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mercoledì 5 giugno 2019

Ai margini della strada

Sono qui, Signore Gesù,
al margine della strada,
senza strada.

Vedo altri sfrecciare davanti a me,
e tutti mi appaiono felici e sicuri di sè;
io invece non vedo che nebbia e foschia.

I miei passi, però, cercano le tue orme da seguire;
il bene e il male sono nel mio cuore che,
senza tregua, cerca, chiede e chiama.

Ravviva in me tutto ciò che è addormentato,
tutto ciò che languisce,
tutto ciò che muore di tristezza
e donami un pieno d'entusiasmo.

Desidero essere il tuo discepolo
e imparare da Te, Maestro.
Signore, sono debole, incostante.
Insegnami a fermarmi da Te
per “fare il pieno” e poi ripartire;
e Tu precedimi e spianami un po' il cammino:
allora arriverò là dove Tu vuoi!




Ogni caduta, anche se gravissima e ripetuta, serva a noi sempre e solamente come gradino verso una perfezione più alta. 
Per questo soltanto, infatti, l'Immacolata permette una caduta per guarirci dall'amor proprio, dalla superbia, per condurci all'umiltà e per renderci in tal modo più docili alle grazie divine.


- San Massimiliano Kolbe -




Il cammino con chi non è degno dei tuoi passi è cammino su foglie secche …
Sciuperà le tue scarpe lasciando solo orme di pioggia nell’ anima.


La vera disabilità è quella dell'anima che non comprende.... 
Quella dell'occhio che non vede i sentimenti...... 
Quella dell'orecchio che non sente le richieste di aiuto... 
Solitamente, il vero disabile è colui che, additando gli altri, ignora di esserlo.

- Gladys Rovini -
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Buona giornata a tutti. :-)

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sabato 1 giugno 2019

Prendersi il tempo non è mai una perdita di tempo

Noi siamo gli smaniosi della fretta.
Ma, sapete, è un’inezia
In quel che eterno permane
Il fuggire del Tempo.
Ogni precipitarsi è già morto:
Da ciò che sta fermo ci viene
L’iniziazione.
Gioventù, non dissolvere
Nella velocità il tuo animo,
non forzarti a volare.
Perché riposo è tutto:
L’oscuro e il luminoso,
Il libro, il fiore.

- Rainer Maria Rilke -




«Rifletti lentamente, ma metti in atto rapidamente le tue decisioni».

- Isocrate -



La riflessione non deve mai essere precipitosa se deve ispirare azioni fruttuose.
Prendersi il tempo non è mai una perdita di tempo. 
Un successo è sempre nutrito da una lunga maturazione. 
Quando ci sembra che le cose si compiano troppo lentamente, dovremmo pensare al centometrista che ha alle spalle anni di preparazione, di disciplina perseverante e di sforzi continui e si gioca la carriera in una corsa che dura meno di dieci secondi. 
Minuzia della preparazione, rapidità dell'azione: questo dominio di ritmi radicalmente diversi è probabilmente il preambolo fondamentale di una riuscita durevole.





Tu che stabilisci ogni autorità,
concedi a giudici e magistrati
d’essere capisaldi di virtù
nel tuo santo timore;
concedi ai parlamentari saggezza vera;
ai nostri grandi,
di non far niente contro
ma tutto a favore della verità;
ai tribunali dona i giudizi giusti
nel valutare cose che ci riguardano tutti,
senza preferenze, senza parzialità.
Dio del cielo e della terra,
da’ la forza della pace
a tutti gli eserciti cristiani.
Concedi alle popolazioni
d’essere subordinate alla democrazia,
non per paura della polizia
ma per scelta di coscienza.
Concedi a pastori e contadini buoni frutti,
ai pescatori pesce in abbondanza;
ai commercianti, di non prevalere
l’uno sull’altro,
ai meccanici e industriali
comportamenti legali,
da’ lavoro al più ordinario dipendente,
fino al giovane disoccupato.

John Henry Newman -

Fonte: “Ho pensato  a te, Signore. Preghiamo con John Henry Newman”, Ed. Paoline


Buona giornata a tutti. :-)

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sabato 25 maggio 2019

Il cespuglio spinoso – Don Bruno Ferrero

Era cresciuto sui fianchi del monte e si era inebriato di aria e di sole. Ma dopo i primi tempi in cui era un germoglio verde tenero, i suoi rametti contorti e sgraziati si erano coperti di spine sgradevoli ed appuntite...


Era detestato dagli uccelli e dalle pecore, alle quali senza volerlo strappava bioccoli di lana quando lo sfioravano.
Perfino le capre, che non sono schizzinose e brucherebbero anche le pietre, lo evitavano.

Gli altri cespugli e gli arbusti sfoggiavano fiori e foglie, e taluni perfino frutti.
Il povero cespuglio spinoso produceva solo spine...
Il vento della sera gli portava il disprezzo e la derisione delle altre piante.

Ma quando Dio volle parlare a Mosè, scelse l'umile cespuglio spinoso sui fianchi della montagna.
E il cespuglio divenne il trono di Dio, splendente più del sole, ardente di luce e di fuoco, come se ognuna delle sue spine si fosse trasformata in una pietra preziosa dai mille riflessi di luce purissima.



- Don Bruno Ferrero -
Fonte: A volte basta un raggio di sole, ed.Elledici


"Non disprezzare il peccatore, poiché tutti siamo colpevoli. 
Se, per amore di Dio, ti alzi contro di lui, piangi piuttosto su di lui. 
Perché lo disprezzi? 
Disprezza piuttosto i suoi peccati, e prega per lui, per essere simile a Cristo, che non si è irritato contro i peccatori, bensì ha pregato per loro (cfr Lc 23,24). Non vedi forse come egli ha pianto su Gerusalemme? 
Infatti anche noi, più di una volta, siamo stati giocati dal diavolo. 
Perché disprezzare colui che, come noi, è stato giocato dal diavolo che si burla di noi tutti? 
Perché, tu che sei soltanto un uomo, disprezzi il peccatore? 
Sarà forse perché non è stato giusto come te? 
Ma dov'è la tua giustizia, se non hai l'amore? 
Perché non hai pianto su di lui? Al contrario lo perseguiti. 
Per ignoranza si irritano, coloro che ritengono di possedere il discernimento delle opere dei peccatori."

- Isacco di Siria -
monaco nella regione di Mossul, santo delle Chiese ortodosse 


  


“Dio è vicino
a ciò che è piccolo,
ama ciò che è perduto,
ciò che è insignificante,
ciò che è debole.
Quando gli uomini dicono
“perduto”
egli dice
“trovato”;
quando dicono
“condannato”,
egli dice
“salvato”.

- Dietrich Bonhoeffer -


Buona giornata a tutti. :-)









martedì 21 maggio 2019

Signore, che il mio oggi sia il tuo - don Bruno Ferrero sdb

Anche Gesù va in chiesa la domenica, a Nazaret, il suo paese. Naturalmente la chiesa degli ebrei si chiama sinagoga e invece della domenica il giorno dedicato al Signore è il sabato. 
Ed è una cosa abituale per Gesù:  secondo il suo solito dice l'evangelista Luca.
Quel giorno, Gesù si alza per fare la lettura: una brano delle profezie di Isaia che parla del Messia. Dopo la lettura, Gesù si siede. E fa la predica. La predica da seduti era una abitudine tipicamente palestinese. 
La predica di Gesù è come sempre fulminante: un colpo di frusta sugli ascoltatori, perché dopo aver letto la profezia di Isaia dice: 
"Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato". 
Gesù non dice esplicitamente: "Questa Scrittura parla di me e voi potete constatarlo", come del resto non dice mai di essere il Cristo o il Messia. Fornisce ai suoi ascoltatori degli indizi, ma lascia libera la loro intelligenza di accettare o no il segno che ha offerto. 
Gesù li invita a riconoscere la novità che ha fatto irruzione in mezzo a loro.
Gesù fa una cosa che è diventata di moda: fa la "lectio divina" di Isaia 61, cioè riferisce a se stesso quel testo. Fare "lectio divina" di un testo biblico infatti significa trovare che cosa dice di Gesù quel testo e poi che cosa dice a noi.
Ricordiamo quello che spiegò Gesù risorto ai due discepoli: "Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi". 
Su di me! 
Tutta la Bibbia parla di lui.
"Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato". Lo Spirito del Signore è su di lui. Gesù davanti alla gente è un laico, non è "consacrato" dagli uomini, ma dallo Spirito, che lo ha mandato a portare ai poveri la bella notizia, il Vangelo.
Gesù si presenta non come uno dei profeti, né come un grande "saggio", ma come il "Salvatore", il Liberatore annunciato dalle Scritture, il tanto aspettato Messia. 
È straordinario: Gesù legge la Bibbia! 
Non ne avrebbe certo bisogno. Lo fa per noi, per farci capire quanto sia grande il dono che ci è stato fatto e che non sappiamo apprezzare. 
Un dono che si carica di polvere in un angolo della nostra casa, un libro che non abbiamo mai veramente letto, parole che passano su di noi e non ascoltiamo quasi mai veramente.

Per il suo compleanno, una principessa ricevette dal fidanzato un pesante pacchetto dall'insolita forma tondeggiante.
Impaziente per la curiosità, lo aprì e trovò... una palla di cannone. Delusa e furiosa, scagliò a terra il nero proiettile di bronzo.
Cadendo, l'involucro esteriore della palla si aprì e apparve una palla più piccola d'argento. La principessa la raccolse subito. Rigirandola fra le mani, fece una leggera pressione sulla sua superficie. La sfera d'argento si aprì a sua volta e apparve un astuccio d'oro.
Questa volta la principessa aprì l'astuccio con estrema facilità. All'interno, su una morbida coltre di velluto nero, spiccava un magnifico anello, tempestato di splendidi brillanti che facevano corona a due semplici parole: ti amo.

Molta gente pensa: la Bibbia non mi attira. Contiene troppe pagine austere e incomprensibili. Ma chi fa lo sforzo di rompere il primo "involucro", con attenzione e preghiera, scopre ogni volta nuove e sorprendenti bellezze. E soprattutto verrà presto colpito dalla chiarezza del messaggio divino inciso nella Bibbia: Dio ti ama.

La prima lettura ci presenta la reazione del popolo alla lettura pubblica del libro della Bibbia:
tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge.
Noi non abbiamo reazioni di questo tipo alla lettura della Parola di Dio. Forse perché non prestiamo attenzione più di tanto alla lettura e all'omelia.
Sappiamo dal seguito della storia che le parole di Gesù provocarono un violento rifiuto da parte dei suoi compaesani, tanto che cercarono di buttarlo giù dalla collina su cui era costruito il paese.
L'incontro con la Parola di Dio richiede una reazione. 
Se rispondiamo dicendo "eccomi", come Maria, Mosé, i profeti, allora anche le storie delle nostre vite saranno trasformate. 

Intorno al 269, un ricco egiziano di nome Antonio andò una domenica in chiesa: "Accadde che si stesse leggendo il Vangelo e sentì che cosa il Signore aveva detto al ricco: "Se vuoi essere perfetto, vai, vendi ciò che possiedi e dallo ai poveri e riceverai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi". Come se questo ricordo dei santi gli fosse stato mandato da Dio, e come se quel passo fosse stato letto appositamente per lui, Antonio uscì immediatamente e diede agli abitanti del villaggio i possedimenti ereditati dai suoi antenati. consistevano in circa centoventi ettari di terra rigogliosa e fertile, così che non fossero di intralcio a lui e a sua sorella".

Quando Antonio sente quel passo è "come se quel passo fosse stato letto proprio per lui". 
Mille anni dopo, Francesco d'Assisi stava felicemente vivendo la vita scapestrata di giovane ricco. I suoi sogni e le sue fantasie erano modellati dai canti romantici dei trovatori. Poi ha sentito le stesse parole che avevano sconvolto sant'Antonio. Si è sentito interpellato personalmente da quelle parole, che hanno trasformato il modo di percepire la sua individualità.

Può accadere anche a noi. Sentiamo le parole delle letture tratte dalla Bibbia e ci sentiamo interpellati personalmente. Non possiamo immaginare che il lezionario sia stato progettato così che noi potessimo ricevere queste parole come se oggi fossero rivolte a noi.

Non è come se il nostro cellulare improvvisamente si fosse connesso con Dio. È una cosa molto più radicale. In questa storia dell'innamoramento di Dio con l'umanità scopriamo chi siamo. Le parole della Bibbia sembrano rivolte direttamente a noi, perché toccano il senso più profondo della nostra esistenza e della nostra individualità.

Dobbiamo spesso lottare con le scritture per spezzarne il guscio duro e scoprire all'interno il messaggio nutriente. Il compito principale del predicatore è aiutarci a scoprire in ogni testo, la Buona Novella, una fonte di gioia. 
Sant'Agostino diceva del predicare: "Il filo del discorso diventa vivo attraverso la gioia autentica che riceviamo da quello di cui stiamo parlando".

Quando le letture sono terminate diciamo: "Rendiamo grazie a Dio" e dopo il Vangelo diciamo: "Lode a te, o Cristo". Letteralmente, eucaristia significa "rendere grazie" e il nostro primo rendimento di grazie è per la Parola di Dio.
Perciò, quando andiamo in chiesa e ascoltiamo le letture, non speriamo di imparare fatti nuovi sulla vita di Gesù, ma di incontrarlo. In ogni Messa ci sono due comunioni: quella con la parola e quella con il corpo e sangue di Gesù.

Una studentessa piuttosto irrequieta aveva avuto una brutta "overdose" all'Università. Invece di essere consegnata alla polizia fu accompagnata dagli amici in una comunità di accoglienza.
Quando la situazione lo permise, il prete che guidava la comunità, un uomo colto e preparato, professore di teologia e di psicologia. la invitò nel suo ufficio.
Così ricorda: "Ogni sua parola era intercalata da una bestemmia. Devo ammettere che in quel momento mi chiesi se mangiasse con la stessa bocca con cui parlava. Cominciò col raccontarmi del suo "brutto viaggio". Disse che una montagna la stava per schiacciare e che i suoi "amici" dovevano tenerla giù".
I colloqui, nonostante tutto, continuarono.
"Ero semplicemente e completamente sconvolto dalle cose che mi descriveva ad ogni nostra seduta" riferisce il prete, che cercava di cambiare la ragazza con i ragionamenti più sottili e convincenti.

Quando per gli studenti iniziarono le vacanze estive, finirono gli incontri tra il professore e la ragazza. Alla ripresa autunnale, la ragazza non si fece vedere.
Il prete domandò alla sua migliore amica dove fosse. "Oh", disse l'amica, "si è convertita. Adesso vive in una comunità cristiana da qualche parte nel Nord, e scrive lettere come una suora".
Il prete rimase di stucco: non se lo sarebbe proprio aspettato.
Passarono diversi mesi e un giorno, la ragazza tornò per vedere la famiglia e gli amici. Andò anche nell'ufficio del prete e per prima cosa lo abbracciò. Era evidentemente molto cambiata. Il prete le chiese come fosse avvenuta la sua conversione e soprattutto se era stato grazie ai loro colloqui, ma lei rispose: "Oh, no. Lei mi ha trattata con i guanti di velluto. Il cuoco della pizzeria in cui ho lavorato quest'estate, invece, ha usato dei modi diversi. Più di una volta mi ha detto, con il suo forte accento:
"Certo che sembri proprio triste, ragazza. Perché non permetti a Gesù Cristo di entrare nella tua vita? Lascia che Gesù esca dalle pagine della Bibbia per entrare nella tua vita!"
La ragazza sorrise e continuò: "Io gli rispondevo: "Taglia con queste fesserie", ma, a sua insaputa, cominciai a leggere la Bibbia tutte le sere.. E, una di quelle sere, Gesù Cristo uscì veramente da quelle pagine per entrare nella mia vita".
Il prete professore con tutti suoi gradi accademici era stato completamente superato dal cuoco di una pizzeria.

È la migliore delle ricette: lascia che Gesù esca dalle pagine della Bibbia per entrare nella tua vita! Senza perdere tempo.
Oggi, dice Gesù.
Oggi: parola chiave nella mia vita di ogni giorno.
In questi oggi si adempie la Scrittura.
In questo oggi il Cristo entra nella sinagoga delle mie convinzioni per proclamare un lieto messaggio alle povertà del mio pensiero, ai sentimenti prigionieri di quel desiderio infranto sulle rovine di un grigio quotidiano trascinato di ora in ora, al mio sguardo offuscato dal mio orizzonte troppo ravvicinato.
Un anno di grazia, di ritorno, di benedizione.

Signore,
che il mio oggi sia il tuo,
perché nessuna tua Parola 
possa cadere invano nella mia vita 
ma tutte possano realizzarsi 
come chicchi di grano 
nel solco gelido del passato, 
capaci di germogliare 
ai primi venti di primavera.

- Don Bruno FERRERO, sdb -


Buona giornata a tutti. :-)




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mercoledì 8 maggio 2019

Preghiera alla Madonna dei Tumori, intercessione


Madre santissima, salute dei malati,
tu hai generato Colui che ci ha guarito dal peccato:
senza di Lui quel male, per noi incurabile,
ci avrebbe devastato!
Tu sei la Madre di Colui che sana le ferite del male
e che con la sua morte e risurrezione
apre per noi le porte della grazia,
fonte di salute dell’anima e del corpo.
Tu sei nostra Madre: a te ricorriamo fiduciosi.
ricordati di noi che siamo nella prova!
Lascia, o Madre tenerissima,
che preghiamo con te il Figlio tuo,
e per la comune invocazione del Suo nome
Egli ci liberi dal male che ci consuma
e ci conceda vita e salute.
Tu che, docile sotto la croce,
hai offerto la tua sofferenza,
insegnaci ad unire il nostro dolore,
con te e come te,
a quello del tuo Figlio Gesù
nostro unico Salvatore.
Amen.


l'icona sacra è presso la Basilica Santa Maria Maggiore Ravenna.



Non dobbiamo vergognarci della nostra malattia. Non è qualcosa da tenere nascosta. 
È, come dire, quella parte della nostra carta d'identità che ci fa rassomigliare di più a Gesù Cristo. 
È una tessera di riconoscimento incredibile, straordinaria.


- Don Tonino Bello - 






Una malattia ne vale un'altra: i nomi fanno più paura della malattia. E le cure qualche volta sono peggio dei mali.

- Enrico Pea -


«Le punizioni di Dio non sono il frutto di norme poliziesche da lui stesso imposte sadicamente. “Punizione di Dio” è la condizione che si sperimenta quando si smarrisce la retta via e si subiscono le conseguenze dell'essersi incamminati su una strada sbagliata, lontano da quell'esistenza che Dio aveva pensato per noi». 

- cardinale Joseph Ratzinger (papa Benedetto XVI)  -
 nel Libro intervista "Dio e il mondo", 2001






 Buona giornata a tutti :-)


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domenica 28 aprile 2019

Cos’è un ragazzo (1970)

I ragazzi ci arrivano in misure, pesi e colori assortiti.

Li troviamo dappertutto: sulla cima di... sotto a... dentro il... mentre si arrampicano su... dondolano da... corrono per... e saltano sopra...

Le madri li adorano, le bambine li odiano, le sorelle e i fratelli maggiori li tollerano, gli adulti li ignorano e... il Cielo li protegge.

Un ragazzo è la verità con la faccia sporca, la saggezza con i capelli arruffati, la speranza nell’avvenire con un ranocchio in tasca. 

Il ragazzo ha l’appetito di un cavallo, la digestione di un ingoiatore di spade, l’energia di una bomba atomica tascabile, la curiosità di un gatto, i polmoni di un dittatore, la fantasia di Giulio Verne, la timidezza della violetta, gli piacciono i gelati, le lime, il Natale, i giornali a fumetti, i boschi, l’acqua (nel suo ambiente naturale), i grossi animali, il babbo, i treni, la domenica mattina e i carri dei pompieri. 

Non vede di buon occhio il catechismo, le visite, la scuola, i giornali senza illustrazioni, le lezioni di piano, il barbiere, le bambine, le persone grandi, e il momento di coricarsi.

Un ragazzo è una creatura magica: potete chiuderlo fuori dal vostro studio, ma non dal cuore. 
Potete scacciarlo dalla vostra stanza ma non dalla vostra mente. 
Un terremoto in miniatura con la faccia lentigginosa...è il vostro padrone.

Ma quando tornate a casa la sera, recando con voi soltanto i brandelli delle vostre speranze e dei vostri sogni, lui può rimetterli a nuovo con due magiche parole: “Ciao papà”.



I giovani non sono vasi da riempire ma fiaccole da accendere"


- Plutarco -



"Le radici sono importanti, nella vita di un uomo,
ma noi uomini abbiamo le gambe, non le radici,
e le gambe sono fatte per andare altrove."


- Pino Cacucci -



Voglio vivere a tutto volume, 
Dio mio.
Sognare in grande,
avvicinarmi alla gente senza paura,
donare senza pretendere 
nulla in cambio.
A tutto volume, 
Dio mio,

voglio vivere ogni giorno di questa mia vita.




Buona giornata a tutti. :-)

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