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giovedì 25 aprile 2019

Amicizia - Jorge Luis Borges

Non posso darti soluzioni per tutti i problemi della vita
Non ho risposte per i tuoi dubbi o timori,
Però posso ascoltarli e dividerli con te
Non posso cambiare né il tuo passato né il tuo futuro
Però quando serve starò vicino a te
Non posso evitarti di precipitare,
Solamente posso offrirti la mia mano
Perchè ti sostenga e non cadi
La tua allegria, il tuo successo e il tuo trionfo non sono i miei
Però gioisco sinceramente quando ti vedo felice
Non giudico le decisioni che prendi nella vita
Mi limito ad appoggiarti a stimolarti e aiutarti se me lo chiedi
Non posso tracciare limiti dentro i quali devi muoverti,
Però posso offrirti lo spazio necessario per crescere
Non posso evitare la tua sofferenza,
Quando qualche pena ti tocca il cuore
Però posso piangere con te e raccogliere i pezzi per rimetterlo a nuovo.
Non posso dirti né cosa sei né cosa devi essere
Solamente posso volerti come sei ed essere tuo Amico.
In questo giorno pensavo a qualcuno che mi fosse amico
In quel momento sei apparso tu...
Non sei né sopra né sotto né in mezzo
non sei né in testa né alla fine della lista
Non sei ne il numero 1 né il numero finale e
Tanto meno ho la pretesa
Di essere il 1° il 2° o il 3° della tua lista
Basta che mi vuoi come amico
Non sono gran cosa,
Però sono tutto quello che posso essere.

- Jorge Luis Borges -




Ogni amico costituisce un mondo dentro di noi, 
un mondo mai nato fino al suo arrivo, ed
è solo tramite questo incontro che nasce un nuovo mondo.

- Anaïs Nin -


Il mio obiettivo è l'amicizia con il mondo intero, e io posso conciliare il massimo amore con la più severa opposizione all'ingiustizia.

- Mahatma Gandhi -


Chi trascura di educare il proprio figlio all'amicizia, 
lo perderà non appena avrà finito di essere bambino. 

- Charles Péguy -


Per il Sacramento dell'Amicizia

O Signore,
fa’ che tutti possano comprendere
che l’amicizia è sacramento
perché tu sei nostro Amico.
Fa’ che tutti possano conoscere
la gioia dell’amicizia con te,
in modo che possano essere amici
di tutti gli uomini
e di tutte le donne
in cammino sulle strade del mondo
e della vita.
Amen.

- San Giovanni Paolo II, papa -



mercoledì 17 aprile 2019

Il martirio di Rabbi Akiva

Secondo il Talmud, per cercare di eliminare per sempre l’Ebraismo, il governo Romano proibì ai Maestri Ebrei di insegnare la Torah.
Tuttavia, Rabbi Akiva si rifiutò di seguire questo decreto e fu catturato e condannato a morte.
Mentre il torturatore gli bruciava la pelle, il Rabbino sorrideva e recitava le preghiere della sera, collegandosi così con il sacrificio serale nel Tempio di Gerusalemme.
I suoi discepoli volevano risparmiargli quell’ultimo sforzo: “Maestro, ora però sei dispensato!”.
Ma Rabbi Akiva disse:
«Per tutta la vita mi sono tormentato a causa del verso:
“Amerai il Signore tuo Dio con tutta l’anima”, con il mio ultimo respiro, e mi sono sempre chiesto quando sarei stato capace di adempiere questo precetto, ed ora che finalmente posso adempierlo, non dovrei farlo?»
Allora egli cominciò a recitare lo Shemà:
“Ascolta Israele, Hashem è il nostro Dio, Hashem è uno” (Shemà Yisrael, Hashem Elohenu Hashem Echad) e morì mentre pronunciava l’ultima parola.
Si racconta che in quel momento una voce dal Cielo proclamò:
«Tu sei beato Akiva, il tuo respiro si è spento con “Echad”. Tu sei beato Akiva, avrai una parte nel Mondo Avvenire.»

(Questo racconto si trova nel Talmud Bavlì, Berachot 61b)


Caravaggio, La negazione di S. Pietro

Decisivo nella vicenda fu quello che avvenne nella notte tra il giovedì e il venerdì della Passione. 
Cristo, condotto fuori della casa del sommo sacerdote, fissò Pietro negli occhi. L’apostolo, che lo aveva appena rinnegato tre volte, folgorato da quello sguardo, comprese tutto. 
Gli tornarono alla mente le parole del Maestro e si sentì trafiggere il cuore. “E uscito, pianse amaramente”. 
Il pianto di Pietro ci scuota nell’intimo, sì da spingerci ad un’autentica purificazione interiore. 

- San Giovanni Paolo II, papa -



Una domanda e un rimprovero, le parole di Gesù rivolte ai discepoli, a Pietro, a ciascuno di noi. 
Il Vangelo di oggi è stretto in questa morsa perché fuoriesca il pus che giace nascosto nei nostri cuori e nelle nostre menti. 
Pensare secondo gli uomini, ecco il veleno. 
La parola greca che nel Vangelo indica il pensiero assume una gamma di significati che ruotano attorno a quello più profondo di sapienza. La stessa che diviene astuzia nel caso del serpente. Ma indica anche la sapienza creatrice di Dio, come appare in più testi della letteratura sapienziale, dove assume il senso di giudizio, perspicacia, discernimento. 
Nei Vangeli, il termine indica spesso una sapienza capace di valutare, aspirare a una meta, prendere posizione. 
Il pensiero è dunque legato alla sapienza, che può essere secondo la carne o secondo Dio. 
E' una sorta di Dna spirituale, la molecola chiave nell'economia della cellula. Come in una catena di informazioni, nel Dna è contenuta l'informazione genetica dalla quale partono tutte le informazioni su come deve essere fatta e su cosa deve produrre una cellula. L'informazione viene poi trasmessa alle generazioni successive. 
Potremmo allora chiederci quale sapienza è all'origine dei nostri pensieri, delle aspirazioni, delle scelte e dei nostri atti. Se il nostro Dna spirituale stia scrivendo una catena carnale o una catena divina. Se in noi tutto è scomposto, frammentato, se i dubbi la fanno da padrone, oppure se si vi è un centro, un'origine che infonde pace, gioia, gratitudine. Seguiamo il Signore o lo prendiamo in disparte scandalizzati dalla Croce? Appartiene a Cristo chi ne ha lo Spirito e il pensiero. 
Pensare secondo la carne, seguirne i desideri significa essere nemici di Dio. Pietro con i suoi pensieri umani, carnali, era un nemico di Dio, sino ad identificarsi con Satana diventando così scandalo, l'inciampo sul cammino di obbedienza che il Figlio doveva percorrere. 
Il pensiero di Pietro si era posto davanti e di traverso a quello di Dio. Gesù doveva soffrire ed essere rifiutato per risorgere. Era questa la missione di Cristo, del Messia, che Pietro aveva pur riconosciuto e confessato. 
Era il Figlio dell'uomo, l'Uomo che realizzava il pensiero di Dio. 
Era la Sapienza stessa di Dio, la scandalosa Sapienza della Croce. Per questa sapienza Egli doveva donare la vita, e non era un dovere morale, ma, come suggerisce l'originale greco, era una necessità di tipo naturale. Era nel suo Dna l'amore per i propri amici e anche per i propri nemici, sino alla morte. Lui pensava un amore infinito.
Altro aveva in mente Pietro. 
Altro abbiamo in mente noi. 
Anziani, sacerdoti, scribi, sono tutte categorie che ci portiamo dentro. Costituiscono la catena del Dna dei nostri pensieri: prestigio, potere, intelligenza, religione vista e usata come un totem capace di soddisfare i nostri desideri. 
Gesù è infatti rifiutato proprio dai nostri pensieri, la cui immagine appare chiaramente nelle categorie "religiose" che storicamente lo condurranno al supplizio: 
"Sono le tre maschere dell'unico male, l'egoismo... Corrispondono alle tre concupiscenze sulle quali si struttura il mondo...e ai tre aspetti seducenti e illusori del frutto proibito, che già ad Eva parve buono, bello e desiderabile" (Silvano Fausti, Ricorda e racconta il Vangelo). 
Il veleno di satana, il Dna impazzito dei nostri pensieri. Ma proprio qui appare la salvezza, per Pietro e per ciascuno di noi. L'amore infinito di Gesù, che chiama per nome il nostro pensiero corrotto, per tirar fuori ed espellere il veleno che ci distrugge. 
Satana e Pietro, tu ed io. Satana che occulta la verità scoprendone solo un pezzettino. Satana che mostra il rifiuto e la morte e nasconde la risurrezione. E Pietro ci casca, e sgrida il Signore. 
Non ha sentito, non ha potuto ascoltare la buona notizia che il Signore aveva annunciato subito dopo quella della passione, si era bloccato alla parte che riguardava il dover soffrire; il suo pensiero inquinato gli aveva sottratto l'epilogo di Gloria. Non aveva compreso l'amore, il dover morire per risuscitare, il dover caricarsi del rifiuto e dei peccati, per cancellarli e per risorgere, garanzia del perdono e della vita eterna. Lo capirà più tardi, quando l'evento annunciato si farà carne in Lui, la carne santificata dallo Spirito di Cristo risorto. Quando il pensiero sarà, per mezzo dello Spirito Santo, lo stesso pensiero di Cristo, e guiderà la sua carne ad essere offerta in una missione identica a quella del Signore. 
La Croce che ora rifiuta sarà il suo destino, la morte con la quale glorificherà chi ha rifiutato. E così per noi. 
Esattamente quello che stiamo oggi rifiutando sarà il nostro trofeo, il candelabro sul quale brillerà la luce del Padre in noi. 
Malattie, fallimenti, rifiuti. La nostra croce. 
Per ora però, Pietro deve scendere, tornare, convertirsi. Tornare a camminare dietro Gesù. La traduzione scelta non ci aiuta a capire l'amore di Gesù verso Pietro. In greco non dice "lungi da me" ma "dietro di me". Quest'ultima è l'espressione che caratterizza il discepolo. 
Gesù vuole Pietro vicino come vuole noi con Lui, ma al nostro posto. Non ci giudica, ci illumina. Ci dice la verità svelando quello che abbiamo nel cuore e nella mente. E ci attira a sé con amore, per imparare a seguirlo, a camminare umilmente ogni giorno dietro di Lui, per conoscerlo negli eventi della vita. Seguirlo e conoscerlo nella misura in cui conosciamo noi stessi. 
Siamo oggi chiamati a pregare con San Francesco:
"Chi sei tu Signore, e chi sono io?" (Considerazioni sulle stimmate). 
Camminare con Lui per ricevere da Lui, in dono, il suo Spirito, il Dna sano della Sapienza celeste, quella della Croce, per pensare le cose secondo Dio, quelle di lassù per vivere quaggiù. 
"Noi, invece, abbiamo un’altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo. É lui la misura del vero umanesimo. 
“Adulta” non è una fede che segue le onde della moda e l’ultima novità; adulta e matura è una fede profondamente radicata nell’amicizia con Cristo. É quest’amicizia che ci apre a tutto ciò che è buono e ci dona il criterio per discernere tra vero e falso, tra inganno e verità" (card. Joseph Ratzinger, Omelia nella Missa pro eligendo Romano Pontifice).

- don Antonello Iapicca -



Buona giornata a tutti. :-)











giovedì 4 aprile 2019

Se l'uomo non avesse il dolore .... difficilmente infilerebbe la strada della salvezza. - Carlo Carretto e Non abbiate paura - San Giovanni Paolo II, papa

"...Dio aveva infiniti modi di fare un mondo diverso.
Lui è Dio, è il dio dell'impossibile.
Poteva fare un mondo senza sofferenze, poteva fare un mondo non assoggettato al dolore, poteva fare suo figlio immerso nelle gioie dell'eros come in un perenne viaggio di nozze. No! Non l'ha fatto.
Gli ha lasciato un po' di eros ma gli ha chiesto di abituarsi all'agape del sacrificio.
Gli ha regalato albe stupende, ma gliele ha mescolate a notti di tragedia.
Gli ha dato salute e forza fatte apposta per soffocarlo nel momento in cui non se l'attende. Come terribile metastasi del male.
E' inutile trovare la scusa che non è Dio che vuole il male, che il dolore è colpa dell'uomo e dell'ecologia distrutta.
No,no!
Io so che Dio può tutto e, se volesse, potrebbe bloccarmi il cancro che ho addosso e mi distrugge.
Non lo fa.
A me piace la soluzione di Giacobbe: mi sembra più semplice.
E' lui che mi ha azzoppato.
Discutete pure all'infinito, come i quattro teologi accanto a Giobbe, sul perchè del dolore e del perchè Dio lasci il dolore su questa terra.
Io preferisco dire: "E' Lui".
E' Lui che mi ha distrutto i campi. E' Lui che ha permesso che i nemici uccidano i miei figli.
E' Lui che mia ha portato su questo letamaio.
Non ci sono due potenze.
Ce n'è una sola: Dio!
Lui può.
Però non interviene e lascia che io soffra, permette che la guerra venga dichiarata, non dice nulla quando quattro boss della mafia mi avvelenano una provincia, lascia che la mano crudele del soldato e del poliziotto torturi il fratello per farlo parlare.
Qui sta una parte del mistero del dolore.
Dio permette.
Dio mi ferisce.
Dio mi distrugge i raccolti.
Dio imperversa nella tempesta.
Dio mi conduce alla morte.
Ma è proprio nel ferirmi che tira fuori il meglio di me.
Se non fossi ferito, sarei insopportabile nelle mie diaboliche sicurezze.
Ferito, rimango calmo e imparo a piangere; piangendo imparo a capire gli altri, imparo la beatitudine della povertà.
E' così.
Se l'uomo non avesse il dolore, se non passasse nel limite della sofferenza, difficilmente infilerebbe la strada della salvezza.
Se in Egitto il popolo avesse avuto la libertà, Mosè non avrebbe potuto convincerlo a tentare l'avventura della liberazione.
Se nel deserto avesse trovato al posto dei serpenti, della fame e della sete, oasi incantate, non sarebbe mai giunto alla terra promessa.
Non esiste stimolo a marciare verso il nostro domani, più efficace della nostra sofferenza.
Ed è per questo che Dio colpì Giacobbe all'anca."

- Carlo Carretto -
da:  "Perché Signore? Il dolore: segreto nascosto nei secoli"



Fratelli e Sorelle!
Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà!
Non abbiate paura!
Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!
Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati,

i sistemi economici come quelli politici,
i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo.
Non abbiate paura!
Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”.
Solo lui lo sa!
Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro,
nel profondo del suo animo, del suo cuore.
Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra.
È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione.
Permettete, quindi 
– vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – 
permettete a Cristo di parlare all’uomo.
Solo lui ha parole di vita, sì! Di vita eterna.


- san Giovanni Paolo II, papa -


Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it


martedì 2 aprile 2019

San Giovanni Paolo II - Preghiera di intercessione

Poiché la croce di Cristo è il segno d’amore e di salvezza,
non deve sorprenderci che ogni amore autentico richiede sacrificio.
Non abbiate paura quando l’amore richiede sacrificio.
Non abbiate paura della croce di Cristo.
La croce è l’Albero della Vita.
È sorgente di ogni gioia e di ogni pace.
Era l’unico modo per Gesù di arrivare alla risurrezione e al trionfo.
È l’unico modo per noi di partecipare alla sua vita, ora e sempre.
Certamente il messaggio che la Croce comunica non è facile da comprendere nella nostra epoca,
ma voi, cari giovani, non abbiate paura di proclamare, in ogni circostanza il Vangelo della Croce.
Non abbiate paura di andare controcorrente!


- san Giovanni Paolo II, papa - 
Omelia – 4 Aprile 2004


"La profonda e rapida trasformazione delle cose esige, con più urgenza, che non vi sia alcuno che, non prestando attenzione al corso delle cose e intorpidito dall'inerzia, si contenti di un'etica puramente individualistica.
Il dovere della giustizia e dell'amore viene sempre più assolto per il fatto che ognuno, interessandosi al bene comune secondo le proprie capacità e le necessità degli altri, promuove e aiuta anche le istituzioni pubbliche e private che servono a migliorare le condizioni di vita degli uomini.
Vi sono di quelli che, pur professando opinioni larghe e generose, tuttavia continuano a vivere in pratica come se non avessero alcuna cura delle necessità della società." 

- san Giovanni Paolo II, papa - 
Enciclica Gaudium es Spes, n.30




Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la Sua potestà!
Aiutate il Papa e tutti quanti vogliono servire Cristo e,
con la potestà di Cristo, servire l'uomo e l'umanità intera!
Non abbiate paura!
Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo!
Alla Sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati,
i sistemi economici come quelli politici,
i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo....
Non abbiate paura!
Cristo sa cosa è dentro l'uomo.
Solo Lui lo sa!
Oggi così spesso l'uomo non sa cosa si porta dentro,
nel profondo del suo animo, del suo cuore.
Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra.
È  invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione.
Permettete a Cristo di parlare all'uomo.
Solo Lui ha parole di vita, sì! Di Vita Eterna.


- San Giovanni Paolo II, papa - 



 O Trinità Santa, ti ringraziamo per aver donato alla Chiesa 
san Giovanni Paolo II 
e per aver fatto risplendere in lui la tenerezza della Tua paternità, 
la gloria della Croce di Cristo 
e lo splendore dello Spirito d’amore.
Egli, confidando totalmente nella Tua infinita misericordia 
e nella materna intercessione di Maria, 
ci ha dato un’immagine viva di Gesù Buon Pastore 
e ci ha indicato la santità come misura alta 
della vita cristiana ordinaria 
quale strada per raggiungere la comunione eterna con Te. 
Concedici, per sua intercessione, 
secondo la Tua volontà, 
la grazia che imploriamo … (chiedere la grazia ...) 
Amen.


San Giovanni Paolo II, prega per noi!!!


Buona giornata a tutti. :-)






venerdì 22 febbraio 2019

Che cos'è la tristezza - don Luigi Giusanni

«La tristezza è una nota inevitabile e significativa della vita, perché nella vita, in ogni suo momento tu hai la percezione di qualcosa che ancora ti manca; la tristezza è un’assenza sofferta. 
Che cosa rende buona la tristezza? 
Riconoscerla come strumento significativo del disegno di Dio. 
Il disegno di Dio implica questo: che la vita sia sempre, in qualsiasi caso … soggetta alla percezione di qualcosa che manca. 
Ed è provvidenziale questo … 
Che la vita sia triste è l’argomento più affascinante per farci capire che il nostro destino è qualcosa di più grande, è il mistero più grande. 
E quando questo mistero ci viene incontro diventando un uomo, allora questo fascino diventa cento volte più grande. 
Non ti toglie la tristezza, perché il modo con cui Dio diventa uomo è tale che l’hai senza averlo, l’hai già e non l’hai ancora. … 
Non lo vediamo – io non vedo Lui come vedo te – , so che Lui è qui perché ci sei tu, perché ci siamo noi …



La tristezza è la condizione che Dio ha collocato nel cuore dell’esistenza umana, perché l’uomo non si illuda mai tranquillamente che quello che ha gli può bastare. 

La tristezza è parte integrante, non della natura del destino dell’uomo, ma dell’esistenza dell’uomo, cioè del cammino al destino, ed è presente ad ogni passo. Quanto più questo passo è bello per te, quanto più è incantevole per te, quanto più è tuo, tanto più capisci che ti manca quello che più aspetti».

- Luigi Giussani -
 Si può vivere così?, p. 338


Il cammino del Signore è semplice come quello di Giovanni e Andrea, di Simone e Filippo, che hanno cominciato ad andare dietro a Cristo: per curiosità e desiderio. 
Non c'è altra strada, al fondo, oltre questa curiosità desiderosa destata dal presentimento del vero.

- Luigi Giussani -
da: Alla ricerca del volto umano, Rizzoli 




Chiediamo oggi al Signore Gesù che ci dia questa grazia di non immischiarci mai nella vita degli altri, di non diventare cristiani di buone maniere e cattive abitudini, di seguire Gesù, di andare dietro Gesù, sulla sua strada. E questo basta!”.

- Papa Francesco -
Omelia Santa Marta, 18 Maggio 2013
  


Preghiera per la sera

Mi addormenterò nella pace,
il tuo sangue vegli su di me;
all' anima che hai plasmato secondo la tua immagine, 
concedi la libertà.


Posa la mano sul corpo che hai impastato,
e le tue misericordie siano per lui come mura di difesa
e come un potente scudo.


Quando il corpo si riposerà
la tua forza lo protegga,
il mio riposo sia davanti a te,
come profumo d'incenso.


Il Maligno non si avvicini al mio giaciglio,
per l'intercessione di tua Madre,
e per il tuo sacrificio per noi;
allontana il demone della paura che mi nuoce.




Buona giornata a tutti. :-)





martedì 1 gennaio 2019

Iniziamo oggi il nuovo anno - Plinio Salgado


Una bellissima pagina del diario del 1 gennaio 1939 di Plinio Salgado.
"Navighiamo nel mare del tempo. Altri dodici mesi sono passati. Sono state dodici tappe di fatica, di asprezza, di venti tempestosi; angustie di ore atroci; afflizione di momenti incerti; amarezze... 

Iniziamo oggi il nuovo anno. Che Cosa ci riserverà ancora questo tratto di viaggio attraverso il tempo?

In quest'ora del mattino del 1 di gennaio del 1939, innalzo il mio pensiero agli insondabili abissi dell'infinito. Il passaggio di un anno è una convenzione necessaria per la nostra limitata capacità di apprendere il mistero di questo "quid" che non ha principio né fine e che noi tentiamo di misurare con il movimento degli astri. Ma, a forza di ripetere il solenne atto della successione di un anno all'altro, noi, uomini, abbiamo creato un valore emozionale rappresentativo della reazione del nostro spirito dinnanzi al succedersi di queste tappe segnate dal calendario.
Qualche cosa si erge dentro di noi, un'ansia, un dubbio, una domanda... 
Ci sentiamo di fronte all'eterna sfinge del destino; cresce in noi il clamore dei nostri desideri; ci invade la tristezza che proviene da tutte le incertezze...
Quest'anno ho avuto la fortuna di non udire alcun lamento dentro il mio cuore, né provare le ombre dello sconforto e della paura. E, più che mai, gli stessi dolori e amarezze, delusioni e abbattimenti, hanno suscitato nel mio animo una forza nuova, un'allegrezza interiore che oltrepassa tutto il Bene e tutto il Male, ogni piacere e ogni sofferenza che si nascondono nelle pieghe dei giorni che verranno.
Non mi preoccupano i dettagli del viaggio attraverso il futuro che è sempre incerto; mi preoccupa il fine del viaggio. 
Il fine, non la fine del viaggio. 
La fine può essere oggi, oppure fra molti anni. 
Non ha importanza. è solo un dettaglio in più nell'Infinito imperscrutabile. Il fine del viaggio, questo sì, è permanente : sta in ogni momento, in ogni battito del nostro cuore. Quale fine è questo ? E' l'approssimazione a Dio.
Per questo siamo stati creati. Abbiamo ricevuto il dono della libertà per poter raggiungere il nostro fine attraverso la nostra stessa volontà. 
Approssimarsi a Dio consiste nel lottare per conquistare la nostra perfezione morale. Consiste nell'essere virtuosi. 
Consiste nell'accettare tutti gli eventi come facenti parte di un piano divino dentro del quale dobbiamo agire, lottare, molte volte contro noi stessi.
E' cosa giusta che, in questo momento di passaggio di anno, io chieda al nostro Padre che sta nei Cieli tutte le felicità materiali, sentimentali, intellettuali e morali per me e mia moglie, mia figlia e suo marito, i miei fratelli, i miei cognati, i loro figli, i nostri parenti e i nostri amici, i nostri camerati, i nostri compagni di ideali. Sì, prego ardentemente che ci sia concesso di essere felici sulla terra; ma, prego ancor più ardentemente che sia concesso a noi tutti di essere felici nell'Eternità.
Che cosa è l'Eternità ? E' forse il mistero che solo si rivela dopo la morte? 
No: l'Eternità già si conosce in vita. Quando? Quando il nostro Spirito si approssima alla Perfezione, attraverso la bontà, l'amore, il perdono, il sacrificio quotidiano, il desiderio del Bene.

Che Dio ci aiuti a essere perfetti, ecco la mia maggior preghiera. 
Che Dio ci ispiri nelle ore del trionfo terreno, della gloria passeggera, della ricchezza, dell'allegria, come pure nelle ore di amarezza. 
Che la benedizione del Signore venga su di noi e che la Sua Grazia si sparga come manna sacra. 
Che Egli ci conceda i mezzi di diffondere il Bene. 
Che ci illumini l'intelligenza e ci tocchi il cuore con i miracoli della carità. 
Che il Fuoco della Fede arda nella nostra coscienza come fiamma votiva. 
Che la Sua forza ci galvanizzi e vitalizzi contro le nostre debolezze. 
Che Gesù sia sempre con noi. 
Che quest'anno 1939 sia fecondo di benefici per il nostro spirito immortale. 
E che mai ci manchino, in qualsiasi circostanza, i mezzi per poter portare allegria a coloro che sono tristi, speranza agli afflitti, consolazione ai sofferenti, esaltazione agli umili. 
E soprattutto, che mai ci manchi, per la nostra sete interiore, per le nostre tormentose inquietudini, quell'acqua che fu promessa alla Samaritana, presso la cisterna patriarcale". 

- Plinio Salgado - 




Preghiera per la Pace

Dio dei nostri Padri,
grande e misericordioso,
Signore della pace e della vita,
Padre di tutti.
Tu hai progetti di pace e non di afflizione,
condanni le guerre
e abbatti l’orgoglio dei violenti.
Tu hai inviato il tuo Figlio Gesù
ad annunziare la pace
ai vicini e ai lontani,
a riunire gli uomini
di ogni razza e di ogni stirpe
in una sola famiglia.
Ascolta il grido unanime dei tuoi figli,
supplica accorata di tutta l’umanità:
mai più la guerra,
avventura senza ritorno,
mai più la guerra,
spirale di lutti e di violenza,
minaccia per le tue creature
in cielo, in terra e in mare.

In comunione con Maria, la Madre di Gesù,
ancora ti supplichiamo:
parla ai cuori dei responsabili
delle sorti dei popoli,
ferma la logica della ritorsione
e della vendetta,
suggerisci con il tuo Spirito
soluzioni nuove,
gesti generosi e onorevoli,
spazi di dialogo e di paziente attesa
più fecondi delle affrettate scadenze
della guerra.
Concedi al nostro tempo giorni di pace.
Mai più la guerra.

Amen.



- San Giovanni Paolo II, papa - 



"Anno nuovo vita nuova". 
Buttiamo via non ciò che è vecchio, ma tutto ciò che non va, tutto ciò che è logoro, tutto ciò che ci fa stare male. 
Cominciamo noi stessi a far sì che sia migliore, portiamo nel nuovo anno la serenità, gli affetti sinceri, gli amori che meritano, la fiducia nel domani, tutto quello che ci da' gioia, tutto quello che vale, che ci fa sentire bene, amati e protetti. 
Portiamo con noi il cuore e chi dimostra di avere cuore. Buon Anno!

- Giorgia Stella - 



Per tua misericordia, Signore,
oggi inizio un nuovo anno.
Esso si aggiun­gerà agli altri della mia vita
e accresce­rà la mia santificazione e la tua gloria.
Rinnovo, Signore,
la mia conformità ai tuoi divini voleri:
donami l'aiuto del­la tua grazia
perché io porti frutti di buone opere.
Rimetto nelle tue mani la salute del corpo,
il successo delle mie iniziative,
la preservazione dai mali.
Il Tuo Sangue prezioso
mi difenda da ogni insidia del Maligno
e mi conce­da di vivere nella libertà dei figli di Dio.





Con la protezione della Vergine Maria, tanti auguri di Buon Anno a tutti voi, ai sogni che vorrete realizzare, ai buoni propositi ed ai traguardi che vorrete superare.
Vi auguro la pace nel cuore, questa è la nostra più grande ricchezza!


Buon 2019 a tutti.

- Stefania -