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mercoledì 2 marzo 2022

Preghiera della strada

Signore, devo uscire di casa, 
avvertire che i muri mi stanno stretti,
il tetto mi ruba il cielo, la finestra mi rende spettatore,
la porta mi nega l'avventura e l'orario mi fa perdere l'incontro.
Signore, fammi capire che è consentito 

vivere soltanto all'aperto;
si è cristiani soltanto all'aria libera. 
Il Vangelo cammina per le strade;
non devo pretendere di muovermi unicamente 

se il tempo è bello.
Il Vangelo, come la vita, si vive nelle intemperie, 
in condizioni sfavorevoli;
devo lasciarmi avvolgere dalla nebbia, dal buio della notte,
lavare dalla pioggia, asciugare dal vento, pungere dal freddo,
sentirmi al sicuro nella precarietà, 

possedere la certezza del provvisorio.
Bisogna che smetta di incaricare i vestiti 

o il termosifone di scaldarmi,
è bello essere obbligato ad accendere il fuoco dentro,
a riscaldarmi dall'interno, a coprirmi delle certezze del cuore,
indovinare il sole oltre lo spessore dei nuvoloni neri,
scoprire il cammino consultando la speranza,
sentire il tempo attraverso il corpo liberato dagli ingombri,
inventare il canto al ritmo dei passi,
sentirmi garantito da ciò che mi sono lasciato alle spalle
e arricchito da tutto quello che non ho più.
Provare la gioia di non possedere niente e quindi di avere tutto.
Si, perché il Tutto può essere contenuto, trovare posto unicamente nel nulla.
Signore, fammi chiudere gli occhi 

per essere raggiunto dalla luce,
insegnami ad attendere la luce ad occhi chiusi.
Signore, fammi uscire di casa senza voler 

sapere prima che tempo fa:
sulla strada, nell'oscurità, nel gelo, 

nella paura, nel vuoto, nell'assenza,
è tempo della tua presenza.



"A voi giovani che siete all'inizio della vostra vita, chiedo: avete pensato ai talenti che Dio vi ha dato? 
Avete pensato come metterli a servizio degli altri? 
Non sotterrate i talenti, scommettete su ideali grandi che renderanno fecondi i vostri talenti! 
La vita non ci è data perché la conserviamo gelosamente, per noi stessi, ma perché la doniamo. 
Cari giovani, abbiate un animo grande, non abbiate paura di sognare cose grandi". 

- Papa Francesco -


Un giorno San Tommaso d'Aquino visitando San Bonaventura gli dimandò di qual libro più si fosse servito per registrar tante belle dottrine ch'egli avea scritte. 
San Bonaventura gli dimostrò l'immagine del Crocifisso, tutta annerita per tanti baci che l'avea dati, dicendo: “Ecco il mio libro, da cui ricavo tutto ciò che scrivo; egli mi ha insegnato tutto quel poco che ho saputo.”



Dio Onnipotente, 
che hai inviato il tuo Figlio Gesù 
per annunciare la buona novella ai poveri e guarire i malati, 
fa che imitiamo San Francesco d'Assisi, 
il quale non esitò a seguire le orme del Cristo 
nella compassione e nella misericordia 
verso i più poveri. 
Concedici di rivestirci dei medesimi sentimenti del tuo Figlio, 
per poter partecipare alla gioia eterna del tuo regno 
insieme al povero Lazzaro, 
Lui che è Dio e vive e regna con te, 
nell'unità dello Spirito Santo, 
per tutti i secoli dei secoli. 
Amen.

Preghiera Francescana



Buona giornata a tutti. :-)

giovedì 8 aprile 2021

Ti voglio bene - Lubich Chiara

Ti voglio bene,
non perché ho imparato a dirti così,
non perché il cuore mi suggerisce
questa parola,
non perché la fede mi fa credere
che sei amore,
nemmeno perché sei morto per me.
Ti voglio bene
perché sei entrato nella mia vita
più dell'aria nei miei polmoni,
più del sangue nelle mie vene.
Sei entrato
dove nessuno poteva entrare,
quando nessuno poteva aiutarmi,
ogniqualvolta nessuno poteva consolarmi.
Ogni giorno ti ho parlato.
Ogni ora ti ho guardato
e nel tuo volto ho letto la risposta,
nelle tue parole la spiegazione,
nel tuo amore la soluzione.
Ti voglio bene
perché per tanti anni
hai vissuto con me
ed io
ho vissuto di Te.
Ho bevuto alla tua legge
e non me n'ero accorta.
Me ne sono nutrita,
irrobustita,
mi sono ripresa,
ma ero ignara
come il bimbo che beve dalla mamma
e ancor non sa
chiamarla con quel dolce nome.
Dammi d'esserti grata
- almeno un po' -
nel tempo che mi rimane
di questo amore
che hai versato su me
e m'ha costretta
a dirti:
"ti voglio bene."


- Chiara Lubich -


Credere è scoprire di essere amati da Dio, è affidarsi totalmente a questo amore rispondendo all'amore con l'amore. 
Se tu mi ami, Dio entra in te e testimonia dentro di te, lui stesso. Lui dà un modo tutto nuovo di guardare la realtà che ti circonda. 
La fede ci fa vedere gli avvenimenti con i suoi stessi occhi, il disegno che egli ha su di noi, sugli altri, sulla creazione intera.

- Chiara Lubich -




Quando l'unità passa, lascia una sola orma: il Cristo. Ma per costruire l'unità è necessario cedere tutto; senza amare oltre ogni misura, senza perdere il giudizio proprio, senza perdere la propria volontà, i propri desideri, non saremo mai uno!

- Chiara Lubich -





Vi sono tra voi coloro che soffrono per prove spirituali o morali? Comprendeteli come e più di una madre. Illuminateli con la parola e con l’esempio. 
Non lasciate mancar loro, anzi accrescete attorno ad essi, il calore della famiglia. 

- Chiara Lubich - 



Buona giornata a tutti. :-)


lunedì 5 aprile 2021

O Signore risorto….- Madre Teresa di Calcutta

O Signore risorto,
fa’ che ti apra
quando bussi alla mia porta.

Donami gioia vera
per testimoniare al mondo
che sei morto e risorto
per sconfiggere il male.
Fa’ che ti veda e ti serva
nel fratello sofferente,
malato, abbandonato, perseguitato…
aiutami a riconoscerti
in ogni avvenimento della vita
e donami un cuore sensibile
alle necessità del mondo.

O Signore risorto,
riempi il mio cuore
di piccole opere di carità,
quelle che si concretizzano in un sorriso,
in un atto di pazienza e di accettazione,
in un dono di benevolenza e di compassione,
in un atteggiamento di perdono cordiale,
in un aiuto materiale secondo le mie possibilità.
Amen.

- Madre Teresa di Calcutta -

Fonte: “Vivi davvero! Da madre Teresa parole di saggezza” a cura di L. Guglielmoni, F.Negri. Ed.Paoline



Leggendo la Scrittura apprendiamo però anche che Cristo e lo Spirito Santo sono inseparabili tra loro. Se Paolo con sconcertante sintesi afferma: Il Signore è lo Spirito (2 Cor 3, 17), appare non solo, nello sfondo, l’unità trinitaria tra il Figlio e lo Spirito Santo, ma soprattutto la loro unità riguardo alla storia della salvezza: nella passione e risurrezione di Cristo vengono strappati i veli del senso meramente letterale e si rende visibile la presenza del Dio che sta parlando. 
Leggendo la Scrittura insieme con Cristo, impariamo a sentire nelle parole umane la voce dello Spirito Santo e scopriamo l’unità della Bibbia. […] 
Nella maniera forse più bella essa si manifesta nel racconto di san Giovanni circa la prima apparizione del Risorto davanti ai discepoli: il Signore alita sui discepoli e dona loro in questo modo lo Spirito Santo. 
Lo Spirito Santo è il soffio di Cristo. E come il soffio di Dio nel mattino della creazione aveva trasformato la polvere del suolo nell’uomo vivente, così il soffio di Cristo ci accoglie nella comunione ontologica con il Figlio, ci rende nuova creazione. Per questo è lo Spirito Santo che ci fa dire insieme col Figlio: Abba, Padre! (cfr Gv 20, 22; Rm 8, 15).

- papa Benedetto XVI - 
discorso alla Curia romana, Sala Clementina, 22 dicembre 2008




Chi ha dato la luce ai ciechi, purificato i lebbrosi, drizzato gli storpi e camminato a piedi asciutti sul mare come su terra ferma? 
Non forse il Cristo Dio che risuscita i morti? 
Chi ha risuscitato dalla tomba un morto di quattro giorni, e il figlio della vedova? 
Chi, come Dio, ha drizzato il paralitico costretto a letto? 
Grida la pietra stessa, gridano i sigilli che avete messo, aggiungendo guardie per sorvegliare il sepolcro: 
Cristo è veramente risorto e vive nei secoli!

- Sant' Andrea di Creta - 
Canone orientale dei vespri della domenica delle mirofore



Buon lunedì in albis :-)







domenica 4 aprile 2021

I piedi del Risorto – don Tonino Bello

Carissimi,

Io non so se nell’ultima cena, dopo che Gesù ebbe ripreso le vesti, qualcuno dei dodici si sia alzato da tavola e con la brocca, il catino e l’asciugatoio si sia diretto a lavare i piedi del maestro. Probabilmente no. C’è da supporre comunque che dopo la sua morte ripensando a quella sera, i discepoli non abbiano fatto altro che rimproverarsi l’incapacità di ricambiare la tenerezza del Signore.

Possibile mai, si saranno detti, che non ci è venuto in mente di strappargli dalle mani quei simboli del servizio, e di ripetere sui suoi piedi ciò che egli ha fatto con ciascuno di noi? 

Dovette essere così forte il disappunto della Chiesa nascente per quella occasione perduta, che , quando Gesù apparve alle donne il mattino della risurrezione, esse non seppero fare di meglio che lanciarsi su quei piedi e abbracciarli. “Avvicinatesi, gli cinsero i piedi e lo adorarono”. 
Ce lo riferisce Matteo, nell’ultimo capitolo del suo Vangelo. 
Gli cinsero i piedi. Non gli baciarono le mani o gli strinsero il collo. No.

Gli cinsero i piedi! Erano già bagnati di rugiada. Glieli asciugarono, allora con l’erba del prato e glieli scaldarono col tepore dei loro mantelli. 

Quasi per risarcire il maestro, sia pure a scoppio ritardato, di una attenzione che la notte del tradimento gli era stata negata. 
Gli cinsero i piedi. Fortunatamente avevano portato con sé profumi per ungere il corpo di Gesù. Forse ne ruppero le ampolle di alabastro e in un rapimento di felicità riversarono sulle caviglie del Signore gli olii aromatici che furono subito assorbiti da quei fori: profondi e misteriosi, come due pozzi di luce.

Gli cinsero i piedi. 

Finalmente! Verrebbe voglia di dire. Ma chi sa in quel ritardo ci doveva essere anche tanto pudore. Forse la chiesa nascente rappresentata dalle due Marie prima di cadergli davanti nel gesto dell’adorazione aveva voluto aspettare di proposito che Gesù riprendesse davvero le vesti. Non quelle che aveva momentaneamente deposto prima della lavanda. Ma quelle veramente inconsutili del suo corpo glorioso. 

Carissimi fratelli, oggi voglio dirvi che la Pasqua è tutta qui. Nell’abbracciamento di quei piedi. Essi devono divenire non solo il punto di incontro per le nostre estasi d’amore verso il Signore, ma anche la cifra interpretativa di ogni servizio reso alla gente, e la fonte del coraggio per tutti i nostri impegni di solidarietà con la storia del mondo.

Non c’è da illudersi. Senza questa dimensione adorante, espressa dal gruppo marmoreo di donne protese dinanzi al risorto, saremo capaci di organizzare solo girandole appariscenti di sussulti pastorali. 

Se non afferriamo i piedi di Gesù, lavare i piedi ai marocchini, o agli sfrattati, o ai tossici, non basta.

Non basta neppure lavarsi i piedi a vicenda, tra compagni di fede. 

Se la preghiera non ci farà contemplare speranze ultramondane attraverso quei fori lasciati dai chiodi, battersi per la giustizia, lottare per la pace e schierarsi con gli oppressi, può rimanere solo un’estenuante retorica. 
Se, caduti in ginocchio, non interpelleremo quei piedi sugli orientamenti ultimi per il nostro cammino, giocarsi il tempo libero nel volontariato rischia di diventare ricerca sterile di sé e motivo di vanagloria. 
Se l’adorazione dinnanzi all’ostensorio luminoso di quelle stigmate non ci farà scavalcare le frontiere delle semplici liberazioni terrene, impegnarsi per le promozione dei poveri potrà sfiorare perfino il pericolo dell’esercizio di potere. 
Non basta avere le mani bucate. Ci vogliono anche i piedi forati. 
E’ per questo che quando Gesù apparve ai discepoli la sera di Pasqua “mostrò loro le mani e i piedi”.

E poi, quasi per sottolineare con la simbologia di quei due moduli complementari che senza l’uno o l’altro, ogni annuncio di risurrezione rimarrà sempre mortificato, aggiunse: “guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io”.

Mani e piedi, con tanto di marchio! Ecco le coordinate essenziali per ricostruire la carta d’identità del risorto. Mani bucate. Richiamo a quella inesauribile carità verso i fratelli, che si fa donazione a fondo perduto. Piedi forati.

Appello esigente a quell’ amore verso il Signore, che ci fa scorgere il senso ultimo delle cose attraverso le ferite della sua carne trasfigurata .

         Buona Pasqua

Don Tonino Bello, vescovo




Vorrei che potessimo liberarci dai macigni che ci opprimono, ogni giorno: Pasqua è la festa dei macigni rotolati. E' la festa del terremoto.
La mattina di Pasqua le donne, giunte nell'orto, videro il macigno rimosso dal sepolcro.
Ognuno di noi ha il suo macigno. Una pietra enorme messa all'imboccatura dell'anima che non lascia filtrare l'ossigeno, che opprime in una morsa di gelo; che blocca ogni lama di luce, che impedisce la comunicazione con l'altro.
E' il macigno della solitudine, della miseria, della malattia, dell'odio, della disperazione del peccato.
Siamo tombe alienate. Ognuno con il suo sigillo di morte.
Pasqua allora, sia per tutti il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l'inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi e se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterà finalmente il miracolo che contrassegnò la resurrezione di Cristo. 

(Don Tonino Bello)

http://leggoerifletto.blogspot.it/2011/04/pasqua-festa-dei-macigni-rotolati-don.html

http://leggoerifletto.blogspot.it/2011/05/collocazione-provvisoria-don-tonino.html


Le scarpe rosse indicano il sangue del martirio e sono state indossate da ogni Papa dal medioevo sino ad oggi; anche se un papa può anche scegliere di non seguire la tradizione.

"Ah, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri!" 

(Papa Francesco)
http://leggoerifletto.blogspot.it/2010/12/il-catino-di-acqua-sporca-madeleine.html



Per tutte le persone che amo e che mi stanno a cuore, 
confido in Te.

Per tutti quelli che non amo e per i quali provo fastidio,
confido in Te.

Per tutti quelli che oggi desiderano riposare,
confido in Te.

Per tutti quelli che oggi non potranno riposare, 
confido in Te.

Per tutti quelli che oggi godranno di un buon tempo, 
confido in Te.

Per tutti quelli, tanti, che oggi non potranno godere del buon tempo, 
confido in Te.

Per tutti quelli che vivono nella gioia, 
confido in Te.

Per tutti quelli che camminano nella disperazione e nell'angoscia, 
confido in Te.

Per tutti quelli che Ti conoscono e Ti seguono cadendo e rialzandosi,
confido in Te.

Per tutti quelli che Ti hanno conosciuto e Ti mettono da parte,
confido in Te.

Per tutti quelli che a causa nostra non Ti conoscono,
confido in Te.

Per ciò che a noi piacerebbe ci accadesse, 
confido in Te.

E per tutto ciò che Tu ritieni sia meglio per noi,
confido in Te.

Per l'infinito amore che Tu nutri per noi, 

confido in Te o Gesù Misericordioso!





Buona Pasqua a tutti quanti!!!  :-)


lunedì 1 marzo 2021

Una prova schiacciante – Padre Andrea Gasparino

                                            Gesù crocefisso! Come posso guardarti

con tranquillità, con indifferenza?
Gesù crocefisso! Ma esiste un’altra prova
più schiacciante del tuo amore?
Gesù crocefisso, parla,
scuoti il mio torpore, ma per sempre!
Povera la Madre tua,
crocefissa senza nemmeno una croce,
crocefissa con te
senza poter far nulla per te,
crocefissa accanto a te
mentre ti aiuta a sopportare.
Cristo, sei nato tra i poveri,
hai voluto il posto più povero per nascere,
hai voluto per primi intorno a te
i disprezzati;
ora vuoi morire tra i ladri.
Certo,non dai alcun valore
alle valutazioni umane;
sembra che per te debbano essere
tutte capovolte, tanto sono fallaci.
Penso a quando issarono la croce:
che tortura fu la tua!
Gesù, non riesco a pensare
alla tua posizione, al respiro spasimante,
al peso del tuo corpo,
a quelle mani inchiodate.
Ma perché hai scelto proprio
la morte più terribile?
Lo so perché:
volevi dare una prova che sfidasse i secoli,
per chiamare all’amore gli uomini.
Grazie per la scritta sul capo:
mi dici che sei venuto e sei morto
per essere re, mio re:
vuoi regnare nel mio cuore.

- Padre Andrea Gasparino -

Fonte: “Davanti al crocefisso. Preghiere, invocazioni, litanie” a cura di L. Guglielmoni, F. Negri, Ed. Paoline



Nascondetevi sotto le ali della misericordia di Dio; egli è più capace di perdonare di quanto voi lo siate di peccare.

- S. Caterina da Siena -




Fa piacere trovarsi in una barca come la Chiesa, squassata dalle tempeste, quando si è sicuri di non andare a fondo.

- Blaise Pascal -



Il cosmo
come calice
d'argilla
raccoglie
le lacrime
di un Dio
che si dissangua.
Domani
sul deserto
degli uomini
germoglierà la vita.

- Patrizio Righero - 




Buona giornata a tutti. :-)

http://www.leggoerifletto.it

lunedì 25 gennaio 2021

da: La sfera e la Croce - Chesterton Gilbert Keith

Anche quell’uomo aveva questa opinione che il segno del Cristianesimo fosse un simbolo di barbarie e di irragionevolezza. 

È una storia assai interessante. Ed è una perfetta allegoria di ciò che accade ai razionalisti come te. Egli cominciò, naturalmente, col bandire il crocifisso da casa sua, dal collo della sua donna, perfino dai quadri. Diceva, come tu dici, che era una forma arbitraria e fantastica, una mostruosità; e che la si amava soltanto perché era paradossale. Poi diventò ancora più furioso, ancora più eccentrico; e avrebbe voluto abbattere le croci che si innalzavano lungo le strade del suo paese, che era un paese cattolico romano. 

Alla fine, in un eccesso di frenesia, s’arrampicò sul campanile di una chiesa, ne strappò la croce e l’agitò nell’aria, in un tragico soliloquio sotto le stelle. Poi, una sera d’estate, mentre se ne tornava a casa, lungo un viale, il demone della sua follia lo ghermì di botto, con quella violenza e quel delirio che trasfigurano il mondo agli occhi dell’insensato. Si fermò un momento, fumando la sua pipa, di fronte a una lunghissima palizzata e all’improvviso gli si spalancarono gli occhi. 

Non brillava una luce, non si muoveva una foglia; ma egli credette di vedere, come in un fulmineo cambiamento di scena, la lunga palizzata tramutata in un esercito di croci innumerevoli legate l’una all’altra, su per la collina, giù per la valle. Allora, facendo volteggiare nell’aria il suo pesante bastone, egli mosse contro la palizzata come contro una schiera di nemici. E, per quanto era lunga la strada, spezzò, strappò, sradicò tutte quelle assi che incontrava sul suo cammino. 

Egli odiava la croce e ogni palizzata è una parete di croci. Quando arrivò a casa, era pazzo da legare. Si lasciò cadere sopra una sedia, ma rimbalzò subito in piedi perché in ogni oggetto di falegnameria scorgeva l’intollerabile immagine. Si buttò sul letto, ma ricordò che anche quello, come ogni opera artigianale, era costruito in base a quel piano maledetto. 

Distrusse tutti i suoi mobili, perché erano fatti di croci. Appiccò il fuoco alla casa perché era fatta di croci. Lo ritrovarono nel fiume.


Lucifero guardò il vecchio monaco mordendosi le labbra.
— È vera questa storia? — chiese.
— Oh, no — disse Michele con disinvoltura. — È una parabola: è la parabola di tutti voi razionalisti. Cominciate con l’infrangere la Croce; ma finite col distruggere il mondo abitabile. 

- Chesterton Gilbert Keith - 

da: La sfera e la croce

Spesso noi credenti ci piazziamo in una sorta di parcheggio spirituale, dove magari continuiamo ad ascoltare la Parola [di Dio], sì, ma senza lasciare che ci cambi. Noi cerchiamo di stare meglio possibile, ma di Dio a volte non capiamo niente”.

(Miriano Costanza, “Niente di ciò che soffri andrà perduto. Mistica della vita quotidiana”, Venezia, Sonzogno, 2020, p. 123)


Buona giornata a tutti. :-)


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