con il coraggio e la decisione del primo giorno. Possiamo solo augurargli, di tutto cuore: Buon viaggio!


- Gianni Rodari -




Buona giornata a tutti. :-)


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sabato 8 maggio 2021

Lettera ad una mamma

Cara figlia mia,
voglio narrarti una storia.
Molto tempo fa, un uomo che aveva ricevuto da Dio il dono di dipingere con pennelli e colori le meraviglie che vedeva attorno a sè, pensò che era giusto insegnare la sua arte ad altri giovani così che non morisse con lui.
Spiegò ai suoi allievi come usare i pennelli, a diluire i colori per ottenere le sfumature più infinite per rappresentare il creato. Quando, secondo lui, furono pronti, mostrò loro un suo dipinto e li esortò a riprodurlo il più fedelmente possibile, seguendo i suoi insegnamenti concedendo loro una settimana di tempo.
Trascorsi i sette giorni ogni allievo si recò da lui con la propria opera.
Quale fu la meraviglia del maestro quando vide che ogni riproduzione era simile nei tratti alla sua originale, ma i toni e le sfumature li distinguevano una dall'altra.
Deluso e amareggiato li rimproverò per non aver ascoltato i suoi insegnamenti.
Prima che gli allievi avessero modo di difendersi, intervenne la sposa del maestro pittore, che aveva assistito a tutto restando fino ad allora in disparte.
"Marito mio, tu hai trasmesso a questi giovani il tuo dono, mostrando loro come usarlo, secondo il loro cuore e la loro anima. E sai bene che ogni anima è dono di Dio ed è unica. Come puoi chiedere, anche ad uno solo di loro, di guardare il mondo coi tuoi occhi...tu puoi insegnargli a osservare la natura e la tecnica per riprodurla, ma è con i suoi occhi che egli la vedrà e la esprimerà attraverso la sua anima, unica e ineguagliabile. E ogni opera che uscirà dalle sue mani, grazie al dono che tu gli hai fatto, sarà mirabile e unica, degna di onore e ammirazione. Tu hai donato loro il pennello per dipingere la vita... ma lascia che lo usino secondo il loro cuore e sii sempre e comunque fiero di loro".
Fu così che il pittore capì che se facciamo un dono non possiamo ipotecare l'uso che ne verrà fatto.
Ecco figlia mia Dio ha fatto dono ad ogni donna di cooperare alla creazione delle vita, attraverso la maternità e in tantissimi altri modi.
Ogni madre userà il pennello avuto in dono, per insegnare ai figli a dipingere, secondo coscienza e amore, la vita che decideranno di avere per volontà e aspirazione.
Ogni opera sarà unica, frutto di insegnamenti ricevuti attraverso atti di amore, rispetto, compassione, riconoscenza, carità e umiltà. Poiché tutti siamo fallibili, gli errori nel tuo dipinto lo renderanno ancora più prezioso e unico.
Ma ricorda che col tuo pennello potrai dipingere qualunque cosa, secondo il tuo cuore e i tuoi desideri, in piena libertà. Ecco ora il pennello è tuo, è un dono, usalo come meglio senti di fare; ricorda i miei insegnamenti sempre, perché son frutto della vita che ho ricevuto e che ti ho dato, ma dipingi la tua vita coi colori che vedono i tuoi occhi, attraverso il cuore.
Fai lo stesso coi tuoi figli e quando verrà il momento lascia loro in dono questo pennello, come faccio ora con te. Così che in futuro tutti possano godere degli insegnamenti ma mantengano la libertà di utilizzarli.
Ciò che ti lascio, è la tela dove ho dipinto la mia vita, perché tu la possa osservare e prenderne spunto per dipingere la tua, secondo le tue sole aspirazioni; è la forza di camminare con le tue gambe, ma mai da sola, perché il filo con il quale il Padre ci ha legato non può essere spezzato e io sarò sempre parte di te come tu di me.
Prendi questo dono e sii sempre fiera delle tue capacità, in esso c'è anche il mio cuore che da sempre batte assieme al tuo, per l'eternità.
Con amore la tua mamma.

Dedicato a tutte le donne che insegnano a dipingere la vita attraverso la loro, e a tutte le mamme con e senza ali.




"Quanto a me, sono molto orgogliosa di avere contribuito a generare quattro persone che portano il cognome di mio marito. Due di loro, maschi, lo tramanderanno ai loro figli, spero. 
Anche se quando cerco di vaticinare le somiglianze, e ovviamente mi sembra chiarissimo che tutti i pregi i miei bambini li hanno presi da me, mentre i difetti li attribuisco ai geni di mio marito, io in realtà sono contenta che i miei figli, ai quali ho prestato il mio sangue e il corpo, ho dato il latte, abbiano preso insieme al patrimonio genetico il nome del loro padre. 
Sono contenta anche per loro: così sanno chi sono, da dove vengono. 
Sanno chi è il padre che al momento di uscire dal nido li spingerà nel viaggio più importante della vita, quello verso il Padre."

(da Costanza Miriano " La questione del cognome, un attacco alle radici" in costanzamiriamo.com)





3 anni: "Mamma, ti amo".
10 anni: "Mamma, non capisci nulla". 
16 anni: "Non ti sopporto più, mamma!!".
18 anni: "Voglio andare via da questa casa".
... 25 anni fa: "Avevi ragione, mamma."
30 anni fa: "Voglio tornare a casa di mia madre".
50 anni: "Non vorrei mai perdere mia madre."
70 anni: "Darei qualsiasi cosa affinché mia madre fosse qui".


Abbiamo solo una mamma. Se tu l'ami, diglielo ora.




Buona giornata a tutti. :-)


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lunedì 19 aprile 2021

I due boscaioli – don Bruno Ferrero

Due boscaioli lavoravano nella stessa foresta ad abbattere alberi. I tronchi erano imponenti, solidi e tenaci. I due boscaioli usavano le loro asce con identica bravura, ma con una diversa tecnica: il primo colpiva il suo albero con incredibile costanza, un colpo dietro l'altro, senza fermarsi se non per riprendere fiato rari secondi.
Il secondo boscaiolo faceva una discreta sosta ogni ora di lavoro.
Al tramonto, il primo boscaiolo era a metà del suo albero. Aveva sudato sangue e lacrime e non avrebbe resistito cinque minuti di più.
Il secondo era incredibilmente al termine del suo tronco. Avevano cominciato insieme e i due alberi erano uguali!
Il primo boscaiolo non credeva ai suoi occhi. "Non ci capisco niente! Come hai fatto ad andare così veloce se ti fermavi tutte le ore?".
L'altro sorrise: "Hai visto che mi fermavo ogni ora. Ma quello che non hai visto è che approfittavo della sosta per affilare la mia ascia".

Il tuo spirito è come l'ascia. Non lasciarlo arrugginire. Ogni giorno affilalo un po:
1. Fermati dieci minuti e ascolta un po' di musica.
2. Cammina ogni volta che puoi.
3. Abbraccia ogni giorno le persone che ami e dì loro: "Ti voglio bene".
4. Festeggia compleanni, anniversari, onomastici e tutto quello che ti viene in mente.
5. Sii gentile con tutti. Anche con quelli di casa tua.
6. Sorridi.
7. Prega.
8. Aiuta qualcuno che ha bisogno di te.
9. Coccolati.
10. Guarda il cielo e punta in alto.

- don Bruno Ferrero - 
da: “Il segreto dei pesci rossi”



Quando il comportamento di qualcuno ti causa dolore, potresti nutrire risentimento nei suoi confronti. Tuttavia non fai altro che ferire te stesso, poiché il risentimento abbassa l’energia, l’entusiasmo e l’efficienza. 
Ogni parola o gesto scortese che quell’individuo ha avuto per te è un riflesso della sua persona; il suo comportamento non è un’affermazione sul tuo vero Io. 
Quando le persone agiscono in modo scortese, allontanano la luce e l’amore dalla loro vita e attraggono esperienze che tendono ad alimentare la loro insoddisfazione. Più le persone sembrano sgradevoli, più hanno bisogno di amore, che cura l’infelicità e instilla il calore nei loro cuori. 
Questo non significa che devi stare in compagnia di coloro che sembrano comportarsi in modo scortese nei tuoi confronti. Puoi inviare da lontano pensieri d’affetto e raggiungere comunque il tuo obiettivo. 
Quando invii amore verso qualcuno per il quale provi risentimento, la “guarigione” avviene su tre livelli: 
1) ti libera dal dolore e dal tormento della rabbia. 
2) spezza gli schemi indesiderati, poiché tu attrai ciò che pensi. 
3) aiuta a guarire l’altra persona. Quindi, perdona. Il beneficio che ne trarrai supererà qualsiasi piacere derivante dal covare risentimento. Perdona e sii libero!

- Doreen Virtue - 
da: La guida degli angeli






"Ognuno deve lasciarsi qualche cosa dietro quando muore, diceva sempre mio nonno: un bimbo o un libro o un quadro o una casa o un muro eretto con le proprie mani o un paio di scarpe cucite da noi. 
O un giardino piantato col nostro sudore. 
Qualche cosa insomma che la nostra mano abbia toccato in modo che la nostra anima abbia dove andare quando moriamo, e quando la gente guarderà l'albero o il fiore che abbiamo piantato, noi saremo là. 
Non ha importanza quello che si fa, diceva mio nonno, purché si cambi qualche cosa da ciò che era prima in qualcos'altro che porti poi la nostra impronta. 
La differenza tra l'uomo che si limita a tosare un prato e un vero giardiniere sta nel tocco, diceva. 
Quello che sega il fieno poteva anche non esserci stato, su quel prato; ma il vero giardiniere vi resterà per tutta una vita."


- Ray Bradbury - 
da: "Fahrenheit 451" (1953), traduzione di Giorgio Monicelli, Arnoldo Mondadori Editore, 1966.



“Una delle lezioni più importanti della vita è quella di imparare l’indipendenza:  comprendere la libertà, che significa emancipazione dall’attaccamento, dai risultati, dalle opinioni e dalle aspettative.”

- Brian Weiss -



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giovedì 15 aprile 2021

Il tesoro nascosto - Martin Buber

Ai giovani che venivano da lui per la prima volta, Rabbi Bunam era solito raccontare la storia di Rabbi Eisik, figlio di Rabbi Jekel di Cracovia. 
Dopo anni e anni di dura miseria, che però non avevano scosso la sua fiducia in Dio, questi ricevette in sogno l'ordine di andare a Praga per cercare un tesoro sotto il ponte che conduce al palazzo reale. 
Quando il sogno si ripetè per la terza volta, Eisik si mise in cammino e raggiunse a piedi Praga. Ma il ponte era sorvegliato giorno e notte dalle sentinelle ed egli non ebbe il coraggio di scavare nel luogo indicato. 
Tuttavia tornava al ponte tutte le mattine, girandovi attorno fino a sera. 
Alla fine il capitano delle guardie, che aveva notato il suo andirivieni, gli si avvicinò e gli chiese amichevolmente se avesse perso qualcosa o se aspettasse qualcuno. Eisik gli raccontò il sogno che lo aveva spinto fin li dal suo lontano paese. 
Il capitano scoppiò a ridere: "E tu, poveraccio, per dar retta a un sogno sei venuto fin qui a piedi? Ah, ah, ah! Stai fresco a fidarti dei sogni! Allora anch'io avrei dovuto mettermi in cammino per obbedire a un sogno e andare fino a Cracovia, in casa di un ebreo, un certo Eisik, figlio di Jekel, per cercare un tesoro sotto la stufa! Eisik, figlio di Jekel, ma scherzi? Mi vedo proprio a entrare e mettere a soqquadro tutte le case in una città in cui metà degli ebrei si chiamano Eisik e l'altra metà Jekel!". E rise nuovamente. Eisik lo salutò, tornò a casa sua e dissotterrò il tesoro con il quale costruì la sinagoga intitolata "Scuola di Reb Eisik, figlio di Reb Jekel". "Ricordati bene di questa storia - aggiungeva allora Rabbi Bunam - e cogli il messaggio che ti rivolge: c'è qualcosa che tu non puoi trovare in alcuna parte del mondo, eppure esiste un luogo in cui la puoi trovare".

- Martin Buber - 
Da: Il cammino dell'uomo, Qiqajon




Voi siete già quello che state cercando... non lo sapete perchè state cercando altrove.

- Eckhart Tolle - 




“Ricordati, se mai dovessi aver bisogno di una mano che ti aiuti, che ne troverai una alla fine del tuo braccio...

Nel diventare più maturo scoprirai che hai due mani. Una per aiutare te stesso, l’altra per aiutare gli altri.” 

- Audrey Hepburn -


"Chi si mette sempre in mostra non vale nulla. 
Perché chi è speciale, viene fuori anche in silenzio. 
Ricordati che le cose più preziose brillano anche senza la luce del sole."

- Angela Perri -






Al posto di quel che mi manca

Dio mio, vieni a rimpiazzare in me
tutto quel che mi viene a mancare a poco a poco,
man mano che invecchio.

Le mie forza,
rimpiazzale con un di più di amore,
con un modo più semplice,
più delicato di donare me stesso.

Il mio slancio, il mio brio,
rimpiazzalo con il tuo sorridere;
tu, così buono con tutti,
che sapevi accondiscendere
a quel che gli altri domandavano,
aiutami, non solo a sopportare
e a comprendere gli altri,
ma a interessarmi ai loro progetti.

La mia memoria
fa' che mi permetta
di ricordare ciò che vi è di migliore,
ciò che vi è di più bello nella mia vita,
per condividerlo con gli altri.

La mia volontà,
che forse è debole,
fa' che si pieghi amabilmente
ai desideri ragionevoli
di coloro che mi stanno intorno.

Irradi umilmente,
discretamente,
per mezzo dell'esempio.
La mia intelligenza,
fa che accetti con umiltà
di sapersi meno attiva,
meno brillante, meno rapida,
ma che si applichi sempre di più
a cercare te,
a conoscere te
e a far penetrare in me le promesse di eternità
che tu fai a tutti quelli che ti cercano.

Signore mio Dio,
fa' che sia sempre più capace
di distaccarmi,
di dimenticarmi, di donarmi.

Con te e per te.
Amen.

- cardinale Jean Villot - 
(11 ottobre 1905-9 marzo 1979)




Buona giornata a tutti. :-)

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