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martedì 20 ottobre 2015

da: "Filosofia campestre nel Mondo Piccolo" . Giovannino Guareschi

"Non ti crucciare, don Camillo" sussurrò il Cristo.
"Lo so che il vedere uomini che lasciano deperire la grazia di Dio è per te peccato mortale perché sai che sono sceso da cavallo per raccogliere una briciola di pane. 
Ma bisogna perdonarli perché non lo fanno per offendere Dio.
Essi cercano affannosamente la giustizia in terra perché non hanno più fede nella giustizia divina, e ricercano affannosamente i beni della terra perché non hanno fede nella ricompensa divina. 
E perciò credono soltanto a quello che si tocca e si vede, e le macchine volanti sono per essi gli angeli infernali di questo inferno terrestre che essi tentano invano di trasformare in Paradiso.
Così è la troppa cultura che porta all'ignoranza, perché se la cultura non è sorretta dalla fede ad un certo punto l'uomo vede soltanto la matematica delle cose e l'armonia di questa matematica diventa il suo dio, dimenticando che è Dio che ha creato questa matematica e questa armonia. Ma il tuo Dio non è fatto di numeri, don Camillo, e nel cielo del tuo paradiso volano gli angeli del bene. 
Il progresso fa diventare sempre più piccolo il mondo per gli uomini: un giorno quando le macchine correranno a cento miglia al minuto, il mondo sembrerà agli uomini microscopico, e allora l'uomo si troverà come un passero sul pomolo di un altissimo pennone e si affaccerà sull'infinito e nell'infinito ritroverà Dio e la fede nella vera vita. e odierà le macchine che hanno ridotto il mondo ad una manciata di numeri e le distruggerà con le sue stesse mani. Ma ci vorrà del tempo ancora, don Camillo."
Il Cristo sorrise e don Camillo lo ringraziò di averlo messo al mondo! »

- Giovannino Guareschi -
da: "Filosofia campestre nel Mondo Piccolo", 1980, ed. Rizzoli


Parole che ogni sacerdote dovrebbe pronunciare: "Ho pregato bene, stamane, per la mia parrocchia, la mia povera parrocchia la mia prima ed ultima parrocchia, forse; poiché m'augurerei di morirvi. 
- La mia parrocchia! Una frase, questa, che non si può pronunciare senza emozione - che dico! - senza uno slancio d'amore. 
E, tuttavia, questa frase richiama in me solo una confusa idea. So che la mia parrocchia esiste realmente, che siamo l'un dell'altra per l'eternità, che è una cellula vivente della Chiesa imperitura e non una finzione amministrativa" 

- Georges Bernanos -
da: Diario di un curato di campagna



- Gesù: Toh, guarda chi si rivede: Don Camillo! Be', hai perso la favella? 
- Don Camillo: Signore, quante volte vi ho chiamato in questi tre anni e mai mi avete risposto, mentre ora, ecco di nuovo la vostra voce. Dio è più vicino qui che a Roma.
- Gesù: Don Camillo, Dio è sempre alla stessa quota, qui ti pare più vicino perché qui sei più vicino a te stesso.

- Giovanni Guareschi -




"Siamo d'accordo, figliolo - disse con dolcezza don Camillo - Il guaio è che l'amnistia per le coscienze non l'hanno fatta. 
Quindi qui si continua ancora col sistema di prima, e per essere assolti occorre pentirsi e poi dimostrare di essere pentiti e poi fare in modo di meritare di essere perdonati. Roba lunga."


Buona giornata a tutti. :-)

domenica 14 giugno 2015

da "Diario di un curato di campagna" - George Bernanos -

“Una cristianità non si nutre di marmellata più di quanto se ne nutra un uomo. Il buon Dio non ha scritto che noi fossimo il miele della terra, ragazzo mio, ma il sale.
Ora, il nostro povero mondo rassomiglia al vecchio padre Giobbe, pieno di piaghe e di ulcere, sul suo letame.
Il sale, su una pelle a vivo, è una cosa che brucia. Ma le impedisce anche di marcire. 
Con l’idea di sterminare il diavolo, l’altra vostra mania è di essere amati, amati per voi stessi, s’intende.
Un vero prete non è mai amato, ricòrdatelo. E vuoi che te lo dica? La Chiesa se ne infischia che voi siate amati, ragazzo mio. 
Anzitutto, siate rispettati, ubbiditi.
La Chiesa ha bisogno di ordine.
Fate dell’ordine per tutta la durata del giorno.
Fate dell’ordine pensando che il disordine il giorno dopo la vincerà di nuovo, perché è proprio nell’ordine, ahimè, che la notte butta all’aria il vostro lavoro del giorno. La notte appartiene al diavolo.

- George Bernanos -
da: "Diario di un curato di campagna"




La chiesa è come la vecchia fontana del villaggio, che disseta le varie generazioni. Noi cambiamo, la fontana resta.

- Papa Giovanni XXIII -



Cecco del Caravaggio, Cacciata dei mercanti dal Tempio 
(1610  1615), Berlino - Gemäldegalerie

Non si mercanteggia col buon Dio: bisogna arrenderglisi senza condizioni. Dategli tutto, egli vi renderà assai di più.

- Georges Bernanos -






L’uomo libero è colui che è pronto a pagare con la solitudine e la povertà la sua testimonianza interiore, che ha tanto valore per lui. 
L’uomo libero si dà o si rifiuta, ma non si presta mai 

- Georges Bernanos - 





La minaccia peggiore per la libertà non consiste nel lasciarcela strappare - perché chi se l'è lasciata strappare, può sempre riconquistarla - ma nel disimparare ad amarla e nel non capirla più.
- Georges Bernanos - 

Rivoluzione e libertà, Borla Roma 1963, p 16



Buona giornata a tutti. :-)






sabato 15 febbraio 2014

L'ora dei Santi viene sempre - Georges Bernanos


La comunione dei santi...Chi tra di noi è sicuro di appartenervi? E se ha questa fortuna quale parte ha in essa? Chi sono i ricchi e i poveri di questa comunità sorprendente? Chi sono quelli che danno e chi sono quelli che ricevono? Quante sorprese!
Oh certo, niente pare meglio regolato, più strettamente ordinato, gerarchizzato, equilibrato della vita esterna della Chiesa. Ma la sua vita interiore trabocca di prodigiose libertà, vorrei quasi dire di divine stravaganze dello spirito, dello spirito che soffia dove vuole.
Quando si pensa alla severa disciplina che mantiene quasi implacabilmente al posto stabilito ogni membro di questo grande corpo ecclesiastico, dal più modesto vicario fino al Santo Padre coi suoi privilegi, coi suoi titoli, direi quasi col suo vocabolario particolare, non sono forse delle stravaganze quelle promozioni improvvise, talvolta troppo improvvise, di oscure religiose, di semplici laici o anche di mendicanti divenuti bruscamente patroni, protettori, dottori della Chiesa universale?
Oh, non si tratta di opporre la Chiesa visibile alla Chiesa invisibile.
La Chiesa visibile non è soltanto la gerarchia ecclesiastica: siete voi, sono io, perciò non sempre è gradita, anzi qualche volta è stata anche molto sgradita, come nel secolo XV, al tempo del Concilio di Basilea...
In questi casi siamo naturalmente tentati di rammaricarci che non sia la Chiesa invisibile, ci si rammarica che un cardinale sia riconoscibile da lontano per la sua bella cappa scarlatta, mentre un santo, durante la vita, non si distingue per nessun abito particolare...
Lo so: questa che sembra una battuta, per molte anime invece è un pensiero torturante.
Ma non è giusto ragionare come se la Chiesa visibile e la Chiesa invisibile fossero due chiese, la Chiesa visibile è quello che noi possiamo vedere della Chiesa invisibile e questa parte visibile della Chiesa invisibile varia con ognuno di noi. Perché noi conosciamo tanto meglio l'umano che c'è in lei quanto meno siamo degni di conoscere il divino che c'è in lei. 
Diversamente, come spieghereste una bizzarria come questa: che i più qualificati a scandalizzarsi dei difetti, delle deformazioni, delle difformità della Chiesa visibile, voglio dire i Santi, siano proprio quelli che non se ne lamentano mai?
La Chiesa visibile è ciò che ognuno di noi può vedere della Chiesa invisibile, secondo i propri meriti e la grazia di Dio. E' troppo bello dire vorrei vedere ben altro , non quello che vedo. Certo, se il mondo fosse il capolavoro di un architetto scrupoloso della simmetria o di un professore di logica, di un Dio deista insomma, la Chiesa allora ci darebbe lo spettacolo della perfezione, dell'ordine. In essa la Santità sarebbe il primo privilegio del comando e ogni grado della gerarchia corrisponderebbe a un grado superiore di santità, fino al più santo di tutti, il nostro Santo Padre.
Ma dai! Vorreste una chiesa così? E vi sentireste a vostro agio?
Non fatemi ridere! Invece che sentirvi a vostro agio rimarreste sulla soglia di questa congregazione di superuomini, rigirando il vostro berretto tra le mani come uno straccione alla porta del Ritz o del Claridge.
La Chiesa è una casa di famiglia, una casa paterna, e nelle case di famiglia c'è sempre un po' di disordine, le sedie mancano d'un piede, i tavoli sono macchiati d'inchiostro e i barattoli di marmellata si vuotano da soli nelle dispense, queste cose le so, ne ho esperienza...

La casa di Dio è una casa di uomini, non di superuomini.
I cristiani non sono dei superuomini. E neanche i santi sono dei superuomini. Anzi meno che mai i santi, che sono i più umani tra gli umani! 
I santi non sono sublimi, non hanno bisogno del sublime, piuttosto il sublime avrebbe bisogno di loro! 
I santi non sono degli eroi alla maniera degli eroi di Plutarco. 
Un eroe ci dà l'illusione di essere al di là dell'umanità, il santo non sta al di là dell'umanità: la assume, si sforza di realizzarla il meglio possibile.
Capite la differenza? Il santo si sforza di accostarsi quanto più vicino può al suo modello Gesù Cristo, cioè a colui che è stato perfettamente uomo, con una semplicità perfetta fino al punto da sconcertare gli eroi rassicurando gli altri, perché Cristo non è morto soltanto per gli eroi, è morto anche per i vili.
Quando i suoi amici lo dimenticano i suoi nemici non lo dimenticano. Voi sapete che i nazisti non cessarono mai di opporre alla santissima agonia di Cristo nell'orto degli ulivi la morte gioiosa di tanti giovani hitleriani. E' che Cristo vuole sì aprire ai suoi martiri la strada gloriosa di un trapasso senza paura ma vuole anche precedere ognuno di noi nelle tenebre dell'angoscia mortale. La mano ferma, impavida può all'ultimo passo non appoggiarsi alla spalla di Cristo...Ma la mano che trema è sicura di incontrare la sua.

Vorrei concludere con un pensiero che mi ha sempre accompagnato in questa conversazione come il filo del tessitore che corre sotto la trama.
Quelli che incontrano tanta difficoltà a capire la nostra fede hanno un'idea troppo imperfetta della dignità eminente dell'uomo nella creazione, non lo mettono al suo posto nella creazione, al posto a cui Dio lo ha elevato per potervi discendere.
Noi siamo creati a immagine e somiglianza di Dio perché siamo capaci di amare.
I santi hanno il genio dell'amore. E questo genio non è come quello dell'artista, che appartiene a un piccolo numero di privilegiati. Sarebbe più esatto dire che il santo è l'uomo che sa trovare in sé, sa far sgorgare dalle profondità del suo essere, l'acqua di cui Cristo parlava alla samaritana: chi ne berrà non avrà mai sete...
In ognuno di noi c'è la cisterna profonda aperta sotto il cielo. Certo, la superficie è ancora ingombra di detriti, di rami spezzati, di foglie putride da cui sale un odore di morte. Su questa superficie brilla una specie di luce fredda e dura che è quella dell'intelligenza ragionatrice. Ma al di sotto dello strato malsano, l'acqua è subito tanto limpida e tanto pura. Ancora un po' più addentro e l'anima si ritrova nel suo elemento natale, infinitamente più puro dell'acqua più pura: quella luce increata che avvolge tutta quanta la creazione: in lui era la vita e la vita era la luce degli uomini.

La fede che alcuni di voi si lamentano di non conoscere è in voi, riempie la vostra vita interiore, è quella stessa vita interiore mediante la quale ogni uomo, ricco o povero, ignorante o dotto, può entrare in contatto col divino, cioè con l'amore universale, di cui tutta la creazione è l'inesauribile zampillamento. Contro questa vita interiore cospira la nostra inumana civiltà con la sua attività delirante, col suo furioso bisogno di distrazione e con quell'abominevole dissipazione di energie spirituali degradate attraverso cui si disperde la sostanza stessa dell'umanità.

All'inizio vi dicevo che lo scandalo della creazione non sta nella sofferenza ma nella libertà. Avrei potuto dire benissimo: nell'amore. 
Se le parole avessero conservato il loro significato, direi che la creazione è un dramma dell'amore. I moralisti considerano la santità come un lusso. 
Invece è una necessità. Finché la carità non si era troppo raffreddata nel mondo, finché il mondo ha avuto la sua parte di santi, alcune verità si son potute trascurare ma esse oggi riappaiono come la roccia durante la bassa marea.
La santità, i santi alimentano quella vita interiore senza cui l'umanità si degraderà fino a morire. 
E' nella propria vita interiore che l'uomo trova le risorse necessarie per sfuggire alla barbarie o a un pericolo peggiore della barbarie: la schiavitù bestiale del formicaio totalitario. Certo, si potrebbe credere che questa non è l'ora dei santi, che l'ora dei santi è passata. 
Ma io dico che l'ora dei santi viene sempre.


(Georges Bernanos)

Fonte: dal discorso alle Piccole Sorelle di Charles De Foucauld, Algeria, 1947



La dignità di Dio. Anche nei suoi confronti, così come succede tra noi, negandogli l'ossequio dovuto gli si fa ingiuria. Chiunque occupi un rango elevato ha diritto a un particolare rispetto, tanto che verrebbe considerato traditore del re quell'uomo che gli rifiutasse un atto di riverenza. Ebbene, vi sono taluni che si comportano così di fronte a Dio [negandogli l'adorazione]. 
«Hanno sostituito la gloria di Dio incorruttibile, con immagini di uomini mortali» (Rm I, 23), il che spiace a lui, sommamente, avendo proclamato per bocca di Isaia: «Io sono il Signore; questo è il mio nome: non darò la mia gloria a nessun altro, né agli idoli l'onore che è dovuto a me» (Is 42, 8).

- S. Tommaso d'Aquino - 


La prima cosa necessaria al cristiano è la fede. Senza di essa nessuno di noi potrebbe, lealmente, dirsi cristiano.

- S. Tommaso d'Aquino - 



"E il Figlio dell'uomo non fu crocefisso una volta per tutte, il sangue dei martiri non fu versato una volta per tutte, le vite dei Santi non vennero donate una volta per tutte. Ma il Figlio dell'uomo è sempre crocefisso e vi saranno sempre Martiri e Santi. E se il sangue dei martiri deve fluire sui gradini dobbiamo prima costruire i gradini; e se il tempio deve essere abbattuto dobbiamo prima costruire il tempio".

- Thomas S. Eliot - 



Preghiera per la sera

Accogli le parole che dalla mia anima
e dal mio cuore salgono a te,
o ineffabile, che parli nel silenzio.
Ti supplico che io non mi inganni
nella conoscenza della nostra natura più vera;
chinati verso di me e rendimi forte
ed io farò risplendere questa grazia sui miei fratelli che sono figli tuoi.
La mia anima appartiene allo Spirito Santo.
Per questo credo e confesso la mia fede 
da cui ricevo luce e vita.
Sei degno di lode, o Padre.
Il tuo servo vuol santificarsi con te,
secondo la possibilità che tu gli hai dato.
A te la gloria, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.


Buona giornata a tutti :-)








venerdì 21 giugno 2013

Vedete un po’ come stanno le cose - Angel Gonzàles -


Sono uno degli uomini più sani che conosca. 
Ho sofferto spesso di infarto del miocardio, 
di differenti infezioni, bombardamenti, 
tisi, dipsomania, insonnia, depressione… 

Continuo a soffrire molto di tosse. 
E malgrado tutto 
sono riuscito a sopravvivere, fino ad oggi, 
settimane dopo settimane, ormai remote, 
lunghi anni bisestili, 
lustri tediosi, 
decadi interminabili… 
Ho festeggiato le mie nozze d’oro con la vita 
e, ciò nonostante, l’amo ancora qualche notte. 
Non è straordinario? 
Sembra che la storia delle nostre relazioni 
non sia destinata a finire. 
– Qual è il segreto del tuo amore per la vita? -
mi domanderanno i discendenti dei figli dei miei figli 
il giorno in cui compirò molti, molti più anni. 
Ed io risponderò: 
– Per come la vedo io, si deve al fatto 
che la vita è stata piuttosto incostante; 
mi ha ingannato spesso, 
è stata sul punto di abbandonarmi diverse volte, 
(una di queste a causa di un falangista), 
non esaudisce i miei desideri, 
ogni lunedì e ogni martedì 
mi defrauda del sabato 
(del suo disordine meglio non parlarne). 
Se si fosse comportata diversamente, 
chissà  che razza di passato mi attenderebbe adesso. 
Non voglio neanche pensarci. 
Mi avrebbero già ucciso i rimorsi, 
senza poter incolpare nessuno.-
(Angel Gonzàles)
da Prosemi o meno



Il sesso è appagante solo se contiene tutti gli ingredienti: dolcezza, rispetto, gioco, istinto, animalità… tutto condito da un pizzico di fantasia. La coppia migliore è quella che non ha ancora smarrito la voglia di giocare.

- Alan Knut Hansen -




Il cosiddetto crepuscolo
non sarà il rossore – effimero – del giorno
che si sente colpevole 
di tutto ciò che è stato
– e non è stato? -
Questo giorno fugace 

che, proprio come un delinquente, 

approfitta dell’ombra per andarsene.
(da Prosemi o meno)


“Una cristianità non si nutre di marmellata più di quanto se ne nutra un uomo. Il buon Dio non ha scritto che noi fossimo il miele della terra, ragazzo mio, ma il sale. 
Ora, il nostro povero mondo rassomiglia al vecchio padre Giobbe, pieno di piaghe e di ulcere, sul suo letame. 
Il sale, su una pelle a vivo, è una cosa che brucia. Ma le impedisce anche di marcire.”

- George Bernanos, Il diario di un curato di campagna -



Bisogna essere molto coraggiosi 

Bisogna essere molto coraggiosi per vivere con paura. 

Contrariamente a quanto si crede, 
la paura non riguarda sempre i codardi. 

Per vivere morto di paura, 

bisogna avere, in effetti, molto coraggio. 



- da Niente di grave -



Buona giornata a tutti. :-)








venerdì 7 giugno 2013

Testamento del Santo Padre Pio XII

Miserere mei, Deus, secundum (magnam) misericordiam tuam.

Queste parole, che, conscio di esserne immeritevole ed impari, pronunciai nel momento, in cui diedi tremando la mia accettazione alla elezione a Sommo Pontefice, con tanto maggior fondamento le ripeto ora in cui la consapevolezza delle deficienze, delle manchevolezze, delle colpe commesse durante un così lungo Pontificato e in un'epoca così grave ha reso più chiare alla mia mente la mia insufficienza e indegnità. 
Chiedo umilmente perdono a quanti ho potuto offendere, danneggiare, scandalizzare con le parole e con le opere. 
Prego coloro, cui spetta, di non occuparsi né preoccuparsi per erigere qualsiasi monumento alla mia memoria; basta che i miei poveri resti mortali siano deposti semplicemente in luogo sacro, tanto più gradito quanto più oscuro. 
Non mi occorre di raccomandare i suffragi per l'anima mia; so quanto numerosi sono quelli che le norme consuete della Sede Apostolica e la pietà dei fedeli offrono per ogni Papa defunto. 
Non ho nemmeno bisogno di lasciare un « testamento spirituale », come sogliono lodevolmente fare tanti zelanti Prelati; poiché i non pochi Atti e discorsi, da me per necessità di officio emanati o pronunziati, bastano a far conoscere, a chi per avventura lo desiderasse, il mio pensiero intorno alle varie questioni religiose e morali.


Ciò premesso, nomino mia erede universale la Santa Sede Apostolica, da cui tanto ho avuto, come da Madre amantissima.


15 Maggio 1956

PIUS PP. XII
 



"La Chiesa non ha bisogno di riformatori, ma di santi."

- Georges Bernanos -


Questa è la novità che Gesù ci dice. Ci dice questa novità: avere fiducia nella sua passione, avere fiducia nella sua vittoria sulla morte, avere fiducia nelle sue piaghe. Lui è il sacerdote e questo è il sacrificio: le sue piaghe. 

Papa Francesco Omelia Santa Marta, 11 Maggio 2013





Non siete cristiani finti, cristiani solo a parole.
Siete cristiani con la parola, con il cuore, con le mani.
Sentite come cristiani, parlate come cristiani e fate opera di cristiani.
Ma voi soli non potreste farlo.
E' Gesù che vi darà questo Spirito, vi darà la forza di rinnovare tutto:
non voi, ma Lui in voi" .

- Card. J.M. Bergoglio, 2012 -