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domenica 13 dicembre 2015

Viene per chi sta dietro la porta chiusa – don Primo Mazzolari -

"Ecco sto alla porta e busso..."
Egli non viene né per onorare il suo nome
né per salvare la sua dignità:
viene per chi sta dietro la porta chiusa.
E chi ci sta dietro la porta chiusa?
Io ci sto: in tanti ci stanno; ci sta il mondo.
Il quale mi sembra ancor più sprangato
in questo Natale...
Da secoli, non da decenni, Egli attende...
Ma anche se tardasse un po'..., aspettatelo:
Egli verrà e lo vedrete tutti e ne godrà il vostro cuore
poiché Egli viene a portare la pace al suo popolo
e a restituirgli la vita.

- don Primo Mazzolari -



Come se il problema centrale della vita religiosa fosse affollare le chiese. Siamo ancora ammalati di clientelismo: la prima prova della fede è il coraggio della verità e della giustizia.

- Primo Mazzolari - 
da: "Il coraggio di credere"



Uomini non ci si improvvisa, e nella lotta politica italiana ciò che più dolorosamente sorprende è la mancanza dell'uomo. Non dell'uomo grande, di cui non vogliamo neanche sentir parlare, ma dell'uomo reale, con il suo modesto, insostituibile corredo di qualità morali.

 - Don Primo Mazzolari - 




Vivere insieme

O Gesù, vincitore del male e della morte,
liberaci dalla tentazione
di cercarti soltanto nel cielo.
Donaci la capacità di vederti in ogni essere,
presente e vivo come il seme
che attende la germinazione nel sole.
Fa' che il nostro vivere insieme
sia come la vita delle prime
comunità cristiane.
Insieme nella preghiera e nel lavoro,
insieme nel silenzio contemplativo
e nella frazione del pane.
Insieme nel dividere
i frutti del nostro sudore,
insieme nel comunicarci
i doni del tuo Spirito.
Insieme nell'attesa del tuo ritorno,
insieme nel pacifico lavoro
che rende possibile la tua venuta.

- Padre Giovanni Vannucci - 



Buona giornata a tutti. :-)






venerdì 9 gennaio 2015

da: "Zaccheo" Cap I° - don Primo Mazzolari -

Entrato che fu in Gerico, Gesù andava intorno per le vie Gerico, « paradisus Dei », dice la Scrittura. 
Nella storia, invece, Gerico non è una città innocente.
Nemmeno il significato del suo nome, « la profumata », concorre a darle un'aria di gran castità.
Forse basterebbe ricordare il fatto che Geri­co, per il suo clima caldo, fu sempre una stazio­ne mondana assai frequentata da proconsoli romani, da mercanti fenici, da principi egiziani e da re.
Come dimenticare quella Raab, che ai tempi di Giosuè vi teneva un «esercizio» piuttosto equivoco presso la fontana all' insegna della Cordicella Scarlatta?
Erode vi passava l'inverno con tutta la sua corte in un bel palazzo con piscine e anfiteatro e giardini meravigliosi e una flora da riviera. E lì in quelle delizie, morì.
Cleopatra, innamorata dei suoi famosi balsa­mi e palmizi, se l'era fatta regalare da Antonio, quando questi, con Ottaviano e Lepido, era uno dei tre comproprietari del mondo.
Lo stesso Gesù, se una volta permise di essere tentato, lo permise proprio qui, sul mon­te che strapiomba alle spalle della città.
Oggi, Gerico non è che una breve oasi fasciata di deserto.
Non so dire di più della città di Zaccheo.
E i nomi di Giosuè, di Erode, di Antonio non m'invitano a sostarvi.
Ma a Gerico c'è un albero, un albero di si­comoro, e una casa, la casa di un ricco, o meglio di un ladro, ove un giorno « è stata fatta sal­vezza ».
Non conosco Gerico, conosco però Gesù come lo conosceva un cieco di quella città, « il quale sedeva lungo la via a chiedere l'elemosina, udì la gente passare, e domandò che cosa acca­desse ; gli fu risposto : " È Gesù il nazareno che passa"; ed egli allora gridò: "Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me ! " ».
La stessa folla che vide il Signore fermarsi e dire al cieco : « Vedi ! la tua fede ti ha salvato », lo segue ora attraverso la città « glorificando Dio ».
La gente di Gerico — una città di piccoli tiranni e di favorite – abituata ai fastosi cortei di chi paga i propri capricci col denaro altrui, ed è costretta ad esaltare con la bocca chi in cuore suo maledice, segue con simpatia il familiare corteo.
Il Maestro, che veste come uno di loro, e non ha palazzi, né ville, né servi, né cortigiani, cammina a piedi, circondato di più poveri della città.
Ove passa il Signore, anche la strada si redime.
Egli sale a Gerusalemme per l'ultima Pasqua, e, lungo la strada, «fa del bene a tutti ».
La strada è ora la sua chiesa, la sua cattedra, il convito della sua carità.
Mi piace vederlo ricevere «con lieto volto » l'omaggio della gioia dei poveri.
Certi sussieghi sdegnosi, certe false umiltà, che rifiutano gli « omaggi improduttivi », non si addicono al Signore, che guarisce la gioia con la gioia, il fasto e la prepotenza con l'osanna dei fanciulli che distendono rami d'olivo sui suoi passi.
Egli è l'altro Giosuè, quello vero, che vince le fortezze del male coi silenzi della sua carità.
Passa l'amore e tutto cede : passa la prima­vera e tutto fiorisce, anche il sicomoro.
Non ho mai visto un sicomoro e non ho voglia di leggerne la descrizione in un libro di botanica : faccio più presto a tramutarlo in gelso o in platano o in salice. Son così belli anche gli alberi della mia piana, così pieni di grazia, in questi primi giorni di primavera, che li possia­mo benissimo usare per l' « incontro ».
« Sono discesa nel campo a vedere le piante verdi della valle, a vedere se le viti mettevano le loro gemme, e ho detto : " Io salirò sulla palma e m'aggrapperò ai suoi rami " » (Cantico dei Cantici).
Ognuno ha un suo ricordo legato a un albero. Potrei raccontarvi la storia del mio cuore con colori e stormir di foglie. Le più dolci confidenze le ho fatte a due pini, che, dalla parte di matti­na, proteggevano il mio primo presbiterio.

Signore, ti ringrazio di aver fatto altare una pianta di sicomoro, consacrando, nella tua pietà, la poesia d'ogni stagione.

- don Primo Mazzolari -
da: "Zaccheo", pagg. 7,8,9,10, Ed. La Locusta, maggio 1967



"Se tu hai un peso nella tua coscienza, se tu hai vergogna di tante cose che hai commesso, fermati non spaventarti. Pensa che qualcuno ti aspetta perchè mai ha smesso di ricordarti; e questo qualcuno è tuo Padre, è Dio che ti aspetta! Arrampicati come ha fatto Zaccheo, sali sull'albero della voglia di essere perdonato; io ti assicuro che non sarai deluso. Gesù è misericordioso e mai si stanca di perdonare! Ricordatelo bene così è Gesù."

- Papa Francesco -


"Zaccheo, scendi subito, perchè oggi devo fermarmi a casa tua."

(Luca 19, 1-10)


Si, l'amore di Cristo ha raggiunto ciascuno e ciascuna di voi, cari fratelli e sorelle, con quel medesimo "prezzo" della Redenzione. 
In conseguenza di ciò, vi siete resi conto come appartenete più a voi stessi. Questa nuova consapevolezza è stata il frutto dello "sguardo amorevole" di Cristo nel segreto del vostro cuore. 
Voi avete risposto a questo sguardo, scegliendo colui che per primo ha scelto ciascuno e ciascuna di voi, chiamandovi con l'immensità del suo amore redentivo. 

- San Giovanni Paolo II - 
Redemptionis Donum, 3




Buona giornata a tutti. :-)







lunedì 22 dicembre 2014

Martin, il calzolaio che aspettava Gesù - Comunità missionaria Villaregia -

Martin, avvicinandosi il Natale desiderava preparare qualcosa per Gesù. 
Gli preparò un paio di scarpe, una torta, e mise da parte dei risparmi che potevano servire a Gesù per i suoi poveri.
Quando era tutto pronto si mise ad aspettarlo. Improvvisamente qualcuno fuori gridò: "Al ladro, al ladro...". Una donna afferrava un bambino che le aveva rubato una mela. Martin, si addolorò e pensò: "Adesso, se arriva la polizia o lo prende, come passerà il Natale?". Prese i risparmi che aveva messo da parte per Gesù e li diede alla donna, pregandola di lasciar andare il bambino.
Nuovamente incominciò ad aspettare Gesù e per la finestra si accorse di un paio di piedi che camminavano scalzi sulla neve. "Chi sarà?", si domandò. 
E uscì a cercare il proprietario di quei piedi. Era un giovane: "Vieni, entra in casa mia, riscaldati un poco", gli disse. Afferrò le scarpe che aveva fatto per Gesù e gliele diede. Si disse felice: "Per Gesù mi rimane ancora la torta". 
Già il sole tramontava e vide un anziano che camminava curvo sulla strada. "Povero vecchietto, forse non avrà mangiato niente tutto il giorno". 
Lo invitò ad entrare nella sua casa, non gli restava che la torta, pazienza, pensò tra sè, offrendo la torta al povero, accoglierò Gesù un'altra volta. 
Dopo che anche l'anziano se ne andò, il povero Martin, si sentiva felice e nello stesso tempo triste, aveva preparato tutto per Gesù, ma lui non era arrivato: pazienza!
Durante la notte fece un sogno: nel sogno gli si presentò Gesù e gli disse: "Martin, mi stavi aspettando?".
"Sì, ti ho atteso tutto il giorno..."
"Ma io sono venuto a visitarti per ben tre volte. Grazie dei tuoi regali!"
E Martin vide che Gesù aveva nelle sue mani i risparmi e la torta, ai suoi piedi le scarpe. Si svegliò felice: Gesù era venuto a visitarlo.

- Comunità missionaria Villaregia -



"E Maria diede alla luce il suo figliuolo e lo fasciò e lo pose a giacere in una greppia".
La stalla fu la prima chiesa e la greppia il primo tabernacolo, dopo il seno purissimo di Maria. Ogni cosa può diventare un ostensorio del suo amore. Anzi, le più umili, le più spregiate ne rispettano meglio il mistero, lasciandone trasparire e conservandone il divino incanto.

don Primo Mazzolari
da: Il Vangelo del reduce, 1945




(...)Il cristianesimo è l’inquietudine più grande, la più intensa. Esso inquieta l’esistenza comune nel suo fondamento. Dove deve nascere un cristiano, vi deve essere un’inquietudine: ove un cristiano è nato, c’è dell’inquietudine. 
San Paolo parla del gemito di ogni creatura. Dunque, io sono uno che sta male, non perché credo, ma nella mia stessa qualità di credente, poiché, credendo, non aderisco all’evidenza, ma al mistero. 
Anche se San Tommaso afferma che l’atto di fede si differenzia da tutti gli altri atti del pensiero per questa specie di “cogitazione”, che fa che lo spirito non sia in riposo nella fede. L’avventura cristiana continua in chi crede. 
Non c’è bisogno di rinunciare ad entrare in porto perché la ricerca continui. 
La Fede non è un approdo, ma un sicuro orientamento di Grazia verso l’approdo. 
La traversata continua e travagliosamente. 
Chi non ha la grazia di credere è tentato dall’incertezza e dal timore del niente, di nessuno. Chi ha la grazia di credere è travagliato dalla luce stessa che gli fu comunicata.(...)

- don Primo Mazzolari -

Da: L’inquietudine del cristiano





Vieni Signore Gesù

Quando il nostro cuore si svuota della speranza
e si riempie di scoraggiamento.
Quando il nostro cuore si svuota dell'amore
e si riempie di rancore.
Quando il nostro cuore si svuota della luce
e si riempie di incertezze sulle scelte da fare.
Quando il nostro cuore è stanco
e affaticato per il peso della croce che portiamo.
Quando il nostro cuore si svuota della Grazia
e si riempie del peccato.
Quando il nostro cuore non ti riconosce
e non ti vede nella vita quotidiana,
e si riempie di sfiducia.
Vieni Signore Gesù e riempi il nostro cuore di te!




Buona giornata a tutti. :-)

mercoledì 17 settembre 2014

Il miracolo - don Bruno Ferrero -

Questa è la storia vera di una bambina di otto anni che sapeva che l'amore può fare meraviglie. Il suo fratellino era destinato a morire per un tumore al cervello. I suoi genitori erano poveri, ma avevano fatto di tutto per salvarlo, spendendo tutti i loro risparmi.
Una sera, il papà disse alla mamma in lacrime: "Non ce la facciamo più, cara. Credo sia finita. Solo un miracolo potrebbe salvarlo".
La piccola, con il fiato sospeso, in un angolo della stanza aveva sentito.
Corse nella sua stanza, ruppe il salvadanaio e, senza far rumore, si diresse alla farmacia più vicina. Attese pazientemente il suo turno. Si avvicinò al bancone, si alzò sulla punta dei piedi e, davanti al farmacista meravigliato, posò sul banco tutte le monete.
"Per cos'è? Che cosa vuoi piccola?".
"È per il mio fratellino, signor farmacista. È molto malato e io sono venuta a comprare un miracolo".
"Che cosa dici?" borbottò il farmacista.
"Si chiama Andrea, e ha una cosa che gli cresce dentro la testa, e papà ha detto alla mamma che è finita, non c'è più niente da fare e che ci vorrebbe un miracolo per salvarlo. Vede, io voglio tanto bene al mio fratellino, per questo ho preso tutti i miei soldi e sono venuta a comperare un miracolo".
Il farmacista accennò un sorriso triste.
"Piccola mia, noi qui non vendiamo miracoli".
"Ma se non bastano questi soldi posso darmi da fare per trovarne ancora. Quanto costa un miracolo?".
C'era nella farmacia un uomo alto ed elegante, dall'aria molto seria, che sembrava interessato alla strana conversazione.
Il farmacista allargò le braccia mortificato. La bambina, con le lacrime agli occhi, cominciò a recuperare le sue monetine. L'uomo si avvicinò a lei.
"Perché piangi, piccola? Che cosa ti succede?".
"Il signor farmacista non vuole vendermi un miracolo e neanche dirmi quanto costa…. È per il mio fratellino Andrea che è molto malato. Mamma dice che ci vorrebbe un'operazione, ma papà dice che costa troppo e non possiamo pagare e che ci vorrebbe un miracolo per salvarlo. Per questo ho portato tutto quello che ho".
"Quanto hai?".
"Un dollaro e undici centesimi…. Ma, sapete…." Aggiunse con un filo di voce, "posso trovare ancora qualcosa….".
L'uomo sorrise "Guarda, non credo sia necessario. Un dollaro e undici centesimi è esattamente il prezzo di un miracolo per il tuo fratellino!"
Con una mano raccolse la piccola somma e con l'altra prese dolcemente la manina della bambina.
"Portami a casa tua, piccola. Voglio vedere il tuo fratellino e anche il tuo papà e la tua mamma e vedere con loro se possiamo trovare il piccolo miracolo di cui avete bisogno".
Il signore alto ed elegante e la bambina uscirono tenendosi per mano.
Quell'uomo era il professor Carlton Armstrong, uno dei più grandi neurochirurghi del mondo. Operò il piccolo Andrea, che potè tornare a casa qualche settimana dopo completamente guarito.
"Questa operazione" mormorò la mamma "è un vero miracolo. Mi chiedo quanto sia costata…".
La sorellina sorrise senza dire niente. Lei sapeva quanto era costato il miracolo: un dollaro e undici centesimi…. più, naturalmente l'amore e la fede di una bambina.

Se aveste almeno una fede piccola come un granello di senape, potreste dire a questo monte: "Spostati da qui a là e il monte si sposterà". Niente sarà impossibile per voi (Vangelo di Matteo 17,20).

- don Bruno Ferrero - 

da: "C'è ancora qualcuno che danza"



"Difendere la famiglia non è retrogrado, ma profetico!"

- Papa Benedetto XVI -



Gli uomini si amano come sono e non come dovrebbero essere.
Se le nostre mamme avessero aspettato a volerci bene quando noi fossimo diventati buoni, forse sarebbero morte senza volerci bene.


- don Primo Mazzolari - 



A nessuno sfugge che la felicità privata e pubblica dipende in modo particolarissimo dall'istituzione familiare. Quanto più profonde radici, avrà messo la virtù in casa, con quanta più cura saranno stati formati gli animi dei figli dalle parole e dall'esempio dei genitori all'osservazione dei precetti religiosi, tanto più ricchi saranno i frutti nella comunità. Perciò interessa sommamente che la società familiare non solo sia costituita santamente, ma anche sia retta da leggi sante, e sia in essa promosso diligentemente e costantemente lo spirito di pietà e il modo di vivere cristiano."

- Papa Leone XIII - 





Dissi all’uomo che stava
all’inizio dell’anno:
“Dammi una lampada
affinché possa inoltrarmi
sicuro nell’ignoto”.
Egli mi rispose:
“Esci nella notte
e metti la tua mano
nella mano di Dio.
Ti sarà
più utile della luce
e più sicuro
di una strada conosciuta”…

(Minnie Louise Haskins)



Buona giornata a tutti :-)

venerdì 11 luglio 2014

Cristo, oggi sono in cerca di pane - don Primo Mazzolari -

Cristo, oggi sono in cerca di pane,
il mio pane quotidiano,
quello che serve per la fame di oggi,
per passare di là oggi,
per avere forza di remare sotto la tempesta di oggi.
Il pane che non ha profumo se non di sudore,
il pane che non ha gusto, se non di vita,
il pane che fa stare in piedi,
che serve a camminare,
a remare, a vangare,
a combattere con la fede,
a morire in pace.
Oggi non so come leggo il Vangelo,
se in ginocchio o in piedi,
se adorando o imprecando,
se con disperazione o con fede…
Il Vangelo sta contro di me, contro tutti.
Poiché “in principio era la Parola”
e la parola è il pane quotidiano
per ogni uomo che viene al mondo.     

(Don Primo Mazzolari - Impegno con Cristo)




Levatevi, non temere. Una fedeltà intelligente, delicata e senza compromessi all’integrità del messaggio evangelico, una perfetta purezza di cuore e un assoluto distacco dalle grandezze carnali: ecco il nostro viatico. Con questo animo il cristiano può consentire a perdersi e a tutto perdere, sicuro di guadagnare tutto.

Don Primo Mazzolari- da Il Samaritano


Il più grosso pericolo per una religione di vita non è il camminare pericolosamente, ma il fermarsi troppo saggiamente.

Primo Mazzolari- da Rivoluzione cristiana



Preghiera per la notte

In quest’ora, o Signore, in cui il giorno ha termine e la notte incomincia, a te eleviamo un inno di grazie implorando il tuo aiuto. 
Salga esso profondo dal cuore, ove l’amor nostro purificato ti cerchi e la nostra mente disciplinata ti adori.
Il giorno è tuo, la notte è tua, Signore!
Come male abbiamo usato di questo tuo dono anche oggi! Con le ombre che tornano, tornano i ricordi amari, e le nostre colpe ci stanno dinanzi.
Non raccolti in te, abbiamo lavorato senza sentire la nobiltà cristiana del nostro lavoro, abbiamo lasciato andare il nostro spirito nella dissipazione, nell’insincerità, nella mormorazione.
Così la giornata ci è passata in poco amore verso di te 
e in poca carità verso il prossimo.
Perdona, o Signore, ancora una volta, perdona, 
e raccoglici tutti nella tua misericordia!
La tua benedizione, che discende con le ombre della sera, trovi i nostri cuori ben disposti, confermi le nostre disposizioni, 
ci renda più fedeli alle promesse del battesimo, 
e ci restituisca domani più buoni alla famiglia, 
al lavoro, alla vita nostra di ogni giorno e di ogni ora.
Vergine Santa, madre nostra Maria, 
alla tua intercessione noi ci raccomandiamo. 
Valga essa, congiunta a quella dei nostri Santi protettori e dei Santi tutti di cui tu sei regina, 
valga a meritarci le benedizioni di Dio e il riposo all’ombra delle sue ali.
Scenda abbondante la celeste benedizione su noi, 
sulle nostre case, sulla nostra parrocchia, su tutti gli uomini.
Scenda dolce e serena agli infermi, luce agli erranti, 
pace per coloro che soffrono, giustizia per i poveri e per gli oppressi.
Scenda in modo speciale ai nostri morti. 
Siano essi nella tua pace, o Dio. 
Le loro preghiere ci aiutino a santificare nell’amore e nel lavoro i nostri giorni, e il loro ricordo, coltivato con pietà, ci richiami sempre al pensiero che la terra è un luogo d’esilio, che la nostra vera patria è nel cielo dove ci aspetti e dove regni con Cristo e con lo Spirito Santo per tutti i secoli. Amen. 

don Primo Mazzolari


Buona giornata a tutti :-)




giovedì 23 gennaio 2014

Amore - don Primo Mazzolari -

Amore in ogni parola
che si spegne sul mio labbro;

amore in ogni lacrima solitaria
sparsa nella disperazione impotente
di esistere singolarmente;

amore in ogni desiderio che fugge veloce
verso l'impossibile;

amore in ogni sguardo di bimbo
spensierato e libero;

amore in ogni amarezza che inonda
la mia gola e la mia vita,
arsa dal peso di essere me stesso;

amore in ogni paura di non essere
ciò che vuole l'Altissimo;

amore nella vanità di ogni sforzo sincero;

amore nella dolcezza e nei ricordi
della fanciullezza passata;

amore nella sera grigia
di questo qualsiasi giorno.

Ma al di sopra, e al di dentro
di questo amore voglio la pace
che supera ogni senso.


(don Primo Mazzolari)


Il seme e la spiga

La speranza vede la spiga quando i miei occhi di carne non vedono che il seme che marcisce.


- Primo Mazzolari -





Sulle strade della giustizia e dell’amore, un cristiano che non sia un “ di più” è perduto.” Non c’è amore più grande”…. L’amore più grande fa la rivoluzione più grande, la sola di cui il mondo ha bisogno” 

Don Primo Mazzolari - Rivoluzione cristiana



Si diventa fanatici ogni volta che ci si dimentica che Dio ci dà la consegna di lavorare per il bene, non quella di farlo trionfare.

Don Primo Mazzolari


Preghiera per la sera

Eterno Padre, io vi offro oggi tutte le virtù, gli atti,
gli affetti del Cuore del vostro caro Gesù.
Accettateli per me e per i suoi meriti;
concedetemi quelle grazie che Gesù vi domanda per me.
Con questi meriti io vi ringrazio di tante misericordie usatemi.
Con questi soddisfo quello che vi debbo per i miei peccati.
Per questi spero ogni grazia da voi, il perdono,
la perseveranza, il paradiso, 
e sopra tutto il sommo dono del vostro puro amore.
Vedo già che sono io che a tutto pongo impedimento,
ma a ciò ancora voi rimediate.
Io vi prego per amore di Gesù Cristo il quale ha promesso:
Si quid petieritis Patrem in nomine meo, dabit vobis.
Dunque non me lo potete negare. 
Signore, io non voglio che amarvi, 
che donarmi a voi intieramente,
e non vedermi più ingrato come sono stato sinora.
Guardatemi ed esauditemi; 
fate che oggi sia il giorno ch'io tutto mi converta a voi,
per non lasciare mai più d'amarvi.
V'amo, mio Dio, v'amo, bontà infinita; 
v'amo, mio amore, mio paradiso, mio bene, mia vita, mio tutto.
Gesù mio, tutto mio; voi mi volete, io vi voglio.

Sant’Alfonso Maria de’ Liguori

Buona giornata a tutti :-)