mercoledì 30 novembre 2016

Sulla vita e sulla morte -

Signore Gesù, sono qui dinanzi a te, in salute.
Sento la vita palpitare dentro di me,
e gioisco infinitamente contemplando il creato,
ascoltando il canto degli uccelli,
sperimentando la tenerezza di quanti mi circondano.
Il futuro si apre dinanzi come una ricca pianura
nella quale seminare i miei progetti,
realizzare i miei sogni, raccogliere le mie opere.
E, benché ne senta difficoltà,
faccio uno sforzo su me stesso per accettare che la mia vita finirà,
e che un giorno dovrò dar conto delle mie parole e delle mie azioni.
In quel giorno mi chiederai il più costoso ma il più bel sacrificio,
il sacrificio di tutto ciò che mi hai dato sulla terra.
Ma, in compenso, tu ti consegnerai a me interamente,
e secondo le tue promesse mi darai il centuplo
di quanto ho sacrificato per te.
Sin da ora, Signore, nel pieno uso della mia libertà,
con tutta la lucidità della mia mente,
con tutta la forza della mia volontà, ti presento,
come fascio di fiori appena colto,
i miei affetti e i miei sogni, le mie opere e i miei progetti.

Nelle tue mani pongo l'offerta della mia vita:
accetto la sua fine, quando e come vorrai.
Ti chiedo solo un dono: la tua grazia e la tua amicizia.





Vita e morte non sono due estremi lontani l’uno dall’altro. Sono come due gambe che camminano insieme, ed entrambe ti appartengono. In questo stesso istante stai vivendo e morendo allo stesso tempo. Qualcosa in te muore a ogni istante. Nell’arco di settant’anni la morte arriverà a compimento. In ogni istante continui a morire, e alla fine morirai davvero.

- Osho -



Ognuno che perdiamo prende una parte di noi;
Uno spicchio alla fine rimane,
Che come la luna, una torbida notte,
È chiamato dalle maree.


- Emily Dickinson - 







Il cardinale Schuster diceva che il purgatorio è come un corso di esercizi spirituali: uno riflette, pensa, vede le cose sbagliate che ha fatto, gli dispiace, si purifica. Mi piace pensare che il nostro purgatorio, il purgatorio di ciascuno, sia quello di vedere tutte le stupidaggini che abbiamo fatto nella vita. Ce ne verrà un tale rossore che ci purifica e ci manda in Paradiso... 
Mi è congeniale in questo senso la descrizione dantesca delle anime “che vanno a farsi belle”. 

- Card. Giacomo Biffi - 



Avvenga di me secondo la tua parola.
Per i nostri morti
questo si è attuato definitivamente.
Essi sono nella dolce casa
per cui l'uomo nasce,
alla quale l'uomo è chiamato.
Adesso vedono il rapporto
che c'è fra quella dolce casa
definitiva ed eterna
e il segno fragile,
ma reale di essa,
che è la compagnia in cui sono vissuti.
E chiedono a noi,
dopo l'esperienza fatta,
di essere generosi, vigili, sensibili,
impegnati senza paura del sacrificio nel vivere
questo anticipo della dolce casa
a cui siamo incamminati.
Ci supplicano di poter dire
con maggiore verità quello che cantiamo sovente:
"Troppo perde il tempo chi ben non t'ama".
Essi lo sanno.
Senza paragone più che prima.
E per questo ci incitano che
"avvenga di noi secondo la sua parola".
Ci aiutano a dire l' Angelus
con profondità di attenzione,
come raramente ci avviene
per la distrazione che ci consuma.
(don Luigi Giussani)


Buona giornata a tutti. :-)





martedì 29 novembre 2016

L’abisso dentro di me e altre preghiere - Chiara Lubich -

La Trinità dentro di me!
L’abisso dentro di me!
L’immenso dentro di me!
La voragine d’amore dentro di me!
Il Padre che Gesù ci ha annunciato
dentro di me!
Il Verbo!
Lo Spirito Santo che voglio sempre avere
per servire l’Opera, dentro di me!
Non domando di meglio.
Voglio vivere in questo abisso,
perdermi in questo sole,
convivere con la Vita Eterna.
E allora?
Potare la vita fuori
e vivere quella di dentro.
Di quanto taglio di comunicazioni
con l’esterno
di tanto Parlo con la Trinità
dentro di me.

- Chiara Lubich -

Adorazione della Santissima Trinità
Albrecht Dùrer - 1511
Kunsthistorisches Museum - Germania

Fu così che ti trovai

Quando si parla d'amore, Signore,
forse gli uomini pensano ad una cosa sempre uguale.
Ma quanto è vario l'amore!
Ricordo che quando t'ho incontrato non mi preoccupavo d'amarti.
Forse perché eri Tu che mi hai incontrato
e Tu stesso pensavi a riempire il mio cuore.
Ricordo che alle volte ero tutta fiamma,
anche se il fardello della mia umanità mi dava noia
e avevo l'impressione di trascinare il peso.
Allora, già d'allora per grazia tua,
capivo un po' chi ero io e chi Tu,
e vedendo quella fiamma come un dono tuo.
Poi mi hai indicato una via per trovarti.
«Sotto la croce, sotto ogni croce - mi dicevi - ci sono io.
Abbracciala e mi troverai».
Me l'hai detto molte volte
e non ricordo le argomentazioni che adducevi.
So che mi hai convinta.
Allora, al sopravvivere d'ogni dolore, pensavo a te,
e con volontà ti dicevo il mio sì...
Ma la croce restava il buio che incupiva l'anima,
lo strazio che la dilaniava, o altro...
Quante sono le croci della vita!
Ma Tu, più tardi, mi hai insegnato ad amarti nel fratello e allora,
 incontrato il dolore, non mi fermavo ad esso, ma accettatolo,
pensavo a chi mi stava accanto, dimentica di me,
E dopo pochi istanti, tornata in me,
trovavo il mio dolore dileguato.
Così per anni e anni: ginnastica continua della croce,
ascetica dell'amore.
Sono passate tante prove e Tu lo sai:
Tu che conti i capelli del mio capo, le hai annoverate nel tuo cuore.
Ora l'amore è un altro: non è solo volontà.
Lo sapevo che Dio è Amore, ma non lo credevo così.

 - Chiara Lubich - 




Signore, dammi tutti i soli...
Ho sentito nel mio cuore la passione che invade il tuo
per tutto l'abbandono in cui nuota il mondo intero.
Amo ogni essere ammalato e solo.
Chi consola il loro pianto?
Chi compiange la loro morte lenta?
E chi stringe al proprio cuore il cuore disperato?
Dammi, mio Dio, d'essere nel mondo
il sacramento tangibile del tuo amore:
d'essere le braccia tue, che stringono a sé
e consumano in amore
tutta la solitudine del mondo.

- Chiara Lubich -




















Buona giornata a tutti. :-)





lunedì 28 novembre 2016

Il trattino – don Bruno Ferrero

L’incisore di lapidi funerarie alzò lo scalpello e disse: “Ho finito”.
L'uomo esaminò la pietra: la foto del padre, le due date 1916 e 2000 separate da un trattino di un paio di centimetri. Poi scosse la testa e disse: "Non so come spiegarmi, ma mi sembra così poco. Vede, mio padre ha avuto una vita piena, lunga, avventurosa. Vorrei si intuisse in qualche modo la sua infanzia in una grande famiglia, la campagna ricca di verde e di animali, i lavori pesanti, la soddisfazione di un buon raccolto, le preoccupazioni per i temporali estivi, la siccità... Poi la guerra, le divise, le tradotte, la ferita, la fuga da un campo di prigionia, l'incontro con mia madre... I figli che nascono, crescono, si sposano, i nipotini che arrivano uno dopo l'altro... Poi la vecchiaia serena, la malattia, certo, ma anche l'affetto, l'amore, l'entusiasmo, la passione, le lunghe giornate di lavoro, le ansie, le preoccupazioni, le gioie...". 
L'incisore ascoltava con attenzione, poi impugnò lo scalpello e il martello e con quattro rapidi colpi allungò il trattino tra la data di nascita e quella di morte di quasi mezzo centimetro. 
Si voltò verso l'uomo e fece: "Va meglio così?..."

La vita non può essere un trattino tra due date.
Abbraccia ogni istante della tua vita. Adesso.
La vita è tutto quello che hai.

- don Bruno Ferrero - 

Da: “ 365 piccole storie per l’anima”, Bruno Ferrero, ed. ElleDiCi 



"Un'anima imperfetta come la mia, come può aspirare al possesso della pienezza dell'Amore? O Gesù, mio primo ed unico Amico, te che amo unicamente, dimmi dunque, che cos'è questo mistero? 
"Iustorum animae in manu Dei sunt, non tanget illos tormentum malitiae, visi sunt oculis insipientium mori... illi autem sunt in pace" (Sap 3,3). 

Sembra agli occhi degli stolti che i Servi di Dio muoiano afflitti e contro voglia, come muoiono i mondani; ma no, che Dio sa ben consolare i figli suoi nella loro morte; ed anche tra i dolori della morte fa loro sentire certe grandi dolcezze, come saggi del paradiso che tra poco vuol loro dare. Siccome quei che muoiono in peccato, cominciano sin da sopra quel letto a sentire certi saggi d'inferno, di rimorsi, di spaventi e di disperazione; così all'incontro i Santi cogli atti d'amore che allora fanno più spesso verso Dio, col desiderio e colla speranza che tengono di presto goderlo, già prima di morire cominciano a sentire quella pace, che pienamente poi goderanno in cielo. La morte a' Santi non è castigo, ma premio: "Cum dederit dilectis suis somnum, ecce hereditas Domini" (Ps 126,2). La morte di chi ama Dio, non si chiama morte, ma sonno, sicché ben egli potrà dire: "In pace in idipsum dormiam, et requiescam" (Ps 4,9).

Apparecchio alla morte, Sant'Alfonso Maria De' Liguori



Ché, se non ti prendi cura di te stesso ora, chi poi si prenderà cura di te? Questo è il tempo veramente prezioso; sono questi i giorni della salvezza; è questo il tempo che il Signore gradisce (2Cor 6,2). Purtroppo, invece, questo tempo tu non lo spendi utilmente in cose meritorie per la vita eterna. 
Verrà il momento nel quale chiederai almeno un giorno o un'ora per emendarti; e non so se l'otterrai. Ecco, dunque, mio caro, di quale pericolo ti potrai liberare, a quale pericolo ti potrai sottrarre, se sarai stato sempre nel timore di Dio, in vista della morte. 
Procura di vivere ora in modo tale che, nell'ora della morte, tu possa avere letizia, anziché paura; impara a morire al mondo, affinché tu cominci allora a vivere con Cristo; impara ora a disprezzare ogni cosa, affinché tu possa allora andare liberamente a Cristo; mortifica ora il tuo corpo con la penitenza, affinché tu passa allora essere pieno di fiducia.

Imitazione di Cristo, Capitolo XXIII



 Atto di accettazione della morte (con indulgenza plenaria)



Signore mio Dio, fin da ora spontaneamente e volentieri 
accetto dalle vostre mani qualsiasi genere di morte 
con cui vi piacerà colpirmi, con tutti i dolori, le pene,
gli affanni che l'accompagneranno, in unione all'agonia 
e alla morte di nostro Signore Gesù Cristo.

Con approvazione eccesiastica
Vicenza, 3 Settembre 1926

Chinque confessato e comunicato reciterà questa o simile orazione, ne avrà revocata la protesta già fatta, lucrerà l'indulgenza plenaria "in articulo mortis" (san Pio X). Recitandola dopo la comunione, si acquista l'indulgenza di anni 7 e 7 quarantene una volta al mese (papa Benedetto XV).


 Buona giornata a tutti. :-)





domenica 27 novembre 2016

Una mamma - Osho -

Una mamma è colei che crede di essere una madre, ma non lo è;
pensa di esserlo, ma non lo è perché essere una madre è molto, molto difficile, mentre essere una mamma è molto facile.
Il solo procreare è sufficiente per essere una mamma: non è necessaria alcuna comprensione.
Il mondo intero è pieno di mamme, ma trovare una madre è molto difficile.
Una madre è colei che ti aiuta ad essere te stesso.
La mamma è colei che pensa, che crede di amarti, ma in realtà ama se stessa e desidera solo che tu diventi una proiezione delle sue ambizioni.
E questo vale anche per i papà.
Potrai trovare delle mamme e dei papà ovunque: hanno corrotto il mondo intero.
Freud dice che, se esaminiamo le nevrosi in profondità, si troverà sempre una mamma alla base.
Tutta la psicoanalisi converge, alla fine, su problemi che la mamma ha creato.
Quindi la mamma è la simulazione di una madre, la controparte fisica della madre spirituale.
Essere una madre è molto difficile.
Solo colei che è arrivata a casa può essere una madre.
Procreare è molto facile, è naturale, biologico, ma essere una madre è qualcosa di spirituale.
La mamma vorrebbe che la seguissi, vorrebbe possederti, farti diventare una parte di sé, un suo possedimento prezioso.
Ti sarà attaccata.
La madre, invece, ti aiuterà a diventare indipendente.
Ti aiuterà a diventare individuo.
Ti amerà ma non cercherà di importi nulla.
Ti darà il suo amore ma non ti passerà il suo sapere.
Ti manderà nel mondo affiché tu scopra la tua verità e trovi la tua vita.
Non ti darà né un modello né una forma.
Non ti strutturerà, si limiterà ad aiutarti qualsiasi cosa tu possa essere.
La madre è l’ideale, accade raramente! Le mamme le trovate ovunque.
La madre è l’ideale utopistico, colei che può far nascere la tua anima..

- Osho Rajneesh -
da: La disciplina della trascendenza






Il destino di una mamma è aspettare i figli..
Li aspetti in gravidanza li aspetti al ritorno dall’ asilo
Li aspetti all’ uscita di scuola
Li aspetti quando iniziano la loro vita al ritorno a casa dopo una festa
Li aspetti quando rientrano dal lavoro per fargli sempre trovare una minestra calda
Li aspetti con amore con ansia a volte con rabbia che passa subito quando li vedi e puoi abbracciarli
Fate in modo che la vostra mamma anziana non debba aspettare più . Fatele visita.. amatela, abbracciate colei che vi ha amato come nessun altro farà mai...
Non fatela aspettare.. questo si aspetta lei da voi..
Perché  invecchiano le membra ma il cuore di una mamma non invecchia mai.. amatela voi che potete.





Buona giornata a tutti. :-)


sabato 26 novembre 2016

I tre figli - don Bruno Ferrero -

Tre donne andarono alla fontana per attingere acqua. Presso la fontana, su una panca di pietra, sedeva un uomo anziano che le osservava in silenzio ed ascoltava i loro discorsi.
Le donne lodavano i rispettivi figli.
"Mio figlio", diceva la prima, "è così svelto ed agile che nessuno gli sta alla pari".
"Mio figlio", sosteneva la seconda, "canta come un usignolo. Non c'è nessuno al mondo che possa vantare una voce bella come la sua".
"E tu, che cosa dici di tuo figlio?", chiesero alla terza, che rimaneva in silenzio.
"Non so che cosa dire di mio figlio", rispose la donna. "E' un bravo ragazzo, come ce ne sono tanti. Non sa fare niente di speciale...".
Quando le anfore furono piene, le tre donne ripresero la via di casa. Il vecchio le seguì per un pezzo di strada. Le anfore erano pesanti, le braccia delle donne stentavano a reggerle.
Ad un certo punto si fermarono per far riposare le povere schiene doloranti.
Vennero loro incontro tre giovani. Il primo improvvisò uno spettacolo: appoggiava le mani a terra e faceva la ruota con i piedi per aria, poi inanellava un salto mortale dopo l'altro.
Le donne lo guardavano estasiate: "Che giovane abile!".
Il secondo giovane intonò una canzone. Aveva una voce splendida che ricamava armonie nell'aria come un usignolo.
Le donne lo ascoltavano con le lacrime agli occhi: "E un angelo!".
Il terzo giovane si diresse verso sua madre, prese la pesante anfora e si mise a portarla, camminando accanto a lei.
Le donne si rivolsero al vecchio: "Allora che cosa dici dei nostri figli?".
"Figli?", esclamò meravigliato!


Li riconoscerete dai loro frutti" (Matteo 7,16)
- don Bruno Ferrero- 
Fonte :  Solo il vento lo sa di Bruno Ferrero


“Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera?”. 

Quando a un bambino gli viene affidato un pesce rosso o un piccolo vasetto con un semino piantato dentro, non è per offrirgli un nuovo giocattolo ma per insegnargli la fedeltà che dà la vita alle cose. 
Se si dimenticasse di dare dal mangiare al pesce rosso o di mettere l’acqua alla piantina si accorgerebbe che in poco tempo avrebbe un pesce morto e una pianta secca. 
Diffidate quindi da quei genitori che regalano pesci rossi ai figli e poi se ne fanno carico loro per i successivi anni di vita, semplicemente perché il figlio così inizialmente entusiasta del nuovo acquisto, dopo un po’ si è annoiato. Senza quella pazienza che ci rimette davanti alle nostre responsabilità a partire dal pesce rosso, accadrà che da grandi faremo uguale nelle relazioni, con il lavoro, con le persone che diciamo di amare e perché no anche con i nostri figli che li accogliamo con l’entusiasmo dei pesci rossi nuovi per poi viverceli semplicemente come un peso. 
Con la stessa ottica pensate al paradiso: chi ci darà una cosa così bella se non siamo stati capaci di aver avuto cura di una cosa mediamente bella che ci è capitata nella vita? Non è punizione, ma conseguenza.

- don Luigi Maria Epicoco - 



Raccontami dove hai trovato la forza, Giacomo

......Raccontami come si lotta per essere felici quando tutto il mondo resiste e la corrente è contraria, perchè anche noi possiamo trovare la tua chiarezza e la tua forza. Insegnaci il segreto di un cielo stellato trecentosessantacinque giorni all'anno, di una vita che si aggrappa al futuro. 
Se un seme non "spera" nella luce non mette radici, ma sperare è difficile, perchè richiede consapevolezza di sè, apertura e tanti fallimenti. 
Sperare non è il vizio dell'ottimista ma il vigoroso realismo del fragile seme che accetta il buio del sottosuolo per farsi bosco. 
Insegnaci, Giacomo, l'arte di sperare.


- Alessandro D'Avenia -
da: "L'arte di essere fragili. Come Leopardi può salvarti la vita", ed. Mondadori



...Che cosa serve, Giacomo, per abitare questa sconfitta senza rifugiarsi in un mondo infantile e al riparo dalla vita? 
Si può proseguire senza rinunciare all'altezza, all'infinito? Come fare a sperare ancora e ancora quando restano solo le macerie di tutto ciò che avevamo immaginato? 
Come non scivolare , dopo l'incanto giovanile, nel disincanto adulto?

- Alessandro D'Avenia -
da: "L'arte di essere fragili. Come Leopardi può salvarti la vita", ed. Mondadori






























Buona giornata a tutti :-)



venerdì 25 novembre 2016

Ancora mi solleverò - Maya Angelou - 25 Novembre - Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Mi potresti scrivere nella storia
con le tue bugie amare, rigirate.
Mi potresti calpestare nel fango
ma io, come polvere, ancora mi alzerò.
La mia insolenza ti turba?
Perché sei irto di tristezza?
perché cammino come avessi pozzi di petrolio
che pulsano nel mio salotto.
Come le lune e i soli
con la certezza delle onde
come le speranze che si rialzano,
io ancora mi alzerò.
Volevi vedermi distrutta?
Capo chino e occhi bassi?
Spalle pendenti come lacrime,
appesantite dai miei pianti sentimentali?
La mia superbia ti offende?
non te la prendere troppo,
perché io rido come avessi miniere d'oro
scavate nel mio giardino.
Puoi spararmi con le tue parole,
puoi tagliarmi coi tuoi occhi,
puoi uccidermi col tuo odio
ma io ancora, come aria, mi alzerò.
La mia sensualità ti dispiace?
ti sorprende forse che io balli
come fossi coperta di diamanti
all'inizio dei miei fianchi?
Fuori dalle capanne dell'imbarazzo della storia
io mi alzo.
Sopra il passato che si radica nel dolore
io mi alzo.
Sono un oceano nero, che salta ed è largo.
Crescendo e aumentando, io mi reco nella marea.
Tralasciando notti di terrore e paura
io mi alzo.
Ritrovandomi in un'alba meravigliosamente chiara
io mi alzo.
Portando doni che mi furono lasciati dagli antenati,
io sono sogno e speranza degli schiavi.
Io mi alzo.
Mi alzo,
mi alzo.

- Maya Angelou - 
“Ancora mi alzo"


"Per tutte le violenze consumate su di Lei,
per tutte le umiliazioni che ha subìto,
per il suo corpo che avete sfruttato,
per la sua intelligenza che avete calpestato,
per l’ignoranza in cui l’avete lasciata,
per la libertà che le avete negato,
per la bocca che le avete tappato,
per le ali che le avete tagliato,
per tutto questo:
in piedi Signori,
davanti a una Donna!"

- William Shakespeare - 


Ho giurato di non stare mai in silenzio, in qualunque luogo e in qualunque situazione in cui degli esseri umani siano costretti a subire sofferenze e umiliazioni. Dobbiamo sempre schierarci.
La neutralità favorisce l’oppressore, mai la vittima.
Il silenzio aiuta il carnefice, mai il torturato.

- Èlie Wiesel -



La violenza sulle donne è antica come il mondo, ma oggi avremmo voluto sperare che una società avanzata, civile e democratica non nutrisse le cronache di abusi, omicidi e stupri.

- Helga Schneider - 



E malgrado tutta la violenza sulle donne e sugli indifesi, io sono certa che una buona educazione fatta in famiglia e a scuola ai fanciulli e giovani, salverebbe dalla violenza tante vite.

- Maria Savasta - 


Il 25 novembre si celebra la Giornata contro la Violenza sulle Donne. 
Istituita dall'Onu nel 1999, intende sensibilizzare l'opinione pubblica su argomenti purtroppo sempre attuali come quelli della violenza di genere e del femminicidio. 



Buona giornata a tutti. :-)















giovedì 24 novembre 2016

da: "Le risposte di papa Francesco alle domande dei bambini"

Santità,
mio nonno non è cattolico, ma non è disposto a fare del male. Lui andrà lo stesso in paradiso quando morirà? Insomma, se qualcuno non fa mai le penitenze, quanto grande deve essere il suo peccato per andare giù all'inferno? 
Che Dio la benedica.


(Yifan, Cina, 13 anni)

Caro Yifan,
Gesù ci ama tantissimo e vuole che tutti andiamo in cielo. La volontà di Dio è che tutti si salvino. Gesù fino all'ultimo momento accompagna la nostra vita perchè stiamo sempre con Lui. Le apparenze possono ingannare, certo. 
C'è chi immagina che se uno non va a messa la domenica andrà certamente all'inferno. E invece Gesù è accanto a noi fino all'ultimo momento della nostra vita per salvarci. 
Una volta una signora andò da un prete santo, che si chiamava Giovanni Maria Vianney, parroco di Ars in Francia. 
Si mise a piangere perchè suo marito si era suicidato buttandosi da un ponte. Era disperata perchè immaginava che il marito fosse certamente all'inferno. E padre Giovanni Maria Vianney, che era un santo, invece le disse. guarda che tra il ponte e il fiume c'è la misericordia di Dio.

- Jorge Maria Bergoglio -

da: " L'amore prima del mondo. Caro papa vorrei chiederti... Le risposte di papa Francesco alle domande dei bambini"



Giulia: «Santità, tutti ci dicono che è importante andare a Messa alla domenica. Noi ci andremmo volentieri ma spesso i nostri genitori non ci accompagnano perché alla domenica dormono, il papà e la mamma di un mio amico lavorano in un negozio e noi spesso andiamo fuori città per trovare i nonni. Puoi dire a loro una parola perché capiscano che è importante andare a Messa insieme, ogni domenica?»

Riterrei di sì, naturalmente, con grande amore, con grande rispetto per i genitori che, certamente, hanno tante cose da fare. Ma tuttavia, con il rispetto e l’amore di una figlia, si può dire: cara mamma, caro papà, sarebbe così importante per noi tutti, anche per te incontrarci con Gesù. Questo ci arricchisce, porta un elemento importante alla nostra vita. Insieme troviamo un po' di tempo, possiamo trovare una possibilità. Forse anche dove abita la nonna si troverà la possibilità. In una parola direi, con grande amore e rispetto per i genitori, direi loro: "Capite che questo non è solo importante per me, non lo dicono solo i catechisti, è importante per tutti noi; e sarà una luce della domenica per tutta la nostra famiglia".

- Papa Benedetto XVI - 
Incontro di Catechesi e di Preghiera del Santo Padre Benedetto XVI con i bambini della Prima Comunione. Sabato 15 ottobre 2005


Caro papa Francesco,
se tu potessi fare un miracolo, che cosa sarebbe?

Con affetto William

Caro William,
io guarirei i bambini. Non sono ancora riuscito a capire perchè i bambini soffrano. Per me è un mistero. Non so darti una spiegazione. Mi interrogo su questo. Prego su questa domanda: perchè i bambini soffrono? E' il mio cuore che si pone la domanda. Gesù ha pianto e piangendo ha capito i nostri drammi. Io cerco di capire. Se potessi fare un miracolo, guarirei tutti i bambini. Il tuo disegno mi fa riflettere: c'è una grande croce scura e dietro ci sono un arcobaleno e il sole che splende. Mi piace questo. La mia risposta al dolore dei bambini è il silenzio oppure una parola che nasce dalle mie lacrime. Non ho paura di piangere. Non devi averla neanche tu.

- Jorge Maria Bergoglio -

da: " L'amore prima del mondo. Caro papa vorrei chiederti... Le risposte di papa Francesco alle domande dei bambini"


Adriano: «Santo Padre, ci hanno detto che oggi faremo l'Adorazione Eucaristica? Che cosa è? Come si fa? Ce lo puoi spiegare? Grazie»

Allora, che cos'è l'adorazione, come si fa, lo vedremo subito, perché tutto è ben preparato: faremo delle preghiere, dei canti, la genuflessione e siamo così davanti a Gesù. Ma, naturalmente, la tua domanda esige una risposta più profonda: non solo come fare, ma che cosa è l'adorazione. Io direi: adorazione è riconoscere che Gesù è mio Signore, che Gesù mi mostra la via da prendere, mi fa capire che vivo bene soltanto se conosco la strada indicata da Lui, solo se seguo la via che Lui mi mostra. Quindi, adorare è dire: «Gesù, io sono tuo e ti seguo nella mia vita, non vorrei mai perdere questa amicizia, questa comunione con te». Potrei anche dire che l'adorazione nella sua essenza è un abbraccio con Gesù, nel quale gli dico: «Io sono tuo e ti prego sii anche tu sempre con me».

- Papa Benedetto XVI - 
Incontro di Catechesi e di Preghiera del Santo Padre Benedetto XVI con i bambini della Prima Comunione. Sabato 15 ottobre 2005


Buona giornata a tutti. :-)