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domenica 11 agosto 2024

Preghiera a Santa Chiara - 11 agosto 2024

 O Chiara, che con la luce della tua vita evangelica rischiarasti l'orizzonte del tuo secolo, illumina anche noi che, oggi più che mai, siamo assetati di verità e di vero amore. 
Con la testimonianza della tua vita, tu hai da dire anche a noi, dopo sette secoli, una parola di speranza e di fiducia che attinge la sua forza dal Vangelo, verità eterna. 
Guarda, o Chiara, alle tue figlie che sparse in tutto il mondo vogliono continuare silenziosamente la missione di Maria, Vergine e Madre, nel cenacolo dove sotto il soffio dello Spirito nasceva e si sviluppava la Chiesa.
Guarda a tutta la gioventù che cerca attraverso le vie più disparate di realizzare se stessa e guidala verso quella pienezza di vita che solo Cristo ci può dare.
Guarda, o Chiara, anche chi è verso il tramonto della vita e fagli sentire che nulla è perduto quando ancora rimane il desiderio di ricominciare da capo per fare meglio, per essere più buoni. E fa', o Chiara, che tutti, quando saremo giunti alla soglia dell'Eternità, possiamo come te benedire Dio che ci ha creato per il suo amore!

Amen.



Dalla lettera di Santa Chiara alla Beata Agnese di Praga:
Colloca i tuoi occhi davanti allo specchio dell’eternità, colloca la tua anima nello splendore della gloria, colloca il tuo cuore in Colui che è figura della divina sostanza, e trasformati interamente, per mezzo della contemplazione, nella immagine della divinità di Lui. Allora anche tu proverai ciò che è riservato ai soli suoi amici, e gusterai la segreta dolcezza che Dio medesimo ha riservato fin dall’inizio per coloro che lo amano. 
Senza concedere neppure uno sguardo alle seduzioni, che in questo mondo fallace ed irrequieto tendono lacci ai ciechi che vi attaccano il loro cuore, con tutta te stessa ama Colui che per amor tuo tutto si è donato. 
La sua bellezza ammirano il sole e la luna; i suoi premi sono di pregio e grandezza infiniti. 
Voglio dire quel Figlio dell’Altissimo, che la Vergine ha partorito, senza cessare di essere vergine. Stringiti alla sua dolcissima Madre, la quale generò un Figlio tale che i cieli non potevano contenere, eppure ella lo raccolse nel piccolo chiostro del suo santo seno e lo portò nel suo grembo verginale. 

(Lettera Terza; FF2889-2889)


"Tieni sempre davanti agli occhi il punto di partenza.
I risultati raggiunti, conservali;
 
ciò che fai, fallo bene;
 
non arrestarti; ma anzi,
 
con corso veloce e passo leggero,
 
con piede sicuro, 
che neppure alla polvere permette di ritardarne l’andare, 
avanza confidente e lieta 
nella via della beatitudine che ti sei assicurata."

- Santa Chiara -




Il 10 agosto 1253 Papa Innocenzo IV si recò a San Damiano per portare a Chiara morente la sua benedizione e consegnarle la bolla di approvazione della Regola da lei stessa scritta per le sue sorelle. 
La Regola di Chiara – ha detto lo storico Felice Accrocca – è come il grido ultimo, estremo, di fedeltà di sorella Chiara a frate Francesco e alla sua intuizione religiosa. 
Ed è inoltre la prima Regola, nella storia della Chiesa, scritta da una donna per delle donne. 
Il giorno dopo, l’11 agosto 1253, Chiara muore. 
Due anni più tardi, il 15 agosto 1255, Alessandro IV la proclamò Santa con la bolla Clara claris praeclara.



"Correrò, senza stancarmi mai...
Attirami a te o celeste Sposo!
Dietro a te correremo attratti dalla 
dolcezza del tuo profumo."

- Santa Chiara -


"Brillò come raggio... 
Irradiò come sole.. 
Fu chiara in terra, 
ma in cielo rifulge ancor più 
di immenso chiarore" 

(Bolla di canonizzazione)


Buona giornata a tutti. :-)



sabato 12 agosto 2023

Santa Chiara scaccia i saraceni - Tommaso da Celano

In quel periodo travagliato che la Chiesa attraversò in diverse parti del mondo sotto l'impero di Federico, la valle Spoletana beveva più spesso delle altre il calice dell'ira. 
Erano stanziate lì, per ordine imperiale, schiere di soldati e nugoli di arcieri saraceni, fitti come api, per devastare gli accampamenti, per espugnare le città. E una volta, durante un assalto nemico contro Assisi, città particolare del Signore, e mentre ormai l'esercito si avvicina alle sue porte, i Saraceni, gente della peggiore specie, assetata di sangue cristiano e capace di ogni più inumana scelleratezza, irruppero nelle adiacenze di San Damiano, entro i confini del monastero, anzi fin dentro al chiostro stesso delle vergini.
Si smarriscono per il terrore i cuori delle Donne, le voci si fanno tremanti per la paura e recano alla Madre i loro pianti. 

Ella, con impavido cuore, comanda che la conducano, malata com'è, alla porta e che la pongano di fronte ai nemici, preceduta dalla cassetta d'argento racchiusa nell'avorio, nella quale era custodito con somma devozione il Corpo del Santo dei Santi.
E tutta prostrata in preghiera al Signore, nelle lacrime parlò al suo Cristo: «Ecco, o mio Signore, vuoi tu forse consegnare nelle mani di pagani le inermi tue serve, che ho allevato per il tuo amore? Proteggi, Signore, ti prego, queste tue serve, che io ora, da me sola, non posso salvare». Subito una voce, come di bimbo, risuonò alle sue orecchie dalla nuova arca di grazia: «Io vi custodirò sempre!». «Mio Signore - aggiunse - proteggi anche, se ti piace, questa città, che per tuo amore ci sostenta». E Cristo a lei: «Avrà da sostenere travagli, ma sarà difesa dalla mia protezione».
Allora la vergine, sollevando il volto bagnato di lacrime, conforta le sorelle in pianto: «Vi do garanzia, figlie, che nulla soffrirete di male; soltanto abbiate fede in Cristo!».
Né vi fu ritardo: subito l'audacia di quei cani, rintuzzata, è presa da spavento; e abbandonando in tutta fretta quei muri che avevano scalato, furono sgominati dalla forza di colei che pregava.
E subito Chiara ammonisce quelle che avevano udito la voce di cui sopra ho parlato, dicendo loro severamente: «Guardatevi bene, in tutti i modi, dal manifestare a qualcuno quella voce finché io sono in vita, figlie carissime».”

- Tommaso da Celano - 
da Vita di Santa Chiara  (Legenda Sanctae Clarae Virginis)



Prima di morire, come già aveva fatto Francesco, Chiara benedice le sue Sorelle presenti e future indicando loro il cuore della vocazione cristiana e clariana, l'amore: 

“…Siate sempre amanti di Dio, delle vostre anime e di tutte le vostre Sorelle, e siate sempre sollecite di osservare quanto avete promesso al Signore. Il Signore sia con voi sempre , e ora voi siate sempre con Lui. Amen” (FF2857)

Chiara ha compreso che l’amore riversato da Dio nel nostro cuore ci rende sempre più capaci di amare noi stessi, perché ci insegna a guardarci con i Suoi stessi occhi di misericordia e, allo stesso tempo, ci apre alla comunione con gli altri attraverso l’accoglienza e il perdono.                                                               

















I Santi manifestano in diversi modi la presenza potente e trasformante del Risorto; hanno lasciato che Cristo afferrasse così pienamente la loro vita da poter affermare con san Paolo “non vivo più io, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20). Seguire il loro esempio, ricorrere alla loro intercessione, entrare in comunione con loro, “ci unisce a Cristo, dal quale, come dalla Fonte e dal Capo, promana tutta la grazia e tutta la vita dello stesso del Popolo di Dio” (Conc. Ec. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium 50).

- papa Benedetto XVI -



Preghiera a Maria SS. per le Anime del Purgatorio più dimenticate 

O Maria, pietà di quelle povere Anime che,
chiuse nelle prigioni tenebrose del luogo di espiazione,
non hanno alcuno sulla terra che pensi a loro.
Degnatevi, o buona Madre,
abbassare su quelle abbandonate uno sguardo di pietà;
ispirate a molti cristiani caritatevoli il pensiero di pregare per esse,
e cercate nel Vostro Cuore di Madre i modi di venire pietosamente in loro aiuto.
O Madre del perpetuo soccorso,
abbiate pietà delle Anime più abbandonate del Purgatorio.
Misericordioso Gesù, date loro il riposo eterno. Amen.

Tre Salve Regina



Buona giornata a tutti :-)

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giovedì 11 agosto 2022

La Benedizione di Santa Chiara d' Assisi - 11 agosto

Nel nome del Padre del Figlio
e dello Spirito Santo.
Il Signore vi benedica
e vi custodisca.
Vi mostri la sua faccia
e abbia misericordia di voi.
Volga verso di voi il suo volto
e vi dia pace,

sorelle e figlie mie, e a tutte le altre che verranno e rimarranno nella vostra comunità, e alle altre ancora, tanto presenti che venture, che persevereranno fino alla fine negli altri monasteri delle povere dame.

Io Chiara, ancella di Cristo, pianticella del beatissimo padre nostro san Francesco, sorella e madre vostra e delle altre sorelle povere, benché indegna, prego il Signore nostro Gesù Cristo, per la sua misericordia e per l'intercessione della santissima sua genitrice, santa Maria, e del beato Michele arcangelo e di tutti i santi angeli di Dio, del beato Francesco padre nostro e di tutti i santi e le sante, che lo stesso Padre celeste vi dia e vi confermi questa santissima benedizione sua in cielo e in terra: in terra, moltiplicandovi nella grazia e nelle sue virtù fra i servi e le ancelle sue nella Chiesa sua militante; e in cielo, esaltandovi e glorificandovi nella Chiesa trionfante fra i santi e le sante sue.

Vi benedico nella mia vita e dopo la mia morte, come posso, con tutte le benedizioni, con le quali il Padre delle misericordie ha benedetto e benedirà i suoi figli e le sue figlie in cielo e sulla terra, e con le quali il padre e la madre spirituale ha benedetto e benedirà i figli suoi e le figlie spirituali. Amen.

Siate sempre amanti delle anime vostre e di tutte le vostre sorelle, e siate sempre sollecite nell'osservare quelle cose che avete promesso al Signore.

Il Signore sia sempre con voi e voglia il Cielo che voi siate sempre con lui.

Amen.  




" La pianticella di Francesco "

Primo virgulto delle Povere Signore dell’Ordine dei Minori, seguì san Francesco, conducendo ad Assisi in Umbria una vita aspra, ma ricca di opere di carità e di pietà; insigne amante della povertà, da essa mai, neppure nell’estrema indigenza e infermità, permise di essere separata. 

"Colloca i tuoi occhi
davanti allo specchio dell'eternità,
colloca la tua anima
nello splendore della gloria,
colloca il tuo cuore in colui
che é figura della divina sostanza
e trasformati interamente,
per mezzo della contemplazione,
nella immagine della divinità di Lui.
con tutta te stessa ama Colui che,
per amor tuo, tutto si é donato"

(Lett. III,12-15: FF 2888-2889) Colloca i tuoi occhi  - dalle lettere di Santa Chiara di Assisi



oggi la Chiesa celebra Santa Chiara:

"con tutta te stessa ama Colui che per amor tuo tutto si è donato" 

“Una sequela di Cristo che può scuotere ancora oggi la nostra società e provocarla, innanzitutto in ciò che l'affascina maggiormente, cioè la ricchezza materiale, il denaro, il lusso, il dominio e la superiorità sugli altri.
... agli occhi della nostra attuale società, che dà la priorità al denaro e al potere, potrebbe apparire come un limite e una disgrazia, invece … si è mostrata una via di libertà interiore, di adorazione a Dio e di servizio amorevole agli altri. Il non avere nessuna proprietà, ma solo l'uso delle cose, ci rende veramente liberi dalla ricerca sfrenata delle ricchezze materiali, spesso a danno degli altri, che non hanno neanche il necessario per vivere degnamente.

- Cardinale Clàudio Hummes -

Ci insegni S. Chiara a liberarci da ciò che è superfluo per essere ricchi dentro e fuori. Ricchi della vera ricchezza: la libertà. 

un pò di biografia: http://leggoerifletto.blogspot.it/2012/08/santa-chiara-vergine-biografia.html




Auguri a chi porta il nome di questa Santa 
e buona giornata a tutti. :-)


sabato 11 agosto 2018

La porta del morto - Essere dimora e Sede del Creatore - santa Chiara 11 agosto

Quasi tutte le case d'Assisi avevano due porte, che davano sulla strada in 
pen­dio. 
Una più grande e larga, con lo sca­lino basso; l'altra più piccola e stretta, con lo scalino altissimo. 
Le due porte, vicinissime tra loro, non stavano in simmetria sulla facciata, perché diverse di forma e di livello. 
Per uscire dalla porta maggiore, bastava fare un passo. Per uscire dalla porta minore, occorreva fare un salto. Mentre però la porta grande restava quasi sempre aperta a chi entrava e a chi usciva, la porta stretta restava sempre chiusa e nessuno vi passava. 
Era la cosiddetta «porta del morto, che si apriva soltanto per far passare la bara di chi usciva, piedi in avanti, dalla casa, per non farvi più ritorno. Un'usanza, leggermente superstiziosa; voleva che il morto non passasse dalla porta dei vivi, e, viceversa, impediva ai vivi di passare dalla porta del morto. Perciò si aveva ben cura di tenere la porta del morto sprangata fino a che non si desse la dolo­rosa necessità d'usarla. Neppur per errore un vivo doveva passar dalla porta del morto, per timore del malaugurio. Non solo dunque la porticina veniva solida­mente sprangata, ma tra un funerale e l'altro vi si accumulava contro ogni sorta di materiale. 
La casa dormiva, la sera della Domenica delle Palme, quando Chiara scese dalla sua camera e s'avviò, a tentoni, verso la porta del morto. Voleva uscire segretamente ed era certa di non incontrare nessuno sulla soglia di quella porta. 
Trovò l'apertura ingombra di molti attrezzi, che rimosse con le sue mani delicate. Quando fi­nalmente giunse ai chiavacci e alle sprangature si senti stanca. Con sforzo tentò di far scorrere i paletti della porta, ma i chiavacci le resistettero. 
Dalla morte del padre, la porta non era stata riaperta e i ferri arrugginiti non scorrevano più negli anelli. Chiara allora s'inginocchiò. 
Appoggiò la fronte al ferro della porta e rivolse a Dio una preghiera. Poi si rialzò sicura di sé. Sotto la sua mano i chiavacci scorsero senza un cigolio, come se fos­sero stati unti di fresco. 
La porta s'aprì senza stridere e apparve la strada, in basso, illuminata dalla luna. Pacifica di Guelfuccio, la fida com­pagna, l'attendeva in un angolo d'ombra. Chiara rimase un attimo dritta sull'alta soglia. Poi, senza neppure volgersi indietro, spiccò un salto leggero. 
Aveva oltrepassato la soglia del morto. 
Si era divisa irreparabilmente dalla famiglia. 
Non avreb­be fatto più ritorno alla sua casa. 
Chiara era per­duta. Chiara era morta. Chiara andava verso una altra vita.



BENEDIZIONE
Prima di morire, come già aveva fatto Francesco, Chiara benedice le sue Sorelle presenti e future indicando loro il cuore della vocazione cristiana e clariana, l’amore:
“…Siate sempre amanti di Dio, delle vostre anime e di tutte le vostre Sorelle, e siate sempre sollecite di osservare quanto avete promesso al Signore. Il Signore sia con voi sempre, e ora voi siate sempre con Lui. Amen” (FF2857)
Chiara ha compreso che l’amore riversato da Dio nel nostro cuore ci rende sempre più capaci di amare noi stessi, perché ci insegna a guardarci con i Suoi stessi occhi di misericordia e, allo stesso tempo, ci apre alla comunione con gli altri attraverso l’accoglienza e il perdono.




Essere dimora e sede del Creatore 

L’abbassarsi di Dio – osserva Chiara – non si è concluso con l’incarnazione, ma si compie ancora oggi nella vita dei credenti. 
Infatti l’Altissimo Signore del cielo e della terra, che la Vergine Maria portò nel suo grembo, prende ora dimora nel cuore di chi lo accoglie:

“Ecco, è ormai chiaro che, per la grazia di Dio, l’anima dell’uomo fedele è più grande del cielo, perché i cieli non possono contenere il Creatore, mentre la sola anima fedele è sua dimora e sede (…) come afferma la Verità stessa: Chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò, e verremo a lui e faremo dimora presso di lui (Gv.14,21.23).
Come dunque la gloriosa Vergine delle vergini lo portò materialmente, così anche tu, seguendo le sue orme, specialmente quelle di umiltà e povertà, senza alcun dubbio lo puoi sempre portare spiritualmente nel tuo corpo…” 
(3^ lett. 21-26).




La benedizione di santa Chiara

Nel nome del Padre del Figlio
e dello Spirito Santo. 
Il Signore vi benedica
e vi custodisca. 
Vi mostri la sua faccia
e abbia misericordia di voi.
Volga verso di voi il suo volto
e vi dia pace.

Sorelle e figlie mie, e a tutte le altre che verranno e rimarranno nella vostra comunità, e alle altre ancora, tanto presenti che venture, che persevereranno fino alla fine negli altri monasteri delle povere dame.

Io Chiara, ancella di Cristo, pianticella del beatissimo padre nostro san Francesco, sorella e madre vostra e delle altre sorelle povere, benché indegna, prego il Signore nostro Gesù Cristo, per la sua misericordia e per l'intercessione della santissima sua genitrice, santa Maria, e del beato Michele arcangelo e di tutti i santi angeli di Dio, del beato Francesco padre nostro e di tutti i santi e le sante, che lo stesso Padre celeste vi dia e vi confermi questa santissima benedizione sua in cielo e in terra: in terra, moltiplicandovi nella grazia e nelle sue virtù fra i servi e le ancelle sue nella Chiesa sua militante; e in cielo, esaltandovi e glorificandovi nella Chiesa trionfante fra i santi e le sante sue.

Vi benedico nella mia vita e dopo la mia morte, come posso, con tutte le benedizioni, con le quali il Padre delle misericordie ha benedetto e benedirà i suoi figli e le sue figlie in cielo e sulla terra, e con le quali il padre e la madre spirituale ha benedetto e benedirà i figli suoi e le figlie spirituali.

Siate sempre amanti delle anime vostre e di tutte le vostre sorelle, e siate sempre sollecite nell'osservare quelle cose che avete promesso al Signore.

Il Signore sia sempre con voi e voglia il Cielo che voi siate sempre con lui.

Amen.



Buona giornata a tutti. :-)



venerdì 11 agosto 2017

Alda Merini in : "Francesco. Canto di una creatura"

Morirò davanti alle tue sbarre, Chiara,
che ti hanno preservato
dal mio amore disordinato.
Morirò cantando la mia canzone d'amore.
Morirò guardando i tuoi occhi,
che sono teneri come quelli di Maria.
Lo so, ti sei tolta dalla terra
e come me
hai messo radici in una pietra.
Ma Dio mi ha fatto la grazia
di vedere cosa c'era oltre il tuo sguardo
quella rinuncia
che adesso ha toccato anche me.
E sembra lebbra il mio corpo,
invece ho scoperto
che più è maleodorante
e più profuma.
Così come prenderò Cristo sulle mie spalle,
quel dolce cadavere di Maria
che è il tuo,
che mi muore nel grembo.

- Alda Merini - 
in : "Francesco. Canto di una creatura", Sperling & Kupfer



Così come comincia il giorno 
comincia la visione del tuo volto, Chiara.
E mai donna fu più contenta
di essere vicina e lontana da Dio 
nello stesso momento.
Come tutte le donne
la bramosia del tuo ventre,
la mia bramosia, 
non sono che lupi affamati
che chiedono di divorare
la carne del mio Signore.

- Alda Merini -
in : "Francesco. Canto di una creatura", Sperling & Kupfer



Preghiera a Santa Chiara

O Chiara, che con la luce della tua vita evangelica rischiarasti l' orizzonte del tuo secolo, illumina anche noi che, oggi più che mai, siamo assetati di verità e di vero amore.
Con la testimonianza della tua vita, tu hai da dire anche a noi, dopo 7 secoli, una parola di speranza e di fiducia che attinge la sua forza dal Vangelo, verità eterna.
Guarda, o Chiara, alle tue figlie che sparse in tutto il mondo vogliono continuare silenziosamente la missione di Maria, Vergine e Madre, nel cenacolo dove sotto il soffio dello Spirito nasceva e si sviluppava la Chiesa.
Guarda a tutta la gioventù che cerca attraverso le vie più disparate di realizzare se stessa e guidala verso quella pienezza di vita che solo Cristo ci può dare.
Guarda, o Chiara, anche chi è verso il tramonto della vita e fagli sentire che nulla è perduto quando ancora rimane il desiderio di ricominciare da capo per fare meglio, per essere più buoni...

E fa' , o Chiara, che tutti, quando saremo giunti alla soglia dell' Eternità, possiamo come te benedire Dio che ci ha creato per il suo amore! Amen. Alleluja!



Buona giornata a tutti. :-)






venerdì 12 agosto 2016

Santa Chiara scaccia i saraceni - Tommaso da Celano -

“In quel periodo travagliato che la Chiesa attraversò in diverse parti del mondo sotto l'impero di Federico, la valle Spoletana beveva più spesso delle altre il calice dell'ira. 
Erano stanziate lì, per ordine imperiale, schiere di soldati e nugoli di arcieri saraceni, fitti come api, per devastare gli accampamenti, per espugnare le città. E una volta, durante un assalto nemico contro Assisi, città particolare del Signore, e mentre ormai l'esercito si avvicina alle sue porte, i Saraceni, gente della peggiore specie, assetata di sangue cristiano e capace di ogni più inumana scelleratezza, irruppero nelle adiacenze di San Damiano, entro i confini del monastero, anzi fin dentro al chiostro stesso delle vergini.
Si smarriscono per il terrore i cuori delle Donne, le voci si fanno tremanti per la paura e recano alla Madre i loro pianti. 

Ella, con impavido cuore, comanda che la conducano, malata com'è, alla porta e che la pongano di fronte ai nemici, preceduta dalla cassetta d'argento racchiusa nell'avorio, nella quale era custodito con somma devozione il Corpo del Santo dei Santi.
E tutta prostrata in preghiera al Signore, nelle lacrime parlò al suo Cristo: «Ecco, o mio Signore, vuoi tu forse consegnare nelle mani di pagani le inermi tue serve, che ho allevato per il tuo amore? Proteggi, Signore, ti prego, queste tue serve, che io ora, da me sola, non posso salvare». Subito una voce, come di bimbo, risuonò alle sue orecchie dalla nuova arca di grazia: «Io vi custodirò sempre!». «Mio Signore - aggiunse - proteggi anche, se ti piace, questa città, che per tuo amore ci sostenta». E Cristo a lei: «Avrà da sostenere travagli, ma sarà difesa dalla mia protezione».
Allora la vergine, sollevando il volto bagnato di lacrime, conforta le sorelle in pianto: «Vi do garanzia, figlie, che nulla soffrirete di male; soltanto abbiate fede in Cristo!».
Né vi fu ritardo: subito l'audacia di quei cani, rintuzzata, è presa da spavento; e abbandonando in tutta fretta quei muri che avevano scalato, furono sgominati dalla forza di colei che pregava.
E subito Chiara ammonisce quelle che avevano udito la voce di cui sopra ho parlato, dicendo loro severamente: «Guardatevi bene, in tutti i modi, dal manifestare a qualcuno quella voce finché io sono in vita, figlie carissime».”

- Tommaso da Celano - 
da Vita di Santa Chiara  (Legenda Sanctae Clarae Virginis)



Prima di morire, come già aveva fatto Francesco, Chiara benedice le sue Sorelle presenti e future indicando loro il cuore della vocazione cristiana e clariana, l'amore: 

“…Siate sempre amanti di Dio, delle vostre anime e di tutte le vostre Sorelle, e siate sempre sollecite di osservare quanto avete promesso al Signore. Il Signore sia con voi sempre , e ora voi siate sempre con Lui. Amen” (FF2857)

Chiara ha compreso che l’amore riversato da Dio nel nostro cuore ci rende sempre più capaci di amare noi stessi, perché ci insegna a guardarci con i Suoi stessi occhi di misericordia e, allo stesso tempo, ci apre alla comunione con gli altri attraverso l’accoglienza e il perdono.

                                                                          


















I Santi manifestano in diversi modi la presenza potente e trasformante del Risorto; hanno lasciato che Cristo afferrasse così pienamente la loro vita da poter affermare con san Paolo “non vivo più io, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20). Seguire il loro esempio, ricorrere alla loro intercessione, entrare in comunione con loro, “ci unisce a Cristo, dal quale, come dalla Fonte e dal Capo, promana tutta la grazia e tutta la vita dello stesso del Popolo di Dio” (Conc. Ec. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium 50).


- papa Benedetto XVI -





Preghiera a Maria SS. per le Anime del Purgatorio più dimenticate 

O Maria, pietà di quelle povere Anime che,
chiuse nelle prigioni tenebrose del luogo di espiazione,
non hanno alcuno sulla terra che pensi a loro.
Degnatevi, o buona Madre,
abbassare su quelle abbandonate uno sguardo di pietà;
ispirate a molti cristiani caritatevoli il pensiero di pregare per esse,
e cercate nel Vostro Cuore di Madre i modi di venire pietosamente in loro aiuto.
O Madre del perpetuo soccorso,
abbiate pietà delle Anime più abbandonate del Purgatorio.
Misericordioso Gesù, date loro il riposo eterno. Amen.

Tre Salve Regina



Buona giornata a tutti :-)

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