E’ stata la religione a inventare il senso
del peccato attribuendolo anche ad aspetti comuni dell’esistenza umana.
L’uomo senza la Legge religiosa non
saprebbe mai che certi comportamenti sono peccato. Basta leggere le regole
relative al puro e all’impuro contenute nei capitoli 11-16 del Libro del
Levitico per rendersene conto.
Per quale misterioso motivo il Creatore
proibisce di mangiare la lepre (Lv 11,6), tra l’altro definita nel Libro del
Levitico un animale che rumina, e permette di mangiare “ogni specie di
cavallette” (Lv 11,22)? E perché si possono mangiare i grilli ma non il maiale
(Lv 11,7.22)?
Certe regole alimentari-religiose oggi
possono far sorridere, ma basta riandare a un cattolicesimo non molto lontano
per constatare che era considerato un peccato mortale mangiare carne il
venerdì, ed era peccato tutto quel che atteneva non solo alla sfera sessuale ma
anche semplicemente a quella genitale, perché il comandamento divino “Non
commettere adulterio” veniva presentato nel catechismo con “Non commettere atti
impuri”.
Non si cerca di minimizzare il senso del
peccato, ma di riportarlo nel suo giusto significato perché, altrimenti, quando
tutto è peccato, nulla è più peccato.
Nei vangeli il peccato non è la
trasgressione di una Legge religiosa ma il male che concretamente si fa agli
altri e di conseguenza a se stessi, come bene è stato formulato dal Concilio
Vaticano II dove si afferma che il peccato è “una diminuzione per l’uomo stesso,
impedendogli di conseguire la propria pienezza” (GS 1,13).
Il peccato non offende Dio ma l’uomo
impedendogli di crescere: “Forse offendono me, dice il Signore? Non offendono
forse se stessi per la propria vergogna?” (Ger 7,19).
La religione attraverso la Legge crea il
peccato rivendicando poi solo a se stessa la potestà di perdonarlo, e basa
tutto il suo prestigio e il suo potere sul concetto di peccato.
Quel che rende forte la religione è il
senso del peccato, e, come scrive Paolo ai Corinti, “la forza del peccato è la
Legge” (1 Cor 15,56).
Per mantenere il suo potere l’istituzione
religiosa rende la Legge impossibile da osservare in modo che il credente si
trovi sempre in condizione di peccato, come denuncia il profeta Osea in un
brano dove il Signore rimprovera i sacerdoti affermando che “essi si nutrono
dei peccati del mio popolo; e sono avidi della sua iniquità” (Os 4,8).
Il Signore accusa i sacerdoti di condurre
volontariamente il popolo nel peccato per poi poterci guadagnare. I custodi
della volontà di Dio si trasformano in seduttori del popolo di Dio.
Per comprendere questa denuncia occorre
sapere che nel culto giudaico i peccati venivano perdonati attraverso offerte
di sacrifici di animali e generi alimentari che servivano al nutrimento e al sostentamento
del clero.
Più la gente peccava e più il clero
ingrassava, e per mantenere costante il flusso delle offerte occorreva rendere
la Legge impossibile da osservare, falsificando così la volontà stessa di Dio,
come denuncia Geremia nella sua reprimenda contro gli scribi: “Voi come
potete dire: Noi siamo saggi e la Legge del Signore è con noi! A menzogna l’ha
ridotta la penna menzognera degli scribi” (Ger 8,8).
L’impossibilità di osservare la Legge,
manipolata secondo gli interessi degli scribi e l’avidità del clero, è bene
espressa da Pietro nello scontro di Gerusalemme con i credenti di tendenza
farisaica: “Perché continuate a tentare Dio, imponendo sul collo dei discepoli
un giogo che né i nostri padri, né noi siamo stati in grado di portare? Noi crediamo
che per la grazia del Signore Gesù siamo salvati e nello stesso modo anche
loro” (At 15,10).
Padre Alberto Maggi
http://www.studibiblici.it/
Il cristiano
non è un collezionista fanatico di certificati di servizio senza macchia. Gesù
Nostro Signore, che tanto si commuove dinanzi all'innocenza e alla fedeltà di
Giovanni, si intenerisce allo stesso modo, dopo la caduta di Pietro, per il suo
pentimento.
Gesù, che comprende la nostra fragilità, ci attrae a sé guidandoci
come per un piano inclinato ove si sale a poco a poco, giorno per giorno,
perché desidera che il nostro sforzo sia perseverante.
Ci cerca come cercò i
discepoli di Emmaus, andando loro incontro; come cercò Tommaso per mostrargli e
fargli toccare con le sue stesse mani le piaghe aperte sul suo corpo.
Proprio
perché conosce la nostra fragilità Gesù attende sempre che torniamo a Lui.
- San Josemaria Escrivá -
... La cultura cristiana è una cultura definita e pervasa dall'amore per il prossimo e dalla misericordia, e proprio per questo anche dal senso della giustizia sociale ...
L'autentica cultura europea non è una cultura soltanto della "mente" o della "ragione", ma una cultura del "cuore": una cultura che si lascia compenetrare e riscaldare dallo Spirito Santo, e perciò una cultura di misericordia...
- Joseph Ratzinger -
da: " Christlicher Glaube und Europa"
L'autentica cultura europea non è una cultura soltanto della "mente" o della "ragione", ma una cultura del "cuore": una cultura che si lascia compenetrare e riscaldare dallo Spirito Santo, e perciò una cultura di misericordia...
- Joseph Ratzinger -
da: " Christlicher Glaube und Europa"
Dal Sacramento della Riconciliazione, dobbiamo ricavare
due vantaggi:
1) ci confessiamo per venire risanati;
2) ci confessiamo per essere educati perché, alla pari d'un bambino, la nostra anima ha bisogno di continua educazione.
Gesù mio, per esperienza so che l'anima non va lontana con le proprie forze, s'affatica molto e non conclude.
Abbiamo bisogno della confessione, perché commettiamo continuamente degli errori, avendo noi una mente che non sa discernere ciò che giova.
Una cosa però ho anche capito, cioè che devo pregare molto per il confessore affinché lo illumini lo spirito di Dio.
Quando mi confesso senza prima aver pregato per lui, egli mi capisce poco.
1) ci confessiamo per venire risanati;
2) ci confessiamo per essere educati perché, alla pari d'un bambino, la nostra anima ha bisogno di continua educazione.
Gesù mio, per esperienza so che l'anima non va lontana con le proprie forze, s'affatica molto e non conclude.
Abbiamo bisogno della confessione, perché commettiamo continuamente degli errori, avendo noi una mente che non sa discernere ciò che giova.
Una cosa però ho anche capito, cioè che devo pregare molto per il confessore affinché lo illumini lo spirito di Dio.
Quando mi confesso senza prima aver pregato per lui, egli mi capisce poco.
- Dal Diario di Suor Faustina -
Concedimi di
lodarti, o Vergine santissima!
“Concedimi di
lodarti, o Vergine santissima,
con il mio impegno
e sacrificio personale.
Concedimi di vivere, lavorare, soffrire,
Concedimi di vivere, lavorare, soffrire,
consumarmi e morire
per Te, solamente per Te.
Concedimi di condurre a Te il mondo intero.
Concedimi di contribuire
Concedimi di condurre a Te il mondo intero.
Concedimi di contribuire
ad una sempre
maggiore esaltazione di Te,
alla più grande
esaltazione possibile di Te.
Concedimi di renderti una tale gloria
Concedimi di renderti una tale gloria
che nessuno mai Ti
ha tributato finora.
Concedi ad altri di superarmi nello zelo
Concedi ad altri di superarmi nello zelo
per la tua
esaltazione,
e a me di superare
loro,
così che in una
nobile emulazione la tua gloria
si accresca sempre
più profondamente,
sempre più rapidamente,
sempre più intensamente,
come desidera Colui
che Ti ha innalzata
in modo così
ineffabile al di sopra di tutti gli esseri”.
- San Massimiliano M.
Kolbe -