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lunedì 6 maggio 2019

I 10 Comandamenti dell' Amicizia


1. Stimerai l'amicizia come la più preziosa delle perle.

«Nessun rimedio ha più valore, nessuno è più efficace di un amico presso il quale troviamo conforto nelle giornate cattive e insieme al quale condividiamo la gioia nei momenti di felicità» (A. Rievaulx).


2. Amerai tutti i tuoi amici senza gelosie.


« I veri amici non permettono alla gelosia e allo spirito di competizione di degradare o alterare il loro rapporto; l'amicizia non è esclusiva né possessiva».
E’ dunque importante amare prima se stessi: «non ci si può innamorare di nessuno, se prima di tutto non si è amici di se stessi » (E. Strachen).

3. Aprirai generosamente la tua amicizia ad altri cuori.

« Se il cuore si apre agli altri, si allarga e si riempie di gioia: questo è il bellissimo segreto della vita interiore». 
«L'amicizia rinchiusa in se stessa finisce per stancare e deludere; a essere sempre e solo in due, si finisce per intristirsi ed annoiarsi».

4. Manterrai l'amicizia con il dialogo.

«L'amicizia ha bisogno della comunicazione fra amici. Altrimenti non può nascere né vivere» (Francesco di Sales). 


Gli uomini hanno bisogno di parlare e di essere ascoltati: «la loro anima colma di preoccupazioni, di noia o di gioie aspira ad esprimersi. 

Le parole permettono una comunicazione reciproca».

5. Ai tuoi amici confiderai le tue pene e le tue gioie in tutta semplicità.

«Un amico è qualcuno che sa tutto di voi e che ciononostante vi ama» (Bibbia).

«Una delle grandi felicità della vita è l'amicizia, e una delle felicità dell'amicizia è aver qualcuno cui confidare un segreto» (A. Manzoni).

6. Ai tuoi amici ti mostrerai come sei veramente.

Quale conforto è provare una completa fiducia in qualcuno, poter dire le cose come vengono, senza dover pesare le parole, poter stare in silenzio se la desideriamo. 
Sì, il segno della vera amicizia é il fatto che il silenzio non pesa.

7. Fornirai loro un valido sostegno nelle difficoltà.


«La vera amicizia nasce nel momento in cui decido di essere un amico, e non solo di averne uno». 
«Amico è colui che è al vostro fianco nei momenti difficili».


«Quando un amico è in difficoltà, non annoiatelo chiedendogli cosa potete fare per lui; pensate a quello che sarebbe opportuno fare e fatelo» (E. W. Howe).

8. Ai tuoi amici perdonerai i loro difetti senza esitazioni.

«Nell'amicizia non si va lontano, se non si sa perdonare».

« Per farsi un amico, bisogna chiudere un occhio. Per conservarlo, bisogna chiuderli tutti e due!» (N. Douglas).



9. Cercherai sempre di rendere migliori i tuoi amici.


Ci sono amicizie fatte di complicità che non fanno che alimentare la mediocrità. 


La vera amicizia è un'amicizia di emulazione: «Amare qualcuno, diceva Dostoiewski, significa vederlo come Dio voleva che fosse».

10. Con i tuoi amici costruirai appassionatamente un mondo migliore.

L'amicizia non cambia soltanto due cuori, ma cambia tutti i rapporti con gli altri e può cambiare il mondo, se è posta al servizio di un grande progetto.





Apri il libro della tua vita a poche persone. 

Solo una piccola parte capisce cosa c'è scritto, tutti gli altri sono curiosi.



Il valore dell'amicizia consiste nel mettere l'altro al centro, dove, per abitudine, mettiamo noi stessi .....




sabato 27 aprile 2019

Svegliati, Alzati! (1908) e Mi hai fatto senza fine - Rabindranath Tagore

Svegliati, alzati!
All'alba la luce stessa di Dio viene a rompere il nostro sonno.
Il sonno profondo di tutta la notte si rompe in un momento.
Ma chi può spezzare le illusioni della sera?
Come potrò togliere dall'animo l'involucro magico che il lavoro e le preoccupazioni del lungo giorno hanno gettato su di esso e condurlo in mezzo alla pace pura e tranquilla?
Tutto il giorno, come un ragno, in diverse maniere, ci ha avvolto con reti molto vaste, una rete dopo l'altra.
L'Onnipotente, l'Eterno è stato messo da parte.
Tagliate tutte queste reti, come potrò risvegliare lo spirito in mezzo all'infinito?
Svegliati, alzati!

Il giorno con lavori vari, con preoccupazioni ed attrazioni innumerevoli cerca di legarci stretti da tutte le parti: cerca di alzare un muro tra la mia anima e l'universo. Così, se noi non risvegliamo la nostra attenzione, se non usiamo questa formula magica: Svegliati, alzati... Se non risuona ogni momento questa voce dentro l'anima, in mezzo a tutte le mille vicende della giornata, un nodo dopo l'altro, un laccio dopo l'altro esse ci legheranno e ci renderanno insensibili. Allora non ci sarà alcuna forza di volontà che possa distoglierci dalla nostra inerzia.
Pensiamo che quanto ci lega da tutte le parti sia la verità e non avremo più fede nelle verità pure e passate, non ci passerà neppure per la mente di sospettare della nostra situazione.
Perciò in mezzo al frastuono dei vari affari di ogni giorno si alzi dalle profondità del nostro animo, nello strumento che ha una sola corda, il richiamo: Svegliati, alzati!

- Rabindranath Tagore -
1 dicembre 1908
Fonte: “Santiniketon,Casa della Pace”, Tagore, Paoline Editoriale Libri, 1/1995




Mi hai fatto senza fine
questa è la tua volontà.

Questo fragile vaso
continuamente tu vuoti
continuamente lo riempi
di vita sempre nuova.

Questo piccolo flauto di canna
hai portato per valli e colline
attraverso esso hai soffiato
melodie eternamente nuove.

Quando mi sfiorano le tue mani immortali
questo piccolo cuore si perde
in una gioia senza confini
e canta melodie ineffabili.

Su queste piccole mani
scendono i tuoi doni infiniti.

Passano le età, e tu continui a versare,
e ancora c'è spazio da riempire.


 - Rabindranath Tagore -


Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it


martedì 2 aprile 2019

San Giovanni Paolo II - Preghiera di intercessione

Poiché la croce di Cristo è il segno d’amore e di salvezza,
non deve sorprenderci che ogni amore autentico richiede sacrificio.
Non abbiate paura quando l’amore richiede sacrificio.
Non abbiate paura della croce di Cristo.
La croce è l’Albero della Vita.
È sorgente di ogni gioia e di ogni pace.
Era l’unico modo per Gesù di arrivare alla risurrezione e al trionfo.
È l’unico modo per noi di partecipare alla sua vita, ora e sempre.
Certamente il messaggio che la Croce comunica non è facile da comprendere nella nostra epoca,
ma voi, cari giovani, non abbiate paura di proclamare, in ogni circostanza il Vangelo della Croce.
Non abbiate paura di andare controcorrente!


- san Giovanni Paolo II, papa - 
Omelia – 4 Aprile 2004


"La profonda e rapida trasformazione delle cose esige, con più urgenza, che non vi sia alcuno che, non prestando attenzione al corso delle cose e intorpidito dall'inerzia, si contenti di un'etica puramente individualistica.
Il dovere della giustizia e dell'amore viene sempre più assolto per il fatto che ognuno, interessandosi al bene comune secondo le proprie capacità e le necessità degli altri, promuove e aiuta anche le istituzioni pubbliche e private che servono a migliorare le condizioni di vita degli uomini.
Vi sono di quelli che, pur professando opinioni larghe e generose, tuttavia continuano a vivere in pratica come se non avessero alcuna cura delle necessità della società." 

- san Giovanni Paolo II, papa - 
Enciclica Gaudium es Spes, n.30




Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la Sua potestà!
Aiutate il Papa e tutti quanti vogliono servire Cristo e,
con la potestà di Cristo, servire l'uomo e l'umanità intera!
Non abbiate paura!
Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo!
Alla Sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati,
i sistemi economici come quelli politici,
i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo....
Non abbiate paura!
Cristo sa cosa è dentro l'uomo.
Solo Lui lo sa!
Oggi così spesso l'uomo non sa cosa si porta dentro,
nel profondo del suo animo, del suo cuore.
Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra.
È  invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione.
Permettete a Cristo di parlare all'uomo.
Solo Lui ha parole di vita, sì! Di Vita Eterna.


- San Giovanni Paolo II, papa - 



 O Trinità Santa, ti ringraziamo per aver donato alla Chiesa 
san Giovanni Paolo II 
e per aver fatto risplendere in lui la tenerezza della Tua paternità, 
la gloria della Croce di Cristo 
e lo splendore dello Spirito d’amore.
Egli, confidando totalmente nella Tua infinita misericordia 
e nella materna intercessione di Maria, 
ci ha dato un’immagine viva di Gesù Buon Pastore 
e ci ha indicato la santità come misura alta 
della vita cristiana ordinaria 
quale strada per raggiungere la comunione eterna con Te. 
Concedici, per sua intercessione, 
secondo la Tua volontà, 
la grazia che imploriamo … (chiedere la grazia ...) 
Amen.


San Giovanni Paolo II, prega per noi!!!


Buona giornata a tutti. :-)






sabato 23 febbraio 2019

La vita sembra una brutta avventura, perché è certo che nessuno di noi ne uscirà vivo - don Bruno Ferrero

Con una certa frequenza è comunicata la notizia dell'avvicinamento di un meteorite al nostro pianeta e quasi sempre qualcuno dichiara che l'esito potrebbe essere infausto per tutta l'umanità. "Il mondo finirà", dichiarano alcuni che pare godano di una discreta infallibilità nel preannunciare sventure.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte".



Per ognuno di noi, il mondo sicuramente finirà.
In termini puramente terreni, la vita sembra una brutta avventura, perché è certo che nessuno di noi ne uscirà vivo.

Ci sforziamo continuamente di non pensarci, ma il tempo è un mistero inesorabile al quale non possiamo sfuggire: fa sentire i suoi effetti sui nostri capelli e nelle articolazioni, si diverte a stamparci rughe sul viso e ad ampliare il nostro girovita.
Se ci riflettiamo, dovremo convenire che il tempo è una tra le risorse davvero non rinnovabili.
Un tale ha sintetizzato questa realtà con una semplice affermazione: "Passiamo la vita ad ammazzare il tempo in attesa che il tempo ammazzi noi".
Eppure il tempo che ci è dato è l'unica occasione che abbiamo quaggiù. Non ce ne sarà data un'altra.
Perché allora lasciamo che tutto scorra tra l'impazienza e la noia? 
Che cosa ci tiene così spesso in uno stato di torpore? 
Siamo immersi in una serie di abitudini, sviluppiamo un attaccamento nei confronti di gesti meccanici e poveri di contenuto, permettiamo che un grigiore uniforme livelli la nostra esistenza. A un certo punto potremo accorgerci che la nostra vita se n'è andata e non l'abbiamo vissuta.
Grandi cose ci sfiorano, passano nella nostra anima come acqua sulle pietre. Troppo spesso potremmo essere paragonati ai giovani che vanno in gita a bordo di un pullman che attraversa località incantevoli, ma tengono le tendine del finestrino ben chiuse, per ascoltare l'iPod a occhi chiusi o risolvere il Sudoku.

"State bene attenti", ci dice Gesù, "che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra". 

Un falco era stato catturato da un contadino, che lo aveva legato a una zampa e l'aveva sistemato nell'aia di un cascinale.
Il falco non si era rassegnato a vivere come un pollo. Aveva cominciato a dare decisi strattoni alla corda che lo teneva avvinto ad un robusto trave del pollaio. Fissava il cielo azzurro e si impegnava a tirare con tutte le sue forze. La corda lo riportava però sempre e inesorabilmente a terra. Il falco provò a liberarsi senza sosta per settimane, finché la pelle della zampa legata si lacerò e le sue belle ali si rovinarono.
Alla fine, il falco si abituò a quella vita. A distanza di qualche mese trovava di suo gradimento anche il mangime dei polli. Si accontentò dunque di razzolare.
Così non si accorse che le piogge autunnali e la neve dell'inverno avevano fatto marcire la corda che lo legava a terra.
Sarebbe bastato un ultimo modesto strattone e il falco sarebbe tornato in libertà, padrone del cielo.
Il falco però non lo fece.

"Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina".

A volte il nostro corpo fa fatica anche solo a salire una rampa di scale, ma la nostra anima ha le ali. 
E il cielo è nostro.

Per evitare sorprese, i primi cristiani hanno fatto una cosa straordinaria: hanno regolato l'orologio della vita su Gesù. Fin dall'inizio hanno orientato la dimensione del tempo su Gesù e, per cominciare, trasformarono il sabato degli ebrei nella domenica.
Il capolavoro cristiano sul senso del tempo è l'anno liturgico, cioè l'anno delle feste cristiane, disposte in modo che nell'arco dell'anno si ripercorra la vita di Gesù, perché è lui "Alfa e Omega, principio e fine" come si proclama nella notte di Pasqua, la notte più solenne dell'anno per i cristiani.
L'anno liturgico immerge il cristiano nella storia di Gesù, dal momento in cui si attende la sua venuta a Natale fino a quando si aspetta che torni alla fine dei tempi. E si concentra sul nucleo drammatico di quella storia, sugli ultimi giorni che Cristo visse a Gerusalemme, dal Giovedì Santo alla domenica di Pasqua.
Il cristiano non è come l'eroe solitario dei film western che cavalca verso il sole che tramonta e le parole "The end". 
Il cristiano cammina verso il sole che sfolgora al mattino, perché sa che nessuno può impedire al sole di sorgere, come nessuno può immaginare di chiudere Dio nell'oscurità di una tomba.

Gesù ha capovolto il senso del tempo: non si va verso la fine, ma verso il principio. E ha anche spiegato chiaramente che cosa dobbiamo fare in questo periodo che chiamiamo tempo o vita.

"Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo".

"Sveglia" è la persona che si propone a ogni istante di tenere l'occhio vigile rivolto a ciò che la volontà di Dio raccomanda nelle situazioni che si presentano di volta in volta. Per Gesù "vegliare" significa essere sensibili nei confronti degli esseri umani e delle cose. Averne cura.

"Mio padre si ubriaca sempre perché è disoccupato e la mia mamma non ha soldi e mi hanno messo dentro un istituto.
L'unica creatura che mi vuole bene è un pesce rosso che tengo dentro un vasetto sempre vicino a me, anche quando dormo la notte. 
La direttrice mi ha detto che il pesce non lo posso più tenere e allora di notte dormo con il vasetto del pesce legato alla mano, perché ho paura di svegliarmi e di non trovarlo più.
Se mi portano via il pesce, non ho più nessuno che mi vuole bene" ha scritto un bambino di otto anni.

Tutti abbiamo un "pesce rosso" su cui vegliare. 
E noi siamo il "pesce rosso" di Dio. "Tu sei prezioso ai miei occhi", ci assicura il Signore tramite il profeta Isaia.
Dio non dorme mai. È sempre con noi, mentre noi spesso siamo lontani da Lui.
Il contrario della veglia è la sonnolenza, il sopore, la mancanza di partecipazione e l'elusione delle responsabilità.
Sotto molti aspetti l'esortazione a essere desti è identica ad alcune espressioni bibliche che hanno goduto del loro momento favorevole soprattutto in passato, come "fare penitenza" o "conversione". 
Il termine "risveglio" suona più positivo, perché mira alla luce del giorno e alla gioia di esserci, di ritrovarsi dopo l'incoscienza del sonno.
Vegliare durante la notte non è romantico: bisogna lottare contro il freddo e la stanchezza. Non ci si può fare l'abitudine. Solo quando si è intensamente toccati da qualcuno si può vegliare per aspettarlo.

"Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con potenza e gloria grande".

Il cristiano è una persona "sveglia", una persona che vive nell'Avvento. Gesù sa dunque che c'è almeno uno che lo aspetta. Come la sentinella spera nell'aurora, suggerisce il Salmo 130, così il cristiano aspetta il Signore, con amore e fiducia. Non può e non vuole dormire, finché finalmente arriverà.
Gesù pretende un amore radicale. Chiede di tenere lo sguardo puntato solo su Dio, anticipando così la realtà e i criteri del giorno venturo nel cuore della notte, proprio quando tutti vogliono mettersi comodi.

"Fratelli, ci ha detto San Paolo, il Signore vi faccia crescere e abbondare nell'amore vicendevole e verso tutti, come è il nostro amore verso di voi, per rendere saldi e irreprensibili i vostri cuori nella santità, davanti a Dio Padre nostro, al momento della venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi".

Il tempo dei cristiani è un tempo pieno. Pieno di senso, inteso come significato e direzione. Si va da qualche parte, si va da Qualcuno. Il momento verrà: abbiamo un appuntamento. Nel cuore della parabola delle dieci ragazze c'è un annuncio: "A mezzanotte un grido risuonò: ecco lo sposo, andategli incontro!"

Un giorno un turista fece visita ad un famoso rabbino.
Rimase stupito nel vedere che la casa del rabbino consisteva soltanto in una stanza piena di libri. Gli unici mobili erano un tavolo e una panca.
"Rabbi, dove sono i tuoi mobili?", chiese il turista.
"E i tuoi dove sono?", replicò il rabbino.
"I miei? Ma io sono qui solo di passaggio", replicò il turista.
"Anch'io", disse il rabbino.

Siamo di passaggio, quaggiù. La vita è solo un ponte, non ci possiamo costruire sopra una casa. Ma quello che il bruco definisce "fine del mondo", per il Maestro si chiama "farfalla".

- Bruno FERRERO sdb - 
2015 - dal sito incammin.com


Buona giornata a tutti. :-)






venerdì 22 febbraio 2019

Che cos'è la tristezza - don Luigi Giusanni

«La tristezza è una nota inevitabile e significativa della vita, perché nella vita, in ogni suo momento tu hai la percezione di qualcosa che ancora ti manca; la tristezza è un’assenza sofferta. 
Che cosa rende buona la tristezza? 
Riconoscerla come strumento significativo del disegno di Dio. 
Il disegno di Dio implica questo: che la vita sia sempre, in qualsiasi caso … soggetta alla percezione di qualcosa che manca. 
Ed è provvidenziale questo … 
Che la vita sia triste è l’argomento più affascinante per farci capire che il nostro destino è qualcosa di più grande, è il mistero più grande. 
E quando questo mistero ci viene incontro diventando un uomo, allora questo fascino diventa cento volte più grande. 
Non ti toglie la tristezza, perché il modo con cui Dio diventa uomo è tale che l’hai senza averlo, l’hai già e non l’hai ancora. … 
Non lo vediamo – io non vedo Lui come vedo te – , so che Lui è qui perché ci sei tu, perché ci siamo noi …



La tristezza è la condizione che Dio ha collocato nel cuore dell’esistenza umana, perché l’uomo non si illuda mai tranquillamente che quello che ha gli può bastare. 

La tristezza è parte integrante, non della natura del destino dell’uomo, ma dell’esistenza dell’uomo, cioè del cammino al destino, ed è presente ad ogni passo. Quanto più questo passo è bello per te, quanto più è incantevole per te, quanto più è tuo, tanto più capisci che ti manca quello che più aspetti».

- Luigi Giussani -
 Si può vivere così?, p. 338


Il cammino del Signore è semplice come quello di Giovanni e Andrea, di Simone e Filippo, che hanno cominciato ad andare dietro a Cristo: per curiosità e desiderio. 
Non c'è altra strada, al fondo, oltre questa curiosità desiderosa destata dal presentimento del vero.

- Luigi Giussani -
da: Alla ricerca del volto umano, Rizzoli 




Chiediamo oggi al Signore Gesù che ci dia questa grazia di non immischiarci mai nella vita degli altri, di non diventare cristiani di buone maniere e cattive abitudini, di seguire Gesù, di andare dietro Gesù, sulla sua strada. E questo basta!”.

- Papa Francesco -
Omelia Santa Marta, 18 Maggio 2013
  


Preghiera per la sera

Mi addormenterò nella pace,
il tuo sangue vegli su di me;
all' anima che hai plasmato secondo la tua immagine, 
concedi la libertà.


Posa la mano sul corpo che hai impastato,
e le tue misericordie siano per lui come mura di difesa
e come un potente scudo.


Quando il corpo si riposerà
la tua forza lo protegga,
il mio riposo sia davanti a te,
come profumo d'incenso.


Il Maligno non si avvicini al mio giaciglio,
per l'intercessione di tua Madre,
e per il tuo sacrificio per noi;
allontana il demone della paura che mi nuoce.




Buona giornata a tutti. :-)





martedì 19 febbraio 2019

Non nascondere e Non andare via Signore - Rabindranath Tagore

Non nascondere
il segreto del tuo cuore,
amico mio!
Dillo a me, solo a me,
in confidenza.
Tu che sorridi così gentilmente,
dimmelo piano,
il mio cuore lo ascolterà,
non le mie orecchie.
La notte è profonda,
la casa silenziosa,
i nidi degli uccelli
tacciono nel sonno.
Rivelami tra le lacrime esitanti,
tra sorrisi tremanti,
tra dolore e dolce vergogna,
il segreto del tuo cuore.

- Rabindranath Tagore -


Vivi la tua vita e dimentica quanti anni hai!

Non andare via Signore

Signore, 

se la porta del mio cuore dovesse restare chiusa un giorno,
abbattila ed entra, non andare via.

Se le corde del mio cuore, 

non dovessero cantare il tuo nome un giorno,
ti prego aspetta, non andare via.

Se non dovessi svegliarmi al tuo richiamo un giorno,
svegliami con la tua pena  ...non andare via.

Se un altro sul tuo trono io dovessi porre un giorno,
tu, mio Signore eterno, non andare via.


- Rabindranath Tagore - 




Dove la mente è senza paura e si cammina a testa alta,
dove la conoscenza è libera,
dove il mondo non è stato ridotto in frammenti
da strette mura domestiche,
dove le parole scaturiscono dal profondo della verità,
dove instancabile lotta tende le braccia verso la perfezione,
dove il chiaro flusso della ragione non si è perso
nell’arida sabbia del deserto delle abitudini senza vita,
dove la mente viene condotta da te
verso orizzonti sempre più ampi di pensiero e di azione,
verso quel cielo di libertà,
Padre mio, che il mio Paese si risvegli!


- Rabindranath Tagore -

















Buona giornata a tutti :-)

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