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domenica 29 gennaio 2023

da: Il gabbiano Jonathan Livingston - Richard Bach

 Era di primo mattino, e il sole appena sorto luccicava tremolando sulle scaglie del mare appena increspato. A un miglio dalla costa un peschereccio arrancava verso il largo.
E fu data la voce allo Stormo. E in men che non si dica tutto lo Stormo Buonappetito si adunò, si diedero a giostrare ed accanirsi per beccare qualcosa da mangiare. Cominciava così una nuova dura giornata. Ma lontano di là soletto, lontano dalla costa e dalla barca, un gabbiano si stava allenando per suo conto: era il gabbiano Jonathan Livingston. Si trovava a una trentina di metri d’altezza: distese le zampette palmate, aderse il becco, si tese in uno sforzo doloroso per imprimere alle ali una torsione tale da consentirgli di volare lento. E infatti rallentò tanto che il vento divenne un fruscìo lieve intorno a lui, tanto che il mare ristava immoto sotto le sue ali.
Strinse gli occhi, si concentrò intensamente, trattenne il fiato, compì ancora uno sforzo per accrescere solo… d’un paio… di centimetri… quella… penosa torsione e…
D’un tratto gli si arruffano le penne, entra in stallo e precipita giù. I gabbiani, lo sapete anche voi, non vacillano, non stallano mai. Stallare, scomporsi in volo, per loro è una vergogna, è un disonore.

Ma il gabbiano Jonathan Livingston – che faccia tosta, eccolo là che ci riprova ancora, tende e torce le ali per aumentarne la superficie, vibra tutto nello sforzo e patapunf stalla di nuovo – no, non era un uccello come tanti.
La maggior parte dei gabbiani non si danno la pena di apprendere, del volo, altro che le nozioni elementari: gli basta arrivare dalla costa a dov’è il cibo e poi tornare a casa.

- Richard Bach - 
da: Il gabbiano Jonathan Livingston




Per la maggior parte dei gabbiani, volare non conta, conta mangiare. 
A quel gabbiano lì, invece, non importava tanto procurarsi il cibo, quanto volare. Più d’ogni altra cosa al mondo, a Jonathan Livingston piaceva librarsi nel cielo. 
Ma a sue spese scoprì che, a pensarla in quel modo, non è facile poi trovare amici, fra gli altri uccelli.
E anche i suoi genitori erano afflitti a vederlo così: che passava giornate intere tutto solo, dietro i suoi esperimenti, quei suoi voli planati a bassa quota, provando e riprovando.

- Richard Bach - 
da: Il gabbiano Jonathan Livingston



Mettere in pratica l’amore voleva dire rendere partecipe
della verità da lui appresa, conquistata,
qualche altro gabbiano che a quella stessa verità anelasse.

- Richard Bach - 
da: Il gabbiano Jonathan Livingston


Solo un paio di considerazioni su questo bel libro. Jonathan non è un ribelle: è solo un giovane gabbiano che compie ciò che "sente" di dover fare, seguendo il suo istinto, la sua mente, il suo cuore, anche se spesso questo comporta a dover fare scelte sofferte ed anche coraggiose. 
Lo stesso Bach, autore del libro, dedica la sua opera al "vero gabbiano Jonathan, che vive nel profondo di tutti noi". 
Dovremmo tutti avere il coraggio di certe azioni, senza il timore di non riuscire nel nostro intento o di rimanerne delusi. 
Solo con il coraggio riusciremo a vedere tutte quelle cose che ci faranno sentire finalmente vivi, e saremo capaci di far volare lontano quel gabbiano che è dentro nel nostro cuore.


Buona giornata a tutti. :-)


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giovedì 5 agosto 2021

Le dieci abitudini degli ottimisti

Sii grato
Inizia tutto prendendo coscienza dei nostri vantaggi. Se non sei grato per le cose buone della tua vita non sarai mai soddisfatto. Fai un inventario di ciò che c’è di buono intorno a te. Ma non trascurare neanche ciò che c’è di meno positivo. C’è da esser grati anche per le difficoltà che si incontrano, gli ostacoli e i fallimenti. Perché? Perché è da lì che nasce la saggezza. 
Perché ti danno la forza, perché ti insegnano a perseverare, e ti rendono forte. Esser grati per ogni passo avanti rende i momenti difficili più facili da superare. Quanto detto finora non è altro che la base dell’ottimismo: essere entusiasti, nel bene e nel male, e nella consapevolezza che tutto va verso un futuro migliore.

Condividi i tuoi racconti di vita
Ritengo che tutti abbiamo la capacità di vivere in modo ottimista: basta condividere le nostre avventure, i successi come i fallimenti. 
Anche solo sapere che gli altri sono stati nella nostra stessa barca, eppure hanno tirato avanti, è utile. Perché diffonde un messaggio di speranza, che è l’ingrediente principale dell’ottimismo. 
Quando condividiamo i nostri racconti di vita, diamo agli altri gli strumenti di cui hanno bisogno per costruire, evolversi e perseverare. In sostanza, l’umanità fa sempre “girare il credito”.

Perdona
Più facile a dirsi che a farsi, ma avrai bisogno di perdonare quelli che ti hanno impedito di trovare il lato positivo nelle cose. 
Credo che il modo più facile per perdonare e superare sia riflettere sul fatto che il passato è passato. Guardala così: la persona che fai difficoltà a perdonare probabilmente vorrebbe lei stessa che il passato possa esser cancellato. 
Insomma, fai pace col tuo passato, perché non rovini il presente. 
Quando ci sarai riuscito, quei capitoli potranno essere chiusi, e si potrà vivere una vita più positiva, e felice.

Ascolta di più
Quando ascolti qualcuno non fai altro che aprirti alla conoscenza invece che erigere intorno a te un muro di parole e di pensieri. In più, dimostri fiducia e rispetto negli altri. La conoscenza, come la fiducia, sono la dimostrazione che sei una persona positiva e sicura di sé, e che quindi diffondi energia positiva.

Converti invidia e gelosia in energia positiva
Quando invidiamo qualcuno ci facciamo solo del male. 
L’universo non ti deve niente solo perché qualcuno sta meglio di te. 
Convoglia quell’energia nel lavorare sul tuo cammino personale e professionale. E pensa al successo degli altri come a uno spunto per migliorarsi.

Sorridi di più, meno musi lunghi
Quando sorridiamo, creiamo un ambiente felice e stimolante intorno a noi, in grado di attrarre gli altri. Starsene corrucciati, al contrario, blocca la gente, e ha l’effetto opposto. 
La felicità, anche in piccole dosi, rilascia serotonina (l’ormone della felicità). E rende anche le giornate più difficili più facili da superare.

Fai esercizio, mangia sano
È un consiglio piuttosto comune, ma tutti abbiamo bisogno di esercizio e di sole ogni giorno, anche solo per un quarto d’ora. Se non puoi startene un po’ sotto il sole, chiedi al tuo medico di integrare con una terapia appropriata. 
Se non puoi fare esercizio perché sei indaffarato, usa le scale al posto dell’ ascensore, o parcheggia più lontano. Ad ogni modo, tieniti in movimento quanto più spesso possibile. Segui una dieta bilanciata e non respingere la frutta e la verdura. Se hai fame durante il giorno, prendi in considerazione mandorle e noci (a meno che non sia allergico). E se sei un soggetto allergico, prendi in considerazione l’idea di più pasti ridotti durante il giorno, invece dei soliti tre principali. 
L’energia che ottieni dall’esercizio, da una dieta salutare e dalla luce del sole ci dà concentrazione, chiarezza e un atteggiamento naturalmente positivo.

Guarda avanti e pensa positivo
Guardare avanti e pensare positivo è la capacità di guardare un cielo rannuvolato e scoprirne il lato positivo, applicando il processo all’oggi, a ieri, nella speranza che domani sarà meglio. 
Pensa alle operazioni chirurgiche: immagini il peggio e non vedi l’ora che sia finita. 
Prendi tutto questo e inizia invece a visualizzare la ragione dell’operazione, e ai risultati che porterà. L’obiettivo è positivo, anche se oggi può sembrare dura. 
Oppure pensa a uno studente che si prepara a un esame difficile. Prepararsi, imparare tutto il necessario a fare l’esame, può sembrare la fine del mondo. Ma prendi quell’energia, e immagina quanto ti servirà quel titolo in futuro. Come per ogni altra cosa, lavorare duramente porta sempre risultati. 
La vita non è una lotteria. È ciò che sei in grado di farne.

Non dare la colpa agli altri
È tanto facile nella vita dare agli altri la colpa per la tua situazione. 
La gente dà la colpa dei propri problemi all’economia, ai politici, ai propri capi e a ogni genere di terza parte. Ma una volta che accetti di avere il controllo su ciò che sei, scoprirai che l’ottimismo, e il successo, arrivano spontaneamente. Ricorda: l’opportunità si incontra a valle, non in vetta.

Il passato non è destinato a ripetersi
Solo perché hai incontrato delle difficoltà non significa che ciò che inizia male, male finisce. 
Non trasformare le tue cattive esperienze in una profezia che si autoavvera. Anzi, parti dal presupposto che quei momenti sono dietro di te, e che la strada verso il futuro è sgombra.

Sii completamente consapevole di ogni azione che compi.
Sviluppa inoltre il potere della costanza. Quando decidi di intraprendere una cosa, anche la più banale, non desistere finché non hai raggiunto il tuo obiettivo. Ricorda, così come sono incostanti le nostre emozioni, cioè il modo in cui reagiamo alle circostanze o il modo in cui le definiamo, sono continuamente mutevoli anche le situazioni della vita. Nessun fallimento è assoluto. Se continui a provare, il fallimento può diventare una via d’accesso alla vittoria.

- Swami Kriyananda -
da: "Attrarre la prosperità"





Le persone con scarsa propensione alla gioia hanno troppa paura di lasciare il lavoro per esplorare altre possibilità. Prive di fiducia in se stesse, non hanno la forza di amare oltre la cerchia familiare e di trovare il proprio vero sentiero.
La vita passa loro accanto.
Chi invece conosce la fonte della propria gioia può avere due o tre carriere nello spazio di una vita, è capace di chiudere e ricominciare, può allacciare nuovi rapporti, stringere nuove amicizie, iniziare nuove attività, una nuova vita, a qualsiasi età e indipendentemente dalla ricchezza accumulata.
Senza gioia siamo paralizzati, incapaci di cambiamento.
Con la gioia le possibilità sono infinite.

- Bruce Davis – 
da: "Il richiamo della gioia"



La felicità è una scelta.
L'accettare è una scelta.
Il perdono è una scelta.
La rabbia è una scelta.
L'amore è una scelta.
La vita è una scelta.
Il tuo tempo: la tua scelta.

- Proverbio zen - 



Buona giornata a tutti. :-)

giovedì 11 marzo 2021

Segui il tuo sogno - Jack Canfield

"Ho un amico di nome Monty Roberts che possiede una tenuta con allevamento di cavalli a San Ysidro. Mi lascia usare la sua casa per organizzare manifestazioni volte a raccogliere fondi per programmi a favore dei giovani a rischio.
L'ultima volta che ero lì mi presentò dicendo: "Voglio spiegarvi perché lascio che Jack usi la mia casa." 
Tutto risale alla storia di un giovane che era figlio di un addestratore di cavalli itinerante, il quale andava di stalla in stalla, di pista in pista, di fattoria in fattoria e di allevamento in allevamento per addestrare i cavalli.
Di conseguenza la frequenza scolastica del ragazzo alle superiori era continuamente interrotta. Quando fu all'ultimo anno gli fu assegnato un compito su cosa volesse fare da grande.
Quella sera scrisse un tema di sette pagine descrivendo il suo obiettivo di possedere un giorno un allevamento di cavalli. Descrisse con dovizia di particolari il suo sogno e addirittura disegnò lo schema di una tenuta di ottanta ettari, indicando l'ubicazione di tutti gli edifici, delle stalle e della pista.
Poi disegnò la pianta dettagliata di una casa di 400 metri quadri da inserire nella tenuta di sogno di ottanta ettari. Elaborò con passione il progetto e il giorno successivo lo consegnò all'insegnante.
Due giorni dopo il compito gli fu riconsegnato. Sulla prima pagina vi era in rosso una insufficienza con un appunto che diceva: "Vieni da me dopo la lezione."
Il ragazzo che aveva il sogno andò dall'insegnante dopo la lezione e domandò: "Perché ho preso un'insufficienza?" 
L’insegnante rispose:
"È un sogno irrealistico per un ragazzo come te. Non hai soldi. Provieni da una famiglia itinerante. Non hai risorse. Possedere un allevamento di cavalli richiede un sacco di soldi.
Devi acquistare il terreno. Devi pagare le fattrici e poi spendere molti soldi per gli stalloni. Non hai nessuna possibilità di farcela."
Poi l’insegnante aggiunse: "Se riscrivi il compito con un obiettivo più realistico, rivedrò il tuo voto."
Il ragazzo andò a casa e ci pensò su a lungo. Domandò a suo padre cosa fare. Il padre rispose: "Guarda, figliolo, devi decidere tu da solo. Tuttavia penso che sia una decisione importante per te."
Infine, dopo una settimana di riflessione, il ragazzo riconsegnò lo stesso compito, senza alcun cambiamento, dichiarando: "Può tenersi l'insufficienza, IO MI TERRO' IL MIO SOGNO."

Monty si rivolse poi al gruppo riunito e disse: "Vi racconto questa storia perché voi vi trovate nella mia casa di 400 metri quadri in mezzo alla mia tenuta di ottanta ettari. Ho ancora quel compito di scuola incorniciato sopra il caminetto."
Aggiunse: "La parte più bella della storia è che due estati fa quello stesso insegnante portò trenta ragazzi in campeggio nella mia tenuta per una settimana. Nell'andarsene, l'insegnante mi disse:
"Vedi, Monty, adesso posso dirtelo.Quando ero il tuo insegnante ero una specie di ladro di sogni. In quegli anni ho rubato molti sogni ai ragazzi.
Fortunatamente tu hai avuto abbastanza fegato da NON RINUNCIARE al tuo." 

Non lasciate che vi rubino i sogni. Seguite il vostro cuore, accada quel che accada." 

- Jack Canfield & Mark Victor Hansen -
Fonte: “Brodo caldo per l'anima” di  Jack Canfìeid e  Mark Victor Hansen,  Armenia Edizioni, 2004



Il nostro tempo è limitato, per cui non lo dobbiamo sprecare vivendo la vita di qualcun altro.
Non facciamoci intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone.
Non lasciamo che il rumore delle opinioni altrui offuschi la nostra voce interiore.
E, cosa più importante di tutte, dobbiamo avere il coraggio di seguire il nostro cuore e la nostra intuizione.
In qualche modo, essi sanno che cosa vogliamo realmente diventare. Tutto il resto è secondario. 

- Steve Jobs - 




Arrendersi e prendersela con Dio, con la vita o con gli altri non richiede alcuno sforzo. 
Rimettersi in piedi assumendosi la responsabilità della propria vita e della propria felicità spesso ne richiede uno grosso, ma questa è la differenza fra vivere e sopravvivere.

- Claudia Rainville - 
da "Cambia la Tua Vita"


E allora impara a vivere. 
Tagliati una bella porzione di torta con le posate d’argento. 
Impara come fanno le foglie a crescere sugli alberi. 
Apri gli occhi. 
Impara come fa la luna a tramontare nel gelo della notte prima di Natale. Apri le narici. Annusa la neve. Lascia che la vita accada. 

- Sylvia Plath -







giovedì 2 luglio 2020

Accettare i propri limiti - Omar Falworth

Accettare i propri limiti

Tutti noi esseri umani, abbiamo delle carenze, delle crepe,  dei limiti... ma il nostro orgoglio non vuole accettarli e fa pensare frasi del genere...

“Perché devo rinunciare a ciò che voglio fare?”
“Perché gli altri possono e io no?"

La società odierna ci spinge alla continua competizione per raggiungere degli obiettivi.
Bene. Benissimo.
Lottare per rendere più AZZURRA la nostra vita... fare qualche sacrificio per un futuro migliore... è bene.
Purché non esageriamo.
Purché non cadiamo nell'errore di credere che la felicità sia alla fine della strada del successo... del SUCCESSO AD OGNI COSTO.

Possiamo benissimo vivere una vita serena e piena di gratificazioni, anche accettando i nostri limiti e percorrendo soltanto un tratto di tale strada.

Non lasciamoci incantare dai più forti, dalle persone che hanno raggiunto le METE PIÚ AMBITE SECONDO SOCIETA’

Osserviamo invece le persone che (anche se deboli) hanno raggiunto le METE PIÙ AMBITE SECONDO SERENITA’, le persone che sanno essere spesso di buonumore, liete e gioiose,  persone che hanno raggiunto il vero successo.... le PERSONE AZZURRE

Avere dei limiti non è ne un ostacolo né un impedimento alla nostra vita serena.

Per volare a grandi altezze non bisogna avere chissà quali grandi capacità. Bisogna semplicemente approvarsi per come si è, apprezzarsi per le qualità che si hanno e, soprattutto, rispettare il proprio modo di essere.

- Omar Faltworth - 
da: Pensieri azzurri per vivere felici - ed. Splendida Mente



Non lasciare che si annidi in te l'idea che la vita non è altro che una lunga sequenza di problemi da risolvere. La trasformeresti in un continuo assillarti alla ricerca di soluzioni.

La vita mette a disposizione di chiunque un numero illimitato di tele e tutti i colori dell'arcobaleno
Non fare come coloro che credono di disporre soltanto di una tavolozza e qualche tubetto di colori sbiaditi.

- Omar Faltworth - 

da: Pensieri azzurri per vivere felici - ed. Splendida Mente



Credeteci anche voi! Buona giornata a tutti. :-)





venerdì 19 gennaio 2018

Non lamentarti mai, qualunque cosa tu debba sopportare - - Swami Kriyananda -

 Non lamentarti mai,
qualunque cosa tu debba sopportare.
La sfortuna si trova nella tua percezione delle cose,
non nelle cose in se stesse.
Se anche dovessi perdere improvvisamente ogni ricchezza,
per esempio a causa di un crollo di borsa,
forse sarebbe semplicemente giunto il momento,
nel progetto che Dio ha per te, di sperimentare la povertà.
Una lezione positiva che puoi imparare da ogni perdita è il calmo distacco.
Un’altra, è diventare più completo in te stesso.
Successo e fallimento fanno ugualmente parte del flusso della vita.
Lo stesso vale per tutte le coppie di opposti:
ricchezza e povertà, fama e ignominia, guadagno e perdita.
Accettale con un sorriso, perché solo in Dio
ci si può sollevare per sempre al di sopra della dualità.
Nel frattempo, qualunque sia la tua sorte nella vita,
accettala di buon animo.
Ricordati che tutto questo è uno spettacolo,
un sogno cosmico, una commedia.
Per il tuo Sé più profondo,
la vita qui sulla terra non possiede alcuna realtà.

- Swami Kriyananda -

Il segreto della felicità è tenere il cuore aperto agli altri e alle esperienze della vita. 
Il cuore, infatti, è come la porta d’ingresso di una casa: 
la luce del sole può entrare solo quando la porta è ben aperta. 

- Swami Kriyananda -




Semplifica il modo in cui guardi alle cose. La complessità di pensiero porta solamente complessità nel tuo lavoro, nelle tue relazioni, in tutta la tua vita.

- Swami Kriyananda -



Buona giornata a tutti. :-)



giovedì 1 settembre 2016

Tipo Nove: Il Mediatore - Helen Palmer

I Nove si sono sentiti trascurati nell’infanzia, la loro opinione veniva raramente ascoltata e le necessità degli altri erano anteposte alle loro. 
La difesa dei Nove è consistita nell’addormentarsi distogliendo l’attenzione dai veri desideri e spostandola sulle piccole comodità e i surrogato dell’amore. 
Hanno imparato ad intorpidirsi, a distogliere l’energia dai bisogni, ad autoescludersi.
Più c’è tempo e meno si fa, perché il Nove ha difficoltà a distinguere tra punti essenziali ed aspetti secondari.

I Nove tendono ad accordarsi ai programmi altrui per non perdere il contatto. Dire no è estremamente difficile per il tipo psicologico che assume come suoi i sentimenti degli altri: pensano che dire no ad un altro equivalga a negare qualcosa a se stessi. I Nove possono adeguarsi ad una situazione per molto tempo, senza aver ancora veramente deciso. Può sembrare consenziente e accondiscendente, ma la tranquillità esterna nasconde una tempesta interiore. Provano rabbia per accodarsi agli altri e rabbia per sentirsi trascurati se non si accodano. La decisione è quella di non prendere decisioni.
Paradossalmente il Nove è il punto più testardo dell’enneagramma: se qualcuno vuole spronarli a prendere una decisione o una posizione, puntano i piedi e si bloccano. Prendere una decisione significa tagliare con qualcosa, lasciar andare, cambiare e procedere e tutto questo riaccende la paura della separazione. I Nove trattengono molto e lasciano andare poco preferendo conservare un’abitudine che rischiare un cambiamento improvviso.
Se tendete ad identificarvi con tutti i tipi dell’enneagramma, è probabile che siate un Nove.
Il Nove è preso in una forbice tra il bisogno di approvazione e il bisogno di disobbedienza, è presente il dilemma tra il desiderio di comportarsi correttamente e quello di infrangere le regole.
Ai Nove appartiene il peccato mortale dell’accidia, perché l’abitudinarietà sottrae energia e attenzione ai veri desideri.
I Nove sono efficienti e produttivi all’interno di una struttura che li fa sentire al sicuro.
Se il Nove ha tempo ed energia a disposizione, i veri bisogni cominciano ad affacciarsi. Perciò, per autoescludersi, assume impegni su impegni portandone a termine ben pochi. Le priorità vengono spesso dimenticate a causa dell’incapacità di distinguere tra essenziale e inutile.
I Nove prendono senza lasciar andare, sono tenacemente attaccati al passato e non hanno tempo per il presente. Nella versione evoluta, l’accumulo diventa la capacità di assorbire cumuli di informazioni sulla materia prediletta.
Il Nove occupa la posizione centrale di tre tipi-rabbia (Otto-Nove-Uno): è il punto dell’aggressività passiva, in cui la rabbia è allo stato latente. Tendono a trattenere la rabbia inespressa finché il livello di irritazione li costringe a passare all’azione. Esprimere la rabbia è un grande sollievo, un litigio è l’apice di un lungo periodo di repressione e interiorizzazione.
L’inerzia è una legge della fisica secondo la quale un corpo in stasi tende a rimanere in stasi: arrivato a questo punto ha bisogno di un aiuto esterno e si rianima accodandosi all’entusiasmo altrui.
I Mediatori assumono gli interessi e i bisogni del compagno come se fossero propri rischiando di annullare il proprio punto di vista; il Nove evoluto ha l’effettiva capacità di conoscere l’altro nel profondo, sa ascoltare senza giudicare.
Cercano la persona ideale con cui fondersi completamente; la fine di un rapporto è sempre dolorosa perché c’è il senso di amputare una parte di se stessi. Per questo tendono a prolungare i rapporti anche dopo che il succo è stato spremuto.
E’ tipico dei Mediatori avere più energia per gli altri che per se stessi.


Fattori di crescita: notare quando un’opinione personale non viene espressa, cercare di decidere, accorgersi di diventare cocciuti quando si viene incalzati.

Sintesi del libro "L'enneagramma la geometria dell'anima che vi rivela il vostro carattere" di Helen Palmer,Edizioni Astrolabio




C’è un solo viaggio possibile: quello che facciamo nel nostro mondo interiore. Non credo che si possa viaggiare di più nel nostro pianeta. 
Così come non credo che si viaggi per tornare. 
L’uomo non può tornare mai allo stesso punto da cui è partito, perché, nel frattempo, lui stesso è cambiato. 
Da sé stessi non si può fuggire.

- Andrej Tarkovskij -


Nella vita le cose passano sempre, come in un fiume. Anche le più difficili che ti sembra impossibile superare le superi, e in un attimo te le trovi dietro le spalle e devi andare avanti. Ti aspettano cose nuove.

- Niccolò Ammaniti -


Non possiamo cambiare neppure una virgola del nostro passato, né cancellare i danni che ci furono inflitti nell' infanzia. 
Possiamo però cambiare noi stessi,”riparare i guasti”, riacquisire la nostra integrità perduta. 
Possiamo far questo nel momento in cui decidiamo di osservare più da vicino le conoscenze che riguardano gli eventi passati e che sono memorizzate nel nostro corpo, per accostarle alla nostra coscienza. 
Si tratta indubbiamente di una strada impervia, ma è l’unica che ci dia la possibilità di abbandonare infine la prigione invisibile – e tuttavia così crudele – dell’infanzia e di trasformarci, da vittime inconsapevoli del passato, in individui responsabili che conoscono la propria storia e hanno imparato a convivere con essa.

- Alice Miller - 


Buona giornata a tutti. :-)





mercoledì 24 agosto 2016

da: Il gabbiano Jonathan Livingston - Richard Bach -

Era di primo mattino, e il sole appena sorto luccicava tremolando sulle scaglie del mare appena increspato. A un miglio dalla costa un peschereccio arrancava verso il largo.
E fu data la voce allo Stormo. E in men che non si dica tutto lo Stormo Buonappetito si adunò, si diedero a giostrare ed accanirsi per beccare qualcosa da mangiare. Cominciava così una nuova dura giornata. Ma lontano di là soletto, lontano dalla costa e dalla barca, un gabbiano si stava allenando per suo conto: era il gabbiano Jonathan Livingston. Si trovava a una trentina di metri d’altezza: distese le zampette palmate, aderse il becco, si tese in uno sforzo doloroso per imprimere alle ali una torsione tale da consentirgli di volare lento. E infatti rallentò tanto che il vento divenne un fruscìo lieve intorno a lui, tanto che il mare ristava immoto sotto le sue ali.
Strinse gli occhi, si concentrò intensamente, trattenne il fiato, compì ancora uno sforzo per accrescere solo… d’un paio… di centimetri… quella… penosa torsione e…
D’un tratto gli si arruffano le penne, entra in stallo e precipita giù. I gabbiani, lo sapete anche voi, non vacillano, non stallano mai. Stallare, scomporsi in volo, per loro è una vergogna, è un disonore.

Ma il gabbiano Jonathan Livingston – che faccia tosta, eccolo là che ci riprova ancora, tende e torce le ali per aumentarne la superficie, vibra tutto nello sforzo e patapunf stalla di nuovo – no, non era un uccello come tanti.
La maggior parte dei gabbiani non si danno la pena di apprendere, del volo, altro che le nozioni elementari: gli basta arrivare dalla costa a dov’è il cibo e poi tornare a casa.

- Richard Bach - 
da: Il gabbiano Jonathan Livingston




Per la maggior parte dei gabbiani, volare non conta, conta mangiare. 
A quel gabbiano lì, invece, non importava tanto procurarsi il cibo, quanto volare. Più d’ogni altra cosa al mondo, a Jonathan Livingston piaceva librarsi nel cielo. 
Ma a sue spese scoprì che, a pensarla in quel modo, non è facile poi trovare amici, fra gli altri uccelli.
E anche i suoi genitori erano afflitti a vederlo così: che passava giornate intere tutto solo, dietro i suoi esperimenti, quei suoi voli planati a bassa quota, provando e riprovando.

- Richard Bach - 
da: Il gabbiano Jonathan Livingston



Mettere in pratica l’amore voleva dire rendere partecipe
della verità da lui appresa, conquistata,
qualche altro gabbiano che a quella stessa verità anelasse.

- Richard Bach - 
da: Il gabbiano Jonathan Livingston


Solo un paio di considerazioni su questo bel libro. Jonathan non è un ribelle: è solo un giovane gabbiano che compie ciò che "sente" di dover fare, seguendo il suo istinto, la sua mente, il suo cuore, anche se spesso questo comporta a dover fare scelte sofferte ed anche coraggiose. 
Lo stesso Bach, autore del libro, dedica la sua opera al "vero gabbiano Jonathan, che vive nel profondo di tutti noi". 
Dovremmo tutti avere il coraggio di certe azioni, senza il timore di non riuscire nel nostro intento o di rimanerne delusi. 
Solo con il coraggio riusciremo a vedere tutte quelle cose che ci faranno sentire finalmente vivi, e saremo capaci di far volare lontano quel gabbiano che è dentro nel nostro cuore.


Buona giornata a tutti. :-)