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Vocazione di san Matteo realizzato nel 1599 Michelangelo Merisi detto Caravaggio Cappella Contarelli nella chiesa di san Luigi dei Francesi, Roma (Italy) Buona giornata a tutti :-) www.leggoerifletto.it |
lunedì 30 giugno 2025
Paralisi dell’anima – Madre Anna Maria Cànopi
venerdì 27 giugno 2025
Preghiere al Sacro Cuore di Gesù, 27 giugno 2025
mercoledì 25 giugno 2025
L'aquila che si credeva un pollo - Padre Anthony De Mello
Per tutta la vita l'aquilotto fece quel che facevano i polli nel cortile, pensando di essere uno di loro.
Frugava il terreno in cerca di vermi e insetti, chiocciava e schiamazzava, scuoteva le ali alzandosi da terra di qualche decimetro.
Trascorsero gli anni e l'aquila divenne molto vecchia.
Un giorno vide sopra di sé, nel cielo sgombro di nubi, uno splendido uccello che planava, maestoso ed elegante, in mezzo alle forti correnti d'aria, muovendo appena le robuste ali dorate.
La vecchia aquila alzò lo sguardo, stupita. "Chi è quello?", chiese.
"E' l'aquila, il re degli uccelli", rispose il suo vicino. "Appartiene al cielo. Noi invece apparteniamo alla terra, perché siamo polli".
E così l'aquila visse e morì come un pollo, perché pensava di essere tale.
Non sono il direttore generale, ma faccio quello che posso.
Mi immergo e il risultato dipende da Dio, dalla vita, dal destino.
Assicurandosi di non essere criticata. Tentando di affermarsi. Mi chiedo quanti siano gli essere umani che non sono ossessionati da queste cose, per ventiquattro ore al giorno, consapevolmente o meno.
Pochissimi, oserei dire. Qual è la conseguenza? Che pochissimi vivono davvero.
sabato 21 giugno 2025
A me dà fastidio perfino parlare di due culture - Oriana Fallaci
C’è un rivoluzionario, quel Cristo morto in croce, che ci ha insegnato (e pazienza se non lo abbiamo imparato) il concetto dell’amore e della giustizia.
C’è anche una Chiesa che mi ha dato l’Inquisizione, d’accordo. Che mi ha torturato e bruciato mille volte sul rogo, d’accordo.
Che mi ha oppresso per secoli, che per secoli mi ha costretto a scolpire e dipingere solo Cristi e Madonne, che mi ha quasi ammazzato Galileo Galilei. Me lo ha umiliato, me lo ha zittito.
Però ha dato anche un gran
contributo alla Storia del Pensiero: sì o no?
E poi dietro la nostra civiltà c’è il Rinascimento. C’è Leonardo da Vinci, c’è Michelangelo, c’è Raffaello, c’è la musica di Bach e di Mozart e di Beethoven. Su su fino a Rossini e Donizetti e Verdi and Company.
Quella musica senza la quale noi non sappiamo vivere e che nella loro cultura o supposta cultura è proibita Ed ora ecco la fatale domanda: dietro all’altra cultura che c’è?
Boh! Cerca cerca, io non ci trovo che
Maometto col suo Corano e Averroè coi suoi meriti di studioso".
- Oriana Fallaci -
"La rabbia e
l'orgoglio".
"No, non è vero che il fine giustifica i
mezzi. Se i mezzi sono sporchi, anche il fine più nobile diventa sporco.”
- Oriana Fallaci -
martedì 17 giugno 2025
Il miracolo - don Bruno Ferrero
Una sera, il papà disse alla mamma in
lacrime: "Non ce la facciamo più, cara. Credo sia finita. Solo un miracolo
potrebbe salvarlo".
La piccola, con il fiato sospeso, in
un angolo della stanza aveva sentito.
Corse nella sua stanza, ruppe il
salvadanaio e, senza far rumore, si diresse alla farmacia più vicina. Attese
pazientemente il suo turno. Si avvicinò al bancone, si alzò sulla punta dei
piedi e, davanti al farmacista meravigliato, posò sul banco tutte le monete.
"Per cos'è? Che cosa vuoi piccola?".
"È per il mio fratellino, signor
farmacista. È molto malato e io sono venuta a comprare un miracolo".
"Che cosa dici?" borbottò il farmacista.
"Si chiama Andrea, e ha una cosa
che gli cresce dentro la testa, e papà ha detto alla mamma che è finita, non
c'è più niente da fare e che ci vorrebbe un miracolo per salvarlo. Vede, io
voglio tanto bene al mio fratellino, per questo ho preso tutti i miei soldi e
sono venuta a comperare un miracolo".
Il farmacista accennò un sorriso triste.
"Piccola mia, noi qui non vendiamo miracoli".
"Ma se non bastano questi soldi
posso darmi da fare per trovarne ancora. Quanto costa un miracolo?".
C'era nella farmacia un uomo alto ed
elegante, dall'aria molto seria, che sembrava interessato alla strana
conversazione.
Il farmacista allargò le braccia
mortificato. La bambina, con le lacrime agli occhi, cominciò a recuperare le
sue monetine. L'uomo si avvicinò a lei.
"Perché piangi, piccola? Che cosa ti succede?".
"Il signor farmacista non vuole
vendermi un miracolo e neanche dirmi quanto costa…. È per il mio fratellino
Andrea che è molto malato. Mamma dice che ci vorrebbe un'operazione, ma papà
dice che costa troppo e non possiamo pagare e che ci vorrebbe un miracolo per
salvarlo. Per questo ho portato tutto quello che ho".
"Quanto hai?".
"Un dollaro e undici centesimi….
Ma, sapete…." Aggiunse con un filo di voce, "posso trovare ancora
qualcosa….".
L'uomo sorrise "Guarda, non credo
sia necessario. Un dollaro e undici centesimi è esattamente il prezzo di un
miracolo per il tuo fratellino!". Con una mano raccolse la piccola somma e
con l'altra prese dolcemente la manina della bambina.
"Portami a casa tua, piccola.
Voglio vedere il tuo fratellino e anche il tuo papà e la tua mamma e vedere con
loro se possiamo trovare il piccolo miracolo di cui avete bisogno".
Il signore alto ed elegante e la
bambina uscirono tenendosi per mano.
Quell'uomo era il professor Carlton
Armstrong, uno dei più grandi neurochirurghi del mondo. Operò il piccolo
Andrea, che potè tornare a casa qualche settimana dopo completamente guarito.
"Questa operazione" mormorò
la mamma "è un vero miracolo. Mi chiedo quanto sia costata…".
La sorellina sorrise senza dire
niente. Lei sapeva quanto era costato il miracolo: un dollaro e undici
centesimi…. più, naturalmente l'amore e la fede di una bambina.
Se aveste almeno una fede piccola come un granello di senape, potreste dire a questo monte: "Spostati da qui a là e il monte si sposterà". Niente sarà impossibile per voi (Vangelo di Matteo 17,20).
- don Bruno Ferrero -
dal libro: C'è ancora qualcuno che danza - edizioni Elledici
domenica 15 giugno 2025
Terzo: ricordati di santificare le feste – Luigi Accattoli
vendendo per trenta denari. È urgente recuperare l'attaccamento alla domenica, che ha contrassegnato tutta la storia cristiana. [... ]
L'idolo del lavoro e del guadagno può toglierci la libera e festosa partecipazione all'assemblea eucaristica, nella triplice dimensione personale, familiare e di popolo. Ha detto una volta il papa che la sosta nel lavoro dovrà essere «possibilmente contemporanea per tutti i membri della famiglia».
La famiglia, chiesa domestica, la domenica si unisce alla chiesa madre che celebra l'eucaristia.
Perché il riposo può essere più importante del denaro e la festa più importante del lavoro. Infatti non è vero che il lavoro sia la prima opera - cioè il primo dovere - dell'uomo.
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venerdì 13 giugno 2025
Preghiere a Sant'Antonio da Padova per la Famiglia e d'intercessione
e della fede di Gesù Cristo,
tesoriere e distributore di grazie e di portenti,
con tutta umiltà e fiducia
vengo ad implorare il tuo patrocinio in vantaggio
della mia famiglia.
Io la metto oggi nelle tua mani, accanto a Gesù Bambino.
Tu assistila nelle sue temporali necessità;
Tu tieni lungi da essa il calice dei dolori e delle amarezze.
Che se non le potesse sempre e del tutto evitare,
almeno ottienile il merito della pazienza
e della rassegnazione cristiana.
Soprattutto poi, salvala dall’errore e dal peccato!
Tu sai, o caro Santo, che i tempi che corrono
Sono avvelenati dall’indifferenza e dalla incredulità,
che gli scandali e le bestemmie insolentiscono per ogni dove;
deh! che non ne resti contaminata la mia famiglia;
ma vivendo sempre fedele alla legge di Gesù Cristo,
e ai dettami della Chiesa Cattolica,
meriti un giorno di ritrovarsi tutta riunita
a godere il premio dei giusti in Paradiso.
Così sia!
Vengo ai tuoi piedi, amorosissimo Sant’Antonio,
per implorare la tua intercessione nella necessità in cui verso.
Siimi propizio del tuo possente patrocinio,
liberami da ogni male, specie dal peccato,
e impetrami la grazia di (chiedere la grazia)
Caro Santo, sono anch’io nel numero dei tribolati
che Dio ha commesso alle tue cure,
e alla tua provvidente bontà.
Sono certo che anche io per mezzo tuo avrò quanto chiedo
e così vedrò calmati i miei dolori, confortate le mie angustie,
asciugate le mie lacrime, ritornato alla calma
il mio povero cuore.
Consolatore dei tribolati
non negarmi il conforto della tua intercessione presso Dio.
Così sia!
mercoledì 11 giugno 2025
Le mamme anziane
Ma tra i suoi pochi effetti personali, le infermiere trovarono una lettera. Era un poema. Semplice, sì, ma capace di toccare l’anima. Diceva così:
“Cosa vedete, infermiere?
Cosa vedete davvero, quando mi guardate?
Una vecchia scorbutica, confusa, con lo sguardo perso nel vuoto?
Quella che non risponde, che sputa il cibo, che sembra non capire?
Che perde guanti, scarpe, dignità?
Quella che vi lascia fare tutto: lavarla, vestirla, rimproverarla?
È questo che vedete? È questo che pensate?
Allora aprite gli occhi. Perché quella non sono io.
Io sono la bambina di dieci anni, con mamma e papà, fratelli e sorelle che si vogliono bene.
Sono la ragazza di sedici che sogna l’amore con le ali ai piedi.
Sono la sposa di vent’anni, il cuore pieno di promesse eterne.
La madre di venticinque, con bambini che chiedono guida e amore.
La donna di trent’anni, con la casa piena di risate e legami profondi.
A cinquanta tornano le risate: i nipoti giocano sulle mie ginocchia.
Poi arrivano le nuvole. Mio marito non c’è più. Il futuro fa paura.
I figli hanno la loro vita, e io la mia solitudine.
E mi ritrovo qui. Vecchia.
La natura è crudele: il corpo si spegne, il volto si fa ombra.
Eppure, dentro queste rovine, la ragazza vive ancora.
Il mio cuore, anche stanco, sa ancora amare.
Ricordo. Rivivo. Sorrido. Piango.
E accetto che nulla dura per sempre.
Per questo, quando mi guardate, guardate davvero.
Non vedete una vecchia brontolona.
Vedete me.
La prossima volta che incontrate un anziano, non voltatevi.
Guardate negli occhi la sua anima giovane.
E ricordatevi… di non dimenticare mai le vecchiette apparentemente scorbutiche.”**
Un messaggio che va dritto al cuore.
Un promemoria silenzioso, ma potente: ogni ruga nasconde una vita intera.
Li aspetti in gravidanza, li aspetti al ritorno dall'asilo.
Li aspetti quando iniziano la loro vita al ritorno a casa dopo una festa.
Li aspetti quando rientrano dal lavoro per fargli sempre trovare una minestra calda.
Fate in modo che la vostra mamma anziana non debba aspettare più.
Fatele visita, amatela, abbracciate colei che vi ha amato come nessun altro farà mai.
Non fatela aspettare, questo si aspetta lei da voi.
Perché invecchiano le membra ma il cuore di una mamma non invecchia mai.
Amatela voi che potete."