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mercoledì 26 novembre 2025

Chi è il più forte?

 Un giorno, la pietra disse: «Sono la più forte!». Udendo ciò, il ferro disse: «Sono più forte di te! Lo vuoi vedere?». Subito, i due lottarono fino a quando la pietra fu ridotta in polvere.
Il ferro disse a sua volta: «lo sono il più forte! Udendolo, il fuoco disse: «lo sono più forte te! Lo vuoi vedere?». Allora i due lottarono finché il ferro fu fuso.
Il fuoco disse a sua volta: «lo sì che sono forte!». Udendo ciò, l'acqua disse: «lo sono più forte di te! Se vuoi te lo dimostro». Allora, lottarono fin quando il fuoco fu spento.
L'acqua disse a sua volta: «Sono io la più forte!». Udendola il sole disse: «lo sono più forte ancora! Guarda!».   I due lottarono finché il sole fece evaporare l'acqua.
Il sole disse a sua volta: «Sono io il più forte!». Udendolo, la nube disse: «lo sono più forte ancora! Guarda!».    I due lottarono finché la nube nascose il sole.
La nube disse a sua volta: «Sono io la più forte!». Ma il vento disse: «lo sono più forte di te! Te lo dimostro». Allora i due lottarono fin quando il vento soffiò via la nube ed essa sparì.
Il vento disse a sua volta: «lo sì, che sono forte!». I monti dissero: «Noi siamo più forti di te! Guarda!». Subito i due lottarono fino a che il vento restò preso tra le catene dei monti.
I monti, a loro volta, dissero: «Siamo i più forti!». Ma sentendoli, l'uomo disse: «lo sono più forte di voi! E, se lo volete vedere ... ». L'uomo, dotato di grande intelligenza, perforò i monti, impedendo che bloccassero il vento. Dominando il potere dei monti, l'uomo proclamò: «lo sono la creatura più forte che esista!».
Ma poi venne la morte, e l'uomo che si credeva intelligente e tanto forte, con un ultimo respiro, morì.
La morte a sua volta disse: "Sono io la più forte! Perché prima o poi tutto muore e finisce nel nulla”.
La morte già festeggiava quando, inatteso, venne un uomo e, dopo soli tre giorni dalla morte, risuscitò, vincendo la morte.

Questo Gesù è la pietra che, scartata da voi, costruttori è diventata testata d'angolo… 


La madre dei peccati era l'orgoglio. L'orgoglio era la faccia femminile di Satana nella razza umana, il silenzioso uovo del peccato, sempre fertile.

- Stephen King - 


Dei Sette peggiore Rabbia, Avarizia, Invidia, Lussuria, Accidia,  Dei Sette Vizi Capitali l’Orgoglio è il peggiore. Rabbia, Avarizia, Invidia, Lussuria, Accidia, Gola Gola riguardano il rapporto degli uomini tra di loro e con il resto del mondo.

 L'Orgoglio, invece, è assoluto. È la rappresentazione della relazione soggettiva che una persona intrattiene con sè stessa. Quindi, tra tutti, è il più mortale.
 L'Orgoglio non ha bisogno di un oggetto di cui essere orgogliosi. È narcisismo portato all'estremo. 

- Philip K. Dick - 


Voglio divenire amore...
Ti affido il mio passato,
il mio presente e il mio avvenire,
i miei peccati e i miei desideri,
il mio destino
e quello di coloro che amo.
È in Te che vivo, spero,
prego senza stancarmi,
in unione con la Trinità.
Come Te voglio divenire amore,
portare la tua presenza in ogni luogo
per costruire un mondo sempre più bello
in cui gli uomini si amino,
vivano felici e nella pace,
un mondo come Gesù lo vuole.


- Card. Francois Xavier Van Thuan - 




La via del bene ha un nome: si chiama Amore; in esso si può trovare la chiave di ogni speranza perché l'amore vero ha la radice in Dio stesso.

- San Giovanni Paolo II, papa - 




Segreto della santità e della felicità:
"Lasciatevi condurre dallo Spirito" Gal 5,16

“Vi voglio rivelare un segreto di santità e di felicità: se tutti i giorni, per cinque minuti, saprete far tacere la vostra immaginazione, chiudere i vostri occhi alle cose terrene e le vostre orecchie a tutti i rumori del mondo per entrare in voi stessi, e là, nel santuario della vostra anima battezzata, che è tempio dello Spirito Santo, parlare a questo divino Spirito, dicendogli:

O Spirito Santo, anima della mia anima, io ti adoro. Illuminami, guidami, fortificami, consolami, dimmi ciò che devo fare, dammi i tuoi ordini; io ti prometto che mi sottometterò a tutto ciò che desideri per me e accetterò tutto ciò che vorrai inviarmi, fammi solo conoscere la tua volontà.

Se voi farete così, la vostra vita scorrerà via felice, serena e consolata, anche tra un milione di pene, perché la grazia sarà proporzionale alla prova, donandovi la forza di portarla, così arriverete alle porte del Paradiso carichi di meriti. Questa sottomissione allo Spirito Santo è il segreto della santità".

- Cardinal Mercier - 


Preghiera alla Madonna del Conforto

Dolce Madre di Cristo e della Chiesa,
fonte di ogni nostro conforto,
Tu che donasti al mondo il Salvatore
nella povertà di Betlemme;
gli fosti accanto nella trepidazione della fuga in Egitto,
nel nascondimento di Nazareth,
nel faticoso cammino verso Gerusalemme;
sempre vicina al tuo Unigenito
fino alla Sua gloriosa Passione,
e alla Chiesa nascente in attesa dello Spirito,
ottieni a tutti noi la fedeltà alla Parola di Dio.
Madre dell’Amore,
facci praticare la carità operosa,
che ancora meraviglia il mondo
e ci manifesta come Chiesa del Signore.
Sii di sollievo ai malati,
di aiuto ai più poveri movendo tutti a praticare la giustizia,
di sostegno a chi si impegna per il bene comune.
Madre santa, onnipotente per Grazia,
fai che il popolo di Dio
sia sempre più radicato nella fede
che i Santi irradiarono tra le genti.
Madre del Redentore,
ottienici che la vita cristiana delle famiglie
sia efficace nell’educazione dei figli
e risani la società con testimonianze credibili.
Santa Maria, fai che sacerdoti e laici risplendano di santità,
con rinnovato fervore diano al mondo ragione della speranza che è in loro.
Infondi la Sapienza nel cuore dei giovani.
Rendi tutti noi sempre più vicini al tuo divin Figlio,
perché, come a Cana di Galilea,
tutti i cristiani siano pronti a fare quanto egli ci chiede:
spendere la vita per il Vangelo e il Regno di Dio.
Amen.

Preghiera recitata da Papa Benedetto XVI
di fronte alla prodigiosa immagine di Maria
venerata nella Cattedrale d’Arezzo



Buona giornata a tutti. :-)



venerdì 27 settembre 2024

Supplica alla Madonna della Medaglia Miracolosa

  "Il 27 novembre 1830, che capitava il sabato antecedente alla prima domenica di Avvento, alle cinque e mezzo di sera, facendo la meditazione in profondo silenzio, mi parve di sentire dal lato destro della cappella un rumore come il fruscio di una veste di seta. Avendo volto lo sguardo a quel lato, vidi la Santissima Vergine all'altezza del quadro di San Giuseppe. 

La sua statura era media, e la sua bellezza tale che mi è impossibile descriverla. Stava in piedi, la sua veste era di seta e di color bianco-aurora, fatta, come si dice, à la vierge ("alla vergine"), cioè accollata e con maniche lisce. Dal capo le scendeva un velo bianco sino ai piedi. Aveva i capelli spartiti e una specie di cuffia con un merletto di circa tre centimetri di larghezza, leggermente appoggiato sui capelli. Il viso era abbastanza scoperto; i piedi poggiavano sopra un globo; o meglio, sopra un mezzo globo, o almeno io non ne vidi che una metà (più tardi la Santa confesserà di aver visto sotto i piedi della Vergine anche un serpente color verdastro chiazzato di giallo). Le sue mani, elevate all'altezza della cintura, mantenevano in modo naturale un altro globo più piccolo che rappresentava l'universo. Ella aveva gli occhi rivolti al cielo, e il suo volto diventò risplendente, mentre presentava il globo a Nostro Signore.

 Tutto ad un tratto le sue dita si ricoprirono di anelli, ornati di pietre preziose, le une più belle delle altre, le une più grosse e le altre più piccole, le quali gettavano dei raggi gli uni più belli degli altri questi raggi partivano dalle pietre preziose; le più grosse gettavano raggi più grandi, e le più piccole raggi meno grandi, sicché tutta se ne riempiva la parte inferiore, e io non vedevo più i suoi piedi...". "Mentre io ero intenta a contemplarla, la Santissima Vergine abbassò gli occhi verso di me e intesi una voce che mi disse queste parole: "Questo globo che vedete rappresenta tutto il mondo, in particolare la Francia ed ogni singola persona...". Io qui non so ridire ciò che provai e ciò che vidi, la bellezza e lo splendore dei raggi così sfolgoranti! ... E la Vergine Santissima aggiunse: "Sono il simbolo delle Grazie che io spargo sulle persone che me le domandano", facendomi così comprendere quanto è dolce pregare la Santissima Vergine e quanto Ella è generosa con le persone che La pregano; quante grazie Ella accorda alle persone che gliele cercano e quale gioia Ella prova nel concederle. In quel momento, io ero e non ero... Non so.... io godevo. Ed ecco formarsi intorno alla SS.Vergine un quadro alquanto ovale, sul quale in alto, a modo di semicerchio dalla mano destra alla sinistra di Maria si leggevano queste parole scritte a lettere d'oro: "O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi". Allora si fece sentire una voce che mi disse: "Fate coniare una medaglia su questo modello; tutte le persone che la porteranno, riceveranno grandi grazie specialmente portandola al collo; le grazie saranno abbondanti per le persone che la porteranno con fiducia... ". All'istante mi parve che il quadro si voltasse e io vidi il rovescio della Medaglia. Vi era la lettera M (iniziale del nome Maria) sormontata da una croce senza crocifisso che aveva come base la lettera I (iniziale del nome Iesus, Gesù). Più sotto poi vi erano due cuori, uno circondato da spine (quello di Gesù), l'altro trapassato da una spada (quello di Maria). Dodici stelle infine circondavano il tutto. Poi tutto disparve, come qualcosa che si spegne, ed io sono rimasta ripiena non so di che, di buoni sentimenti, di gioia, di consolazione".

 - santa Caterina Labouré, il 27 novembre del 1830 -

(Da recitarsi alle 17 del 27 novembre, festa della Medaglia Miracolosa, in ogni 27 del mese e in ogni urgente necessità)


O Vergine Immacolata, noi sappiamo che sempre ed ovunque sei disposta ad esaudire le preghiere dei tuoi figli esuli in questa valle di pianto, ma sappiamo pure che vi sono giorni ed ore in cui ti compiaci di spargere più abbondantemente i tesori delle tue grazie. Ebbene, o Maria, eccoci qui prostrati davanti a te, proprio in quello stesso giorno ed ora benedetta, da te prescelta per la manifestazione della tua Medaglia.

Noi veniamo a te, ripieni di immensa gratitudine ed illimitata fiducia, in quest'ora a te sì cara, per ringraziarti del gran dono che ci hai fatto dandoci la tua immagine, affinché fosse per noi attestato d'affetto e pegno di protezione. Noi dunque ti promettiamo che, secondo il tuo desiderio, la santa Medaglia sarà il segno della tua presenza presso di noi, sarà il nostro libro su cui impareremo a conoscere, seguendo il tuo consiglio, quanto ci hai amato e ciò che noi dobbiamo fare, perché non siano inutili tanti sacrifici tuoi e del tuo divin Figlio. Sì, il tuo Cuore trafitto, rappresentato sulla Medaglia, poggerà sempre sul nostro e lo farà palpitare all'unisono col tuo. Lo accenderà d'amore per Gesù e lo fortificherà per portar ogni giorno la propria croce dietro a Lui. 

Questa è l'ora tua, o Maria, l'ora della tua bontà inesauribile, della tua misericordia trionfante, l'ora in cui facesti sgorgare per mezzo della tua Medaglia, quel torrente di grazie e di prodigi che inondò la terra. Fai, o Madre, che quest'ora, che ti ricorda la dolce commozione del tuo Cuore, la quale ti spinse a venirci a visitare e a portarci il rimedio di tanti mali, fai che quest'ora sia anche l'ora nostra: l'ora della nostra sincera conversione, e l'ora del pieno esaudimento dei nostri voti.
Tu che hai promesso, proprio in quest'ora fortunata, che grandi sarebbero state le grazie per chi le avesse domandate con fiducia: volgi benigna i tuoi sguardi alle nostre suppliche. Noi confessiamo di non meritare le tue grazie, ma a chi ricorreremo, o Maria, se non a te, che sei la Madre nostra, nelle cui mani Dio ha posto tutte le sue grazie? Abbi dunque pietà di noi.

Te lo domandiamo per la tua Immacolata Concezione e per l'amore che ti spinse a darci la tua preziosa Medaglia. O Consolatrice degli afflitti, che già ti inteneristi sulle nostre miserie, guarda ai mali da cui siamo oppressi. Fai che la tua Medaglia sparga su di noi e su tutti i nostri cari i tuoi raggi benefici: guarisca i nostri ammalati, dia la pace alle nostre famiglie, ci scampi da ogni pericolo. Porti la tua Medaglia conforto a chi soffre, consolazione a chi piange, luce e forza a tutti.

Ma specialmente permetti, o Maria, che in quest'ora solenne ti domandiamo la conversione dei peccatori, particolarmente di quelli, che sono a noi più cari. Ricordati che anch'essi sono tuoi figli, che per essi hai sofferto, pregato e pianto. Salvali, o Rifugio dei peccatori, affinché dopo di averti tutti amata, invocata e servita sulla terra, possiamo venirti a ringraziare e lodare eternamente in Cielo. Cosi sia. 

Salve Regina

 

Parigi era allora devastata da un’epidemia di colera. Dopo qualche resistenza, la medaglia fu realizzata da un orafo di Parigi e furono tante le guarigioni e le grazie di conversione che in pochissimi anni fu necessario coniarne milioni di copie. Il quotidiano La France, nel 1835, già sosteneva che quel piccolo oggetto sacro era diventato «uno dei più grandi segni della fede, degli ultimi tempi». 

E quando, nel 1854, Pio IX definirà il dogma dell’Immacolata Concezione, riconoscendo che «era una verità tenacemente custodita nel cuore dei fedeli», potrà fondarsi anche sul fatto che c’erano già almeno dieci milioni di cristiani che ne portavano sul cuore la medaglia miracolosa.



«Non temono così un numeroso esercito i nostri nemici visibili, come tremano spaventate le aeree potenze al sentir pronunziare il nome di Maria; dappertutto dove l'odono spesso proferito, divotamente invocato; dappertutto dove vedono imitate le virtù di colei che ne è insignita: esse scompaiono e si dileguano come cera ai raggi del sole ».

(S. Bernardo 


"La tua anima, infatti, non discese agli inferi;

la tua carne non vide la corruzione.

Il tuo corpo immacolato e totalmente bello non rimase nella terra,

al contrario,

tu siedi sul trono nel regno celeste come regina,

signora, dominatrice, la Madre di Dio, 
la vera genitrice di Dio Assunta" .

- San Giovanni Damasceno - 

Omelia I sulla Dormizione: PG 96, 719 

 

Immacolata Concezione (1767 - 1769)
Giambattista Tiepolo 
Museo Del Prado, Madrid, Spagna



Buona giornata a tutti :-)

mercoledì 15 maggio 2024

Preghiera a Nostra Signora di Sheshan, Cina

 


Vergine Santissima, Madre del Verbo incarnato e Madre nostra,
venerata col titolo di "Aiuto dei cristiani" nel Santuario di Sheshan,
verso cui guarda con devoto affetto l’intera Chiesa che è in Cina,
veniamo oggi davanti a te per implorare la tua protezione.
Volgi il tuo sguardo al Popolo di Dio e guidalo con sollecitudine materna sulle strade della verità e dell’amore, affinché sia in ogni circostanza fermento di armoniosa convivenza tra tutti i cittadini.

Con il docile "sì" pronunciato a Nazaret tu consentisti
all’eterno Figlio di Dio di prendere carne nel tuo seno verginale
e di avviare così nella storia l’opera della Redenzione,
alla quale cooperasti poi con solerte dedizione,
accettando che la spada del dolore trafiggesse la tua anima,
fino all’ora suprema della Croce, quando sul Calvario restasti
ritta accanto a tuo Figlio che moriva perché l’uomo vivesse.

Da allora tu divenisti, in maniera nuova, Madre
di tutti coloro che accolgono nella fede il tuo Figlio Gesù
e accettano di seguirlo prendendo la sua Croce sulle spalle.
Madre della speranza, che nel buio del Sabato santo andasti
con incrollabile fiducia incontro al mattino di Pasqua,
dona ai tuoi figli la capacità di discernere in ogni situazione,
fosse pur la più buia, i segni della presenza amorosa di Dio.

Nostra Signora di Sheshan, 
sostieni l’impegno di quanti in Cina, tra le quotidiane fatiche, continuano a credere, a sperare, ad amare, affinché mai temano di parlare di Gesù al mondo e del mondo a Gesù.

Nella statua che sovrasta il Santuario tu sorreggi in alto tuo Figlio,
presentandolo al mondo con le braccia spalancate in gesto d’amore.
Aiuta i cattolici ad essere sempre testimoni credibili di questo amore,
mantenendosi uniti alla roccia di Pietro su cui è costruita la Chiesa.

Madre della Cina e dell’Asia, prega per noi ora e sempre. Amen!

- papa Benedetto XVI -



Prayer to Our Lady of Sheshan - China

Virgin Most Holy, Mother of the Incarnate Word and our Mother, venerated in the Shrine of Sheshan under the title "Help of Christians", the entire Church in China looks to you with devout affection. W
e come before you today to implore your protection. Look upon the People of God and, with a mother’s care, guide them along the paths of truth and love, so that they may always be a leaven of harmonious coexistence among all citizens.

When you obediently said "yes" in the house of Nazareth, you allowed God’s eternal Son to take flesh in your virginal womb and thus to begin in history the work of our redemption. You willingly and generously cooperated in that work, allowing the sword of pain to pierce your soul, until the supreme hour of the Cross, when you kept watch on Calvary, standing beside your Son, who died that we might live.

From that moment, you became, in a new way, the Mother of all those who receive your Son Jesus in faith and choose to follow in his footsteps by taking up his Cross. Mother of hope, in the darkness of Holy Saturday you journeyed with unfailing trust towards the dawn of Easter. Grant that your children may discern at all times, even those that are darkest, the signs of God’s loving presence.

Our Lady of Sheshan, sustain all those in China, who, amid their daily trials, continue to believe, to hope, to love. May they never be afraid to speak of Jesus to the world, and of the world to Jesus. In the statue overlooking the Shrine you lift your Son on high, offering him to the world with open arms in a gesture of love. 
Help Catholics always to be credible witnesses to this love, ever clinging to the rock of Peter on which the Church is built. 
Mother of China and all Asia, pray for us, now and for ever. Amen!

- pope Benedict XVI - 



La Cattedrale di Sheshan

La Cattedrale di SheShan è una chiesa cattolica sorta dove, nel 1863, fu costruito in un primo tempio, in una collina nei pressi a della città di Shangai. Deve il nome alla sua collocazione sulla cima occidentale di SheShan, una collina del Distretto di Songjiang, a ovest dell'area metropolitana di Shanghai. È il più grande edificio di culto cristiano di tutta l'Asia orientale, meta di pellegrini provenienti dall'intera Asia. La chiesa occupa un'area di un ettaro ed è alta circa 20 metri. È a forma di croce latina, secondo la struttura della Basilica. Vi sono tre ingressi: a nord, ad ovest e a sud. La porta principale guarda a sud-ovest. La navata è lunga 55,81 metri e larga 24,68 metri. Il soffitto è posto a 16,46 metri. Vi sono 3000 posti a sedere. L'altare è sul lato orientale, è fatto di marmo con decorazioni in oro e giada intarsiata. L'esterno della chiesa è in prevalenza fatto di granito. Parte del tetto è coperta da tegole cinesi smaltate. Il campanile si trova nell'angolo a sud-est. Misura 38 metri. Sulla sua cima vi è la statua di bronzo della Madonna con il Bambino, alta 4,8 metri ("Nostra Signora di Zose"). Durante la rivolta dei Taiping, alcuni missionari gesuiti acquistarono un appezzamento di terreno sulle pendici meridionali della collina. In quel luogo c'era un monastero buddista in rovina. Le costruzioni rimaste vennero demolite e furono costruiti un piccolo edificio usato come residenza dei missionari e una cappella. Sulla cima della collina, sul luogo dove si trovava una stanza Maitreya, venne eretto un piccolo padiglione in cui fu collocata una statua della Madonna. 



Nel giugno 1870, a causa di disordini scoppiati a Tianjing vennero bruciate le chiese del luogo. I gesuiti di Shanghai pregarono presso la statua della Madonna e fecero voto di costruire una chiesa in suo onore in cambio della sua protezione. In seguito, si iniziò a costruire la chiesa. Il legno venne inviato da Shanghai e la pietra fu comprata in Fujian. Si portarono a mano tutti i materiali da costruzione sulla collina. In due anni, la chiesa era completata. La prima chiesa aveva la forma di una croce e incorporava caratteristiche architettoniche sia cinesi sia occidentali. Una veranda sorretta da dieci colonne fu posta all'ingresso. Davanti alla chiesa, furono collocati otto leoni di pietra. Nel 1894, si aggiunsero molte costruzioni accessorie: una cappella a metà strada salendo la collina, un santuario dedicato al Sacro Cuore, alla Madonna e a San Giuseppe Lungo il sentiero che conduce alla chiesa furono costruite quattordici stazioni della Via Crucis. Nel 1925, la chiesa esistente sembrava inadeguata, molto indietro rispetto ad altre chiese di Shanghai quanto a dimensioni e decorazioni. Perciò, venne demolita e ricostruita. Poiché il prete e architetto portoghese (Ye Zhaochang) era molto rigoroso sulla qualità della costruzione, ci vollero dieci anni perché l'intero progetto avesse termine. La chiesa, infatti, venne terminata nel 1935. 

Nel 1942, il papa Pio XII eresse la Cattedrale di SheShan a Basilica minore. Nel 1946, la Santa Sede incoronò la statua di Nostra Signora di Zose, posta sulla cima del campanile. (Zose è come gli abitanti di Shanghai pronunciano il termine SheShan). Dopo la rivoluzione comunista del 1949, la Cattedrale di SheShan subì gravi danni durante la Rivoluzione culturale: vennero distrutte le vetrate colorate della chiesa, le sculture lungo la Via Dolorosa, la statua in cima al campanile e molte altre opere d'arte. Al termine della Rivoluzione culturale, si cominciò a riparare i danni. All'inizio, la statua fu sostituita con una semplice croce di ferro. Poi, nel 2000, venne posizionata una nuova statua.



Le 14 stazioni della Via Crucis sono situate ad ogni curva del sentiero che sale la ripida collina che porta alla chiesa. A metà strada, in uno spiazzo ci sono due cappelle, una per la devozione al Sacro Cuore e l'altra alla Santa Madre. Nelle vicinanze, si trova la Stazione di SheShan dell'Osservatorio astronomico di Shanghai, costruito inizialmente dai Gesuiti. Nel 1874, papa Pio IX dichiarò che i pellegrini che si recavano a SheShan in maggio (il mese dedicato alla Santa Madre) avrebbero ricevuto l'indulgenza plenaria. Per questo, pellegrini provenienti da tutta la Cina iniziarono a riunirsi a SheShan in maggio, una pratica che continua ancora oggi. I pellegrini viaggiano in lungo e in largo per fare il loro pellegrinaggio annuale a SheShan, pregano lungo la Via Crucis il Santo Rosario e partecipano alla Messa in questo luogo santo. Per tradizione, molti dei Cattolici della zona erano pescatori e facevano il pellegrinaggio in barca. Questa tradizione continua tra i Cattolici del luogo, per cui in maggio le insenature attorno a SheShan spesso si riempiono di barche.





Preghiera per la sera

Vengo a te, Signore, in questa sera.
Rifletto davanti a te sulle vie che ho percorso oggi,
sulle parole che ho pronunciato,
sul lavoro che ho realizzato.
Penso agli uomini che hanno incrociato la mia vita.
E adesso vengo verso di te con tutto quello che ho e che sono:
con la mia fede modesta e la mia speranza timida.
Accoglimi nella comunità dei tuoi amici.

Buona giornata a tutti :-)

martedì 7 maggio 2024

Il detenuto e la formica – don Bruno Ferrero

 Un uomo fu condannato a 20 anni di carcere. Il suo problema era ovviamente ammazzare il tempo.
Dopo alcuni mesi scoprì che alcune formiche risiedevano stabilmente sotto l'intonaco scheggiato della sua cella. Una di quelle formiche sembrava particolarmente dotata e il detenuto decise di ammaestrarla.
Ci volle un sacco di pazienza, ma dopo cinque anni la formica ubbidiva agli ordini, ballava su un capello ben teso e faceva il doppio salto mortale. 
Altri cinque anni dopo, la meravigliosa (e longeva) formichina sapeva cantare tutte le canzoni di Sanremo. 
Cinque anni dopo la formica parlava correttamente quattro lingue.
Stava per imparare la quinta quando l'uomo venne scarcerato. Si mise in tasca la preziosa formica nella speranza che gli servisse a guadagnare un mucchio di soldi esibendosi alla televisione.
Uscito di prigione, andò diritto in un bar e, dopo aver bevuto, non resistette alla tentazione di sfoggiare la bravura della sua formica. La posò sul bancone e chiamò il barista: "Guardi questa formica!".
Il barista, senza perdere un attimo di tempo schiacciò la formica dicendo: "La prego di scusarci signore".

Tanti genitori ed educatori dedicano anni di fatica e di passione per educare i loro ragazzi. Spesso basta un attimo e il risultato di tanti sforzi va in rovina. Perché c'è sempre un malaugurato "barista" dietro l'angolo. E' meglio addestrare elefanti che formiche.

- Don Bruno Ferrero -
Da: “L'Importante è la rosa”, Elledici


Da ogni difficoltà, può nascere il bene.
"Pen­so che il naufragio (di San Paolo) parli per noi. 
Dal suo naufragio, per Malta è nata la fortuna di avere la fede. Così anche noi possiamo pensare che i naufragi della vita possono fare il progetto di Dio e possono essere utili per nuovi inizi nella nostra vita...
Senza un morire, senza il naufragio di ciò che è solo nostro,
non c’è comunione con Dio, non c’è redenzione".

- papa Benedetto XVI - 


Una vita tutta dolcezza sarebbe insulsa; il sale è amaro, se preso da solo, ma quando è gustato nella pietanza, dà sapore alla carne. Le difficoltà sono il sale della vita. 

- Robert Baden-Powell - 


 Ave, Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte.
Amen.

Ave Maria, gratia plena,
Dominus tecum,
benedicta tu in mulieribus,
et benedictus fructus ventris tui, Iesus.
Sancta Maria, mater Dei,
ora pro nobis peccatoribus, 
nunc et in hora mortis nostrae.
Amen.

Buona giornata a tutti. :-)

venerdì 5 aprile 2024

A coloro che soffrono nel corpo – don Tonino Bello

 Carissimi,

non scrivo per consolarvi. Anche perché so bene quanto fastidio vi diano le declamazioni di coloro che, sentendosi sempre in dovere di spendere qualche buona parola con voi, ricorrono ai prontuari dei più indisponenti fraseggi.
Non è di compatimento che avete bisogno. 
Prima di tutto, perché il compatimento è una spartizione fittizia del dolore. Poi, perché vi toglie la fierezza di rimaner soli sulla croce. E infine, perché rischia di fermarsi alla soglia delle parole. 
Al paraplegico che sta inchiodato su una sedia a rotelle, che sollievo può dare il sermone di circostanza fatto da chi magari, subito dopo, deve correre in palestra per una partita di basket?
All’handicappato che ti interpella sui grandi perché della vita, e vuoi rendersi conto delle ragioni misteriose che stanno all’origine della sua sfortuna, che conforto possono recare i luoghi comuni tratti dai repertori della compassione?
A chi è ridotto all’impotenza da una malattia irreversibile o da un improvviso declino della salute o da un fatale incidente sulla strada, e ti pone la scomoda domanda del «che ci sto a fare più sulla terra», quale aiuto possono dare le tue maldestre citazioni bibliche?
Davanti a chi soffre come voi, l’atteggiamento più giusto sembrerebbe quello del silenzio.
Però, anche il silenzio può essere frainteso o come segno di imbarazzo, o come tentativo di rimozione del problema.
E allora, tanto vale parlarne. Semmai, con pudore. Chiedendovi scusa per ogni parola di troppo. Come, per esempio, una parola di troppo potrà sembrare il segreto che vi confido sulla mia consuetudine con questa preghiera che recito ogni mattina:
“Padre mio, io mi abbandono a te. Fa’ di me ciò che ti piace. Qualsiasi cosa tu faccia di me, io ti ringrazio. Sono pronto a tutto. Accetto tutto. Purché la tua volontà sia fatta in me e in tutte le tue creature. Non desidero altro, mio Dio. Rimetto la mia anima nelle tue mani. Te la dono, mio Dio, con tutto l’amore del mio cuore, perché ti amo. Ed è per me una necessità di amore donarmi e rimettermi nelle tue mani. Senza misura, con infinita fiducia. Perché tu mi sei padre”.
E’ una preghiera difficile, lo ammetto. Forse è stata difficile anche per Charles de Foucauld che l’ha composta. Questo brillante ufficiale di cavalleria, amante della vita eppure spinto a fare un cammino di conversione nelle aridità del deserto, non poteva mai immaginare che un giorno sarebbe caduto assassinato da un beduino mentre era assorto in adorazione davanti al Santissimo Sacramento. Ebbene, ciò che l’ha reso celebre non è stato il suo martirio, quanto quella preghiera di abbandono.
È una preghiera difficile, lo ammetto.
Forse è difficile pure per voi, piagati nei corpo, che tremate a pronunciarla anche dopo che la prova vi è già caduta addosso. Tutto sommato, potrebbe essere una preghiera di comodo, sapendo che a ribellarvi non è che cambiereste la vostra situazione, anzi, accettandovi, potreste cambiare addirittura in preziosissimi assegni circolari le stigmate del vostro fallimento umano.
Ma quando si soffre, è difficile fare di necessità virtù, se non viene una forza dall’alto. Al massimo, ci si può rassegnare. Stoicamente. Col sarcasmo sulle labbra, che spesso è peggio della bestemmia.
Ed eccomi allora chiamato dal mio dovere di vescovo ad additarvi con fermezza lo scandalo della Croce. Dire che col vostro dolore contribuite alla salvezza del mondo, può sembrarvi letteratura consolatoria. Ricorrere alle frasi fatte degli occhi che vedono bene solo attraverso le lacrime, può essere inteso, se non proprio come un insulto gratuito, almeno come un ritrovato sterile della saggezza umana. Accennarvi che, in fondo, ognuno si porta dentro il suo carico di dolori e che, tutto sommato, non siete poi così soli come sembra, potrebbe accrescere il vostro sdegno. Aggiungere che un giorno sarete schiodati pure voi dalla croce, può apparire uno scampolo di quell’eloquenza mistificatoria che non convince nessuno.
Ma dirvi che sulla croce un giorno ci è salito un uomo innocente, e che sul retro della croce c’è un posto vuoto dove un altro innocente è chiamato a far compagnia ai rantoli di Cristo, appartiene al messaggio inquietante, eppur dolcissimo, che un ministro della Parola non può nè accorciare nè mettere tra parentesi.
Quel posto è tuo, Ignazio, paralizzato per sempre; e di nessun altro. E tuo, Ruggero, che ti trascini a tentoni per la casa e mugoli parole indistinte. Chiamalo, il tuo Signore: è un nome breve. Non può non sentirti: è inchiodato appena dietro dite. Quel posto è tuo, Giuseppe, che ti portano da una clinica all’altra per un male incurabile e hai solo trent’anni: non fare lo sbaglio di rinunciare a quel posto. E tuo, Nadia, splendida bambina: non cederlo a nessuno.
Forse un giorno quel posto sarà mio. O lo è già da adesso, ed è solo l’esemplarità del vostro martirio più grande che me ne rende agevole il tormento. Non fosse altro che per questo, vorrei dirvi: grazie!
Ma grazie soprattutto perché, se è vero che dobbiamo adorare e benedire Gesù Cristo che con la sua santa croce ha redento il mondo, è altrettanto vero che, in cooperativa con lui, voi ci avete comprato le gioie che fanno fremere il mondo: le sue canzoni, le sue attese di libertà, le sue esplosioni di luce, i suoi tripudi di vita, le sue ansie di festa senza tramonti, le sue speranze di cieli nuovi e terre nuove.
Sapete che vi dico?
Il mattino di Pasqua, nella corsa verso il sepolcro, voi sarete più veloci di tutti, e ci precederete come Giovanni. E forse vi fermerete sulla soglia, per farci vedere «le bende per terra e il sudano piegato in disparte».
E l’ultima carità che ci aspettiamo da voi.
Un abbraccio.


- Don Tonino Bello - 
Da: “Pietre di scarto”, ed. La Meridiana 1993


"L'amore di Dio si rivela attraverso segni che dapprima non comprendiamo, ma che in seguito rivelano la grandezza del suo disegno". 

- Don Tonino Bello -



La vita senza Dio non funziona, perché manca la luce, perché manca il senso di cosa significa essere uomo. 
I comandamenti non sono un ostacolo alla libertà e alla bella vita, ma indicatori per trovare una vita piena. 
La disciplina allarga la vita e la fatica dà profondità alla vita e contribuisce a creare un mondo migliore»

Papa Benedetto XVI, 18 marzo 2007


Santa Maria, Vergine della notte,
noi t'imploriamo di starci vicino
quando incombe il dolore,
irrompe la prova,
sibila il vento della disperazione,
e sovrastano sulla nostra esistenza
il cielo nero degli affanni,
o il freddo delle delusioni
o l'ala severa della morte.
Liberaci dai brividi delle tenebre.
Nell'ora del nostro calvario,
Tu, che hai sperimentato l'eclissi del sole,
stendi il tuo manto su di noi,
sicché, fasciati dal tuo respiro,
ci sia più sopportabile
la lunga attesa della libertà.
Alleggerisci con carezze di Madre
la sofferenza dei malati.
Riempi di presenze amiche e discrete
il tempo amaro di chi è solo.
Spegni i focolai di nostalgia
nel cuore dei naviganti,
e offri loro la spalla,
perché vi poggino il capo.
Preserva da ogni male i nostri cari
che faticano in terre lontane e conforta,
col baleno struggente degli occhi,
chi ha perso la fiducia nella vita.
Ripeti ancora oggi
la canzone del Magnificat,
e annuncia straripamenti di giustizia
a tutti gli oppressi della terra.
Non ci lasciare soli nella notte
a salmodiare le nostre paure.
Anzi, se nei momenti dell'oscurità
ti metterai vicino a noi
e ci sussurrerai che anche Tu,
Vergine dell'Avvento,
stai aspettando la luce,
le sorgenti del pianto
si disseccheranno sul nostro volto.
E sveglieremo insieme l'aurora.
 Amen


- don Tonino Bello -




Buona giornata a tutti. :-)