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giovedì 20 giugno 2024

I dieci ladri della tua energia - Dalai Lama

1- Lascia andare le persone che solo condividono lamentele, problemi, storie disastrose, paura e giudizio sugli altri. Se qualcuno cerca un cestino per buttare la sua immondizia, fa sì che non sia la tua mente.

2- Paga i tuoi debiti in tempo. Nel contempo fai pagare a chi ti deve o scegli di lasciarlo andare, se ormai non lo può fare.

3- Mantieni le tue promesse. Se non l'hai fatto, domandati perché fai fatica. Hai sempre il diritto di cambiare opinione, scusarti, compensare, rinegoziare e offrire un'alternativa ad una promessa non mantenuta; ma non farlo diventare un'abitudine. Il modo più semplice di evitare di non fare una cosa che prometti di fare e dire NO subito.

4- Elimina nel possibile e delega i compiti che preferisci non fare e dedica il tuo tempo a fare quelli che ti piacciono.

5- Permettiti di riposare quando ti serve e dati il permesso di agire se hai un'occasione buona.

6- Butta, raccogli e organizza, niente ti prende più energia di uno spazio disordinato e pieno di cose del passato che ormai non ti servono più.

7- Dà priorità alla tua salute, senza il macchinario del tuo corpo lavorando al massimo, non puoi fare molto. Fai delle pause.

8- Affronta le situazioni tossiche che stai tollerando, da riscattare un amico o un famigliare, fino a tollerare azioni negative di un compagno o un gruppo; prendi l'azione necessaria.

9- Accetta. Non per rassegnazione, ma niente ti fa perdere più energia di litigare con una situazione che non puoi cambiare.

10-Perdona, lascia andare una situazione che è causa di dolore, puoi sempre scegliere di lasciare il dolore del ricordo.

- Dalai Lama -


 Perché ci sono certi esseri il cui acume, la cui lucidità e chiarezza mentale aumentano ogni giorno, mentre in altri, al contrario, diminuiscono?

Perché i primi sono legati all'Intelligenza universale, credono in essa, la amano, e a poco a poco essa si rivela a loro poiché è attirata da quell'amore. Gli altri, invece, che non riconoscono la sua esistenza, si precludono il cammino dell'evoluzione; sono concentrati solo sulla propria intelligenza, ma siccome questa vive delle proprie riserve, dopo un certo tempo si esaurisce.

Tutti coloro che rifiutano e negano l'Intelligenza cosmica limitano le proprie facoltà mentali. Ora, ciascuno può scegliere: o il cammino di tutti gli scienziati e i filosofi materialisti, oppure il cammino degli Iniziati e dei grandi Maestri, i quali ogni giorno ricevono delle rivelazioni, perché attingono incessantemente all'oceano infinito dell'Intelligenza cosmica.

 - Omraam Mikhaël Aïvanhov - 


Buona giornata a tutti :-)

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mercoledì 20 marzo 2024

da: L’Amore più grande della Fede - L’Amore più grande della Fede

È esistita un'epoca in cui gli esseri erano veramente capaci di amarsi e di restare fedeli e perciò a quel tempo non esisteva l'istituzione del matrimonio. 

Il matrimonio è stato istituito perché gli esseri umani non sapevano più amare. È stato per costringerli a rispettare i propri impegni che si sono dovute inventare delle leggi, dei sacramenti, ecc. 

Quando c'è l'Amore, si ha forse bisogno di carte, di contratti, di un sindaco o di un curato? E poi, tutte quelle carte, quei sindaci e quei curati possono forse impedire alle coppie sposate di tradirsi, di sbranarsi e di separarsi? No, purtroppo. 

Quando c'è l'Amore, non si ha bisogno di nient'altro perché duri eternamente, nemmeno della benedizione dei sacerdoti, perché Dio ha già dato la Sua Benedizione. Dio è nell'Amore di coloro che si amano veramente, ed è questa l'unica Benedizione autentica: l'Amore stesso.

 - Omraam Mikhaël Aïvanhov - 
L’Amore più grande della Fede - Edizioni Prosveta

Offrire dei fiori è una tradizione diffusa quasi a livello universale. Si offrono dei fiori per manifestare la propria ammirazione, il proprio rispetto e il proprio amore. Soprattutto le donne sono sensibili ai fiori, se volete conquistare l'amicizia di una donna, offritele dei fiori.

Naturalmente non è detto che ciò sia sufficiente. A certe donne potete offrire tutti i fiori esistenti senza riuscire a conquistare la loro amicizia, in quanto sarebbero ben altri i fiori da offrir loro, cioè i fiori invisibili, proprio quelli che dovete imparare a donare: i fiori della vostra anima.

- Omraam Mikhaël Aïvanhov -
Il Libro della Magia divina - Edizioni Prosveta



"Anche se non possiamo negare che esista un legame tra le due cose, l'amore è indipendente dalla sessualità.

L'amore non è qualcosa che viene da un uomo o da una donna, è un'energia cosmica che si diffonde in tutto l'universo. Si trova nella terra, nell'acqua, nell'aria, nel sole, nelle stelle... Si trova nelle pietre, nelle piante, negli animali... E si trova anche negli esseri umani, naturalmente, ma non esclusivamente in loro. Non è un corpo, non è la carne che vi darà l'amore, perché l'amore non si trova lì. L'amore può usare il corpo fisico come supporto, ma è altrove: è ovunque, è una luce, un nettare, un'ambrosia che riempie lo spazio...

Per non perdere mai il vostro amore, cercate di capire che non risiede nel possesso fisico di un essere, ma in qualcosa di sottile che, attraverso di lui, vi lega all'intero universo, alla bellezza della terra, del cielo, del sole, delle costellazioni".

- Omraam Mikhaël Aïvanhov - 
La sessualità forza del cielo - Edizioni Prosveta 


Buona giornata a tutti :-)


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lunedì 27 marzo 2023

Una pietra speciale

Tanto tempo fa, in Palestina, viveva - si fa per dire - una piccola pietra aguzza e grigia, una pietra come tante altre in quel paese denso di caldo e polvere.

Da anni la sua vita scorreva monotona, tanto che a volte si chiedeva cosa ci facesse su quella strada assolata e a chi potesse mai servire il suo stare lì, immobile e muta spettatrice di uno spettacolo sempre uguale.

Quanto aveva sognato qualcosa di eccitante e di insolito! Qualcuno che posasse gli occhi proprio su di lei e la trovasse unica, particolare. Che pensieri assurdi per una pietra...

Ma la vita riserva sempre delle sorprese e un giorno la nostra annoiata amica fu scossa da uno schiamazzo inconsueto, soprattutto per quell'ora particolarmente calda in cui tutti cercavano di ripararsi nell'ombra delle case.

«Cosa mai sta succedendo?» si chiese piena di eccitazione. Potendo guardare solo di sotto in su, in un primo momento non vide altro che una selva di gambe. Le sembrarono però particolarmente risolute ed era sicura che non promettessero nulla di buono.

Le vesti svolazzavano e i sandali non si peritavano di sollevare un gran polverone che, in verità, le dava davvero fastidio ricoprendola di sabbia calda.

Trasportati da quelle gambe, arrivarono anche uomini e donne vocianti, tutti intenti a schernire e insultare qualcuno che la piccola pietra non riusciva ancora a vedere.

Giunte di fronte a un basso muro che cingeva un orto assetato, le gambe si fermarono, ma non le voci, che sempre più reclamavano qualcosa che aveva a che

fare con la punizione per una colpa. Dopo i lunghi anni passati a contatto con l'essere umano, la pietra aveva imparato a decifrarne il linguaggio. Anzi, la sua occupazione preferita era proprio stata quella di mettere insieme tutti quei suoni che le giungevano dall'altro, attraverso i discorsi dei passanti.

A un tratto essa vide, malamente spinta contro il muro, una giovane donna. Di lei poté scorgere anche il viso perché, tutta impaurita com'era, il suo corpo si era fatto piccolo ed era scivolato giù sino a terra, quasi trasformato anch'esso in pietra dall'odio della gente.

"Certamente non avrà ucciso, o percosso, o offeso qualcuno" pensò la pietra. "Il suo sguardo è chiaro e limpido, offuscato sì dalla paura, ma non dall'odio. Cosa può aver mai fatto una creatura così giovane e delicata?".

Tese l'orecchio, voleva assolutamente capire.

Poté distinguere solo alcune parole: colpevole, adultera, e poi amante, amore, offesa. "Ma che assurdo connubio!" pensò la pietra. Per quel che ne sapeva lei, amore e colpa non avevano nulla a che spartire, ma... si sa... l'uomo aveva le sue strane leggi, ben diverse da quelle semplici delle pietre.

Proprio in quel momento una voce si alzò sulle altre e cominciò a gridare: «Lapidiamola, lapidiamola!».

Fu come se un filo avesse tirato contemporaneamente dei burattini: il grido di uno divenne il grido di tutti.

La pietra inorridì e cercò di farsi ancora più grigia e piccola. Mai e poi mai avrebbe colpito quella creatura, mai e poi mai avrebbe ferito la vita. Ma come fare, così com'era alla mercè degli altri?

Già qualcuno si era abbassato per raccogliere alcune sue sorelle che la guardavano atterrite, sperando in qualcosa che né lei né loro certamente avrebbero potuto fare, legate com'erano alla loro natura di pietre.

Nella profondità del suo essere le parve di percepire un cuore che batteva all'impazzata; mai avrebbe pensato di assistere a qualcosa di così terribile.

In tutta quella gran confusione la nostra gentile amica non notò neppure l'avvicinarsi di un uomo.

Egli era arrivato con il passo calmo di chi sa che non occorre affrettarsi per mutare ciò che già è scritto.

La prima cosa che vide di lui furono i sandali assai consumati e, essendo grande esperta di calzature umane, pensò subito si trattasse di un pellegrino.

Riflettendo si disse che un uomo pio non si sarebbe mai accomunato allo schiamazzo degli altri; ma cosa avrebbe potuto fare, lui, da solo?

Tra la folla si fece silenzio, mentre egli sedette tranquillamente nella polvere, proprio vicino alla giovane donna.

«Maestro» chiese uno tra i tanti, «questa donna è un'adultera e la legge prescrive che sia lapidata».

"Lo chiamano Maestro" pensò la pietra, "ma chi sarà, da dove verrà? Pare tanto giovane!".

Ognuno nella piccola assemblea voleva intanto dire la sua: chi si appellava alla legge, chi chiedeva un duro esempio, chi pensava addirittura di conoscere il volere divino.

La pietra non riusciva più a star dietro a tutto quel vociare né riusciva a comprendere come mai quegli uomini avessero in sé tanta sicurezza da poter emettere un giudizio inappellabile.

Chi conosceva il fine di ogni cosa o l'insondabile mistero celato dietro l'effimera apparenza di una forma?

La pietra si sentiva profondamente indispettita. Aveva accettato per lunghi anni la sua condizione, cercando di assecondare ciò che la natura le chiedeva. Come mai la mente umana creava solo inutili problemi?

Il caldo si era fatto opprimente e lei avrebbe voluto che tutto finisse al più presto. Come avrebbe potuto il pellegrino risolvere un pasticcio così complicato! Gli conveniva piuttosto riprendere la sua strada e lasciare agli abitanti del villaggio la responsabilità dei loro gesti.

L'aria era immobile, quell'attimo pareva eterno: quando era iniziato e quando sarebbe finito?

Ogni sentimento sembrava sul punto di esplodere, ma una strana magia lo aveva fissato lì, nell'animo di ognuno. Paura, collera, odio, ipocrisia, superbia, compassione, dubbio parevano attendere un misterioso comando. Fu solo allora che la voce del pellegrino ruppe quell'incantesimo.

«Bene» disse, «se è questo che volete, sia. Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la sua pietra».

Nessuno si mosse. Si stavano interrogando, presi alla sprovvista da quelle parole? Avevano realmente compreso o si era solo dissolta la forza della loro sicurezza?

Fatto sta che si guardarono l'un l'altro; poi, uno alla volta, in silenzio lasciarono la piazza.

Il giovane pellegrino si appoggiò al muretto con un sospiro e, allungando una mano nella polvere, raccolse proprio la nostra piccola amica, facendola scherzosamente rotolare fra le dita. Incredibile! Il suo sogno si era avverato. Qualcuno si era accorto di lei, l'aveva raccolta e ne aveva fatto una pietra davvero speciale!

- Racconto popolare francese - 

da: "Leggende Cristiane. Storie straordinarie di santi, martiri, eremiti e pellegrini", a cura di Roberta Bellinzaghi, © 2004 - Edizioni Piemme S.p.A. 


Prima o poi nella vita potrebbe capitarvi di essere vittime di un' ingiustizia: accuse prive di fondamento, giudizi errati da parte di persone che vogliono nuocervi e distruggervi.

Sappiatelo e preparatevi ad affrontare queste situazioni per evitare, quando vi capiteranno, che in voi abbiano il sopravvento il turbamento, il dolore o il desiderio di vendicarvi. L' unico buon atteggiamento da tenere in questi casi è quello di continuare a lavorare su voi stessi.

Ditevi che tutto ciò che è ispirato dal mondo divino resterà e brillerà un giorno in tutto il suo splendore, mentre i colpi bassi, gli intrighi e i complotti anche se hanno successo per un po', sono condannati prima o poi alla sconfitta.

Lasciate perciò che le persone ingiuste e cattive affondino, se vogliono, nella propria palude: non faranno altro che indebolirsi e impoverirsi, perché non sanno quanto siano terribili le leggi nei confronti di chi è servo della gelosia, della menzogna e dell'odio.

La potenza del cielo è infinita: lavora impercettibilmente, ma inesorabilmente, e tutto finisce per volgersi a favore di coloro che hanno messo al centro della loro vita un ideale sublime di bellezza e di amore, per l' avvento del Regno di Dio e la fratellanza nel mondo.

- Omraam Mikhaël Aïvanhov - 




Buona giornata a tutti :-)


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martedì 14 marzo 2023

L’arancia dell’orfano - don Bruno Ferrero

Un anziano e ricco signore inglese racconta: «Avevo perso i miei genitori da ragazzo e all’età di nove anni ero stato mandato in un orfanotrofio vicino a Londra.

Sembrava una prigione. Dovevamo lavorare 14 ore al giorno, in giardino, in cucina, nelle stalle, nei campi.

Così tutti i giorni. C’era un solo giorno di festa: il giorno di Natale. L’unico giorno in cui ogni ragazzo riceveva un regalo: un’arancia. Niente dolci. Niente giocattoli. Per di più l’arancia veniva data solo a chi non aveva fatto nulla di male durante l’anno ed era sempre stato obbediente. Questa arancia a Natale rappresentava il desiderio dell’anno intero.

Ricordo il mio primo Natale all’orfanotrofio. Ero tristissimo. Mentre gli altri ragazzi passavano accanto al direttore dell’orfanotrofio e tutti ricevevano la loro arancia, io dovevo stare in un angolo del dormitorio. Questa era la mia punizione per aver voluto scappare dall’orfanotrofio, un giorno d’estate.

Finita la distribuzione dei regali, gli altri ragazzi andarono a giocare in cortile.

Io dovevo stare in dormitorio tutto il giorno. Piangevo e mi vergognavo. Mi ero messo una coperta fin sulla testa e stavo rannicchiato là sotto.

Dopo un po’ sentii dei passi nella stanza. Una mano tirò via la coperta. Guardai. Un ragazzino di nome William stava in piedi davanti al mio letto, aveva un’arancia nella mano destra e me la tendeva sorridendo. Non capivo. Le arance erano contate, da dove poteva essere arrivata un’arancia in più? Guardai William e il frutto e improvvisamente mi resi conto che l’arancia era già stata sbucciata e, guardando più da vicino, tutto mi divenne chiaro.

Sapevo che dovevo stringere bene quell’arancia perché non si aprisse. Che cosa era successo? Dieci ragazzi si erano riuniti in cortile e avevano deciso che anch’io dovevo avere la mia arancia per Natale. Ognuno di essi aveva tolto uno spicchio dalla sua arancia e i dieci spicchi erano stati accuratamente messi insieme per creare una nuova, rotonda e delicata arancia.

Quell’arancia è stato il più bel regalo di Natale della mia vita.

Mi ha insegnato quanto può essere confortante la vera amicizia»

 - don Bruno Ferrero –

 


Quando vi consiglio "di non scendere, ma di rimanere in alto” è necessario comprendermi. .

Qualcuno dirà:

«Ma sì, io rimango molto in alto: non tendo mai la mano a nessuno, non aiuto nessuno, mantengo il mio prestigio e la mia dignità».

No, non è così: per me, “rimanere in alto” significa non smettere mai di essere nobili, giusti e generosi.

È questa l'altezza di cui parlo: la nobiltà e la luce che sono in voi.

Sul piano fisico si è sempre costretti a salire e a scendere.

Sul piano interiore, invece, si può sempre evitare di scendere, ossia lasciarsi andare a tendenze inferiori, partecipare a imprese illecite o ignobili. Dunque, non prendete mai come modello le persone altezzose, inaccessibili e dure che non vogliono abbassarsi a tendere la mano.

Prendete piuttosto l'esempio del sole: esso scende fino a noi, ci riscalda, ci illumina, ci invia i suoi messaggi, la sua anima e il suo amore, e ci dà la sua vita, ma rimane eternamente in alto.

 ~Omraam Mikhaël Aïvanhov ~


Buona giornata a tutti :-)





domenica 1 gennaio 2023

Al mattino del Nuovo Anno

Al mattino lodiamo Dio, che anche oggi ci è accanto.
In tutte le religioni, al mattino gli uomini sentono il bisogno di lodare Dio, ringraziandolo per la notte tranquilla e per il nuovo giorno che viene loro donato. 
Il sole che sorge è una metafora della luce divina, che scaccia ogni oscurità. Da sempre gli uomini sono affascinati dalla nascita del sole. 
I primi cristiani avevano individuato nel sole un simbolo di Gesù Cristo: Gesù si è inabissato nella notte della morte ed è stato risuscitato da Dio. 
Al mattino, i cristiani ricordano la risurrezione di Gesù Cristo, il quale ci ha portato vita nuova, scacciando ogni tenebra dalla nostra esistenza. 
Ogni mattina, la Chiesa canta durante le Laudes (le Lodi mattutine) il cantico di Zaccaria, che Luca ci ha tramandato nel suo Vangelo. 
Vi leggiamo quanto segue: «Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace» (Lc 1,78ss). 
La liturgia delle Lodi sottolinea così il tema della benedizione mattutina. 
Noi rendiamo gloria a Dio, poiché il suo amore misericordioso ci ha donato in Gesù Cristo la luce che sorge dall’alto: al mattino, essa si irradia su di noi per scacciare dal nostro cuore tutti i pensieri cupi, per illuminare tutto quanto in noi è morto e irrigidito e per colmarci della sua pace. 
Il mattino ci rammenta che Dio è venuto a incontrarci nel suo Figlio Gesù Cristo, e che anche oggi Egli ci è accanto. Quando è vicino a noi, riusciamo a servire Dio «in santità e giustizia»: possiamo allora condurre una vita libera dalla paura, una vita santa, ricolma dello splendore divino. 
Riusciamo a vivere secondo giustizia, assolvendo il compito che Dio ci ha assegnato per questa giornata. 
Possiamo confidare nel fatto che Dio guiderà i nostri passi sulla via della pace, che noi stessi saremo ricolmi di pace e la diffonderemo anche fra coloro cui siamo inviati. Il mattino diviene così metafora della nostra vita cristiana. Oggi siamo ricolmi della luce di Gesù Cristo. E oggi possiamo condurre questa stessa luce nel nostro mondo oscuro. 
Il dono del nuovo giorno.
Il nuovo mattino ci ricorda che Dio desidera rinnovare tutto, in noi. Il nuovo possiede il fascino dell’incontaminato, dello splendore originario che è insito nelle cose. Nella Bibbia, è sempre Dio che rinnova tutto. Paolo era affascinato da questo «far nuove tutte le cose» e così scrive nella sua seconda Lettera indirizzata alla comunità di Corinto: «Se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove» (2Cor 5,17). Dio ci ha donato il nuovo mattino per rammentarci che la sua grazia rinnova tutto in noi. Ci libera da tutto ciò che è ormai consunto. Così, al mattino poniamo sotto la benedizione di Dio il nuovo e l’incontaminato che il nuovo giorno reca con sé. Possa la sua benedizione preservarci dal percorrere di nuovo i vecchi sentieri e conservare intatto il nuovo che Egli ci dona. Intorno al 1541, Johannes Zwick compose questo stupendo canto del mattino: "All Morgen ist ganz frisch und neu des Herren Gnad und große Treu; Sie hat kein End den langen Tag, drauf jeder sich verlassen mag" Il mattino ci invita ad assaporare, con gratitudine, la freschezza della grazia divina. Ci rimanda all’integro splendore originale che Dio ci ha donato. Quando la sua luce risplende su di noi, tutto in noi si rinnova. Il nuovo giorno offre nuove opportunità. Non siamo predeterminati da quanto di vecchio e consunto è racchiuso nelle nostre parole, nelle nostre relazioni, nei nostri problemi irrisolti. Il nuovo giorno ci promette che Dio rinnoverà tutto il nostro essere.

Il mattino ci invita ad assaporare, con gratitudine, la freschezza della grazia divina. Ci rimanda all’integro splendore originale che Dio ci ha donato. Quando la sua luce risplende su di noi, tutto in noi si rinnova. Il nuovo giorno offre nuove opportunità. Non siamo predeterminati da quanto di vecchio e consunto è racchiuso nelle nostre parole, nelle nostre relazioni, nei nostri problemi irrisolti. Il nuovo giorno ci promette che Dio rinnoverà tutto il nostro essere.


PREGHIERA PER IL NUOVO ANNO

«Nel primo giorno del nuovo anno, io prego per invocare su di voi tutte le benedizioni del Cielo».
«Che il vostro corpo sia sano e vigoroso; che il vostro cuore si riempia di pura gioia spirituale; che il vostro intelletto riceva la vera luce per illuminare il vostro cammino; che la vostra anima diventi la conduttrice dell'amore divino; e che il vostro spirito, libero da ogni ostacolo, sfugga a tutte le prigioni fisiche e psichiche.
Vi auguro di rimanere legati alla grande gerarchia delle entità celesti, per lavorare con loro a instaurare il Regno di Dio sulla terra.
Vi auguro, infine, che siate capaci di superare ogni impedimento che si ergerà davanti a voi, affinché ogni giorno sia un'occasione per glorificare il Creatore».

- Omraam Mikhaël Aïvanhov 
 -


Buon anno a tutti amici ed amiche che mi seguite da così tanto tempo. Buon 2023!! Stefania

mercoledì 30 novembre 2022

Il male che fai resta con te, il bene che fai ritorna indietro

Una donna cuoceva del pane per i suoi familiari, e ne lasciava uno in più sul davanzale, per qualunque persona affamata che fosse passata di lì.
Ogni giorno un gobbo passava a prenderlo e, invece di esprimere gratitudine, mentre se ne andava, pronunciava queste parole: "il male che fai resta con te, il bene che fai ritorna indietro".
Questo andava avanti giorno dopo giorno.
A un certo punto la donna si arrabbiò: “neanche una parola di gratitudine" si disse.
Un giorno, esasperata, decise di farla finita con lui.
“Debbo liberarmi di questo gobbo" si disse.
E cosa fece? Aggiunse del veleno al pane che aveva preparato per lui. Mentre stava per metterlo sul davanzale della finestra, però, le sue mani tremavano.
“Cosa sto facendo?" si chiese. 
Subito buttò nel fuoco quel pane ne preparò un altro e lo lasciò sul davanzale. Come sempre arrivò il gobbo, prese il pane e pronunciò le solite parole: “il male che fai resta con te, il bene che fai ritorna indietro.”
Ogni giorno, quando la donna metteva il pane sul davanzale, pregava per il figlio che era andato lontano a cercare fortuna, perché tornasse sano e salvo visto che da mesi non aveva sue notizie.
Quella sera sentì bussare alla porta. Quando l'aprì, con sorpresa si trovò di fronte il figlio.
Era diventato magro e sottile, era affamato e debole.
Quando vide la madre disse: "mamma è un miracolo che io sia qui. Avrei potuto morire, ma passò di lì un vecchio gobbo. Io gli chiesi un po' di cibo, ed egli fu così gentile da darmi un intero filone di pane, dicendomi: "questo è quello che mangio ogni giorno: oggi lo do a te, perché ne hai più bisogno di me."
Sentendo queste parole, la madre impallidì, ricordandosi del pane avvelenato che aveva fatto quella mattina.
Se non l'avesse buttato, sarebbe stato mangiato dal figlio e sarebbe morto.
Allora capì il significato delle parole: “il male che fai resta con te, il bene che fai torna indietro". 

Morale: fai il bene e non smettere di farlo anche se al momento non è apprezzato.



«Avete messo un fazzoletto in una scatola profumata: quando lo riprendete, dopo qualche tempo, sarà anch'esso profumato.
Ebbene, sappiate che avviene lo stesso con la vostra vita psichica: essa si impregna delle emanazioni di tutti gli argomenti nei quali avete l'abitudine di immergervi e se quegli argomenti sono nauseabondi, non stupitevi se un giorno le stesse vibrazioni emaneranno da voi.
Non prendete alla leggera ciò che vi dico: si tratta di leggi che bisogna conoscere e saper applicare.
Fate quindi attenzione ai libri che leggete, ai film e agli spettacoli che guardate e alle conversazioni cui partecipate, perché nulla di tutto ciò resta senza conseguenze.
Fate lo sforzo di interessarvi a temi profondi, educativi; anche se per il momento superano la vostra comprensione totale.»

- Omraam Mikhaël Aivanhov -


Vieni, vieni, Signore
Questo è il vero lungo inverno del mondo:
Avvento, tempo del desiderio
tempo di nostalgia e ricordi
(paradiso lontano e impossibile!)
Avvento, tempo di solitudine
e tenerezza e speranza.
Oh, se sperassimo tutti insieme
tutti la stessa speranza
e intensamente
ferocemente sperassimo
sperassimo con le pietre
e gli alberi e il grano sotto la neve
e gridassimo con la carne e il sangue
con gli occhi e le mani e il sangue;
sperassimo con tutte le viscere
con tutta la mente e il cuore...
e dicessimo quest’unica parola
VIENI VIENI VIENI

Signore
vieni da qualunque parte del cielo
o degli abissi della terra
o dalle profondità di noi stessi
(ciò non importa) ma vieni,
urlassimo solo: VIENI!

Vieni Signore Gesù,
vieni nella nostra notte,
questa altissima notte
la lunga invincibile notte,
e questo silenzio del mondo
dove solo questa parola sia udita;
e neppure un fratello
conosce il volto del fratello
tanta è fitta la tenebra;
ma solo questa voce
quest’unica voce
questa sola voce si oda:
VIENI VIENI VIENI

Signore!
 
Padre David Maria Turoldo –
Da: Ballata della speranza da Il sesto angelo, Milano 1976


Buona giornata a tutti :-)


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lunedì 30 maggio 2022

L'angelo e il maiale - Omraam Mikhaël Aïvanhov

Gli esseri umani giungono sulla terra per fare un lavoro, ma quanti se ne ricordano? La maggior parte assomiglia a quell'angelo che, si dice, volle conoscere che cosa fosse la vita sulla terra. 
Per meglio studiarla prese la forma di un maiale. L'esistenza gli sembrava magnifica, deliziosa... 
Mangiava le ghiande e un cibo saporito chiamato pastone. 
Si era sposato con un'incantevole scrofa ed era circondato da una quantità adorabile di maialini. 
Mio Dio, che felicità! Non era più in grado di distogliersi da una simile felicità.
I suoi amici, in alto, cominciarono a preoccuparsi: il tirocinio durava molto più del previsto. Gli inviarono dei messaggi, ma niente da fare!... 
Alla fine si dissero che l'unica soluzione era di accelerare il momento in cui sarebbe stato trasformato in prosciutto.
Il maiale fu quindi sgozzato e, quando l'angelo uscì da quella pesante forma, fu stupefatto di essersi perso in quello stato così a lungo e ringraziò i suoi fratelli di averlo liberato. 
Ebbene, spesso tali avventure accadono anche agli uomini. 
Si addentrano così profondamente nella materia che il Cielo è obbligato ad inviare loro qualche forte scossa per rompere le loro forme e liberare il loro spirito.

- Omraam Mikhaël Aïvanhov - 

Lotta di Giacobbe con l'Angelo


"Le peggiori difficoltà e le peggiori sofferenze, per l'uomo, cominciano nel momento in cui egli crede di essere il solo padrone del proprio destino, che non esistano né Provvidenza né entità luminose per guidarlo e sostenerlo. 
Così taglia tutti i legami con il Cielo, e allora non è più un figlio di Dio al riparo dalle preoccupazioni. 
Non appena smette di fare affidamento sul Padre e sulla Madre celesti, tutte le sofferenze incominciano ad abbattersi su di lui, e si sente solo. 
Egli deve capire che è colpa sua: il Cielo non lo ha abbandonato; è lui che ha abbandonato il Cielo. 
Per risolvere i vostri problemi, per essere sempre aiutati, nutriti e illuminati, non dovete mai tagliare il legame con il Cielo, perché il Cielo non lascia mai che un suo figlio pianga in solitudine."

-Omraam Mikhaël Aïvanhov - 
Pensieri Quotidiani- Prosveta edizioni


Buona giornata a tutti :-)







martedì 24 maggio 2022

Interrelazione - Martin Luther King Jr.

 Che ne abbiamo o meno coscienza, ognuno di noi è indebitato per l’eternità. Siamo i debitori di uomini e di donne conosciuti e sconosciuti.

Non possiamo finire la colazione, senza esserci fatti dipendenti  da più della metà del mondo.. La mattina, andiamo al bagno dove impugniamo una spugna,  che ci procura un insulare del Pacifico. 
Usiamo un sapone fatto da un Francese. 
L’asciugamani ci viene da un Turco.
Sul tavolo, beviamo un caffè prodotto da un Sud-americano, del tè da un Cinese o del cacao da un Africano. … 
Siamo obbligati presso più della metà del mondo.
In un senso molto reale, ogni vita stà in interrelazione con gli altri, tutti gli uomini sono afferrati da una rete inevitabile di reciprocità, travolti in un destino comune. Tutto ciò che tocca direttamente l’uno,  indirettamente si imprime su tutti gli altri.

- Martin Luther King Jr. -


"Non bisogna credere che siano necessariamente le persone per bene a sottolineare la disonestà, l’ingiustizia e la cattiveria negli altri.
Al contrario, spesso sono proprio coloro che hanno quei difetti a vederli dappertutto: sono sempre critici e sospettosi, perché giudicano il mondo intero attraverso se stessi.
Viceversa, coloro che possiedono grandi qualità morali non notano così tanto i difetti delle persone che frequentano, perché vedono gli altri attraverso le qualità che essi stessi possiedono.
Ogni essere umano può vedere soltanto attraverso i propri occhi, ed è lui stesso a plasmare i propri occhi tramite i suoi pensieri e i suoi sentimenti.
Se incontrate persone che vi parlano unicamente dei difetti degli altri, sappiate che, in un modo o nell’altro, le rivelazioni che vi fanno riguardano anzitutto se stessi.
Se possedessero la nobiltà, la bontà, l’onestà e soprattutto l’amore, troverebbero anche negli altri tutte queste buone qualità."

- Omraam Mikhaël Aïvanhov - 


Buona giornata a tutti :-)


giovedì 1 luglio 2021

Non preoccupatevi - Omraam Mikhaël Aïvanhov

Non preoccupatevi che qualcuno possa prendere il vostro posto. 
Nessun essere può prendere il posto di un altro. 
Ognuno ha il proprio posto nell’Universo, perché Dio ha fatto di ciascuno un essere unico, dotato di una vibrazione particolare. 
Sul piano fisico, certo, le persone ingiuste e disoneste possono riuscire a soppiantarne altre, ma sul piano spirituale questo è impossibile. Il posto che Dio assegna a ognuno di noi è assolutamente quello che ciascuno merita. 
In questo campo vi è una giustizia assoluta. 
Nessuna creatura ha la possibilità di prendere il posto di un’altra, ma ciascuna deve svilupparsi sino a raggiungere la perfezione che Dio a previsto per lei. 
Anche se altri hanno un ruolo più importante da svolgere, ogni creatura regna esattamente là dove si trova, perché è Dio che le ha assegnato quel posto. 
Con la sua vita, ogni creatura secerne una quintessenza di sé, e tale quintessenza le è propria. 
Nessun’altra creatura può sostituirsi a lei: essa resta unica e insostituibile per l’eternità.”

- Omraam Mikhaël Aïvanhov -


 In ogni istante, potreste essere presi dallo scoraggiamento. 
Allora, ditevi immediatamente: «La cosa non durerà». 
Rifugiatevi da qualche parte in voi stessi, come se andaste in letargo, e restate là finché non ritroverete il soffio della vita. 
Lo scoraggiamento è come l’inverno, ma dopo l’inverno ritorna la primavera; a seconda delle annate, essa viene più o meno presto: talvolta viene molto tardi, ma finisce sempre per arrivare. 
Ecco perché non bisogna mai perdere completamente la speranza. 
Prima o poi, lo slancio e l’energia ritorneranno. 
Quanti hanno abbandonato la presa appena qualche istante prima che le forze della primavera risorgessero in loro! 
Ed è un peccato… Stavano finalmente per essere salvati, ma non hanno avvertito nulla di quel rinnovamento e si sono arresi. 
Dunque, quali che siano i vostri tormenti, non lasciate mai che il vostro cielo interiore si oscuri completamente. 
Ditevi: «Può darsi che non tutto sia perduto, aspettiamo ancora un po’». E a poco a poco l’oscurità incomincerà a dissiparsi e il freddo se ne andrà.

- Omraam Mikhael Aivanhov – 
da: "Pensieri Quotidiani"


La Forza della Gratitudine

Ecco qualcuno che si considera molto infelice e viene a spiegarmi perché.
Gli chiedo: “Ha ringraziato oggi?
– Ringraziato…? Ma chi? E perché?
– Può camminare? Può respirare? – Sì.
– Ha fatto colazione? – Sì.
– E può aprire la bocca per parlare? – Sì.
– Ebbene, ringrazia. Ci sono persone che non possono né camminare né mangiare né aprire la bocca. Lei è infelice perché non ha mai pensato a ringraziare. Per cambiare il suo stato, dovrebbe anzitutto riconoscere che nulla è più meraviglioso del fatto di essere vivi, di poter camminare, guardare, parlare”. Gli esseri umani avrebbero migliaia di ragioni per ringraziare, ma non le vedono. Sono ingrati. Ecco perché il Cielo li fa passare attraverso varie prove: semplicemente per insegnare loro ad essere finalmente riconoscenti. 

- Omraam Mikhael Aivanhov -



L’amore non è l’incontro di due corpi, ma la fusione di due quintessenze.
Può accadere che due esseri non si siano mai sfiorati nemmeno con un dito, eppure possano sentire tra loro un legame potente, indistruttibile.
Altri, invece, pur dormendo da anni nello stesso letto si sentono soli, estranei l’uno all’altro.
Quando due esseri si amano veramente, niente e nessuno può separarli. Anche se ci fossero migliaia di chilometri tra loro, in realtà essi sono sempre insieme.
Nonostante i muri, nonostante le montagne e gli oceani, essi sono insieme, perché ciò che vivono si trova così in alto, da sfuggire alle limitazioni del piano fisico.

-Omraam Mikhaël Aïvanhov-


Buona giornata a tutti. :-)