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sabato 7 agosto 2021

La formica n. 49.783.511

Un formicaio ai piedi di un vecchio abete. 
Milioni di formiche nere corrono senza sosta, perfettamente organizzate. Sezione trasporto aghi e foglie; sezione ricerca semi, insetti, larve; sezione allevamento e cura piccoli; comitato difesa dagli assalti...
Un giorno la formica n. 49.783.511 si fermò. 
Ansimando s'appoggiò al lungo ago che stava trascinando e alzò lo sguardo. 
Si sentiva svenire... abituata a scansare i fili d'erba, i sassolini, i bruchi, ora i suoi occhi si smarrivano nell'azzurro immenso del cielo, il cuore le scoppiava d'emozione guardando il grande tronco, i rami ordinati, il verde brillante.
"N. 49.783.511 - gridò il capo settore - gli altri sgobbano e tu poltrisci! T'assegno un quarto d'ora supplementare!".
La sera la formica n. 49.783.511 fece il recupero di lavoro. Poi mentre tutte s'infilavano nelle tane, restò fuori e scoprì le stelle. Un incanto!
Tutta la notte ebbe gli occhi pieni di luce. 
Da allora i turni supplementari aumentavano, ma lei non si preoccupava. Diceva a tutti: "Alzate gli occhi. c'è qualcosa di grande sopra di noi, non possiamo portare solo larve e semi. 
Non avete mai guardato nemmeno l'abete!".
La prendevano in giro: "Tu guardi e guardi, ma come riempiamo le riserve di cibo? Chi ripara la casa quando piove?".
La formica n. 49.783.511 lavorava, s'impegnava, rendeva bello il suo formicaio. Ma brontolavano lo stesso: "Se guardare il cielo fosse utile, dovresti essere più brava di noi, invece sei anche tu come noi. Le stelle non servono a niente".

Che volete, per capire che cos'è guardare il cielo bisogna provare, spiegare non si può.
Hai mai provato a spiegare la preghiera? C'è sempre un tizio pieno di "saggezza", che ti risponde: "uomo n. 789.451.331 smettila. Bisogna studiare, lavorare, produrre; fare sport per mantenersi sani; bisogna cambiare il mondo, avere mentalità scientifica; bisogna divertirsi, essere moderni...".

Il formicaio umano va avanti. Io credo d'essere importante perché porto aghi d'abete, o rivoluzionario perché faccio confusione.
E non ho il coraggio di guardare il cielo.




Prova a guardarti intorno e cerca la causa più profonda della felicità umana, cerca le persone che sono veramente felici.
Sono felici i ricchi, coloro che hanno successo, chi ha potere, chi vive nell'ozio, nel baccano, nel piacere?
Se guardi con una certa attenzione, sotto le apparenze, ti accorgi che non sempre chi ha è felice, anzi spesso succede esattamente l'opposto, chi ha qualcosa ha sempre paura di perderlo, quindi ansia, tristezza, apprensione sono i suoi compagni.
Quando invece ti è capitato di trovare delle persone felici, a qualunque ceto appartengano, forse ti sei accorto che sono persone che hanno una profonda interiorità, sono persone che sanno vedere e godere delle piccole cose, sono dotate di una grande semplicità. 
Le persone felici mancano di invidie insensate, non sono impazienti, ansiose, esaltate. 
Quasi sempre possiedono anche una buona dose di umorismo e sanno sorridere anche di se stessi.



E' la cosa più facile del mondo possedere questa vita e questa gioia: devi soltanto credere e amare; eppure c'è gente che consuma la propria vita in immani fatiche, difficoltà e sacrifici per ottenere cose che rendono la vera vita impossibile. 

- Padre Thomas Merton -



Buona giornata a tutti. :-)

venerdì 9 luglio 2021

Il monaco e la zanzara

Un giovane aspirante monaco si recò in un eremo lontano con l'intenzione di controllare il suo carattere, di dominare lo spirito ed acquistare la padronanza di se stesso ed imparare a convivere con gli altri in santa pace.
Il maestro dal primo giorno gli assegno una capanna che si caratterizzava per avere sempre delle zanzare.
Dopo pochi giorni il giovane novizio si lamentò: "Maestro, non capisco perchè Dio ha creato le zanzare, sono inutili, non riesco a pregare, non mi fanno dormire, spesso sono adirato persino le inseguo spacco su di loro gli oggetti che trovo, mi hanno fatto anche bestemmiare... non ce la faccio più."

Il maestro rispose: "Se non riesci a sopportare quel piccolo insetto credi di poter accettare le punture degli esseri umani?

Credi di accettare la loro inutilità?

Pensi di poter convivere con delle persone fastidiose, inopportune, incomprensibili?".

I dolori, le delusioni e la malinconia non sono fatti per renderci scontenti e toglierci valore e dignità, ma per maturarci. 

- Hermann Hesse –


 

Datevi alla vita, generosamente. Cercate di non chiudervi dentro voi stessi, perché se vivrete con le spalle contro un muro, in un angolo, vi faranno forse meno male ma, alla fine, avrete vissuto malissimo. Dandovi, credendovi, prenderete delle ferite terribili, vi faranno delle cose spaventose, però alla fine sarete stati vivi. Sarete stati feriti, calpestati, uccisi quasi. 
Avrete fatto anche voi del male, non credete che non ne farete, ma tutto questo è vita. Vivere al risparmio nell’angolo, è una maniera arida di vivere, che vi lascerà dell’amaro in bocca e non vi darà niente. Per ricevere, bisogna dare molto.

(Giorgio Strehler)
 
 
"Attento", disse. "Quella dei libri è tutta conoscenza di seconda mano, conoscenza presa in prestito. Non vale granché". [...]
L'altra via, secondo il Vecchio, è quella dell'esperienza. L'esperienza fatta su se stessi. Il vero capire non avviene con la testa, ma col cuore. Si capisce davvero solo quello che si è provato, quello che si è sentito dentro di sé.

Tiziano Terzani - 
 dal libro "Un altro giro di giostra. Viaggio nel male e nel bene del nostro tempo"

Buona giornata a tutti :-)


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sabato 25 luglio 2020

Il problema di Eva

Un giorno, nel giardino dell’Eden, Eva disse a Dio…

”Signore, ho un problema”

”Che problema, Eva?”
”Signore, so che mi hai creata e che hai provveduto per questo  giardino bellissimo, e per tutti questi meravigliosi animali, e quell’allegro e buffo serpente… ma io non mi sento davvero felice."
”Come mai, Eva?” fu l’immediata replica dall’alto.
”Signore, mi sento sola. E sono proprio stufa delle mele…”
”Bene. Eva, in questo caso ho una soluzione. Creerò un uomo per te.”
”Che cos’e un ’uomo’, Signore?”
”Questo ’uomo’ sarà una creatura difettosa, con molti aspetti negativi.
Mentirà, ti prenderà in giro e sarà vanaglorioso, in pratica ti darà un sacco di problemi. Sarà più grande di te e più veloce, e amerà cacciare e uccidere. 


Avrà uno sguardo scioccamente curioso, ma visto che ti stai lamentando, lo creerò in modo che possa soddisfare le tue necessità.

Sarà scarso di intelletto e si impegnerà in occupazioni infantili come la lotta, o prendere a calci una palla.
Non sarà molto sveglio ed avrà spesso bisogno dei tuoi consigli per pensare correttamente.” 
”Sembra una cosa divertente!” commentò Eva ammiccando ironicamente. ”Dove sta la fregatura?”
”Beh… lo puoi avere ad una condizione…”
”Quale?”
”Come ti ho detto, sarà orgoglioso, arrogante e autocompiacente…perciò dovrai fargli credere che e’ stato creato lui per primo…però ricorda… è il nostro segreto… da donna a donna!”




L'amore non è un vestito già confezionato, ma stoffa da tagliare, preparare e cucire.
Non è un appartamento "chiavi in mano", ma una casa da concepire, costruire, conservare e, spesso, riparare...

- Michel Quoist - 


Ogni uomo senza saperlo, cerca nella donna soprattutto il ricordo del tempo in cui lo abbracciava sua madre.

- Marguerite Yourcenar -


“L’amore è una qualità del proprio essere, se la si possiede, ne beneficia indistintamente chiunque ne venga a contatto, un amante, un amico, un figlio, uno sconosciuto. 
Si dovrebbe stare insieme soltanto perché si sta bene “con”, e invece molto spesso si sta insieme perché si sta male “senza”. 
Solo se hai sconfitto la paura della solitudine sarai capace di amare. 
Solo se ami la solitudine ogni momento vissuto con l’altro diventa una scelta d’amore.”

- Osho - 



Buona giornata a tutti. :-)

giovedì 23 luglio 2020

Caro sacerdote

Caro Sacerdote

non te la prendere, ma due paroline te le devo proprio dire…
Non mi interessano i campetti di calcio, i cineforum, i teatrini, le conferenze, i baretti con videogiochi e biliardini, i porticati coi ping pong e il calciobalilla, le vacanze organizzate, il grest, le pizze dei sabato sera.

In una parola, tutto il ribollente attivismo che ruota intorno alle parrocchie, lo trovo anche fuori, nel freddo “mondo”, e magari organizzato meglio, più nuovo, luccicante, efficiente, coinvolgente, appassionante. Non c’è concorrenza: il “mondo” è specializzato in divertimenti, passatempi, sport, intrattenimenti vari, in cui ha profuso studi, energie e investimenti.

Voi curatemi l’anima. Datemi un direttore spirituale che abbia tempo e pazienza per la mia conversione. Datemi confessori che mi permettano di riconciliarmi con Dio.

Datemi l’Eucarestia da adorare, non tenetela chiusa a doppia mandata nei Tabernacoli d’oro ad aspettare mentre brucia d’Amore.

Dissetatemi col Vangelo dei semplici, non spiegatemi troppo, sono piccolo, una cosa sola ma ripetuta, così che possa ritornarmene casa con la perla preziosa.

Insegnatemi quel digiuno che tutti hanno dimenticato, ma che ho voglia di tentare, non come un atto di superba autodeterminazione della volontà, ma come fiduciosa invocazione della grazia dello Spirito.

Mostratemi i Santi, voglio farmeli amici. I filosofi mi hanno condotto su strade sbagliate, inquinato la mente, divorato la gioia. I Santi sono felici: ditemi il perché, fatemi scoprire quel filo segreto che li legava alla SS. Trinità.

Il rosario, ho fame di rosario. Perché non lo recitate più? Persino nelle veglie funebri, a volte ci si ferma a tre decine, come se quello intero fosse troppo lungo anche per chi davanti ha l’eternità. Arricchitemi della Divina Misericordia, fatemi gustare soavemente le invocazioni, le giaculatorie, le novene, beneditemi e consacratemi ai SS. Cuori di Gesù e Maria.

Incoraggiatemi nella via della carità, dell’altruismo, dell’occuparmi del prossimo, nel nome di Cristo. Plasmate in me uno spirito missionario, inalatemi la voglia di santità.

Pregate per me qualche volta. Come sarebbe edificante per me trovarvi in ginocchio davanti al Tabernacolo e sapere che stavate pregando per me, per la mia salvezza!

Questo desidero, ma tutto insieme, e in ogni parrocchia; non scegliete quello che più vi aggrada, non discriminate tra ciò che vi sembra più o meno moderno, più o meno consono o proponibile. Voglio tutti gli strumenti di salvezza che la Chiesa ha preparato per me, ho fame di salvezza piena, traboccante, luminosa, ho voglia di Verità.

Che abbia 4 o 100 anni, non starò con voi per il grest o il bel campetto o gli amici che ho incontrato. Ci starò per quel banco consunto in cui mi sono inginocchiato e per quel santo sacerdote che ho incontrato. Ci starò perché Cristo, per mezzo loro, mi ha convertito. Ecco Chi mi salverà l’anima!

Ti prego, sacerdote, torna ad essere nuovamente ciò che devi essere perché io, pecorella smarrita e figliol prodigo, possa tornare alla Casa del Padre.

In questo modo tu riavrai la tua dignità umana e sacerdotale, ed io mi salverò, e tutti saremo spronati a supplicare il Padrone della messe perché mandi operai, questi operai, e non assistenti sociali, ma dispensatori dei misteri di Dio.

Da "La Chiesa Cattolica"

Il crocefisso di don Camillo

"A parte il problema storico, delle responsabilità nostre di preti nell'apostasia del mondo contemporaneo, che non si possono né affermare né negare a vanvera e in astratto, c'è un problema più umile, quello del nostro formalismo o del nostro sonnecchiare: non si parla neppure dell'infedeltà o del tradimento. Ci contentiamo, a volte, di essere preti come si è ragionieri, con un disimpegno tecnico delle nostre competenze e spettanze; e spesso indugiamo a un sonnellino, quando non è un sonno pesante, mentre nella notte Gesù suda sangue e Giuda gli si avvicina".

Don Giuseppe De Luca (1898-1962) 
nel suo studio con primo volume Archivio italiano per la Storia della Pietà (1951)




























Buona giornata a tutti  :-)

www.leggoerifletto.it

giovedì 28 maggio 2020

Il tuo "amico" Dio ...

«Mentre, stamattina, ti svegliavi, ti osservavo, e aspettavo che mi rivolgessi la parola, magari per poco, per chiedermi un parere, o per dirmi, anche solo: «Grazie!», per qualcosa di bello, che ieri hai vissuto!
Ma ho visto che eri molto occupato, a cercare i vestiti da metterti, per recarti al lavoro, e trovare le chiavi dell'auto...
Ho continuato ad attendere, mentre giravi per casa, per preparare la colazione, dare l'ultimo colpetto ai capelli (come avrai sentito, io so, esattamente, quanti sono...)!
Speravo, che tu potessi trovare qualche minuto, per fermarti, e dirmi: «Ciao»!, ma eri troppo occupato...
Per questo, ho illuminato il cielo per te, l'ho riempito di colori, e dolci trilli di uccelli, e un'arietta frizzante!
Ma non te ne sei, neppure, accorto!
Ti osservavo, mentre andavi, veloce, al lavoro, un po' nervoso, e ho atteso, pazientemente, per tutto il giorno...
Con tutto il tuo da fare, pensavo che fossi troppo occupato, per dirmi qualcosa!
Quando sei tornato a casa, ho visto tutta la tua stanchezza, e ti ho mandato una pioggerella, per irrorarti un po', affinché l'acqua lavasse via il tuo "stress"...
Pensavo di farti contento, per farti pensare un po' a me, ma ti sei infuriato, e hai imprecato di brutto!
Desideravo tanto, che tu mi parlassi: non ti avrebbe portato via troppo tempo...
Poi, hai acceso il computer, e ho aspettato, con pazienza, mentre lo guardavi, e cenavi, ma, di nuovo, ti sei dimenticato di parlare con me!
Ti ho visto stanco, e ho compreso il tuo silenzio, così ho smorzato lo splendore del cielo, ma non ti ho lasciato al buio...
L'ho cambiato, con una strepitosa girandola di stelle, anche se non ti interessava!
Dopo aver augurato: «Buonanotte!», ai tuoi cari, sei corso in camera, e ti sei addormentato...
Io veglio sempre il sonno dei miei figli, e ho cullato i tuoi sogni, perché, anche se non te ne accorgi, io sono sempre lì, per te!
Ho più pazienza, di quanto immagini...
Vorrei, con questo, insegnarti quanta pazienza bisogna avere, con gli altri!
Tutto quello che ti piace, l'ho fatto, solo per te...
Ti amo tanto, e attendo, ogni giorno, una tua preghiera!
Abbi una buona giornata!
Ti stai alzando di nuovo, e io starò, un'altra volta, ad aspettare un tuo ricordo...
Il mio amore non ti abbandonerà, neppure per un istante!
Il tuo "amico" Dio!».
"Anche in mezzo al mondo, si può ascoltare Dio, là, nel silenzio di un cuore, che non vuole essere che suo...".



Le gioie della vita..


Questa è la storia di un uomo, che, quando era ragazzo, e andava a scuola,

continuava a dire: «Ah! Quando lascerò la scuola, e comincerò a lavorare, allora, sarò felice!».
Lasciò la scuola, cominciò a lavorare, e diceva: «Ah! Quando mi sposerò, sarà la felicità!».
Si sposò, e, in capo a pochi mesi, constatò, che la sua vita mancava di varietà,
e, allora, disse: «Ah! Come sarà bello, quando avremo dei bambini!».
Vennero i bambini, ed era un’esperienza affascinante, ma piangevano tanto, anche alle due di notte, e il giovane sospirava: «Crescano, in fretta!».
E i figli crebbero, non piangevano più, alle due di notte, ma facevano una stupidaggine, dopo l’altra, e cominciarono i veri problemi...
E, allora, l’uomo sognò il momento, in cui sarebbe stato, di nuovo, solo, con sua moglie: «Staremo, così, tranquilli!».
Adesso, è vecchio, e ricorda, con nostalgia, il passato:
«Era, così, bello!»...


Buona giornata a tutti. :-)






mercoledì 29 gennaio 2020

Il buio interiore

Ilaria, una pia casalinga di mezz'età di quella città, benestante, era convinta di essere una persona onesta e virtuosa. Lo si intuiva non solo dalle conversazioni che aveva con le sue amiche, ma anche dall'atteggiamento. Sosteneva che tutti i mendicanti erano dei fannulloni e che non bisognava dar loro retta, evitava certi individui ritenuti da lei troppo volgari, frequentava i primi posti della chiesa parrocchiale e chiacchierava con alcune sue amiche sui molti difetti che trovava disdicevoli in persone di sua conoscenza.
Si era iscritta anche ad una associazione in difesa degli animali abbandonati e ad un ente morale per la salvaguardia del pubblico pudore. Intimamente, però, non era soddisfatta. 

Non riusciva a capire perché cadeva in certe forme di depressione, nonostante le sue molteplici attività filantropiche.

Su consiglio di una sua amica, andò a trovare il saggio Elia e gli spiegò la sua situazione.

Elia le diede un libro da leggere : era una biografia di madre di Teresa di Calcutta. Si fece promettere la restituzione.

Dopo averlo letto, Ilaria ritornò dal saggio dicendogli:

- Questo libro mi ha sconvolta. Sono ancora più depressa di prima e non capisco ancora perché. - 

Allora Elia le prestò un altro libro: "Storia di un'anima" di Teresa di Lisieux, raccomandandole la lettura a qualsiasi costo.

Quando Ilaria venne per restituirlo, riferì al saggio che il libro l'aveva ancora più sconvolta. Poi Elia le diede una copia del Vangelo facendosi promettere una lettura molto attenta.

Così fece, ma quando ritornò per restituirgli il libro, gli disse che non trovava più pace, rimpiangendo il passato in cui si sentiva a posto con la coscienza. Allora Elia le disse:

- Entra in quella stanza e dimmi se è pulita!

Ilaria aveva sentito parlare delle sue stranezze, ma questa era veramente assurda per lei.

Fece come le disse, ma siccome i balconi erano socchiusi, accese la luce. Guardò attorno, scrutò la superficie della scrivania e vide che c'era polvere.
- Te la sentiresti di eliminare tutta la polvere di questa stanza? - le chiese Elia.
Ilaria fu per un momento esitante, poi esclamò:
- Certo! La farò diventare come uno specchio!
E si mise all'opera: lo spazio era piccolo con pochissimi mobili. Non fu difficile per lei spazzare, strofinare e ripassare tutto.
Poi chiamò fieramente Elia, il quale osservò attorno attentamente e disse:
Ti ringrazio. Comunque è rimasta ancora della polvere che tu non vedi!
Ilaria, sbigottita, osservò meglio i mobili, il pavimento, ogni angolo e il davanzale. Poi disse, un po' irretita:
- No! So fare le pulizie io! ...Non c'è più polvere in questa stanza!
Elia spense la luce dicendole:
- Osserva in quella direzione e avvicinati!
- Vedo un raggio di luce... - disse.
- Avvicinati al raggio e dimmi cosa vedi! - l'esortò il saggio.
Ilaria vide il pulviscolo ben illuminato da quel raggio di sole. - Allora c'è ancora polvere? - chiese Elia. Poi aggiunse:
- Vedi... è un po' quello che succede al nostro animo. Ci illudiamo di averlo pulito, ma quando un raggio di verità filtra nel buio interiore, vediamo ciò che prima non volevamo vedere!
Ilaria tornò a casa. Dopo qualche settimana di riflessione su ciò che le era accaduto, smise di chiacchierare sui difetti degli altri e cambiò atteggiamento.
Così guarì anche dalla depressione.
E' più difficile scoprire i propri difetti che quelli degli altri.



Io voglio ricordare le mie colpe passate, le oscurità della mia anima, non perché io le amo, ma perché voglio amare Te, o mio Dio.
Lo faccio per amore del Tuo amore, rievocando le mie strade perverse. 


- Sant’Agostino - 



O Padre, sei indulgente verso colui che si riconosce peccatore.
O Padre noi ritorniamo a Te con umiltà. 
Tu ci purifichi dalle cattive abitudini, sei indulgente verso colui che si riconosce peccatore. 
Ascolti il pianto di coloro che hanno i ceppi ai piedi, ci liberi dalle catene con cui siamo imprigionati da noi stessi.


- Sant’Agostino –


"Va’ dal tuo confessore, aprigli il tuo cuore; esponi a lui tutti i recessi della tua anima; fa’ tesoro del consiglio che egli ti darà con la massima umiltà e semplicità. 
Perché Dio, che ha un amore infinito per l’obbedienza, rende sovente proficui i consigli che ascoltiamo dagli altri, ma sopra tutto da quelli che sono le guide delle nostre anime".


- San Francesco di Sales – 




Resta con noi Signore 

Tu che vieni come luce
per accompagnarci lungo un cammino di fatica e di speranza.
Resta con noi, Signore,
quando i dubbi contro la fede ci assalgono
e lo scoraggiamento atterra la nostra speranza.
Quando l'indifferenza raffredda il nostro amore,
e la tentazione sembra troppo forte.
Quando qualcuno deride la nostra fiducia,
e le nostre giornate sono piene di distrazioni.
Quando la sconfitta ci coglie di sorpresa
e la debolezza invade ogni desiderio.
Quando ci troviamo soli, abbandonati da tutti,
e il dolore ci porta alle lacrime disperate.
Signore, nella gioia e nel dolore,
nella vita e nella morte, resta con noi!

Padre Maior




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venerdì 15 novembre 2019

Preghiera di un settantacinquenne

Signore,
non permettere che io divenga uno di quei vecchi brontoloni, sempre pronti a lamentarsi e a diventare tristi e insopportabili a tutti.
Conservami il sorriso,  anche se la mia bocca è un po' sdentata.
Conservami il buon umore che riporti le cose, la gente e me stesso, ognuno al proprio posto.
Fai di me, Signore,  un anziano sorridente: , conservami un cuore aperto. 
Fa' di me un cuore  generoso,  che sappia dividere i suoi quattro soldi con chi non ne ha, e i fiori del suo giardino con chi terra non ha.
Non permettere che io diventi l'uomo del passato, parlando sempre del suo buon vecchio tempo, quando non faceva mai freddo e disprezzando il tempo dei giovani, quando continuamente fuori piove.
Fa' di me, Signore, un anziano che non ha mai dimenticato la sua giovinezza e che sa rinnovare la giovinezza degli altri.
Signore, io ti domando semplicemente che la mia ultima stagione sia bella, perché possa portare la testimonianza alla tua bellezza.


Amen.
Fonte: Breviario della Terza età, don Ferdinando Bay, Ed. Salcom, gennaio 1989, pagina 7






“La coerenza di quest’uomo, la coerenza della sua fede, ma anche la responsabilità di lasciare un’eredità nobile, un’eredità vera. Noi viviamo in un tempo nel quale gli anziani non contano. E’ brutto dirlo, ma si scartano, eh? Perché danno fastidio. Gli anziani sono quelli che ci portano la storia, che ci portano la dottrina, che ci portano la fede e ce la danno in eredità. Sono quelli che, come il buon vino invecchiato, hanno questa forza dentro per darci un’eredità nobile”.


- Papa Francesco -


“Preghiamo per i nostri nonni, le nostre nonne, che tante volte hanno avuto un ruolo eroico nella trasmissione della fede in tempo di persecuzione. Quando papà e mamma non c’erano a casa e anche avevano idee strane, che la politica di quel tempo insegnava, sono state le nonne quelle che hanno trasmesso la fede. Quarto comandamento: è l’unico che promette qualcosa in cambio. E’ il comandamento della pietà. Essere pietoso con i nostri antenati. Chiediamo oggi la grazia ai vecchi Santi – Simeone, Anna, Policarpo e Eleazaro – a tanti vecchi Santi: chiediamo la grazia di custodire, ascoltare e venerare i nostri antenati, i nostri nonni”.

- papa Francesco - 


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