venerdì 17 maggio 2024
Il legno inutile - don Bruno Ferrero
mercoledì 15 maggio 2024
Preghiera a Nostra Signora di Sheshan, Cina
verso cui guarda con devoto affetto l’intera Chiesa che è in Cina,
veniamo oggi davanti a te per implorare la tua protezione.
Volgi il tuo sguardo al Popolo di Dio e guidalo con sollecitudine materna sulle strade della verità e dell’amore, affinché sia in ogni circostanza fermento di armoniosa convivenza tra tutti i cittadini.
Con il docile "sì" pronunciato a Nazaret tu consentisti
all’eterno Figlio di Dio di prendere carne nel tuo seno verginale
e di avviare così nella storia l’opera della Redenzione,
alla quale cooperasti poi con solerte dedizione,
accettando che la spada del dolore trafiggesse la tua anima,
fino all’ora suprema della Croce, quando sul Calvario restasti
ritta accanto a tuo Figlio che moriva perché l’uomo vivesse.
Da allora tu divenisti, in maniera nuova, Madre
di tutti coloro che accolgono nella fede il tuo Figlio Gesù
e accettano di seguirlo prendendo la sua Croce sulle spalle.
Madre della speranza, che nel buio del Sabato santo andasti
con incrollabile fiducia incontro al mattino di Pasqua,
dona ai tuoi figli la capacità di discernere in ogni situazione,
fosse pur la più buia, i segni della presenza amorosa di Dio.
Nostra Signora di Sheshan,
sostieni l’impegno di quanti in Cina, tra le quotidiane fatiche, continuano a credere, a sperare, ad amare, affinché mai temano di parlare di Gesù al mondo e del mondo a Gesù.
Nella statua che sovrasta il Santuario tu sorreggi in alto tuo Figlio,
presentandolo al mondo con le braccia spalancate in gesto d’amore.
Aiuta i cattolici ad essere sempre testimoni credibili di questo amore,
mantenendosi uniti alla roccia di Pietro su cui è costruita la Chiesa.
Madre della Cina e dell’Asia, prega per noi ora e sempre. Amen!
- papa Benedetto XVI -
Virgin Most Holy, Mother of the Incarnate Word and our Mother, venerated in the Shrine of Sheshan under the title "Help of Christians", the entire Church in China looks to you with devout affection. We come before you today to implore your protection. Look upon the People of God and, with a mother’s care, guide them along the paths of truth and love, so that they may always be a leaven of harmonious coexistence among all citizens.
When you obediently said "yes" in the house of Nazareth, you allowed God’s eternal Son to take flesh in your virginal womb and thus to begin in history the work of our redemption. You willingly and generously cooperated in that work, allowing the sword of pain to pierce your soul, until the supreme hour of the Cross, when you kept watch on Calvary, standing beside your Son, who died that we might live.
From that moment, you became, in a new way, the Mother of all those who receive your Son Jesus in faith and choose to follow in his footsteps by taking up his Cross. Mother of hope, in the darkness of Holy Saturday you journeyed with unfailing trust towards the dawn of Easter. Grant that your children may discern at all times, even those that are darkest, the signs of God’s loving presence.
Our Lady of Sheshan, sustain all those in China, who, amid their daily trials, continue to believe, to hope, to love. May they never be afraid to speak of Jesus to the world, and of the world to Jesus. In the statue overlooking the Shrine you lift your Son on high, offering him to the world with open arms in a gesture of love.
- pope Benedict XVI -
lunedì 13 maggio 2024
La volpe e l'amicizia - Antoine de Saint-Exupéry
"Chi sei?" domandò il piccolo principe, "sei molto carino...".
"Sono la volpe" disse la volpe. "Vieni a giocare con me!"
le propose il piccolo principe, "sono così triste...".
"Non posso giocare con te" disse la volpe,"non sono addomesticata".
"Ah! Scusa" fece il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:
"Che cosa vuol dire 'addomesticare'?".
"Non sei di queste parti, tu" disse la volpe, "che cosa cerchi?".
"Cerco gli uomini" disse il piccolo principe.
"Gli uomini" disse la volpe, "hanno dei fucili e cacciano. E' molto noioso! Allevano anche le galline. E' il loro solo interesse. Tu cerchi le galline?".
"No", disse il piccolo principe.
"Cerco degli amici. Che cosa vuol dire 'addomesticare'".
"E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire "creare dei legami"...".
"Creare dei legami?".
"Certo", disse la volpe. "Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te e neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo".
"Comincio a capire", disse il piccolo principe (...).
"La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si
assomigliano. E io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana come una musica. E poi, guarda! Vedi laggiù, in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color dell'oro.
Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticata. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano...".
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
"Per favore... addomesticami", disse.
"Volentieri", rispose il piccolo principe, "ma non ho molto tempo, però.
Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose".
"Non si conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe.
"Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici.
Se tu vuoi un amico, addomesticami!".
"Che bisogna fare?" domandò il piccolo principe.
"Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe.
"In principio tu ti siederai un po' lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino...".
Il piccolo principe ritornò l'indomani.
"Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe.
"Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore...
...Ci vogliono i riti".
"Che cos'è un rito?" disse il piccolo principe.
"Anche questa è una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe. "E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza...".
Così il piccolo principe addomesticò la volpe.
E quando l'ora della partenza fu vicina: "Ah!"disse la volpe,"piangerò".
"La colpa è tua", disse il piccolo principe. "Io non ti volevo fare del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi...".
"E' vero" disse la volpe.
"Ma piangerai" disse il piccolo principe.
"E' certo" disse la volpe.
"Ma allora che ci guadagni?"
"Ci guadagno" disse la volpe, "il colore del grano". Poi soggiunse: "Va' a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalerò un segreto".
Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
"Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente", disse. "Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico ed ora è per me unica al mondo".
E le rose erano a disagio. "Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. "Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei sola è più importante di tutte voi, perché è lei che io ho annaffiato, perché è lei che ho riparato col paravento, perché su di lei ho ucciso i bruchi, perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere, perché è la mia rosa".
E ritornò dalla volpe.
"Addio", disse.
"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: si vede bene solo col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
Il vero amore comincia quando siamo
pronti a dare tutto senza chiedere nulla.
- Antoine de Saint-Exupéry -
Se vuoi costruire una nave non chiamare
la gente che procura il legno, che prepara gli attrezzi necessari, non
distribuire compiti, non organizzare il lavoro.
Prima invece sveglia negli uomini la
nostalgia del mare lontano e sconfinato.
Appena si sarà svegliata in loro questa sete, gli uomini si metteranno subito
al lavoro per costruire la nave.
- Antoine de Saint-Exupéry -
"Signore - dissi - là, su un ramo
c'è un corvo. So bene che la tua maestà non può abbassarsi fino a chi ti parla.
Tuttavia ho bisogno di un segno. Quando avrò finito la mia preghiera, fa' volar
via quel corvo. Ciò sarà per me come un cenno, una prova che non sono
completamente solo al mondo...".
Fissai l'uccello, ma questi non si mosse dal ramo. Allora mi rivolsi nuovamente
alla pietra: "Signore! - dissi - hai certamente ragione. La tua maestà non
può degnarsi di accogliere le mie sollecitazioni. Se il corvo fosse volato via,
io sarei ancora più triste, perché un tale segno io non l'avrei ricevuto che da
uno come me, dunque da me stesso. Sarebbe stato ancora un riflesso del mio
desiderio. E ancora non avrei incontrato che la mia solitudine".
E dopo essermi prostrato, mi allontanai.
Ma proprio allora la mia disperazione cedette a una serenità singolare quanto
inaspettata.
- Antoine de Saint-Exupéry -
Resta con noi Signore, e con la tua Chiesa.
La notte si avvicina e siamo spaventati.
Ci sono quelli che non dormono, veglia su di loro:
Tu sei
C
Tu sei
C
Tu sei
Molt
Tu sei l'Amore.
Molti sono affamati, nutrili:
Tu sei il Pane.
Tanti si sono addormentati, proteggili:
Tu sei
Rest
resta con noi:
Tu sei
mercoledì 1 maggio 2024
preghiere per Maria
“S. Bernardo scrive:
Ecco due prodigi che debbono riempire
cielo e terra di stupore.
È una cosa prodigiosa vedere la maestà
suprema di un Dio abbassarsi ad umiliarsi al punto di ubbidire ad una donna:
prodigio di umiltà che non ha esempio: «Quod Deus foeminae obtemperet,
humilitas absque exemplo». Ed è una cosa ammirabile, senza pari, vedere una
donna elevata a tale grado da avere il diritto di comandare a Dio. «Et quod Deo
foemina principetur, sublimitas sine socio».
«È qui, dice S. Pier Damiani, che ogni creatura deve entrare in un profondo e
rispettoso silenzio, e tremare alla vista di tanta meraviglia, senza osare ad
alzare gli occhi, per guardare l'altezza sublime di tale dignità e l'immensità
di tale potenza».”
Estratto di: San Giovanni Eudes. “Il Cuore ammirabile della SS. Madre di Dio.”
Papa Francesco 4 Maggio 2013
giovedì 11 aprile 2024
Amore - don Primo Mazzolari
amore in ogni lacrima solitaria
sparsa nella disperazione impotente
di esistere singolarmente;
amore in ogni desiderio che fugge veloce
verso l'impossibile;
amore in ogni sguardo di bimbo
spensierato e libero;
amore in ogni amarezza che inonda
la mia gola e la mia vita,
arsa dal peso di essere me stesso;
amore in ogni paura di non essere
ciò che vuole l'Altissimo;
amore nella vanità di ogni sforzo sincero;
amore nella dolcezza e nei ricordi
della fanciullezza passata;
amore nella sera grigia
di questo qualsiasi giorno.
Ma al di sopra, e al di dentro
di questo amore voglio la pace
che supera ogni senso.
(don Primo Mazzolari)
Accettateli per me e per i suoi meriti;
Con questi meriti io vi ringrazio di tante misericordie usatemi.
Con questi soddisfo quello che vi debbo per i miei peccati.
Per questi spero ogni grazia da voi, il perdono,
e sopra tutto il sommo dono del vostro puro amore.
Vedo già che sono io che a tutto pongo impedimento,
Io vi prego per amore di Gesù Cristo il quale ha promesso:
Si quid petieritis Patrem in nomine meo, dabit vobis.
Dunque non me lo potete negare.
Signore, io non voglio che amarvi,
che donarmi a voi intieramente,
Guardatemi ed esauditemi;
fate che oggi sia il giorno ch'io tutto mi converta a voi,
V'amo, mio Dio, v'amo, bontà infinita;
v'amo, mio amore, mio paradiso, mio bene, mia vita, mio tutto.
Gesù mio, tutto mio; voi mi volete, io vi voglio.
Sant’Alfonso Maria de’ Liguori
lunedì 18 marzo 2024
Il Cieco di Gerusalemme – don Nardo Masetti
da: Obbedienza e libertà
- Beato Giovanni Battista Scalabrini -
O spiriti celesti e voi tutti Santi del Paradiso,
volgete pietosi lo sguardo sopra di noi,
ancora peregrinanti in questa valle di dolore e di miserie.
Voi godete ora la gloria che vi siete meritata
seminando nelle lacrime in questa terra di esilio.
Dio è adesso il premio delle vostre fatiche,
il principio, l'oggetto e il fine dei vostri godimenti.
O anime beate, intercedete per noi!
Ottenete a noi tutti di seguire fedelmente le vostre orme,
di seguire i vostri esempi di zelo
e di amore ardente a Gesù e alle anime,
di ricopiare in noi le virtù vostre,
affinché diveniamo un giorno
partecipi della gloria immortale. Amen.