Un
giorno conducevo un seminario di studio, e qualcuno mi indicò il signor X, un
tizio con la barbetta bianca, dicendomi: «Sentissi quanto è divertente
quell'uomo! È un vero campione di umorismo». Lo guardai, e mi parve una specie
di folletto simpatico che andava in giro distribuendo allegria. Prima che incominciasse
il lavoro di gruppo l'ho salutato dicendogli: «Ho sentito dire che sei il re
della risata». Quest'uomo, piccolo e timido, rimase molto sorpreso, come se
nessuno gli avesse mai detto una cosa del genere. Durante il seminario, notai
che aveva l'aria compiaciuta e sorrideva a se stesso. Mi aspettavo delle
battute divertenti, e presto queste arrivarono, una dopo l'altra, una meglio
dell'altra. Finita la mattinata, mi avvicinai alla persona che ore prima mi
aveva indicato il campione di umorismo, e accennando al signor X dissi: «Avevi
proprio ragione, è una persona molto divertente». «Ma che cosa hai capito? Io
parlavo di quell'altro», mi rispose, indicando invece il signor Y, un individuo
alto e magro, con la faccia un po' irritata, che era stato zitto tutto il
tempo.
Chiamando
il signor X "il re della risata", e attribuendogli un titolo quasi
usurpato, gli avevo permesso di esprimere un lato di se stesso che nessuno di
solito percepiva e affermava in lui. Per un equivoco casuale io avevo visto il
suo humour, la sua qualità nascosta, e l'avevo attivata. Se avessi cercato di
vedere in lui la possibilità di volare o di parlare persiano antico, non si
sarebbe messo a volare o a parlare persiano antico. Io ho visto qualcosa che
era possibile, e che per il fatto di essere visto è diventato reale.
Può
sembrare strano che, cambiando un pensiero nella mia mente, cambi qualcosa in
un'altra persona. Ma questo è strano solo se sottovalutiamo l'importanza della
nostra mente, e se non teniamo conto dei mille modi in cui interagiamo di
continuo. Svariate ricerche già da parecchi anni hanno dimostrato che esiste un
"effetto Pigmalione": se io cambio la mia percezione di te, anche tu
cambierai.
Gli
alunni, se considerati i più intelligenti dall'insegnante, diventano più intelligenti.
Gli impiegati, se percepiti più competenti ed efficienti dai superiori,
diventano più competenti ed efficienti. Il nostro sguardo è come un raggio di
luce che cade su una pianta in ombra, la rende visibile, la nutre, la stimola a
crescere.
- Piero Ferrucci -
da: La forza della gentilezza, Oscar Mondadori 2005
"Dove sono le tue ali?
È il momento di usarle."
"Non le ho più... Me le hanno tagliate. Tanti
anni fa."
"Che sciocchezza... le ali sono come i capelli.
Se vengono tagliate loro mica spariscono. Si rafforzano."
"Ma io da allora non le ho più."
"Perché le hai nascoste. Sotto abiti pesanti.
Prova a spogliarti e loro spunteranno."
"Dopo tanto tempo dici che sono ancora lì
sotto?"
"Di sicuro. Fanno parte di te. Non potresti
vivere senza. Puoi nasconderle ma non eliminarle."
"Se mi spoglio di tutti gli strati non mi
riconoscerò più."
"Proprio così devi essere. Libero da qualsiasi
identificazione. È l'unico modo per poter volare."
"Ho paura di perdermi..."
"Accadrà. È la sola via per ritrovarti. E per
iniziare ad usare le tue potenti ali."
"Allora inizio a spogliarmi. Ma c'è il rischio
che fuggirai se mi vedrai nudo."
"Amo le tue ali, non i tuoi abiti."
"Amerai anche il mio volo se mi porterà lontano
da te?"
"Soprattutto quello. Siamo nati per aprire le
nostre ali, non per immobilizzarle. Vola! Dovunque il tuo cuore ti condurrà.
E se anch'io riuscirò a compiere il mio volo magari ci
ritroveremo là, nel regno della libertà. Allora sarà un incontro sacro, non
formato da contratti e catene. Ma da preziosi tocchi d'anima”.
Elena Bernabè
“A tutti gli illusi, a quelli che parlano al vento.
Ai pazzi per amore, ai visionari,
a coloro che darebbero la vita per realizzare un
sogno.
Ai reietti, ai respinti, agli esclusi. Ai folli veri o
presunti.
Agli uomini di cuore,
a coloro che si ostinano a credere nel sentimento
puro.
A tutti quelli che ancora si commuovono.
Un omaggio ai grandi slanci, alle idee e ai sogni.
A chi non si arrende mai, a chi viene deriso e
giudicato.
Ai poeti del quotidiano.
Ai “vincibili” dunque, e anche
agli sconfitti che sono pronti a risorgere e a
combattere di nuovo.
Agli eroi dimenticati e ai vagabondi.
A chi dopo aver combattuto e perso per i propri
ideali,
ancora si sente invincibile.
A chi non ha paura di dire quello che pensa.
A chi ha fatto il giro del mondo e a chi un giorno lo
farà.
A chi non vuol distinguere tra realtà e finzione.
A tutti i cavalieri erranti.
In qualche modo, forse è giusto e ci sta bene…
a tutti i teatranti.”
(Miguel de Ivan Cervantes, “Don Chisciotte”)
Buona giornata a tutti :-)
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