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venerdì 30 agosto 2024

Chi è il più povero? - Sergio Blin

 Pinin era povero. Così povero che nella sua soffitta con pazienza spezzava in due i fiammiferi per poterli usare due volte. 

Una volta Pinin aveva fatto una scommessa con Brigida, un altro barbone come lui. Una scommessa da nulla perché nessuno dei due aveva qualcosa da poter pagar pegno, ma sempre una scommessa, su chi dei due era più povero. 
Aveva cominciato Brigida. “Io sono così povero che non si vede mai nulla sulla mia tavola”. Ma Pinin aveva ribattuto: “Son più povero io, perché non ho neanche la tavola”. Brigida aveva proseguito: “Io sono così povero che non ho calze nelle scarpe”. Ma Pinin mostrando i piedi aveva detto: “A me mancano anche le scarpe Brigida allora aveva esclamato: “Io son così povero che mi pare che tutti i giorni siano uguali. Tutti grigi come l’inverno. Non so neppure se valga la pena vivere questa vita”. 
Pinin allora aveva detto: “Ma come? In primavera non senti l’aria che ti solletica e ti mette addosso la gioia di essere al mondo? E un bimbo che ride con il sole nei capelli, non ti sembra una promessa per il futuro? E i papaveri e i fiordalisi nel grano, i colori del tramonto, gli spruzzi argentati dell’acqua del torrente.., sono ricchezze per tutti. Bisogna solo raccoglierle”. 
Ma Brigida aveva sbuffato: “Tutte storie. Tutte belle storie che mi lasciano a pancia vuota."
Pinin aveva allora sentenziato: “Hai vinto tu. Sei proprio più povero di me”. 

(Rielaborazione da una favola piemontese di Sergio Blin)



D'accordo: la povertà non è una vergogna
Ma quel che m'insospettisce è il fatto che questa sentenza sia stata inventata dai ricchi. 

- Carl Schurz -



Per tanto tempo mi sono chiesta perché il Buon Dio aveva delle preferenze, perché non tutte le anime ricevevano un livello uguale di favori, e mi meravigliavo vedendolo prodigare favori straordinari ai Santi che lo avevano offeso, come San Paolo, Sant'Agostino e che Egli costringeva, per dire così, ad accogliere i suoi favori; oppure leggendo la vita dei Santi che Nostro Signore ha voluto accarezzare dalla culla alla tomba, senza lasciare sul loro cammino alcun ostacolo che impedisse loro di innalzarsi fino a Lui, e prevenendo le loro anime con tali favori che esse non hanno mai potuto offuscare lo splendore immacolato della loro veste di Battesimo, mi domandavo perché i poveri selvaggi, per esempio, morivano in così grande numero prima di aver persino sentito il nome di Dio...
Gesù si è degnato di farmi Lui da istruttore, su questo mistero. 
Mi ha messo davanti agli occhi il libro della natura e io ho capito che tutti i fiori che Egli ha creato sono belli, che lo splendore della rosa e il candore del Giglio non tolgono il profumo della violetta o la semplicità incantevole della margherita... 
Ho capito che se tutti i fiorellini volessero essere rose la natura perderebbe il suo abito di primavera, i campi non sarebbero più brillanti di fiorellini... La perfezione consiste nel fare la sua volontà, nell'essere quello che Lui vuole che siamo... 

- Santa Teresa di Lisieux -





Buona giornata a tutti. :-)

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venerdì 1 ottobre 2021

Preghiera per i sacerdoti - Santa Teresa di Lisieux

O Gesù, sommo ed eterno sacerdote,

custodisci il tuo sacerdote dentro
il Tuo Sacro Cuore.
Conserva immacolate le sue mani unte
che toccano ogni giorno il Tuo Sacro Corpo.
Custodisci pure le sue labbra
arrossate dal Tuo Prezioso Sangue.
Mantieni puro e celeste il suo cuore
segnato dal Tuo sublime carattere sacerdotale.
Fa' che cresca nella fedeltà e nell'amore per Te
e preservalo dal contagio del mondo.
Col potere di trasformare il pane e il vino
donagli anche quello di trasformare i cuori.
Benedici e rendi fruttuose le sue fatiche
e dagli un giorno la corona della vita eterna.



- S. Teresa di Lisieux - 

da: "Santa Teresa di Gesù Bambino, Opere complete" 
Libreria Editrice Vaticana-Edizioni OCD, Roma 1997 





"Come al solito una sera avevo pregato il Signore di darmi i punti per la meditazione del giorno dopo. Ricevetti questa risposta: « Medita sul profeta Giona e sulla sua missione ». Ringraziai il Signore, ma dentro di me cominciai a pensare: che meditazione diversa dalle altre! 
Ciò nonostante, con tutta l'applicazione possibile, m'impegnai a riflettere e in quel profeta scoprii me stessa, nel senso che anch'io spesso mi rifiuto davanti a Dio, dicendo che qualcun altro potrebbe compiere meglio la santa volontà di Dio, non comprendendo che Dio può tutto e tanto più si rivela la Sua potenza, quanto più è misero lo strumento che adopera. Dio mi ha fatto capire questo. 
Nel pomeriggio ci fu la confessione della comunità. Quando feci presente al direttore spirituale il timore che mi attanaglia l'anima a causa di questa missione, per la quale Dio mi usa come strumento non idoneo, il padre spirituale mi rispose che, volenti o nolenti, dobbiamo compiere la volontà di Dio e mi fece l'esempio del profeta Giona. Finita la confessione pensavo tra me, come mai il confessore sapesse ché Dio mi aveva ordinato di fare la meditazione su Giona; io non gliene avevo parlato. Ad un tratto udii queste parole: « Il sacerdote, quando Mi sostituisce, non è Lui che opera, ma sono io per suo tramite. I suoi desideri sono i Miei desideri ». 
Vedo come Gesù difende i Suoi sostituti. Egli stesso entra nel loro operare." 

(Diario di S. Faustina Kowalska, Q. II, 3)



O mio Signore, perché Voi siete stato così buono con me ed io così ingrato con Voi? Abbiamo fatto a gara: io a fuggire da Voi, e Voi a venirmi appresso; Voi a farmi del bene ed io a farVi del male; io ho accresciuto i miei peccati, e Voi avete accresciuto le Vostre Grazie in me. Per quale motivo io meritavo la luce che Voi mi donate?

Signore mio, io Vi ringrazio con tutto il cuore e spero di venire a ringraziarVi in Paradiso per tutta l’eternità. Io spero con il Vostro sangue di salvarmi, lo spero certo, giacché mi avete usato tante misericordie. Intanto spero che Voi mi diate la forza di non tradirVi più. Nella vita che mi resta io Vi voglio amare. Se in passato io Vi ho voltato le spalle, io mi pento e ora Vi amo sopra ogni cosa, Vi amo più di me stesso.
Eterno Padre, per i meriti di Gesù Cristo soccorrete un misero peccatore che Vi vuole amare.
Maria, mia speranza, aiutatemi. Impetratemi la Grazia di ricorrere sempre al vostro Figlio e a Voi ogni volta che il demonio mi tenta per offenderLo ancora. Amen.

(Sant’Alfonso Maria de Liguori)



Buona giornata a tutti. :-)


venerdì 11 giugno 2021

Per i sacerdoti nella Giornata del Sacro Cuore di Gesù

Tradizionalmente nella solennità del Sacro Cuore di Gesù si celebra la Giornata di santificazione sacerdotale. 
Preghiamo davvero per tutti i sacerdoti oggi, domani, sempre.

«Gesù, sommo ed eterno sacerdote,
custodisci il tuo sacerdote dentro
il Tuo Sacro Cuore.
Conserva immacolate le sue mani unte
che toccano ogni giorno il Tuo Sacro Corpo.
Custodisci pure le sue labbra
arrossate dal Tuo Prezioso Sangue.
Mantieni puro e celeste il suo cuore
segnato dal Tuo sublime carattere sacerdotale.
Fa' che cresca nella fedeltà e nell'amore per Te
e preservalo dal contagio del mondo.
Col potere di trasformare il pane e il vino
donagli anche quello di trasformare i cuori.
Benedici e rendi fruttuose le sue fatiche
e dagli un giorno la corona della vita eterna.»


- Santa Teresina di Lisieux -


«... il cuore di Gesù non è stato aperto dai meriti e dalle preghiere di pochi giusti eccezionali: Gesù si serve di un colpo di lancia, il simbolo stesso di tutto il disprezzo e di tutto i rifiuto che gli uomini gli hanno opposto e continuano e continueranno ad opporre a Dio, per aprire il suo cuore, cioè ha voluto che fosse aperto da ciò che accomuna tutti gli uomini: il peccato.»

- P. Ottavio de Bertolis -
La corona della vita




«Come sacerdoti, figli e membri di un popolo sacerdotale, ci spetta assumere la responsabilità per il futuro e proiettarlo come fratelli.
Mettiamo nelle mani piagate del Signore, come offerta santa, la nostra fragilità, la fragilità del nostro popolo, quella dell’umanità intera.
Il Signore è Colui che ci trasforma, che si serve di noi come del pane, prende la nostra vita nelle sue mani, ci benedice, ci spezza e ci condivide e ci dà al suo popolo.»

(Papa Francesco, Lettera ai sacerdoti della Diocedi di Roma)


Buona giornata a tutti. :-)


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giovedì 1 ottobre 2020

Sono nata per Te, per Te è il mio cuore - Santa Teresa di Gesù (d'Avila)

Sono nata per Te, per Te è il mio cuore
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Sapienza eterna, Altezza inaccessibile,
Signor dell'alma mia,
non ti sdegnar se, del suo nulla immemore,
oggi il mio cuor vorria
a Te dolce innalzare inno d'amore,
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Son tutta tua; la tua bontà ineffabile
m'ha dal nulla creata,
m'ha redenta e chiamata in questo ospizio,
ed io fui sempre ingrata!...
Ma di dannarmi mai ti resse il cuore...
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Che cosa vuoi, o mio Signor, che faccia
per Te quest'alma mia,
sì incapace ad oprar, sì miserabile,
sì peccatrice e ria?
Eccomi quivi ai piedi tuoi, mio Amore:
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
La mia vita, il mio cuor, il corpo e l'anima,
quanta, Signor, io sono, 
tutto ai Tuoi piedi, o Sposo mio dolcissimo, 
tutto depongo e dono, 
ed ostia mi sacro a Te d'amore.
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Vita o morte, trionfo oppur infamia,
infermità o salute,
Sia che in pace Tu mi voglia o in orride
pene continue e acute,
tutto accetta e gradisce questo cuore;
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Dammi ricchezza o povertà riservami,
inferno dammi o cielo,
vita sepolta fra più dense tenebre
o sole senza velo:
a tutto mi sottometto, o dolce Amore:
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
L'alma, se vuoi, di gioia inalterabile
oppur d'assenzio inonda;
divozione, orazione, ratti ed estasi
o siccità profonda;
nel tuo volere trova pace il cuore;
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Sia che il mondo per sapienza illumini
o per stoltezza attristi,
sia che giorni d'abbondanza attendanmi
o d'ogni ben sprovvisti,
inalterato t'avrò sempre amore.
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Se vuoi che vita spensierata godami,
vò qui per Te gioire;
se vuoi che assidua nel lavor m'astenui,
vò nel lavorar morire;
quanto a Te piace, tutto accetta il cuore;
Dimmi che vuoi da me, dimmi, o Signore!
Vengan gli strazi del Calvario o vengano
pur del Tabòr gli incanti;
goda, giovanni, sul Tuo petto, o spasimi,
Giobbe, fra pene e pianti;
vite frondosa o sterpo senz'umore;
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Giuseppe per calunnia chiuso in carcere
o vicerè d'Egitto;
Davidde sovra il trono e nella gloria
o per deserti afflitto;
Giona nel pesce o accolto banditore;
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Parli oppur taccia, inaridisca o prodiga
frutti in fecondo seme
di terror la tua legge inondi l'anima 
o di gioconda speme.
per Te soltanto pulserà il mio cuore;
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Son nata per Te, per Te è il mio cuore
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!

Santa Teresa di Gesù




Gesù Cristo: il Re umile

Oh mio Signore e mio Re, se potessi dipingere la grandezza che in Te rifulge! 
E’ impossibile non riconoscere che Tu sei la stessa Maestà. 
ContemplandoTi, si rimane pieni di stupore, sopra tutto nel vederTi così umile e così pieno di amore con una creatura come me. 
Passato quel primo senso di sgomento che nasce alla vista di tanta grandezza, si può trattare con Te e parlarTi liberamente. 
E dopo si ha un solo timore assai grande, quello di offenderTi, ma non già per paura del castigo, non essendovi per l’anima altro maggior castigo che quello di perderTi. 

(Santa Teresa d'Avila)



C’è una bella invocazione della tradizione cristiana da recitarsi prima di ogni attività:

“Actiones nostras, quaesumus, Domine, 
aspirando praeveni et adiuvando prosequere, 
ut cuncta nostra oratio et operatio a te semper incipiat, 
et per te coepta finiatur”

“Ispira le nostre azioni Signore,
e accompagnale con il tuo aiuto,
perchè ogni nostro parlare ed agire 
abbia sempre da te il suo inizio
e in te il suo compimento”.

Ogni passo della nostra vita, ogni azione, anche della Chiesa, deve essere fatta davanti a Dio, alla luce della sua Parola.

Papa Benedetto XVI - Catechesi 25 aprile 2012




Buona giornata a tutti :-)

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domenica 1 dicembre 2019

L’Avvento è... tempo di attesa, di speranza e di preparazione alla visita del Signore.

L’Avvento è...tempo di attesa, di speranza e di preparazione alla visita del Signore. 
A questo impegno ci invitano anche la figura e la predicazione di Giovanni Battista...Giovanni si è ritirato nel deserto per vivere una vita molto austera e per invitare, anche con la sua vita, la gente alla conversione; egli conferisce un battesimo di acqua, un rito di penitenza unico, che lo distingue dai molteplici riti di purificazione esteriore delle sette dell’epoca. 
Chi è dunque quest’uomo, chi è Giovanni Battista? 
La sua risposta è di una umiltà sorprendente. 
Non è il Messia, non è la luce. Non è Elia tornato sulla terra, né il grande profeta atteso. 
E’ il precursore, semplice testimone, totalmente subordinato a Colui che annuncia; una voce nel deserto, come anche oggi, nel deserto delle grandi città di questo mondo, di grande assenza di Dio, abbiamo bisogno di voci che semplicemente ci annunciano: “Dio c’è, è sempre vicino, anche se sembra assente”. 
E’ una voce nel deserto ed è un testimone della luce; e questo ci tocca nel cuore, perché in questo mondo con tante tenebre, tante oscurità, tutti siamo chiamati ad essere testimoni della luce. 
Questa è proprio la missione del tempo di Avvento: essere testimoni della luce, e possiamo esserlo solo se portiamo in noi la luce, se siamo non solo sicuri che la luce c’è, ma che abbiamo visto un po’ di luce. 
Nella Chiesa, nella Parola di Dio, nella celebrazione dei Sacramenti, nel Sacramento della Confessione, con il perdono che riceviamo, nella celebrazione della Santa Eucaristia dove il Signore si dà nelle nostre mani e cuori, tocchiamo la luce e riceviamo questa missione: essere oggi testimoni che la luce c’è, portare la luce nel nostro tempo.

- Papa Benedetto XVI -






"Restare bambino dinanzi a Dio è riconoscere il proprio nulla, sperare tutto da Dio misericordioso, come un bambinello attende tutto dal suo babbo; è non inquietarsi di alcunché, non guadagnare ricchezze… 
Essere piccoli vuol dire anche non attribuire affatto a noi stessi le virtù che pratichiamo, non crederci capaci di nulla, ma riconoscere che Dio misericordioso pone il tesoro della virtù in mano al suo bimbo, perché questi se ne serva quando ne ha bisogno; ma il tesoro è sempre di Dio."

- Santa Teresa di Lisieux -



Dio ci chiama alla comunione con sé, che si realizzerà pienamente al ritorno di Cristo, e Lui stesso si impegna a far sì che giungiamo preparati a questo incontro finale e decisivo. 
Il futuro è, per così dire, contenuto nel presente o, meglio, nella presenza di Dio stesso, del suo amore indefettibile, che non ci lascia mai soli, non ci abbandona nemmeno un istante, come un padre e una madre non smettono mai di seguire i propri figli nel cammino di crescita. 
Di fronte a Cristo che viene, l'uomo si sente interpellato con tutto il suo essere...ogni esistenza personale è chiamata a misurarsi con lui - in modo misterioso e multiforme - durante il pellegrinaggio terreno, per essere trovata "in lui" al momento del suo ritorno.

- papa Benedetto XVI - 
dalla "Omelia nei Primi Vespri della I Domenica di Avvento" - 26 novembre 2005


Buona giornata a tutti. :-)





venerdì 30 novembre 2018

Etty Hillesum e Teresa di Lisieux, due figure femminili in cui s'intrecciano intuizione e contemplazione, fede e grazia, - card. Gianfranco Ravasi

«Bisogna saper accettare le proprie pause»: si noti bene, non "paure", ma per Etty (Ester) Hillesum le "pause", le soste, gli spazi vuoti di silenzio sono la "minore" rispetto alla totalità "maggiore" degli eventi e dei pensieri forti, ed entrambi costituiscono il contrappunto armonico della vita.
La frase citata è l'ultima, scritta in maiuscoletto, dei diari che hanno reso celebre questa giovane donna ebrea, nata nel 1914 e reca la data della «mattina presto» del 13 ottobre 1942... 
Non è possibile rendere ragione dello straordinario arcobaleno tematico e spirituale di queste pagine: chi ne intraprende la lettura non può più lasciarla fino all'approdo finale e non ne può uscire indenne. 
L'unica nota che vogliamo segnalare riguarda proprio l'arco cromatico dei diari, specchio di un'evoluzione esistenziale. Etty, infatti, parte dal gelido violetto degli interessi esterni di una ragazza di Amsterdam, non osservante, desiderosa solo di vivere, amante di Rilke, Dostoevskij e Jung, non priva di relazioni sentimentali.
Ben presto, però, in lei si accende una scintilla che le incendia l'anima e la sua diventa un'ascensione verso il mistero e l'incontro intimo e supremo con Dio e verso l'altro estremo rosso fuoco di quello spettro spirituale.
Le parole talora si fanno incandescenti e rivelano una straordinaria temperie mistica che si alimenta sia a un'intelligenza fremente e altissima sia alla tragedia della distruzione che il nazismo sta operando nei confronti degli Ebrei («la nostra distruzione si avvicina furtivamente da ogni parte e presto il cerchio sarà chiuso intorno a noi»). 
Confessa: 
«In fondo, quelle a Dio sono le uniche lettere d'amore che si devono scrivere»
E ancora: 
«Si deve essere capaci di vivere senza libri e senza niente. Esisterà pur sempre un pezzetto di cielo da poter guardare e abbastanza spazio dentro di me per congiungere le mani in una preghiera». 
Era convinta che, «dissodando vaste radure di pace in noi stessi», esse si sarebbero potute estendere fino a pacificare l'intera umanità, perché Dio dev'essere «disseppellito dai cuori devastati dagli uomini», così come egli dev'essere «dissotterrato» dalla nostra anima dove giace «coperto di pietra e di sabbia» (e questa annotazione è stata citata da Benedetto XVI nella sua penultima udienza generale dello scorso febbraio).
Se si imbocca la via della citazione da quei quaderni, non si riesce più a staccarsene. 
È per questo che ci fermiamo qui con un'ultima evocazione che potrebbe essere un suggello ideale: 
«La mia vita è diventata un dialogo ininterrotto con te, mio Dio, un unico grande dialogo. A volte quando me ne sto in un angolino del campo, i miei piedi piantati sulla tua terra, i miei occhi rivolti verso il tuo cielo, il mio volto si inonda di lacrime che sgorgano da un'emozione profonda e da gratitudine.
Anche di sera quando, coricata sul mio letto, mi raccolgo in te, mio Dio, lacrime di gratitudine mi inondano il volto: e questa è la mia preghiera». 
Tutta la famiglia Hillesum fu deportata ad Auschwitz nel settembre 1943; i genitori furono eliminati subito nelle camere a gas, mentre Etty –secondo la Croce Rossa – morì il 30 novembre. 
Aveva 29 anni.

Etty Hillesum, un nuovo senso delle cose
Nell'arcobaleno di Etty di Gianfranco Ravasi
(in “Il Sole 24 Ore” del 19 maggio 2013)



A lei vogliamo accostare un'altra figura femminile mistica di grande fascino: è Teresa di Lisieux, morta a soli 24 anni nel 1897, canonizzata nel 1925 da Pio XI e dichiarata a sorpresa "Dottore della Chiesa" da Giovanni Paolo II nel 1997, cent'anni dopo la sua morte. 
A lei, entrata quindicenne nel Carmelo ove elaborerà quella straordinaria Storia dell'anima dalla redazione travagliata ma folgorante per il suo messaggio, un teologo che è anche un noto giornalista, Gianni Gennari, dedica un poderoso testo, capace di raccogliere quel capolavoro spirituale nei suoi tre manoscritti (A, B,C), ma anche un ritratto incisivo e accurato della santa. Come, infatti, confessa in un "postscriptum personale", egli ha incontrato gli scritti e la personalità di Teresa, uscendo nel 1957 da un lungo stato di coma.
Di là iniziò la ricerca storico-critica e teologica appassionata attorno a questo «piccolo fiore» che aveva scelto la via dell'infanzia evangelica (che non è infantilismo) per ascendere fino ai sentieri d'altura ove si scopre che 
«Dio non ha affatto bisogno delle nostre opere, ma solo del nostro amore». 
Questa «piccola via» conquisterà tanti suoi lettori, a partire da Bernanos che scriveva a un amico: 
«Ho perso l'infanzia e non la potrò riconquistare se non attraverso la santità», per giungere all'ebreo Joseph Roth della Leggenda del santo bevitore, per non parlare poi dei papi, come Gennari attesta in un capitolo specifico. Persino un personaggio piuttosto forte e rude come Pio XI ne rimase coinvolto fino al punto da considerarla «stella del suo pontificato», pur negandole, perché donna, quel titolo di "Dottore" che – come si è detto – un suo successore con convinzione le assegnerà.
Concludiamo questo squarcio di luce che promana da due figure femminili in cui s'intrecciano intuizione e contemplazione, fede e grazia, con un saggio a suo modo sorprendente.



per questo non vediamo più lontano

Tutti i pensieri intelligenti sono già stati pensati; occorre solo tentare di ripensarli. Di solito rispondo con questa frase di Goethe a tutti quelli che mi chiedono di giustificare il mio ricorso alle citazioni dei pensieri altrui e, quindi, anche questo “Breviario”. 
Sto per altro in buona compagnia, se è vero che sant’Agostino ha intarsiato le sue opere con qualcosa come sessantamila citazioni bibliche. C’è, però, una spiegazione più profonda che dirò con un’ulteriore citazione.
Bernardo di Chartres (XII sec.) usava un’immagine divenuta celebre: 
«Siamo nani sulle spalle di giganti». 
Non partiamo mai da zero, nella scienza e nella filosofia, nell’arte e nella religione, ma ci fondiamo su idee grandiose che ripensiamo. Idee e intuizioni di giganti sulle cui spalle guardiamo l’orizzonte infinito dell’essere e dell’esistere. Ed è per questo che vediamo più lontano. 

- cardinale Gianfranco Ravasi - 



Buona giornata a tutti. :-)