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mercoledì 29 novembre 2017

Novena a Maria Immacolata dal 29 novembre al 7 dicembre (Testo di san Giovanni Paolo II, papa)

Il 29 novembre inizia la Novena in preparazione alla festa dell'Immacolata

Durante la Novena si consiglia di:
 1) Pregare ogni giorno una decina del Rosario, o meglio una parte intera,
2) Fare dei canti in onore della B.V. Maria,
3) Fare dei fioretti per la gloria di Maria,
4) Vivere la Novena come momento di conversione personale o di gruppo,

5) Curare il silenzio per la riflessione personale.

Sul mio sito, collegato a questo blog, troverete diverse novene a Maria Immacolata, qui sotto un link:




Consacrazione al Cuore di Maria

"O Cuore Immacolato di Maria, ardente di bontà,
mostra il tuo amore verso di noi.
La fiamma del tuo Cuore, o Maria, scenda su tutti gli uomini.
Noi ti amiamo tanto.
Imprimi nei nostri cuori il vero amore
così da avere un continuo desiderio di te.

O Maria, umile e mite di cuore,
ricordati di noi quando siamo nel peccato.
Tu sai che tutti gli uomini peccano.
Donaci, per mezzo del tuo Cuore Immacolato, la salute spirituale.
Fa' che sempre possiamo guardare alla bontà del tuo Cuore materno
e che ci convertiamo per mezzo della fiamma del tuo cuore. Amen".



Grazie a Dio esiste l’Avvento. 

La vita sarebbe vuota se non ci fosse un Avvento, se non ci fosse l’attesa di qualcuno, di una persona che ci porta un dono, il dono di se stesso. 
Ciò si compie in Gesù Cristo nel senso perfettissimo, pienissimo... Avvento vuol dire apertura alla venuta di Cristo, alle persone che Dio ci dà.

-San Giovanni Paolo II, papa -




Vergine Immacolata, Madre del Salvatore, 
i secoli parlano della tua materna presenza 
a sostegno del popolo pellegrinante 
sui sentieri della storia.
Verso di Te alziamo i nostri occhi 
e ti chiediamo di sorreggerci
 
nella lotta contro il male e nell'impegno per il bene.
Conservaci sotto la tua materna tutela, 
Vergine tutta bella e tutta santa!
Aiutaci ad avanzare nel nuovo millennio 
rivestiti di quella umiltà che ha reso Te
 
prediletta agli occhi dell'Altissimo!
Nelle tue mani poniamo il futuro che ci attende, 
invocando sul mondo intero la tua costante protezione.
Per questo, come l'apostolo Giovanni, 
vogliamo prenderti nella nostra casa (cfr Gv 19,27).

Resta con noi, Maria, 
resta con noi in ogni tempo!
 
Amen

- Testo di san Giovanni Paolo II, papa


Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it

www.efuseraefumattina.blogspot.it



domenica 5 novembre 2017

Il primo servizio: ascoltare l’altro - Dietrich Bonhoeffer

Il primo servizio che si deve agli altri nella comunione, consiste nel prestar loro ascolto. 
L’amore per Dio comincia con l’ascolto della sua parola, e analogamente l’amore per il fratello comincia con l’imparare ad ascoltarlo. 
L’amore di Dio agisce in noi, non limitandosi a darci la sua Parola, ma prestandoci anche ascolto. 
Allo stesso modo l’opera di Dio si riproduce nel nostro imparare a prestare ascolto al nostro fratello. 
I cristiani, soprattutto quelli impegnati nella predicazione, molto spesso pensano di dover “offrire” qualcosa agli altri con cui si incontrano, e ritengono che questo sia il loro unico compito. 
Dimenticano che l’ascoltare potrebbe essere un servizio più importante del parlare. 
Molti cercano un orecchio disposto ad ascoltarli, e non lo trovano fra i cristiani, che parlano sempre, anche quando sarebbe il caso di ascoltare. 
Ma chi non sa più ascoltare il fratello, prima o poi non sarà più nemmeno capace di ascoltare Dio, e anche al cospetto di Dio non farà che parlare.
Qui comincia la morte della vita spirituale, e alla fine non rimane che futile chiacchiericcio religioso, quella degnazione pretesca, che soffoca tutto il resto sotto un cumulo di parole devote. 
Chi non sa ascoltare a lungo e con pazienza, non sarà neppure capace di rivolgere veramente all’altro il proprio discorso, e alla fine non si accorgerà più nemmeno di lui. 
Chi pensa che il proprio tempo sia troppo prezioso perché sia speso nell’ascolto degli altri, non avrà mai tempo per Dio e per il fratello, ma lo riserverà solo a se stesso, per le proprie parole e i propri progetti ...
C’è anche un modo di ascoltare distrattamente, nella convinzione di sapere già ciò che l’altro vuole dire. 
È un modo di ascoltare impaziente, disattento, che disprezza il fratello e aspetta solo il momento di prendere la parola per liberarsi di lui. questo non è certo il modo di adempiere al nostro incarico, e anche qui il nostro modo di riferirci al fratelli rispecchia il modo di riferirci a Dio 

- Dietrich Bonhoeffer -
Vita comune, Queriniana, Brescia 2003, pp. 75-76)





Questo è un mondo senza misura e senza gloria, perché si è perso il dono e l'uso della contemplazione... civiltà del frastuono. 
Tempo senza preghiera. 
Senza silenzio e quindi senza ascolto... 
E il diluvio delle nostre parole soffoca l'appassionato suono della sua Parola.

- Padre David Maria Turoldo -



Quale meravigliosa "seduzione" emanava la persona di Gesù, che trascinava dietro di sé folle che dimenticavano persino di mangiare per essere accanto a lui ed ascoltare la sua parola! 
Quale desiderio irresistibile di avvicinarsi alla fonte della Vita per soddisfare le ansie più profonde del cuore umano! 
Che sensibilità ed umanità quelle di Gesù, al quale la predicazione del Regno di Dio non fa dimenticare il bisogno del sostentamento giornaliero di coloro che lo seguono!

- san Giovanni Paolo II, papa - 
Omelia, 7 maggio 1990, Città del Messico


Buona giornata di ascolto a tutti. :-)







domenica 22 ottobre 2017

San Giovanni Paolo II, papa - 22 ottobre memoria liturgica

La legge morale naturale consiste nella razionalità che permette all’uomo di distinguere il bene dal male in relazione alla tutela e allo sviluppo della dignità della persona umana. 
Si tratta di valori che trovano il loro fondamento nella nostra comune natura umana e pertanto sono immutabili. 
In particolare, la nostra natura razionale ci mostra qual è il comportamento etico più opportuno per la promozione della dignità dell’uomo in tutti gli aspetti della sua esistenza. 
La legge morale è definita “naturale” giacché fa esclusivamente riferimento alla natura del genere umano e non riguarda in alcun modo la realtà del mondo animale. Poiché l’uomo è dotato di razionalità, le sue azioni non si limiteranno alla propria autoconservazione e alla riproduzione ma dovranno essere conformi alla vita in una società in cui dovrà convivere con altre persone che, condividendo la sua stessa natura, hanno pari dignità, indipendentemente dal loro status sociale, fisico o mentale. 
Va precisato che la legge morale naturale è da ritenersi universale non perché sia ovunque riconosciuta e praticata. In realtà, essa rappresenta l’unico criterio oggettivo razionale mediante cui, in ogni tempo e luogo, è possibile riconoscere ciò che è bene, distinguendolo dalle azioni malvagie, a prescindere dalla mentalità predominante. 
Un‘azione è eticamente giusta quando promuove la dignità di tutte le persone senza calpestare nessuno dei nostri simili. Pertanto, il bene s’identifica in un comportamento sociale che, essendo finalizzato alla tutela di ogni persona, è anche razionale perché non riduce mai l’uomo a uno strumento e lo valorizza come fine dell’agire umano. 
Secondo la legge morale naturale, qualsiasi azione buona è agganciata a un criterio, che deriva la sua oggettività dall’intrinseca razionalità. 
La costatazione che sempre assassinii e ruberie siano avvenuti non dimostra per niente l’equivalenza tra opposti modelli comportamentali, bensì attesta la libertà e nello stesso tempo la limitatezza dell’uomo. Infatti, nessun animale può commettere errori, perché tale creatura è incapace di scegliere razionalmente la condotta da seguire. 
Non a caso, gli animali sono guidati esclusivamente dagli istinti e non possono essere giudicati con dei criteri etici. 
Di conseguenza, la libertà umana trae origine dalla nostra innata intelligenza che ci consente di discernere il bene dal male. 
E possediamo queste caratteristiche essendo stati creati a immagine di Dio..

- san Giovanni Paolo II, papa -




“Il vero significato della legge naturale si riferisce alla natura propria e originale dell'uomo, alla «natura della persona umana», che è la persona stessa nell'unità di anima e di corpo, nell'unità delle sue inclinazioni di ordine sia spirituale che biologico e di tutte le altre caratteristiche specifiche necessarie al perseguimento del suo fine. 
«La legge morale naturale esprime e prescrive le finalità, i diritti e i doveri che si fondano sulla natura corporale e spirituale della persona umana. Pertanto essa non può essere concepita come normatività semplicemente biologica, ma deve essere definita come l'ordine razionale secondo il quale l'uomo è chiamato dal Creatore a dirigere e a regolare la sua vita e i suoi atti e, in particolare, a usare e disporre del proprio corpo». 
Ad esempio, l'origine e il fondamento del dovere di rispettare assolutamente la vita umana sono da trovare nella dignità propria della persona e non semplicemente nell'inclinazione naturale a conservare la propria vita fisica. Così la vita umana, pur essendo un bene fondamentale dell'uomo, acquista un significato morale in riferimento al bene della persona che deve essere sempre affermata per se stessa: mentre è sempre moralmente illecito uccidere un essere umano innocente, può essere lecito, lodevole o persino doveroso dare la propria vita (cf Gv 15, 13) per amore del prossimo o per testimonianza verso la verità. 
In realtà solo in riferimento alla persona umana nella sua «totalità unificata», cioè «anima che si esprime nel corpo e corpo informato da uno spirito immortale», si può leggere il significato specificamente umano del corpo. 
In effetti le inclinazioni naturali acquistano rilevanza morale solo in quanto esse si riferiscono alla persona umana e alla sua realizzazione autentica, la quale d'altra parte può verificarsi sempre e solo nella natura umana. 
Rifiutando le manipolazioni della corporeità che ne alterano il significato umano, la Chiesa serve l'uomo e gli indica la via del vero amore, sulla quale soltanto egli può trovare il vero Dio. 
La legge naturale così intesa non lascia spazio alla divisione tra libertà e natura. 
Queste, infatti, sono armonicamente collegate tra loro e intimamente alleate l'una con l'altra”.



Dio dei nostri padri,
grande e misericordioso,
Signore della pace e della vita,
Padre di tutti.
Tu hai progetti di pace e non di afflizione,
condanni le guerre
e abbatti l'orgoglio dei violenti.
Tu hai inviato il tuo Figlio Gesù
ad annunziare la pace ai vicini e ai lontani,
a riunire gli uomini di ogni razza
e di ogni stirpe
in una sola famiglia.
Ascolta il grido unanime dei tuoi figli,
supplica accorata di tutta l'umanità:
mai più la guerra, avventura senza ritorno,
mai più la guerra, spirale di lutti e di violenza,
minaccia per le tue creature,
in cielo, in terra e in mare.
In comunione con Maria, la Madre di Gesù,
ancora ti supplichiamo:
parla ai cuori dei responsabili
delle sorti dei popoli,
ferma la logica della ritorsione
e della vendetta,
suggerisci con il tuo spirito soluzioni nuove,
gesti generosi e onorevoli,
spazi di dialogo e di paziente attesa
più fecondi delle affrettate scadenze
della guerra.
Concedi al nostro tempo giorni di pace.
Mai più la guerra!

- San Giovanni Paolo II, papa -

mercoledì 23 agosto 2017

Inno alla vita – Papa Giovanni Paolo II

La vita è dono meraviglioso di Dio e nessuno ne è padrone,
l'aborto e l'eutanasia sono tremendi crimini contro la dignità dell'uomo,
la droga è rinuncia irresponsabile alla bellezza della vita,
la pornografia è impoverimento e inaridimento del cuore.
La malattia e la sofferenza non sono castighi ma occasioni per entrare nel cuore del mistero dell'uomo; nel malato, nell'handicappato, nel bambino e nell'anziano, nell'adolescente e nel giovane, nell'adulto e in ogni persona, brilla l'immagine di Dio.
La vita è un dono delicato, degno di rispetto assoluto: Dio non guarda all'apparenza ma al cuore; la vita segnata dalla Croce e dalla sofferenza merita ancora più attenzione, cura e tenerezza.
Ecco la vera giovinezza: è fuoco che separa le scorie del male dalla bellezza e dalla dignità delle cose e delle persone; è fuoco che riscalda di entusiasmo l'aridità del mondo; è fuoco d'amore che infonde fiducia ed invita alla gioia.

(Beato Giovanni Paolo II)





La Chiesa non cessa mai di proclamare la verità che la pace nel mondo affonda le sue radici nel cuore degli uomini, nella coscienza di ogni uomo e di ogni donna. 
La pace può essere soltanto il frutto di un cambiamento spirituale, che inizia nel cuore di ogni essere umano e che si diffonde attraverso le comunità. 
La prima di queste comunità è la famiglia. 
È la famiglia la prima comunità ad essere chiamata alla pace, e la prima comunità a ricercare la pace – pace e amicizia fra gli individui e i popoli. 

san Giovanni Paolo II, papa




"(...) vorrei scongiurare quel rischio, che non credo sia del tutto ipotetico, che questo sistema di staccare quando un gruppo ritiene si debba staccare, passi dal bambino, malato speciale come Charlie, agli adulti, e che qualcuno un giorno possa venire a dire anche a me, quando è ora, che è tempo di staccare.
Io lascio detto già adesso che non voglio che nessuno stacchi nulla, si staccherà l’anima quando riterrà che il corpo sia diventato insufficiente per contenerla".

- card. Elio Sgreccia - 


giovedì 15 giugno 2017

Giovanni Paolo II e il SS. Sacramento

Al di fuori della Celebrazione Eucaristica, la Chiesa si prende cura di venerare l’Eucaristia che deve essere “conservata... come il centro spirituale della comunità religiosa e parrocchiale” (Paolo VI, Mysterium fidei, 68). 
La contemplazione prolunga la comunione e permette di incontrare durevolmente Cristo, vero Dio e vero uomo, di lasciarsi guardare da lui e di fare esperienza della sua presenza. 
Quando Lo contempliamo presente nel Santissimo Sacramento dell’altare, Cristo si avvicina a noi e diventa intimo con noi più di quanto lo siamo noi stessi; ci rende partecipi della sua vita divina in un’unione che trasforma e, mediante lo Spirito, ci apre la porta che conduce al Padre, come egli stesso disse a Filippo: “Chi ha visto me ha visto il Padre” (Gv 14, 9).
La contemplazione, che è anche una comunione di desiderio, ci associa intimamente a Cristo e associa in modo particolare coloro che sono impossibilitati a riceverlo. 
Rimanendo in silenzio dinanzi al Santissimo Sacramento, è Cristo, totalmente e realmente presente, che noi scopriamo che noi adoriamo e con il quale stiamo in rapporto. Non è quindi attraverso i sensi che lo percepiamo e Gli siamo vicini. 
Sotto le specie del pane e del vino, è la fede e l’amore che ci portano a riconoscere il Signore, Lui ci comunica pienamente “i benefici di questa redenzione che ha compiuto, Lui, il Maestro, il Buon Pastore, il Mediatore più gradito al Padre” (Leone XIII, Mirae caritatis). 
Come ricorda il Libro della fede dei Vescovi del Belgio, la preghiera d’adorazione in presenza del Santissimo Sacramento unisce i fedeli “al mistero pasquale; essa li rende partecipi del sacrificio di Cristo di cui l’Eucaristia è il sacramento permanente"”. 

Lettera di Giovanni Paolo II a Monsignor Albert Houssiau  Vescovo di Liège per il 750° anniversario della Festa del “Corpus Domini”
Vaticano, 28 maggio 1996



Onorando il Santissimo Sacramento, noi compiamo anche una profonda azione di rendimento di grazie che eleviamo al Padre, poiché attraverso suo Figlio egli ha visitato e redento il suo popolo. 
Mediante il sacrificio della Croce, Gesù ha dato la vita al mondo e ha fatto di noi i suoi figli adottivi, a sua immagine, instaurando rapporti particolarmente intimi, che ci permettono di chiamare Dio col nome di Padre. Come ci ricorda la Scrittura, Gesù passava intere notti a pregare, in particolare nei momenti in cui aveva scelte importanti da fare. Nella preghiera, mediante un gesto di fiducia filiale, imitando il suo Maestro e Signore, il cristiano apre il proprio cuore e le proprie mani per ricevere il dono di Dio e per ringraziarLo dei suoi favori, offerti gratuitamente. 

Lettera di Giovanni Paolo II a Monsignor Albert Houssiau  Vescovo di Liège per il 750° anniversario della Festa del “Corpus Domini”

Vaticano, 28 maggio 1996



Raccomando ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, così come ai laici, di proseguire e d’intensificare i loro sforzi per insegnare alle giovani generazioni il senso e il valore dell’adorazione e della devozione eucaristiche. Come potranno i giovani conoscere il Signore se non vengono introdotti al mistero della sua presenza? Come il giovane Samuele, imparando le parole della preghiera del cuore, essi saranno più vicini al Signore che li accompagnerà nella loro crescita spirituale e umana e nella testimonianza missionaria che dovranno rendere per tutta la loro esistenza. Il mistero eucaristico è in effetti il “culmine di tutta l’evangelizzazione” (Lumen gentium
, 28), poiché è la testimonianza più eminente della Risurrezione di Cristo. Tutta la vita interiore ha bisogno di silenzio e d’intimità con Cristo per crescere. Questa familiarità progressiva con il Signore permetterà ad alcuni giovani d’impegnarsi nel servizio dell’accolitato e a partecipare più attivamente alla Messa; stare presso l’altare è per i giovani anche un’occasione privilegiata per ascoltare la chiamata di Cristo e seguirlo più radicalmente nel ministero sacerdotale. 

Lettera di Giovanni Paolo II a Monsignor Albert Houssiau  Vescovo di Liège per il 750° anniversario della Festa del “Corpus Domini”
Vaticano, 28 maggio 1996



"Inginocchiarsi davanti all’Eucaristia è professione di libertà: chi si inchina a Gesù non può e non deve prostrarsi davanti a nessun potere terreno, per quanto forte. 
Noi cristiani ci inginocchiamo solo davanti al Santissimo Sacramento, perché in esso sappiamo e crediamo essere presente l’unico vero Dio, che ha creato il mondo e lo ha tanto amato da dare il suo Figlio unigenito (cfr Gv 3,16). Ci prostriamo dinanzi a un Dio che per primo si è chinato verso l’uomo, come Buon Samaritano, per soccorrerlo e ridargli vita, e si è inginocchiato davanti a noi per lavare i nostri piedi sporchi. 
Adorare il Corpo di Cristo vuol dire credere che lì, in quel pezzo di pane, c’è realmente Cristo, che dà vero senso alla vita, all’immenso universo come alla più piccola creatura, all’intera storia umana come alla più breve esistenza. L’adorazione è preghiera che prolunga la celebrazione e la comunione eucaristica e in cui l’anima continua a nutrirsi: si nutre di amore, di verità, di pace; si nutre di speranza, perché Colui al quale ci prostriamo non ci giudica, non ci schiaccia, ma ci libera e ci trasforma." 

- Papa Benedetto XVI - 
dall'Omelia del 22 maggio 2008, Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo

Buona giornata a tutti. :-)




domenica 14 maggio 2017

Mamma... è poco dedicarti un solo giorno

Cara figlia mia,
voglio narrarti una storia. Molto tempo fa, un uomo che aveva ricevuto da Dio il dono di dipingere con pennelli e colori le meraviglie che vedeva attorno a sè, pensò che era giusto insegnare la sua arte ad altri giovani così che non morisse con lui.
Spiegò ai suoi allievi come usare i pennelli, a diluire i colori per ottenere le sfumature più infinite per rappresentare il creato. 
Quando, secondo lui, furono pronti, mostrò loro un suo dipinto e li esortò a riprodurlo il più fedelmente possibile, seguendo i suoi insegnamenti concedendo loro una settimana di tempo.
Trascorsi i sette giorni ogni allievo si recò da lui con la propria opera. 
Quale fu la meraviglia del maestro quando vide che ogni riproduzione era simile nei tratti alla sua originale, ma i toni e le sfumature li distinguevano una dall'altra. Deluso e amareggiato li rimproverò per non aver ascoltato i suoi insegnamenti.
Prima che gli allievi avessero modo di difendersi, intervenne la sposa del maestro pittore, che aveva assistito a tutto restando fino ad allora in disparte. "Marito mio, tu hai trasmesso a questi giovani il tuo dono, mostrando loro come usarlo, secondo il loro cuore e la loro anima. E sai bene che ogni anima è dono di Dio ed è unica. Come puoi chiedere, anche ad uno solo di loro, di guardare il mondo coi tuoi occhi...tu puoi insegnargli a osservare la natura e la tecnica per riprodurla, ma è con i suoi occhi che egli la vedrà e la esprimerà attraverso la sua anima, unica e ineguagliabile. E ogni opera che uscirà dalle sue mani, grazie al dono che tu gli hai fatto, sarà mirabile e unica, degna di onore e ammirazione. Tu hai donato loro il pennello per dipingere la vita... ma lascia che lo usino secondo il loro cuore e sii sempre e comunque fiero di loro".
Fu così che il pittore capì che se facciamo un dono non possiamo ipotecare l'uso che ne verrà fatto.
Ecco figlia mia Dio ha fatto dono ad ogni donna di cooperare alla creazione delle vita, attraverso la maternità e in tantissimi altri modi. 
Ogni madre userà il pennello avuto in dono, per insegnare ai figli a dipingere, secondo coscienza e amore, la vita che decideranno di avere per volontà e aspirazione.
Ogni opera sarà unica, frutto di insegnamenti ricevuti attraverso atti di amore, rispetto, compassione, riconoscenza, carità e umiltà. 
Poiché tutti siamo fallibili, gli errori nel tuo dipinto lo renderanno ancora più prezioso e unico.
Ma ricorda che col tuo pennello potrai dipingere qualunque cosa, secondo il tuo cuore e i tuoi desideri, in piena libertà. 
Ecco ora il pennello è tuo, è un dono, usalo come meglio senti di fare; ricorda i miei insegnamenti sempre, perché son frutto della vita che ho ricevuto e che ti ho dato, ma dipingi la tua vita coi colori che vedono i tuoi occhi, attraverso il cuore.
Fai lo stesso coi tuoi figli e quando verrà il momento lascia loro in dono questo pennello, come faccio ora con te. 
Così che in futuro tutti possano godere degli insegnamenti ma mantengano la libertà di utilizzarli.
Ciò che ti lascio, è la tela dove ho dipinto la mia vita, perché tu la possa osservare e prenderne spunto per dipingere la tua, secondo le tue sole aspirazioni;è la forza di camminare con le tue gambe, ma mai da sola, perché il filo con il quale il Padre ci ha legato non può essere spezzato e io sarò sempre parte di te come tu di me.
Prendi questo dono e sii sempre fiera delle tue capacità, in esso c'è anche il mio cuore che da sempre batte assieme al tuo, per l'eternità.
Con amore la tua mamma.

Dedicato a tutte le donne che insegnano a dipingere la vita attraverso la loro, e a tutte le mamme con e senza ali.




Cara mamma
Oggi ho fatto una riflessione:
ho pensato a quando sono nato.
Prima di nascere stavo benone
dentro al tuo pancione:
comodo e sicuro
non avevo paura, anche se ero allo scuro.
Nuotavo nell’acqua senza rumore
e ascoltavo il dolce”tuu tuu” del tuo cuore.
Mi ciucciavo il dito per un momento
ed era un gran divertimento.
Poi il grande giorno è arrivato
e io sono nato.
Che emozione uscire dal tuo pancione:
tu mi hai abbracciato
e tenuto al calduccio
stretto sul tuo petto.
Poi ti ho guardato e subito ti ho pensato.
“Evviva, questa è la mamma che ho sempre sognato”.



Grazie a te, donna-madre, che ti fai grembo dell'essere umano nella gioia e nel travaglio di un'esperienza unica, che ti rende sorriso di Dio per il bimbo che viene alla luce, ti fa guida dei suoi primi passi, sostegno della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino della vita.

Grazie a te, donna-sposa, che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono, a servizio della comunione e della vita.

Grazie a te, donna-figlia e donna-sorella, che porti nel nucleo familiare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità, della tua intuizione, della tua generosità e della tua costanza.

Grazie a te, donna-lavoratrice, impegnata in tutti gli ambiti della vita sociale, economica, culturale, artistica, politica, per l'indispensabile contributo che dai all'elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, ad una concezione della vita sempre aperta al senso del «mistero», alla edificazione di strutture economiche e politiche più ricche di umanità.

Grazie a te, donna-consacrata, che sull'esempio della più grande delle donne, la Madre di Cristo, Verbo incarnato, ti apri con docilità e fedeltà all'amore di Dio, aiutando la Chiesa e l'intera umanità a vivere nei confronti di Dio una risposta «sponsale», che esprime meravigliosamente la comunione che Egli vuole stabilire con la sua creatura.

Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani.

- san Giovanni Paolo II, papa - 
Fonte:  Lettera di Giovanni Paolo II alle donne del 1995






Grazie mamma

Grazie, mamma
perché mi hai dato 
la tenerezza delle tue carezze,
il bacio della buona notte,
il tuo sorriso premuroso,
la dolce tua mano che mi dà sicurezza. 
Hai asciugato in segreto le mie lacrime,
hai incoraggiato i miei passi,
hai corretto i miei errori,
hai protetto il mio cammino,
hai educato il mio spirito,
con saggezza e con amore
mi hai introdotto alla vita.
E mentre vegliavi con cura su di me 
trovavi il tempo
per i mille lavori di casa. 
Tu non hai mai pensato
di chiedere un grazie.
Grazie mamma.
 

- Judith Bond - 




Tantissimi Auguri a tutte le mamme del mondo!

Il Signore Vi Benedica e Vi protegga sempre per quello che fate ogni giorno. 
Un pensiero speciale anche per le mamme che sono in Cielo. 
E una preghiera alla nostra Mamma Celeste!

- Stefania -



sabato 13 maggio 2017

13 Maggio 1982 - Preghiera del Santo Padre Giovanni Paolo II di Affidamento e di Consacrazione alla Vergine di Fatima -



“Sotto la tua protezione 
cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio”!

1. Pronunciando le parole di questa antifona, 
con la quale la Chiesa di Cristo 
prega da secoli, 
mi trovo oggi in questo luogo 
da te scelto e da te, Madre, 
particolarmente amato.
Sono qui, unito con tutti i Pastori della Chiesa 
in quel particolare vincolo, 
mediante il quale costituiamo 
un corpo e un collegio, 
così come Cristo volle gli Apostoli 
in unità con Pietro.
Nel vincolo di tale unità, 
pronunzio le parole del presente Atto,
in cui desidero racchiudere, 
ancora una volta, 
le speranze e le angosce della Chiesa 
nel mondo contemporaneo.
Quaranta anni fa 
e poi ancora dieci anni dopo 
il tuo servo, il Papa Pio XII, 
avendo davanti agli occhi 
le dolorose esperienze 
della famiglia umana, 
ha affidato e consacrato 
al tuo Cuore Immacolato 
tutto il mondo 
e specialmente i popoli 
che erano particolare oggetto 
del tuo amore 
e della tua sollecitudine.
Questo mondo degli uomini 
e delle nazioni 
ho davanti agli occhi anch’io oggi, 
nel momento in cui desidero rinnovare 
l’affidamento e la consacrazione 
compiuta dal mio predecessore 
nella Sede di Pietro: 
il mondo del secondo millennio 
che sta per terminare, 
il mondo contemporaneo, 
il nostro mondo odierno!
La Chiesa memore delle parole del Signore: 
“Andate . . . e ammaestrate tutte le nazioni . . . 
Ecco, io sono con voi tutti i giorni, 
fino alla fine del mondo” (Mt 28, 19-20), 
ha rinnovato, nel Concilio Vaticano II, 
la coscienza della sua missione 
in questo mondo.
E perciò, o Madre degli uomini e dei popoli, 
tu che “conosci tutte le loro sofferenze 
e le loro speranze”, 
tu che senti maternamente tutte le lotte 
tra il bene e il male, 
tra la luce e le tenebre, 
che scuotono il mondo contemporaneo, 
accogli il nostro grido che, 
come mossi dallo Spirito Santo, 
rivolgiamo direttamente 
al tuo Cuore e abbraccia, 
con l’amore della Madre e della Serva, 
questo nostro mondo umano, 
che ti affidiamo e consacriamo, 
pieni di inquietudine 
per la sorte terrena ed eterna 
degli uomini e dei popoli.
In modo speciale 
ti affidiamo e consacriamo 
quegli uomini e quelle nazioni, 
che di questo affidamento 
e di questa consacrazione 
hanno particolarmente bisogno.
“Sotto la tua protezione 
cerchiamo rifugio, 
santa Madre di Dio”!
Non disprezzare le suppliche 
di noi che siamo nella prova! 
Non disprezzare!
Accogli la nostra umile fiducia 
e il nostro affidamento!


2. “Dio infatti ha tanto amato il mondo 
da dare il suo Figlio unigenito, 
perché chiunque crede in lui non muoia, 
ma abbia la vita eterna” (Gv 3, 16). 
Proprio questo amore ha fatto sì che il Figlio di Dio 
abbia consacrato se stesso: 
“Per loro io consacro me stesso, 
perché siano anch’essi consacrati 
nella verità” (Gv 17, 19).
In forza di quella consacrazione
i discepoli di tutti i tempi 
sono chiamati a impegnarsi 
per la salvezza del mondo, 
ad aggiungere qualcosa 
ai patimenti di Cristo 
a favore del suo Corpo 
che è la Chiesa (cf. 2 Cor 12, 15; Col 1, 24).
Davanti a te, 
Madre di Cristo, 
dinanzi al tuo Cuore Immacolato,
io desidero oggi, 
insieme con tutta la Chiesa, 
unirmi col Redentore nostro 
in questa sua consacrazione 
per il mondo e per gli uomini, 
la quale solo nel suo Cuore divino 
ha la potenza di ottenere il perdono 
e di procurare la riparazione.
La potenza di questa consacrazione 
dura per tutti i tempi 
ed abbraccia tutti gli uomini, 
i popoli e le nazioni, 
e supera ogni male, 
che lo spirito delle tenebre 
è capace di ridestare 
nel cuore dell’uomo 
e nella sua storia e che, 
di fatto, ha ridestato nei nostri tempi.
A questa consacrazione 
del nostro Redentore, 
mediante il servizio 
del successore di Pietro, 
si unisce la Chiesa, 
Corpo mistico di Cristo.
Oh, quanto profondamente 
sentiamo il bisogno 
di consacrazione per l’umanità 
e per il mondo: 
per il nostro mondo contemporaneo, 
nell’unità con Cristo stesso! 
L’opera redentrice di Cristo, infatti, 
deve essere partecipata dal mondo 
per mezzo della Chiesa.
Oh, quanto ci fa male, quindi, 
tutto ciò che nella Chiesa 
e in ciascuno di noi si oppone 
alla santità e alla consacrazione! 
Quanto ci fa male 
che l’invito alla penitenza, 
alla conversione, alla preghiera, 
non abbia riscontrato quell’accoglienza 
che doveva!
Quanto ci fa male 
che molti partecipino così freddamente 
all’opera della Redenzione di Cristo! 
Che così insufficientemente si completi 
nella nostra carne “quello che manca 
ai patimenti di Cristo” (Col 1, 24).
Siano quindi benedette tutte le anime, 
che obbediscono alla chiamata 
dell’eterno Amore! 
Siano benedetti coloro che, 
giorno dopo giorno, 
con inesausta generosità 
accolgono il tuo invito, 
o Madre, 
a fare quello che dice il tuo Gesù (cf. Gv 2, 5) 
e danno alla Chiesa e al mondo
una serena testimonianza di vita 
ispirata al Vangelo.
Sii benedetta sopra ogni cosa tu, 
Serva del Signore, 
che nel modo più pieno 
obbedisci alla Divina chiamata!
Sii salutata tu, che sei interamente unita 
alla consacrazione redentrice del tuo Figlio!
Madre della Chiesa! 
Illumina il Popolo di Dio 
sulle vie della fede, 
della speranza e della carità! 
Aiutaci a vivere 
con tutta la verità 
della consacrazione di Cristo 
per l’intera famiglia umana 
del mondo contemporaneo.


3. Affidandoti, o Madre, 
il mondo, tutti gli uomini e tutti i popoli, 
ti affidiamo anche la stessa consacrazione per il mondo, 
mettendola nel tuo Cuore materno.
Oh, Cuore Immacolato! 
Aiutaci a vincere la minaccia del male, 
che così facilmente si radica 
nei cuori degli stessi uomini d’oggi 
e che nei suoi effetti incommensurabili 
già grava sulla nostra contemporaneità 
e sembra chiudere le vie verso il futuro!
Dalla fame e dalla guerra, liberaci!
Dalla guerra nucleare, 
da una autodistruzione incalcolabile, 
da ogni genere di guerra, liberaci!
Dai peccati contro la vita dell’uomo sin dai suoi albori, liberaci!
Dall’odio e dall’avvilimento della dignità dei figli di Dio, liberaci!
Da ogni genere di ingiustizia nella vita sociale, 
nazionale e internazionale, liberaci!
Dalla facilità di calpestare i comandamenti di Dio, liberaci!
Dai peccati contro lo Spirito Santo, liberaci! liberaci!

Accogli, o Madre di Cristo, 
questo grido carico della sofferenza di tutti gli uomini! 
Carico della sofferenza di intere società!
Si riveli, ancora una volta, nella storia del mondo l’infinita potenza dell’Amore misericordioso! 
Che esso fermi il male!
Trasformi le coscienze!
Nel tuo Cuore Immacolato si sveli per tutti la luce della Speranza!

Una speciale preghiera 
voglio ancora rivolgerti, 
o Madre che conosci le ansie 
e le preoccupazioni dei tuoi figli.
Con invocazione accorata 
ti supplico di interporre la tua intercessione 
per la pace nel mondo, 
tra i popoli che, in diverse regioni, 
contrasti di interessi nazionali 
o atti di ingiusta prepotenza 
oppongono sanguinosamente fra di loro.
Ti supplico, in particolare, 
perché abbiano fine 
le ostilità che dividono 
ormai da troppi giorni 
due grandi Paesi 
nelle acque dell’Atlantico meridionale, 
cagionando dolorose perdite di vite umane. 
Fa’ che si trovi finalmente 
una soluzione giusta e onorevole 
fra le due parti, 
non solo per la controversia 
che le divide e minaccia 
con imprevedibili conseguenze, 
ma anche e soprattutto 
per il ristabilimento fra esse 
della più alta e profonda armonia, 
quale conviene alla loro storia, 
alla loro civiltà, 
alle loro tradizioni cristiane.

- San Giovanni Paolo II, papa - 
Fatima - Giovedì, 13 maggio 1982


Fatima, Portogallo, 13 luglio 1917

Lucia levò gli occhi sgranati al cielo e vide scendere la Signora. 
L'apparizione proveniva da oriente, come le due volte precedenti: un puntino luminoso che emergeva dalla profondità di un cielo ricoperto di nubi. 
Si avvicinò veloce, planando senza fluttuazioni, e la sua figura risplendette di luce non appena si fu posata sul leccio, a un paio di metri da terra.
La Signora stava in piedi, la sua immagine cristallizzata avvolta in un bagliore che sembrava risplendere più del sole. 
Di fronte a quella bellezza accecante, Lucia abbassò lo sguardo. 

- Steve Berry -




Lascia registrato su carta Suor Lucia: «un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo indicando la terra con la mano destra,  con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo (…) un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”. 
Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarci, attraversò una grande città mezza in rovina e tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. 
Sotto i due bracci della Croce c’erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio».




O Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell'inferno, porta in Cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia.
Cuore Immacolato di Maria, prega per noi.
Madonna del Rosario di Fatima, prega per noi.

Buona giornata a tutti :-)