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mercoledì 10 dicembre 2014

Leggenda di Natale a Cresburg -

Cresburg è l'unico paese del mondo cristiano in cui le campane suonano la gloria della nascita del Redentore cinque minuti dopo la mezzanotte.
Viveva a Cresburg una vecchina di oltre cent'anni: si chiamava Gret.
Una sera, era la sera del ventiquattro dicembre, nella piccola casa entrò improvvisamente la Morte: era passata dalla porta chiusa, silenziosamente.
Gret, che stava sferruzzando lestamente, alzò gli occhi su lei:
- E' ora? - chiese ansiosa.
- E' ora - rispose la Morte.
- Aspetta ancora un poco, te ne prego - supplicò la vecchina - Devo finire questa maglia di lana.
- Quanto tempo occorre?
Gret diede un rapido sguardo al lavoro, fece un breve conto e rispose: - Due ore. Due ore mi bastano.
- E' troppo.
- Ma io devo assolutamente finire la maglia. Tutti gli anni ne faccio una per il Bambino che nasce. E se non riesco a finirla, il Bambino avrà freddo. Non senti che gelo?
- Due ore di ritardo nell'ubbidire alle leggi di Dio - rispose gravemente la Morte - significano duecento anni di pene da scontarsi prima di raggiungere la pace divina.
La vecchina ebbe un moto di sgomento.
Ma poi scosse il capo: - Non importa - rispose - Il Bambino, senza maglia, soffrirebbe. Duecento anni? Pazienza.
E continuò a sferruzzare veloce, mentre la Morte, in un angolo, attendeva.
Mancavano pochi minuti alla mezzanotte, allorché Gret alzò il capo: Sono pronta, disse alla Morte.
Uscirono insieme e s'incamminarono vicine sotto il cielo coperto di stelle.
Troc, troc, faceva la falce, picchiando sulle scapole nude della Morte.
Sulla grande strada alberata dovettero fermarsi.
Circondato da un alone di luce bianchissima, avanzava il Bambino che si recava a Betlemme.
La vecchina si inginocchiò, e, quando Egli le fu vicino, gli porse umilmente la maglia.
Gesù si fermò, guardò la Morte che attendeva, poco discosto e chiese: - Dove andate?
- A scontar duecento anni di pene per raggiungere la felicità eterna - rispose la vecchina.
Il Bambino la fece alzare e si rivolse alla Morte: - Vattene - le disse - L'accompagno io.
La prese per mano e ritornò indietro sulla via percorsa, fino in Paradiso.
Poi riprese il cammino per andare a Betlemme: quando vi giunse era la mezzanotte e cinque minuti.

Di cosa ha bisogno il Dio Bambino?
Di nulla, se non del calore dell'amore di chi si mette in gioco per lui, come lui si è messo in gioco per salvare i suoi fratelli!



"In un momento storico 
nel quale il regno del mondo 
si sfascia dalle fondamenta,
è di suprema importanza 
volgere gli occhi al vero, unico ed eterno Re,
nel quale soltanto
è riposta la speranza del mondo". 

(Servo di Dio don Dolindo Ruotolo)




"Colui che ha una grande ricchezza in se stesso è come una stanza pronta per la festa di Natale, luminosa, calda e gaia in mezzo alla neve e al ghiaccio della notte di dicembre..."

- Arthur Schopenhauer - 


La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà. 
Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo. 
È una posizione ragionevole negare le pietre della strada; diventerà un dogma religioso riaffermarle. 
È una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno; sarà una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli. Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. 
Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. 
Noi ci ritroveremo a difendere non solo le incredibili virtù e l'incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. 
Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l'erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

- Gilbert Keith Chesterton -




Buona giornata a tutti. :-)












martedì 15 aprile 2014

L'amore crocifisso – don Dolindo Ruotolo

Il nostro amore deve essere crocifisso:
nella mente, con le oscurità
nel cuore, con le aridità
nella vita, con le contrarietà
nell'onore, con le ingiustizie
nella dignità, con le umiliazioni
nelle persone care, con l'ansietà
negli ideali, con i disinganni
nelle speranze, col vuoto
nelle preghiere stesse, con la sterilità
nell'apostolato, con l'insuccesso
nella carità, con l'ingratitudine
nel corpo, con i malanni
nelle necessità, con la povertà
negli slanci dello spirito, col peso delle miserie.

Quando in questa completa crocifissione
l'anima crede
l'anima spera
l'anima ringrazia
l'anima rimane fedele a Dio
l'anima glorifica tutte le cose
allora essa Lo ama.

(Sacerdote Dolindo Ruotolo)


Calmati

Se la tua fede vacilla, calmati: Dio ti guarda.
Se tutto sembra finire, calmati: Dio rimane.
Se sei nella tristezza, calmati: Dio è la consolazione.
Se il peccato ti opprime, calmati: Dio perdona.
Se hai i nervi tesi, calmati: Dio è pazienza.
Se nessuno ti comprende, calmati: Dio ti conosce.
Se urgono scelte importanti, calmati: Dio ti guida.
Se sei smarrito, calmati: Dio ti vede.
Se sei in difficoltà, calmati: Dio è provvidente.
Se la malattia ti logora, calmati: Dio guarisce.
Se la croce è pesante, calmati: Dio ti sostiene.
Se la morte ti spaventa, calmati: Dio è risurrezione.
Dio è sempre con noi, ci ama e ci ascolta.



Le scelte di ogni giorno

Signore,
sto comprendendo che spesso
cerco la via più semplice e meno faticosa:
faccio l'autostop
piuttosto di camminare;
invento malesseri
piuttosto di affrontare momenti impegnativi;
regalo menzogne
quando mi è chiesta la verità
preferisco nascondermi
quando mi è chiesto di collaborare;
scarico la colpa sugli altri
quando dovrei assumermi le mie responsabilità;
prendo in giro gli amici
invece di essere solidale con loro;
ho dato spazio alle lamentele e ai piagnistei
anziché vivere le giornate con gioia.
Signore,
fammi capire il senso della vita.



O Mamma Maria,
dolcissima regina del Cielo e della Terra,
insegnami Tu ad amare Gesù,
ed a celebrare bene il Santo Sacrificio della Messa!
Scuoti da me ogni fiamma terrena,
donami i tuoi affetti,
partecipami la tua purezza,
fa' che io sia veramente Sacerdote,
vivendo di Gesù Cristo e donandolo alle anime!
Così sia.

(servo di Dio don Dolindo Ruotolo)


Buona giornata a tutti :-)








venerdì 21 febbraio 2014

Maria, donna del primo sguardo - Don Tonino Bello -


Sì, è stata lei la prima a posare gli occhi sul corpo nudo di Dio.
E l'ha avvolto immediatamente con lo sguardo.
Prima ancora di avvolgerlo in fasce.
Anzi, l'ha coperto subito nei panni, quasi per comprimere la luce di quel corpo e non rimanerne accecata.
Eccolo lì, 1'atteso delle genti lambito dagli occhi di Maria, come agnello tremante sfiorato dalla lingua materna.
I patriarchi ne avevano spiato 1'arrivo fin dai secoli remoti. Ma, pur inarcando i sopraccigli canuti, non ebbero la gioia di vederlo.
I profeti, con vaticini carichi di mistero, ne avevano disegnato il volto. Ma i loro occhi si erano chiusi senza poterlo fissare da vicino.
I poveri avevano provato mille soprassalti a ogni stormire di notizie. Ma si dovettero accontentare ogni volta di inseguirlo nei sogni.
Nelle notti d'inverno i pastori, al crepitare del bivacco, parlavano di colui che sarebbe venuto. E i loro occhi, mentre si allenavano a sostenere la fiamma dei sarmenti, luccicavano di febbre.
Nelle sere di primavera, dense di presagi, i padri additavano ai figli le stelle del firmamento e li cullavano con le cadenze di antiche elegie: «Oh, se tu squarciassi i cieli e scendessi...»Poi chiudevano le palpebre anche loro, stanchi di scrutare. Le fanciulle ebree, profumate di gerani e di desideri, si confidavano 1'un l' altra ingenui presentimenti di arcane maternità. Ma nel lampeggiare delle pupille balenava subito la malinconia dolcissima di chi non verrà mai esaudito.
Occhi di vegliardi e di bambini. Occhi di esuli e di oppressi. Occhi di sofferenti e di sognatori.
Quanti occhi protesi verso di lui! Anelanti la vista del suo volto. Delusi per ritardi imprevisti. Stanchi per lunghe vigilie. Fiammeggianti per subitanee speranze. Chiusi sottoterra per sempre, dopo l'ultima struggente invocazione: «Ostende faciem tuam!».
Ed ecco lo finalmente lì, 1'Emmanuele, bagnato dalle lacrime della puerpera, che scintillano come gemme al guizzare della lanterna.
Gli occhi di Maria tremano d'amore sul corpo di Gesù. Nella loro profondità si riaccende una lunga catena di sguardi inesauditi del passato. Nelle sue pupille si concentra la trepidazione di attese secolari. E nell'iride le si destano all'improvviso fuochi sopiti sotto le ceneri del tempo.
Maria diventa così la donna del primo sguardo.
Solo una creatura come lei, d'altra parte, poteva dare degnamente il benvenuto sulla terra al Figlio di Dio, accarezzandolo con occhi trasparenti di santità.
Dopo di lei, avranno il privilegio di vederlo tanti altri. Lo vedrà Giuseppe. Lo vedranno i pastori. Più tardi, lo vedrà Simeone, che se ne morirà in pace perché i suoi occhi hanno potuto contemplare la salvezza di Dio...
Ma la prima a fasciarlo con la tiepida trama del suo sguardo, nella notte profumata di muschio e di stalla, perché il fieno non lo pungesse e il freddo non lo raggelasse, fu lei.
Donna del primo sguardo: prescelta, cioè, dai secoli eterni per essere, dopo una foresta di attese, riviera limpidissima bagnata dal fiume della grazia.
Santa Maria, donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore. Il mondo ci ha rubato la capacità di trasalire. Non c'è rapimento negli occhi. Siamo stanchi di aguzzare la vista, perché non ci sono più arrivi in programma. L'anima è riarsa come il greto di un torrente senz'acqua. Le falde profonde della meraviglia si sono prosciugate. Vittime della noia, conduciamo una vita arida di estasi. Ci sfilano sotto gli occhi solo cose già viste, come sequenze di un film ripetute più volte.
Ci sfugge l'ora in cui il primo acino d'uva rosseggia tra i pampini. Viviamo stagioni senza primizie di vendemmie. Anzi, sappiamo già quale sapore ogni frutto racchiude sotto la corteccia.
Tu che hai provato le sorprese di Dio, restituiscici, ti preghiamo, il gusto delle esperienze che salvano, e non risparmiarci la gioia degli incontri decisivi che abbiano il sapore della "prima volta" .
Santa Maria, donna del primo sguardo, donaci la grazia della tenerezza.
Le tue palpebre, quella notte, sfiorarono l'Agnello deposto ai tuoi piedi con un tiepido brivido d'ala. Le nostre, invece, si poggiano sulle cose, pesanti come pietre. Passano sulla pelle, ruvide come stracci di bottega. Feriscono i volti, come lame di rasoio.
I tuoi occhi vestirono di carità il Figlio di Dio. I nostri invece, spogliano con cupidigia i figli dell'uomo.
Al primo contatto delle tue pupille con la sorgente della luce si illuminarono gli sguardi delle generazioni passate. Quando, invece, spalanchiamo noi le nostre orbite, contaminiamo anche le cose più sante e spegniamo gli sguardi delle generazioni future.
Tu che hai portato sempre negli occhi incontaminati i riverberi della trasparenza di Dio, aiutaci perché possiamo sperimentare tutta la verità delle parole di Gesù: «La lucerna del corpo è l'occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce».
Santa Maria, donna del primo sguardo, grazie perché, curva su quel bambino, ci rappresenti tutti.
Tu sei la prima creatura ad aver contemplato la carne di Dio fatto uomo: e noi vogliamo affacciarci alla finestra degli occhi tuoi per fruire con te di questa primizia.
Ma sei anche la prima creatura della terra che Dio ha visto con i suoi occhi di carne: e noi vogliamo aggrapparci alle tue vesti per spartire con te questo privilegio.
Grazie, impareggiabile amica dei nostri Natali. Speranza delle nostre solitudini. Conforto dei nostri gelidi presepi senza cori di angeli e senza schiere di pastori.
Perdonaci se i nostri sguardi sono protesi altrove. Se inseguiamo altri volti. Se corriamo dietro ad altre sembianze. Ma tu sai che nel fondo dell' anima ci è rimasta la nostalgia di quello sguardo. Anzi, di quegli sguardi: del tuo e del suo.
E allora, un' occhiata, daccela pure a noi, madre di misericordia. Soprattutto quando sperimentiamo che, a volerci bene, non ci sei rimasta che tu.
                                   
                                                              

Sarà lo Spirito Santo a fecondare la vergine e questo non soltanto spiega la nascita virginale di Gesù, ma è anche un'immagine della nostra vita. Il frutto più grande che possiamo dare non viene da noi stessi, né dalla fecondazione attraverso altre persone, bensì è generato dallo Spirito Santo. In questo Maria, la donna che crede, è un esempio per i cristiani.

- Anselm Grün -



Il “sì” di Maria, già perfetto all’inizio, è cresciuto fino all’ora della Croce. Lì la sua maternità si è dilatata abbracciando ognuno di noi, la nostra vita, per guidarci al suo Figlio. 

Papa Francesco Udienza Generale Mercoledì, 23 ottobre 2013





Santa Maria, donna del silenzio, persuadici che solo nel silenzio maturano le cose grandi della vita:
la conversione, l'amore, il sacrificio, la morte.

don Tonino Bello


Preghiera a Maria SS.

(Testo di don Dolindo Ruotolo)

Donaci, o Maria, la grazia di seguire Gesù 
come pecorelle del suo ovile, 
e col tuo misericordioso amore 
accompagnaci ai pascoli dell'eterna vita!
Così sia


Buona giornata a tutti. :-)


lunedì 3 giugno 2013

Chi morrà, vedrà... Il Purgatorio e il Paradiso - don Dolindo Ruotolo

Il telescopio del Monte Palomar

Ve lo faccio intendere con un paragone scientifico. 

Sul monte Palomar, in America, è installato il più colossale telescopio del mondo, che avvicina il cielo stellato all'occhio che lo scruta, di milioni di anni luce. Le distanze nel cielo stellato non si misurano col metro o col chilometro, ma col percorso della luce. Questa in un minuto secondo percorre 300 mila chilometri. In un minuto primo percorre 18 milioni di chilometri. In un'ora, in un giorno, in un anno quanti chilometri percorrerà? E’ una misura che dà le vertigini. Ora, per avvicinare l'occhio al cielo stellato c'è voluto questo telescopio gigantesco, la cui lente ha un diametro di 5 metri e 50 centimetri, e lo strumento è montato in una cupola, con l'apertura al cielo, che è più grande di quella di S. Pietro in Roma. Per rendere pura e limpida la lente, in modo da non avere imperfezioni, neppure di un piccolissimo neo, ci vollero 12 anni di lavoro, impiegando, per purificarla, 70 tonnellate di abrasivo specialissimo. Terminata questa lunga purificazione, per trasportare la lente sul monte in modo che non si fosse minimamente scalfita, si dovette perforare il monte con un vasto tunnel, si dovettero costruire ponti e strade speciali. Montata la lente nel telescopio, fisso al cielo stellato per l'apertura della cupola, si cominciarono le osservazioni, ma era ed è proibito, anche ad una sola persona, fuori dello scienziato, di entrare nella cupola, perché il respiro di una sola persona, pur in un ambiente colossale, impedirebbe la piena e limpida osservazione dell'astro. Voi capite? Per osservare una stella, tanta assoluta purezza in una lente, tanto prolungato lavoro di purificazione, tanta penosa fatica di operai! 

L'anima nostra non deve affisare una stella ma Dio; non deve affisarlo con una lente, ma col lume della gloria, e questo lume non può tutta illuminarla se rimane in lei anche un neo che può offuscarlo. A queste riflessioni che sono strettamente e rigorosamente scientifiche, chi potrebbe osare di lamentarsi della divina giustizia? Ma non è tanto giustizia, è misericordia, e mai come nel Purgatorio la giustizia e la misericordia si sono abbracciate nel bacio dell'amore, mai l'amore di una creatura in grazia ha sospirato alla perfezione quanto un'anima purgante. 
E’ una toletta di amore che deve fare, e non la trova né lunga né ingiusta, perché deve presentarsi alle eterne nozze di una eterna felicità.
Dolindo Ruotolo



È venuto Gesù per dirci che ci vuole tutti in Paradiso e che l'inferno, del quale poco si parla in questo nostro tempo, esiste ed è eterno per quanti chiudono il cuore al suo amore.
 
- Papa Benedetto XVI - 




Vieni, o Maria, regna nel mondo!
Vengano dalla cattedra di Pietro
novelli impulsi alla devozione filiale a Te,
e la tua luce fulgidissima dissipi gli errori.

don Dolindo Ruotolo




Il cristiano deve vincere la tentazione di “mischiarsi nella vita degli altri”: è l’esortazione di Papa Francesco nella Messa di stamani alla Casa Santa Marta. Il Papa ha inoltre sottolineato che chiacchiere e invidie fanno tanto male alla comunità cristiana e che non si può “dire soltanto la metà che ci conviene”

Papa Francesco - 18 maggio 2013

Ancora oggi qualcuno dice: “Cristo sì, la Chiesa no”.Come quelli che dicono “io credo in Dio ma non nei preti”. Ma è proprio la Chiesa che ci porta Cristo e che ci porta a Dio; la Chiesa è la grande famiglia dei figli di Dio. Certo ha anche aspetti umani; in coloro che la compongono, Pastori e fedeli, ci sono difetti, imperfezioni, peccati, anche il Papa li ha e ne ha tanti, ma il bello è che quando noi ci accorgiamo di essere peccatori, troviamo la misericordia di Dio, il quale sempre perdona. Non dimenticatelo: Dio sempre perdona e ci riceve nel suo amore di perdono e di misericordia. Alcuni dicono che il peccato è un’offesa a Dio, ma anche un’opportunità di umiliazione per accorgersi che c’è un’altra cosa più bella: la misericordia di Dio. Pensiamo a questo.

Papa Francesco - Udienza Generale 29 maggio 2013
 
 
.....Dio si fa vicino a noi, nel sacrificio della Croce si abbassa entrando nel buio della morte per darci la sua vita, che vince il male, l'egoismo e la morte. Gesù  anche questa sera si dona a noi nell'Eucarestia, condivide il nostro stesso cammino, anzi si fa cibo, il vero cibo che sostiene la nostra vita anche nei momenti in cui la strada si fa dura, gli ostacoli rallentano i nostri passi.
Papa Francesco, 30 maggio 2013
 
“‘Volgiti a noi, Signore, e abbi misericordia di noi, perché siamo tristi, siamo angosciati.
Vedi la nostra miseria e la nostra pena e perdona tutti i peccati’, perché dietro una guerra sempre ci sono i peccati... ‘Volgiti a noi, Signore, e abbi misericordia, perché siamo tristi e angosciati. Vedi la nostra miseria e la nostra pena’. Siamo sicuri che il Signore ci ascolterà e farà qualche cosa per darci lo spirito di consolazione. Così sia”.

Papa Francesco Omelia Santa Marta, 2 Giugno 2013




Preghiera per la sera

E’ passato un altro giorno Signore,
è passato un altro giorno 
e ho percorso un altro tratto delle strade della vita.
Perdonami per tutte le volte che ho risposto “Si” alla tua parola
per poi comportarmi nel modo contrario.
Perdonami per tutte le volte che ho fatto il bene
solo dopo alcuni ripensamenti ed indecisioni.
Aiutami  domani a ritrovare l’entusiasmo
per accogliere senza condizioni il tuo difficile invito
ad amare i fratelli.
Il silenzio della notte renda più vera la mia preghiera,
perché con il riposo del corpo,
il cuore possa contemplare l’ampiezza
e la profondità della tua pace.
Amen








sabato 25 maggio 2013

Atto di abbandono a Gesù - don Dolindo Ruotolo

...Perché vi confondete agitandovi? 
Lasciate a me la cura delle vostre cose e tutto si calmerà. Vi dico in verità che ogni atto di vero, cieco, completo abbandono in me, produce l'effetto che desiderate e risolve le situazioni spinose.
Abbandonarsi a me non significa arrovellarsi, sconvolgersi e disperarsi, volgendo poi a me una preghiera agitata perché io segua voi, e cambiare così l'agitazione in preghiera. 
Abbandonarsi significa chiudere placidamente gli occhi dell'anima, stornare il pensiero dalla tribolazione, e rimettersi a me perché io solo vi faccia trovare, come bimbi addormentati nelle braccia materne, nell'altra riva.
Quello che vi sconvolge e vi fa un male immenso è il vostro ragionamento, il vostro pensiero, il vostro assillo ed il volere ad ogni costo provvedere voi a ciò che vi affligge.
Quante cose io opero quando l'anima, tanto nelle sue necessità spirituali quanto in quelle materiali, si volge a me, mi guarda, e dicendomi: "pensaci tu", chiude gli occhi e riposa! Avete poche grazie quando vi assillate per produrle, ne avete moltissime quando la preghiera è affidamento pieno a me. Voi nel dolore pregate perché io operi, ma perché io operi come voi credete... Non vi rivolgete a me, ma volete voi che io mi adatti alle vostre idee; non siete infermi che domandano al medico la cura, ma, che gliela suggeriscono. Non fate così, ma pregate come vi ho insegnato nel Pater: "Sia santificato il tuo nome", cioè sii glorificato in questa mia necessità; "venga il tuo regno", cioè tutto concorra al tuo regno in noi e nel mondo; "sia fatta la tua volontà", ossia PENSACI TU.
Se mi dite davvero: "sia fatta la tua volontà", che è lo stesso che dire: "pensaci tu", io intervengo con tutta la mia onnipotenza, e risolvo le situazioni più chiuse. Ecco, tu vedi che il malanno incalza invece di decadere? Non ti agitare, chiudi gli occhi e dimmi con fiducia: "Sia fatta la tua volontà, pensaci tu". Ti dico che io ci penso, che intervengo come medico, e compio anche un miracolo quando occorre. Tu vedi che l'infermo peggiora? Non ti sconvolgere, ma chiudi gli occhi e di': "Pensaci tu". Ti dico che io ci penso
E' contro l'abbandono la preoccupazione, l'agitazione e il voler pensare alle conseguenze di un fatto.
Ci penso solo quando chiudete gli occhi. 
Voi siete insonni, voi volete tutto valutare, tutto scrutare, confidando solo negli uomini. 
Voi siete insonni, voi volete tutto valutare, tutto scrutare, a tutto pensare, e vi abbandonate così alle forze umane, o peggio agli uomini, confidando nel loro intervento. E' questo che intralcia le mie parole e le mie vedute. Oh, come io desidero da voi questo abbandono per beneficarvi, e come mi accoro nel vedervi agitati! Satana tende proprio a questo: ad agitarvi per sottrarvi alla mia azione e gettarvi in preda delle iniziative umane. Confidate perciò in me solo, riposate in me, abbandonatevi a me in tutto. Io faccio miracoli in proporzione del pieno abbandono in me, e del nessuno pensiero di voi; io spargo tesori di grazie quando voi siete nella piena povertà! Se avete vostre risorse, anche in poco, o, se le cercate, siete nel campo naturale, e seguite quindi il percorso naturale delle cose, che è spesso intralciato da satana. Nessun ragionatore o ponderatore ha fatto miracoli, neppure fra i Santi.
Opera divinamente chi si abbandona a Dio.
Quando vedi che le cose si complicano, di' con gli occhi dell'anima chiusi:
"Gesù, pensaci tu".
E distràiti, perché la tua mente è acuta... e per te è difficile vedere il male. Confida in me spesso, distraendoti da te stesso. Fa' così per tutte le tue necessità. Fate così tutti, e vedrete grandi, continui e silenziosi miracoli. Ve lo giuro per il mio amore. Io ci penserò ve lo assicuro. Pregate sempre con questa disposizione di abbandono, e ne avrete grande pace e grande frutto, anche quando io vi faccio la grazia dell'immolazione di riparazione e di amore che impone la sofferenza. Ti sembra impossibile? Chiudi gli occhi e di' con tutta l'anima: "Gesù pensaci tu". Non temere ci penso io. E tu benedirai il mio nome umiliandoti. Mille preghiere non valgono un atto solo di fiducioso abbandono: ricordatelo bene. Non c'è novena più efficace di questa:
O Gesù m'abbandono in Te, pensaci tu!

(Gesù a don Dolindo Ruotolo)



Opera divinamente chi si abbandona a Dio. Quando vedi che le cose si complicano, di' con gli occhi dell'anima chiusi: "Gesù, pensaci tu". 
(Don Dolindo)



"E quando viene un po' la vanità, e uno crede di essere un po' il Premio Nobel della Santità, anche la memoria ci fa bene: "Ma ... ricordati da dove ti ho preso: dalla fine del gregge. Tu eri dietro, nel gregge".

(Papa Francesco)








Perché Dio sia con noi è necessaria l'umiltà e l'obbedienza, la semplicità e la pace, giacché Egli non dimora con i superbi e non può agire da padrone nelle anime agitate. 
Dio sceglie la via del dolore e delle umiliazioni per le anime che gli sono care, per ottenere che esse gli si donino, e nel fallimento di ogni loro iniziativa confidino in Lui solo. 
Questa è la loro prosperità, questo è il segreto della loro fecondità. Benediciamo Dio! 
Non ci concentriamo nei nostri dolori, non li consideriamo con un senso di pessimismo e con un senso di affanno esagerato, quasi che tutto fosse finito per noi. 
Più infuria l'uragano e più dobbiamo essere solleciti a rifugiarci nell'unico ricovero impermeabile all'acqua della tribolazione e sicuro nella tempesta: La volontà di Dio!

Don Dolindo Ruotolo

Buona giornata a tutti :-)



giovedì 9 maggio 2013

Convertimi, Signore, convertimi! - Don Dolindo -

Convertiamoci sinceramente al Signore; ognuno ne ha estremo bisogno, perché ognuno, anche se non è peccatore, ha bisogno di migliorarsi. 
L’anima ha bisogno di restaurarsi e di ringiovanirsi, perché con il passare degli anni si debilita, ed ha bisogno di profonde scosse di grazia per risorgere a vita nuova. 
Ci sono a volte certi stati di decadimento che sembrano invincibili, certi rilassamenti nella preghiera contro i quali nulla ci può, se non interviene un miracolo della misericordia di Dio.
Convertimi, Signore, convertimi, rinnova tu la mia povera vita, prostrami nel mio nulla, aprimi il cuore all’ amore, fammi tutto tuo. 
Languisce in me la preghiera, languiscono le attività dello spirito, sento un’oziosità invincibile nelle potenze dell’anima mia, e non so come rialzarmi. 
Sollevami Tu con lo splendore della tua misericordia, sollevami con la tua grazia, dammi la mano, rinnovami, affinché io compia ciò che tu voi da me.
Chiudi i miei occhi alle cose della terra, aprili alle cose celesti, attraimi, trasformami, fammi vivere soprannaturalmente nello Spirito Santo. 

Io ti domando il dono della vigilanza per ricercare te solo, il dono della preghiera per conversare con te, e il dono della purezza dello spirito nell’umiltà, e della purezza dei sensi nella castità.
Prostrami, Signore, abbatti questo indomito destriero, fammi mordere la polvere umiliandomi, affinché io mi risollevi, amandoti sopra tutte le cose.
Converti l’umanità tutta che in questi malaugurati tempi corre sfrenata verso gli abissi della perdizione, e ti perseguita, o Signore, nella tua Chiesa. Sollevala ora con la tua parola di vita, illuminala con la tua luce, guidala al Sacerdozio, perché sia riconsacrata al tuo amore, e ti riconosca Re d’Amore, vivendo per te, desiderando il tuo regno, sospirando all’eterna beatitudine.

Don Dolindo


La sapienza infatti è come dice il suo nome, ma non a molti essa è chiara.
Ascolta, figlio, e accetta il mio parere; non rigettare il mio consiglio.
Piega la tua spalla e portala, non disdegnare i suoi legami.
Avvicinati  ad essa con tutta l’anima e con tutta la tua forza resta nelle sue vie.
Seguine le orme e cercala, ti si manifesterà; e una volta raggiunta, non lasciarla.
Alla fine troverai in lei il riposo, ed essa ti si cambierà in gioia.

(Siracide 6, 22-23, 25-28)





Il Pastore ha bisogno del bastone contro le bestie selvatiche che vogliono irrompere tra il gregge; contro i briganti che cercano il loto bottino.
Anche la Chiesa deve usare il bastone del pastore, il bastone col quale protegge la fede contro i falsificatori, contro gli orientamenti che sono, in realtà disorientamenti.
… Non si tratta di amore se si lascia proliferare l’eresia, il travisamento e il disfacimento della fede, come se noi autonomamente inventassimo la fede.
Come se non fosse più dono di Dio, la perla preziosa che non ci lasciamo strappare via.

- papa Benedetto XVI -
Saldi nella Fede (I Pt. 5, 8-9).

Per non cambiare "la verità di Dio 
con la menzogna" (Rm 1,25).

Il bastone del pastore:
per proteggere il deposito della fede
dai falsificatori.



9 Maggio – Maria Madre dell’Unità’


Fioretto

In onore della Madonna, oggi sarai strumento di unità e di coesione negli ambienti di vita e di lavoro. Ti industrierai a fare in modo che qualsiasi divisione venga superata nel nome di Gesù e di Maria, creando quel clima di solidarietà, amici e pace dove sei e lavori per l’avvento del suo Regno di amore, giustizia e pace.



Vieni, o Maria, regna nel mondo! 
Vengano dalla cattedra di Pietro novelli impulsi alla devozione filiale a Te, 
e la tua luce fulgidissima dissipi gli errori.

 (don Dolindo Ruotolo)


Buona giornata a tutti. :-)