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martedì 2 settembre 2014

Il secondo avvento - William Butler Yeats -

Ruotando e roteando nella spirale che sempre più si allarga,
Il falco non può udire il falconiere;
Le cose si dissociano; il centro non può reggere;
E la pura anarchia si rovescia sul mondo,
La torbida marea del sangue dilaga, e in ogni dove
Annega il rito dell’innocenza;
I migliori hanno perso ogni fede, e i peggiori
Si gonfiano d’ardore appassionato.
Certo qualche rivelazione è vicina;
Certo s’approssima il Secondo Avvento.
Il Secondo Avvento! E le parole sono appena dette
Che un’immagine immensa sorta dallo Spiritus Mundi
Mi turba la vista; in qualche luogo nelle sabbie del deserto
Una forma dal corpo di leone e dalla testa d’uomo
Con gli occhi vuoti e impietosi come il sole avanza
Con le sue lente cosce, mentre attorno
Ruotano l’ombre degli sdegnati uccelli del deserto.
Nuovamente la tenebra cade; ma ora so
Che venti secoli di un sonno di pietra
Furono trasformati in incubo da una culla che dondola.
E quale rozza bestia, finalmente giunto al suo tempo avanza
Verso Betlemme per esservi incarnata?

- William Butler Yeats -


Esistono rarissimi legami di anime che fin dal primo momento comunicano tra loro a dispetto della volontà e della ragione. Amicizie profonde che coinvolgono l’anima. Basate su un legame di empatia così forte che spesso ciascuno, a dispetto della distanza, “sente” la gioia e la sofferenza dell’altro. Intese che non hanno bisogno di parole, che superano l’attrazione fisica. Anime nate per incontrarsi, che si sono cercate e attese a lungo. E finalmente si sono trovate. Sono legami di cuore, empatie, coinvolgimenti di anime, nati per sfidare la distanza e il tempo. 

- Agostino Degas - 




Non vivere in superficialità l’unica vita che ti è stata donata. Non la vivere come fossi un automa, ripetendo le tue giornate automaticamente, stordito dai tanti rumori dentro di te e intorno a te. Raccogliti nel silenzio e ascolta il tuo cuore. Riempi di senso ogni attimo e vivilo con tutto l’amore, l’entusiasmo e la passione di cui puoi essere capace.






Nè San Domenico, nè San Francesco hanno fatto profezie sul futuro, ma hanno saputo leggere il segno dei tempi e capire che era arrivato per la Chiesa il momento di liberarsi dal sistema feudale, di ridare valore all'universalità e della povertà del Vangelo, come pure alla "vita apostolica". 
Così facendo hanno  ridato alla Chiesa il suo vero aspetto, quello di una Chiesa animata dallo Spirito Santo e condotta dal Cristo stesso. 
Hanno così contribuito alla riforma della gerarchia ecclesiastica. 
Altri esempi sono Santa Caterina da Siena e Santa Brigida di Svezia, due grandi figure di donne. Penso sia importante sottolineare come in un momento particolarmente difficile per la Chiesa, quale fu quello della crisi di Avignone e lo scisma che ne seguì si siano levate figure di donne per annunciare che il Cristo vivente è anche il Cristo che soffre nella sua Chiesa. 

- Cardinale Joseph Ratzinger -
 intervista 1998



Goditi le piccole cose della vita perché un giorno ti guarderai indietro e realizzerai che erano momenti preziosi.


Buona giornata a tutti :-)

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giovedì 4 aprile 2013

Il cuore più bello del mondo -


C'era una volta un giovane in mezzo a una piazza gremita di persone: diceva di avere il cuore più bello del mondo, o quantomeno del suo paese. Tutti quanti gliel'ammiravano: era davvero perfetto, senza alcun minimo difetto. 
Erano tutti concordi nell'ammettere che quello era proprio il cuore più bello che avessero mai visto in vita loro, e più lo dicevano, più il giovane s'insuperbiva e si vantava di quel suo cuore meraviglioso. 
All'improvviso spuntò fuori dal nulla un vecchio, che emergendo dalla folla disse: "Beh, a dire il vero.. il tuo cuore è molto meno bello del mio." 
Quando lo mostrò, aveva puntàti addosso gli occhi di tutti: della folla, e del ragazzo. 
Certo, quel cuore batteva forte, ma era ricoperto di cicatrici. 
C'erano zone dove dalle quali erano stati asportàti dei pezzi e rimpiazzàti con altri, ma non combaciavano bene - così il cuore risultava tutto rattoppato. 
Per giunta, era pieno di grossi buchi dove mancavano interi pezzi. 
Così tutti quanti osservavano il vecchio, colmi di perplessità, domandandosi come potesse affermare che il suo cuore fosse bello. 
Il giovane guardò com'era ridotto quel vecchio e scoppiò a ridere: "Starai scherzando!", disse. "Confronta il tuo cuore col mio: il mio è perfetto, mentre il tuo è un rattoppo di ferite e lacrime." 
"Vero", ammise il vecchio. "Il tuo ha un aspetto assolutamente perfetto, ma non farei mai a cambio col mio. 
Vedi, ciascuna ferita rappresenta una persona alla quale ho donato il mio amore: ho staccato un pezzo del mio cuore e gliel'ho dato, e spesso ne ho ricevuto in cambio un pezzo del loro cuore, a colmare il vuoto lasciato nel mio cuore. 
Ma, certo, ciò che dai non è mai esattamente uguale a ciò che ricevi – e così ho qualche rattoppo, a cui sono affezionato, però: ciascuno mi ricorda l'amore che ho condiviso. 
Altre volte invece ho dato via pezzi del mio cuore a persone che non mi hanno corrisposto: questo ti spiega le voragini. 
Amare è rischioso, certo, ma per quanto dolorose siano queste voragini che rimangono aperte nel mio cuore, mi ricordano sempre l'amore che provo anche per queste persone.. e chissà? Forse un giorno ritorneranno, e magari colmeranno lo spazio che ho riservato per loro. 
Comprendi, adesso, che cosa sia la VERA bellezza?" 
Il giovane era rimasto senza parole, e lacrime copiose gli rigavano il volto. Prese un pezzo del proprio cuore, andò incontro al vecchio, e gliel'offrì con le mani che tremavano. 
Il vecchio lo accettò, lo mise nel suo cuore, poi prese un pezzo del suo vecchio cuore rattoppato e con esso colmò la ferita rimasta aperta nel cuore del giovane. 
Ci entrava, ma non combaciava perfettamente. 
Il giovane guardò il suo cuore, che non era più "il cuore più bello del mondo", eppure lo trovava più meraviglioso che mai: perché l'amore del vecchio ora scorreva dentro di lui. 


Ma avere un cuore da bambino non è una vergogna. È un onore.

- Ernest Hemingway -


E quando siete tristi, guardate ancora nel vostro cuore 
e saprete di piangere per ciò che ieri è stato il vostro godimento.

- Kahlil Gibran -


Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d'offendere, un cuore eccessivamente spontaneo che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale che accompagna col piede la melodia delle canzoni che il mio pensiero canta, tristi canzoni, come le strade strette quando piove. 

Fernando Pessoa-       

I cuori non saranno mai una cosa pratica finché non ne inventeranno di infrangibili. 

- Il mago di Oz - 



"Padrone, lascialo ancora quest'anno, 
finchè gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. 
Vedremo se porterà frutti per l'avvenire, 
se no, lo taglierai". 
Luca 13, 8-9

La vita è un'opportunità da cogliere per scoprire chi è Dio e chi siamo noi e il deserto è il luogo in cui esercitiamo la nostra libertà. 
Non esiste una vita più o meno semplice, ma ogni vita è un soffio breve che siamo chiamati a vivere con intensità e gioia. 

Gesù ci svela il volto di un Dio che pazienta, che insiste perché il fico produca frutti. 

La conversione, il cambiare atteggiamento, il ri-orientare la nostra vita è il frutto che ci è chiesto.


Fermiamoci davanti agli eventi tristi della vita senza incolpare Dio, né scuotere la testa e tirare innanzi, ma guardiamoli come un monito che la vita stessa ci rivolge per giocare bene la nostra partita.


Dio, da parte sua, è un Dio che conosce, che interviene, ma che rispetta, trattandoci da adulti, le nostre scelte, anche se catastrofiche e schiavizzanti.

- Padre Mino Arsieni - 



Buona giornata a tutti. :-)





mercoledì 4 maggio 2011

Il dolore - Khalil Gibran -

E una donna parlò dicendo: «Spiegaci il dolore».
E lui disse:
«Il dolore per voi è lo spezzarsi del guscio che racchiude la vostra comprensione.
Come il nocciolo del frutto deve rompersi affinché il suo cuore sia esposto al sole, così voi dovete conoscere il dolore.
Se solo conservaste in cuore lo stupore per i quotidiani miracoli della vita, il dolore non vi parrebbe meno meraviglioso della gioia;
E accettereste le stagioni del cuore come avete accettato sempre le stagioni che sui campi si susseguono.
Così attraversereste serenamente gli inverni del vostro dolore.
Molto del dolore che provate è da voi stessi scelto.
E’ l’amara pozione con cui il medico che sta in voi guarisce l’infermo che anche è in voi.
Confidate dunque nel medico, e bevete il suo rimedio in sereno silenzio:
Poiché la sua mano, seppur pesante e dura, è guidata da quella tenera dell’Invisibile.
E la coppa che vi porge, benché bruci le vostre labbra, è fatta con la creta che il Vasaio ha inumidito con le Sue stesse lacrime».

(Khalil Gibran)
Fonte :  "Il Profeta" di Khalil Gibran


La Pietà vaticana è una scultura in marmo, alta 174 cm, larga 195 cm,
scolpita da Michelangelo Buonarroti, 1497 – 1499

Basilica di San Pietro – Vaticano – Roma (Italy)
E’ considerata il primo grande capolavoro dell'allora poco più che ventenne Michelangelo, considerata uno dei maggiori capolavori che l'arte occidentale abbia mai prodotto. È anche l'unica opera da lui firmata, sulla fascia a tracolla che regge il manto della Vergine: MICHEL.A[N]GELVS BONAROTVS FLORENT[INVS] FACIEBAT.


Buona giornata a tutti. :-)

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martedì 8 febbraio 2011

L’amicizia - Gibran Kahlil -

Il vostro amico
è il vostro bisogno saziato.
E’ il campo che seminate con amore
e che mietete ringraziando.
Egli è la vostra mensa e la vostra dimora
perché, affamati, vi rifugiate in lui
e lo cercate per la vostra pace.
Se l’amico vi confida il suo pensiero
non nascondetegli il vostro.
Quando lui tace
il vostro cuore non smette di ascoltarlo,
perché nell’amicizia
ogni pensiero, desiderio, speranza
nasce nel silenzio e si partecipa con gioia.
Se vi separate dall’amico
non addoloratevi, perché la sua assenza
v’illumina su ciò che più in lui amate.
E non vi sia nell’amicizia altro intento
che scavarvi nello spirito a vicenda.
Condividetevi le gioie
sorridendo nella dolcezza amica,
perché nella rugiada delle piccole cose
il cuore scopre il suo mattino
e si conforta.

(Gibran Kahlil)




La tragedia dell’olocausto attraverso l’amicizia di due bambini
Il bambino con il pigiama a righe
Dal regista inglese Mark Herman una bella storia, adattamento del romanzo del giovane scrittore irlandese John Boyne. Le musiche del premio Oscar James Horner (Titanic) e la fotografia del francese Benoît Delhomme contribuiscono a creare una favola nera che cerca di offrire una prospettiva unica sugli effetti del pregiudizio e della violenza nei confronti degli innocenti.Berlino, anni Quaranta. Un bambino di otto anni, Bruno (Asa Butterfield), si trasferisce con la sua famiglia in una casa di campagna fuori Berlino, a pochi passi da un campo di concentramento in cui si pratica l’eliminazione sistematica degli ebrei. Il padre di Bruno (David Thewlis) è un ufficiale delle SS neopromosso alla direzione del campo nazista. Bruno, Fa conoscenza con Shmuel (interpretato dall’esordiente su grande schermo Jack Scanlon), un bambino che si trova al di là del recinto in filo spinato (la cui utilità non è nemmeno lontanamente immaginata dal piccolo tedesco) e che indossa perennemente una divisa a righe. Tra i due scoppia subito l’amicizia: Bruno vede Shmuel affaticato, affamato, ma la sua innocenza non gli consente di capire il perché di tale condizione. Costruisce, perciò, una spiegazione tutta sua, infantile ed ingenua, come vuole la sua età: il campo non è altro che una fattoria, le divise a righe sono semplicemente dei pigiami, e i numeri di matricola con cui sono contrassegnati gli internati fanno solo parte di un gioco. Ma sarà Shmuel ad aprire pian piano gli occhi di Bruno, fino a fargli mettere in dubbio anche le azioni del padre, nei riguardi del quale aveva sempre riposto una completa fiducia. Purtroppo, entrambi i ragazzi saranno letteralmente travolti dall'orribile verità in cui hanno avuto la sfortuna di imbattersi.



Buona giornata a tutti :-)

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domenica 30 gennaio 2011

Con la semplicità e l'amore - Thomas Merton -

Liberami, Signore, 
dalla pigrizia che si agita,
sotto la maschera del fare,
e della mollezza che compie
ciò che non è stato richiesto,
per riuscire a eludere un sacrificio!

Ma donami l'umiltà
nella quale soltanto è il riposo,
e liberami dall'orgoglio
che è il fardello più pesante.

Penetra tutto il mio cuore,
tutta la mia anima,
con la semplicità dell'amore.

(Padre Thomas Merton )

fonte: Dialoghi con il Silenzio.Preghiere e disegni originali dell'autore, a cura di Jonathan Montaldo, Sam Paolo, Cinisello Balsamo (Milano) 2002, p.109
Thomas Merton (Prades, Francia  31 gennaio 1915-Bankok, 10 dicembre 1968) è stato scrittore e religioso statunitense dell’ordine dei monaci Trappisti. Autore di numerosissimi saggi e opere in poesia e in prosa dedicati soprattutto ai temi dell’ecumenismo, del dialogo interreligioso, della pace e dei diritti civili. Fu amico di papa Giovanni XXIII.



Buona giornata a tutti. :-)


mercoledì 12 gennaio 2011

Darei valore alle cose....- Gabriel Garcia Marquez-

Se per un istante Dio si dimenticherà che sono una marionetta di  stoffa e mi regalerà un pezzo di vita, probabilmente non direi tutto quello che penso, ma in definitiva penserei tutto quello che dico.
Darei valore alle cose, non per quello che valgono, ma per quello che significano. Dormirei poco, sognerei di più, andrei quando gli altri si fermano, starei sveglio quando gli altri dormono, ascolterei quando gli altri parlano come gusterei un buon gelato al cioccolato!!
Se Dio mi regalasse un pezzo di vita, vestirei semplicemente, mi sdraierei al sole lasciando scoperto non solamente il mio corpo ma anche la mia anima.
Dio mio, se io avessi un cuore,scriverei il mio odio sul ghiaccio e aspetterei che si sciogliesse al sole.

Dipingerei con un sogno di Van Gogh sopra le stelle un poema di Benedetti e una canzone di Serrat sarebbe la serenata che offrirei alla luna.
Irrigherei con le mie lacrime le rose, per sentire il dolore delle loro spine e il carnoso bacio dei loro petali.
Dio mio, se io avessi un pezzo di vita non lascerei passare un solo giorno senza dire alla gente che amo, che la amo. Convincerei tutti gli uomini e le donne che sono i miei favoriti e vivrei innamorato dell'amore.
Agli uomini proverei quanto sbagliano al pensare che smettono di innamorarsi quando invecchiano, senza sapere che invecchiano quando smettono di innamorarsi.
A un bambino gli darei le ali, ma lascerei che imparasse a volare da solo. Agli anziani insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia ma con la dimenticanza.
Tante cose ho imparato da voi, gli Uomini!
Ho imparato che tutto il mondo ama vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel risalire la scarpata.
Ho imparato che quando un neonato stringe con il suo piccolo pugno, per  la prima volta, il dito di suo padre, lo tiene stretto per sempre.
Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardarne un altro dall'alto al basso solamente quando deve aiutarlo ad alzarsi.
Sono tante le cose che ho potuto imparare da voi, ma realmente, non mi serviranno a molto, perché quando mi metteranno dentro quella valigia, infelicemente starò morendo.
                           (Gabriel Garcia Marquez)

Premio Nobel per la letteratura nel 1982, Gabriel Garcia Marquez nasce ad Aracataca il 6 marzo del 1927, un piccolo villaggio della Colombia. La sua notorietà si deve principalmente alla attività di scrittore, nella quale si è espresso ad un altissimo livello, ottenendo un grande successo di pubblico e di critica in tutto il mondo.
http://leggoerifletto.blogspot.com/2010/08/13-spunti-per-la-vita.html



Avevo sempre creduto che morire d’amore non fosse altro che una licenza poetica. 
Quel pomeriggio, di nuovo a casa senza il gatto e senza lei, constatai che non solo era possibile morire, ma che io stesso, vecchio e senza nessuno, stavo morendo d’amore.

- Gabriel Garcia Marquez -
da: "Memoria delle mie puttane tristi"

Buona giornata a tutti. :-)





sabato 8 gennaio 2011

Segui l’amore – Kahlil Gibran -

Quando l’amore vi chiama,
seguitelo, anche se le sue vie
sono dure e scoscese.
E quando le sue ali vi abbracciano,
arrendetevi a lui.
Quando vi parla, credete in lui,
anche se la sua voce
può cancellare i vostri sogni,
come il vento scompiglia il giardino.
Come covoni di grano, vi raccoglie in sé.
Vi batte fino a farvi spogli.
Vi setaccia per liberarvi dalla pula.
Vi macina per farvi farina bianca.
Vi impasta finché non siete docili alle mani;
e vi consegna al fuoco sacro,
perché siete pane consacrato
alla mensa del Signore.
L’amore non dà altro che se stesso e
non prende niente se non da sé.
L’amore non possiede
né vuol essere posseduto,
perché l’amore basta all’amore.


(Kahlil Gibran)

Il bacio - Francesco Hayez – 1859
Pinacoteca di Brera - Milano

Buona giornata a tutti. :-)