venerdì 4 ottobre 2024

Ai Vespri del 3 Ottobre 1226 moriva San Francesco d'Assisi

 Sera del 3 ottobre 1226: san Francesco va incontro a "sorella morte".
Ecco di seguito il racconto dell'antico cronista di come avvenne il beato transito del Serafico Padre.
Dal palazzo del Vescovo di Assisi, dove allora dimorava, chiese che lo portassero a Santa Maria della Porziuncola; voleva rendere a Dio lo Spirito della vita, là dove aveva ricevuto lo Spirito della grazia. A metà strada, all’ospedale di San Salvatore, si fece voltare sulla barella con la faccia verso Assisi e sollevandosi un poco, benedisse la sua città. Giunto alla Porziuncola si fece deporre sulla terra nuda, nascondendo con la mano sinistra la piaga sul costato e di lì spogliato dalle vesti di sacco, alzò come sempre il volto al cielo, tutto intento con lo Spirito a quella gloria, disse ai fratelli: "io ho fatto il mio dovere, Cristo vi insegni a fare il vostro". 
Voleva essere conforme in tutto a Cristo Crocifisso che, povero e sofferente, era rimasto appeso nudo sulla croce. E verace imitatore di Cristo suo Dio in tutto, amò fino alla fine tutti i fratelli e figli, che aveva amato fin dal principio. Fece radunare tutti i fratelli presenti nel luogo e li esortò con affetto di padre all’amore di Dio. Parlò a lungo della pazienza, dell’osservanza di Madonna povertà, raccomandando più di altra regola il Santo Vangelo. Tutti i fratelli gli stavano intorno; egli stese sopra di loro le mani intrecciando le braccia a forma di croce, un gesto che egli tanto amava, e li benedisse presenti e futuri, nella potenza e nel nome del Crocifisso. 
Si fece poi portare del pane, lo benedisse, lo spezzò ed a ciascuno nè diede un pezzo da mangiare. Volle anche gli portassero il libro dei Vangeli e chiese gli leggessero quel brano di Giovanni che inizia: "Prima della festa di Pasqua". Lo fece in memoria di quell’ultima e santissima cena che il Signore aveva celebrato con i suoi discepoli e per dimostrare ai fratelli la sua tenerezza d’amore. 
Passò in inni di lode i giorni successivi, invitando i compagni prediletti a lodare con lui il Cristo. Invitava pure tutte le creature alla lode di Dio e con certi versi poetici, già altra volta composti, le esortava al Divino Amore. E perfino la morte, a tutti terribile ed odiosa esortava alla lode. Le correva dietro incontro, invitandola: "Ben venga mia sorella morte!" Diceva ai fratelli:" Quando mi vedrete sul punto di spirare, deponetemi sulla terra nuda come l’altro ieri e morto che sia, lasciatemi giacere così, per il tempo che ci vuole a percorrere comodamente un miglio di strada. E come gli fù possibile proruppe in quel salmo: "con la mia voce al Signore grido aiuto, con la mia voce supplico il Signore". Lo disse fino al versetto finale: "Strappa dal carcere la mia vita, perchè io renda grazia al Tuo nome. I giusti mi fanno corona quando mi concederai la tua grazia". Giunse infine la sua ora ed essendosi compiuti in lui tutti i misteri di Cristo, se ne volò felicemente a Dio. Le allodole, che sono amiche della luce ed han paura del buio della sera, pure essendo già imminente la notte, vennero a grandi stormi sopra il tetto del luogo e roteando a lungo con insolito giubilo, resero testimonianza alla gloria del Santo che tante volte le aveva invitate a lodare Dio. Era il 3 Ottobre 1226,di Sabato. A laude di Cristo. Amen.

Bernardo da Quintavalle primo compagno


Quando, infine, si furono compiuti in lui tutti i misteri, quell'anima santissima, sciolta dal corpo, fu sommersa nell'abisso della chiarità divina e l'uomo beato s'addormentò nel Signore.
Uno dei suoi frati e discepoli vide quell'anima beata, in forma di stella fulgentissima, sollevarsi su una candida nuvoletta al di sopra di molte acque e penetrare diritta in cielo: nitidissima, per il candore della santità eccelsa e ricolma di celeste sapienza e di grazia, per le quali il Santo meritò di entrare nel luogo della luce e della pace, dove con Cristo riposa senza fine.
Era, allora, ministro dei frati della Terra di Lavoro frate Agostino, uomo davvero di grande santità. Costui, che si trovava ormai in fin di vita e aveva perso ormai da tempo la parola, improvvisamente fu sentito dagli astanti esclamare: "Aspettami, Padre, aspettami. Ecco sto già venendo con te!".

I frati gli chiesero, stupiti, con chi stesse parlando con tanta vivacità. Egli rispose: "Non vedete il nostro padre Francesco, che sta andando in cielo?"; e immediatamente la sua anima santa, migrando dal corpo, seguì il padre santissimo.
Il vescovo d'Assisi, in quella circostanza, si trovava in pellegrinaggio al santuario di San Michele sul Monte Gargano. Il beato Francesco gli apparve la notte stessa del suo transito e gli disse: "Ecco, io lascio il mondo e vado in cielo".

Al mattino, il vescovo, alzatosi, narrò ai compagni quanto aveva visto e, ritornato ad Assisi, indagò accuratamente e poté costatare con sicurezza che il beato padre era migrato da questo mondo nel momento stesso in cui egli lo aveva saputo per visione.




La devozione di San Francesco per gli angeli è descrit­ta da san Bonaventura in questi termini:
"Con insepa­rabile vincolo d 'amore era unito agli angeli, a questi spiriti che ardono d'un fuoco meraviglioso e, con esso, pene frano in Dio e infiammano le anime degli eletti. Per devozione verso di loro, a cominciare dalla festa dell 'Assunzione della Vergine santissima, digiunava per quaranta giorni, dedicandosi continuamente alla preghiera. Era particolarmente devoto a san Michele arcangelo".

San Francesco d’Assisi  (1182-1226)


«Io penso, Signore, che tu ne abbia abbastanza della gente che parla di servirti con un piglio da condottiero, di conoscerti con aria da professore, di amarti come si ama in un matrimonio invecchiato. Un giorno in cui avevi voglia d'altro, hai inventato san Francesco e ne hai fatto il tuo giullare. Lascia che anche noi inventiamo qualcosa per gente allegra che danza la propria vita con te». Sono parole di una straordinaria donna francese, Madeleine Delbrêl (1904-1964), dotata di un alto carisma mistico, ma impegnata concretamente nel quartiere parigino di Ivry, uno dei più miseri e degradati.

Non solo per lei ma per tutti, credenti e agnostici, persone colte e gente semplice, Francesco d'Assisi costituisce una sorta di icona. Il capostipite simbolico di questi ammiratori è naturalmente Dante, che del santo ha disegnato un memorabile ritratto poetico mettendolo in bocca al domenicano Tommaso d'Aquino nel canto XI del Paradiso. Ai nostri giorni il fatto che per la prima volta un Papa abbia assunto il nome di Francesco e che sia stato pellegrino nella sua città ha prodotto anche un ritorno di interesse alla figura di «colui che fece tutto da innamorato», come ha definito san Francesco lo scrittore inglese Chesterton.


Chiudete gli occhi e lasciatevi portare dalla corrente della mia Grazia; chiudete gli occhi e lasciatemi lavorare; chiudete gli occhi e non pensate al momento presente; stornate il pensiero dal futuro come da una tentazione. Riposate in Me credendo alla mia bontà e vi giuro, per il mio Amore che, dicendomi con queste disposizioni: "PENSACI TU", Io ci penso in pieno, vi consolo, vi libero, vi conduco.




Buona giornata a tutti :-)



giovedì 3 ottobre 2024

Autunno

Ci saranno dei giorni in cui non vedrai alcun motivo per andare avanti. Va bene. Ci saranno dei giorni in cui persino il pensiero di alzarti dal letto ti farà venire voglia di piangere. Va bene anche questo. 
Ci saranno dei giorni in cui non ti ricorderai nemmeno come si fa a piangere, o a sorridere, o a vivere, in cui la stanchezza ti peserà sulle palpebre e sulle ossa fino a schiacciarti. Ne avrai ogni ragione.

Ma ricordati sempre che ciò che senti non dura per sempre. Che è tutto temporaneo. Che qualcuno, prima di te, ha provato quello che provi tu adesso, ed è sopravvissuto. Le foglie cadono ogni autunno, e soltanto perché non sei un sempreverde – soltanto perché anche tu sfiorisci, mentre altri riescono a non farlo – non vuol dire che tu sia sbagliato e che sia tutto finito. Va bene cadere. Va bene. Quando arriveranno quei giorni, ricorda le cose per cui vale la pena andare avanti, qualsiasi piccola cosa – il prossimo film in uscita, un amico che ti invita a uscire, il libro che non hai ancora letto. Ricorda che tutto prima o poi finisce, che il sipario prima o poi deve sempre calare su tutto.

Lascialo calare sulle amicizie finite, sugli amori passati, sulla tristezza che ti stringe la gola, sulle cattiverie che ti hanno detto, sui tuoi sbagli, sui rimpianti, sulle parole che non avresti dovuto pronunciare, su tutte quelle piccole cose che ti pesano sulle spalle come macigni. Lascialo cadere su tutto, tranne che su di te. Mai su di te. Perché non lo meriti.

Perché meriti di più di un sipario chiuso, di un copione finito in tragedia. Perché meriti di stare bene, e ti prometto, ti prometto che succederà e sarai felice di non aver deciso di lasciarti andare. Ti prometto che un giorno ti sveglierai e andrà tutto bene.

Fino ad allora, tieni duro. Alzati dal letto quando sembra impossibile. Esci quando vorresti rinchiuderti dentro. Apprezza le cose belle quando vorresti solo piangere. È una bella vita, in fin dei conti, te lo giuro.

È una bella vita.

E tu la meriti.

*da Web*


"È un processo doloroso, l'autunno. Gli alberi si spogliano e lasciano cadere un anno di lavoro, un anno di colori, di sentimenti, di dedizione. 

Un anno di preparativi per un volo di pochi secondi. 

Eppure, se le foglie morte non cadessero dai rami, l'albero morirebbe insieme a loro. Non ci sarebbe spazio per la vita nuova, per un nuovo ciclo. Non ci sarebbe alcun ritorno alla primavera.

L’autunno esiste per insegnarci che le cose ormai appassite vanno lasciate andare, se si vuole prima o poi ricominciare a fiorire."

- Marco Cavaliere - 


Vedete, voi non siete stati educati a stare da soli.
Andate mai a fare una camminata per conto vostro?
È molto importante uscire da soli, sedersi sotto un albero – da soli, senza nessun libro, senza nessuna compagnia – e osservare una foglia che cade, ascoltare lo scorrere dell’acqua, il canto dei pescatori, osservare il volo di un uccello e i vostri stessi pensieri che si rincorrono nello spazio della mente. Se siete capaci di stare da soli e osservare queste cose, allora scoprite ricchezze che nessun governo può tassare, che nessuna entità umana può corrompere, e che non potranno mai essere distrutte.

- Jiddu Krishnamurti -




Buona giornata a tutti :-)









martedì 1 ottobre 2024

Solitudine - Rilke Rainer Maria

La solitudine è come la pioggia.
Si alza dal mare verso sera;
dalle pianure lontane, distanti,
sale verso il cielo a cui da sempre appartiene.
E proprio dal cielo ricade sulla città.

Piove quaggiù nelle ore crepuscolari,
allorché tutti i vicoli si volgono verso il mattino
e i corpi, che nulla hanno trovato,
delusi e affranti si lasciano l'un l'altro;
e persone che si odiano a vicenda
sono costrette a dormire insieme in un letto unico:

è allora che la solitudine scorre insieme ai fiumi.

(Rainer Maria Rilke)



Se cammini da solo, andrai più veloce. 
Se cammini accompagnato, andrai più lontano.


Non contento delle sofferenze reali, l'ansioso se ne impone di immaginarie.

Emil Cioran



Si ha l'esperienza del male solo vietandoci di compierlo; o, se lo si è compiuto, pentendosene.

Simone Weil



Il pericolo del passato era che gli uomini fossero schiavi. 
Il pericolo del futuro è che diventino robot.

Erich Fromm




Buona giornata a tutti :-)