"Qui si innesta una circostanza decisiva, ch’è quella per noi ora interessante: l’acclamazione della folla.
Infatti la folla, che doveva essere immensa e invasa da un unico sentimento, riconobbe e proclamò Gesù di Nazareth, l’umile profeta, che saliva verso Gerusalemme su quella popolare cavalcatura, senza vittorie militari e politiche, per quello ch’Egli veramente era, quale «Figlio di David», cioè come mandato da Dio, come erede delle secolari speranze del Popolo ebraico, come Colui che veniva a liberare e a salvare la sua gente ed a instaurarne i nuovi destini.
Autentica l’identificazione della Persona, illusoria tuttavia l’interpretazione del regno: non si trattava più del regno terrestre di David, ma del «regno dei cieli» (Ev. Matth.), del «regno di Dio», predicato da Cristo nel Vangelo.
Sulla croce di Gesù però lo scritto di Pilato, in tre lingue, che enunciava il motivo della condanna del Signore a quel supplizio spietato, dirà ancora l’accusa che lo qualificava: «Re dei Giudei»: come tale fu crocifisso."
- papa Paolo VI -
- papa Paolo VI -
Omelia per la Domenica delle Palme, 7 aprile 1974
Felicità
Chi ti spianerà la via per raggiungere
alle sorgenti zampillanti?
Solo là e non altrove si sviluppano le forze vive
del rischio.
Quando ti interroghi dicendo: "Come potrò realizzarmi?",
sai di aspirare ad un'esistenza di completezza e non ad una vita inquadrata e
senza rischi. Non attardarti in situazioni senza via d'uscita perché vi bruceresti
energie vitali. Niente compiacenze con te stesso.
ùVa oltre, senza esitare. E
scoprirai che il tuo cuore s'allarga: solo alla presenza di Dio l'uomo si
realizza.
- Frere Roger Schutz -
Tutto questo è drammaticamente riconoscibile nell'agonia dei Getsemani.
Ciò che aveva proclamato nel Discorso della montagna, ora Gesù lo compie: non contrappone violenza a violenza, come avrebbe potuto, ma pone fine alla violenza trasformandola in amore.
L'atto della sua uccisione e il suo morire sono trasformati in amore, la violenza è sconfitta dall'amore.
Questa è la trasformazione basilare, sulla quale tutto il resto si fonda.
E' la vera trasformazione di cui il mondo ha bisogno, l'unica che può salvare il mondo. Avendo Cristo vinto e trasformato dall'interno la violenza in atto d'amore, la morte stessa è trasformata: l'amore è più forte della morte. Esso rimane in eterno.
In questa trasformazione ne è dunque racchiusa un'altra: la trasformazione della morte in risurrezione, del corpo morto nel corpo risorto.
Come dice San Paolo: se il primo uomo era anima vivente, il nuovo Adamo, Cristo, diventa in quest'evento Spirito datore di vita (1Cor 15,45).
Il Risorto "è" offerta, è Spirito vivificante, e come tale comunicabile, anzi comunicazione. Ciò non significa in alcun modo negazione della materia, ma proprio così essa raggiunge il suo fine; senza l'evento fisico della morte e il suo interiore superamento, tutto questo non sarebbe possibile.
Nella trasformazione della risurrezione tutto il Cristo continua a sussistere, però trasformato in modo che il suo "essere corpo" e il suo "offrirsi in sacrificio" non s'escludono più, bensì s'includono...
- Papa Benedetto XVI -
Cardinale Joseph Ratzinger - da "In cammino verso Gesù Cristo" -
Cardinale Joseph Ratzinger - da "In cammino verso Gesù Cristo" -
Buona giornata a tutti. :-)
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