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martedì 15 agosto 2023

Omaggio nel giorno dell'Assunta in Cielo

Qann’ero ragazzino,
mamma mia me diceva:
Ricordati, fijolo,
quanno te senti veramente solo
tu prova a recità n’Ave Maria.
L’anima tua da sola spicca er volo
e se solleva, come pe’ magìa.
Ormai so’ vecchio, er tempo m’è volato;
da un pezzo s’è addormita la vecchietta,
ma quer consijo nun l’ho mai scordato.
Come me sento veramente solo,
io prego la Madonna benedetta
e l’anima da sola pija er volo!

- Trilussa - 



«Pronuntiamus, declaramus et definimus divinitus revelatum dogma esse: Immaculatam Deiparam semper Virginem Mariam, expleto terrestris vitae cursu, fuisse corpore et anima ad coelestem gloriam assumptam.»
(Pio XII, "Munificentissimus Deus", 1 novembre 1950)


L'Assunzione di Maria, Corrado Giaquinto da Molfetta

Per capire l’Assunzione dobbiamo guardare alla Pasqua, il grande Mistero della nostra Salvezza, che segna il passaggio di Gesù alla gloria del Padre attraverso la passione, la morte e la risurrezione. 

Maria, che ha generato il Figlio di Dio nella carne, è la creatura più inserita in questo mistero, redenta fin dal primo istante della sua vita, e associata in modo del tutto particolare alla passione e alla gloria del suo Figlio. L’Assunzione al Cielo di Maria è pertanto il mistero della Pasqua di Cristo pienamente realizzato in Lei. 

Ella è intimamente unita al suo Figlio risorto, vincitore del peccato e della morte, pienamente conformata a Lui. Ma l’Assunzione è una realtà che tocca anche noi, perché ci indica in modo luminoso il nostro destino, quello dell’umanità e della storia. In Maria, infatti, contempliamo quella realtà di gloria a cui è chiamato ciascuno di noi e tutta la Chiesa.

- papa Benedetto XVI, Angelus, 15 agosto 2012


Maria

Chi ama currit, volat, laetatur. Amare significa correre con il cuore verso l'oggetto amato. 

Ho iniziato ad amare la Vergine Maria prima ancora di conoscerla... le sere al focolare sulle ginocchia materne, la voce della mamma che recitava il rosario. 

 - papa Giovanni Paolo I - 


Giotto,  la visitazione: Incontro di Elisabetta e Maria. Cappella degli Scrovegni, Padova.

[Dio] creò la Vergine Maria, e cioè fece sorgere sulla terra una purezza così intensa da potere, in seno a tanta trasparenza, concentrarsi fino ad apparirvi bambino. Ecco, espressa nella sua forza e nella sua realtà, la capacità che la purezza ha di far nascere il Divino in mezzo a noi.

 Pierre Teilhard de Chardin - 

L'Annunciazione di Simone Martini.  Dalla bocca dell'angelo fuoriesce la scritta in caratteri dorati con la salutazione angelica.


Volto Madonna di Fatima



La Pietà, Michelangelo Buonarroti, Basilica di San Pietro, Roma

Preghiera a Maria Regina - Sant'Alfonso Maria de' Liguori

O Madre del mio Dio e mia Signora Maria,
mi presento a Te che sei la Regina del Cielo e della terra
come un povero piagato davanti ad una potente Regina.

Dall'alto trono dal quale tu siedi, non sdegnare,
Ti prego, di volgere gli occhi su di me, povero peccatore.

Dio Ti ha fatta così ricca per aiutare i poveri
e Ti ha costituita Madre di Misericordia
affinché Tu possa confortare i miserabili.
Guardami dunque e compatiscimi.

Guardami e non mi lasciare se non dopo avermi trasformato
da peccatore in Santo.

Mi rendo conto di non meritare niente, anzi, per la mia ingratitudine dovrei essere privato di tutte le grazie che per tuo mezzo ho ricevuto dal Signore; ma Tu che sei la Regina di Misericordia non cerchi i meriti, bensì le miserie per soccorrere i bisognosi. Chi è più povero e bisognoso di me?

O Vergine sublime, so che Tu, oltre ad essere la Regina dell'universo, sei anche la mia Regina. Voglio dedicarmi completamente ed in modo particolare al tuo servizio, affinché Tu possa disporre di me come Ti piace. Perciò Ti dico con San Bonaventura: "O Signora, mi voglio affidare al tuo potere discreto, perchè Tu mi sostenga e governi totalmente.
Non mi abbandonare". Guidami Tu, Regina mia, e non lasciarmi solo. Comandami, utilizzami a Tuo piacere, castigami quando non Ti ubbidisco, poiché i castighi che mi verranno dalle Tue mani mi saranno salutari.

Ritengo più importante essere tuo servo piuttosto che signore di tutta la terra. "Io sono tuo: salvami". O Maria, accoglimi come tuo e pensa a salvarmi. Non voglio più essere mio, mi dono a Te.
Se nel passato Ti ho servito male ed ho perduto tante belle occasioni per onorarti, in avvenire voglio unirmi ai tuoi servi più innamorati e fedeli.
No, non voglio che da oggi in poi qualcuno mi superi nell'onorarti e nell'amarti, mia amabilissima Regina. Prometto e spero di perseverare così, con il tuo aiuto. Amen.

(Sant'Alfonso Maria de Liguori)


Ecco: la vergine  concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele.

- Libro di Isaia  -



Preghiera della notte a Maria

Madre, fa bene pregare dinanzi la tua dolce immagine!
Quando in ginocchio, gli occhi fissi su di te, tu mi parli, io comprendo il tuo soave linguaggio,
Poi sento che mi viene da piangere, senza sapere il perché.
Ma, intanto, sono felice... Quando dico che ti amo,
quando il mio sguardo cerca e trova il tuo;
Attraverso le vetrate, nel momento che la pallida luna,
ci illumina con il suo raggio diafano;
Quando, lontano, tutto si assopisce nelle braccia della natura triste;
quando il silenzio scende al calar delle ombre,
la mia anima, allora, si eleva sino a te, tranquilla e pura
ed io sento che la felicità mi invade dolcemente.
Madre, quando verrà la mia ultima ora, simile alla corolla
che si china su di te, questa notte, sul tuo altare,
Oh! Volgere il mio sguardo verso la tua dolce aureola,
e addormentarmi... addormentarmi... nel tuo seno materno.

Félix Anizam

"Le rose del mio vecchio giardino"
Editore dei "Rayons" - 1934




Buona festa dell'Assunta a tutti. :-)
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domenica 15 agosto 2021

Sollevato ad Osimo il giorno dell'Assunta - Fra Bernardino Oli

Io sò, che il Padre Frà Gioseppe da Cupertino, è stato Sacerdote, e che continuamente nel celebrare la Santa Messa è stato favorito da Dio del dono dell’estasi, che soleva essere maggiore del solito nelle maggiori solennità dell’anno, ordinariamente gl’Estasi cominciava con un strido, ed il Padre Frà Gioseppe soleva portarsi dall’Altare dove lui celebrava nella sua Cappelletta à piedi di detta Cappelletta in faccia dell’Altare con un moto, e volo velocissimo, restando inginocchiato con le braccia aperte, occhi fissi, ed immobili, e con gl’habiti Sacerdotali benissimo composti, come se vi fosse stata adoprata arte, si fermava in questo posto per un quarto d’hora in circa, alle volte più, ed alle volte meno, ed ordinariamente ritornava all’Altare con simile velocità, e proseguiva puntualmente la Messa. 
Io spesse volte mi sono trovato presente in occasione d’havergli servito spesse volte la Messa nel spazio di trè anni in circa, che io sono stato in questo Convento di San Francesco d’Osimo, fino alla morte di detto Padre Gioseppe, fino à quel tempo hò veduto continuare in lui questi dono degl’estasi quali molte altre volte hò veduto nelle sue stanze in compagnia d’altri Religiosi di detto Convento, in occasione di cantare sacre canzoni, ed orazioni particolarmente in lode della Beatissima Vergine Maria, e di Santa Catarina di Siena; quando il Padre Gioseppe era in estasi, stava tutto immobile, e senza senso, e cessando gl’estasi ritornava all’esser suo di prima; una volta festa dell’Assunzione della Beatissima Vergine nella Santa Messa, doppo fatta l’elevatione dell’Eucharistia, sollevandosi in estasi, io lo viddi alzato da Terra per un palmo in circa per spazio di mezzo quarto d’hora in circa, ed io l’osservai bene, perche gli stavo vicino servendogli la Messa, e mi cagionò meraviglia nel vederlo fermo in aria, senza appoggiarsi in luogo alcuno, e l’estasi del detto Padre Gioseppe così frequente alcuno fù, ed è cosa publica, e notoria.

- Fra Bernardino Oli - 


O Vergine Immacolata, Madre di Dio e Madre degli uomini,
noi crediamo nella tua assunzione in anima e corpo al cielo,
ove sei acclamata da tutti i cori degli angeli 
e da tutte le schiere dei santi.
E noi ad essi ci uniamo per lodare
e benedire il Signore che ti ha esaltata sopra
tutte le creature e per offrirti l'anelito della nostra devozione
e del nostro amore.
Noi confidiamo che i tuoi occhi misericordiosi
si abbassino sulle nostre miserie
e sulle nostre sofferenze; 
che le tue labbra sorridano alle nostre gioie
e alle nostre vittorie;
che tu senta la voce di Gesù ripeterti per ciascuno di noi:
Ecco tuo figlio.
E noi ti invochiamo nostra madre e ti prendiamo, 
come Giovanni, per guida,
forza e consolazione della nostra vita mortale.
Noi crediamo che nella gloria, 
dove regni vestita di sole e coronata di stelle,
sei la gioia e la letizia degli angeli e dei santi.
E noi in questa terra, ove passiamo pellegrini, guardiamo verso di te,
nostra speranza;
attiraci con la soavità della tua voce per mostrarci un giorno,
dopo il nostro esilio, Gesù, 
frutto benedetto del tuo seno, o clemente,
o pia, o dolce Vergine Maria.

(papa Pio XII)



O Vergine mite,

roccia da cui sgorga ciò che dolcemente scorre,

goccia d'unguento, scala fiorita di Giacobbe.
Nube che piove manna, profumo di paradiso.
Porta che rimane chiusa, patrona senza macchia.
Porgi a Cristo, tuo Figlio, il seno pieno di dolcezza.
O Vergine Maria, miele stillante.
O Vergine celeste, accompagna i nostri passi
perché il nostro cammino sia sempre certo.
Tu vuoi, puoi, devi, o regale tutrice.
È in te risposta pienamente la speranza di tutti noi. 
Dolce, tu vuoi.

Regina, tu puoi.
Patrona, tu devi.

Effondi la tua preghiera e concedi il tuo favore e il tuo aiuto.

[dal De Patronatu del carmelitano Arnoldo Bostio, 1499]




Colei che in cielo condivide la pienezza della gloria e gode della felicità stessa di Dio e, nello stesso tempo, invita anche noi a divenire, nel nostro modo modesto, “arca” nella quale è presente la Parola di Dio, che è trasformata e vivificata dalla sua presenza, luogo della presenza di Dio, affinché gli uomini possano incontrare nell’altro uomo la vicinanza di Dio e così vivere in comunione con Dio e conoscere la realtà del Cielo. 

Papa Benedetto XVI - Omelia 15 agosto 2011



Madonna dell'umiltà- opera di Giovanni di Paolo


“Rallegrati, vergine Maria,
figlia della mia terra,
sorella dell’anima mia,
rallegrati, gioia della mia gioia.
Sono come un vagabondo nella notte,
ma tu sei un tetto sotto il firmamento.
Sono una coppa assetata,
ma tu sei il mare aperto del Signore.
Rallegrati Vergine Maria,
ala della mia terra,
corona dell’anima mia;
rallegrati, gioia della mia gioia:
felici coloro che ti proclamano felice!”


- Gertrud von Le Fort - 


Buona Festa dell'Assunta a tutti. :-)



venerdì 14 maggio 2021

Preghiera al Santo Nome di Maria - Sant’Alfonso Maria de’ Liguori

O potente Madre di Dio e Madre mia Maria,
è vero che non sono degno
neppure di nominarti,
ma Tu mi ami
e desideri la mia salvezza.

Concedimi, benché la mia lingua sia immonda,
di poter sempre chiamare in mia difesa
il tuo santissimo e potentissimo Nome,
perché il tuo nome è l’aiuto
di chi vive e la salvezza di chi muore.

Maria purissima,
Maria dolcissima,
concedimi la grazia
che il tuo nome sia da oggi in poi
il respiro della mia vita!

Signora, non tardare a soccorrermi
ogni volta che Ti chiamo,
poiché in tutte le tentazioni
e in tutte le mie necessità
non voglio smettere di invocarti
ripetendo sempre: Maria, Maria!

Maria, amabilissima Maria,
che conforto, che dolcezza, che fiducia,
che tenerezza sente l’anima mia
anche solo nel pronunciare il tuo nome,
o soltanto pensando a Te!
Amen.

(Sant’Alfonso Maria de’ Liguori)



“Al termine della preghiera, tu dici: Amen, sottoscrivendo con l’Amen, che significa - Cosi sia -, tutto ciò che è contenuto nella preghiera, insegnata da Dio”. 

- san Cirillo di Gerusalemme -



"L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore!"

In questo inno diviene manifestato che Dio manda all'aria tutti i nostri criteri di giudizio,
innalza in noi proprio ciò che è di scarsa valore e sazia in noi ciò che ha fame.

- Anselm Grun -
       


























“Dietro ai modi diversi di concepire la liturgia ci sono modi diversi di concepire la Chiesa, 
dunque Dio e i rapporti dell’uomo con Lui. 
Sono convinto che la crisi ecclesiale, in cui oggi ci troviamo, 
dipenda in gran parte dal crollo della liturgia”.

- Papa Benedetto XVI - 




Molti aspettano segni dal cielo. Alcuni hanno il perenne prurito di essere confermati da visioni e messaggi. Ma è forse poco quello che stiamo vivendo? Può esservi segno più grande di quello che ci viene dato in Colui che è il capo della Chiesa sulla terra? Può esservi terremoto peggiore? Forse il Signore parla soltanto quando lancia fulmini ed incenerisce i nemici? Non dobbiamo attendere una giustizia cinematografica, almeno finché la barca non sia giunta all'approdo. Dobbiamo invece incenerire noi i nemici, con una fede granitica, con una conversione sincera, con il desiderio di conformarci alla volontà di Dio, con la preghiera umile e perseverante, innanzitutto per quanti sono posti al servizio della Chiesa e per coloro che, pur essendo dei nostri, agiscono contro di noi. La vittoria che ha sconfitto il mondo è la fede. Lasciamo i messaggi (se non quelli dei mistici beatificati e canonizzati, per nostro conforto) e prendiamo in mano il Catechismo della Chiesa Cattolica e la corona del Rosario.

- Don Antonio Ucciardo -

Buona giornata a tutti. :-)


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martedì 8 dicembre 2020

Maria segno di benedizione, 8 dicembre - card. Carlo Maria Martini



Dalle “maledizioni” umane, alla partecipazione della “benedizione” di Maria

In questa festa liturgica della Madonna ascoltiamo una pagina della Scrittura che è davvero impressionante.
Mi ha colpito perché in essa c’è, per la prima volta nella Bibbia, la parola della maledizione: Maledetto il serpente più di tutte le bestie selvatiche (Gn 3, 14). La maledizione del serpente è simbolo della maledizione di tutte quelle cose che rovinano gli uomini.
Mi ha colpito perché penso a quante altre volte la parola «maledizione» è stata, da allora, ripetuta, a quante volte sono state lanciate nel mondo delle maledizioni gli uni contro gli altri, a quante volte siamo giunti a maledire noi stessi e addirittura a maledire Dio.
A partire dal racconto che la Scrittura ci riporta, il segno doloroso del peccato e della tristezza è entrato nel mondo e, per così dire, ci perseguita. Forse non arriviamo sempre a pronunciare quella parola ma ci sono tante cose in noi, intorno a noi, nella società che non vanno, che noi non vogliamo e che suscitano in noi un moto di ribellione.
Ci ribelliamo contro noi stessi perché non siamo sempre ciò che vorremmo essere; ci ribelliamo contro gli altri che riteniamo la causa di ciò che in noi non va; ci ribelliamo anche contro Dio perché non sappiamo capire quanto Dio ci ama.
È, dunque, una parola terribile che si riproduce nella storia umana, così come si riproduce il peccato.
È il peccato la vera causa di tutte le scontentezze, di tutte le tristezze, di tutte le guerre, di tutte quelle cose che sono in realtà la maledizione dell’uomo.
Ed ecco che il Vangelo ci porta il ricordo delle parola contraria alla maledizione:


«Benedetta tu, benedetta tu tra le donne!» (Lc 1, 42).


Questa parola rivolta alla Madonna è simbolo del meglio di noi stessi.
Noi siamo chiamati non a maledire noi stessi e gli altri:
noi siamo chiamati in realtà a benedire Dio,
a benedire la vita, a benedire il futuro.
La Madonna è il simbolo di tutto questo,
è il simbolo di tutte quelle cose che noi vorremmo essere,
è il simbolo di quello che vorremmo che il mondo fosse,
che vorremmo che gli altri fossero, che vorremmo che fosse la società.
Pregando oggi la Madonna noi preghiamo, quindi, col meglio di noi stessi, con tutto ciò che di bene c’è in noi.
Preghiamo perché questo bene si allarghi, preghiamo perché ciò che in noi è magari soltanto uno spazio di luce diventi più largo,
preghiamo perché ciò che in noi è uno spiraglio di serenità cresca.
Possiamo augurarci che la Madonna entri nella nostra vita con la sua benedizione in modo da poter dire, in tutta verità:

Benedetta sei, o Maria, tra tutte le donne!
Fammi partecipe della tua benedizione,
fa’ che anch’io senta quanto c’è in me che può diventare parte della tua benedizione!


- +Cardinale Carlo Maria Martini - 




Lectio libri Sapientiae (Prov. VIII, 22-35).

Dominus possedit me in initio uiarum suarum, antequam quidquam faceret a principio. Ab aeterno ordinata sum, et ex antiquis, antequam terra fieret. Nondum erant abyssi, et ego iam concepta eram: necdum fontes aquarum eruperant: necdum montes graui mole constíiterant: ante colles ego parturiebar: adhuc terram non fecerat, et flumina, et cardines orbis terrae. Quando praeparabat caelos, aderam: quando certa lege et gyro uallabat abyssos: quando aethera firmabat sursum, et librabat fontes aquarum: quando circumdabat mari terminum suum, et legem ponebat aquis, ne transirent fines suos: quando appendebat fundamenta terrae. Cum eo eram cuncta componens: et delectabar per singulos dies, ludens coram eo omni tempore: ludens in orbe terrarum: et deliciae meae esse cum fíliis hominum. Nunc ergo, fílii, audite me: Beati, qui custodiunt uias meas. Audite disciplinam, et estote sapientes, et nolite abiicere eam. Beatus homo, qui audit me, et qui uigilat ad fores meas quotidie, et obseruat ad postes ostii mei. Qui me inuenerit, inueniet uitam, et hauriet salutem a Domino.




"Alla materna intercessione di Maria, 

Vergine dell’Avvento, 
affidiamo il nostro cammino 
incontro al Signore che viene, 
per essere pronti ad accogliere, 
nel cuore e in tutta la vita,
l’Emmanuele, 
Dio-con-noi." 

- Papa Benedetto XVI -
Angelus del 9 dicembre 2012



“Rallegrati, vergine Maria,
figlia della mia terra,
sorella dell’anima mia,
rallegrati, gioia della mia gioia.
Sono come un vagabondo nella notte,
ma tu sei un tetto sotto il firmamento.
Sono una coppa assetata,
ma tu sei il mare aperto del Signore.
Rallegrati Vergine Maria,
ala della mia terra,
corona dell’anima mia;
rallegrati, gioia della mia gioia:
felici coloro che ti proclamano felice!”

- Gertrud von Le Fort -




Buona giornata a tutti. :-)

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sabato 15 agosto 2020

Preghiera per l’Assunzione della Beata Vergine Maria, preghiera, storia, dogma – Pio XII


O Vergine Immacolata, Madre di Dio e Madre degli uomini,
noi crediamo nella tua assunzione in anima e corpo al cielo,
ove sei acclamata da tutti i cori degli angeli e da tutte le schiere dei santi.
E noi ad essi ci uniamo per lodare
e benedire il Signore che ti ha esaltata sopra
tutte le creature e per offrirti l'anelito della nostra devozione
e del nostro amore.
Noi confidiamo che i tuoi occhi misericordiosi
si abbassino sulle nostre miserie
e sulle nostre sofferenze; che le tue labbra sorridano alle nostre gioie
e alle nostre vittorie;
che tu senta la voce di Gesù ripeterti per ciascuno di noi:
Ecco tuo figlio.
E noi ti invochiamo nostra madre e ti prendiamo, come Giovanni, per guida,
forza e consolazione della nostra vita mortale.
Noi crediamo che nella gloria, dove regni vestita di sole e coronata di stelle,
sei la gioia e la letizia degli angeli e dei santi.
E noi in questa terra, ove passiamo pellegrini, guardiamo verso di te,
nostra speranza;
attiraci con la soavità della tua voce per mostrarci un giorno,
dopo il nostro esilio, Gesù, frutto benedetto del tuo seno, o clemente,
o pia, o dolce Vergine Maria.

(papa Pio XII)



Signore, Padre Santo, Dio onnipotente ed eterno, noi Ti ringraziamo e Ti benediciamo perchè la Vergine Maria, Madre di Cristo, tuo Figlio e nostro Signore, è stata assunta nella Gloria del Cielo.
In Lei primizia e immagine della Chiesa, hai rivelato il compimento del mistero di salvezza e hai fatto risplendere per il tuo popolo, pellegrino sulla terra, un segno di consolazione e di sicura speranza.
Tu non hai voluto che conoscesse la corruzione del sepolcro Colei che ha generato il Signore della vita. Amen.

(Dal prefazio dell'Assunzione)




15 agosto: Assunzione Beata Vergine

La solennità dell'Assunzione di Maria deriva dalla liturgia locale di Gerusalemme; nel VI secolo era già diffusa in tutta la chiesa bizantina. 

Nel corso del VII secolo viene accolta dalla liturgia romana sotto diversi nomi: Dormitio, Pausatio, Natalis.
Il 1° novembre 1950 Pio XII definì l'Assunzione di Maria dogma di fede e, per conseguenza, ristrutturò la liturgia del giorno. L'Assunzione è l'unica festa mariana dotata di una messa per la sera della vigilia. 

Il senso e contenuto teologico di tale solennità è espresso nella bolla Munificentissimus Deus: "L'Augusta Madre di Dio...fu innalzata in anima e corpo alla celeste gloria". 
Maria è entrata, unica tra tutte le pure creature umane, in anima e corpo nella beatitudine del cielo.
La Lumen Gentium la presenta in questi termini: "L'Immacolata Vergine, preservata immune da ogni macchia di colpa originale, finito il corso della sua vita terrena fu assunta alla celeste gloria in anima e corpo" (n. 59). 

La liturgia vede in Maria la Donna di cui parla S. Giovanni. 


Donna misteriosa, al centro della lotta tra le potenze delle tenebre e il Messia. Anch'essa insidiata insieme al Figlio; anch'essa vincitrice con Lui perché sostenuta da Dio. Ci troviamo qui di fronte ai motivi centrali della festività: la vittoria di Maria sul peccato e sull'inferno; la partecipazione attiva ala lotta di Cristo e alla sua vittoria. La gioia di questa festa, pertanto, è la gioia della vittoria, del coronamento, la gioia dell'esultanza della Pasqua. E' lo stesso mistero del mattino di Pasqua di risurrezione che si realizza in Maria. La stessa vittoria alla quale Lei ha dato la sua attiva, personale e piena collaborazione. 

Assunta perchè Immacolata 
L'Assunzione è il coronamento e il maturarsi in Dio di una situazione in cui Maria si è stabilita con la sua Concezione Immacolata, progredita e giunta ad una pienezza singolare con la divina maternità. La divina maternità ha realizzato in Maria un perfezionamento di tutto il suo essere. Tutto ciò evidentemente ha conferito ancora bellezza e preziosità al corpo di Maria, reso capace di un'unica circolazione vitale col Figlio di Dio, fatto uomo. Tra Lei e il Verbo fatto carne, per nove mesi, c'è stato un interscambio vitale, che mentre formava il Figlio, perfezionava e arricchiva della sua santità la Madre. 

Assunta perchè Madre di Dio pienamente conforme a Cristo 
L'Assunzione è il coronamento e il maturarsi in Dio di una situazione in cui Maria si è stabilita con la sua Concezione Immacolata, progredita e giunta ad una pienezza singolare con la divina maternità. La divina maternità ha realizzato in Maria un perfezionamento di tutto il suo essere. Tutto ciò evidentemente ha conferito ancora bellezza e preziosità al corpo di Maria, reso capace di un'unica circolazione vitale col Figlio di Dio, fatto uomo. Tra Lei e il Verbo fatto carne, per nove mesi, c'è stato un interscambio vitale, che mentre formava il Figlio, perfezionava e arricchiva della sua santità la Madre. 

L'Assunzione di Maria, speranza e ideale della Chiesa 
In Maria si è rivelato il compimento del mistero della salvezza. Come infatti avrà compimento? 
Nella risurrezione e glorificazione definitiva di tutta la persona umana. Sarà, questo compimento, la pasqua definitiva e perfetta della Chiesa, perché glorificazione anche del corpo. Gesù lo aveva affermato; ma con l'Assunzione di Maria le parole e il mistero di Cristo si evidenziano in una maniera che aiuta la fede e le certezze del popolo dei credenti. Sicchè, celebrando l'Assunzione, la speranza cristiana si fortifica e il cuore dei credenti si riempie di consolazione. 
E' in questo contesto spirituale che si capisce il linguaggio esultante che riempie e dà fisionomia alla celebrazione liturgica. La seconda antifona dei primi vespri afferma: "La porta del paradiso è stata chiusa a tutti a causa di Eva e per mezzo di Maria è stata di nuovo spalancata". 
Aggiunge ancora sicurezza alla nostra fede, perché si compie nell'ambito di una pura creatura. 
Ci dice quale sia il nostro destino. Quella gloria che oggi esalta davanti al cielo e alla terra Maria Santissima, è quanto Dio ha preparato per i suoi figli. Di quella stessa gloria brillerà il corpo di ognuno. 
Maria assunta in cielo è veramente la speranza e l'ideale della Chiesa.

Fonte: Missionarie dell’Immacolata Padre Kolbe



Santo e glorioso è il corpo della Vergine Maria


I santi padri e i grandi dottori nelle omelie e nei discorsi, rivolti al popolo in occasione della festa odierna, parlavano dell'Assunzione della Madre di Dio come di una dottrina già viva nella coscienza dei fedeli e da essi già professata; ne spiegavano ampiamente il significato, ne precisavano e ne approfondivano il contenuto, ne mostravano le grandi ragioni teologiche. Essi mettevano particolarmente in evidenza che oggetto della festa non era unicamente il fatto che le spoglie mortali della beata Vergine Maria fossero state preservate dalla corruzione, ma anche il suo trionfo sulla morte e la sua celeste glorificazione, perché la Madre ricopiasse il modello, imitasse cioè il suo Figlio unico, Cristo Gesù.
San Giovanni Damasceno, che si distingue fra tutti come teste esimio di questa tradizione, considerando l'Assunzione corporea della grande Madre di Dio nella luce degli altri suoi privilegi, esclama con vigorosa eloquenza: «Colei che nel parto aveva conservato illesa la sua verginità doveva anche conservare senza alcuna corruzione il suo corpo dopo la morte. Colei che aveva portato nel suo seno il Creatore, fatto bambino, doveva abitare nei tabernacoli divini. Colei, che fu data in sposa dal Padre, non poteva che trovar dimora nelle sedi celesti. Doveva contemplare il suo Figlio nella gloria alla destra del Padre, lei che lo aveva visto sulla croce, lei che, preservata dal dolore, quando lo diede alla luce, fu trapassata dalla spada del dolore quando lo vide morire. Era giusto che la Madre di Dio possedesse ciò che appartiene al Figlio, e che fosse onorata da tutte le creature come Madre ed ancella di Dio».
San Germano di Costantinopoli pensava che l'incorruzione e l'assunzione al cielo del corpo della Vergine Madre di Dio non solo convenivano alla sua divina maternità, ma anche alla speciale santità del suo corpo verginale: «Tu, come fu scritto, sei tutta splendore (cfr. Sal 44, 14); e il tuo corpo verginale è tutto santo, tutto casto, tutto tempio di Dio. Per questo non poteva conoscere il disfacimento del sepolcro, ma, pur conservando le sue fattezze naturali, doveva trasfigurarsi in luce di incorruttibilità, entrare in una esistenza nuova e gloriosa, godere della piena liberazione e della vita perfetta».
Un altro scrittore antico afferma: «Cristo, nostro salvatore e Dio, donatore della vita e dell'immortalità, fu lui a restituire la vita alla Madre. Fu lui a rendere colei, che l'aveva generato, uguale a se stesso nell'incorruttibilità del corpo, e per sempre. Fu lui a risuscitarla dalla morte e ad accoglierla accanto a sé, attraverso una via che a lui solo è nota».
Tutte queste considerazioni e motivazioni dei santi padri, come pure quelle dei teologi sul medesimo tema, hanno come ultimo fondamento la Sacra Scrittura. Effettivamente la Bibbia ci presenta la santa Madre di Dio strettamente unita al suo Figlio divino e sempre a lui solidale, e compartecipe della sua condizione.
Per quanto riguarda la Tradizione, poi, non va dimenticato che fin dal secondo secolo la Vergine Maria viene presentata dai santi padri come la novella Eva, intimamente unita al nuovo Adamo, sebbene a lui soggetta. Madre e Figlio appaiono sempre associati nella lotta contro il nemico infernale; lotta che, come era stato preannunziato nel protovangelo (cfr. Gn 3, 15), si sarebbe conclusa con la pienissima vittoria sul peccato e sulla morte, su quei nemici, cioè, che l'Apostolo delle genti presenta sempre congiunti (cfr. Rm capp. 5 e 6; 1 Cor 15, 21-26; 54-57). Come dunque la gloriosa risurrezione di Cristo fu parte essenziale e il segno finale di questa vittoria, così anche per Maria la comune lotta si doveva concludere con la glorificazione del suo corpo verginale, secondo le affermazioni dell'Apostolo: «Quando questo corpo corruttibile si sarà vestito di incorruttibilità e questo corpo mortale di immortalità, si compirà la parola della Scrittura: La morte è stata ingoiata per la vittoria» (1 Cor 15, 54, cfr. Os 13, 14).
In tal modo l'augusta Madre di Dio, arcanamente unita a Gesù Cristo fin da tutta l'eternità «con uno stesso decreto» di predestinazione, immacolata nella sua concezione, vergine illibata nella sua divina maternità, generosa compagna del divino Redentore, vittorioso sul peccato e sulla morte, alla fine ottenne di coronare le sue grandezze, superando la corruzione del sepolcro. Vinse la morte, come già il suo Figlio, e fu innalzata in anima e corpo alla gloria del cielo, dove risplende Regina alla destra del Figlio suo, Re immortale dei secoli.


Dalla Costituzione Apostolica «Munificentissimus Deus» di Pio XII, papa
(AAS 42 [1950], 760-762. 767-769)




Buona Festa dell'Assunta a tutti :-)