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sabato 19 gennaio 2019

Quando hai una madre forte, anche tu diventi una donna forte -

Quando hai una madre forte, ti rendi conto che non hai bisogno di un uomo per trovare la felicità. Ti rendi conto che ciascuno può andare avanti senza la necessità di una mano da tenere. Ti rendi conto che anche da sola puoi arrivare dove vuoi.
Quando hai una madre forte, impari a coltivare la tua indipendenza. Impari a socializzare e a usare parole giuste. Impari come rialzarti da sola dopo una sconfitta. Impari a sopravvivere da sola, come prenderti cura di te stessa da sola, proprio come ha fatto tua madre, e la renderesti solo orgogliosa.
Quando hai una madre forte, ti rispetti. Non permetti a nessuno di parlare male di te. Non permetti a nessuno di metterti i piedi in testa. Non permetti a nessuno di guardarti come solo un corpo invece che come essere umano. E pretendi di essere trattata con rispetto.
Quando hai una madre forte, sai come ci si sente ad amare. Sai quanto vale la parola famiglia. Sai riconoscere le persone dannose per te e chi invece può farti solo del bene la sua compagnia.
Quando hai una madre forte, sei abbastanza intelligente da capire che piangere e mostrarsi vulnerabili non è una debolezza. Capisci che anche le persone più forti a volte si fanno del male. Anche loro possono avere momenti di cedimento.
Quando hai una madre forte, capisci che non devi mai smettere di lottare per ciò in cui credi. Se sbagli, o cadi e ti fai male, ti rialzi. Non accettare mai la sconfitta. Continui a riprovarci finché non ottieni ciò che vuoi.
Quando hai una madre forte, impari a dare importanza ai piccoli gesti, alle piccole cose, tua madre ti ha insegnato grandi valori, anche in maniera del tutto casuale. 
Avere una madre forte, significa avere un pilastro su cui appoggiarsi senza aver paura di cadere.
Quando hai una madre forte, non ti senti mai solo. Impari a convivere anche con te stessa, non servono altre persone per renderti felice. Impari a contare su te stessa, e a prendere ordini solo dal tuo cuore e dal tuo cervello.
Quando hai una madre forte, hai una migliore amica per la vita. Hai qualcuno con cui parlare delle vostre stesse difficoltà, hai un esempio, un guida su cui poter affidarti.
Quando hai una madre forte, hai un’ispirazione. Lei è il tuo modello. 
Quando hai una madre forte, anche tu diventi una donna forte.


«C'era una volta, tanti secoli fa, una città famosa. Sorgeva in una prospera vallata e, siccome i suoi abitanti erano decisi e laboriosi, in poco tempo crebbe enormemente. Era insomma una città felice nella quale tutti vivevano in pace. Ma un brutto giorno, i suoi abitanti decisero di eleggere un re. 
Suonate le trombe, gli araldi li riunirono tutti davanti al Municipio. 
Non mancava nessuno. Lo squillo di una tromba impose il silenzio su tutta l'assemblea. 
Si fece avanti allora un tipo basso e grasso, vestito superbamente. Era l'uomo più ricco della città. Alzò la mano carica di anelli scintillanti e proclamò: "Cittadini! Noi siamo già immensamente ricchi. Non ci manca il denaro. Il nostro re deve essere un uomo nobile, un conte, un marchese, un principe, perché tutti lo rispettino per il suo alto linguaggio".
"No! Vattene! Fatelo tacere' Buuu". I meno ricchi della città cominciarono una gazzarra indescrivibile. "Vogliamo come re un uomo ricco e generoso che ponga rimedio ai nostri problemi!".
Nello stesso tempo, i soldati issarono sulle loro spalle un gigante muscoloso e gridarono: "Questo sarà il nostro re! Il più forte!".
Nella confusione generale, nessuno capiva più niente. Da tutte le parti scoppiavano grida, minacce, applausi, armi che s'incrociavano.
Suonò di nuovo la tromba. Un anziano, sereno e prudente, sali sul gradino più alto e disse: "Amici, non commettiamo la pazzia di batterci per un re che non esiste ancora. Chiamiamo un innocente e sia lui ad eleggere un re tra di noi".
Presero un bambino e lo condussero davanti a tutti. L'anziano gli chiese: "Chi vuoi che sia il re di questa città così grande?".
Il bambinetto li guardò tutti, si succhiò il pollice e poi rispose: "I re sono brutti. Io non voglio un re. Voglio che sia una regina: la mia mamma"».


La forza delle donne deriva da qualcosa che la psicologia non è in grado di spiegare. Gli uomini possono essere analizzati, le donne soltanto adorate. 

- Oscar Wilde -


Buona giornata a tutti. :-)





mercoledì 16 gennaio 2019

La porta piccola è sempre aperta


Intorno alla stazione principale di una grande città, si dava appuntamento, ogni giorno e ogni notte, una folla di relitti umani: barboni, ladruncoli, marocchini e giovani drogati.
Di tutti i tipi e di tutti i colori. Si vedeva bene che erano infelici e disperati. Barbe lunghe, occhi cisposi, mani tremanti, stracci, sporcizia. Più che di soldi, avevano tutti bisogno di un po' di consolazione e di coraggio per vivere; ma queste cose oggi non le sa dare quasi più nessuno.
Colpiva, tra tutti, un giovane, sporco e con i capelli lunghi e trascurati, che si aggirava in mezzo agli altri poveri naufraghi della città come se avesse una sua personale zattera di salvezza. Quando le cose gli sembravano proprio andare male, nei momenti di solitudine e di angoscia più nera, il giovane estraeva dalla sua tasca un bigliettino unto e stropicciato e lo leggeva. Poi lo ripiegava accuratamente e lo rimetteva in tasca.
Qualche volta lo baciava, se lo appoggiava al cuore o alla fronte. La lettura del bigliettino faceva effetto subito. Il giovane sembrava riconfortato, raddrizzava le spalle, riprendeva coraggio.
Che cosa c'era scritto su quel misterioso biglietto? Sei piccole parole soltanto: "La porta piccola è sempre aperta". Tutto qui.
Era un biglietto che gli aveva mandato suo padre. Significava che era stato perdonato e in qualunque momento avrebbe potuto tornare a casa. E una notte lo fece. Trovò la porta piccola del giardino di casa aperta. Salì le scale in silenzio e si infilò nel suo letto. Il mattino dopo, quando si sveglio, accanto al letto, c'era suo padre. In silenzio, si abbracciarono.

Il biglietto misterioso spiega che c'è sempre una piccola porta aperta per l'uomo. Può essere la porta del confessionale, quella della chiesa o del pentimento. E là sempre un Padre che attende. Un Padre che ha già perdonato e che aspetta di ricominciare tutto daccapo.





Dio sempre aspetta. Dio è accanto a noi, Dio cammina con noi, è umile: ci aspetta sempre. Gesù sempre ci aspetta. Questa è l'umiltà di Dio. Nella storia del Popolo di Dio ci sono momenti belli che danno gioia e anche momenti brutti di dolore, di martirio, di peccato, e sia nei momenti brutti, sia nel momenti belli una cosa sempre è la stessa: il Signore è là, mai abbandona il Suo popolo!

- Papa Francesco -
Omelia 24 settembre 2013, Casa Santa Marta


Preghiera di Papa Paolo IV

Siamo qui, Signore Gesù.
Siamo venuti come i colpevoli
ritornano al luogo del loro delitto.
Siamo venuti come colui che Ti ha seguito,
ma Ti ha anche tradito,
tante volte fedeli e tante volte infedeli.
Siamo venuti per riconoscere
il misterioso rapporto fra i nostri peccati e la tua passione:
l’opera nostra e l’opera Tua.
Siamo venuti per batterci il petto,
per domandarti perdono,
per implorare la Tua misericordia.
Siamo venuti perché sappiamo che Tu puoi,
che Tu vuoi perdonarci,
perché Tu hai espiato per noi.
Tu sei la nostra redenzione e la nostra speranza.




 Buona giornata a tutti. :-)







martedì 15 gennaio 2019

L'uovo e il Cucchiaino - don Bruno Ferrero

Una donna, che non aveva grandi risorse economiche, trovò un uovo. 
Tutta felice, chiamò il marito e i figli e disse: "Tutte le nostre preoccupazioni sono finite. Guardate un po': ho trovato un uovo! Noi non lo mangeremo, ma lo porteremo al nostro vicino perché lo faccia covare dalla sua chioccia. Così presto avremo un pulcino, che diventerà una gallina. 
Noi naturalmente non mangeremo la gallina, ma le faremo deporre molte uova, e dalle uova avremo molte altre galline, che faranno altre uova. Così avremo tante galline e tante uova. Noi non mangeremo né galline né uova, ma le venderemo e ci compreremo una vitellina. Alleveremo la vitellina e la faremo diventare una mucca. 
La mucca ci darà altri vitelli, finché avremo una bella mandria. Venderemo la mandria e ci compreremo un campo, poi venderemo e compreremo, compreremo e venderemo". 

Mentre parlava, la donna gesticolava. 

L'uovo le scivolò di mano e si spiaccicò per terra.

I nostri propositi assomigliano spesso alle chiacchiere di questa donna: "Farò... Dirò... Rimedierò...".

Passano i giorni e gli anni, e non facciamo niente.

- don Bruno Ferrero -
Fonte: Quaranta storie nel deserto di Bruno Ferrero, ed. ElleDiCi





Una vecchietta serena, sul letto d'ospedale, parlava con il parroco che era venuto a visitarla.

"Il Signore mi ha donato una vita bellissima. Sono pronta a partire".
"Lo so" mormorò il parroco.
"C'è una cosa che desidero. Quando mi seppelliranno voglio avere un cucchiaino in mano".
"Un cucchiaino?". Il buon parroco si mostrò autenticamente sorpreso. "Perché vuoi essere sepolta con un cucchiaino in mano?".
"Mi è sempre piaciuto partecipare ai pranzi e alla cene delle feste in parrocchia. Quando arrivavo al mio posto guardavo subito se c'era il cucchiaino vicino al piatto. Sa che cosa voleva dire? Che alla fine sarebbero arrivati il dolce o il gelato".
"E allora?".
"Significava che il meglio arrivava alla fine! E proprio questo che voglio dire al mio funerale. Quando passeranno vicino alla mia bara si chiederanno: Perché quel cucchiaino?. Voglio che lei risponda che io ho il cucchiaino perché sta arrivando il meglio".

Un medico era assillato da un paziente che aveva una gran paura di morire.
"Come sarà quel momento, dottore? Che mi succederà?".
Il dottore apri la porta della stanza per andarsene e il cagnolino del malato entrò di gran carriera. Abbaiando e scodinzolando di gioia, saltò sul letto e sommerse mani e volto del padrone di leccatine affettuose.
Il dottore disse: "Sarà proprio così. Qualcuno aprirà la porta e...

- don Bruno Ferrero -

fonte: Il Segreto dei Pesci Rossi di Bruno Ferrero, Casa Editrice: ElleDiCi


Buona giornata a tutti. :-)






sabato 12 gennaio 2019

Miracoli - Padre Anthony de Mello

Un uomo traversò terre e mari per verificare personalmente la straordinaria fama del maestro. 
«Che miracoli ha operato il vostro maestro?» chiese a un discepolo. 
«Be', c'è miracolo e miracolo. Nel tuo paese è considerato un miracolo che Dio faccia la volontà di qualcuno. 
Nel nostro paese è considerato un miracolo che qualcuno faccia la volontà di Dio». 

- Padre Anthony de Mello -
 Fonte: Un minuto di saggezza – padre Anthony de Mello - ed.Paoline


L'aureola stretta - Padre Anthony de Mello

Un uomo andò dal medico e gli disse:
«Dottore, ho un terribile mal di testa che non mi abbandona un istante. Mi potrebbe dare qualche cosa per farmelo passare?»
«Certamente», rispose il dottore, «ma prima ho bisogno di sapere da lei alcune cose.
Mi dica, beve molti liquori?» «Liquori?», esclamò l’uomo indignato, «non bevo mai quelle schifezze». 
«E fuma?» «Trovo il fumo disgustoso».
Non ho mai toccato il tabacco in vita mia». 
«Sono un po’ imbarazzato nel farle questa domanda, ma... sa come sono certi uomini... le capita di avere qualche avventura notturna?» «Naturalmente no. Per chi mi prende? Mi corico tutte le sere alle dieci al massimo». 
«Mi dica», proseguì il dottore, «questo dolore che sente alla testa è come una fitta acuta e lancinante?» «Sì», rispose l’uomo. «E proprio così, una fitta acuta e lancinante».
«Molto semplice, mio caro signore!
Il  suo problema è che l’aureola le sta troppo stretta. Non c’è che da allentarla un po’».

Il  guaio dei nostri ideali è che, se vogliamo essere all’ altezza di ciascuno di essi, diventiamo persone con cui  è impossibile vivere.

- Padre Anthony de Mello -
 Fonte: La preghiera della rana – Anthony de Mello - ed.Paoline


E' passato un altro giorno Signore,
è passato un altro giorno
e ho percorso un altro tratto della strada della vita.
Perdonami per tutte le volte che ho risposto "Sì" alla tua parola
per poi comportarmi nel modo contrario.
Perdonami per tutte le volte che ho fatto il bene
solo dopo molti ripensamenti ed indecisioni.
Aiutami domani a ritrovare l'entusiasmo
per accogliere senza condizioni
il tuo difficile invito ad amare i fratelli.
Il silenzio della notte renda più vera la mia preghiera,
perché, con il riposo del corpo,
il cuore possa contemplare l'ampiezza
e la profondità della tua pace.
Amen.



Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it




venerdì 4 gennaio 2019

Come i re magi - Federica Storace

Alcuni Magi giunsero da Oriente a Gerusalemme e domandavano:" Dov'è il Re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti per adorarlo". (Mt 2, 1-2).

Signore, ti chiedo di rendermi simile, almeno un pochino, ai Re Magi.
Questi personaggi speciali, tra leggenda e realtà, che finiscono sempre un po' bistrattati nei nostri presepi domestici. 
Giungono a destinazione quasi alla fine della festa, quando Gesù Bambino è ormai nato e tutti sono già arrivati ad adorarlo prima di loro. 
Fanno appena in tempo a posare i famosi doni davanti alla capanna e vengono velocemente riposti, con le altre statuine, nella scatola e poi in dispensa, pronti per l'anno dopo... "Toccata e fuga". 
Una presenza su cui non meditiamo mai abbastanza e che, invece, porta in se tutte le premesse e la fatica di un lungo viaggio.
Rendimi simile a loro, Signore.A questi uomini colti, ricchi, potenti, che avrebbero potuto stare tranquillamente e comodamente nelle loro bellissime case e, invece, si sono messi in cammino.
Con i loro bagagli, le carovane, l'oro, l'incenso e la mirra, con una stella speciale ad illuminare le loro notti e l'eco delle profezie antiche a riscaldare i loro cuori.
Uomini di scienza, di successo e di cultura che, però, non si sono accontentati.
Dona anche a me l'umiltà necessaria per mettermi in viaggio ed infiamma la mia anima del desiderio ardente di trovarti. 
Non permettere che io mi inganni pensando di poterti raggiungere senza "muovermi", rimanendo ferma in me stessa. 
Spingimi a lasciare tutto e a mettermi per strada affrontando gli inconvenienti che ogni viaggio comporta, magari un viaggio difficile, in pieno deserto.
Ricordami sempre che bisogna cercare ciò che vale perché né la scienza, né l'intelligenza, né la cultura, né i piaceri, né la ricchezza, niente basta per dare senso alla vita, niente senza aver trovato te, il Salvatore. 
Tu, Signore, colui che non possiamo incontrare se rimaniamo confinati in casa nostra. Colui che non possiamo scoprire se non facciamo la fatica di superare il nostro limite umano.
I nostri limiti. Quei limiti che, spesso, diventano un comodo alibi per giustificarci, per non trovarci costretti a porgere l'altra guancia, per non dover andare incontro al nostro fratello scomodo, proprio quello che, sfortunatamente!, ci è prossimo ma ci urta il sistema nervoso!
Che cosa si saranno detti questi tre Re multietnici, a rappresentare tutte le genti del mondo e del tempo, durante il viaggio? 
Cosa sarà passato nei loro cuori? 
Quali interrogativi? 
Quali speranze? 
Quanti, profondi scoraggiamenti ed incertezze? Chissà. Forse le loro speranze e le loro paure sono anche le nostre...
Donami, Signore, alla fine di questo cammino, di trovarti e di poterti adorare con i miei poveri doni.
E allora non sarà più come arrivare ad una festa giunta quasi alla fine ma sarà festa senza fine. Amen.

Federica Storace -



Nel mondo antico, i corpi celesti erano guardati come potenze divine che decidevano del destino degli uomini. 
I pianeti portano nomi di divinità. Secondo l’opinione di allora, essi dominavano in qualche modo il mondo, e l’uomo doveva cercare di venire a patti con queste potenze. 
La fede nell’unico Dio, ha qui operato ben presto una demitizzazione, quando il racconto della creazione, con magnifica sobrietà, chiama il sole e la luna “lampade” che Dio, insieme con tutta la schiera delle stelle, appende alla volta celeste (cfr. Gen 1, 16s). 
Entrando nel mondo pagano, la fede cristiana doveva nuovamente affrontare la questione delle divinità astrali. 
Per questo, nelle Lettere dalla prigionia agli Efesini e ai Colossesi, Paolo ha fortemente insistito sul fatto che il Cristo risorto ha vinto ogni Principato e Potenza dell’aria e domina tutto l’universo. 
In questa linea sta anche il racconto della stella dei Magi: non è la stella a determinare il destino del Bambino, ma il Bambino guida la stella. 
Si può parlare di una specie di svolta antropologica: l’uomo assunto da Dio è più grande di tutte le potenze del mondo materiale e vale più dell’universo intero.

- papa Benedetto XVI -
da: L’infanzia di Gesù


I Re Magi

Una luce vermiglia
risplende nella pia

notte e si spande via

per miglia e miglia e miglia.



O nova meraviglia!
O fiore di Maria!

Passa la melodia

e la terra s’ingiglia.



Cantano tra il fischiare
del vento per le forre,

i biondi angeli in coro;

ed ecco Baldassarre

Gaspare e Melchiorre,

con mirra, incenso ed oro.

- Gabriele d’Annunzio - 



Buona giornata a tutti. :)




mercoledì 2 gennaio 2019

Sulla Preghiera da : "Il Profeta" di Khalil Gibran

Allora una sacerdotessa disse: Parlaci della Preghiera.
E lui rispose dicendo:

Voi pregate nell'angoscia e nel bisogno, ma dovreste pregare anche nella pienezza della gioia e nei giorni dell'abbondanza.

Perché non è forse la preghiera l'espansione di voi stessi nell'etere vivente ?
Se riversare la vostra notte nello spazio vi conforta, è gioia anche esprimere l'alba del vostro cuore.
E se non potete fare a meno di piangere quando l'anima vi chiama alla preghiera, essa dovrebbe spingervi sempre e ancora al sorriso.
Pregando vi innalzate sino a incontrare nell'aria coloro che pregano nello stesso istante, e non potete incontrarli che nella preghiera.

Perciò la visita a questo tempio invisibile non sia altro che estasi e dolce comunione.
Giacchè se entrate nel tempio soltanto per chiedere, voi non avrete.
E se entrate per umiliarvi, non sarete innalzati.
O se entrate a supplicare per il bene altrui, non sarete ascoltati.
Entrare nel tempio invisibile è sufficiente.

Con la parola io non posso insegnarvi a pregare.
Dio non ascolta le vostre parole, se non le pronuncia egli stesso attraverso le vostre labbra. E io non posso insegnarvi la preghiera dei monti, dei mari e delle foreste.

Ma voi, nati dalle foreste, dai monti e dai mari, potete scoprire le loro preghiere nel vostro cuore,
E se solo tendete l'orecchio nella quiete della notte, udrete nel silenzio:
"Dio nostro, ala di noi stessi, noi vogliamo secondo la tua volontà.
Desideriamo secondo il tuo desiderio.
Il tuo impero trasforma le nostre notti, che sono le tue notti, in giorni che sono i tuoi giorni. Nulla possiamo chiederti, perché tu conosci i nostri bisogni prima ancora che nascano in noi.
Tu sei il nostro bisogno, e nel donarci più di te stesso, tutto ci doni".

 Sulla Preghiera da : "Il Profeta" di Khalil Gibran




Ci sono quelli
che danno poco del molto che hanno
e lo danno per ottenere riconoscenza,
e il loro desiderio guasta i loro doni.
E ci sono quelli
che hanno poco e lo danno tutto.
Sono proprio loro
quelli che credono nella vita
e nella generosità della vita,
e il loro scrigno non è mai vuoto.
Ci sono quelli che danno con gioia,
e questa gioia è la loro ricompensa.
E ci sono quelli che danno con dolore,
e questo dolore è il loro battesimo.
E ci sono quelli che danno
e nel dare non provano dolore
né cercano gioia
né danno pensando alla virtù.
Essi danno come in quella valle laggiù
dove il mirto esala nello spazio la sua fragranza.
Per mezzo delle mani di gente come loro
Dio parla e dietro ai loro occhi
egli sorride alla terra.

È bene dare quando si è richiesti,
ma è meglio dare quando,
pur non essendo richiesti,
comprendiamo i bisogni degli altri.

E per chi è generoso,
il cercare uno che riceva
è gioia più grande che non il dare.
E c'è forse qualcosa che vorresti trattenere?

Tutto ciò che hai
un giorno o l'altro sarà dato via.

Perciò dà adesso,
si che la stagione del dare sia la tua,
non quella dei tuoi eredi.

- Kahlil Gibran -


Buona giornata a tutti. :-)