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lunedì 27 aprile 2015

La regina del bosco - Maria Maddalena Covassi

La grande quercia del bosco era molto vecchia.
Nella corteccia del tronco e dei rami, i solchi lasciati dal tempo erano profondi.
Non sapeva ancora quanto le rimanesse da vivere.
Un tempo era stata eletta regina del bosco, non solo per la sua grandezza, ma anche per la sua bontà.
Nel folto della sua chioma, come un grande mamma teneva i nidi degli uccellini.
Li riparava dal freddo e dal vento, durante l’inverno, e dalla calura nelle giornate estive.
Il suo impegno era quello di mantenere l’ordine e la giustizia affinché nel bosco  tutto funzionasse a dovere.
Ma ora era giunto il tempo di lasciare la corona.
Voglio eleggere il mio successore –disse – per fare questo ho bisogno di aiuto, chiamerò i miei amici uccellini.
Detto questo diede un forte scossone alla sua chioma e da questa uscirono cinguettando spaventati un gran numero di uccellini dai più svariati colori.
-Ho bisogno di voi – disse la quercia- voglio affidarvi un compito.
Gli uccellini ripresisi dallo spavento si fermarono sui rami ad ascoltare.
Voglio riunire tutti gli alberi –disse la quercia- per nominare il mio successore.
Andate e dite ad ognuno che questa sera al chiarore della luna piena ci sarà una grande assemblea.
Gli uccellini fecero quello che gli aveva chiesto la quercia; nel bosco, intanto, si spargeva la notizia che mise in allarme tutte le piante.
Ogni albero era convinto di possedere le migliori qualità, e perciò si sentiva in diritto di essere eletto.
C’era chi si vantava di avere un bel tronco lungo e diritto, chi una grande e folta chioma, altri ritenevano di far maturare dei frutti meravigliosi.
Per migliorare il loro aspetto, gli alberi chiamarono in aiuto alcuni animaletti.
Gli scoiattoli con la coda, si misero a lucidare il tronco del loro albero preferito e per fare questo salivano e scendevano dall’albero.
Il picchio lavorò incessantemente tutto il giorno picchiettando per mangiare tutte le larve e i  vermetti .
Venne la notte, la luna era già alta nel cielo e  i suoi raggi rendevano scintillanti le foglie degli alberi bagnate dall’umidità della sera.
La grande quercia dalla sua posizione riusciva a vedere tutti perché si trovava proprio in cima ad una collinetta.
Bene –disse- vedo che siete tutti pronti! Sapete perché vi ho chiamato; ora vorrei sentire le vostre voci.
Il carpino fu il primo a prendere la parola.
- Cara quercia, ci dispiace molto che tu abbia deciso di non governarci più; sono convinto che non avrai difficoltà nella scelta di colui che continuerà a governare con la tua stessa saggezza e lo stesso impegno.
E’un impegno faticoso, che richiede un albero dal legno duro, tenace e compatto che sia in grado di combattere le avversità, e tu lo sai che io possiedo tutte queste qualità.
- Hai dimenticato una cosa! - disse il tiglio che si trovava poco distante .
Io vivo molti anni, anzi decenni, e questo mi sembra un aspetto da non sottovalutare…potrei governare a lungo.
Non dimenticate l’altezza – disse il pino – il mio sguardo arriva fino al mare, da quassù potrei controllare ogni cosa.
La grande quercia ascoltava attentamente mentre la luna osservava perplessa.
Il gufo saggio che se ne stava appollaiato su un ramo scuoteva la testa.
- Puoi parlare !- disse la quercia- mi sarebbe utile un tuo consiglio.
Da molti anni vivo in questo bosco -disse il gufo -  conosco tutti gli alberi, i loro pregi e i loro difetti.
Non c’è nessuno che sia perfetto, ognuno ha qualcosa di diverso ed è questo che  li rende unici e speciali.
Tutti sono utili per la nostra sopravvivenza, nei tronchi troviamo riparo, nei rami si costruiscono i nidi, i frutti degli alberi ci sfamano, le gemme e i fiori profumati servono alle api per il loro miele delizioso.
Ti ringrazio caro gufo, le tue parole mi hanno fatto riflettere -disse la quercia – e prima di prendere una decisione voglio pensarci bene.  
Intanto vicino ad una siepe, al limitare del bosco un cipresso e un coniglio chiacchieravano animatamente: - Fatti avanti –diceva il coniglio- che cosa aspetti a parlare?!
Ma io di che cosa posso vantarmi ?- rispose il cipresso- che per parlare con il suo amico stava piegato quasi fino a toccare la punta per terra.
Io ti conosco bene - disse il coniglio – tu non ami il chiasso e le chiacchiere inutili.
E’ vero che vivi in disparte, un po’ isolato, ma non per questo non conosci il bosco! Tu non parli molto, ma ascolti tanto, sei onesto e saggio e chi ha bisogno può contare sul tuo aiuto.
 E vero, è così! - Dissero in coro la volpe, l’orso, il riccio e gli altri animaletti che avevano ascoltato la conversazione. -
Il nostro amico cipresso ha un grande cuore, noi vogliamo che ci accudisca e ci governi.
Erano queste le parole che la grande quercia voleva sentire e così prese la sua decisione e fece diventare il timido cipresso il re del bosco.
La luna nel cielo sorrise compiaciuta e poi stanca, se ne andò a dormire, lasciando il posto ai primi deboli raggi di sole.

 (Maria Maddalena Covassi)


Signore,
ch'io non cerchi di raccogliere sorrisi
quanto di seminarli.

- Anna Marinelli - 




L'unico modo di avere un amico è esserlo.

- Ralph Waldo Emerson - 
"Amicizia"



Un amico
  
Ho stretto la mano dell'amico, Signore,
e improvvisamente, di fronte a quel volto triste e preoccupato,
ho temuto la tua assenza nel suo cuore.
Sono impacciato come davanti ad un tabernacolo chiuso
quando ignoro se tu vi abiti.
Se tu non fossi presente, Signore, noi saremmo separati.
Perché la sua mano nella mia non sarebbe che carne su carne,
e il suo cuore per il mio, cuore d'uomo per l'uomo.
Voglio la tua vita per lui e per me insieme,
perché voglio che il mio amico sia, per tuo merito,
il mio fratello.

- Padre Michel Quoist -



Buona giornata a tutti. :-)



mercoledì 5 novembre 2014

Com'è facile - don Tonino Lasconi -


Come è facile, Signore,
celebrare la tua Cena sotto le arcate della chiesa!
Come è facile, Signore,
riconoscerci peccatori
recitando distrattamente:
«Signore pietà!».
Come è facile, Signore,
rispondere
«Rendiamo grazie a Dio!»
alla tua Parola che ci comanda
di portare ciascuno
i problemi degli altri;
di leggere la tua presenza
nelle cose, nelle persone,
nei fatti.
Come è facile, Signore,
assistere in ginocchio
a te che diventi
pane e vino per tutti.
Come è facile, Signore,
dare la mano al vicino
dicendo:
"La pace sia con te!".
Come è facile, Signore,
mangiare l'unico pane
al suono dell'organo.
Ma tu, Signore,
dicendoci
"Fate questo in memoria di me"
ci hai comandato
di rifare tutta la tua vita,
non solo il gesto che la riassume.
Signore,
aiutami a celebrare la tua messa
da lunedì a sabato.
Signore,
che la messa diventi la vita,
e la vita la messa.


- don Tonino Lasconi -
da: "Amico Dio", Ed. Paoline




(2 Cor 6, 16b; 7, 1)Noi siamo il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto: “Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò” e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo (Lv 26, 11-12; Ez 37, 27).
In possesso dunque di queste promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni macchia della carne e dello spirito, portando a compimento la nostra santificazione, nel timore di Dio.




La preghiera di lode è una preghiera cristiana per tutti noi. 
Nella Messa, tutti i giorni, quando cantiamo ripetendo “Santo, Santo, Santo...”, questa è una preghiera di lode, lodiamo Dio per la sua grandezza perché è grande. E gli diciamo cose belle, perché a noi piace che sia così… 
La preghiera di lode ci fa fecondi. 
Sara ballava nel momento grande della sua fecondità a novant’anni! La fecondità dà lode al Signore. L’uomo o la donna che lodano il Signore, che pregano lodando il Signore - e quando lo fanno sono felici di dirlo - e si rallegrano quando cantano il Sanctus nella Messa sono un uomo o una donna fecondi. 
Pensiamo che bello è fare le preghiere di lode. Questa dev’essere la nostra preghiera di lode e, quando la eleviamo al Signore, dobbiamo dire al nostro cuore: “Alzati, cuore, perché stai davanti al re della gloria. Insieme alla preghiera di lode, la preghiera di intercessione è oggi un grido al Padre per i nostri fratelli cristiani perseguitati e assassinati e per la pace nel nostro mondo sconvolto. 
Lodate sempre il Signore, non smettete di farlo, lodatelo sempre di più, incessantemente. 
Mi hanno detto di gruppi di preghiera in cui si recita insieme il Rosario. 
La preghiera alla Madonna non deve mancare mai, mai! 
Ma quando voi vi riunite, lodate il Signore! 

(Papa Francesco, Discorso, 31 ottobre 2014).








Buona giornata a tutti :-)


lunedì 16 giugno 2014

Calma – Padre Michel Quoist -

Signore,
fa' che con calma
riempia le mie giornate,
come il mare lentamente
ricopre tutta la spiaggia;



illumina la mia vita
come i raggi del tuo sole
fanno cantare
la superficie delle acque.

(Padre Michel Quoist)




“L’unica cosa che lo Spirito Santo richiede da noi è solo di dargli il nostro tempo, anche se all’inizio esso dovesse sembrare tempo perso.

Io non dimenticherò mai la lezione che un giorno mi fu data a questo riguardo. Dicevo a Dio: “Signore, dammi il fervore e io ti darò tutto il tempo che vuoi per la preghiera”.

Nel mio cuore trovai la risposta: “Dammi il tuo tempo e io ti darò tutto il fervore che vuoi nella preghiera”.



( Padre Raniero Cantalamessa)


Jean Guitton (Saint-Etienne 18 agosto 1901 – Parigi 21 marzo 1999) 
L’ultima cena di Gesù, partenza di Giuda
acquarello

Insegnami il tempo

Dio mio,
insegnami ad usare bene il tempo che tu mi dai
e ad impiegarlo bene, senza sciuparne.
Insegnami a prevedere senza tormentarmi,
insegnami a trarre profitto dagli errori passati,
senza lasciarmi prendere dagli scrupoli.
Insegnami ad immaginare l'avvenire
senza disperarmi che non possa essere
quale io l'immagino.
Insegnami a piangere sulle mie colpe
senza cadere nell'inquietudine.
Insegnami ad agire senza fretta,
e ad affrettarmi senza precipitazione.
Insegnami ad unire la fretta alla lentezza,
la serenità al fervore, lo zelo alla pace.
Aiutami quando comincio,
perché è  proprio allora che io sono debole.
Veglia sulla mia attenzione quando lavoro,
e soprattutto riempi Tu i vuoti delle mie opere.
Fa' che io ami il tempo
che tanto assomiglia alla Tua grazia
perché esso porta tutte le opere alla loro fine
e alla loro perfezione
senza che noi abbiamo l'impressione
di parteciparvi in qualche modo.

(Jean Guitton)




….Signore questa sera ti offro, 
per tutte le persone che non ti conoscono, 
o per tutte quelle che non pensano a pregare, 
questa biancheria candida, più morbida, 
più vaporosa, 
questa biancheria che profuma 
dell’amore delle mamme 
e di quello delle spose.
Ti offro tutti questi gesti quotidiani che,
ripetuti mille volte,
intessono nell’ ombra belle vite, 
vite meravigliose di umili
che sanno che amare significa resistere, 
ben al di là delle fatiche.


(Risponde il Signore) 

“Figliola, te l’ho mai detto? 
Te lo dico, e tu dillo ai tuoi fratelli: 
il Regno dei Cieli assomiglia ad una donna 
che, per tutta la vita, 
della biancheria sporca fa biancheria pulita, 
e non per il potere del detersivo miracoloso, 
ma col miracolo dell’amore, 
Ogni giorno silenziosamente donato”.

- Padre Michel Quoist -




Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it

domenica 2 marzo 2014

Era in mezzo alla strada, vacillante – Padre Michel Quoist -


Era in mezzo alla strada, vacillante. 
Cantava a squarciagola con la sua voce rauca
da ubriacone inveterato.
La gente si voltava, si fermava, si divertiva.
È arrivato un vigile, silenzioso, alle spalle.
Lo ha preso brutalmente per la spalla e portato dentro.
Cantava ancora.
La gente rideva.
Non ho riso.
Ho pensato, o Signore, alla donna che questa sera
attenderebbe invano.
Ho pensato a tutti gli altri ubriaconi della città,
quelli dei bar e dei caffè,
quelli dei ritrovi e dei night-club.
Ho pensato al loro ritorno, alla sera, in casa,
ai bimbi spaventati,
al portafoglio vuoto,
ai colpi,
alle grida,
alle lacrime,
ai bambini che nascerebbero dalle strette puzzolenti.
Ora hai steso la tua notte sulla città, o Signore.
E mentre s'intrecciano e snodano drammi
gli uomini che hanno difeso l'alcool,
fabbricato l'alcool,
venduto l'alcool,
nella stessa notte s'addormentano in pace.
Penso a tutti questi, mi fanno pietà;
hanno fabbricato e venduto miseria,
hanno fabbricato e venduto peccato.
Penso a tutti gli altri, la folla degli altri che lavorano
per distruggere e non per costruire,
per insozzare e non per nobilitare,
per istupidire e non per rasserenare,
per avvilire e non per accrescere.
Penso particolarmente, o Signore, a quella moltitudine
che lavora per la guerra,
che per nutrire la famiglia deve lavorare e distruggerne altre,
che per vivere deve preparare la morte.
Non ti chiedo di strapparli tutti al loro lavoro: non è possibile.
Ma fa', o Signore, che si pongano dei problemi,
che non dormano tranquilli,
che lottino in questo mondo in disordine,
che siano fermento,
che siano redentori.
Per tutti i feriti nell'anima e nel corpo, vittime del lavoro
dei loro fratelli.
Per tutti i morti, di cui migliaia di uomini hanno
coscienziosamente preparato la morte.
Per quell'ubriacone, grottesco clown in mezzo alla strada.
Per l'umiliazione e le lacrime della moglie.
Per la paura e le grida dei bambini.
Signore, abbi pietà di me troppo spesso sonnolento.
Abbi pietà degli infelici completamente addormentati e complici
di un mondo in cui fratelli si uccidono tra loro
per guadagnare il pane.

(Padre Michel Quoist)



Io non amo la gente perfetta, 
quelli che non sono mai caduti, 
non hanno inciampato.
A loro non si è svelata la bellezza della vita

- Boris Pasternak -



Non essere un conduttore di luce, ma una sorgente di luce in te.
L'opera cui Dio ci chiama non è il fare per il fare,
ma "l'Essere qualcuno per fare qualcosa".
L'attività è l'espressione, 
l'irradiazione della persona 
e non l'impressione che si vuole suscitare di sé negli altri 
o imprimersi in ciò che si fa finendo col ritrovarsi invischiati o imprigionati

- Tommaso Notarstefano - 



La civiltà non è né il numero né la forza, né il denaro. 
La civiltà è il desiderio paziente, appassionato, ostinato, 
che vi siano sulla terra meno ingiustizie, meno dolori, meno sventure. 
La civiltà è amarsi.

- Raoul Follereau -


Buona giornata a tutti. :-)



mercoledì 27 novembre 2013

Pregare - Padre Michel Quoist

Pregare è andare incontro al “Padre nostro”,
il Dio Amore, come il fiume incontro alla sua sorgente
e la luce incontro al suo sole.
Pregare è dire a Dio:

Sorgente, aspetto da Te l’acqua viva,
fra le mie rive quotidiane,
senza Te, acqua stagnante sarei che imputridisce e muore.

Sole, aspetto da Te la luce, per le strade del giorno,
senza Te, non sarei che bambino di notte,
perduto, per una strada senza sbocco.

Vento, aspetto da te la forza, che gonfi le mie vele offerte,
senza Te non sarei che barca abbandonata,
che mai del porto non varca i moli.

Brezza, aspetto da te il soffio, per prendere il volo.
Senza te, non sarei che un uccello inquinato,
che si trascina nel fango.

…e da Te, l’Artista, aspetto che faccia sgorgare
dal mio legno e dalle mie corde
una misteriosa vita,
perché senza Te non sarei che uno strumento
inutile, trascurato, immobile, muto, nello scrigno dei miei giorni.

…Ma incontro a Te io vengo,
eccomi, o Artista ineffabile,
e come violino preso fra le tue braccia amorose,
raccolto e libero, sotto le Tue dita che mi cercano,
io mi offro per sposarti in un abbraccio d’amore,
e nostro figlio sarà la Musica, perché canti il Mondo.

Sì, mio caro, pregare.
È alzarsi e camminare incontro a Dio, che viene incontro a noi.
E’ riconoscere che Lui è la nostra Vita e il nostro Amore.
E’ raccogliersi totalmente e totalmente offrirsi,
per lasciarsi amare prima ancora che voler amare.

(Padre Michel Quoist)





Amare non vuol dire impossessarsi di un altro per arricchire se stesso bensì donarsi ad un altro per arricchirlo.

- Padre Michel Quoist - 


La preghiera dell'umile

Ho pensato, Signore,
a quel povero mattone
interrato nel buio
della base del grande edificio.
Nessuno lo vede
ma lui fa il suo lavoro
ed altri hanno bisogno di lui.
Signore,
non conta che io sia in cima alla casa
o nella fondamenta,
perchè io sia fedele al mio posto,
nella Tua costruzione.

Padre Michel Quoist 



Fino a quando non avrai veramente accettato i tuoi limiti, non potrai costruire nulla di solido perché sciupi il tuo tempo a desiderare gli strumenti che sono nelle mani degli altri e non ti accorgi di possederne anche tu, differenti, è vero, ma altrettanto utili.

Da "Riuscire" di Padre Michel Quoist



Papa Francesco  all'incontro con il Clero romano spiega un sacerdote:

"Ci ha invitato a non essere né di maniche corte né di maniche lunghe. Quindi non con la rigidità di dire “Tu sei nel peccato. Fuori!”; ma neanche dire “Va bene, puoi vivere così…”. No! 
Accompagnare la gente, dirle dell’amore e della misericordia di Dio, accompagnarla pian piano a uscire anche dal peccato; pian piano, con misericordia e con pazienza....". 

del sito Radio Vaticana




Preghiera della sera 

Grande è il nostro Dio e grande è la sua potenza 
e la sua sapienza infinita. 

Lodatelo cieli, sole, luna e pianeti, 
con la lingua che vi è data per lodare il vostro creatore,

È anche tu, anima mia, canta l'onore del Signore ! 
Da lui, in lui e per lui sono tutte le cose: 
A lui lode, onore e gloria di eternità in eternità ! 

Ti rendo grazie, Creatore e signore, 
di avermi dato la gioia di contemplare la tua creazione, 
di ammirare l'opera delle tue mani. 

Cercherò di annunziare agli uomini 
lo splendore delle tue opere 
nella misura in cui il mio spirito finito 
può cogliere l'infinito .


Buona giornata a tutti :-)




sabato 27 luglio 2013

Come potrei dirgli di no? - Patrizio Righero


Non so che farmene di un dio solenne,
di un dio spettacolare,
di un dio giustiziere,
di un dio che mette tutti a tacere.
Il mio
è un Dio
che non ce la fa
nemmeno a portare la sua croce
e non si vergogna di
chiedere aiuto.
Questo è il mio Dio.
Un Dio che comprende
le mie umiliazioni,
i miei limiti,
le mie inadeguatezze.
Questo è il mio Dio.
Un Dio
che vuole essere amato da me.
E me lo chiede in ginocchio.
Come potrei dirgli di no?

(Patrizio Righero)

Fonte: A. Margarino, P. Righero, "La via della vita", Elledici
http://www.campedel.it/schede/257099.PHP



Se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
Entra dunque in gioco il perdono. Ma «è tanto difficile perdonare gli altri» ha ripetuto il Santo Padre; è difficile davvero, perché noi portiamo sempre dentro il rammarico per quello che ci hanno fatto, per il torto subito.
Non si può pregare conservando nel cuore astio per i nemici.
«Questo — ha sottolineato il Pontefice — è difficile. Sì è difficile, non è facile». Ma, ha concluso, «Gesù ci ha promesso lo Spirito Santo.
È lui che ci insegna da dentro, dal cuore, come dire “Padre” e come dire “nostro”», e come dirlo: «facendo la pace con tutti i nostri nemici».

- Papa Francesco, Omelia 20 giugno 2013 -


Credo in un Dio minuscolo che si è fatto cellula per  dare vita ad ogni vita, che si è fatto Spirito per essere ospite di ogni anima. 
Credo in un Dio minuscolo che ha creato tutte le cose e poi - timido - si è nascosto negli anfratti dell'invisibile. 
Credo in un Dio minuscolo, che si è fatto piccolo per farci grandi.

- Emily Shenker - 



Preghiera della sera

….Signore questa sera ti offro,
per tutte le persone che non ti conoscono,
o per tutte quelle che non pensano a pregare,
questa biancheria candida, più morbida,
più vaporosa,
questa biancheria che profuma
dell’amore delle mamme
e di quello delle spose.
Ti offro tutti questi gesti quotidiani che,
ripetuti mille volte,
intessono nell’ ombra belle vite,
vite meravigliose di umili
che sanno che amare significa resistere,
ben al di là delle fatiche.

(Risponde il Signore)

“Figliola, te l’ho mai detto?
Te lo dico, e tu dillo ai tuoi fratelli:
il Regno dei Cieli assomiglia ad una donna
che, per tutta la vita,
della biancheria sporca fa biancheria pulita,
e non per il potere del detersivo miracoloso,
ma col miracolo dell’amore,
Ogni giorno silenziosamente donato”.

Padre Michel Quoist








mercoledì 24 aprile 2013

Parlami d’Amore - Padre Michel Quoist -

L'amore non è la folgorazione della bellezza
davanti a un volto che d'improvviso s'illumina per te,
perché la vera bellezza è il riflesso dell'anima,
ma l'anima è oltre, e la cerchi tremando.

L'amore non è seduzione di un'intelligenza viva e sciolta
che scorre in parole e idee per piacerti,
perché l'intelligenza può splendere di mille barbagli
senza essere autentico diamante nascosto nelle profondità dell'amato.

L'amore non è l'emozione di fronte a un cuore
che batte per te
più di quanto non batta per gli altri,
né quella meraviglia d'essere scelto, eletto,
senza motivo ai tuoi occhi
che valga questa follia,
perché un cuore può un giorno turbarsi per un altro,
e lasciarti sanguinare, in lacrime,
senza che il tuo amore muoia.

L'amore non è voglia di catturare, di afferrare
l'oggetto del tuo desiderio,
sia esso cuore, corpo, mente o tutti e tre insieme,
perché l'altro non è "oggetto";
e se lo prendi per te, lo mangi e lo distruggi,
è te che ami credendo di amare l'altro.

Folgorazione e seduzione, fame e fremiti,
emozione e sgorgare di desideri,
tutto ciò è bello e necessario, nell'uomo, nella donna,
ma soltanto per aiutare ad amare chi accetta di amare.

E' la porta socchiusa e le finestre spalancate,
è il vento che entra a folate,
è il richiamo del largo, è il mormorio di Dio
che invitano a uscire dalla casa sbarrata
per andare verso un altro
che hai scelto per colmare la tua vita
perché lo ami e lo vuoi amare.

Amare è volere l'altro libero e non sedurlo,
è liberarlo dai suoi lacci se ne rimane prigioniero,
perché anche lui possa dire: ti amo,
senza esservi spinto dai suoi desideri non domati.

Amare è con tutte le forze volere il bene dell'altro,
anche prima del tuo,
è fare di tutto perché l'amato cresca, e poi sbocci e fiorisca
diventando ogni giorno l'uomo che deve essere
e non quello che tu vuoi modellare
sull'immagine dei tuoi sogni.

Amare è dare il tuo corpo, e non prendere il suo,
ma accogliere il suo quando si offre per essere condiviso,
è raccoglierti, arricchirti,
per offrire all'amato più che mille carezze e folli abbracci,
la tua vita intera raccolta nelle braccia del tuo "io".

Amare è offrirti all'altro,
anche se questi ad un certo momento si rifiuta,
è dare senza tenere il conto di quello che l'altro ti dà,
pagando il prezzo alto senza mai reclamare il resto,
ed è supremo amore perdonare
quando l'amato purtroppo si sottrae,
tentando di consegnare ad altri ciò che ti aveva promesso.

Amare è credere nell'altro e dargli fiducia,
credere nelle sue forze nascoste, nella vita che ha in sé;
e quali che siano le pietre da tagliare
per appianare la strada,
è decidere da uomo ragionevole
di avviarsi coraggiosamente per il viaggio del tempo.

Non per cento giorni, per mille, e neppure per diecimila,
ma per un pellegrinaggio che non finirà,
perché è un pellegrinaggio che durerà
"sempre"…

Se amare è questo, come potrò riuscirci?
Ero scoraggiato…
Non avevo ancora capito…
che l'amore era un fine da raggiungere
e non un punto di partenza
e che, per cercare di riuscirci,
bisognava lottare per tutto il tempo della vita.
Io volevo tutto e subito.

Questo era il mio errore.
Dovevo accettare di adottare
il passo lento e regolare,
il passo dell'autentico montanaro.



(Padre Michel Quoist)
Fonte: Parlami d'amore, Sei, Torino 1987, pp. 104-107




Dobbiamo impegnarci in scelte di percorso, in tabelle di marcia: non possiamo parlare di pace indicando le tappe ultime e saltando le intermedie!
Se non siamo capaci di piccoli perdoni quotidiani fra individuo e individuo, tra familiari, tra comunità e comunità... è tutto inutile!
La pace non è soltanto un pio sospiro, un gemito favoloso, un pensiero romantico... è, soprattutto, prassi.

- Don Tonino Bello -



I delitti sono proporzionati alla purezza della coscienza, e quello che per certi cuori è soltanto un errore, per alcune anime candide assume le proporzioni di un delitto.


- Honoré de Balzac -





‎"Carissimi amici, il Regno di Dio non è una questione di onori e di apparenze, ma, come scrive San Paolo è "giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo". (Rm 14,17).
Al Signore sta a cuore il nostro bene, cioè che ogni uomo abbia la vita, e che specialmente i suoi figli più "piccoli" possano accedere al banchetto che Lui ha preparato per tutti. Perciò, non sa che farsene di quelle forme ipocrite di chi dice: "Signore, Signore" e poi trascura i suoi comandamenti".

- Papa Benedetto XVI - 



Stavo pensando che di tutte le piste di questa vita 
la più importante è quella che conduce all'essere umano. 
Penso che tu sei su questa pista e questo è bene.

Uccello scalciante (Graham Greene)
Dal film "Balla coi lupi"






Buona giornata :-)