Visualizzazione post con etichetta Padre Michel Quoist. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Padre Michel Quoist. Mostra tutti i post

giovedì 20 agosto 2015

Non vi sono che due amori - Padre Michel Quoist -

Non vi sono che due amori, o Signore,
l'amore di me, l'amore di te e degli altri,
ed ogni qualvolta mi amo, è un po' meno di amore per te e per gli altri, una perdita d'amore, 
perché l'amore è fatto per uscire da me e volare verso gli altri.
Ogni qualvolta ripiega su me, intisichisce; marcisce e muore.
L'amore di me, o Signore, è un veleno che sorbisco ogni giorno,
l'amore di me mi offre una sigaretta e non ne dà al mio vicino,
l'amore di me sceglie la parte migliore e tiene il posto migliore,
l'amore di me accarezza i miei sensi e ruba il pane sulla mensa degli altri,
l'amore di me parla di me e mi rende sordo all'altrui parola,
l'amore di me sceglie ed impone la scelta all'amico,
l'amore di me mi traveste e mi trucca, vuol farmi brillare eclissando gli altri;
l'amore di me mi compatisce e trascura la sofferenza altrui,
l'amore di me diffonde le mie idee e disprezza quelle altrui,
l'amore di me mi trova virtuoso, mi chiama persona per bene,
l'amore di me mi incita a guadagnar denaro, a spenderlo per il mio piacere, ad ammucchiarlo per il mio avvenire,
l'amore di me mi suggerisce di dare ai poveri per addormentare la mia coscienza e vivere in pace.
L'amore di me m'infila le pantofole e mi adagia in poltrona,
l'amore di me è soddisfatto di me e mi addormenta dolcemente.
La cosa più grave, o Signore, si è che l'amore di me è un amore rubato.
Era destinato agli altri, ne avevano bisogno per vivere, per perfezionarsi, ed io l'ho distolto.
Così l'amore di me crea la sofferenza umana,
così l'amore degli uomini per loro stessi crea la miseria umana,
tutte le miserie umane,
tutte le sofferenze umane,
la sofferenza del ragazzo che la madre batte senza motivo e quella dell'uomo che il padrone riprende davanti agli operai;
la sofferenza della ragazza brutta abbandonata nel ballo e quella della sposa che il marito non abbraccia più;
la sofferenza del bambino che si lascia a casa perché ingombra e quella del nonno deriso dai bambini perché troppo vecchio;
la sofferenza dell'uomo ansioso che non s'è potuto confidare e quella dell'adolescente inquieto di cui s'è messo in ridicolo il tormento;
la sofferenza del disperato che si butta in acqua e quella del bandito che si sta per fucilare;
la sofferenza del disoccupato che vorrebbe lavorare e quella del lavoratore che rovina la sua salute per una paga irrisoria;
la sofferenza del padre che raduna la famiglia in una sola stanza accanto ad un villino vuoto e quella della mamma i cui bambini hanno fame mentre si buttano via i resti di un banchetto;
la sofferenza di chi muore solo, mentre i famigliari nella stanza vicina attendono il momento fatale prendendo il caffè.
Tutte le sofferenze,
tutte le ingiustizie, le amarezze, le umiliazioni, le pene, gli odi, le disperazioni,
tutte le sofferenze sono una fame non saziata,
una fame di amore.
Così gli uomini hanno edificato, lentamente a forza di egoismi, un mondo snaturato che schiaccia gli uomini;
così gli uomini trascorrono sulla terra il loro tempo a rimpinzarsi del loro amore avvizzito,
mentre attorno ad essi gli altri muoiono di fame tendendo loro le braccia.
Hanno rovinato l'amore,
ho rovinato il tuo amore, o Signore.
Questa sera ti chiedo di aiutarmi ad amare.
Concedimi, o Signore, di spargere l'amore vero nel mondo.
Fa' che per mezzo mio e dei tuoi figli penetri un po' in tutti gli ambienti, in tutte le società, in tutti i sistemi economici e politici, in tutte le leggi, i contratti, i regolamenti;
fa' che penetri gli uffici, le officine, i quartieri, le case, i cine, i balli;
fa' che penetri il cuore degli uomini e che mai io dimentichi che la lotta per un mondo migliore è una lotta di amore, al servizio dell'amore.
Aiutami ad amare, o Signore,
a non sprecare le mie potenze di amore,
ad amarmi sempre meno per sempre più amare gli altri,
affinché attorno a me nessuno soffra o muoia
per aver io rubato l'amore che ad essi occorreva per vivere.

Figliuolo, mai giungerai a mettere amore a sufficienza nel cuore dell'uomo e nel mondo, perché l'uomo ed il mondo hanno fame di un amore infinito,
e Dio solo può amare di amore senza limiti.
Ma se vuoi, figliuolo, ti do la mia vita.
Prendila in te.
Io ti do il mio cuore, lo dono ai miei figli: ama col mio cuore, figliuolo, 
tutti insieme sazierete il mondo, e lo salverete.

- Padre Michel Quoist -
(da Parlami d'amore , 9a Edizione, 1988 )



Signore, aiutami ad accostarmi al tuo Vangelo non per cercarvi  ricette che non vi si possono trovare ma per nutrirmi della tua Parola, e che, come buon grano, essa cresca nelle mie terre fertili, fiorisca per i miei fratelli, come Buona Novella, e faccia maturare per loro frutti di giustizia e di pace.


- Padre Michel Quoist - 



La nostra vocazione altro non è che la fatica tenace e gioiosa di liberare tutta la luce e la bellezza seminate in noi: verità dell'uomo è una luce custodita in un guscio di fragile argilla.

 - Padre Ermes Ronchi -






Buona giornata a tutti. :-)














lunedì 6 luglio 2015

Non ho tempo - Michel Quoist

Sono uscito, o Signore.
Fuori la gente usciva.
Andavano, venivano, camminavano, correvano.
Correvano i motorini. Correvano le macchine.
Correvano i camion. Correva la strada.
Correva la città. Correvano tutti.
Correvano per non perdere tempo.
Correvano dietro al tempo, per guadagnar tempo.
Arrivederci, signore, scusi, non ho tempo.
Ripasserò, non posso attendere, non ho tempo.
Termino questa lettera, perché non ho tempo.
Avrei voluto aiutarla, ma non ho tempo.
Non posso accettare.. per mancanza di tempo.
Vorrei pregare, ma non ho il tempo.
Il bambino, gioca, non ha tempo subito... più tardi...
Lo scolaro, deve fare i compiti, non ha tempo subito... più tardi...
L'universitario, ha i suoi corsi e tanto lavoro, non ha tempo subito...più tardi...
Il giovane, fa dello sport, non ha tempo subito... più tardi...
Il padre di famiglia, ha i bambini, non ha tempo subito... più tardi...
I nonni, hanno i nipotini, non hanno tempo subito... più tardi...
Sono malati! Hanno le loro cure, non hanno tempo adesso... più tardi...
Sono moribondi, non hanno...
Troppo tardi!... non hanno più tempo!
Così gli uomini corrono tutti dietro al tempo, o Signore.
Passano sulla terra correndo, frettolosi, precipitosi.
E non arrivano mai a tutto, perché manca loro tempo.
Signore, sembra che Tu abbia fatto un errore di calcolo.
Le ore sono troppo brevi! I giorni sono troppo brevi!
Le vite sono troppo brevi! Ma Tu sai quello che fai.
Tu non ti sbagli quando distribuisci il tempo agli uomini.
Tu doni a ciascuno il tempo di fare quello che tu vuoi che egli faccia.
Ma non bisogna perdere tempo,
sprecare tempo,
ammazzare il tempo.
Perché il tempo è un regalo che tu ci fai,
ma un regalo che non si conserva.
Signore, io ho tempo.
Tutto il tempo che tu mi dai.
Gli anni della mia vita.
Le giornate dei miei anni.
Le ore delle mie giornate.
Sono tutti miei.
A me spetta riempirli, serenamente,
con calma, ma riempirli tutti, fino all'orlo.
Per offrirteli, in modo che della loro acqua insipida
Tu faccia un vino generoso,
come facesti un tempo a Cana per le nozze umane.
Non Ti chiedo questa sera,
o Signore,
il tempo di fare questo e poi ancora quello che io voglio,
ti chiedo la grazia di fare coscienziosamente,
nel tempo che tu mi dai,
quello che tu vuoi ch'io faccia.
In questo sta la  felicità.
(Padre Michel Quoist)

“La persistenza della memoria ”
conosciuto anche come Gli orologi molli
Salvador Dalì – 1931
The Museum of Modern Art di New York

Capita il giorno in cui gli scenari crollano. Alzarsi, tram, quattro ore di fabbrica o di ufficio, mangiare, quattro ore di lavoro, mangiare, dormire e Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato sullo stesso ritmo. Capita che un giorno, un giorno soltanto, il "perché" emerge, e tutto comincia in questa stanchezza tinta di stupore. "Comincia", questo è l'importante. La stanchezza è alla fine degli atti di una vita meccanica, ma inaugura allo stesso tempo il movimento della coscienza.

- Albert Camus - 

Da: Il mito di Sisifo



Bisogna regalare ai genitori i nostri giorni, il nostro tempo, quello che si dice di non avere mai... 
Ma allora quale tempo in più ci regala Dio? Quello che noi regaliamo e che doniamo agli altri, che ci torna indietro decuplicato. "Cerca dentro di te i giorni che non credevi di avere, cercali... Io te li ho dati".

 (Roberto Benigni)




Buona giornata a tutti. .-)






lunedì 27 aprile 2015

La regina del bosco - Maria Maddalena Covassi

La grande quercia del bosco era molto vecchia.
Nella corteccia del tronco e dei rami, i solchi lasciati dal tempo erano profondi.
Non sapeva ancora quanto le rimanesse da vivere.
Un tempo era stata eletta regina del bosco, non solo per la sua grandezza, ma anche per la sua bontà.
Nel folto della sua chioma, come un grande mamma teneva i nidi degli uccellini.
Li riparava dal freddo e dal vento, durante l’inverno, e dalla calura nelle giornate estive.
Il suo impegno era quello di mantenere l’ordine e la giustizia affinché nel bosco  tutto funzionasse a dovere.
Ma ora era giunto il tempo di lasciare la corona.
Voglio eleggere il mio successore –disse – per fare questo ho bisogno di aiuto, chiamerò i miei amici uccellini.
Detto questo diede un forte scossone alla sua chioma e da questa uscirono cinguettando spaventati un gran numero di uccellini dai più svariati colori.
-Ho bisogno di voi – disse la quercia- voglio affidarvi un compito.
Gli uccellini ripresisi dallo spavento si fermarono sui rami ad ascoltare.
Voglio riunire tutti gli alberi –disse la quercia- per nominare il mio successore.
Andate e dite ad ognuno che questa sera al chiarore della luna piena ci sarà una grande assemblea.
Gli uccellini fecero quello che gli aveva chiesto la quercia; nel bosco, intanto, si spargeva la notizia che mise in allarme tutte le piante.
Ogni albero era convinto di possedere le migliori qualità, e perciò si sentiva in diritto di essere eletto.
C’era chi si vantava di avere un bel tronco lungo e diritto, chi una grande e folta chioma, altri ritenevano di far maturare dei frutti meravigliosi.
Per migliorare il loro aspetto, gli alberi chiamarono in aiuto alcuni animaletti.
Gli scoiattoli con la coda, si misero a lucidare il tronco del loro albero preferito e per fare questo salivano e scendevano dall’albero.
Il picchio lavorò incessantemente tutto il giorno picchiettando per mangiare tutte le larve e i  vermetti .
Venne la notte, la luna era già alta nel cielo e  i suoi raggi rendevano scintillanti le foglie degli alberi bagnate dall’umidità della sera.
La grande quercia dalla sua posizione riusciva a vedere tutti perché si trovava proprio in cima ad una collinetta.
Bene –disse- vedo che siete tutti pronti! Sapete perché vi ho chiamato; ora vorrei sentire le vostre voci.
Il carpino fu il primo a prendere la parola.
- Cara quercia, ci dispiace molto che tu abbia deciso di non governarci più; sono convinto che non avrai difficoltà nella scelta di colui che continuerà a governare con la tua stessa saggezza e lo stesso impegno.
E’un impegno faticoso, che richiede un albero dal legno duro, tenace e compatto che sia in grado di combattere le avversità, e tu lo sai che io possiedo tutte queste qualità.
- Hai dimenticato una cosa! - disse il tiglio che si trovava poco distante .
Io vivo molti anni, anzi decenni, e questo mi sembra un aspetto da non sottovalutare…potrei governare a lungo.
Non dimenticate l’altezza – disse il pino – il mio sguardo arriva fino al mare, da quassù potrei controllare ogni cosa.
La grande quercia ascoltava attentamente mentre la luna osservava perplessa.
Il gufo saggio che se ne stava appollaiato su un ramo scuoteva la testa.
- Puoi parlare !- disse la quercia- mi sarebbe utile un tuo consiglio.
Da molti anni vivo in questo bosco -disse il gufo -  conosco tutti gli alberi, i loro pregi e i loro difetti.
Non c’è nessuno che sia perfetto, ognuno ha qualcosa di diverso ed è questo che  li rende unici e speciali.
Tutti sono utili per la nostra sopravvivenza, nei tronchi troviamo riparo, nei rami si costruiscono i nidi, i frutti degli alberi ci sfamano, le gemme e i fiori profumati servono alle api per il loro miele delizioso.
Ti ringrazio caro gufo, le tue parole mi hanno fatto riflettere -disse la quercia – e prima di prendere una decisione voglio pensarci bene.  
Intanto vicino ad una siepe, al limitare del bosco un cipresso e un coniglio chiacchieravano animatamente: - Fatti avanti –diceva il coniglio- che cosa aspetti a parlare?!
Ma io di che cosa posso vantarmi ?- rispose il cipresso- che per parlare con il suo amico stava piegato quasi fino a toccare la punta per terra.
Io ti conosco bene - disse il coniglio – tu non ami il chiasso e le chiacchiere inutili.
E’ vero che vivi in disparte, un po’ isolato, ma non per questo non conosci il bosco! Tu non parli molto, ma ascolti tanto, sei onesto e saggio e chi ha bisogno può contare sul tuo aiuto.
 E vero, è così! - Dissero in coro la volpe, l’orso, il riccio e gli altri animaletti che avevano ascoltato la conversazione. -
Il nostro amico cipresso ha un grande cuore, noi vogliamo che ci accudisca e ci governi.
Erano queste le parole che la grande quercia voleva sentire e così prese la sua decisione e fece diventare il timido cipresso il re del bosco.
La luna nel cielo sorrise compiaciuta e poi stanca, se ne andò a dormire, lasciando il posto ai primi deboli raggi di sole.

 (Maria Maddalena Covassi)


Signore,
ch'io non cerchi di raccogliere sorrisi
quanto di seminarli.

- Anna Marinelli - 




L'unico modo di avere un amico è esserlo.

- Ralph Waldo Emerson - 
"Amicizia"



Un amico
  
Ho stretto la mano dell'amico, Signore,
e improvvisamente, di fronte a quel volto triste e preoccupato,
ho temuto la tua assenza nel suo cuore.
Sono impacciato come davanti ad un tabernacolo chiuso
quando ignoro se tu vi abiti.
Se tu non fossi presente, Signore, noi saremmo separati.
Perché la sua mano nella mia non sarebbe che carne su carne,
e il suo cuore per il mio, cuore d'uomo per l'uomo.
Voglio la tua vita per lui e per me insieme,
perché voglio che il mio amico sia, per tuo merito,
il mio fratello.

- Padre Michel Quoist -



Buona giornata a tutti. :-)



mercoledì 5 novembre 2014

Com'è facile - don Tonino Lasconi -


Come è facile, Signore,
celebrare la tua Cena sotto le arcate della chiesa!
Come è facile, Signore,
riconoscerci peccatori
recitando distrattamente:
«Signore pietà!».
Come è facile, Signore,
rispondere
«Rendiamo grazie a Dio!»
alla tua Parola che ci comanda
di portare ciascuno
i problemi degli altri;
di leggere la tua presenza
nelle cose, nelle persone,
nei fatti.
Come è facile, Signore,
assistere in ginocchio
a te che diventi
pane e vino per tutti.
Come è facile, Signore,
dare la mano al vicino
dicendo:
"La pace sia con te!".
Come è facile, Signore,
mangiare l'unico pane
al suono dell'organo.
Ma tu, Signore,
dicendoci
"Fate questo in memoria di me"
ci hai comandato
di rifare tutta la tua vita,
non solo il gesto che la riassume.
Signore,
aiutami a celebrare la tua messa
da lunedì a sabato.
Signore,
che la messa diventi la vita,
e la vita la messa.


- don Tonino Lasconi -
da: "Amico Dio", Ed. Paoline




(2 Cor 6, 16b; 7, 1)Noi siamo il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto: “Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò” e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo (Lv 26, 11-12; Ez 37, 27).
In possesso dunque di queste promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni macchia della carne e dello spirito, portando a compimento la nostra santificazione, nel timore di Dio.




La preghiera di lode è una preghiera cristiana per tutti noi. 
Nella Messa, tutti i giorni, quando cantiamo ripetendo “Santo, Santo, Santo...”, questa è una preghiera di lode, lodiamo Dio per la sua grandezza perché è grande. E gli diciamo cose belle, perché a noi piace che sia così… 
La preghiera di lode ci fa fecondi. 
Sara ballava nel momento grande della sua fecondità a novant’anni! La fecondità dà lode al Signore. L’uomo o la donna che lodano il Signore, che pregano lodando il Signore - e quando lo fanno sono felici di dirlo - e si rallegrano quando cantano il Sanctus nella Messa sono un uomo o una donna fecondi. 
Pensiamo che bello è fare le preghiere di lode. Questa dev’essere la nostra preghiera di lode e, quando la eleviamo al Signore, dobbiamo dire al nostro cuore: “Alzati, cuore, perché stai davanti al re della gloria. Insieme alla preghiera di lode, la preghiera di intercessione è oggi un grido al Padre per i nostri fratelli cristiani perseguitati e assassinati e per la pace nel nostro mondo sconvolto. 
Lodate sempre il Signore, non smettete di farlo, lodatelo sempre di più, incessantemente. 
Mi hanno detto di gruppi di preghiera in cui si recita insieme il Rosario. 
La preghiera alla Madonna non deve mancare mai, mai! 
Ma quando voi vi riunite, lodate il Signore! 

(Papa Francesco, Discorso, 31 ottobre 2014).








Buona giornata a tutti :-)


lunedì 16 giugno 2014

Calma – Padre Michel Quoist -

Signore,
fa' che con calma
riempia le mie giornate,
come il mare lentamente
ricopre tutta la spiaggia;



illumina la mia vita
come i raggi del tuo sole
fanno cantare
la superficie delle acque.

(Padre Michel Quoist)




“L’unica cosa che lo Spirito Santo richiede da noi è solo di dargli il nostro tempo, anche se all’inizio esso dovesse sembrare tempo perso.

Io non dimenticherò mai la lezione che un giorno mi fu data a questo riguardo. Dicevo a Dio: “Signore, dammi il fervore e io ti darò tutto il tempo che vuoi per la preghiera”.

Nel mio cuore trovai la risposta: “Dammi il tuo tempo e io ti darò tutto il fervore che vuoi nella preghiera”.



( Padre Raniero Cantalamessa)


Jean Guitton (Saint-Etienne 18 agosto 1901 – Parigi 21 marzo 1999) 
L’ultima cena di Gesù, partenza di Giuda
acquarello

Insegnami il tempo

Dio mio,
insegnami ad usare bene il tempo che tu mi dai
e ad impiegarlo bene, senza sciuparne.
Insegnami a prevedere senza tormentarmi,
insegnami a trarre profitto dagli errori passati,
senza lasciarmi prendere dagli scrupoli.
Insegnami ad immaginare l'avvenire
senza disperarmi che non possa essere
quale io l'immagino.
Insegnami a piangere sulle mie colpe
senza cadere nell'inquietudine.
Insegnami ad agire senza fretta,
e ad affrettarmi senza precipitazione.
Insegnami ad unire la fretta alla lentezza,
la serenità al fervore, lo zelo alla pace.
Aiutami quando comincio,
perché è  proprio allora che io sono debole.
Veglia sulla mia attenzione quando lavoro,
e soprattutto riempi Tu i vuoti delle mie opere.
Fa' che io ami il tempo
che tanto assomiglia alla Tua grazia
perché esso porta tutte le opere alla loro fine
e alla loro perfezione
senza che noi abbiamo l'impressione
di parteciparvi in qualche modo.

(Jean Guitton)




….Signore questa sera ti offro, 
per tutte le persone che non ti conoscono, 
o per tutte quelle che non pensano a pregare, 
questa biancheria candida, più morbida, 
più vaporosa, 
questa biancheria che profuma 
dell’amore delle mamme 
e di quello delle spose.
Ti offro tutti questi gesti quotidiani che,
ripetuti mille volte,
intessono nell’ ombra belle vite, 
vite meravigliose di umili
che sanno che amare significa resistere, 
ben al di là delle fatiche.


(Risponde il Signore) 

“Figliola, te l’ho mai detto? 
Te lo dico, e tu dillo ai tuoi fratelli: 
il Regno dei Cieli assomiglia ad una donna 
che, per tutta la vita, 
della biancheria sporca fa biancheria pulita, 
e non per il potere del detersivo miracoloso, 
ma col miracolo dell’amore, 
Ogni giorno silenziosamente donato”.

- Padre Michel Quoist -




Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it

domenica 2 marzo 2014

Era in mezzo alla strada, vacillante – Padre Michel Quoist -


Era in mezzo alla strada, vacillante. 
Cantava a squarciagola con la sua voce rauca
da ubriacone inveterato.
La gente si voltava, si fermava, si divertiva.
È arrivato un vigile, silenzioso, alle spalle.
Lo ha preso brutalmente per la spalla e portato dentro.
Cantava ancora.
La gente rideva.
Non ho riso.
Ho pensato, o Signore, alla donna che questa sera
attenderebbe invano.
Ho pensato a tutti gli altri ubriaconi della città,
quelli dei bar e dei caffè,
quelli dei ritrovi e dei night-club.
Ho pensato al loro ritorno, alla sera, in casa,
ai bimbi spaventati,
al portafoglio vuoto,
ai colpi,
alle grida,
alle lacrime,
ai bambini che nascerebbero dalle strette puzzolenti.
Ora hai steso la tua notte sulla città, o Signore.
E mentre s'intrecciano e snodano drammi
gli uomini che hanno difeso l'alcool,
fabbricato l'alcool,
venduto l'alcool,
nella stessa notte s'addormentano in pace.
Penso a tutti questi, mi fanno pietà;
hanno fabbricato e venduto miseria,
hanno fabbricato e venduto peccato.
Penso a tutti gli altri, la folla degli altri che lavorano
per distruggere e non per costruire,
per insozzare e non per nobilitare,
per istupidire e non per rasserenare,
per avvilire e non per accrescere.
Penso particolarmente, o Signore, a quella moltitudine
che lavora per la guerra,
che per nutrire la famiglia deve lavorare e distruggerne altre,
che per vivere deve preparare la morte.
Non ti chiedo di strapparli tutti al loro lavoro: non è possibile.
Ma fa', o Signore, che si pongano dei problemi,
che non dormano tranquilli,
che lottino in questo mondo in disordine,
che siano fermento,
che siano redentori.
Per tutti i feriti nell'anima e nel corpo, vittime del lavoro
dei loro fratelli.
Per tutti i morti, di cui migliaia di uomini hanno
coscienziosamente preparato la morte.
Per quell'ubriacone, grottesco clown in mezzo alla strada.
Per l'umiliazione e le lacrime della moglie.
Per la paura e le grida dei bambini.
Signore, abbi pietà di me troppo spesso sonnolento.
Abbi pietà degli infelici completamente addormentati e complici
di un mondo in cui fratelli si uccidono tra loro
per guadagnare il pane.

(Padre Michel Quoist)



Io non amo la gente perfetta, 
quelli che non sono mai caduti, 
non hanno inciampato.
A loro non si è svelata la bellezza della vita

- Boris Pasternak -



Non essere un conduttore di luce, ma una sorgente di luce in te.
L'opera cui Dio ci chiama non è il fare per il fare,
ma "l'Essere qualcuno per fare qualcosa".
L'attività è l'espressione, 
l'irradiazione della persona 
e non l'impressione che si vuole suscitare di sé negli altri 
o imprimersi in ciò che si fa finendo col ritrovarsi invischiati o imprigionati

- Tommaso Notarstefano - 



La civiltà non è né il numero né la forza, né il denaro. 
La civiltà è il desiderio paziente, appassionato, ostinato, 
che vi siano sulla terra meno ingiustizie, meno dolori, meno sventure. 
La civiltà è amarsi.

- Raoul Follereau -


Buona giornata a tutti. :-)



mercoledì 27 novembre 2013

Pregare - Padre Michel Quoist

Pregare è andare incontro al “Padre nostro”,
il Dio Amore, come il fiume incontro alla sua sorgente
e la luce incontro al suo sole.
Pregare è dire a Dio:

Sorgente, aspetto da Te l’acqua viva,
fra le mie rive quotidiane,
senza Te, acqua stagnante sarei che imputridisce e muore.

Sole, aspetto da Te la luce, per le strade del giorno,
senza Te, non sarei che bambino di notte,
perduto, per una strada senza sbocco.

Vento, aspetto da te la forza, che gonfi le mie vele offerte,
senza Te non sarei che barca abbandonata,
che mai del porto non varca i moli.

Brezza, aspetto da te il soffio, per prendere il volo.
Senza te, non sarei che un uccello inquinato,
che si trascina nel fango.

…e da Te, l’Artista, aspetto che faccia sgorgare
dal mio legno e dalle mie corde
una misteriosa vita,
perché senza Te non sarei che uno strumento
inutile, trascurato, immobile, muto, nello scrigno dei miei giorni.

…Ma incontro a Te io vengo,
eccomi, o Artista ineffabile,
e come violino preso fra le tue braccia amorose,
raccolto e libero, sotto le Tue dita che mi cercano,
io mi offro per sposarti in un abbraccio d’amore,
e nostro figlio sarà la Musica, perché canti il Mondo.

Sì, mio caro, pregare.
È alzarsi e camminare incontro a Dio, che viene incontro a noi.
E’ riconoscere che Lui è la nostra Vita e il nostro Amore.
E’ raccogliersi totalmente e totalmente offrirsi,
per lasciarsi amare prima ancora che voler amare.

(Padre Michel Quoist)





Amare non vuol dire impossessarsi di un altro per arricchire se stesso bensì donarsi ad un altro per arricchirlo.

- Padre Michel Quoist - 


La preghiera dell'umile

Ho pensato, Signore,
a quel povero mattone
interrato nel buio
della base del grande edificio.
Nessuno lo vede
ma lui fa il suo lavoro
ed altri hanno bisogno di lui.
Signore,
non conta che io sia in cima alla casa
o nella fondamenta,
perchè io sia fedele al mio posto,
nella Tua costruzione.

Padre Michel Quoist 



Fino a quando non avrai veramente accettato i tuoi limiti, non potrai costruire nulla di solido perché sciupi il tuo tempo a desiderare gli strumenti che sono nelle mani degli altri e non ti accorgi di possederne anche tu, differenti, è vero, ma altrettanto utili.

Da "Riuscire" di Padre Michel Quoist



Papa Francesco  all'incontro con il Clero romano spiega un sacerdote:

"Ci ha invitato a non essere né di maniche corte né di maniche lunghe. Quindi non con la rigidità di dire “Tu sei nel peccato. Fuori!”; ma neanche dire “Va bene, puoi vivere così…”. No! 
Accompagnare la gente, dirle dell’amore e della misericordia di Dio, accompagnarla pian piano a uscire anche dal peccato; pian piano, con misericordia e con pazienza....". 

del sito Radio Vaticana




Preghiera della sera 

Grande è il nostro Dio e grande è la sua potenza 
e la sua sapienza infinita. 

Lodatelo cieli, sole, luna e pianeti, 
con la lingua che vi è data per lodare il vostro creatore,

È anche tu, anima mia, canta l'onore del Signore ! 
Da lui, in lui e per lui sono tutte le cose: 
A lui lode, onore e gloria di eternità in eternità ! 

Ti rendo grazie, Creatore e signore, 
di avermi dato la gioia di contemplare la tua creazione, 
di ammirare l'opera delle tue mani. 

Cercherò di annunziare agli uomini 
lo splendore delle tue opere 
nella misura in cui il mio spirito finito 
può cogliere l'infinito .


Buona giornata a tutti :-)