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lunedì 29 aprile 2019

La scatola magica

Un anziano mago inviò al re un misterioso pacco. 
Pochi giorni dopo morì. 
Il re, prima di aprire la scatola consultò i suoi consiglieri. "Sicuramente ha un potere magico a noi sconosciuto", risposero. "Va posto in luogo sicuro ma accessibile al popolo". 
Ogni giorno centinaia di persone presero ad inchinarsi davanti ad essa per ricevere un aiuto anche se, in realtà, non ottenevano nessun beneficio.
Molti anni dopo, chiese udienza al sovrano un saggio di nome Artego, chiedendo di esaminare la scatola per scoprire il mistero che nascondeva. "Non sia mai", replicò il sovrano. "E' troppo fragile e potrebbe rompersi". 
Il saggio insistette offrendo la sua testa qualora si fosse rotta. 
Dopo averla esaminata bene, Artego disse: "Ora, sire, saprai la verità!". E così dicendo la gettò a terra. 
Si udì come un tuono e la sala fu invasa dal fumo. Quando si dileguò, si vide una bottiglietta su cui era scritto "Elisir di serenità, per l'amata maestà!".
"Maestà", concluse il saggio, "era solo un contenitore scherzoso, il vero regalo era sul fondo dove erano riportate le istruzioni! 
Per secoli avete onorato una scatola e non ciò che conteneva. 
È quello che succede a che nella vita si ferma all'apparenza e non va in profondità!". 

ACR, Cammino 2006-2007, Appendice 12-14 allegato A



“Cari Fratelli, forza!  La metà di noi siamo nella vecchiaia: la vecchiaia è – mi piace dirlo così – la sede della sapienza della vita. 
I vecchi hanno la sapienza di avere camminato nella vita, come il vecchio Simeone, la vecchia Anna al Tempio. 
E proprio quella sapienza ha fatto loro riconoscere Gesù. Doniamo questa sapienza ai giovani: come il buon vino, che con gli anni diventa più buono, doniamo ai giovani la sapienza della vita.
Mi viene in mente quello che un poeta tedesco diceva della vecchiaia: 
“Es ist ruhig, das Alter, und fromm”: è il tempo della tranquillità e della preghiera. E anche di dare ai giovani questa saggezza”. 

“Tornerete ora nelle rispettive sedi per continuare il vostro ministero arricchiti dall’esperienza di questi giorni, così carichi di fede e di comunione ecclesiale. 
Tale esperienza unica e incomparabile, ci ha permesso di cogliere in profondità tutta la bellezza della realtà ecclesiale, che è un riverbero del fulgore di Cristo Risorto: un giorno guarderemo quel volto bellissimo del Cristo Risorto.”

 - Papa Francesco -
discorso ai cardinali, 15 marzo 2013




Fiducia dell’anziano nel Signore

Non abbandonarmi, o Signore!
Ho bisogno di te, in questa età,
della tua grazia,
del tuo incessante aiuto,
del tuo amore!

Non abbandonarmi, Signore,
anche se ti ripugna
la mia debole fede priva di entusiasmo,
soffocata dalle quotidiane occupazioni
e da troppe distrazioni e vanità.

Signore, non abbandonarmi,
anche se ti infastidisce
la mia arida preghiera
priva di quella speranza
che è certezza di vittoria,
di quella speranza che, fiduciosa,
abbandona l'anima in te serenamente,
come un bimbo nelle braccia materne.

Signore, non abbandonarmi,
anche se ti nausea il mio animo tiepido,
immortificato, presuntuoso,
ricco di egoismo e povero d'amore.

Non abbandonarmi
nell'ora del dolore, della malattia,
della umiliazione,
finché sappia, assieme a te,
portare degnamente la mia croce.

Signore, non abbandonarmi
in balìa delle mie passioni,
anche se lo merito
per la fragilità, l'incostanza, la tiepidezza
della mia vita passata.

Non abbandonarmi, Signore,
nel giorno della tentazione
anche se tu mi vedessi scherzare
scioccamente con il fuoco.

Non abbandonarmi, ti prego,
anche nella tragica ora
in cui tentassi di liberarmi
dall'amorosa stretta delle tue braccia.

Signore, lascia che io riposi
l'anima sul tuo dolcissimo Cuore
per non separarmi giammai da te
anche a costo di qualunque sacrificio
o umiliazione, o rinuncia.

Signore, abbi pietà di me!

- Sacerdote Ferdinando Baj - 


Breviario della terza età, Ed. Salcom, anno 1989



...Un pensiero colmo di grande affetto e di profonda gratitudine rivolgo al mio venerato predecessore Benedetto XVI, che in questi anni di Pontificato ha arricchito e rinvigorito la Chiesa con il Suo magistero, la Sua bontà, la Sua guida, la Sua fede, la Sua umiltà e la Sua mitezza. 
Rimarranno un patrimonio spirituale per tutti! 
Il ministero petrino, vissuto con totale dedizione, ha avuto in Lui un interprete sapiente e umile, con lo sguardo sempre fisso a Cristo, Cristo risorto, presente e vivo nell’Eucaristia. 
Lo accompagneranno sempre la nostra fervida preghiera, il nostro incessante ricordo, la nostra imperitura e affettuosa riconoscenza. 
Sentiamo che Benedetto XVI ha acceso nel profondo dei nostri cuori una fiamma: essa continuerà ad ardere perché sarà alimentata dalla Sua preghiera, che sosterrà ancora la Chiesa nel suo cammino spirituale e missionario.....

[Papa Francesco, discorso ai cardinali, 15 marzo 2013]




























Buona giornata a tutti. :-)



martedì 16 aprile 2019

Preghiere per il Martedì Santo

Unisco il mio dolore al Tuo, caro Gesù.

Gesù, unisco la mia pena e la mia sofferenza a quelle che Tu hai sopportato durante la Tua Agonia sul Calvario.
Ogni violenza e attacco verbale che sopporto, li offro a Te in onore della Tua Incoronazione di Spine.
Ogni critica ingiusta che mi è fatta, la offro a Te in onore della Tua umiliazione davanti a Pilato.
Ogni tormento fisico che sopporto per mano degli altri, lo offro a Te in onore della Tua Flagellazione alla Colonna.
Ogni insulto che sopporto, lo offro in onore della terribile sofferenza fisica che hai patito durante l’Incoronazione di Spine quando hanno straziato il tuo occhio.
Ogni volta che Ti imito, trasmetto i Tuoi Insegnamenti e quando sono deriso nel Tuo Nome, lascia che Ti aiuti sulla via del Calvario.
Aiutami a liberarmi del mio orgoglio e a non aver paura di ammettere che io Ti amo, caro Gesù.
Poi, quando tutto nella mia vita sembrerà senza speranza, caro Gesù, aiutami ad essere coraggioso ricordandomi come Ti sei lasciato volontariamente Crocifiggere in modo così crudele e ignobile.
Aiutami ad alzarmi e ad essere considerato come Cristiano veritiero, vero soldato del Tuo esercito, umile e contrito nel mio cuore, in ricordo del Sacrificio che Tu hai fatto per me.
Tienimi la mano, caro Gesù, e mostrami come la mia sofferenza può ispirare gli altri a unirsi al Tuo esercito di anime affini che Ti amano.
Aiutami ad accettare la sofferenza e ad offrirla a Te come un dono per salvare le anime nella battaglia finale contro la tirannia del maligno.
Amen.



Messaggio per la Quaresima

L'amore gratuito di Dio ci è reso noto mediante l'annuncio del Vangelo. Se lo accogliamo con fede, riceviamo quel primo ed indispensabile contatto col divino capace di farci "innamorare dell'Amore", per poi dimorare e crescere in questo Amore e comunicarlo con gioia agli altri (...) 
Carissimi fratelli e sorelle, in questo tempo di Quaresima, in cui ci prepariamo a celebrare l'evento della Croce e della Risurrezione, nel quale l'Amore di Dio ha redento il mondo e illuminato la storia, auguro a tutti voi di vivere questo tempo prezioso ravvivando la fede in Gesù Cristo, per entrare nel suo stesso circuito di amore verso il Padre e verso ogni fratello e sorella che incontriamo nella nostra vita. 
Per questo elevo la mia preghiera a Dio, mentre invoco su ciascuno e su ogni comunità la Benedizione del Signore! 

. papa Benedetto XVI  -
dal Messaggio per la Quaresima 2013



Vivere la Pasqua 


Se la pianta non si orienta verso la luce, appassisce. Se il cristiano rifiuta di guardare la luce, se si ostina a guardare solo le tenebre, cammina verso una morte lenta; non può crescere né costruirsi in Cristo.
A poco a poco Cristo trasforma e trasfigura tutte le forze ribelli e contraddittorie che ci sono dentro di noi... Piangere sulla nostra ferita ci trasformerebbe in uno strazio, in una forza che aggredisce con violenza noi stessi e gli altri, soprattutto chi ci è più vicino. 
Una volta trasfigurata da Cristo, la ferita si trasforma in una fonte di energia, in una sorgente da cui scaturiscono le forze di comunione, di amicizia e comprensione. Questa trasfigurazione è l'inizio della risurrezione sulla terra, è vivere la Pasqua insieme a Gesù; è un continuo passare dalla morte alla vita.

- frère Roger di Taizè -





Buona giornata a tutti. :-)



lunedì 25 febbraio 2019

Signore, non ne posso più - don Primo Mazzolari

Signore, non ne posso più:
la mia resistenza è agli estremi,
la mia fede viene meno
sotto le prove che incalzano.
Non comprendo più niente.
Non mi abbandonare, Signore,
tu che mi conosci e sai tutto di me
e di questo mio povero cuore di carne.
Tienimi su il cuore,
e aiutami a superare l’angoscia,
che spesso il male mi dà.
Rinsaldami la certezza,
che niente va perduto del nostro patire,
perché è tuo e ti appartiene
meglio di qualsiasi cosa nostra.
Aiutami a credere
che la tua misericordia
sta universalmente preparando
una giornata più buona a tutti.

- don Primo Mazzolari - 



Le strade cristiane nel mondo si tracciano camminando con integrità di fede, con passione d’apostolato, con audacia di carità, con disciplina di figlioli. 
E non illudiamoci: sono strade di dolore, prima che strade di conquista e di gloria.


- Don Primo Mazzolari  -
“Lettera sulla parrocchia"



Vivere è camminare, salvarsi è camminare… Il cristiano è un pellegrino. 
Se uno rifiuta la solidarietà del camminare, cioè lo sforzo di vivere con gli uomini e per gli uomini, tradisce la propria vocazione d’uomo… 
Il cristiano che si ferma e si chiude invece di camminare rischia smarrire la coscienza della cattolicità. 


- Don Primo Mazzolari -
da “Il Samaritano”


"Non siate mai uomini, donne tristi: un cristiano non può mai esserlo! 
Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento! 
La nostra non è una gioia che nasce dal possedere tante cose, ma dall'aver incontrato una Persona: Gesù, dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili, e ce ne sono tanti! 
Noi accompagniamo, seguiamo Gesù, ma soprattutto sappiamo che Lui ci accompagna e ci carica sulle sue spalle: qui sta la nostra gioia, la speranza che dobbiamo portare in questo nostro mondo. 
Portiamo a tutti la gioia della fede!". 
E anche qui ha aggiunto a braccio: "Non lasciamoci rubare la speranza! Non lasciamoci rubare la speranza!". 
E prima aveva interrotto il discorso ricordando che "il diavolo viene, magari travestito da angelo", per staccarci dal nostro seguire Gesù!


Preghiera per la sera

Ti prego, o Signore,
proteggimi in questa notte.
Tu sei per me il vero riposo:
concedimi di dormire in pace.
Veglia su di me,
allontana ogni minaccia
e guidami nelle tue vie.
Signore,
tu sei il mio custode,
resta con me, Signore.
Amen.




Buona giornata a tutti. :-)




venerdì 22 febbraio 2019

Che cos'è la tristezza - don Luigi Giusanni

«La tristezza è una nota inevitabile e significativa della vita, perché nella vita, in ogni suo momento tu hai la percezione di qualcosa che ancora ti manca; la tristezza è un’assenza sofferta. 
Che cosa rende buona la tristezza? 
Riconoscerla come strumento significativo del disegno di Dio. 
Il disegno di Dio implica questo: che la vita sia sempre, in qualsiasi caso … soggetta alla percezione di qualcosa che manca. 
Ed è provvidenziale questo … 
Che la vita sia triste è l’argomento più affascinante per farci capire che il nostro destino è qualcosa di più grande, è il mistero più grande. 
E quando questo mistero ci viene incontro diventando un uomo, allora questo fascino diventa cento volte più grande. 
Non ti toglie la tristezza, perché il modo con cui Dio diventa uomo è tale che l’hai senza averlo, l’hai già e non l’hai ancora. … 
Non lo vediamo – io non vedo Lui come vedo te – , so che Lui è qui perché ci sei tu, perché ci siamo noi …



La tristezza è la condizione che Dio ha collocato nel cuore dell’esistenza umana, perché l’uomo non si illuda mai tranquillamente che quello che ha gli può bastare. 

La tristezza è parte integrante, non della natura del destino dell’uomo, ma dell’esistenza dell’uomo, cioè del cammino al destino, ed è presente ad ogni passo. Quanto più questo passo è bello per te, quanto più è incantevole per te, quanto più è tuo, tanto più capisci che ti manca quello che più aspetti».

- Luigi Giussani -
 Si può vivere così?, p. 338


Il cammino del Signore è semplice come quello di Giovanni e Andrea, di Simone e Filippo, che hanno cominciato ad andare dietro a Cristo: per curiosità e desiderio. 
Non c'è altra strada, al fondo, oltre questa curiosità desiderosa destata dal presentimento del vero.

- Luigi Giussani -
da: Alla ricerca del volto umano, Rizzoli 




Chiediamo oggi al Signore Gesù che ci dia questa grazia di non immischiarci mai nella vita degli altri, di non diventare cristiani di buone maniere e cattive abitudini, di seguire Gesù, di andare dietro Gesù, sulla sua strada. E questo basta!”.

- Papa Francesco -
Omelia Santa Marta, 18 Maggio 2013
  


Preghiera per la sera

Mi addormenterò nella pace,
il tuo sangue vegli su di me;
all' anima che hai plasmato secondo la tua immagine, 
concedi la libertà.


Posa la mano sul corpo che hai impastato,
e le tue misericordie siano per lui come mura di difesa
e come un potente scudo.


Quando il corpo si riposerà
la tua forza lo protegga,
il mio riposo sia davanti a te,
come profumo d'incenso.


Il Maligno non si avvicini al mio giaciglio,
per l'intercessione di tua Madre,
e per il tuo sacrificio per noi;
allontana il demone della paura che mi nuoce.




Buona giornata a tutti. :-)





mercoledì 13 febbraio 2019

Fare agli altri ciò che Gesù ha fatto a noi - Padre Silvano Fausti

«Argento e oro non possiedo, ma ciò che ho ti do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, risorgi e cammina» (leggi Atti 3,1-9)


Pietro, insieme ai suoi fratelli, è testimone di Gesù: evangelizza innanzitutto vivendo, poi parlando e infine facendo come lui. 

Il testo narra la prima azione del primo Papa: rimette in piedi l’uomo. Programma, suo e della Chiesa, è fare agli altri ciò che Gesù ha fatto a noi.
Lo storpio, ritorto su se stesso, ha perso la stazione eretta, che distingue l’uomo dall’ animale. 

Non vede l’altro in faccia, ma solo dal basso in alto. Incapace di muoversi e mendico professionale, per lui l’altro non esiste: è solo mano che dà. 
Ma neppure lui esiste: è solo mano che riceve. 
Lo storpio è simbolo della disumanità di ogni uomo le cui relazioni sono strumentali alla sua stortura, che lo esclude dal tempio e da una vita autentica. 
Questo malato è specchio del vero male che ci affligge: l’egoismo che ci accartoccia su noi stessi, lasciandoci soli e bisognosi di tutto. 

Nessuno guarda il povero negli occhi, soprattutto il ricco: fa paura vedere in lui noi stessi se perdiamo ciò che abbiamo.
La Chiesa, come Gesù, vuole guarirci dall’ egoismo e darci la libertà di camminare sulla via dell’amore, in comunione con i fratelli e con il Padre.
Pietro, con Giovanni, fissa l’uomo e gli dice di guardare a loro, non alla loro tasca. 

Nel suo sguardo, ancora fresco di rinnegamento, lo storpio vede lo stesso sguardo di Gesù che l’ha salvato dal restare aggrovigliato nel suo fallimento (Lc 22,61). Quel Gesù che lo ha guardato come lui guarda l’uomo, è il vero tesoro di San Pietro. 

Avendo questo, e non argento e oro, può dirgli: «Ciò che ho, ti do. Risorgi e cammina».
Se Pietro avesse avuto danaro, avrebbe fatto l’elemosina, cosa buona. 

Se ne avesse avuto tanto, avrebbe fatto un istituto per zoppi, cosa ancora migliore. 
Ma l’unico mezzo per risuscitare l’uomo dalla sua morte religiosa e civile, è la povertà: Dio e mammona, danaro e nome di Gesù sono incompatibili. 
Ciò che possediamo ci possiede: ci rende paralitici e contorti come lo storpio. La brama di possedere è idolatria (Ef 5,5), l’amore del denaro radice di ogni male (1Tm 6,10).
A un giovane pio, osservante della legge, che chiede cosa fare per avere la vita eterna, Gesù risponde: «Una sola cosa ti manca: va’, vendi ciò che hai, dallo ai poveri e poi vieni e seguimi». La prima comunità sa che i beni non sono da possedere, ma da condividere con i fratelli. È la solidarietà che dà vita, non l’accumulo di cose. 
L’accaparramento priva il povero della vita materiale e il ricco della vita eterna, che consiste nell’ amore fraterno. 

La solidarietà permette a tutti la vita materiale e dà nel contempo quella divina: ci fa figli perché fratelli.
Ciò che ostacola la missione della Chiesa non è la mancanza di beni. 

Una sola cosa sempre le manca, come a Davide per vincere Golia, simbolo del male: liberarsi dall’ armatura dei privilegi che ha, per fraternizzare con tutti.
Pensare così non è ingenuità, come già credeva Pietro quando Gesù lo chiamò «satana». 

Il pensiero di Dio è opposto a quello dell’uomo, come l’amore all’ egoismo (cfr Mc 8,31-33). Nonostante il fatto sia evidente in tutta la storia della Chiesa, non vogliamo mai capire che ricchezza e potere distruggono la Chiesa, mentre povertà e persecuzione la costruiscono e rafforzano. 
Sono stato spesso in Mozambico, Angola e Guinea Bissau, dove la Chiesa era potente: per cinque secoli ha goduto del «Patronato portoghese», che costruiva chiese, scuole e case parrocchiali, stipendiando clero e catechisti. 
In mezzo millennio di benessere e alleanza con i potenti la Chiesa non è mai decollata. 
Arrivati i comunisti, che le hanno confiscato tutto e l’hanno perseguitata, la Chiesa è nata, fiorita e cresciuta. 
Che Dio ci guarisca dalle nostre «scoliosi»!

- Padre Silvano Fausti -
Gesuita, biblista e scrittore
1940-2015



Nè San Domenico, nè San Francesco hanno fatto profezie sul futuro, ma hanno saputo leggere il segno dei tempi e capire che era arrivato per la Chiesa il momento di liberarsi dal sistema feudale, di ridare valore all'universalità e della povertà del Vangelo, come pure alla "vita apostolica". 
Così facendo hanno  ridato alla Chiesa il suo vero aspetto, quello di una Chiesa animata dallo Spirito Santo e condotta dal Cristo stesso. 
Hanno così contribuito alla riforma della gerarchia ecclesiastica. 
Altri esempi sono Santa Caterina da Siena e Santa Brigida di Svezia, due grandi figure di donne. Penso sia importante sottolineare come in un momento particolarmente difficile per la Chiesa, quale fu quello della crisi di Avignone e lo scisma che ne seguì si siano levate figure di donne per annunciare che il Cristo vivente è anche il Cristo che soffre nella sua Chiesa. 

- Cardinale Joseph Ratzinger -
intervista 1998



“Per otto anni ci è stato dato un papa della levatura intellettuale di Gregorio Magno, e non se ne sono neppure accorti perché troppo distratti dalle scarpe rosse cosiddette "di Prada", dalla mozzetta e dalla croce d'oro. 
Nella sua Santa Condiscendenza, allora, lo Spirito ha pensato bene di darcene un altro di stile completamente diverso per comunicarci in parole più povere (ma neanche tanto) le stesse cose, eppure non se ne accorgeranno lo stesso perché troppo distratti dal "segno di discontinuità" delle scarpe marroni, dell'assenza di mozzetta e dalla croce di ferro...

Si sono persi il primo, e si perderanno pure il secondo.
E per quanto riguarda la seconda categoria, se si perderanno il secondo, ci sarà da dubitare che abbiano mai per davvero capito il primo, nonostante gli entusiasmi.”

- Massimo Scaglione -  


Buona giornata a tutti. :-)





venerdì 8 febbraio 2019

Il segreto della felicità - Romano Battaglia

Bisogna cercare di prendere tutto quanto con ottimismo e ricordare che la vita è sempre degna di essere vissuta anche quando è noia, fatica, delusione. 
La notte non è mai così nera come prima dell'alba ma poi l'alba sorge sempre a cancellare il buio della notte.
Così ogni nostra angoscia, per quanto profonda prima o poi trova motivo di attenuarsi e placarsi, purchè lo vogliamo.
Sappiamo che c'è la luce perchè c'è il buio, che c'è la gioia perchè c'è il dolore, che c'è la pace perchè c'è la guerra e dobbiamo sapere che la vita vive di questi contrasti.
Alzatevi ogni mattino sereni e ringraziate Dio di essere ancora al mondo guardando il cielo con occhi luminosi e ricordatevi che nella vita ci sono giorni pieni di vento e pieni di rabbia, ci sono giorni pieni di pioggia e pieni di dolore, ci sono giorni pieni di lacrime.... ma poi ci sono giorni pieni d'amore che vi danno il coraggio di andare avanti per tutti gli altri giorni.
Non arrabbiatevi per cose di poco conto e cercate di conservare la calma anche nei momenti di tensione. 

- Romano Battaglia - 
da: Una rosa dal mare


Andate incontro agli altri offrendo la vostra amicizia e pensate che tutti possono essere amici anche quelli che vi sembrano scostanti e che, forse non aspettano da voi che una parola buona per fare il primo passo.
Solo così esisterete veramente e non sciuperete nessun istante della vita.
Respirate profondamente e con grande gratitudine perchè l'aria che respirate è la fonte della vita più del cibo e dell'acqua.
Cercate di non desiderare troppo, amate ciò che avete, senza inseguire falsi sogni che vi allontanano dalla realtà lasciandovi scontenti e insoddisfatti: perchè non sempre ciò che vi manca è ciò di cui avete bisogno.
Non siate invidiosi degli altri perchè non potete sapere se chi invidiate non nasconda qualcosa che voi non vorreste per nulla al mondo in caso di cambio.
Non indugiate troppo sugli errori e tenete presente che tutto può servire a rendervi migliore.
Cercate di essere sempre voi stessi a costo di qualche rinuncia.
Solo così potete trovare la vostra strada bianca in mezzo ai campi di grano. 


- Romano Battaglia - 
da: Una rosa dal mare



Ho sempre passeggiato sulla riva del mare raccogliendo conchiglie, stecchi, oggetti abbandonati.

Mi è sembrato di vedere in quelle cose, depositate dalle onde, l'intera umanità con i suoi dolori e le sue gioie.
Il segreto che permette all'uomo di non invecchiare è quello di rimanere semplice e avere la capacità di scoprire un mondo anche in un granello di sabbia.
Non c'è niente di troppo piccolo per un essere piccolissimo qual è l'uomo.
Camminando lentamente dove le onde lambiscono la rena, ci addentriamo in riflessioni, pensieri e passo dopo passo, possiamo ritrovare la calma perduta, la serenità e soprattutto noi stessi.


- Romano Battaglia - 
da: Sulla riva dei nostri pensieri



Il segreto che permette all'uomo di non invecchiare è quello di rimanere semplice e avere la capacità di scoprire un mondo anche in un granello di sabbia. 
Non c'è niente di troppo piccolo per un essere piccolissimo quale è l'uomo. 
Una volta, un pescatore mi raccontò che se avessi trovato un pezzetto di legno logorato dal tempo avrei dovuto conservarlo perché poteva essere un resto della barca sulla quale navigò Gesù. 
Camminando lentamente dove le onde lambiscono la rena, lontani dal chiasso e dalla vita di tutti i giorni, ci addentriamo in riflessioni, considerazioni, pensieri e, passo dopo passo, possiamo ritrovare la calma perduta, le serenità e soprattutto noi stessi. 
E' come procedere a tu per tu con la nostra coscienza che ci chiede una prova di verità e di purezza. 
Il mare è come un cielo aperto sull'infinito del mondo: ci aiuta a ricordare le tappe della nostra vita che sembrano essere rappresentate dalla lunga serie di orme che lasciamo dietro di noi. 
Ho trascorso intere giornate passeggiando e ogni volta sono tornato a casa con le scarpe piene di sabbia e con nel cuore un po' più di saggezza.

- Romano Battaglia - 
da: Sulla riva dei nostri pensieri




La notte non è mai così nera come prima dell'alba
ma poi l'alba sorge sempre a cancellare il buio della notte.
Così ogni nostra angoscia, per quanto profonda prima o poi
trova motivo di attenuarsi e placarsi, purché lo vogliamo.
Sappiamo che c'è la luce perché c'è il buio
che c'è la gioia perché c'è il dolore
che c'è la pace perché c'è la guerra
e dobbiamo sapere che la vita vive di questi contrasti.


- Romano Battaglia -
da:  Notte infinita


Buona giornata a tutti :-)