Michele è il più grande degli angeli.
Martirologio Romano: Festa dei santi Michele, Gabriele e Raffaele, arcangeli. La Bibbia li ricorda con specifiche missioni: Michele avversario di Satana, Gabriele annunciatore e Raffaele soccorritore. Prima della riforma del 1969 si ricordava in questo giorno solamente san Michele arcangelo in memoria della consacrazione del celebre santuario sul monte Gargano a lui dedicato. Il titolo di arcangelo deriva dall’idea di una corte celeste in cui gli angeli sono presenti secondo gradi e dignità differenti. Gli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele occupano le sfere più elevate delle gerarchie angeliche. Queste hanno il compito di preservare la trascendenza e il mistero di Dio. Nello stesso tempo, rendono presente e percepibile la sua vicinanza salvifica.
Il suo nome significa "Chi è al pari
di Dio?"
Dobbiamo farci questa domanda. Ė un bisogno
profondo dell'uomo quello di essere come Dio. L’uomo vorrebbe non dipendere da
Dio, vorrebbe essere assoluto, vorrebbe potersi determinare autonomamente.
Ma quanto più l'uomo prova a essere come
Dio, tanto più fallisce nel suo essere uomo.
Adora se stesso al posto di Dio, trasforma
se stesso in idolo e in criterio ultimo.
Quest’atteggiamento è la causa di molte
sofferenze nel mondo.
Molti pensano che questo pericolo riguarderebbe
tutt'al più le persone più potenti, i sovrani. Ma noi tutti corriamo il
pericolo di voler essere pari a Dio. C'è chi ha la tentazione di voler essere
perfetto. Vorrebbe essere senza errori e pensa che sia questa la volontà di
Dio. In realtà è la sua ambizione a spingerlo a questo.
Un altro vuole porre i suoi criteri come
assoluti, non vuole essere messo in discussione da nessuno. Vorrebbe fare e non
fare quello che vuole, senza accettare indicazioni di sorta. […]
Un pericolo è che noi stessi vogliamo
essere come Dio.
L’altro pericolo sta nel fatto che adoriamo
idoli al posto di Dio.
Nella nostra epoca questi idoli sono
soprattutto il potere, il denaro, la sessualità. Questi tre ambiti hanno in sé
la caratteristica di porsi in modo assoluto e di determinare in modo totale il
pensiero e l'aspirazione dell'uomo.
Michele ci lancia contro la frase che non
ci lascia in pace: Chi è al pari di Dio?. Solamente se adoriamo Dio, saremo
veramente persone, diventeremo capaci di vivere umanamente tra di noi.
Non siamo mai esenti dal pericolo di
assolutizzare qualcosa che non ha valore assoluto.
Poniti sempre questa domanda: Chi è al pari
di Dio?
Scoprirai allora dove corri il pericolo di
assolutizzare ciò che è umano, di mettere te stesso sullo stesso piano dello
splendore divino, del potere divino, di voler essere pari a Dio. Ė necessario
che ti accetti nella tua limitatezza umana.
Solamente se conservi i tuoi limiti umani, riesci ad
accogliere Dio in te e a essere trasparente per la Sua realtà.
(Anselm Grün)
Fonte: “Scoprire i Santi per la nostra vita” Anselm Grün,Queriniana Editrice,
Brescia, 2004, pp. 183-186
Tertio
Kalendas Octobris. Luna duodecima.
In monte Gargano in Apulia, uenerabilis memoria beati
Michaëlis Archangeli, quando ipsius nomine ibi consecrata fuit Ecclesia, uili
quidem facta schemate, sed caelesti praestans uirtute.
Nel
Nuovo Testamento il termine "arcangelo" è attribuito a Michele. Solo
in seguito venne esteso a Gabriele e Raffaele, gli unici tre arcangeli
riconosciuti dalla Chiesa, il cui nome è documentato nella Bibbia.
San
Michele, "chi come Dio?", è capo supremo dell'esercito celeste, degli
angeli fedeli a Dio. Antico patrono della Sinagoga oggi è patrono della Chiesa
Universale, che lo ha considerato sempre di aiuto nella lotta contro le forze
del male.
Martirologio Romano: Festa dei santi Michele, Gabriele e Raffaele, arcangeli. La Bibbia li ricorda con specifiche missioni: Michele avversario di Satana, Gabriele annunciatore e Raffaele soccorritore. Prima della riforma del 1969 si ricordava in questo giorno solamente san Michele arcangelo in memoria della consacrazione del celebre santuario sul monte Gargano a lui dedicato. Il titolo di arcangelo deriva dall’idea di una corte celeste in cui gli angeli sono presenti secondo gradi e dignità differenti. Gli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele occupano le sfere più elevate delle gerarchie angeliche. Queste hanno il compito di preservare la trascendenza e il mistero di Dio. Nello stesso tempo, rendono presente e percepibile la sua vicinanza salvifica.
Questa stupenda grotta è la
grotta dove è apparso l' Arcangelo Michele a Monte Sant' Angelo, in Puglia in
provincia di Foggia.
Da sempre sul monte Gargano
si dice che la grotta dell’arcangelo è per gli esseri umani di giorno e per gli
angeli di notte. Nessuno infatti osa entrarvi dopo il calare delle tenebre.
L’ampia e suggestiva grotta dell’arcangelo
è un luogo di estremo fascino, che suscita in chi vi entra una grandissima
emozione. L’attuale basilica gotica sovrastante la grotta fu edificata da Carlo
d’Angiò. La statua marmorea dell’arcangelo, opera dello scultore Andrea
Cantucci detto il Sansovino (1507), rappresenta Michele, principe delle milizie
celesti e vincitore del demonio, rappresentato come mostro orribile che giace
ai suoi piedi.
Il santuario di san Michele è
stato fin dalle origini meta di innumerevoli pellegrinaggi, divenendo il più
famoso luogo di culto dell’Occidente. Le iscrizioni in tutte le lingue e di
tutte le epoche rinvenute dagli archeologi attestano la presenza di pellegrini
di moltissime nazionalità: goti, franchi, alemanni, angli, sassoni. Un culto
che si rinnova da oltre 1500 anni: nel periodo delle crociate il santuario di
san Michele divenne tappa d’obbligo prima di partire per la Terra Santa.
Sovrani, santi, pontefici percorsero a piedi scalzi i duri tornanti del monte
per pregare nella dimora dell’arcangelo.
apparizione di San Michele
Arcangelo
"Io sono l'Arcangelo
Michele e sto sempre alla presenza di Dio. La caverna è a me sacra, è una mia
scelta, io stesso ne sono vigile custode. Là dove si spalanca la roccia,
possono essere perdonati i peccati degli uomini Quel che sarà chiesto nella
preghiera, sarà esaudito. Quindi dedica la Grotta al culto cristiano".
(San Michele Arcangelo apparso in sogno al vescovo di Siponto, Lorenzo
Maiorano)