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giovedì 5 febbraio 2015

da:"Di padre in figlio. Conversazioni sul rischio di educare" - Franco Nembrini -

"...Che cosa era mancato nell’educazione che avevo ricevuto? Era successo ai miei genitori quel che sarebbe accaduto al padre di una mia alunna qualche anno dopo. Vi racconto brevemente l’episodio.
Una volta è venuto a trovarmi il papà di una mia alunna (un po’ strana, un po’ fuori di testa), molto preoccupato e addolorato per la figlia che lo faceva tribolare. Suonò il campanello quella sera a casa mia, cenammo insieme, e alla fine, affrontando il problema che gli stava a cuore scoppiò a piangere, si tirò su la manica della camicia facendomi vedere le vene e, quasi urlando disperatamente, mi disse (siccome aveva capito che tra me e sua figlia, invece, un po’ di feeling era nato, ci si intendeva, insomma), mi disse, battendosi la mano sul braccio: “Professore, io la fede ce l’ho nel sangue, ma non la so più dare a nessuno. Può farlo lei? Lei può farlo: lo faccia, per carità, perché io ce l’ho nel sangue, ma non la so più comunicare nemmeno a mia figlia”.
Ecco, lì m’è venuta l’idea che il problema della Chiesa fosse il metodo, la strada, che tutta la genialità del contributo che don Giussani offriva alla Chiesa e al mondo era questo: la scoperta che la fede, tornando ad essere un avvenimento presente, fosse finalmente dicibile, comunicabile.
Poi ho capito che tutto il dramma di quel genitore era questo: pensava che tra lui e sua figlia ci fosse una generazione di differenza, e invece s’erano infilati tra lui e sua figlia quattrocento anni, cinquecento anni di una cultura che aveva negato tutta la sua tradizione e le cose di cui lui viveva, e che televisione e scuola – dal secondo dopoguerra in poi – avevano infilato tra lui e sua figlia.
Ecco cosa era mancato ai miei genitori e a quel padre: la consapevolezza di questa distanza e il metodo, la strada per superarla. E la si poteva superare solo riproponendo il cristianesimo nella sua elementare radicalità: una presenza viva, capace di illuminare le contraddizioni dell’esistenza in modo convincente.
Non la soluzione dei problemi ma un nuovo punto di vista da cui affrontarli, non una teoria contrapposta ad altre teorie, ma, per dirla con Guardini “l’esperienza di un grande amore nel quale tutto diventa avvenimento nel suo ambito”

(Franco Nembrini)





“...che i bambini di oggi siano più intelligenti è una menzogna, sono solo iperstimolati dalla televisione e da tante altre cose, ma sono superficiali, non interiorizzano nulla, non hanno giudizi o criteri propri, sono totalmente nelle mani del potere, di chi grida di più, dei giornali che leggono, di quello che ascoltano. Così a trent'anni possono avere una certa opinione al mattino quando si alzano, possono aver cambiato opinione a mezzogiorno e averne un'altra ancora diversa alla sera. 
Il cuore dell'uomo desidera unicamente conoscere la verità, mentre questi ragazzi crescono in un relativismo che fa loro dire: «Beh, in qualunque caso la verità non esiste!». 
Il cuore dell'uomo ha la necessità di costruire qualcosa di buono, e invece questi ragazzi sono come impossibilitati a costruire, non portano a termine nulla, e per questo c'è uno scetticismo terribile e una paura grande ad affrontare la vita.”

- Franco Nembrini - 
"Di padre in figlio. Conversazioni sul rischio di educare"





"Ci servono amici per sostenere questo impegno, questo sforzo di un «io» che si addentra nel mondo. Se mi chiedessero qual è la ragione per cui Dio è venuto sulla terra, risponderei che è per dare la possibilità dell' amicizia tra gli uomini, qualcosa di apparentemente impossibile che comincia a essere possibile: «Vi ho chiamati amici!» (Gv 15, 15; tra l'altro nel Vangelo l'unico a cui Gesù si è rivolto chiamandolo direttamente «amico» è stato colui che lo ha tradito...).

- Franco Nembrini - 
Da "Di padre in figlio. Conversazioni sul rischio di educare"



«Le crisi di insegnamento non sono crisi di insegnamento; sono crisi di vita. Una società che non insegna è una società che non si ama, che non si stima; e questo è precisamente il caso della società moderna»

- Charles Peguy - 






Buona giornata a tutti. :-)






sabato 24 gennaio 2015

Strettamente confidenziale -

Ho sentito raccontare la storia di Pinocchio dalla finestra di una scuola, mentre ero intento a brucare, sul piazzale antistante, un po’ d’erba bruciacchiata. 
Mi secca il fatto che abbiano scelto me come esempio di svogliatezza e somaraggine, perché è un luogo comune fasullo e ormai da cancellare. 
Mi dispiace invece per quel povero burattino, che mi sta pure simpatico. Però devo dirti che i guai te li sei proprio cercati, caro Pinocchio! Nella vita gli errori si pagano. 
Quando si trascurano le parole di Babbo Geppetto, della Fatina Azzurra, del Grillo Parlante, per quanto antipatico possa essere, e si crede alle parole di Lucignolo, del Gatto e della Volpe, si sa presto dove si andrà a finire!... 
Però, questa storia di Pinocchio mi sembra parli più ai grandi che ai piccini. Oggi il mondo è pieno di Lucignoli, di Gatti e Volpi, e di tanti altri brutti ceffi. Chi insegna a questi bimbi a riconoscerli? Chi dice loro che il mondo non è una fiaba e nella vita non ci sono Fatine Azzurre? 
Oggi si tende a rendere tutto facile, tutto liscio, tutto comodo. 
Ma se si presenta la vita come una lunga vacanza nel Paese dei Balocchi, quando essa si rivelerà in tutta la sua crudezza, come faranno questi figli ad affrontarla? 
Se ai vostri bambini continuerete a dire sempre “sì!”, sempre “sì!”, sempre “sì!!!”, quando la vita sbatterà loro in faccia in modo brutale, spietato ed anche ingiusto i suoi “no!”, come faranno a reggere? 
La pianta comincia ad affrontare l’inclemenza del tempo e le tempeste fin da piccola, prima riparata dalle altre piante più grandi, poi in modo sempre più autonomo. È la legge dell’esistenza, non si può eludere. 

“Padre pietoso, figlio vizioso”! 
Chi ha orecchi per intendere intenda.




“La strada piana non porta mai in alto”. È un detto che mi porto dietro fin dall’adolescenza; uno dei primi che ho fissato nella memoria e che mi ha fatto a lungo fantasticare nei giorni storti e nelle notti insonni. Poi dal Vangelo ho imparato che vi sono due strade: una larga e comoda, dove s’incontrano tanti falsi profeti (tanti Lucignolo) che fanno intendere lucciole per lanterne e che porta alla perdizione, e sono molti quelli che la prendono; e una strada stretta e faticosa, che sono in pochi a percorrerla: ma è la via della Vita. 
È impossibile per noi, fragili creature umane, non percepire il fascino di ambedue queste strade, anche se sono convinto che imboccare la via “larga” non significhi necessariamente perdervisi: il Padre Celeste veglia su di noi, e sa trovare mille vie d’uscita per rimetterci, in qualsiasi momento, sul retto cammino. Ma noi frati abbiamo anche un’altra chance, meravigliosa. Abbiamo dei compagni di viaggio pronti a ricordarci, qualora fosse necessario: «Fratello, fai attenzione: la nostra strada è questa!».

dal Calendario di Frate Indovino


Un cero avanza in una processione, mentre la fiammella è scossa dal vento fino al rischio di estinguersi.

È un’immagine semplice che diventa una parabola della vita.
E’ la rappresentazione di ogni esperienza spirituale, che è spesso tensione tra ciò che siamo e ciò che dovremmo essere, tra materia e spirito, tra male e bene, tra vizio e virtù.
Il fremito del soffio divino in molti, purtroppo, viene quasi azzerato.
Il peso dell’esteriorità ottunde il respiro dell’anima.
In ogni cuore non si estingue mai completamente il vibrare dello spirito!
Per questo, bisogna sempre credere nella rinascita, nella risurrezione, nella vita che torna a pulsare, tremando come un cero vacillante.

(Fraternità Francescana Secolare)





"Se vostro figlio non segue le vostre pratiche religiose non significa che abbia perso Dio, né tanto meno che Dio abbia perso lui.
In fondo voi non sapete niente di cosa accada nel suo intimo.

Non dovete soprattutto sentirvi in colpa.

La fede ha le sue stagioni, segue percorsi misteriosi.
Ma se voi avete seminato il seme del buon Vangelo, anche se ora è inverno e tutto sembra morto, il seme spunterà, la primavera tornerà.
Il profeta Isaia assicura che le cose di Dio non torneranno a Dio senza aver portato frutto. 
Perché la forza non è nel buon seminatore, ma nel buon seme. 
La forza non è nel predicatore, ma nel Vangelo predicato.
La forza non è nella bravura del genitore, ma nella forza intima, buona ed imbattibile di ciò che egli ha trasmesso ai figli."

- Cardinale Jean-Marie Lustiger -





Buona giornata a tutti. :-)











lunedì 16 gennaio 2012

Sei una meraviglia - Jack Canfield e Mark Victor Hansen -

E tu, lo sai cosa sei?
Sei una meraviglia.
Sei unico.

In tutti gli anni che sono trascorsi
non c'è mai stato un altro bambino come te.

Le tue gambe, le tue braccia,
le tue dita abili,
il modo in cui ti muovi.

Potrai diventare uno Shakespeare,
un Michelangelo,
un Beethoven.

Hai la capacità di fare qualunque cosa:
ricavare cibo dalla terra o fare,
di tanti piccoli mattoni,
una grande casa;
guidare un treno,
pilotare un aereo
o insegnare matematica.

Si, sei una meraviglia.

E quando crescerai,
potrai allora far del male a un altro che sarà,
come te, una meraviglia?

Bisogna lavorare - tutti noi dobbiamo lavorare -
per rendere il mondo degno dei suoi bambini.

(J.Canfield & M.V.Hansen)
Fonte: “Brodo caldo per l'anima” di  Jack Canfìeid e  Mark Victor Hansen,  Armenia Edizioni, 2004)

Jack Canfield - Famosissimo negli Stati Uniti, è il cocreatore della fenomenale serie Chicken Soup for the Soul® “Una tisana calda per l’anima” (Essere Felici), al primo posto nella lista di bestseller del New York Times. È il massimo esperto americano nella creazione di svolte fondamentali per imprenditori, dirigenti d’azienda, manager, professionisti della vendita, lavoratori dipendenti ed educatori. Canfield ha aiutato centinaia di migliaia di persone a realizzare i propri sogni. Attraverso i suoi seminari,  ha diffuso il potere delle strategie di focalizzazione degli obiettivi personali ed aziendali, in ben dodici paesi in tutto il mondo.
Mark Victor Hansen (americano, nato nel gennaio 1948) è ispiratore, oratore motivazionale, formatore e autore. E’ tra i più rispettati esperti nell’ambito del potenziamento umano. Egli è più noto come fondatore e co-creatore dei libri della serie “Una tisana calda per l’anima”. I suoi libri sono stati tradotti in 54 lingue di cui sono state stampate oltre 140 milioni di copie. La sua profonda convinzione è che tutto sia veramente possibile. Da oltre 30 anni,  i suoi potenti messaggi di possibilità, opportunità, e di azione hanno contribuito a creare un sorprendente cambiamento in milioni di persone in tutto il mondo, appartenenti a  tutti i ceti sociali, a rimodellare la loro personale visione di ciò che è possibile fare, diventare.





domenica 12 giugno 2011

I tre figli – don Bruno Ferrero -

Tre donne andarono alla fontana per attingere acqua. Presso la fontana, su una panca di pietra, sedeva un uomo anziano che le osservava in silenzio ed ascoltava i loro discorsi.
Le donne lodavano i rispettivi figli.
"Mio figlio", diceva la prima, "è così svelto ed agile che nessuno gli sta alla pari".
"Mio figlio", sosteneva la seconda, "canta come un usignolo. Non c'è nessuno al mondo che possa vantare una voce bella come la sua".
"E tu, che cosa dici di tuo figlio?", chiesero alla terza, che rimaneva in silenzio.
"Non so che cosa dire di mio figlio", rispose la donna. "E' un bravo ragazzo, come ce ne sono tanti. Non sa fare niente di speciale...".
Quando le anfore furono piene, le tre donne ripresero la via di casa. Il vecchio le seguì per un pezzo di strada. Le anfore erano pesanti, le braccia delle donne stentavano a reggerle.
Ad un certo punto si fermarono per far riposare le povere schiene doloranti.
Vennero loro incontro tre giovani. Il primo improvvisò uno spettacolo: appoggiava le mani a terra e faceva la ruota con i piedi per aria, poi inanellava un salto mortale dopo l'altro.
Le donne lo guardavano estasiate: "Che giovane abile!".
Il secondo giovane intonò una canzone. Aveva una voce splendida che ricamava armonie nell'aria come un usignolo.
Le donne lo ascoltavano con le lacrime agli occhi: "E un angelo!".
Il terzo giovane si diresse verso sua madre, prese la pesante anfora e si mise a portarla, camminando accanto a lei.
Le donne si rivolsero al vecchio: "Allora che cosa dici dei nostri figli?".
"Figli?", esclamò meravigliato!

Li riconoscerete dai loro frutti" (Matteo 7,16).
 (don Bruno Ferrero)
Fonte :  Solo il vento lo sa di Bruno Ferrero

Cristo e la Samaritana

Lorenzo Lippi (1606-1665)
Vienna

Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it

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