Il 13 ottobre 1917 si chiude il ciclo delle
Apparizioni di Nostra Signora del Rosario a Fatima iniziate il 13 maggio precedente.
I quarantamila convenuti alla Cova da Iria,
assistono al Miracolo del Sole, il segno che la Vergine aveva promesso: «L'astro sembra un disco di argento scuro ed è possibile fissarlo senza il
minimo sforzo. Non brucia, non acceca.
Si direbbe realizzarsi un'eclissi.
Ma
ecco che un grido colossale si alza, e dagli spettatori che si trovano più
vicini si ode gridare: "Miracolo, Miracolo! Meraviglia, meraviglia!"
Agli occhi sbalorditi di quella folla, il cui atteggiamento ci riporta ai tempi
biblici e che, pallida di sorpresa, con la testa scoperta, fissa l'azzurro
cielo, il sole tremò ed ebbe mai visti movimenti bruschi fuori da tutte le
leggi cosmiche, il sole "ballò", secondo la tipica espressione dei
contadini»
(Avelino de Almeida, "O Século", Lisbona, 15.10.1917)
Durante tutta la notte tra il 12 e il 13
ottobre e tutta la mattina del 13 ottobre cade una pioggia continua, insistente
e a volte torrenziale, ma ciò non ferma i pellegrini che raggiungono un numero
stimato fra le cinquantamila e le settantamila persone.
Verso le undici e mezza arrivano Lucia, Francesco e Giacinta,
sotto la pioggia; ciò nonostante Lucia domanda alla folla, che acconsente, di
chiudere gli ombrelli per recitare il rosario.
A
mezzogiorno la Madonna compare sul piccolo leccio, preceduta come le altre
volte dal lampo da oriente.
La pioggia cessa del tutto e, di colpo, il cielo si rasserena.
- Che cosa vuole da me Vostra Grazia? Chiede Lucia.
- Voglio dirti che si faccia qui una cappella in mio onore. Io sono Nostra
Signora del Rosario. Che si continui sempre a recitare il rosario tutti i
giorni. La guerra sta per finire e i soldati ritorneranno presto alle loro
famiglie.
- Avrei molte cose da chiedervi: di guarire alcuni malati e convertire alcuni
peccatori, ecc.
- Gli uni sì, gli altri no. Bisogna che si correggano, che domandino perdono
dei loro peccati.
Poi, prendendo una espressione più triste:
- Che non si offenda di più Dio, Nostro Signore, perché è già troppo
offeso!
Aprendo le mani fece con esse specchio al sole. E, mentre si innalzava, il
riflesso della sua luce continuava a proiettarsi sul sole.
Ecco il motivo per il quale ho gridato che guardassero il sole.
Il mio scopo
non era di richiamare l’attenzione della folla da quel lato: non mi rendevo
neppure conto della sua presenza; lo feci soltanto perché trascinata da un moto
interiore che mi spingeva.
Una volta sparita la Madonna nell’immensità del firmamento abbiamo visto vicino
al sole San Giuseppe col Bambino Gesù e la Madonna vestita di bianco con un
mantello azzurro. San Giuseppe ed il Bambino Gesù sembravano benedire il mondo
con i gesti che facevano con la mano in forma di croce.
Poco dopo, scomparsa questa apparizione, ho visto il Signore e la Madonna sotto
un aspetto che dava l’idea di essere Nostra Signora Dei Dolori.
Il Signore
sembrava benedire il mondo nello stesso modo come aveva fatto San
Giuseppe.
Scomparsa questa apparizione mi parve di vedere ancora la Madonna con un
aspetto che sembrava Nostra Signora Del Carmelo. Anche questa volta, durante il
colloquio, per tre volte, alla base del piccolo leccio, si forma, visibile alla
folla, una nube che si ingrandisce e si solleva fina a cinque o sei metri di
altezza per poi dissolversi come se fosse il fumo di un grande turibolo
dell'incenso .
Quando Nostra Signora si eleva in cielo per allontanarsi e Lucia grida: Se ne
va! Se ne va! e poi: Guardate il sole! comincia per la folla il miracolo del
sole mentre invece, e contemporaneamente, per Lucia, Francesco e Giacinta
avvengono le tre apparizioni descritte prima.
Il sole appare allo zenit, nel cielo senza nuvole, come un disco dal bordo ben
netto che è possibile fissare senza danno per gli occhi; esso ha un colore
bianco ben chiaro, con sfumature perlacee, da non confondere con quello di un
sole velato.
All’improvviso, a tre riprese separate da brevi intervalli, il sole si mette a
tremare, a scuotersi con movimenti bruschi, a girare su se stesso, come un
fuoco di artificio, a velocità vertiginosa, lanciando intorno fasci di luce
abbagliante di tutti i colori dell’arcobaleno, raggi che coloravano la
folla.
All’ultima delle tre riprese, dalla folla si alza un clamore, come un grido di
angoscia e di terrore: il sole, conservando il suo moto vorticoso di rotazione
sembra staccarsi dal firmamento e, rosso sangue, sembra piombare verso la
terra, scendendo verso destra con movimenti bruschi, minacciando di schiacciare
tutti con la sua massa infuocata mentre un calore intenso si fa sentire.
Precipitato fin quasi alla linea dell'orizzonte il sole rimonta verso lo zenit,
spostandosi verso sinistra, e, infine, si arresta.
Il percorso complessivo
sembra una specie di ellisse sinuoso.
La folla, passato il terrore, si scopre,
con sua sorpresa, asciutta da fradicia che era. Il miracolo è durato circa
dieci minuti e, a differenza da quanto successo per i segni straordinari del 13
settembre, è stato visto da tutti, come preannunciato dalla Madonna, e non solo
nella Cova da Iria ma anche a distanza di qualche decina di chilometri
(villaggi di Alburitel e di Sao Pedro De Muel).
Il grande miracolo del sole, visto da decine e decine di migliaia di persone,
preannunciato mesi prima, ci appare come il sigillo visibile, tangibile,
incontestabile, che Dio ha voluto apporre alle apparizioni di Fatima, alle
profezie, alle promesse, agli avvertimenti terribili che la Madre Sua
Immacolata è venuta a rivelare alla Cova da Iria.
Il grande miracolo del sole
ha avuto l’aspetto di un terribile castigo di Dio che si abbatte sulla umanità
peccatrice per sollecitarla a convertirsi: teniamone conto.
La
testimonianza del giornalista laico (filo massonico, positivista e
anticlericale) coincidono con le testimonianze giurate di Professori (laici) e
di Sacerdoti e fedeli presenti.
Lo stesso prodigio si ripeterà davanti a Pio
XII nei Giardini Vaticani per ben quattro volte: il 30 e il 31 ottobre e il 1°
e l’8 novembre dell’Anno Santo 1950, quasi a corredo e coronamento della
proclamazione del Dogma dell’Assunta.
In questo stesso giorno del 1930 Monsignor José
Alves Correia da Silva, Vescovo di Leiria, col documento “A Divina
Providência”, sentenzierà esser degne di fede le visioni avute da Lucia dos
Santos e da Francisco e Giacinta Marto ed approverà il culto ad esse connesso.
Il 13 ottobre 1958 alla presenza del Sacro Collegio,
della Corte Pontificia, del Capitolo e del Clero della Patriarcale Basilica
Vaticana, dei Parroci Romani e del popolo fedele, il corpo del defunto Pio XII
viene tumulato nelle Grotte Vaticane vicino al Sepolcro del beatissimo Pietro.
Signora Nostra
e Madre di tutti gli uomini e le donne,
eccomi come un figlio
che viene a visitare sua Madre
e lo fa in compagnia
di una moltitudine di fratelli e sorelle.
Come successore di Pietro,
a cui fu affidata la missione
di presiedere al servizio
della carità nella Chiesa di Cristo
e di confermare tutti nella fede
e nella speranza,
voglio presentare al tuo
Cuore Immacolato
le gioie e le speranze
nonché i problemi e le sofferenze
di ognuno di questi tuoi figli e figlie
che si trovano nella Cova di Iria
oppure ci accompagnano da lontano.
Madre amabilissima,
tu conosci ciascuno per il suo nome,
con il suo volto e la sua storia,
e a tutti vuoi bene
con la benevolenza materna
che sgorga dal cuore stesso di Dio Amore.
Tutti affido e consacro a te,
Maria Santissima,
Madre di Dio e nostra Madre.
Il Venerabile Papa Giovanni Paolo II,