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mercoledì 26 novembre 2025

Chi è il più forte?

 Un giorno, la pietra disse: «Sono la più forte!». Udendo ciò, il ferro disse: «Sono più forte di te! Lo vuoi vedere?». Subito, i due lottarono fino a quando la pietra fu ridotta in polvere.
Il ferro disse a sua volta: «lo sono il più forte! Udendolo, il fuoco disse: «lo sono più forte te! Lo vuoi vedere?». Allora i due lottarono finché il ferro fu fuso.
Il fuoco disse a sua volta: «lo sì che sono forte!». Udendo ciò, l'acqua disse: «lo sono più forte di te! Se vuoi te lo dimostro». Allora, lottarono fin quando il fuoco fu spento.
L'acqua disse a sua volta: «Sono io la più forte!». Udendola il sole disse: «lo sono più forte ancora! Guarda!».   I due lottarono finché il sole fece evaporare l'acqua.
Il sole disse a sua volta: «Sono io il più forte!». Udendolo, la nube disse: «lo sono più forte ancora! Guarda!».    I due lottarono finché la nube nascose il sole.
La nube disse a sua volta: «Sono io la più forte!». Ma il vento disse: «lo sono più forte di te! Te lo dimostro». Allora i due lottarono fin quando il vento soffiò via la nube ed essa sparì.
Il vento disse a sua volta: «lo sì, che sono forte!». I monti dissero: «Noi siamo più forti di te! Guarda!». Subito i due lottarono fino a che il vento restò preso tra le catene dei monti.
I monti, a loro volta, dissero: «Siamo i più forti!». Ma sentendoli, l'uomo disse: «lo sono più forte di voi! E, se lo volete vedere ... ». L'uomo, dotato di grande intelligenza, perforò i monti, impedendo che bloccassero il vento. Dominando il potere dei monti, l'uomo proclamò: «lo sono la creatura più forte che esista!».
Ma poi venne la morte, e l'uomo che si credeva intelligente e tanto forte, con un ultimo respiro, morì.
La morte a sua volta disse: "Sono io la più forte! Perché prima o poi tutto muore e finisce nel nulla”.
La morte già festeggiava quando, inatteso, venne un uomo e, dopo soli tre giorni dalla morte, risuscitò, vincendo la morte.

Questo Gesù è la pietra che, scartata da voi, costruttori è diventata testata d'angolo… 


La madre dei peccati era l'orgoglio. L'orgoglio era la faccia femminile di Satana nella razza umana, il silenzioso uovo del peccato, sempre fertile.

- Stephen King - 


Dei Sette peggiore Rabbia, Avarizia, Invidia, Lussuria, Accidia,  Dei Sette Vizi Capitali l’Orgoglio è il peggiore. Rabbia, Avarizia, Invidia, Lussuria, Accidia, Gola Gola riguardano il rapporto degli uomini tra di loro e con il resto del mondo.

 L'Orgoglio, invece, è assoluto. È la rappresentazione della relazione soggettiva che una persona intrattiene con sè stessa. Quindi, tra tutti, è il più mortale.
 L'Orgoglio non ha bisogno di un oggetto di cui essere orgogliosi. È narcisismo portato all'estremo. 

- Philip K. Dick - 


Voglio divenire amore...
Ti affido il mio passato,
il mio presente e il mio avvenire,
i miei peccati e i miei desideri,
il mio destino
e quello di coloro che amo.
È in Te che vivo, spero,
prego senza stancarmi,
in unione con la Trinità.
Come Te voglio divenire amore,
portare la tua presenza in ogni luogo
per costruire un mondo sempre più bello
in cui gli uomini si amino,
vivano felici e nella pace,
un mondo come Gesù lo vuole.


- Card. Francois Xavier Van Thuan - 




La via del bene ha un nome: si chiama Amore; in esso si può trovare la chiave di ogni speranza perché l'amore vero ha la radice in Dio stesso.

- San Giovanni Paolo II, papa - 




Segreto della santità e della felicità:
"Lasciatevi condurre dallo Spirito" Gal 5,16

“Vi voglio rivelare un segreto di santità e di felicità: se tutti i giorni, per cinque minuti, saprete far tacere la vostra immaginazione, chiudere i vostri occhi alle cose terrene e le vostre orecchie a tutti i rumori del mondo per entrare in voi stessi, e là, nel santuario della vostra anima battezzata, che è tempio dello Spirito Santo, parlare a questo divino Spirito, dicendogli:

O Spirito Santo, anima della mia anima, io ti adoro. Illuminami, guidami, fortificami, consolami, dimmi ciò che devo fare, dammi i tuoi ordini; io ti prometto che mi sottometterò a tutto ciò che desideri per me e accetterò tutto ciò che vorrai inviarmi, fammi solo conoscere la tua volontà.

Se voi farete così, la vostra vita scorrerà via felice, serena e consolata, anche tra un milione di pene, perché la grazia sarà proporzionale alla prova, donandovi la forza di portarla, così arriverete alle porte del Paradiso carichi di meriti. Questa sottomissione allo Spirito Santo è il segreto della santità".

- Cardinal Mercier - 


Preghiera alla Madonna del Conforto

Dolce Madre di Cristo e della Chiesa,
fonte di ogni nostro conforto,
Tu che donasti al mondo il Salvatore
nella povertà di Betlemme;
gli fosti accanto nella trepidazione della fuga in Egitto,
nel nascondimento di Nazareth,
nel faticoso cammino verso Gerusalemme;
sempre vicina al tuo Unigenito
fino alla Sua gloriosa Passione,
e alla Chiesa nascente in attesa dello Spirito,
ottieni a tutti noi la fedeltà alla Parola di Dio.
Madre dell’Amore,
facci praticare la carità operosa,
che ancora meraviglia il mondo
e ci manifesta come Chiesa del Signore.
Sii di sollievo ai malati,
di aiuto ai più poveri movendo tutti a praticare la giustizia,
di sostegno a chi si impegna per il bene comune.
Madre santa, onnipotente per Grazia,
fai che il popolo di Dio
sia sempre più radicato nella fede
che i Santi irradiarono tra le genti.
Madre del Redentore,
ottienici che la vita cristiana delle famiglie
sia efficace nell’educazione dei figli
e risani la società con testimonianze credibili.
Santa Maria, fai che sacerdoti e laici risplendano di santità,
con rinnovato fervore diano al mondo ragione della speranza che è in loro.
Infondi la Sapienza nel cuore dei giovani.
Rendi tutti noi sempre più vicini al tuo divin Figlio,
perché, come a Cana di Galilea,
tutti i cristiani siano pronti a fare quanto egli ci chiede:
spendere la vita per il Vangelo e il Regno di Dio.
Amen.

Preghiera recitata da Papa Benedetto XVI
di fronte alla prodigiosa immagine di Maria
venerata nella Cattedrale d’Arezzo



Buona giornata a tutti. :-)



sabato 25 ottobre 2025

L'albero dai frutti d'oro

Un imbroglione matricolato, che non distingueva il mio dal tuo, e si impossessava, allegramente, dell'uno e dell'altro, fu, infine, catturato, e condannato a morte!
In cambio della vita, offrì ai Giudici un segreto sbalorditivo: il metodo per piantare alberi, che producevano frutti d'oro!
La notizia giunse all'orecchio del Sovrano, il quale pensò, che valesse la pena, di fare un tentativo.
L'uomo spiegò, tranquillamente, che era pronto a dimostrare la sua straordinaria capacità, e chiese soltanto un pizzico di polvere d'oro, e una pala! Il Sovrano accettò e disse:
«Ma, se non è vero, finirai nelle mani del boia!»
Il mattino seguente, il Re, e tutta la sua corte, si ritrovarono nel giardino reale. L'uomo si inchinò profondamente, davanti a tutti i dignitari, vestiti in gran pompa, e disse:
« Potentissimo Sire: vedrai, che è molto semplice! Io scaverò una piccola buca, nella terra , vi metterò un pizzico d'oro e, per tre giorni, verserò un secchio d'acqua , il terzo giorno, l'albero spunterà, e porterà tre frutti d'oro, che, a loro volta, potranno essere seminati e diventare altri alberi, carichi di frutti d'oro massiccio!».
Si spanzietì il Re che urlò :
« Allora! Smettila di "cianciare", e semina l'oro, se, fra tre giorni, non vedo i frutti d'oro, finirai sul patibolo! »
Piagnucolò il furbacchione dicendo :
«O sommo Signore! Non posso, farlo io! Il segreto funziona solo, a una condizione: la mano, che semina l'oro, deve essere totalmente innocente, e non aver mai commesso nulla di ingiusto, in caso contrario, il prodigio non avviene! Per questo, come puoi ben capire, non posso utilizzare il segreto, per me. Ma, tu sei nobile, e clemente, Signore: e, quindi, puoi! »
Il Re afferrò la vanga, ma gli venne in mente quello che aveva commesso, durante l'ultima guerra e disse :
«Le mie mani grondano di inutili crudeltà, verso i nemici! Renderei vana, la magia, è meglio, che ci provi qualcun altro!».
Il Sovrano fece un cenno, al Ministro del Tesoro. Ma, invece di avvicinarsi, il Ministro si ritrasse dicendo :
«O magnifico Sovrano, ti ho sempre servito fedelmente, ma, una volta, mi è occorso un incidente increscioso, nella camera del Tesoro: un pezzo d'oro è rimasto attaccato, alla suola delle mie scarpe, e così...».
Brontolò il Re dicendo :
«Va bene!  Il mio incorruttibile Giudice supremo, impugnerà la pala!».
Il Giudice rifiutò, con un inchino:
«Volentieri, lo farei, ma, in questo momento, inizia un importante processo, che non posso, assolutamente, perdere... Scusatemi!».
Il Re si voltò, e vide che, piano piano, Ministri, gentiluomini, consiglieri, e cortigiani, se l'erano squagliata, alla "chetichella", e si mise a ridere:
« Me l'hai fatta, furbone matricolato! Così, so, che nessuno è innocente... Neppure io! Ho capito, la lezione: prendi i tuoi soldi, vattene, e non farti mai più vedere!».

Gesù disse : Chi, di voi, è senza peccato, scagli la prima pietra… Ma quelli, udito ciò, se ne andarono, uno per uno, cominciando dai più anziani, fino agli ultimi! "Per questo, oggi, nel mondo, non esistono alberi, che danno frutti d'oro...".



«Il nipote di Rabbi Baruch, il ragazzo Jehiel, giocava un giorno a nascondino con un altro ragazzo. 
Egli si nascose ben bene, ma il compagno non si vedeva. 
Uscì allora dal nascondiglio, si accorse che quello non l’aveva mai cercato e pianse. 
Corse nella stanza del nonno e si lamentò del cattivo compagno di gioco. Rabbi Baruch, con gli occhi pieni di lacrime, gli disse: “Così dice anche Dio: io mi nascondo, ma nessuno mi vuole cercare”.




Ricomincio da me

“In questo momento di crisi invece di aspettare che la Chiesa cambi, che il mondo cambi, che tutto cambi, bisogna iniziare da noi, ripartire da cose minime, dalla libertà interiore, dal perdono, perché solo il perdono riapre il futuro ed è la forza della nostra debolezza.”

- don Luigi Verdi - 



La felicità 

Molti purtroppo credono che la felicità consista nell’avere, nel ricevere e sono sempre amareggiati. Sono sempre amareggiati perché considerano ogni persona come un attentato alla propria sicurezza, al proprio benessere. 
Non hanno capito che più si dà e più si è felici. 
Se la mia felicità dipende da quello che voi fate per me, io sarò sempre infelice perché voi non potete entrare nella mia testa e sapere che io oggi mi attendo una telefonata, una visita, un regalo, allora io sarò sempre amareggiato. 
No, la mia felicità non consiste in quello che gli altri possono fare per me, ma in quello che io posso fare per gli altri.

- Padre Alberto Maggi - 





Buona giornata a tutti. :-)


mercoledì 15 ottobre 2025

Preghiera allo Spirito Santo - Santa Teresa d'Avila

 O Spirito Santo, sei tu che unisci la mia anima a Dio: muovila con ardenti desideri e accendila con il fuoco del tuo amore. 
Quanto sei buono con me, o Spirito Santo di Dio: sii per sempre lodato e Benedetto per il grande amore che affondi su di me!

Dio mio e mio Creatore è mai possibile che vi sia qualcuno che non ti ami? Per tanto tempo non ti ho amato! Perdonami, Signore.

O Spirito Santo, concedi all'anima mia di essere tutta di Dio e di servirlo senza alcun interesse personale, ma solo perchè è Padre mio e mi ama.

Mio Dio e mio tutto, c'è forse qualche altra cosa che io possa desiderare? Tu solo mi basti.

Amen.

- Santa Teresa d’Avila - 


Se questo Signore è così potente, come so e vedo; se i demoni non gli sono che schiavi, come la fede non mi permette di dubitare, che male mi possono fare se io sono la serva di questo Re e Signore? Piuttosto, perché non sentirmi così forte da affrontare l'inferno intero? 
Prendevo in mano una croce e mi sembrava che Dio me ne desse il coraggio. In breve spazio di tempo mi vidi così trasformata che non avrei temuto di scendere in lotta con tutti e gridavo loro: "Venite avanti ora, ché, essendo io la serva del Signore, voglio vedere che cosa mi potete fare!".
E parve che mi temessero veramente perché me ne rimasi tranquilla.
D'allora in poi quelle angustie non mi turbarono più, né ebbi paura dei demoni, tanto che quando essi mi apparivano, come avanti dirò, non solo non ne avevo paura, ma mi sembrava che l'avessero loro di me.
Il sovrano Padrone di ogni cosa mi dette su di essi un tale impero che oggi non li temo più delle mosche.
Sono così codardi, che nel vedersi disprezzati, si perdono di coraggio.
Non assalgono di fronte se non coloro che vedono arrendersi facilmente, oppure quando il Signore lo permette affinché le loro lotte e persecuzioni ridondino in maggiore vantaggio dei suoi servi.
Piaccia a Sua Maestà che temiamo solo quello che è da temere, persuadendoci che ci può venire maggior danno da un solo peccato veniale che non da tutto l'inferno; il che è verissimo" 

- Santa Teresa d'Avila - 

da: Vita, 25, 19-22



Oh, anima mia! Lascia che si compia la volontà del tuo Dio; questo è quanto ti conviene. Servilo, e spera nella sua misericordia che porterà rimedio alla tua pena; quando avrai fatto penitenza per le tue colpe e ne avrai meritato un po’ il perdono di esse, non voler godere senza patire. Oh, mio vero Signore e mio Re! Nemmeno di questo sono capace se la vostra mano sovrana e la vostra grandezza non mi sostengono, ma con il vostro aiuto tutto mi sarà possibile.

- Santa Teresa d'Avila - 



Come da una fonte limpidissima non sgorgano che limpidi ruscelli, così di un'anima in grazia: le sue opere riescono assai grate agli occhi di Dio e degli uomini, perché procedenti da quella fonte di vita nella quale essa è piantata come un albero, e fuor dalla quale non avrebbe né freschezza né fecondità.

- Santa Teresa d'Avila - 



Buona giornata a tutti. :-)


sabato 4 ottobre 2025

Francesco, mediante le sacre Stimmate, prese l’immagine del Crocifisso - san Bonaventura

 Francesco, servo fedele e ministro di Cristo, due anni prima di rendere a Dio il suo spirito, si ritirò in un luogo alto e solitario, chiamato monte della Verna, per farvi una quaresima in onore di san Michele Arcangelo. Fin dal principio, sentì con molta più abbondanza del solito la dolcezza della contemplazione delle cose divine e, infiammato maggiormente di desideri celesti, si sentì favorito sempre più di ispirazioni dall’alto.
Un mattino, verso la festa dell’Esaltazione della santa Croce; raccolto in preghiera sulla sommità del monte, mentre era trasportato in Dio da ardori serafici, vide la figura di un Serafino discendente dal cielo. Aveva sei ali risplendenti e fiammanti. Con volo velocissimo giunse e si fermò, sollevato da terra, vicino all’uomo di Dio. Apparve allora non solo alato ma anche crocifisso.
A questa vista Francesco fu ripieno di stupore e nel suo animo c’erano, al tempo stesso, dolore e gaudio. Provava una letizia sovrabbondante vedendo Cristo in aspetto benigno, apparirgli in modo tanto ammirabile quanto affettuoso ma al mirarlo così confitto alla croce, la sua anima era ferita da una spada di compaziente dolore.
Dopo un arcano e intimo colloquio, quando la visione disparve, lasciò nella sua anima un ardore serafico e, nello stesso tempo, lasciò nella sua carne i segni esterni della passione, come se fossero stati impressi dei sigilli sul corpo, reso tenero dalla forza fondente del fuoco.
Subito incominciarono ad apparire nelle sue mani e nei suoi piedi i segni dei chiodi; nell’incàvo delle mani e nella parte superiore dei piedi apparivano le capocchie, e dall’altra parte le punte. Il lato destro del corpo, come se fosse stato trafitto da un colpo di lancia, era solcato da una cicatrice rossa, che spesso emetteva sangue.
Dopo che l’uomo nuovo Francesco apparve insignito, mediante insolito e stupendo miracolo, delle sacre stimmate, discese dal monte. 
Privilegio mai concesso nei secoli passati, egli portava con sé l’immagine del Crocifisso, non scolpita da artista umano in tavole di pietra o di legno, ma tracciata nella sua carne dal dito del Dio vivente.

Dalla «Legenda minor» di san Bonaventura 
(Quaracchi, 1941, 202-204)



 Domine Iesu Christe, qui, frigescénte mundo, ad inflammándum corda Nostra tui amoris igne, in carne beatíssimi Francisci passionis tuae sacra Stigmata renovásti: concedere Propitius; ut eius et Meritis précibus crucem iugiter ferámus, et fructus dignos poeniténtiæ faciámus.




Quintodecimo Kalendas Octobris. Luna tricesima. In monte Aluerniae, in Etruria, commemoratio Impressionis sacrorum Stigmatum, quibus sanctus Franciscus Assisiensis, Ordinis Minorum institutor, in suis manibus, pedibus et latere, mirabili Dei gratia, impressus fuit.


"Temete e onorate, lodate e benedite, 
ringraziate il Signore, 
Dio onnipotente nella Trinità e nell'Unità, 
Padre e Figlio e Spirito Santo,
creatore di tutte le cose."



Correva l’anno 1224. S. Francesco d’Assisi, due anni prima di morire, voleva trascorrere nel silenzio e nella solitudine quaranta giorni di digiuno in onore dell'arcangelo S. Michele. Era, del resto, abitudine del Santo d’Assisi ritirarsi, come Gesù, in luoghi solitari e romitori per attendere alla meditazione ed all’unione intima con il Signore nella preghiera. Sapeva, infatti, che ogni apostolato era sterile se non sostenuto da una crescita spirituale della propria vita interiore. Molti luoghi dell’Umbria, della Toscana e del Lazio vantano di aver ospitato il Poverello d’Assisi in questi suoi frequenti ritiri. 
La Verna era uno di questi e certamente era quello che il Santo prediligeva. Già all’epoca di Francesco era un monte selvaggio – un “crudo sasso” come direbbe Dante Alighieri – che s’innalza verso il cielo nella valle del Casentino. La sommità del monte è tagliata per buona parte da una roccia a strapiombo, tanto da farla assomigliare ad una fortezza inaccessibile. La leggenda vuole che la fenditura profonda visibile, con enormi blocchi sospesi, si sia generata a seguito del terremoto che succedette alla morte di Gesù sul Golgota. 



Ave, Signora, santa regina, santa Madre di Dio,
Maria,
che sei vergine fatta Chiesa
ed eletta dal santissimo Padre celeste,
che ti ha consacrata
insieme col santissimo suo Figlio diletto
e con lo Spirito Santo Paraclito;
tu in cui fu ed è ogni pienezza di grazia e ogni bene.

Ave, suo palazzo.
ave, suo tabernacolo,
ave, sua casa.
Ave, suo vestimento,
ave, sua ancella,
ave, sua Madre.

E saluto voi tutte, sante virtù,
che per grazia e illuminazione dello Spirito Santo
venite infuse nei cuori dei fedeli,
perché da infedeli
fedeli a Dio li rendiate.

- San Francesco d’Assisi - 



Buona giornata a tutti :-)


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lunedì 8 settembre 2025

Natività della Vergine Maria, 8 settembre Giorno di Gioia

 Giorno di gioia.
Esultante di gioia, oggi la Chiesa ci fa dire con ragione: "La tua nascita, o Vergine Madre di Dio, fu per il mondo intero messaggio di consolazione e di gioia, perché da te è sorto il sole di giustizia, Cristo nostro Dio, che ci ha liberati dalla maledizione per darci la benedizione e, vincitore della morte, ci ha assicurato la vita eterna" (Antifona dei secondi Vespri).
La nascita di un bambino porta gioia nella casa ai genitori, che pure ne ignorano l'avvenire e, se la Chiesa il 24 giugno ci dice che quel giorno è un giorno di gioia, perché la nascita del Battista ci fa sperare la nascita di Colui del quale egli viene a preparare la strada, la nascita di Colei che sarà la Madre del Redentore non porterà gioia a tutti coloro che attendono la salvezza e la vita?
Sappiamo dal Vangelo che la nascita del Battista fu motivo di gioia per i suoi genitori, per il villaggio di Ain Karim e per le borgate vicine. Nulla invece sappiamo della nascita di Maria; ma, se tale nascita passò inosservata per molti, se Gerusalemme restò davanti ad essa esteriormente indifferente, sappiamo tuttavia che il giorno di tale nascita resterà un giorno di incomparabile gioia non solo per una città o per un popolo, ma per tutto il mondo e per tutti i secoli.

da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 1056-1063




Il luogo di nascita di Maria.
Dove nacque la Santissima Vergine? Un'antica e costante tradizione indica come luogo di nascita Gerusalemme, là ove è la chiesa di S. Anna, presso la piscina Probatica. Là "nell'ovile paterno, dice san Giovanni Damasceno, è nata colei, da cui ha voluto nascere l'Agnello di Dio". Là più tardi furono sepolti i santi Gioacchino e Anna e le loro tombe furono scoperte dai Padri Bianchi il 18 marzo 1889, presso la grotta della Natività. Là fu costruita nel secolo IX una chiesa e le monache benedettine vi si stabilirono dopo l'arrivo in Palestina dei Crociati e vi restarono fino al secolo XV. Poi una scuola mussulmana sostituì il monastero e, solo in seguito alla guerra di Crimea, il sultano Abd-ul-Medjid donò la chiesa e la piscina probatica alla Francia, che era entrata vittoriosa a Sebastopoli il giorno 8 settembre 1855.

da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 1056-1063



Origine della festa.
La festa della Natività sorse in Oriente. La Vita di Papa Sergio (687-701) la elenca fra le quattro feste della Santa Vergine esistenti a quel tempo e sappiamo inoltre che l'imperatore Maurizio (582-602) ne aveva prescritta la celebrazione con le altre tre dell'Annunziazione, della Purificazione e dell'Assunta. San Bonifacio introdusse la festa in Germania. Una graziosa leggenda attribuisce al vescovo di Angers, Maurilio, l'istituzione della festa e forse veramente egli introdusse nella sua diocesi una festa, per realizzare il desiderio della Vergine, che gli era apparsa nelle praterie del Marillais verso l'anno 430, e di qui il nome di Nostra Signora Angevina o festa dell'Angevina, che ancora le dà, nella regione occidentale, il popolo cristiano.
Chartres da parte sua rivendica al vescovo Fulberto (1028) una parte preponderante nella diffusione della festa in tutta la Francia. Il re Roberto il Pio (o il suo seguito) diede le note ai tre bei Responsori Solem iustitiae, Stirps Iesse, Ad nutum Domini, nei quali Fulberto celebra il sorgere della stella misteriosa, che doveva generare il sole, il virgulto sorto dal ceppo di Jesse che doveva portare il fiore divino sul quale riposerà lo Spirito Santo, la onnipotenza che dalla Giudea produce Maria, come una rosa dalle spine.
Nel 1245, durante la terza sessione del primo Concilio di Lione, Innocenzo IV stabilì per tutta la Chiesa l'Ottava della Natività della Beata Vergine Maria (oggi soppressa) compiendo il voto emesso da lui e dai Cardinali durante la vacanza di diciannove mesi, causata dagli intrighi dell'imperatore Federico II alla morte di Celestino IV e terminata con l'elezione di Sinibaldo Fieschi col nome di Innocenzo.
Nel 1377, il grande Gregorio XI, il Papa, che aveva spezzate le catene di Avignone, completò gli onori resi alla Vergine nascente con l'aggiunta della vigilia alla solennità, ma o perché non espresse al riguardo che un desiderio o per altre cause, le intenzioni del Pontefice non ebbero seguito che per qualche tempo negli anni torbidi, che seguirono la sua morte.



Preghiera a Maria Bambina

Finalmente, o Maria, il mondo ti possiede! La tua nascita gli rivela il segreto del suo destino, il segreto d'amore che lo chiamò dal nulla, perché diventasse l'abitazione di Dio al di sotto dei cieli.
Ma qual è dunque il mistero di questa debole umanità, che, inferiore agli Angeli per natura, è tuttavia chiamata a dare loro un Re e una Regina? 
Il Re l'adorano neonato fra le vostre braccia, la Regina la riveriscono oggi nella culla insieme con gli angeli. 
Astri del mattino, questi nobili spiriti davano inizio alle manifestazioni dell'Onnipotenza e lodavano l'Altissimo (Gb 38,7), ma il loro sguardo non scoprì mai meraviglia pari a quella che li fa ora esultare: Dio, riflesso in modo più puro sotto i veli del corpo fragile di una bambina di un giorno che nella forza e nello splendore dei nove cori; Dio, conquistato egli stesso da tanta debolezza, unita per grazia sua a tanto amore che egli ne fa il suo capolavoro, manifestando in essa suo Figlio.
Regina degli Angeli, tu sei anche nostra Regina, ricevici per manifestare fede e omaggio. 
In questo giorno in cui il primo slancio della tua anima santissima fu per il Signore, il primo sorriso degli occhi per i genitori che ti misero al mondo; si degni la beata Anna ammetterci a baciare in ginocchio le tue mani benedette, già pronte alle divine larghezze delle quali sono predestinate dispensatrici. 
E intanto cresci, dolcissima bambina, si irrobustiscano i tuoi piedi, per schiacciare il capo al serpente, prendano forza le tue braccia, per portare il tesoro del mondo; l'angelo e l'uomo, tutta la natura; Dio Padre, Figlio, Spirito Santo, sono in attesa del momento solenne in cui Gabriele potrà spiccare il volo dal cielo per salutarti piena di grazia e portarti il messaggio d'amore.



Buona giornata a tutti e Buon Compleanno a Gabriele :-)


venerdì 27 giugno 2025

Preghiere al Sacro Cuore di Gesù, 27 giugno 2025

 O Cuore amatissimo di Gesù, 
perché ti sei fatto squarciare dalla lancia,
se non per mostrarmi l'eccesso dell'amor tuo 
e per essere l'abitazione dell'anima mia? 
E quando entrerò io in Te e solennemente protesterò:
“Questo è il mio eterno riposo; 
qui abiterò perché mi sono scelto io
stesso questa dimora?”.

Gesù mio, introduci quanto prima quest'anima mia 
attraverso la ferita
dell'aperto costato nel segreto del tuo amabilissimo
e amantissimo Cuore, affinché essa si purifichi, 
si abbellisca e tutta si
infiammi nella tua carità; 
in modo che, dimentica delle terrene
sollecitudini, pensi solo ad amar Te, 
mio Dio crocifisso.

- San  Bonaventura - 




Litanie al Sacro Cuore di Gesù

Signore, pietà
Cristo, pietà
Signore, pietà
Cristo, ascoltaci
Cristo, esaudiscici
Padre celeste, Dio abbi pietà di noi
Figlio redentore del mondo, Dio
Spirito Santo, Dio
Santa Trinità, un solo Dio
Cuore di Gesù, Figlio dell'Eterno Padre abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, formato dallo Spirito Santo nel seno della Vergine
Maria Padre abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, sostanzialmente unito al Verbo di Dio Padre abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, maestà infinita Padre abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, tempio santo di Dio Padre abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, tabernacolo dell'Altissimo Padre abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, casa di Dio e porta del cielo Padre abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, fornace ardente di amore Padre abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, fonte di giustizia e di carità Padre abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, colmo di bontà e di amore Padre abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, abisso di ogni virtù Padre abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, degnissimo di ogni lode Padre abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, re e centro di tutti i cuori Padre abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, in cui si trovano tutti i tesori di sapienza e di scienza Padre abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, in cui abita tutta la pienezza della divinità Padre abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, in cui il Padre si compiacque Padre abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, dalla cui pienezza noi tutti abbiamo ricevuto Padre abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, desiderio della patria eterna Padre abbi pietà di noi
Cuore di Gesù,paziente e misericordioso Padre abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, generoso verso tutti quelli che ti invocano Padre abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, fonte di vita e di santità Padre abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, ricolmato di oltraggi Padre abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, propiziazione per i nostri peccati Padre abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, annientato dalle nostre colpe Padre abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, obbediente fino alla morte Padre abbi pietà di noi



Signore libera dal male

Signore Gesù Cristo,
redentore degli esseri umani,
ci volgiamo al tuo Sacro Cuore
con umiltà e onestà,
con venerazione e speranza,
con un profondo desiderio
di darti gloria, onore e lode.
Signore Gesù Cristo, Salvatore del mondo,
ti ringraziamo per tutto ciò che tu sei
e per tutto ciò che fai per il piccolo gregge,
Signore Gesù Cristo, figlio del Dio vivente,
ti lodiamo per l'amore che ci hai rivelato
con il tuo Sacro Cuore,
trafitto per noi è diventato la fonte
della nostra gioia,
la sorgente della nostra vita eterna.
Raccolti insieme nel Tuo Nome,
che è più in alto di tutti gli altri nomi,
ci consacriamo al Tuo Sacro Cuore,
nel quale dimora la pienezza della verità
e della carità.
Signore Gesù Cristo,
Re dell'amore e principe della Pace,
regna nei nostri cuori e nelle nostre case.
Allontana tutti i poteri del male
e portaci a dividere la vittoria
del Tuo Sacro Cuore.

Tutti noi diciamo e diamo gloria e lode a Te,
al Padre ed allo Spirito Santo, unico Dio vivente
che regnerà per sempre.
Amen.

 – San Giovanni Paolo II, papa - 


Buona giornata a tutti. :-)