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venerdì 24 ottobre 2014

L'amore evangelico (in noi si dovrà trovare tutto) - Madeleine Delbrel -

In noi si dovrà trovare tutto
il bicchiere d'acqua, il cibo per chi ha fame,
tutto il vero cibo per tutti i veri affamati,
tutti i veri cibi e tutti i veri mezzi per distribuirli,
l'alloggio per i senza tetto,
il pellegrinaggio alle carceri ed agli ospedali,
la compassione per le lacrime, quelle che si devono versare insieme
e quelle di cui occorrerebbe eliminare le cause,
l'amicizia per ogni peccatore,
per coloro che sono malvisti,
la capacità di mettersi al livello di tutte le piccolezze,
di lasciarsi attrarre da tutto ciò che non conta,
e tutto avrà il suo orientamento, la sua pienezza, nella parola "fraterno".

Infatti i nostri beni, se diventano i beni degli altri, saranno il segno della nostra vita donata per gli altri, come assimilata di diritto alla loro, e che, in realtà, non deve più far parte dei nostri interessi.
Il cristiano che vivrà in questo modo nella città, sperimenterà con tutto il suo essere la forza dell'amore evangelico. La realtà di questo amore risplenderà in torno a lui come una evangelizzazione e in lui come una illuminazione.
Sperimenterà che agire è illuminare, ma anche essere illuminati, sperimenterà che, se pregare è lasciarsi fare da Dio, è però anche imparare a compiere l'opera di Dio.
Un cristiano simile renderà grazie, perché tutti i suoi gesti diventeranno l'espressione di un amore che non conosce né limiti né eccezioni, un amore del quale soltanto Cristo ha detto agli uomini che lo devono e ricercare e donare.

Madeleine Delbrel
Indivisibile amore, Piemme 1994, p. 155





"Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena» (Matteo 6,34)


Tutto è previsto, predisposto saggiamente nella vita. 
Non si tratta di vivere abbandonandosi al destino: ma di farsi avvolgere dalla magia della vita quotidiana, riconoscendola come una “tessitura” che noi stessi abbiamo tessuto, un tappeto vivente su cui ogni giorno poggiamo i piedi: un cammino verso la conoscenza di sé.


- Tiziano Bellucci -



Se volete essere qualche cosa andate dove non siete niente.

Se volete avere qualche cosa andate dove non avete niente.


- L. de Wohl -
da "L'ultimo crociato"





Un fiore si fa strada attraverso una crepa nel marciapiede in cerca di sole. 
Un pinguino marcia per migliaia di chilometri in cerca di cibo per i suoi cuccioli. 
Il potente ruggito di un leone protegge la sua famiglia da pericoli vicini o lontani. 
Che abbia branchie, ali, peli o radici, ogni essere vivente ha voglia di vivere e di crescere.

Siamo tutti figli della Terra.  


- Ruby Roth - 





























Buona giornata a tutti :-)

giovedì 11 settembre 2014

Cattolici in stato confusionale - di Mario Palmaro


Il disagio nella Chiesa di fronte alle sortite che contestano apertamente il Magistero. Ecco come riconoscere alcuni fra gli errori più diffusi, anche fra i credenti. Per evitare di fare “naufragio nella fede”.

Ogni tanto capita, con la stessa ripetitività delle stagioni. Una personalità del mondo cattolico rilascia un'intervista nella quale prende le distanze dall'insegnamento della Chiesa. A questo punto i giornali - giustamente - rilanciano con grande fragore la notizia, gli intellettuali discutono, il mondo cattolico ufficiale soffre in silenzio per non alimentare scandali. 

E il popolo dei fedeli rimane disorientato, stordito. Come un gregge nel quale qualche pecora si mettesse a contestare l'affidabilità del pastore.

In realtà, questi episodi hanno alcuni elementi fra loro comuni, che permettono di smascherarli per quello che sono: l'espressione dell'antica e mai sopita ambizione dell'uomo di essere norma a sé stesso. 

L'adesione alla Chiesa è un atto insieme di libertà e di sottomissione: fede e ragione si sostengono, ma l'atteggiamento richiesto al cuore dell'uomo è innanzitutto l'umiltà. 
Dio, e non l'uomo, è l'artefice della Creazione. E dunque, Dio e non l'uomo è il Legislatore. Dunque, la verità è stata affidata da Cristo alla Chiesa. 

Spetta al Papa custodirla, in conformità alla Tradizione e in comunione con i vescovi. I teologi, gli intellettuali, i sinodi, i convegni ecclesiali, e perfino i singoli vescovi sono voci senza dubbio interessanti; ma non sono la Chiesa.

Ora, basta rileggere alcuni esempi di queste "voci fuori dal coro" del Magistero, per riconoscere che esse mettono a repentaglio la salvezza stessa delle anime. 

Ricordiamo che, per l'uomo, il rischio più grande è fare "naufragio nella fede", e perdere così la vita eterna, come San Paolo ricorda con toni accorati a Timoteo. 

Ecco una sintesi dei principali errori che si ritrovano in queste sortite, compiute da cattolici in stato confusionale.

1. L'importante è dialogare: meglio evitare divisioni che dire la verità. 

Il cattolico "dialogante" ritiene che affermare delle verità oggettive, insegnate dalla Chiesa e confermate dalla ragione umana, sia un atto di prevaricazione, frutto di preconcetti e di posizioni pregiudiziali. 
La Chiesa deve scendere dalla sua scomoda cattedra, per lasciare il suo posto ai non credenti, che assumono il compito di insegnare la (loro) verità ai cattolici, che brancolano nel buio. Questo tipo umano sogna un Papa che si affacci dalla sua finestra, solo per benedire e salutare in molte lingue. 
Ma che sia muto ogni volta che ci sia di affermare verità scomode e impopolari sulla dottrina della fede e della morale. 

L'importante è evitare affermazioni apodittiche. E siccome i dieci comandamenti sono quanto di più apodittico si possa immaginare, ecco che si propone di ritirare dal mercato il decalogo, almeno nelle sue prescrizioni più contestate.

2. La verità forse esiste, ma l'uomo non può conoscerla. 

Per questo cattolico, la Chiesa non può dirimere sempre ogni controversia morale, perché esistono delle "zone grigie", delle aree nebbiose dove la verità non si distingue, e dove la cosa migliore è aprire un dibattito. Quali sono queste zone grigie? Quelle nelle quali si manifesta una diversità di opinioni nella società. Dunque, in una società pluralista e relativista, tutta la vita morale può diventare una sconfinata "zona grigia", riducendo l'autorità della Chiesa al silenzio praticamente su tutto. 

Saranno da evitare in particolare pronunciamenti su divorzio, aborto, fecondazione artificiale, eutanasia.

3. La verità è un prodotto del dialogo. 


Per questo genere di cattolici, la verità non preesiste alla discussione. Non è una realtà che c'è, e che l'uomo ha il compito di scoprire con l'aiuto della Chiesa. No: la verità si rinnova continuamente, grazie alla dialettica: le "parti" esprimono rispettosamente delle posizioni, e così si raggiunge un punto di mediazione (provvisorio) che costituisce la verità accettabile da tutti in quel momento. Se, ad esempio, uno dice che l'aborto è lecito, e un altro dice che non è lecito, la verità prodotta sarà che l'aborto è un po' lecito: si può fare in certi casi.

4. Anche se sei ignorante, dialoga lo stesso. 

Per discutere, è buona regola sapere ciò di cui si parla. Ma la foga di dialogare è così forte, in alcuni cattolici, che si va al confronto senza essere preparati. 
Il tuo interlocutore dice, ad esempio, che l'ootide non è un essere umano? Prendi subito per buona questa solenne corbelleria. Mentre dovresti sapere che dal primo momento della fecondazione in poi il nuovo organismo vivente (anche con due pronuclei, cioè allo stadio di ootide) è caratterizzato da uno sviluppo coordinato, continuo e graduale, che permette di qualificarlo appunto come individuo (umano) e come vivo (A. Serra e R. Colombo, Identità e statuto dell'embrione umano: il contributo della biologia in Pontificia Accademia Pro Vita, Identità e statuto dell'embrione umano, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1998). 

All'ignoranza scientifica si accompagna talvolta un'imbarazzante impreparazione morale: potrà così accadere che si giustifichi l'aborto facendo leva sul principio della legittima difesa; tesi assurda, che implicherebbe attribuire al concepito il ruolo di "ingiusto aggressore"!

5. Bisogna inventare un "cattolicesimo sostenibile". 

Il cattolicesimo oggi è diventato impresentabile di fronte alla modernità: bisogna aggiornarne gli elementi più scomodi per renderlo sostenibile, un po' come affermano gli ambientalisti di fronte allo sviluppo. La prima regola per questo lifting è astenersi dal giudicare frettolosamente: meglio discutere serenamente per non creare inutili divisioni, e far derivare le regole da ciò che i più pensano e fanno. 

La sociologia sostituisce la riflessione morale e soppianta la legge naturale. La prassi genera la norma. Per cui, se a gente chiede la fecondazione artificiale, noi gliela dobbiamo dare.

6. Il male non si combatte: si regolamenta. 

Secondo questo falso cattolicesimo, si può anche riconoscere che una certa condotta sia cattiva. Ma - in base al principio assoluto che si deve dialogare con tutti - bisogna in un certo senso dialogare anche con il male. E scendere a patti con esso. Quindi, le leggi dello Stato non vieteranno l'aborto. Se lo facessero, si creerebbero inutili divisioni. Meglio regolamentare il fenomeno. Così, il male non consiste più nell'atto dell'uccidere il concepito. 

Il male è l'aborto clandestino (che minaccia la vita delle donne) mentre l'aborto legale diventa "buono", perché fatto secondo le norme dello Stato. Verranno uccisi molti innocenti, è vero; ma sarà salva la pace sociale e il dialogo permanente con tutti i sopravvissuti.

7. Chi compie il male va capito e giustificato. 

La Chiesa insegna una dottrina esigente e offre insieme un perdono senza limiti da parte di Dio. Invece, per il cattolico del dissenso (dal Papa) il perdono sostituisce la dottrina. Siccome chi commette un male può agire in circostanze molto difficili, allora occorre sospendere il giudizio sulla sua condotta, ed evitare ogni condanna. Questo approccio non ha solo valenze morali - potremmo dire "da confessionale" - ma pretende di avere conseguenze giuridiche e politiche. 
Esempio: una donna abortisce. Peccato, ma poiché ha vissuto un dramma, come può la società prevedere una pena, anche lieve, per la sua condotta? 
E ancora: un uomo elimina con l'eutanasia sua moglie. Non è bello. Però, vista la sua sofferenza, quale giudice potrà dichiararlo colpevole? 

Questo criterio potrà essere applicato ad altre infinite "zone grigie": un uomo scopre che la moglie lo tradisce, e la uccide. Ma in quest'ultimo caso, il cattolico politicamente corretto si dichiarerà inflessibile e per nulla comprensivo, nonostante le "terribili circostanze" in cui il delitto è avvenuto.

Come si vede, quello che alla fine ci resta in mano è soltanto un pallido ricordo del cattolicesimo. Un corpo freddo e morto, che ha perso per strada l'amore per la Verità e la certezza della presenza viva e reale di Cristo in mezzo alla Chiesa. Un cattolicesimo senza croce e senza testimonianza, in fuga di fronte al martirio quotidiano dell'incomprensione del mondo. Non rimane che aiutare questi fratelli con l'apostolato della verità. E pregare per loro, perché grande è il pericolo che rappresentano per la salvezza di molte anime. A cominciare dalla loro.


- Mario Palmaro -
© IL TIMONE – N. 54 - ANNO VIII - Giugno 2006 - pag. 10 - 11

Fonte: iltimone.org




"...Domandiamoci allora: c'è qualche speranza per noi, così come siamo, con le debolezze che abbiamo, nel punto in cui ci troviamo, non all'inizio, non prima di incontrare Cristo, non prima di incontrare il movimento, ma adesso, in mezzo al guado? C'è speranza per noi?"

- don Julian Carron - 
"Nella corsa per afferrarlo"
Esercizi della Fraternità di Comunione e Liberazione, aprile 2014


     dipinto di Gerhard Nesvadba



Ed ecco, Signore, che ti prego per chi non ti prega: o non vuole, o non può, o non sa. Per il carcerato e per il suo carceriere; per l'oppressore e per la vittima;. per il bambino che non ha ancora parola, per il morente che non ha più voce. E ti lodo per l'albero... Anch'io metto foglie, a primavera, e la mia bocca fiorisce nel papavero: ti parlo fatta cielo, fatta terra, fatta erba e prato, distesa ad accogliere il tuo passo...

(Adriana Zarri) 



"Insegnami, Iddio, a pregare
sul mistero di una foglia appassita,
sulla luce che manda un frutto maturo,
su questa libertà: vedere, sentire, respirare,
sapere, desiderare e fallire.
Insegna alle mie labbra a ringraziarti e darti lode
nell’eternità del tuo tempo, il mattino e poi la sera,
affinché il mio giorno non sia mai come quello di ieri
una pigra abitudine".

(Leah Goldberg)




Buona giornata a tutti :-)






domenica 24 agosto 2014

Il pane spezzato fonte di unità - Dalla Didaché (II secolo)

Ti rendiamo grazie, o Padre nostro, per la vita e la conoscenza che ci hai concesso per mezzo di Gesù, tuo Figlio.
Come questo pane spezzato, prima sparso sui colli, è stato raccolto per farne uno solo, così raccogli la tua Chiesa, dispersa nei nostri paesi, nel tuo regno.
Perché a te è la gloria e la potenza.
Ti rendiamo grazie, o Padre santo, per il tuo santo nome, che tu hai posto nei nostri cuori;
per la conoscenza, la fede e l’immortalità, che ci hai concesso per mezzo di Gesù, tuo Figlio.
Tu, o Signore onnipotente, hai creato l’universo, a gloria del tuo nome;
tu hai dato agli uomini il cibo e la bevanda per la loro gioia affinché ti rendano grazie;
ma a noi tu hai donato un cibo e una bevanda spirituale e la vita eterna per mezzo del tuo Figlio.
Ti rendiamo grazie, perché sei potente.
Ricordati, o Signore, di liberare la tua Chiesa da ogni male e di renderla perfetta nel tuo amore.
Raccogli dai quattro venti la Chiesa che tu hai santificato, nel regno che le hai preparato.
Poiché tue sono la potenza e la gloria nei secoli. Amen.


Dalla - Didaché  -
(II secolo)



Noi non siamo cristiani perché amiamo Dio. Siamo cristiani perché crediamo che Dio ci ama.

- Paul Xardel - 






La santità ha così poco a vedere con la perfezione che ne è l'assoluto contrario. La perfezione è la piccola sorella viziata della morte. La santità è il gusto forte della vita così com'è - una capacità infantile di rallegrarsi di ciò che è senza chiedere nient'altro.


(Christian Bobin - Il distacco dal mondo)






Quando tutto sembra perso..
quando non vedi più via d' uscita..
Quando ti senti sconfitto e credi di non farcela....
Quando tutto rema contro..
quando non riesci più a pregare....ad amare e ad amarti
Quando credi di aver perso le speranza...
Di non riuscire più a risalire....
Quando senti che il tuo cuore non ce la fa più...
Prendi la tua testa tra le mani....
Con la voce del cuore ripeti cosi: Gesù pensaci Tu!




Buona giornata a tutti :-)



giovedì 7 agosto 2014

Signore dei Signori - Cardinale John Henry Newman


Disperdi le nazioni 
che si dilettano di guerra,
fa’ che le guerre cessino sulla terra.

Signore, salvaci
da ogni afflizione, pericolo, bisogno.

Signore dei signori,
governante dei governanti,
ricorda i dirigenti
ai quali hai affidato il governo della terra,
e in modo speciale i nostri governanti,
collabora con loro
e feconda la loro vita in ogni ministero.

Suggerisci parole buone ai loro orecchi,
per la tua Chiesa
e per l’intero popolo che è tuo
concedi pace duratura e profonda allo Stato,
che nella sua tranquillità
tutti noi possiamo condurre
una vita serena e laboriosa
in dedizione e onestà.

(Beato John Henry Newman)

  Fonte: “Ho pensato  a te, Signore. Preghiamo con John Henry Newman”, Ed. Paoline





«Io dico a te: se tu hai un peso sulla tua coscienza, se tu hai vergogna di tante cose che hai commesso, fermati un po’, non spaventarti. Pensa che qualcuno ti aspetta perché mai ha smesso di ricordarti; e questo qualcuno è tuo Padre, è Dio che ti aspetta! Arrampicati, come ha fatto Zaccheo, sali sull’albero della voglia di essere perdonato; io ti assicuro che non sarai deluso» (Angelus, 3-11-2013).

- papa Francesco - 


Perciò la croce non sia per te fonte di gaudio soltanto in tempo di tranquillità, ma confida che lo sarà parimenti nel tempo della persecuzione. Non ti avvenga di essere amico di Gesù solo in tempo di pace e poi nemico in tempo di guerra. 
Ora ricevi il perdono dei tuoi peccati e i grandi benefici della donazione spirituale del tuo re e così, quando si avvicinerà la guerra, combatterai da prode per il tuo re.

(san Cirillo di Gerusalemme, vescovo)





















O mio Dio, 
tutta la mia vita non è che una catena di misericordia 
e di benefici, 
diffusi sopra di un essere che ne è indegno.
Tu mi hai condotto d'anno in anno, 
mi hai allontanato dalle strade pericolose, 
mi hai ritrovato se smarrito, 
mi hai rianimato, ristorato, mi hai sopportato, 
mi hai diretto, mi hai sostenuto. 
O, non abbandonarmi nel momento in cui 
la forza mi vien meno! 
Tu non mi abbandonerai mai! 
Io posso riposarmi in te con sicurezza.


(Beato John Henry Newman)


Buona giornata a tutti :-)

sabato 26 luglio 2014

La città smemorata – don Bruno Ferrero -

Una volta, in una piccola città, uguale a tante altre, cominciarono a succedere dei fatti strani. 
I bambini dimenticavano di fare i compiti, i grandi si dimenticavano di togliersi le scarpe prima di andare a dormire, nessuno si salutava più. 
Le porte della chiesa rimanevano chiuse. Le campane non suonavano più. Nessuno sapeva più le preghiere. 
Un lunedì mattina, però, un maestro domandò ai suoi alunni: "Perché ieri non siete venuti a scuola?" 
"Ma ieri era domenica!" risposero gli scolari, "La domenica non c'è scuola". 
"Perché?", chiese il maestro. 
Gli alunni non seppero che cosa rispondere. 
Si avvicinava il Natale. 
"Perché suonano questa musica dolce?". 
"Perché sull'albero ci sono le candele?". 
Nessuno lo sapeva. 
Due amici avevano litigato: si erano insultati fino a diventare rauchi. 

"Ora non ho più nessun amico", pensava tristemente uno di loro il giorno dopo. 
E non sapeva che cosa fare. 
La piccola città si faceva sempre più grigia e triste. La gente diventava ogni giorno più egoista e litigiosa. 
"Ho l'impressione di aver dimenticato qualcosa", ripetevano tutti. 
Un giorno soffiava un forte vento tra i tetti, così forte da smuovere le campane della chiesa. 
La campana più piccola suonò. 
Improvvisamente la gente si fermò e guardò in alto. E un uomo per tutti esclamò: "Ecco che cosa abbiamo dimenticato: Dio!". 

Se c'è speranza in questo mondo è solo perché risuona ancora il nome di Dio. Milioni e milioni di persone gettano su questo nome le gioie e le paure della propri a esistenza. E' l'unico nome che porta su di sé il peso dell'umanità e che dà un senso a tutto.
Anche per questo non possiamo rinunciare a pronunciarlo con rispetto e fiducia.

(don Bruno Ferrero)
Fonte:  Cerchi nell'acqua di don Bruno Ferrero



Il fulmine


Durante la celebrazione della Messa domenicale, scoppiò improvvisamente un violento temporale. Un fulmine colpì il campanile e fece tremare le pareti della chiesa, che era gremita di gente.
Il celebrante, visibilmente scosso, si rivolse ai fedeli: "Interrompiamo un attimo la Messa", disse. "E mettiamoci a pregare...".

L'abitudine impolvera, incrosta, spegne anche le cose più belle e più grandi. E si finisce a farle "per finta".


Don Bruno Ferrero
Fonte “ A volte basta un raggio di sole”




Tutto dipende dal fatto che noi preghiamo veramente: che facciamo diventare le cose che diciamo verità per noi ed in noi; che la nostra fede sia la verità della nostra vita e non una dispensa per il tempo del bisogno.

- Adrienne von Speyr - 
da Esperienza di preghiera




Il cristiano, più che persuasivo, dovrebbe essere contagioso.


- Paul Claudel -




























Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it





lunedì 23 giugno 2014

Un cristianesimo virile e forte - Henri de Lubac -


"Il cristianesimo, se noi andiamo diritti all’essenziale, è la religione dell’amore. 
“Dio è Amore, dice l’Apostolo Giovanni, e chi resta nell’amore, resta in Dio e Dio resta in lui”. 
Ogni migliore presa di coscienza della nostra fede, deve farcelo comprendere meglio. Certamente noi non dobbiamo disconoscere nessuna delle condizioni di questo amore e dei suoi fondamenti naturali, in particolare della giustizia senza della quale non c’è vero amore, di quella giustizia che oggi non viene men derisa che l’amore stesso: dobbiamo diffidare di tutte le sue contraffazioni, siano esse grossolane o sottili (oggi cosí numerose), o delle ricette troppo facili per ottenerlo. 
Ma alla fine dei conti, tutto è per lui, poiché è l’assoluto a cui tutto deve essere ordinato, in rapporto al quale tutto deve essere giudicato. 
Ora, talvolta con assalti violenti, qualche altra volta attraverso mille vie piú sottili, oggi si cerca di rapirgli questo primato. Il prestigio della Forza si insinua perfino in cuori cristiani, e ne caccia o almeno vi diminuisce la stima dell’Amore. Contro questi assalti, lo Spirito Santo ci comunichi il dono della Forza. Ma contro gli attacchi piú insidiosi, che ci comunichi anche il dono della Sapienza per farci comprendere in che cosa consiste la Forza cristiana. Questa non è da mettersi accanto o di fronte all’Amore, come un antagonista: essa deve essere coltivata al suo servizio.
Nello stato attuale del mondo, un cristianesimo virile e forte, deve giungere al punto di essere un cristianesimo eroico. Ma questo epiteto è una qualifica, non una definizione, in questo caso sarebbe una falsificazione. Soprattutto questo eroismo non consisterà nel parlare sempre di eroismo e delirare sulla virtú della forza – ciò che dimostrerebbe forse che si subisce l’ascendente di uno piú forte e che si è incominciato a cedere. Esso consisterà anzitutto nel resistere con coraggio, in faccia al mondo, e forse contro se stessi, alle attrattive e seduzioni di un falso ideale, per mantenere fieramente nella loro paradossale intransigenza i valori cristiani minacciati e derisi.
Resistere con una fierezza umile, poiché se il cristianesimo può e deve assumere le virtú del paganesimo antico, il cristiano che vuole restare fedele non può e non deve che respingere con un “no” categorico un neo-paganesimo che si è costituito contro il Cristo.
La dolcezza, la bontà, la delicatezza verso i piccoli, la pietà – sí, la pietà – verso quelli che soffrono, il rifiuto dei mezzi perversi, la difesa degli oppressi, la oscura dedizione, la resistenza alla menzogna, il coraggio di chiamare il male con il suo nome, l’amore della giustizia, lo spirito di pace e di concordia, l’apertura d’animo, il pensiero del cielo... ecco ciò che sarà salvato dall’eroismo cristiano, il quale farà veder che tutta questa “morale di schiavi” è una morale di uomini liberi, e che solo essa può fare l’uomo libero.
Non è mai stato promesso ai cristiani che sarebbero stati sempre i piú numerosi. (Piuttosto è stato loro annunciato il contrario). 
Neppure che essi sarebbero apparsi sempre i piú forti, né che gli uomini mai sarebbero stati conquistati da altro ideale che il loro. Ma in ogni caso il cristianesimo non avrà mai reale efficacia, non avrà mai esistenza reale, e non riuscirà mai a fare delle reali conquiste che colla forza del suo proprio spirito: con la forza della carità"


(Henri de Lubac)
Il dramma dell’umanesimo ateo, Morcelliana, Brescia, 1992, pp. 107-109


+ Cardinale Henri De Lubac (20 febbraio 1896 - 4 settembre 1991) è uno dei più insigni teologi cattolici del Novecento, oltre che uno dei principali ispiratori del Concilio Vaticano II; egli godette delle simpatie di Giovanni Paolo II, che lo volle cardinale.



L'Angelo custode

Peter Seewald: Lei conosce personalmente il suo angelo custode?

Joseph Ratzinger:  No. Personalmente mi sento in rapporto così diretto con Dio che, certo, sono grato di poter credere nella presenza dell'angelo custode, ma poi mi confronto direttamente con Dio. E' molto soggettivo. Ad altri uomini è dato di conoscerlo, e questo è per loro una certezza estremamente consolante. Allora diventa importante non fermarsi lì, a quello stadio, ma lasciare che l'angelo custode ci conduca a Dio e far sì che la direzione in cui esercitiamo la nostra relazione rimanga Dio.

Joseph Ratzinger - da "Dio e il mondo" In colloquio con Peter Seewald



"Soltanto sopportando se stesso e liberandosi dalla tirannide del proprio egoismo, l'uomo ritrova se stesso, la propria verità, la propria gioia e la propria felicità. La crisi del nostro tempo dipende principalmente dal fatto che ci si vuol far credere che si può diventare uomini senza il dominio di sé, senza la pazienza della rinuncia e la fatica del superamento delle difficoltà, che non è necessario il sacrificio di mantenere gli impegni presi, né lo sforzo per soffrire con pazienza la tensione fra ciò che si dovrebbe essere e ciò che effettivamente si è."

 [Hans Urs von Balthasar - Joseph Ratzinger, Perché sono ancora cristiano. Perché sono ancora nella Chiesa, Queriniana, traduzione G. Mion, Brescia 2005 III ed.]



Preghiera per il Papa

Signore Gesù,
pastore eterno di tutti i fedeli,
tu che hai costruito la tua Chiesa
sulla roccia di Pietro,
assisti continuamente il Papa
perchè sia, secondo il tuo progetto,
il segno vivente e visibile,
e il promotore instancabile
dell'unità della tua Chiesa
nella verità e nell'amore.
Annunci al mondo con apostolico coraggio
tutto il tuo vangelo.
Ascolti le voci e le aspirazioni
che salgono dai fedeli e dal mondo,
non si stanchi mai di promuovere la pace.
Governi e diriga il popolo di Dio
avendo sempre dinanzi agli occhi
il tuo esempio, o Cristo buon Pastore,
che sei venuto non per essere servito,
ma per servire e dare a vita per le pecore.
A noi concedi, o Signore,
una forte volontà di comunione con lui
e la docilità ai suoi insegnamenti.



Buona giornata a tutti :-)