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venerdì 27 novembre 2015

Aiutaci a diffondere la tua fragranza - Madre Teresa di Calcutta -

O Gesù, aiutaci a diffondere la tua fragranza
ovunque noi andiamo.
Infondi il tuo Spirito nella nostra anima
e riempila del tuo amore
affinché penetri nel nostro essere
in modo così completo che tutta la nostra vita
possa essere soltanto fragranza
e amore trasmesso tramite noi e visto in noi,
e ogni anima con cui veniamo a contatto
possa sentire la tua presenza
nella nostra anima, e poi guardare in su
e vedere non più me, ma Gesù.
Resta con noi,
e noi cominceremo a brillare della tua luce,
a brillare per essere una luce per gli altri.
La luce, o Gesù, sarà la tua, non verrà da noi,
sarà la tua luce che brillerà sugli altri attraverso noi.
Lascia che ti rivolgiamo le nostre preghiere
nel modo che più ami, spargendo la luce
su quelli che ci circondano.
Lasciaci predicare senza predicare,
non con le parole, ma con l'esempio.
Con la forza che attrae
e l'influsso di quel che facciamo.
Con la pienezza dell'amore
che abbiamo per te nel nostro cuore.
Amen.

- Madre Teresa di Calcutta - 




L'umiltà non consiste nel considerarsi inferiori agli altri... ma nel liberarsi della presunzione della propria importanza.
E' uno stato di semplicità naturale in armonia con la nostra vera natura che consente di godere la freschezza del momento presente.
L'umiltà è un modo di essere non di apparire.

- Matthieu Ricard -



Il frutto del silenzio è la preghiera.
Il frutto della preghiera è la fede.
Il frutto della fede è l'amore.
Il frutto dell'amore è il servizio.
Il frutto del servizio è la pace.

- Madre Teresa di Calcutta - 




Buona giornata a tutti. :-)




martedì 9 giugno 2015

da: "La città della gioia" - Dominique Lapierre -

"...Un giovane volontario europeo passò allora tra i letti reggendo una catinella. 
Madre Teresa lo chiamò. Gli additò il morente . "Amalo" gli ingiunse. 
"Amalo con tutte le forze" . 
Consegnò al giovane le sue pinze e le bende. e si allontanò guidando Paul Lambert verso uno spazio vuoto tra la corsia degli uomini e quella delle donne dove c'erano un tavolo e un banco. 
Al muro era appeso un testo incorniciato . 
Era una poesia indù che Lambert lesse ad alta voce:

Se hai due pezzi di pane
Danne uno ai poveri
Vendi l'altro
E compra dei giacinti
per nutrire la tua anima.

Poi espose il suo progetto di lebbrosario per la Città della gioia.
"Very good Father, very good" disse Madre Teresa con il suo pittoresco accento, miscuglio di slavo e di bengalese. "You are doing God's work."
- Lei fa un lavoro voluto da Dio. D'accordo, le manderò tre sorelle abituate a curare i lebbrosi. -
Mentre faceva scorrere lo sguardo sulla corsia piena di corpi stesi soggiunse:
"Ci danno talmente di più di quello che noi diamo a loro".
Una giovane suora si era avvicinata e le parlava a bassa voce.
C'era bisogno di lei da un'altra parte.
"Good bye Father " disse. "Venga a dirci la messa una di queste mattine."
Paul Lambert era sconvolto . 

"Tu sia benedetta, Calcutta, poichè nella tua sventura hai generato dei santi."

da:  Dominique Lapierre, " La città della gioia"



"C'è un tempo per tutti gli esseri; ma è un tempo che non è uguale per tutti. 

Il tempo delle cose non è il tempo degli animali, e quello degli animali non è il tempo degli uomini! E al di sopra di tutto e diverso da tutti c'è il tempo di Dio che tutti li riassume e li supera. 
Il cuore di Dio non batte secondo il ritmo del nostro cuore. 
Il suo movimento è quello della sua misericordia eterna che si espande nel tempo e non invecchia mai. 
È molto difficile per noi avere accesso a questo tempo divino; eppure soltanto là noi possiamo trovare la pace ". 

- Eloi Leclerc -

da:  La sapienza di un povero


Abbiamo bisogno di scoprire Dio. 
Dio non può essere trovato nel frastuono e nell’inquietudine. 
Dio è amico del silenzio. Osservate anche la natura: alberi e fiori crescono nel silenzio; guardate le stelle, la luna, il sole come si muovono in silenzio. 
Non è forse la nostra missione quella di dare Dio ai poveri? 
Non un Dio morto ma un Dio vivo, un Dio amante. 
Più viviamo nella preghiera silenziosa più possiamo dare nella nostra vita attiva. Abbiamo bisogno di silenzio per essere in grado di arrivare alle anime. La cosa essenziale non è ciò che noi diciamo, ma ciò che Dio dice a noi e attraverso di noi. 
Tutte le nostre parole saranno inutili se non vengono dall’anima. Le parole che non danno la luce di Dio aumentano le tenebre.

- Madre Teresa di Calcutta -




Una volta, un mendicante venne da me e mi disse: "Tutti ti danno qualcosa. Anch'io voglio darti qualcosa". E mi offrì dieci paisa. Se avessi accettato il denaro, lui non avrebbe avuto nulla da mangiare, ma se non lo avessi fatto, lo avrei reso infelice. 
Lo accettai. E, dentro di me, sentii che quel regalo aveva più valore del premio Nobel, perché egli aveva dato tutto ciò che aveva. 
Sul suo viso, vidi la Gioia di donare. 

(Madre Teresa)





Buona giornata a tutti. :-)





mercoledì 25 febbraio 2015

Nel tempio di Kalì - Madre Teresa di Calcutta

Un giorno, in un vicolo fangoso, madre Teresa trova una donna rosicchiata dai topi. Sta per morire. Le due stanze nella casa Gomez sono strapiene, non si può proprio aggiun­gere un posto in più, nemmeno per una povera donna che sta morendo. Madre Teresa se la carica sulle braccia e la porta al più vicino ospedale. Non l'accettano, «non c'è posto ».
Mentre si reca ad un ospedale più lontano, la donna le muore tra le braccia.
Madre Teresa non si dà pace. Deve trovare un luogo spazioso per ospitare coloro che stanno morendo per fame, per malattie che non sono mortali ma che uccidono i deboli, per le terribili piaghe che la sporcizia e la mancanza di nutri­mento aprono nei corpi.
Non molto lontano alza le sue cupole e i suoi colonnati il Kalighat, tempio della dea Kalì, protettrice di Calcutta. Nel recinto del tempio ci sono due vaste sale, destinate a dormitorio per i pellegrini che in ottobre giungono da ogni parte della regione. Le due sale, una per gli uomini e una per le donne, sono vuote undici mesi all'anno. Madre Teresa chiede alle autorità cittadine di poter usare le sale per ospi­tare i morenti.
È una domanda molto rischiosa, ma le auto­rità, che stanno facendo ogni sforzo per porre argini alle mi­serie della periferia, le concedono il permesso.
I fanatici indù, appena conoscono la faccenda, organiz­zano tumulti. «È una contaminazione del tempio», dichia­rano. «Una suora cattolica che apre un ricovero nel sacro recinto è una profanazione ».
«D'accordo - rispondono le autorità. - Mandate vo­stra madre o vostra sorella a curare i moribondi e i lebbrosi al posto di madre Teresa, e noi la manderemo via». Natu­ralmente nessuno si fa vivo, e la suora viene lasciata in pace. 

- Madre Teresa di Calcutta -
Fonte: “Madre Teresa di Calcutta”, Teresio Bosco,pagg. 10 e 11 - Ed. Elledici 1991



La Carità comincia oggi. Qualcuno sta soffrendo oggi, è per strada oggi, ha fame... oggi. Il nostro lavoro è per oggi...una donna venne da me con suo figlio e disse: “Madre, sono andata in due o tre posti ad elemosinare un pò di cibo perché non mangiamo da tre giorni...”, andai a prendere qualcosa da mangiare e quando tornai il bambino che aveva in braccio era morto di fame. Non saranno con noi domani se non li sfamiamo oggi. Perciò preoccupatevi di ciò che potete fare oggi. 

- Madre Teresa di Calcutta -



Inizia e concludi la giornata con la preghiera.
Vai a Dio come un bambino.
Basta che tu gli parli.
Digli tutto.
E’ tuo Padre!
Prenditi cura di pregare fino a quando il tuo cuore
sarà capace di contenere il dono che Dio fa di se stesso.

- Madre Teresa di Calcutta -




Siete voi sacerdoti che dovete spegnere questa fame.
La potrete saziare con la tenerezza e l'amore di Cristo.
Date al mondo questo Gesù che infiamma i vostri cuori.
Per le strade di Calcutta abbiamo raccolto oltre quarantaseimila malati.
La metà di loro è tornata a Dio in maniera molto semplice, amati e assistiti dalle Sorelle.

- MadreTeresa di Calcutta - 





Buona giornata a tutti. :-)









giovedì 29 gennaio 2015

Siete lì - Madre Teresa di Calcutta

Oggi fra i giovani del mondo, Gesù vive la propria passione nei giovani sofferenti, affamati, handicappati... in quel bambino che mangia un pezzo di pane, briciola dopo briciola, perché sa che, quando quel tozzo di pane sarà finito, non ce ne sarà più e avrà di nuovo fame.
Ecco una stazione della Via Crucis. Siete lì con quel bambino?
E quelle migliaia che muoiono, non solo per un tozzo di pane, ma per un po' d'amore, di considerazione...
Ecco una stazione della Via Crucis. Siete lì?
E quando i giovani cadono, come Gesù è caduto più e più volte per noi, noi siamo lì come Simone il Cireneo, a risollevarli, a prendere su di noi la croce? I barboni, gli alcolizzati, i senzatetto vi guardano. Non siate come quelli che guardano senza vedere. Guardate e vedete.
Possiamo iniziare a percorrere la Via Crucis, passo dopo passo, con gioia.
Gesù si è fatto pane della vita per noi. Abbiamo Gesù, sotto forma di pane della vita a darci forza.

- Madre Teresa di Calcutta -
da: Discorso ai giovani durante un Congresso Eucaristico

un po' di biografia:



Non abbiate timore di amare sino alla sofferenza, poiché è il modo in cui Gesù ci ha amato.

- Madre Teresa di Calcutta - 




L'amore comincia in casa. Ogni cosa dipende da come vicendevolmente ci amiamo. Fate in modo che le vostre comunità vivano in questo amore e diffondano la fragranza dell'amore di Gesù ovunque vadano.


- Madre Teresa di Calcutta -




"Non si può accogliere Cristo nella comunione e non accogliere i poveri".

- Papa Benedetto XVI - 
dall'esortazione apostolica Africae Munus






Buona giornata a tutti :-)









domenica 2 novembre 2014

Aspettami ed io tornerò - Konstantin M. Simonov -

Aspettami ed io tornerò,
ma aspettami con tutte le tue forze.
Aspettami quando le gialle piogge
ti ispirano tristezza,
aspettami quando infuria la tormenta,
aspettami quando c'è caldo,
quando più non si aspettano gli altri,
obliando tutto ciò che accadde ieri.
Aspettami quando da luoghi lontani
non giungeranno mie lettere,
aspettami quando ne avranno abbastanza
tutti quelli che aspettano con te.

Aspettami ed io tornerò,
non augurare del bene
a tutti coloro che sanno a memoria
che è tempo di dimenticare.
Credano pure mio figlio e mia madre
che io non sono più,
gli amici si stanchino di aspettare
e, stretti intorno al fuoco,
bevano vino amaro
in memoria dell'anima mia...
Aspettami. E non t'affrettare
a bere insieme con loro.

Aspettami ed io tornerò
ad onta di tutte le morti.
E colui che ormai non mi aspettava,
dica che ho avuto fortuna.
Chi non aspettò non può capire
come tu mi abbia salvato
in mezzo al fuoco
con la tua attesa.
Solo noi due conosceremo
come io sia sopravvissuto:
tu hai saputo aspettare semplicemente
come nessun altro.

(Konstantin M. Simonov)






Se vuoi vivere leggero e sereno, familiarizza col pensiero della morte. 
Non è la fine della vita, ma la nascita. 
La morte è una porta.

- Dugpa Rimpoce -




Noi moriamo soltanto quando non riusciamo a mettere radice in altri.

- Leone Tolstoi - 



Quanto di te sopravvive
è in altro luogo, misterioso,
ed ormai reca un nome nuovo
che solo Dio conosce.

- Margherita Guidacci -




"Solo Dio che è la bontà onnipotente, poteva creare l'uomo davvero felice, ma proprio per questo satana ha portato nel mondo l'infelicità. Perciò quando sei triste, abbraccia la tristezza, perchè questa ti farà vedere Dio; quando vai al Cimitero devi pensare che quell'Anima che non avrà rifiutato la Bontà Incarnata è ora più felice di quanto tu non possa immaginare. Davanti alla Morte sappi che c'è la Vita Eterna perciò fai dire una Messa di Suffragio per i tuoi Defunti e per le Anime del Purgatorio, allora ti sentirai davvero appagato e comprenderai che la felicità non abita in questo mondo, ma nell'altro e sarà eterna...."

Dagli insegnamenti di Madre Teresa di Calcutta

http://www.unavignettadipv.it/



Buona giornata a tutti :-)










mercoledì 24 settembre 2014

Amore e Matrimonio - Dietrich Bonhoeffer -

Il matrimonio è più del vostro amore reciproco. Ha maggiore dignità e maggiore potere. Finché siete solo voi ad amarvi, il vostro sguardo si limita nel riquadro isolato della vostra coppia. 
Entrando nel matrimonio, siete invece un anello della catena di generazioni che Dio fa andare e venire e chiama al suo regno.
Nel vostro sentimento godete solo il cielo privato della vostra felicità.
Nel matrimonio, invece, venite collocati attivamente nel mondo, e ne diventate responsabili.
Il sentimento del vostro amore appartiene a voi soli.
Il matrimonio, invece, è un'investitura, un ufficio. Per fare un re non basta che lui ne abbia voglia, occorre che gli riconoscano l'incarico di regnare. Così non è la voglia di amarvi che vi stabilisce come strumento della vita.
E' il Matrimonio che ve ne rende atti. Non è il vostro amore che sostiene il matrimonio: è il matrimonio che, d'ora in poi, porta sulle spalle il vostro amore.
Dio vi unisce in matrimonio: non lo fate voi, è Dio che lo fa. Dio protegge la vostra unità indissolubile di fronte a ogni pericolo che lo minaccia dall'interno e dall'esterno. Dio è il garante dell'indissolubilità.
E' una gioiosa certezza sapere che nessuna potenza terrena, nessuna tentazione, nessuna debolezza potranno sciogliere ciò che Dio ha unito.

- Dietrich Bonhoeffer -

Da: Resistenza e resa


Dipinto: (Eugenio Zampighi)

Cercare di infondere nei cuori dei vostri figli l’amore per la casa. Fate in modo che desiderino ardentemente stare con la propria famiglia. Molti peccati si potrebbero evitare se la nostra gente amasse davvero la propria casa. 



(Madre Teresa di Calcutta)




Dipinto: (Joseph Clark)


“Non v'è sabato senza sole,
non v'è donna senza amore,
né domenica senza sapore ”

(Proverbio Toscano)
 



La famiglia fondata sul matrimonio e aperta alla vita è la radice che alimenta non solo la singola persona, ma anche le stesse basi della convivenza sociale; il luogo in cui la persona sperimenta la condivisione, il rispetto e l’amore gratuito, ricevendo al tempo stesso la solidarietà che gli occorre.

- papa Benedetto XVI -




Buona giornata a tutti :-)



martedì 12 agosto 2014

18 anni: che cosa fare della vita? – Teresa di Calcutta -

Da bambina, madre Teresa si chiamava Agnes Gonscha Boyaxhiu. 
Viveva a Skopje, la città che molti anni dopo sa­rebbe stata distrutta dal terremoto. Quando Agnes nacque (nel 1910) Skopje apparteneva all'Albania, poi diventò jugo­slava.
Mentre frequentava le scuole in città, Agnes cominciò a far parte di un gruppo giovanile molto impegnato. Assistente del gruppo era un giovane padre gesuita. Proprio in quegli anni, i gesuiti di Skopje aprirono una missione vicino a Cal­cutta. In patria arrivarono lettere drammatiche, che descrive­vano lo stato di estremo abbandono della gente.
A 12 anni, Agnes sentì leggere quelle lettere nel suo circolo, e cominciò a pensare: « Mi piacerebbe partire per la missione di Calcut­ta ». 
Era l'inizio, semplicissimo, di una vocazione.
1928. Agnes ha diciotto anni.
Ha pensato e ripensato a « che cosa fare » della sua vita. L'idea delle missioni è pene­trata in lei sempre più a fondo. 
Ha pregato, perché la sua non sia un'illusione. Ha domandato al suo confessore: « Co­me posso sapere se Dio mi chiama? ». 
Si è sentita risponde­re: « Attraverso la gioia. Se il pensiero di dedicare la vita a Lui e ai fratelli suscita gioia e pace, una gioia profonda e rasserenante, esistono valide ragioni per ritenere che Dio chiami. La gioia profonda ha funzione di bussola, anche se indicasse la rotta che appare più dura, più difficile ».
Il pensiero di essere missionaria suscita in lei proprio una gioia tranquilla e profonda. Ottiene il permesso di papà e mamma, e domanda di entrare tra le « Suore di Loreto », che hanno la casa madre in Irlanda e molte missioni in India.
Dopo una breve sosta nella « Loreto Abbey » di Rath- farnham, nelle vicinanze di Dublino, fu inviata a Dajeeling, in India.
Divenne insegnante alla « St. Mary High School » di Calcutta. La scuola sorgeva nel quartiere più elegante ed era frequentata dalle ragazze più facoltose della città. Per alcuni anni, suor Teresa fu anche direttrice della scuola.

Dio chiama una seconda volta

1943. In piena guerra mondiale, sul Bengala si abbatte una carestia disastrosa. Due milioni di persone muoiono di fa­me nelle campagne desolate da una siccità eccezionale. Il pen­siero di quelle vittime, e dei tanti che muoiono per le strade di Calcutta ogni giorno, comincia a tormentare suor Teresa. Le pare assurdo continuare a insegnare a un piccolo numero di privilegiati, mentre tanti suoi fratelli muoiono a pochi metri o a pochi chilometri di distanza, nel più completo abbandono. Anche se non si è mai limitata a insegnare superfici e montagne, ma ha cercato di sensibilizzare le sue alunne al grave problema dei poveri e degli emarginati, le pare che in questa circostanza tragica occorra fare qualcosa di più, impegnarsi personalmente.
Un giorno intuisce che questo sentimento potrebbe es­sere una seconda chiamata di Dio. Per esserne sicura, si rivol­ge alla superiora della sua congregazione, poi all'arcivescovo di Calcutta, mons. Perier.
Espone il progetto di lasciare il convento e di vivere tra i poveri.
Riceve un secco rifiuto. Non ne è irritata. 
(continua)


 Fonte: “Madre Teresa di Calcutta”, Teresio Bosco,pagg. 7 e 8 - Ed. Elledici 1991
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pagg. 6 e 7 http://www.leggoerifletto.blogspot.it/2013/12/neonati-sui-sedili-rossi-madre-teresa.html


"Maria, madre di Gesù, dammi il tuo cuore, tanto bello, tanto puro, tanto immacolato, tanto pieno d'amore e d'umiltà, così che io possa.

"Ieri è trascorso. Domani deve ancora venire.
Noi abbiamo solo l’oggi.
Se aiutiamo i nostri figli
ad essere ciò che dovrebbero essere oggi,
avranno il coraggio necessario
per affrontare la vita con maggior amore."

- Madre Teresa di Calcutta -




"Dovreste conoscere ciò che vuole dire povertà, 
forse la nostra gente ha molti beni materiali, forse ha tutto, 
ma credo che se guardiamo nelle nostre case, 
vediamo quanto è difficile trovare un sorriso 
e il sorriso è il principio dell'amore."

Beata Madre Teresa di Calcutta



Preghiera per coloro che non sanno pregare


Signore,
aiuta gli uomini e le donne
che vorrebbero pregare,
ma non sanno farlo.
Accetta il loro desiderio di pregare
come una preghiera.
Ascolta il loro silenzio
e incontrali lì nel loro deserto.
Tu hai già guidato la gente
fuori dal deserto,
e hai mostrato loro la terra promessa.
Tu, Signore di tutto l'universo,
Re dei Re.
Amen.



Buona giornata a tutti :-)

La preghiera quotidiana ❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️ Iscriviti al Canale per pregare con noi 🔴 http://www.leggoerifletto.it 🔴 http://www.lapreghieraquotidiana.blog... 🔴 Facebook: https://www.facebook.com/Leggoerifletto


mercoledì 11 dicembre 2013

Neonati sui sedili rossi – Madre Teresa di Calcutta -

L'automobile era una Lincoln bianca col tetto apribile e i sedili rossi, che i cattolici americani avevano regalato al Papa per i suoi spostamenti in India.
Dal 6 dicembre, gli abitanti della periferia di Bombay videro la Lincoln bianca, pilotata da un indù stracciato, gi­rare i bassifondi della città.
Ad ogni deposito di immondizie si fermava. Scendevano due suore vestite col sari di cotonina bianca, frugavano tra i rifiuti, e spesso trovavano qualche fagottino di roba viva, palpitante: un neonato che una mam­ma aveva abbandonato perché incapace di nutrirlo.
Al «cen­tro» delle Missionarie della Carità ce n'erano già più di cen­to, ben disposti a strillare e a succhiare il latte che venti caprette fornivano ogni giorno.
Poi, improvvisamente, la Lincoln bianca sparì. « Il regalo del Papa è stato molto prezioso, e mi ha causato una grande emozione — disse madre Teresa. — Ma ci siamo accorte che la benzina costava troppo, e abbiamo deciso di rinunciare all'automobile vendendola.
Un ricco indù mi ha offerto ven­tisette milioni: un prezzo di affezione, evidentemente, che io ho accettato. Metà in contanti e metà in terreno, su cui abbiamo cominciato a costruire la « città per i lebbrosi ».
Le suore continuarono lo stesso a girare per i bassifondi, in cerca di neonati, di moribondi e di lebbrosi. Ma ripresero il carretto a mano.

 Fonte: “Madre Teresa di Calcutta”, Teresio Bosco,pagg. 5 e 6 - Ed. Elledici 1991
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Il Signore fu posto in una mangiatoia per indicare che veniva espressamente per essere cibo, offerto a tutti, senza eccezione. 
Il Verbo, il Figlio di Dio, scegliendo la povertà e giacendo in una mangiatoia, trae a sé ricchi e poveri, colti e incolti.

(Teodoto di Ancira)


Il Natale è fermarsi a contemplare quel Bambino, il Mistero di Dio che si fa uomo nell’umiltà e nella povertà, ma è soprattutto accogliere ancora di nuovo in noi stessi quel Bambino, che è Cristo Signore, per vivere della sua stessa vita, per far sì che i suoi sentimenti, i suoi pensieri, le sue azioni, siano i nostri sentimenti, i nostri pensieri, le nostre azioni. Celebrare il Natale è quindi manifestare la gioia, la novità, la luce che questa Nascita ha portato in tutta la nostra esistenza, per essere anche noi portatori della gioia, della vera novità, della luce di Dio agli altri. 

(papa Benedetto XVI)


Calcutta 8 febbraio 1986, visita di Papa Giovanni Paolo II a Calcutta India.

"Il vero amore deve sempre fare male. Deve essere doloroso amare qualcuno, doloroso lasciare qualcuno. Solo allora si ama sinceramente"


(Beata Madre Teresa di Calcutta)



Nella notte di Natale, la Madre che doveva partorire non trovò per sé un tetto. Non trovò le condizioni, in cui si attua normalmente quel grande divino ed insieme umano Mistero del dare alla luce un uomo.
Permettete che mi serva della logica della fede e della logica di un conseguente umanesimo. Questo fatto di cui parlo è un grande grido, è una permanente sfida ai singoli e a tutti, particolarmente forse nella nostra epoca, in cui alla madre in attesa viene spesso richiesta una grande prova di coerenza morale. Infatti, ciò che viene eufemisticamente definito come «interruzione di gravidanza» (aborto) non può essere valutato con altre categorie autenticamente umane, che non siano quelle della legge morale cioè della coscienza. Molto potrebbero a tale proposito dire, se non le confidenze fatte nei confessionali, certamente quelle nei consultori per la maternità responsabile. 

(Parole sull’uomo, Incipit, Papa Giovanni Paolo I)


Preghiera nella stanchezza

Vengo a te, Signore
con una giornata pesante sulle spalle.
Ho eseguito il mio umile compito,
non sono potuto stare in ginocchio
ma ho camminato e lavorato.
Grido a te dall'abisso della stanchezza
che mi prende durante
e alla fine della giornata.
Ti offro tutti questi umili lavori
che ogni giorno devo ripetere.
Ti offro questa mia vita che passa,
le amarezze e le consolazioni
quando ci sono.
Ti offro i miei piedi pesanti
e le mie mani stanche.
Dammi il coraggio di affrontare
ogni nuovo giorno,
e donami la Tua forza negli affanni
e nei momenti più duri.
Amen

Buona giornata a tutti. :-)