mercoledì 28 febbraio 2024

Il 28 febbraio 2013...

 Il 28 febbraio 2013...

«Nel momento in cui stava lasciando il Palazzo Apostolico per non farvi più ritorno [...] appena vidi il Santo Padre Benedetto XVI uscire dall’ascensore, comprendendo la gravità di quel momento… scoppiai a piangere. E spontaneamente mi vennero fuori dal cuore queste parole: 'Padre Santo, è un momento di tristezza'. Il Papa Benedetto XVI mi guardò quasi meravigliato, poi con la mano delicatamente mi toccò una guancia come se volesse asciugare una lacrima e sommessamente mi sussurrò: 'No, nessuna tristezza! Solo Gesù è indispensabile e Gesù continua a tenere il timone della barca della Sua Chiesa! Avanti… con fiducia!'. In queste parole si sente il profumo dell’umiltà sincera e della fede forte del Papa Benedetto XVI».

- Card. Angelo Comastri - dalla Prefazione al libro di Benedetto XVI "100 Omelie" -

 


 «Le nuove tecnologie permettono alle persone di incontrarsi oltre i confini dello spazio e delle stesse culture, inaugurando così un intero nuovo mondo di potenziali amicizie. Questa è una grande opportunità, ma comporta anche una maggiore attenzione e una presa di coscienza rispetto ai possibili rischi. Chi è il mio “prossimo” in questo nuovo mondo? Esiste il pericolo di essere meno presenti verso chi incontriamo nella nostra vita quotidiana ordinaria? Esiste il rischio di essere più distratti, perché la nostra attenzione è frammentata e assorta in un mondo “differente” rispetto a quello in cui viviamo? Abbiamo tempo di riflettere criticamente sulle nostre scelte e di alimentare rapporti umani che siano veramente profondi e duraturi? E’ importante ricordare sempre che il contatto virtuale non può e non deve sostituire il contatto umano diretto con le persone a tutti i livelli della nostra vita.

Anche nell’era digitale, ciascuno è posto di fronte alla necessità di essere persona autentica e riflessiva. Del resto, le dinamiche proprie dei social network mostrano che una persona è sempre coinvolta in ciò che comunica. Quando le persone si scambiano informazioni, stanno già condividendo se stesse, la loro visione del mondo, le loro speranze, i loro ideali. Ne consegue che esiste uno stile cristiano di presenza anche nel mondo digitale: esso si concretizza in una forma di comunicazione onesta ed aperta, responsabile e rispettosa dell’altro. Comunicare il Vangelo attraverso i nuovi media significa non solo inserire contenuti dichiaratamente religiosi sulle piattaforme dei diversi mezzi, ma anche testimoniare con coerenza, nel proprio profilo digitale e nel modo di comunicare, scelte, preferenze, giudizi che siano profondamente coerenti con il Vangelo, anche quando di esso non si parla in forma esplicita. Del resto, anche nel mondo digitale non vi può essere annuncio di un messaggio senza una coerente testimonianza da parte di chi annuncia. Nei nuovi contesti e con le nuove forme di espressione, il cristiano è ancora una volta chiamato ad offrire una risposta a chiunque domandi ragione della speranza che è in lui (cfr 1Pt 3,15).

L’impegno per una testimonianza al Vangelo nell’era digitale richiede a tutti di essere particolarmente attenti agli aspetti di questo messaggio che possono sfidare alcune delle logiche tipiche del web. Anzitutto dobbiamo essere consapevoli che la verità che cerchiamo di condividere non trae il suo valore dalla sua “popolarità” o dalla quantità di attenzione che riceve. Dobbiamo farla conoscere nella sua integrità, piuttosto che cercare di renderla accettabile, magari “annacquandola”. Deve diventare alimento quotidiano e non attrazione di un momento. La verità del Vangelo non è qualcosa che possa essere oggetto di consumo, o di fruizione superficiale, ma è un dono che chiede una libera risposta. Essa, pur proclamata nello spazio virtuale della rete, esige sempre di incarnarsi nel mondo reale e in rapporto ai volti concreti dei fratelli e delle sorelle con cui condividiamo la vita quotidiana. Per questo rimangono sempre fondamentali le relazioni umane dirette nella trasmissione della fede!».

- Papa Benedetto XVI - dal Messaggio per la XLV Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali -

 


"... Con la scelta del giorno ultimo del suo servizio, fatta con particolare sensibilità e in modo che potesse celebrare la sua ultima messa pubblica nel mercoledì delle Ceneri, Benedetto XVI ha lasciato intendere ancora una volta quale sia stata la centralità del suo messaggio: ciò che più conta nella vita ecclesiale è la conversione a Gesù Cristo e il volgersi verso la Pasqua, con la quale il cristianesimo ha senso, altrimenti viene meno".

- Mons. Georg Gänswein, 5 febbraio 2016 -


Buona giornata a tutti :-)


 

lunedì 26 febbraio 2024

Non ho più tempo ... - Mario De Andreade

Ho contato i miei anni e ho scoperto che ho meno tempo per vivere da qui in poi rispetto a quello che ho vissuto fino ad ora. Mi sento come quel bambino che ha vinto un pacchetto di dolci: i primi li ha mangiati con piacere, ma quando ha compreso che ne erano rimasti pochi ha cominciato a gustarli intensamente. 

Non ho più tempo per riunioni interminabili dove vengono discussi statuti, regole, procedure e regolamenti interni, sapendo che nulla sarà raggiunto.

Non ho più tempo per sostenere le persone assurde che, nonostante la loro età cronologica, non sono cresciute. Il mio tempo è troppo breve: voglio l'essenza, la mia anima ha fretta. Non ho più molti dolci nel pacchetto. Voglio vivere accanto a persone umane, molto umane, che sappiano ridere dei propri errori e che non siano gonfiate dai propri trionfi e che si assumano le proprie responsabilità. Così si difende la dignità umana e si va verso la verità e onestà. È l'essenziale che fa valer la pena di vivere.

Voglio circondarmi da persone che sanno come toccare i cuori, di persone a cui i duri colpi della vita hanno insegnato a crescere con tocchi soavi dell'anima. Sì, sono di fretta, ho fretta di vivere con l'intensità che solo la maturità sa dare. 

Non intendo sprecare nessuno dei dolci rimasti. Sono sicuro che saranno squisiti, molto più di quelli mangiati finora. Il mio obiettivo è quello di raggiungere la fine soddisfatto e in pace con i miei cari e la mia coscienza. 

Abbiamo due vite e la seconda inizia quando ti rendi conto che ne hai solo una. 

- Mario De Andreade - (1893-1945)


Tu non hai bisogno di fingere che sei forte, non devi sempre dimostrare che tutto sta andando bene, non puoi preoccuparti di ciò che pensano gli altri, se ne avverti la necessità piangi perché è bene che tu pianga fino all'ultima lacrima, poiché soltanto allora potrai tornare a sorridere.

- Paulo Coelho - 

 

O Signore,
mostrami ciò che in me è disordine, confusione.
Purifica il mio cuore,
ordina i miei desideri,
rettifica le mie intenzioni;
affinché io scelga prima di tutto te,
Bene supremo
e affinché io veda tutti gli altri beni
che sono necessari a me e agli altri,
per i quali bisogna lavorare.

Signore,
tutte le cose del mondo sono belle,
ma nell’ordine dell’amore che Gesù ci insegna,
che tu, Gesù, nostro Messia,
vero uomo e vero Dio,
ci insegni con la tua morte e la tua resurrezione.

- card. Carlo Maria Martini - 


Buona giornata a tutti :-)

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sabato 24 febbraio 2024

Ogni giorno è da vivere - Madeleine Delbrel

 Ogni mattina
è una giornata intera
che riceviamo dalle mani di Dio.

Dio ci dà una giornata intera
da lui stesso preparata per noi.

Non vi è nulla di troppo
e nulla di "non abbastanza",
nulla di indifferente
e nulla di inutile.

È un capolavoro di giornata
che viene a chiederci di essere vissuto.

Noi la guardiamo
come una pagina di agenda,
segnata d'una cifra e d'un mese.

La trattiamo alla leggera
come un foglio di carta.

Se potessimo frugare il mondo
e vedere questo giorno elaborarsi
e nascere dal fondo dei secoli,
comprenderemmo il valore
di un solo giorno umano.


- Madeleine Delbrel - 


Quando fra noi si interrompe la comunicazione, ne soffriamo tutti: quando nessuno ci ascolta o ci comprende diventiamo come bombe pronte a esplodere.

L'ascolto compassionevole, invece, porta alla guarigione: a volte dieci minuti di ascolto profondo bastano a trasformarci e a riportare il sorriso sulle nostre labbra.

In famiglia molti di noi hanno perso la capacità di ascoltare

ed esprimersi con la parola amorevole, forse perché nessuno è capace di ascoltare gli altri, dunque ci sentiamo molto soli anche all'interno della famiglia.

Abbiamo perso la capacità di dire le cose con calma, ci irritiamo troppo facilmente; ogni volta che apriamo la bocca ci escono parole acide e amare.

Abbiamo perso la capacità di parlare con gentilezza, e senza questa capacità non c'è modo di recuperare l'armonia, l'amore e la felicità.

 - Thich Nhat Hanh  - 

su Essere Indaco



«Accanto alle due realtà di religione e anti-religione esiste, nel mondo in espansione dell’agnosticismo, anche un altro orientamento di fondo: persone alle quali non è stato dato il dono del poter credere e che tuttavia cercano la verità, sono alla ricerca di Dio.

Persone del genere non affermano semplicemente: “Non esiste alcun Dio”.

Esse soffrono a motivo della sua assenza e, cercando il vero e... il buono, sono interiormente in cammino verso di Lui. Sono “pellegrini della verità, pellegrini della pace”.

Pongono domande sia all’una che all’altra parte.

Tolgono agli atei combattivi la loro falsa certezza, con la quale pretendono di sapere che non c’è un Dio, e li invitano a diventare, invece che polemici, persone in ricerca, che non perdono la speranza che la verità esista e che noi possiamo e dobbiamo vivere in funzione di essa. 

Ma chiamano in causa anche gli aderenti alle religioni, perché non considerino Dio come una proprietà che appartiene a loro così da sentirsi autorizzati alla violenza nei confronti degli altri. 

Queste persone cercano la verità, cercano il vero Dio, la cui immagine nelle religioni, a causa del modo nel quale non di rado sono praticate, è non raramente nascosta. Che essi non riescano a trovare Dio dipende anche dai credenti con la loro immagine ridotta o anche travisata di Dio. 

Così la loro lotta interiore e il loro interrogarsi è anche un richiamo per i credenti a purificare la propria fede, affinché Dio – il vero Dio – diventi accessibile».

- Papa Benedetto XVI - 


Buona giornata a tutti :-)


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giovedì 22 febbraio 2024

Non merito la punizione, ma Cure - Anthony de Mello

Chi fa il male non merita la punizione ma guarigione. 
Coinvolgere, trasformare e guarire più profondamente e a livelli più profondi, implica che è importante che il nostro intento sia puro e vero!
Non v'è modo migliore di promuovere quelle azioni che sentiamo renderci persone migliori.
Siamo in grado di dare amore, abbracci, carezze e aiutare coloro che ci circondano a vivere una vita migliore, così possiamo migliorare la nostra vita, i nostri vantaggi interni e naturalmente ri-collegarci e Risintonizzarci al cosmo.
Quindi stiamo sempre di più in armonia con la nostra natura essenziale.
L'energia di mano blu ci dà l'opportunità di sperimentare consapevolmente il processo di guarigione e miglioramento personale, che è il più importante per prendere decisioni che ci aiutano, nei ruoli che dobbiamo dare, "nell' annullare" le emozioni, gli atteggiamenti da cambiare, ecc;
Metti la tua intenzione in essa perché con risolutezza trasformeremo l'errore in apprendimento, la colpa in fiducia, il rimorso in gratitudine, il dramma in gioia, ecc.
La realizzazione agisce dalla conoscenza ed è nutrita dall'esperienza, imparando a fare errori e correggerli. In realtà puoi solo parlare di ciò che hai vissuto e fatto, dandoti l'opportunità di diventare consapevole e imparare, così funziona l'evoluzione.
Quindi oggi apriamo le nostre mani per ricevere tutta l'abbondanza che è disponibile, per eseguire un lavoro quotidiano di guarigione è importante se non vuoi che i tuoi passi si incagliano, è anche un buon modo per mantenere l'equilibrio interno e promuovere soluzioni.
La guarigione ci avvicina alla nostra anima.
Scelgo di guarire la mia vita e sperimentare la mia guarigione, io sono un altro te!

- Anthony De Mello -
 da: "La felicità è la nostra vera natura, basta smettere di cercarla al di fuori di noi stessi".
 
Perché tutti sono felici tranne me?
Il maestro rispose:
Perché tutti gli altri vedono la bellezza e la bontà ovunque.
Perché io non riesco a vedere la bellezza?
Non puoi vedere all'esterno quello che non riesci a vedere dentro di te.

- Anthony de Mello -

 


Se tu guardi un albero e vedi soltanto un albero non hai visto un albero.

Se guardi un albero e vedi un miracolo allora hai visto un albero.

- Anthony de Mello - 

Buona giornata a tutti :-)


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martedì 20 febbraio 2024

Meraviglioso è il tuo Nome: vieni! – Madre Anna Maria Cànopi

divina Sapienza,
che scaturisci dalla bocca di Dio,
alla sorgente dell'eterno Amore
e inondi di luce l'universo,
eterna Sapienza,
che vieni ad abitare in mezzo a noi
come Bambino inerme,
un senso di sacro timore ci invade
davanti al mistero di tanta umiltà.
Prendici alla tua scuola,
insegnaci l'alfabeto della santità,
il canto del vero amore,
per correre con cuore dilatato
fino alla meta del nostro cammino.
Amen.

Adonai,
Signore del cielo e della terra,
Signore del tempo e della storia,
attento al grido del tuo popolo
oppresso sotto il giogo del peccato,
tu ancora ci parli da quel roveto ardente
che è il tuo Cuore bruciante d'amore
per noi, tue pecorelle smarrite          
tra scoscesi dirupi e in valli desolate.
Adonai, tu sei anche l'altissimo Monte
da cui è proclamata la legge della vita:
donaci volontà risoluta di osservarla,
stendi il tuo braccio invincibile
a nostra difesa e protezione
dagli assalti dell'astuto nemico,
e portaci alla piena libertà di figli
pronti a confessare la fede in te,
nostro Signore e Salvatore
che eri, che sei e che sempre vieni.
Amen.

santa radice di Iesse,
germoglio del ceppo di David
spuntato da vergine terra,
tu vieni a ridare vigore e bellezza
all'inaridito albero umano.
Con mite patire
tu accogli la grande potatura
per mano del divino Vignaiolo.
Davanti a te tacciano le nostre parole,
si abbassino le alture
della nostra presunzione,
poiché senza di te
noi  non siamo che rovi spinosi.
Vieni, Signore!
Fa  scendere per noi dal cielo
la tua rugiada luminosa:
la nostra vita fiorisca
in nuova stagione di santità e di pace,
e innalzi nuovi canti di amore ed esultanza.  
Amen!

O Cristo, chiave di David,
Figlio del Dio vivente,
tu sei colui che doveva venire,
che sei venuto
e che sempre attendiamo:
il Messia di stirpe regale
rivestito di umana povertà.
Tu sei la chiave del grande mistero
che dischiude più vasti orizzonti
di speranza e di luce:
vieni ad aprire le porte del carcere
in cui noi stessi ci siamo rinchiusi;
vieni a ricolmarci della tua grazia
per farci rinascere creature nuove,
liete di camminare sulle tue vie
portando  con noi la chiave del tuo «sì»,
che sola ci può aprire le porte del Regno.
Amen.

Gesù, Astro divino
 che brilli nei cieli eterni,
a te sempre si volge il nostro sguardo.
Le false luci non ci abbaglino
e non ci portino lontano dal retto cammino
verso sentieri di oscurità e di morte!
O luce gioiosa, sorgente di vita,
raccolta nel grembo immacolato di Maria,
vieni a illuminare le nostre notti,
affinché, anche nel dolore e nell'angoscia,
sempre vivida arda la fiamma della fede!
Amen.

Signore Gesù, Re delle genti,
tu che guidi le sorti degli uomini
verso un futuro di unità e di pace,
vieni a disarmare i popoli
disarmando tutti i cuori
e ricolmandoli di bontà e di amore.
In silente preghiera
ti adoriamo, piccolo Re di gloria,
tra le braccia della Vergine Madre,
tuo primo umile trono.
Fa’ che sappiamo seguirti come lei
fino  all'estremo sacrificio,
a salvezza del mondo.
Amen.

Emmanuele, Dio-con-noi,
tu  sei la nostra speranza.
Dall'alba al tramonto,
nel cuore della notte,
come nel pieno meriggio,
sei sempre con noi:
con noi nella gioia e nel dolore,
nella fatica e nel riposo,
nella povertà e nell'abbondanza.
Sei con noi lungo il cammino,
silenzioso compagno di viaggio,
e tu stesso sei la meta beata
del nostro pellegrinare
verso la casa del Padre:
vieni e resta con noi per sempre,
Emmanuele, Gesù Salvatore!
Amen.
(Madre Anna Maria Cànopi)
Fonte: "Il respiro dell'anima" di Anna Maria Cànopi


Decollazione di San Giovanni Battista, 1634 ca.
Massimo Stanzione
Museo del Prado, Madrid (Spagna)


Buona giornata a tutti :-)

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domenica 18 febbraio 2024

Pioggia di stelle - Fratelli Grimm

 C'era una volta una bambina, che non aveva più nè babbo nè mamma, ed era tanto povera, non aveva neanche una stanza dove abitare nè un lettino dove dormire; insomma, non aveva che gli abiti indosso e in mano un pezzetto di pane, che un'anima pietosa le aveva donato. Ma era buona e brava e siccome era abbandonata da tutti, vagabondò qua e là per i campi fidando nel buon Dio. 
Un giorno incontrò un povero, che disse:
- Ah, dammi qualcosa da mangiare! Ho tanta fame!
Ella gli porse tutto il suo pezzetto di pane e disse:
- Ti faccia bene! - e continuò la sua strada.
Poi venne una bambina, che si lamentava e le disse:
- Ho tanto freddo alla testa! Regalami qualcosa per coprirla.
Ella si tolse il berretto e glielo diede.
Dopo un pò ne venne un'altra bambina, che non aveva indosso neanche un giubbetto e gelava; ella le diede il suo.
E un pò più in là un'altra le chiese una gonnellina, ella le diede la sua.
Alla fine giunse in un bosco e si era già fatto buio, arrivò un'altra bimba e le chiese una camicina; la buona fanciulla pensò: "E' notte fonda nessuno ti vede puoi ben dare la tua camicia." Se la tolse e diede anche la camicia.
E mentre se ne stava là, senza più niente indosso, d'un tratto caddero le stelle dal cielo, ed erano tanti scudi lucenti e benchè avesse dato via la sua camicina ecco che ella ne aveva una nuova, che era di finissimo lino.
Vi mise dentro gli scudi e fù ricca per tutta la vita.


- Fratelli Grimm -





Jacob Grimm (1785-1863) e Wilhelm Grimm (1786-1859) famosi come Fratelli Grimm famosi per aver raccolto e rielaborato fiabe e saghe  della tradizione popolare tedesca (Hansel e Gretel, Cenerentola, Il principe ranocchio, Cappuccetto Rosso, Biancaneve, i musicanti di Brema e tantissime altre). All'inizio del  XIX secolo la Germania era frammentata in centinaia di principati e piccole nazioni, unificate solo dalla lingua tedesca. Una delle motivazioni che spinsero i Grimm a trascrivere le fiabe, altro retaggio culturale comune dei popoli di lingua tedesca, fu il desiderio di aiutare la nascita di una identità germanica.



Si narra nella famosa favola dei fratelli Grimm che un giorno la mamma di Cappuccetto Rosso le diede un pezzo di focaccia e una bottiglia di vino da portare alla nonna che abitava nel bosco: “Va’ da brava, senza uscire di strada, sennò cadi …” è la sua raccomandazione. Cappuccetto Rosso parte ed entra nel bosco, qui incontra un lupo “ma non sapeva fosse una bestia tanto cattiva e non ne ebbe paura”. Basterebbero già questi elementi per giustificare un’interpretazione esoterica di questa favola oramai facente parte dell’immaginario collettivo.

La bambina rappresenta un’anima che deve intraprendere un percorso evolutivo. Il cappuccetto rosso (che le viene regalato dalla nonna) rappresenta il paramento iniziatico indossato dal discepolo prima di affrontare una prova. La protagonista lascia la casa su indicazione della mamma (lo spirito), per compiere un cammino nel bosco e giungere dalla nonna, ossia la mamma della mamma (lo spirito consapevole): il punto di arrivo si trova a un’ottava superiore rispetto al punto di partenza. Porta con sé il pane e il vino (la carne e il sangue), i due alimenti simbolici per eccellenza.

Nonostante la raccomandazione della mamma di non deviare per non rischiare di cadere, quando Cappuccetto Rosso incontra il lupo non se ne spaventa e comincia a rispondere alle sue domande. Il bosco buio rappresenta il cammino dell’anima nella materia, questo è infatti il luogo dove incontra il lupo famelico, che simboleggia le brame della personalità, la quale si cura unicamente di riempirsi lo stomaco (la sua sopravvivenza). Cappuccetto Rosso non ne ha paura perché non si avvede della pericolosità dell’ascoltare la personalità anziché l’anima, per cui segue il consiglio del lupo e comincia a vagare nel bosco in cerca di fiori. Molto interessante la frase con cui il lupo convince la bimbetta: “Guarda un po’ quanti bei fiori ci sono nel bosco, Cappuccetto Rosso; perché non ti guardi attorno ? Te ne stai tutta seria come se andassi a scuola, invece è tutto così allegro nel bosco !”

Il lupo la inganna distraendola dal suo cammino iniziatico. Le dice di guardarsi intorno, la affascina con le bellezze che si trovano nel bosco, a tal punto che la protagonista esce dal sentiero per raccogliere i fiori. Questo episodio rappresenta le anime che restano intrappolate nelle illusioni della materia e si dimenticano che il bosco va solo attraversato velocemente, senza perdere troppo tempo e senza prestare ascolto ai lupi.

Adesso arriviamo a un punto cruciale: mentre Cappuccetto Rosso è distratta dal bosco, il lupo corre dalla nonna e la mangia, quindi si traveste e finge di essere lei. Cosa significa ? A causa del lungo tempo trascorso nel bosco la personalità famelica ha avuto il tempo di travestirsi da spirito. Il lupo ha preso le sembianze della realizzazione della consapevolezza finale. Cappuccetto Rosso crederà di aver compiuto il suo cammino iniziatico ed essere finalmente giunta dalla nonna, quando invece si troverà di fronte a un travestimento del lupo.

Questa è la fase più importante della prova del discepolo: deve stare in guardia rispetto alle false realizzazioni. Il suo scopo è “raggiungere la nonna” o “tornare a casa del Padre”, come accade anche nel viaggio iniziatico di Pinocchio, e come nella parabola del figliol prodigo, che si colloca a fondamento di queste fiabe esoteriche. Ma a un certo punto, proprio prima della realizzazione finale, l’iniziando può cadere nell’illusione mentale (un’ossessione che lo porta a credere di aver realizzato l’Uno) o emotiva (stati di beatitudine mistica). Il lupo ha inglobato la nonna dentro di sé e adesso finge di essere lei.

Cappuccetto Rosso si lascia ingannare e viene a sua volta mangiata dal lupo. Dopodichè il lupo si mette a dormire (la personalità addormentata). A questo punto accade qualcosa di inaspettato, compare una figura nuova: il cacciatore. Apre con un paio di forbici la pancia del lupo e ne tira fuori prima la bambina e poi la nonna. Chi è costui che libera sia l’anima che lo spirito rimasti intrappolati nella macchina biologica, portando così la protagonista a realizzare la sua missione (il sacrificio della carne e del sangue serviti alla nonna/spirito, come in una messa)?

Il cacciatore è un potente shock addizionale provocato dalla ferma Volontà di risvegliarsi. Utilizza due simboli, uno maschile fallico, il fucile, e uno femminile, le forbici. Scrivono i fratelli Grimm: “Stava per puntare lo schioppo quando gli venne in mente che forse il lupo aveva ingoiato la nonna e che poteva ancora salvarla. Così non sparò, ma prese un paio di forbici e aprì la pancia del lupo addormentato.”

Il cacciatore avrebbe potuto uccidere rapidamente il lupo sparandogli con il fucile, ma in questo modo avrebbe condannato anche il contenuto del lupo; allora decide di non ucciderlo ed estrarre invece ciò che la personalità porta in sé: l’anima e lo spirito. In questo modo porta a compimento l’Opera alchemica. “Che paura ho avuto! Era così buio nella pancia del lupo!” dice la protagonista ormai liberata.

Eccovi servita Cappuccetto Rosso … una favola per bambini!

- Salvatore Brizzi -

Dipinto di Carl lersson

Buona giornata a tutti :-)


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