Martin, avvicinandosi il Natale desiderava
preparare qualcosa per Gesù.
Gli preparò un paio di scarpe, una torta, e mise
da parte dei risparmi che potevano servire a Gesù per i suoi poveri.
Quando era tutto pronto si mise ad aspettarlo.
Improvvisamente qualcuno fuori gridò: "Al ladro, al ladro...". Una
donna afferrava un bambino che le aveva rubato una mela. Martin, si addolorò e
pensò: "Adesso, se arriva la polizia o lo prende, come passerà il Natale?".
Prese i risparmi che aveva messo da parte per Gesù e li diede alla donna,
pregandola di lasciar andare il bambino.
Nuovamente incominciò ad aspettare Gesù e per la
finestra si accorse di un paio di piedi che camminavano scalzi sulla neve.
"Chi sarà?", si domandò.
E uscì a cercare il proprietario di quei
piedi. Era un giovane: "Vieni, entra in casa mia, riscaldati un
poco", gli disse. Afferrò le scarpe che aveva fatto per Gesù e gliele
diede. Si disse felice: "Per Gesù mi rimane ancora la torta".
Già il
sole tramontava e vide un anziano che camminava curvo sulla strada. "Povero
vecchietto, forse non avrà mangiato niente tutto il giorno".
Lo invitò ad
entrare nella sua casa, non gli restava che la torta, pazienza, pensò tra sè,
offrendo la torta al povero, accoglierò Gesù un'altra volta.
Dopo che anche
l'anziano se ne andò, il povero Martin, si sentiva felice e nello stesso tempo
triste, aveva preparato tutto per Gesù, ma lui non era arrivato: pazienza!
Durante la notte fece un sogno: nel sogno gli si
presentò Gesù e gli disse: "Martin, mi stavi aspettando?".
"Sì, ti ho atteso tutto il giorno..."
"Ma io sono venuto a visitarti per ben tre volte.
Grazie dei tuoi regali!"
E Martin vide che Gesù aveva nelle sue mani i risparmi
e la torta, ai suoi piedi le scarpe. Si svegliò felice: Gesù era venuto a
visitarlo.
- Comunità
missionaria Villaregia -
"E Maria diede alla luce il suo figliuolo e lo fasciò e lo pose a giacere in una greppia".
La stalla fu la prima chiesa e la greppia il primo
tabernacolo, dopo il seno purissimo di Maria. Ogni cosa può diventare un
ostensorio del suo amore. Anzi, le più umili, le più spregiate ne rispettano
meglio il mistero, lasciandone trasparire e conservandone il divino incanto.
don Primo
Mazzolari
da: Il Vangelo del reduce, 1945
(...)Il cristianesimo è l’inquietudine
più grande, la più intensa. Esso inquieta l’esistenza comune nel suo
fondamento. Dove deve nascere un cristiano, vi deve essere un’inquietudine: ove
un cristiano è nato, c’è dell’inquietudine.
San Paolo parla del
gemito di ogni creatura. Dunque, io sono uno che sta male, non perché credo, ma
nella mia stessa qualità di credente, poiché, credendo, non aderisco
all’evidenza, ma al mistero.
Anche se San Tommaso afferma che l’atto di fede si
differenzia da tutti gli altri atti del pensiero per questa specie di
“cogitazione”, che fa che lo spirito non sia in riposo nella fede. L’avventura
cristiana continua in chi crede.
Non c’è bisogno di rinunciare ad entrare in
porto perché la ricerca continui.
La Fede non è un approdo, ma un sicuro
orientamento di Grazia verso l’approdo.
La traversata continua e
travagliosamente.
Chi non ha la grazia di credere è tentato dall’incertezza e
dal timore del niente, di nessuno. Chi ha la grazia di credere è travagliato
dalla luce stessa che gli fu comunicata.(...)
- don Primo Mazzolari -
Da: L’inquietudine del cristiano
Vieni Signore
Gesù
Quando il nostro
cuore si svuota della speranza
e si riempie di
scoraggiamento.
Quando il nostro
cuore si svuota dell'amore
e si riempie di
rancore.
Quando il nostro
cuore si svuota della luce
e si riempie di
incertezze sulle scelte da fare.
Quando il nostro
cuore è stanco
e affaticato per il
peso della croce che portiamo.
Quando il nostro
cuore si svuota della Grazia
e si riempie del
peccato.
Quando il nostro
cuore non ti riconosce
e non ti vede nella
vita quotidiana,
e si riempie di
sfiducia.
Vieni Signore Gesù e riempi il nostro cuore di te!
Buona giornata a tutti. :-)
Vieni Signore Gesù e riempi il nostro cuore di te!
Buona giornata a tutti. :-)
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