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lunedì 7 settembre 2015

Le 10 regole per il controllo sociale - Noam Chomsky -

L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche.

1 – La strategia della distrazione. L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dell’inondazione di distrazioni continue e di informazioni insignificanti.
La strategia della distrazione è anche indispensabile per evitare l’interesse del pubblico verso le conoscenze essenziali nel campo della scienza, dell’economia, della psicologia, della neurobiologia e della cibernetica. “Sviare l’attenzione del pubblico dai veri problemi sociali, tenerla imprigionata da temi senza vera importanza. Tenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza dargli tempo per pensare, sempre di ritorno verso la fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).

2 – Creare il problema e poi offrire la soluzione. Questo metodo è anche chiamato “problema – reazione – soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” che produrrà una determinata reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, oppure organizzare attentati sanguinosi per fare in modo che sia il pubblico a pretendere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito delle libertà. Oppure: creare una crisi economica per far accettare come male necessario la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3 – La strategia della gradualità. Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po’ di anni consecutivi. Questo è il modo in cui condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte negli anni ‘80 e ‘90: uno Stato al minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.

4 – La strategia del differire. Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria” guadagnando in quel momento il consenso della gente per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro di quello immediato. Per prima cosa, perché lo sforzo non deve essere fatto immediatamente. Secondo, perché la gente, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. In questo modo si dà più tempo alla gente di abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo con rassegnazione quando arriverà il momento.

5 – Rivolgersi alla gente come a dei bambini. La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente. Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se questa avesse 12 anni o meno, allora, a causa della suggestionabilità, questa probabilmente tenderà ad una risposta o ad una reazione priva di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”).

6 – Usare l’aspetto emozionale molto più della riflessione. Sfruttare l’emotività è una tecnica classica per provocare un corto circuito dell’analisi razionale e, infine, del senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del tono emotivo permette di aprire la porta verso l’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o per indurre comportamenti…

7 – Mantenere la gente nell’ignoranza e nella mediocrità. Far si che la gente sia incapace di comprendere le tecniche ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall’ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte delle inferiori” (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”).

8 – Stimolare il pubblico ad essere favorevole alla mediocrità. Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti…

9 – Rafforzare il senso di colpa. Far credere all’individuo di essere esclusivamente lui il responsabile della proprie disgrazie a causa di insufficiente intelligenza, capacità o sforzo. In tal modo, anziché ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e si sente in colpa, cosa che crea a sua volta uno stato di repressione di cui uno degli effetti è l’inibizione ad agire. E senza azione non c’è rivoluzione!

10 – Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca. Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle di cui dispongono e che utilizzano le élites dominanti. Grazie alla biologia, alla neurobiologia e alla psicologia applicata, il “sistema” ha potuto fruire di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia fisicamente che psichicamente. Il sistema è riuscito a conoscere l’individuo comune molto meglio di quanto egli conosca sé stesso. Ciò comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un più ampio controllo ed un maggior potere sulla gente, ben maggiore di quello che la gente esercita su sé stessa.

- Noam Chomsky -


I sistemi democratici procedono diversamente, perché devono controllare non solo ciò che il popolo fa, ma anche quello che pensa. 
Lo Stato non è in grado di garantire l'obbedienza con la forza e il pensiero può portare all'azione, perciò la minaccia all'ordine deve essere sradicata alla fonte. È quindi necessario creare una cornice che delimiti un pensiero accettabile, racchiuso entro i principi della religione di Stato.

- Noam Chomsky -
da: Linguaggio e Libertà





Venne infine un tempo in cui tutto ciò che gli uomini avevano considerato come inalienabile divenne oggetto di scambio, di traffico, e poteva essere alienato; il tempo in cui quelle stesse cose che fino ad allora erano state comunicate, ma mai barattate, donate ma mai vendute, acquisite ma mai acquistate - virtù, amore, opinione, scienza, coscienza, ecc. - tutto divenne commercio. 
È il tempo della corruzione generale, della venalità universale, o, per parlare in termini di economia politica, il tempo in cui ogni realtà morale o fisica, divenuta valore venale, viene portata al mercato per essere prezzata al suo giusto valore.

- Karl Marx -
Da: “Miseria della filosofia”


Per ribellarsi occorrono sogni che bruciano anche da svegli, occorre il dolore dell’ingiustizia, la febbre che toglie all’uomo la malattia della paura, dell’avidità, del servilismo. 
Per ribellarsi bisogna saper guardare oltre i muri, oltre il mare, oltre le misure del mondo. La miseria dell’uomo incendia la terra ovunque, ma è un fuoco sterile, che cancella e impoverisce. 
È un fuoco che odia ciò che lo genera, è cenere senza storia. Saper bruciare solo ciò da cui poi nascerà erba nuova, ecco la vera ribellione.

- Stefano Benni -



Buona giornata a tutti. :-)




mercoledì 20 maggio 2015

da: "L’uomo questo sconosciuto", 1935 - Alexis Carrel

"...Ognuno può, se vuole, coltivare le sue facoltà estetiche, almeno fino a certo punto.
Per il senso morale avviene ben diversamente, dato che l'ambiente moderno lo ignora nel modo più assoluto: l'ha completamente soppresso e ispira a tutti il sentimento della propria irresponsabilità. 

Quelli che sanno distinguere il bene dal male, che lavorano e che risparmiano, restano poveri, vengono considerati come esseri inferiori e spesso commiserati. La donna che ha parecchi bambini e si occupa della loro educazione invece che del proprio successo mondano acquista la nomea di povera di spirito. 
Se un uomo ha economizzato un po' di soldi per la moglie e per l'educazione dei suoi figli, vede il suo denaro che viene rubato dai finanzieri intraprendenti o dal governo, e distribuito a coloro che per imprevidenza loro o degli industriali, dei banchieri e degli economisti sono ridotti in miseria. 
Gli scienziati e gli artisti che donano a tutti la prosperità, la salute e la bellezza vivono e muoiono poveri, mentre coloro che hanno rubato godono in pace il denaro altrui. 
I gangsters sono protetti dai poliziotti e rispettati dalla polizia: sono gli eroi che i fanciulli ammirano al cinema e che imitano nei loro giochi.
Il possesso della ricchezza è tutto e giustifica tutto. 

Un uomo ricco, qualunque cosa faccia, che ripudi la vecchia moglie, che abbandoni in miseria la vecchia madre, che derubi chi gli ha affidato del denaro, conserva sempre la stima degli amici. 
L' omosessualità fiorisce e la morale sessuale è stata abolita: uomini e donne sono guidati nei loro rapporti coniugali dagli psicanalisti. 
Il bene e il male, il giusto e l'ingiusto non esistono più. 
Nelle prigioni vi sono solo i criminali poco intelligenti o male equilibrati; gli altri, molto più numerosi, vivono in libertà e convivono intimamente col resto della popolazione che non se ne vergogna. 
In simile ambiente sociale lo sviluppo del senso morale e del sentimento religioso è certamente impossibile. 
I pastori hanno razionalizzato anche la religione, togliendole ogni elemento mistico, ma non sono riusciti ugualmente ad attrarre gli uomini moderni: nelle chiese semivuote predicano invano una debole morale; essi sono ridotti alla funzione di gendarmi che aiutano a conservare, nell'interesse dei ricchi, la cornice della società attuale, oppure, sull'esempio degli uomini politici, essi lusingano la sentimentalità e la mancanza di intelligenza delle masse.”

- Alexis Carrel - 
da:  "L’uomo questo sconosciuto", ristampa Luni Editrice, Milano, 2006




L’uomo che pensa con la propria testa e conserva il suo cuore incorrotto, è libero. 
L’uomo che lotta per ciò che egli ritiene giusto, è libero. 
Per contro, si può vivere nel paese più democratico della terra, ma se si è interiormente pigri, ottusi, servili, non si è liberi; malgrado l’assenza di ogni coercizione violenta, si è schiavi.


- Ignazio Silone - 



“Bisogna mettersi in cammino di buon animo,  liberarsi della cieca tecnologia, realizzare, nella loro complessità e ricchezza, tutte le nostre potenzialità. (…) Ci troviamo ancora in un mondo che non è fatto per noi, perché è nato da un errore della nostra ragione e dall’ignoranza di noi stessi, e al quale non sappiamo adattarci. 
Perciò dobbiamo rivoltarci contro di esso, trasformandone i valori e ordinandolo secondo la nostra natura. (…) 
Per la prima volta nella storia del mondo, una civiltà giunta all’inizio del suo declinare, può comprendere le cause del suo male. 
Ma dobbiamo subito incamminarci sulla nuova via”.

- Alexis Carrel - 
da:  "L’uomo questo sconosciuto",ristampa Luni Editrice, Milano, 2006





“L’insuccesso di molti medici deriva dal fatto che vivono in un mondo immaginario e vedono negli ammalati le malattie descritte nei trattati di medicina. E’ necessario che la medicina tenga conto della natura dell’uomo, della sua unità e unicità. L’unica sua ragione di esistere è il sollievo delle sofferenze e la guarigione dell’individuo. La salute è assai più che mancanza di malattia. (...) Non possiamo dare all’uomo la forma di salute che desidera senza considerare la sua vera natura”.

- Alexis Carrel - 
da:  "L’uomo questo sconosciuto", ristampa Luni Editrice, Milano, 2006



"Sai cosa si fa quando non se ne può più? 
Si cambia." 

- Alberto Moravia - 



Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it







domenica 16 novembre 2014

Vivi come credi -



C’era una volta una coppia con un figlio di 12 anni e un asino.
Decisero di viaggiare, di lavorare e di conoscere il mondo.
Così partirono tutti e tre con il loro asino.
Arrivati nel primo paese, la gente commentava: “guardate quel ragazzo quanto è maleducato…lui sull’asino e i poveri genitori, già anziani, che lo tirano”.
Allora la moglie disse a suo marito: “non permettiamo che la gente parli male di nostro figlio.”
Il marito lo fece scendere e salì sull’asino.
Arrivati al secondo paese, la gente mormorava: “guardate che svergognato quel tipo…lascia che il ragazzo e la povera moglie tirino l’asino, mentre lui vi sta comodamente in groppa”.
Allora, presero la decisione di far salire la moglie, mentre padre e figlio tenevano le redini per tirare l’asino.
Arrivati al terzo paese, la gente commentava: “pover’uomo! dopo aver lavorato tutto il giorno, lascia che la moglie salga sull’asino.
E povero figlio, chissà cosa gli spetta, con una madre del genere!
Allora si misero d’accordo e decisero di sedersi tutti e tre sull’asino per cominciare nuovamente il pellegrinaggio.
Arrivati al paese successivo, ascoltarono cosa diceva la gente del paese: sono delle bestie, più bestie dell’asino che li porta.
Gli spaccheranno la schiena!
Alla fine, decisero di scendere tutti e camminare insieme all’asino ma, passando per il paese seguente, non potevano credere a ciò che le voci dicevano ridendo: “guarda quei tre idioti: camminano, anche se hanno un asino che potrebbe portarli!”

Conclusione: ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei.
Quindi: vivi come credi. fai cosa ti dice il cuore…ciò che vuoi…una vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali.
Quindi: canta, ridi, balla, ama…e vivi intensamente ogni momento della tua vita…prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi.







La vita è fatta di rarissimi momenti di grande intensità e di innumerevoli intervalli. La maggior parte degli uomini, però, non conoscendo i momenti magici, finisce col vivere solo gli intervalli. 

- Friedrich Wilhelm Nietzsche - 


Dipinto: Dario Ortiz
  
Ignora le opinioni degli altri.
Qualunque cosa gli altri sentano, pensino o dicano, non prenderla in modo personale.
Gli altri hanno le loro opinioni, in accordo al loro sistema di credenze, quindi qualunque cosa pensino di te non riguarda te, riguarda loro.

- Don Miguel Ruiz -
Da “ I Quattro Accordi”





L’inferno dei viventi è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo è facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte, fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e approfondimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio».

da "Le città invisibili" di Italo Calvino




Buona giornata a tutti :-)










lunedì 15 settembre 2014

Una sedia ben fatta - Charles Peguy

Lo si creda o no, noi siamo stati allevati nel seno di un popolo allegro. 
Un cantiere era allora un luogo della terra dove gli uomini erano felici. 
Oggi un cantiere è un luogo della terra dove gli uomini recriminano, si odiano, si battono; si uccidono.
Ai miei tempi tutti cantavano. Nella maggior parte dei luoghi di lavoro si cantava; oggi vi si sbuffa. Direi quasi che allora non si guadagnava praticamente nulla. Non si ha l’idea di quanto i salari fossero bassi. Nondimeno tutti mangiavano. Anche nelle case più umili c’era una sorta di agiatezza di cui si è perduto il ricordo. 
Conti, non se ne facevano. Perché c’era poco da contare. Ma i figli potevano essere allevati. E se ne tiravano su. Era sconosciuta questa odiosa forma di strangolamento che oggi ci torce ogni anno di più. Non si guadagnava; non si spendeva; e tutti vivevano.(...)
Abbiamo conosciuto un onore del lavoro identico a quello che nel Medio Evo governava le braccia e i cuori. Proprio lo stesso, conservato intatto nell’intimo. 
Abbiamo conosciuto l’accuratezza spinta sino alla perfezione, compatta nell’insieme, compatta nel più minuto dettaglio. 
Abbiamo conosciuto questo culto del lavoro ben fatto perseguito e coltivato sino allo scrupolo estremo. Ho veduto, durante la mia infanzia, impagliare seggiole con lo stesso identico spirito, e col medesimo cuore, con i quali quel popolo aveva scolpito le proprie cattedrali.
Un tempo gli operai non erano servi. Lavoravano. 
Coltivavano un onore, assoluto, come si addice a un onore. 
La gamba di una sedia doveva essere ben fatta. Era naturale, era inteso. Era un primato. Non occorreva che fosse ben fatta per il salario, o in modo proporzionale al salario. 
Non doveva essere ben fatta per il padrone, né per gli intenditori, né per i clienti del padrone. Doveva essere ben fatta di per sé, in sé, nella sua stessa natura. Una tradizione venuta, risalita dal profondo della razza, una storia, un assoluto, un onore esigevano che quella gamba di sedia fosse ben fatta. E ogni parte della sedia che non si vedeva era lavorata con la medesima perfezione delle parti che si vedevano. Secondo lo stesso principio delle cattedrali.
E sono solo io – io ormai così imbastardito – a farla adesso tanto lunga. 
Per loro, in loro non c’era allora neppure l’ombra di una riflessione. Il lavoro stava là. Si lavorava bene.
Non si trattava di essere visti o di non essere visti. Era il lavoro in sé che doveva essere ben fatto.

Charles Peguy

da "Il denaro",1913




"Tutti siamo responsabili della parola di Dio a noi affidata. Non basta che essa venga scritta nei libri, che venga ripetuta in modo estremamente espressivo. Essa deve vivere in noi e portare frutto nella vita quotidiana."

- Stefan Wyszynski -




"Semina un po', semina molto, il grano della speranza. Semina il tuo sorriso, la tua energia, il tuo coraggio, il tuo entusiasmo. Semina tutto quello che c'è di bello in te, le più piccole cose, i nonnulla: ogni granellino arricchirà un piccolo angolo della terra."

Alessandra Martini






"Il mezzo migliore per farsi amare è di amare; ed essere amati è il mezzo per veder seguiti i propri esempi, ascoltate le proprie parole, efficaci i propri consigli, credute le proprie affermazioni, adottate le proprie credenze."

- Charles de Foucauld - 




Fidarci di te 

Dio mio,
alle volte devo fare
un pezzo di strada con qualcuno,
ascoltare, incoraggiare,
aprirgli gli occhi
sul tuo mondo meraviglioso.

Egli, talvolta,
non ne percepisce neppure il fascino,
per qualcosa che tristemente ha perduto
o sogna qualcosa di impossibile.

Signore,
aiutaci a fidarci di te,
della tua provvidenza.
Guardandoci, fa' che ci sentiamo privilegiati,
appagati e pieni di gratitudine.

Nel tuo amore c'è tutto ciò
di cui abbiamo bisogno.

- Elke Fischer - 







Buona giornata a tutti :-)

domenica 1 dicembre 2013

Le donne forti: difficili ma speciali - Oberhammer Simona -


Le donne forti le riconosci, non passano inosservate. 
Quando camminano senti la loro presenza, quando arrivano senti che qualcosa cambia. 
Non sono donne facili, perché non si accontentano, perché vogliono e cercano qualcosa di più. 
Non hanno paura delle sfide per trovare ciò che hanno nel cuore, non hanno paura nemmeno di soffrire per inseguire i loro ideali. 
Non vogliono piacere a tutti le donne forti, vogliono piacere soprattutto a se stesse. 
Quando le donne forti ti guardano non vedi solo i loro occhi. C'è qualcosa di più. È la loro anima che scorgi, ha il colore del sole e la luce della luna. Quando le donne forti si muovono non c'è solo il loro corpo ma ci sono anche i loro sogni, le loro speranze, la fiducia che hanno in se stesse e negli altri. 
Le donne forti non sono come tutti gli altri, ascoltano anche il loro lato più istintivo, ridono e piangono senza vergognarsi e se ne hanno voglia si siedono per terra o camminano scalze come se fosse la cosa più normale del mondo. 
Le donne forti non sono donne che non sbagliano mai, ma sono donne che affrontano i loro sbagli con la forza dell'anima. 
I fallimenti e le sconfitte diventano terreno fertile per imparare, per migliorare. Diventano il luogo dove l'anima trova gli spazi per crescere. 
Le donne forti sono in grado di vestirsi di niente ma di sembrare tutto. 
È la loro anima che le veste, è la forza di se stesse che le circonda. Ed è proprio questa loro presenza, a volte difficile, che merita di averle conosciute.

(Simona Oberhammer)
dal libro "La forza delle donne" di Simona Oberhammer



Ti domanderanno come si attraversa la vita.
Rispondi: come un abisso, su una corda tesa, 
in bellezza, con cautela... oscillando

(Richard Bach)




Se la regola del gioco è barare bisogna ammettere di ingannarsi per vincere...

 
«Non mi pare che stiano giocando con lealtà,» protestava Alice, «e poi battibeccano tutti con quanto fiato hanno in gola che uno non riesce neanche a sentire la propria voce... e le regole poi, così imprecise, ammesso che ce ne siano, non le rispetta nessuno...». 

Alice come la nostra consapevolezza finalmente cresce: decide di affrontare la Regina di Cuori (la legge morale imposta dal sociale) che offesa intima di mozzarle il capo, ma Alice ormai è tornata alle dimensioni reali e non teme nulla "Non siete che un mazzo di carte!" e a queste parole tutto il mazzo si alza in aria e ridiscende in picchiata su di lei: infatti quando sei diverso, quando sei originale, quando sei consapevole, il mondo ti viene addosso, le carte (le regole o leggi sociali o morali) ti giudicano, vogliono calpestarti. Alice cresce con le sue vesti, simbolo della personalità, per cui la sua gonna spazza il tavolo della giuria facendo cadere tutti i giurati. Dopo poco è diventata così grande che non si preoccupa più di re e regine ritrovando la giusta misura della realtà: "non siete altro che un mazzo di carte". 
E' diventata adulta, non teme giudizi, ha un autostima, sa guidarsi e reggersi da sola, può tornare nel mondo che la gente irreale chiama reale.



Nella vita puoi perdere tutto...
ma non perdere mai la stima di te!


Tratta la tua donna come una lavandaia e sarai l'uomo della lavandaia,
tratta la tua donna da regina e sarai re... 


[Coco Chanel]

Buona giornata a tutti :-)






domenica 25 agosto 2013

Giovani, ribellatevi ma «solo» con la vita - don Oreste Benzi -

Io dico spesso ai giovani che sempre più fre­quentemente incontro:

"Ribellatevi, non con la violenza, ma con la vita, senza mai demordere. 
Siate come un rullo compressore vivente che non la­scia tranquillo nessuno. Non scendete a compro­messo. Riappropriatevi della gestione della società. Siete stati sradicati dalle vostre o­rigini, vi è stato tolto il futu­ro dalle mani, siete costretti a consumare emozioni. Per il sistema è meglio che siate drogati!".

Nella società del profitto il potere economico, politico, finanziario, ha co­me fine principale se stesso.

Le leggi che lo regolano non tengono conto dell’uomo, del suo bene, del suo progresso. 

Occorre che le persone che non accettano le regole del profitto e che vogliono intraprendere la strada del gratuito s’incontrino per dare vita a "mondi alternativi" fondati su un sistema di relazioni interpersonali basate sul gratuito.
All’interno di questi "mondi vitali" deve nascere non tanto l’elaborazione teorica, quanto la sperimentazione di vita. Se un insieme di professionisti (medici, avvocati, giudici, maestri etc.) si uniscono ed operano assieme secondo le regole del gratuito, si spezzano le regole della casta.

Se uno è solo potrà essere additato come esempio, ma non cambia la storia. 

Se sono più persone, incidono sulle dinamiche della società del profitto e le mettono in crisi. Questi "mondi vitali" come insieme di persone che attuano la società del gratuito mettono in crisi il modello di famiglia della società del profitto, il modello di impresa, di commercio, di scuola, di divertimento, di lavoro dipendente della società del profitto. 
Intaccano anche il modello di difesa della patria con il servizio militare, di difesa civile con la polizia, di amministrazione della giustizia. 
La seconda linea strategica è l’azione sulla società del profitto, attraverso incentivi e disincentivi e la lotta nonviolenta ma decisa. 
Quando si parla di oppressi bisogna individuare gli oppressori, quando si parla di affamati bisogna individuare coloro che affamano, quando si parla di handicappati bisogna individuare chi fa diventare handicappato, perché si nasce con un limite ma chi fa diventare handicappato è la società.

Bisogna rimuovere le cause dell’ingiustizia perché siano smantellate le fabbriche dei poveri. L’art. 3 della Costituzione «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine politico, economico, sociale che limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini impediscono il pieno sviluppo e la partecipazione dei lavoratori alla vita sociale». 

Io spero che soprattutto i giovani si sveglino, si ribellino con una vita basata sulla giustizia, non con la violenza, e smettano di accodarsi a chi dice parole e cerca solo di conservare il potere.

(don Oreste Benzi)

Testo inedito ritrovato tra le carte relative agli anni 2003-2004)




Oggi non si può più essere cristiani come semplice conseguenza del fatto di vivere in una società che ha radici cristiane: anche chi nasce da una famiglia cristiana ed è educato religiosamente deve, ogni giorno, rinnovare la scelta di essere cristiano, cioè dare a Dio il primo posto, di fronte alle tentazioni che una cultura secolarizzata gli propone di continuo, di fronte al giudizio critico di molti contemporanei”.
“Le prove a cui la società attuale sottopone il cristiano, infatti – sono tante, e toccano la vita personale e sociale. 
Non è facile essere fedeli al matrimonio cristiano, praticare la misericordia nella vita quotidiana, lasciare spazio alla preghiera e al silenzio interiore; non è facile opporsi pubblicamente a scelte che molti considerano ovvie, quali l’aborto in caso di gravidanza indesiderata, l’eutanasia in caso di malattie gravi, o la selezione degli embrioni per prevenire malattie ereditarie. 
La tentazione di metter da parte la propria fede è sempre presente e la conversione diventa una risposta a Dio che deve essere confermata più volte nella vita. 


- papa Benedetto XVI -



"Gesù sa che viene rifiutato e crocifisso, già sa con certezza che risorgerà. 
È così, per sempre. È la nostra storia, fratelli miei! 
Come vorrei che Cristo parlasse al vostro cuore, non vi desse pace e vi facesse capire che ci ha associati alla Sua gloriosa e grande avventura. 
Non guarderemo più allora ciò che toccherà a noi in sorte, ciò che ci capiterà. Noi sappiamo soltanto che camminiamo in Gesù e che Lui ci porta avanti. Sappiamo con certezza che appena annunci la verità di Dio, subito trovi la crocifissione, ma tu l’affronti con gioia perché sai che in quella crocifissione è già contenuta la risurrezione".


- don Oreste Benzi -

Se questa scienza che grandi vantaggi porterà all'uomo, non servirà all'uomo per comprendere se stesso, finirà per rigirarsi contro l'uomo.

- Giordano Bruno -

Buona giornata a tutti. :-)





domenica 10 febbraio 2013

La gente che mi piace - Mario Benedetti -

Mi piace la gente che vibra,
che non devi continuamente sollecitare
e alla quale non c’è bisogno di dire cosa fare
perché sa quello che bisogna fare
e lo fa in meno tempo di quanto sperato.

Mi piace la gente che sa misurare
le conseguenze delle proprie azioni,
la gente che non lascia le soluzioni al caso.

Mi piace la gente giusta e rigorosa,
sia con gli altri che con se stessa,
purché non perda di vista che siamo umani
e che possiamo sbagliare.

Mi piace la gente che pensa
che il lavoro in equipe, fra amici,
è più produttivo dei caotici sforzi individuali.

Mi piace la gente che conosce
l’importanza dell’allegria.

Mi piace la gente sincera e franca,
capace di opporsi con argomenti sereni e ragionevoli

Mi piace la gente di buon senso,
quella che non manda giù tutto,
quella che non si vergogna di riconoscere
che non sa qualcosa o si è sbagliata

Mi piace la gente che, nell’accettare i suoi errori,
si sforza genuinamente di non ripeterli.

Mi piace la gente capace di criticarmi
costruttivamente e a viso aperto:
questi li chiamo “i miei amici”.

Mi piace la gente fedele e caparbia,
che non si scoraggia quando si tratta
di perseguire traguardi e idee.

Mi piace la gente che lavora per dei risultati.
Con gente come questa mi impegno a qualsiasi impresa,
giacché per il solo fatto di averla al mio fianco
mi considero ben ricompensato.



(Mario Benedetti)


Ogni persona che passa nella nostra vita è unica.
Sempre lascia un po' di se
e si porta via un po' di noi.
Ci sarà chi si è portato via molto,
ma non ci sarà mai chi non avrà lasciato nulla.
Questa è la più grande responsabilità della nostra vita
e la prova evidente che due anime non si incontrano per caso....

 - J. Luis Borges -



"Non bisogna credere che siano necessariamente le persone per bene a sottolineare la disonestà, l’ingiustizia e la cattiveria negli altri.
Al contrario, spesso sono proprio coloro che hanno quei difetti a vederli dappertutto: sono sempre critici e sospettosi, perché giudicano il mondo intero attraverso se stessi.
Viceversa, coloro che possiedono grandi qualità morali non notano così tanto i difetti delle persone che frequentano, perché vedono gli altri attraverso le qualità che essi stessi possiedono.
Ogni essere umano può vedere soltanto attraverso i propri occhi, ed è lui stesso a plasmare i propri occhi tramite i suoi pensieri e i suoi sentimenti.
Se incontrate persone che vi parlano unicamente dei difetti degli altri, sappiate che, in un modo o nell’altro, le rivelazioni che vi fanno riguardano anzitutto se stessi.
Se possedessero la nobiltà, la bontà, l’onestà e soprattutto l’amore, troverebbero anche negli altri tutte queste buone qualità."


- Omraam Mikhaël Aïvanhov -




Un uomo che conosce se stesso non è mai disturbato da quello che la gente pensa di lui. 
È l’uomo che non conosce se stesso che è sempre preoccupato dell’opinione che gli altri hanno di lui.


- Osho Rajneesh -


painting by Philippe Augè

La bellezza non è nel viso. 
La bellezza è nella luce nel cuore. 
- Kahlil Gibran - 



Buona giornata a tutti. :-)