C’era un contadino che coltivava mais di ottima qualità
Ogni anno vinceva il premio per il miglior mais coltivato.
Un anno un giornalista lo intervistò e imparò qualcosa di interessante su come
lo coltivava.
Il giornalista scoprì che il contadino condivideva i semi del suo mais con i
suoi vicini.
“Come puoi permetterti di condividere
i tuoi semi di mais migliori con i tuoi vicini, quando ogni anno entrano in
competizione con il tuo mais?”_ chiese il giornalista.
“Perché, signore”_ disse il contadino
_”non lo sa? Il vento raccoglie il polline dal mais in maturazione e lo fa
roteare da un campo all’altro. Se i miei vicini coltivano mais inferiore,
l’impollinazione incrociata degraderà costantemente la qualità del mio mais. Se
voglio coltivare del buon mais, devo aiutare i miei vicini a coltivare del buon
mais.”
Così è con le nostre vite.
Chi vuole vivere bene e in modo significativo deve contribuire ad arricchire la
vita degli altri, perché il valore di una vita si misura in base alle vite che
tocca.
E chi sceglie di essere felice deve aiutare gli altri a trovare la felicità,
perché il benessere di ciascuno è legato al benessere di tutti.
Chiamatelo potere della collettività.
Chiamatelo principio di successo. Chiamatelo legge della vita.
Il fatto è che nessuno di noi vince veramente, finché non vinciamo tutti!
- Eirik Duke -
Quando i nostri più instancabili sforzi non riescono ad arrestare l’insorgente attacco dell’oppressione, abbiamo bisogno di sapere che in questo universo vi è un Dio la cui invincibile forza è un’adeguata antitesi della vile debolezza dell’uomo.
Quando siamo sbattuti dai gelidi venti dell’avversità e percossi dalle furiose tempeste della delusione, e quando nella nostra follia e nel nostro peccato ci sviamo in qualche lontana terra di perdizione e siamo frustrati a causa di uno strano sentimento di nostalgia, allora abbiamo bisogno di sapere che vi è Qualcuno che ci ama, che ha cura di noi, che ci comprende e ci darà un’altra possibilità.