Visualizzazione post con etichetta pace. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta pace. Mostra tutti i post

mercoledì 7 ottobre 2015

Ode alla pace - Pablo Neruda -

Sia pace per le aurore che verranno,
pace per il ponte, pace per il vino,
pace per le parole che mi frugano
più dentro e che dal mio sangue risalgono
legando terra e amori con l’antico canto;
e sia pace per le città all’alba
quando si sveglia il pane,
pace al libro come sigillo d’aria,
e pace per le ceneri di questi
morti e di questi altri ancora;
e sia pace sopra l’oscuro ferro di Brooklyn, al portalettere
che entra di casa in casa come il giorno,
pace per il regista che grida al megafono rivolto ai convolvoli,
pace per la mia mano destra 

che brama soltanto scrivere il nome
Rosario, pace per il boliviano segreto come pietra
nel fondo di uno stagno, pace perché tu possa sposarti;
e sia pace per tutte le segherie del Bio-Bio,
per il cuore lacerato della Spagna,
sia pace per il piccolo Museo
di Wyoming, dove la più dolce cosa
è un cuscino con un cuore ricamato,
pace per il fornaio ed i suoi amori,
pace per la farina, pace per tutto il grano
che deve nascere, pace per ogni
amore che cerca schermi di foglie,
pace per tutti i vivi,
per tutte le terre e le acque.
Ed ora qui vi saluto,
torno alla mia casa, ai miei sogni,
ritorno alla Patagonia, dove
il vento fa vibrare le stalle
e spruzza ghiaccio
l’oceano. Non sono che un poeta
e vi amo tutti, e vago per il mondo
che amo: nella mia patria i minatori
conoscono le carceri e i soldati
danno ordini ai giudici.
Ma io amo anche le radici
del mio piccolo gelido paese.
Se dovessi morire mille volte,
io là vorrei morire:
se dovessi mille volte nascere,
là vorrei nascere,
vicino all’araucaria selvaggia,
al forte vento che soffia dal Sud.
Nessuno pensi a me.
Pensiamo a tutta la terra, battendo
dolcemente le nocche sulla tavola.
Io non voglio che il sangue
torni ad inzuppare il pane, i legumi, la musica:
ed io voglio che vengano con me
la ragazza, il minatore, l’avvocato, il marinaio,
il fabbricante di bambole
e che escano a bere con me il vino più rosso.
Io qui non vengo a risolvere nulla.

Sono venuto solo per cantare
e per farti cantare con me.

- Pablo Neruda -



- Fammi contare le tue cicatrici. –
- Perchè? –
- Perchè così posso vedere quante volte hai avuto bisogno di me e io non c’ero. 



L’attrasse a sé e le cercò le labbra.

Fu un bacio casto, tiepido, lieve tuttavia ebbe l’effetto di una scossa tellurica nei loro sensi. Entrambi percepirono la pelle dell’altro prima mai così precisa e vicina, la pressione delle loro mani, l’intimità di un contatto anelato fin dagli inizi del tempo. 
Li invase un calore palpitante nelle ossa nelle vene nell’anima, qualcosa che non conoscevano o che avevano del tutto scordato, perché la memoria della carne è fragile. Tutto scomparve intorno ed ebbero coscienza solo delle labbra unite che prendevano e ricevevano. 

L’ardore di quel bacio non li abbandonò per molti giorni e riempì di fantasmi delicati le loro notti, lasciando il ricordo sulla pelle, come una bruciatura. 

La gioia di quell’incontro li rapiva, facendoli levitare per strada, li spingeva a ridere senza motivo apparente, li risvegliava concitati nel mezzo di un sonno. Si toccavano le labbra con la punta delle dita ed evocavano esattamente la forma della bocca dell’altro.


- Isabel Allende – 
da: "D’amore e ombra"





Di notte sogno che tu ed io siamo due piante che son cresciute insieme con radici intrecciate… 
e che tu conosci la terra e la pioggia come la mia bocca, perché di terra e di pioggia siamo fatti.

- Pablo Neruda - 





venerdì 18 settembre 2015

Il mistero del male. La bellezza che salva - Padre Abbé Pierre -

La situazione del mondo è tale, che ci è impossibile non interrogare Dio. 
Dio che è eterno Amore, Amore infinito. 
Personalmente, nei miei 93 anni ormai, avendo anche avuto l'occasione di vedere e di toccare con mano, in ogni angolo della terra, tante miserie, tante ingiustizie, tanti mali, tanti crimini, tanti delitti di ogni sorta, più di una volta ho osato chiedere: "Dio mio, ma perché? A che gioco stai giocando? Forse al massacro dell'umanità?". 
Ho letto da qualche parte che anche Woody Allen, lui pure ferito da questa crudele realtà, ha esclamato: "se Dio esiste, spero abbia una spiegazione di tutto questo...".
E' comprensibile non capire questa "assenza" di Dio, e gridargli con tutto l'Amore e anche la rabbia che abbiamo dentro di noi: "Signore basta! Quanti miliardi di persone innocenti devono ancora soffrire e morire ingiustamente?". Certo, amo Dio profondamente e credo con tutte le mie forze che Lui può tutto, anzi è Tutto, ma non posso stare zitto. Di questa situazione del mondo, non capisco nulla. Non capisco nulla, ma a differenza di Woody Allen che "spera", io sono che Dio ha una spiegazione.
Credo nella perfezione infinita di Dio, ma nello stesso tempo mi interrogo, devo interrogarmi sul perché di questa sofferenza così ingiusta e detestabile.
E so benissimo che mentre io sento il bisogno, il dovere di gridare a Dio: "Mio Dio, basta!".
Lui pure, a sua volta, avendoci dotati di intelligenza e di responsabilità, potrebbe gridarci ugualmente: "Basta!". E chiederci conto di come mai, anziché utilizzare la nostra intelligenza, le nostre risorse e le nostre conoscenze per alimentare sulla terra solo paure e guerre, per disumani sfruttamenti dei più deboli, per rompere l'armonia del creato spezzando le regole che regolano l'ambiente, non mettiamo le nostre qualità migliori al servizio dell'umanità, cominciando dai più deboli e dai più sofferenti. Gridiamo pure "Basta" a Dio, ma sappiamo anche ascoltare i suoi "Basta"... questo non ci impedisce di vedere la bellezza e la bontà che pur esistono nel mondo: nella vita che comincia, ovunque e comunque, nell'immensità del mare, nell'incanto delle stelle, soprattutto nella gioia del sorriso dei bimbi... questi doni che Dio ci fa di continuo possono essere una prima spiegazione alle nostre giuste interpellanze di Dio. E devono essere anche le ragioni per dare, da parte nostra, la risposta alle interpellanze di Dio nei nostri confronti. 
Non possiamo dimenticare che la prima risposta di Dio ai nostri interrogativi sull'esistenza del male nel mondo è la reale presenza di Gesù nell'Eucaristia. Questa presenza esige coerenza nella vita di noi cristiani. Pur non dandoci la risposta, l'Eucaristia ci indica da che parte stare, concretamente, in questo mondo minato dall'odio, dal terrorismo, dalla miseria e dalla sofferenza, non solo materiale, di troppo miliardi di figli di Dio. Innocenti. 
Ci dà la forza di non scoraggiarci, pur così terribilmente fragili. 
Ci rende capaci, se lo vogliamo, di donarci tutti agli altri, ben sapendo che non possiamo essere felici prendendo ma donandoci senza riserva, senza altri calcoli, senza speculazione alcuna, agli altri. 
E non dimentichiamo che lo spirito di Dio soffia. Dove e come vuole. Una "sveglia" per tutti gli umani.

- Padre Abbè Pierre - 


Tutti dicono di essere per i diritti dell’uomo, e l’uomo è sempre più minacciato e avvilito e oppresso.
Tutti dicono di volere la pace e nel loro cuore non fanno che ordire sopraffazioni e rapine.
Signore, ti chiediamo che si avveri il canto di tua madre: rovescia dai loro alti troni quanti si fidano solo del potere, continua a esaltare gli umili,a ricolmare di beni gli affamati, a mandare a
mani vuote i ricchi.

- Padre Davide Maria Turoldo - 



Perdonare da bene

Gesù ha insegnato a perdonare “settanta volte sette”, cioè sempre. Si deve perdonare per non essere ulteriormente vittima del male subito. Infatti, fino a quando non si perdona, il male subito agisce in noi provocando malessere, desiderio di vendetta, collera, disarmonia. La nostra energia interiore ne viene risucchiata, sporcata. Occorre perdonare anzitutto per il bene di se stessi, un perdono primariamente come oblio, come cessazione del rapporto, per evitare che il ricordo del male perpetuamente alimenti altro male, in una perversa spirale che tira all’ingiù, a danno di chi la coltiva in se stesso (non a caso Aristotele, sempre così attento alla concretezza biologica, scriveva che “chi non è incline al pentimento è incurabile”). Solo in un secondo tempo, per chi ne sarà capace, potrà sorgere il perdono anche come attivo sentimento verso colui che ci ha procurato del male. Ma il primo livello biologicamente necessario è alla portata di tutti, per evitare di essere continuamente risucchiati dal gorgo del male subito, visto che il male genera male, produce malessere.


- Vito Mancuso - 


La  grandezza dell’Uomo e la benigna Misericordia di Dio….....

...L'incarnazione di Dio non è il risultato di un'ascesa dell'uomo, ma il risultato di un abbassamento di Dio. 
L'ascesa dell'uomo, il tentativo di creare, di generare Dio da sé, di raggiungere il superuomo, quest'impresa è già miseramente fallita nel paradiso terrestre. L'uomo che vuole diventare egli stesso Dio, e che con sentimenti autoritari cerca di prendere le stelle, approda sempre, alla fine, all'autodistruzione...
Ciò che conta è l'obbedienza, l'umiltà nei confronti della parola di Dio. 
"Un bambino piccolo, un operaio carico di lavoro si trovano, se credono, più in alto dei grandi asceti" (J. Daniélou), perché la salvezza non scaturisce dalla grandezza dell'uomo, ma dalla benigna misericordia di Dio...

- Papa Benedetto XVI - 
da "Dogma e predicazione" 



Buona giornata a tutti. :-)


giovedì 20 agosto 2015

Non vi sono che due amori - Padre Michel Quoist -

Non vi sono che due amori, o Signore,
l'amore di me, l'amore di te e degli altri,
ed ogni qualvolta mi amo, è un po' meno di amore per te e per gli altri, una perdita d'amore, 
perché l'amore è fatto per uscire da me e volare verso gli altri.
Ogni qualvolta ripiega su me, intisichisce; marcisce e muore.
L'amore di me, o Signore, è un veleno che sorbisco ogni giorno,
l'amore di me mi offre una sigaretta e non ne dà al mio vicino,
l'amore di me sceglie la parte migliore e tiene il posto migliore,
l'amore di me accarezza i miei sensi e ruba il pane sulla mensa degli altri,
l'amore di me parla di me e mi rende sordo all'altrui parola,
l'amore di me sceglie ed impone la scelta all'amico,
l'amore di me mi traveste e mi trucca, vuol farmi brillare eclissando gli altri;
l'amore di me mi compatisce e trascura la sofferenza altrui,
l'amore di me diffonde le mie idee e disprezza quelle altrui,
l'amore di me mi trova virtuoso, mi chiama persona per bene,
l'amore di me mi incita a guadagnar denaro, a spenderlo per il mio piacere, ad ammucchiarlo per il mio avvenire,
l'amore di me mi suggerisce di dare ai poveri per addormentare la mia coscienza e vivere in pace.
L'amore di me m'infila le pantofole e mi adagia in poltrona,
l'amore di me è soddisfatto di me e mi addormenta dolcemente.
La cosa più grave, o Signore, si è che l'amore di me è un amore rubato.
Era destinato agli altri, ne avevano bisogno per vivere, per perfezionarsi, ed io l'ho distolto.
Così l'amore di me crea la sofferenza umana,
così l'amore degli uomini per loro stessi crea la miseria umana,
tutte le miserie umane,
tutte le sofferenze umane,
la sofferenza del ragazzo che la madre batte senza motivo e quella dell'uomo che il padrone riprende davanti agli operai;
la sofferenza della ragazza brutta abbandonata nel ballo e quella della sposa che il marito non abbraccia più;
la sofferenza del bambino che si lascia a casa perché ingombra e quella del nonno deriso dai bambini perché troppo vecchio;
la sofferenza dell'uomo ansioso che non s'è potuto confidare e quella dell'adolescente inquieto di cui s'è messo in ridicolo il tormento;
la sofferenza del disperato che si butta in acqua e quella del bandito che si sta per fucilare;
la sofferenza del disoccupato che vorrebbe lavorare e quella del lavoratore che rovina la sua salute per una paga irrisoria;
la sofferenza del padre che raduna la famiglia in una sola stanza accanto ad un villino vuoto e quella della mamma i cui bambini hanno fame mentre si buttano via i resti di un banchetto;
la sofferenza di chi muore solo, mentre i famigliari nella stanza vicina attendono il momento fatale prendendo il caffè.
Tutte le sofferenze,
tutte le ingiustizie, le amarezze, le umiliazioni, le pene, gli odi, le disperazioni,
tutte le sofferenze sono una fame non saziata,
una fame di amore.
Così gli uomini hanno edificato, lentamente a forza di egoismi, un mondo snaturato che schiaccia gli uomini;
così gli uomini trascorrono sulla terra il loro tempo a rimpinzarsi del loro amore avvizzito,
mentre attorno ad essi gli altri muoiono di fame tendendo loro le braccia.
Hanno rovinato l'amore,
ho rovinato il tuo amore, o Signore.
Questa sera ti chiedo di aiutarmi ad amare.
Concedimi, o Signore, di spargere l'amore vero nel mondo.
Fa' che per mezzo mio e dei tuoi figli penetri un po' in tutti gli ambienti, in tutte le società, in tutti i sistemi economici e politici, in tutte le leggi, i contratti, i regolamenti;
fa' che penetri gli uffici, le officine, i quartieri, le case, i cine, i balli;
fa' che penetri il cuore degli uomini e che mai io dimentichi che la lotta per un mondo migliore è una lotta di amore, al servizio dell'amore.
Aiutami ad amare, o Signore,
a non sprecare le mie potenze di amore,
ad amarmi sempre meno per sempre più amare gli altri,
affinché attorno a me nessuno soffra o muoia
per aver io rubato l'amore che ad essi occorreva per vivere.

Figliuolo, mai giungerai a mettere amore a sufficienza nel cuore dell'uomo e nel mondo, perché l'uomo ed il mondo hanno fame di un amore infinito,
e Dio solo può amare di amore senza limiti.
Ma se vuoi, figliuolo, ti do la mia vita.
Prendila in te.
Io ti do il mio cuore, lo dono ai miei figli: ama col mio cuore, figliuolo, 
tutti insieme sazierete il mondo, e lo salverete.

- Padre Michel Quoist -
(da Parlami d'amore , 9a Edizione, 1988 )



Signore, aiutami ad accostarmi al tuo Vangelo non per cercarvi  ricette che non vi si possono trovare ma per nutrirmi della tua Parola, e che, come buon grano, essa cresca nelle mie terre fertili, fiorisca per i miei fratelli, come Buona Novella, e faccia maturare per loro frutti di giustizia e di pace.


- Padre Michel Quoist - 



La nostra vocazione altro non è che la fatica tenace e gioiosa di liberare tutta la luce e la bellezza seminate in noi: verità dell'uomo è una luce custodita in un guscio di fragile argilla.

 - Padre Ermes Ronchi -






Buona giornata a tutti. :-)














venerdì 12 giugno 2015

Notte – Charles Peguy -

Non mi piace chi non dorme, dice Dio..
Il sonno è l’amico dell’uomo.
Il sonno è l’amico di Dio.
Il sonno è forse la mia più bella creatura.
E io stesso mi sono riposato il settimo giorno.
Chi ha il cuore puro, dorme. E chi dorme ha il cuore puro.
E’ il grande segreto per essere instancabili come un bambino.

La pigrizia.
Non è un più grande peccato dell’inquietudine.
E della disperazione e della mancanza di fiducia in me.
Non parlo, dice Dio, di quegli uomini che non lavorano e non dormono.
Quelli sono peccatori, s’intende. E’ ben fatto per loro. 
Grandi peccatori. Non hanno che da lavorare.
Parlo di quelli che lavorano e non dormono.
Li compiango.

Innocenti nelle braccia della mia Provvidenza.
Hanno il coraggio di lavorare. Non hanno il coraggio di non far nulla.
Hanno la virtù di lavorare. Non hanno la virtù di non far nulla.
Di distendersi. Di riposarsi. Di dormire.
Disgraziati non sanno cos’è buono.
Governano benissimo i loro affari durante il giorno.
Ma non vogliono affidarmene il governo durante la notte.
Come se io non fossi capace di assicurarne il governo durante una notte.
Chi non dorme è infedele alla Speranza.
Ed è la più grande infedeltà.
Perché è l’infedeltà alla più grande Fede.
Poveri ragazzi amministrano nella giornata i loro affari con saggezza.
Ma venuta la sera non si risolvono, non si rassegnano ad affidarne il governo alla mia saggezza per lo spazio di una notte ad affidarmene il governo.
E l’amministrazione e tutto il governo.
Come se non fossi capace, forse, di occuparmene un po’.
Di farvi attenzione.
Di governare e amministrare e via discorrendo.
Ne amministro ben altri, poveracci, io governo la creazione, è forse più difficile.
Potreste forse senza gran (di) danno (-i) lasciarmi in mano i vostri affari, uomini saggi.
Sono forse saggio quanto voi.
Potreste forse rimettermeli per lo spazio di una notte.
Lo spazio che voi dormiate.
Infine.
E l’indomani mattina li ritrovereste forse non troppo sciupati.
L’indomani mattina non starebbero forse peggio.
Sono forse ancora capace di condurli un po’.

La saggezza umana dice: Non rimandare a domani ciò che puoi fare oggi stesso.
E io vi dico Colui che sa rimandare al domani è quello che è più gradito a Dio.
Colui che dorme come un bambino è anche colui che dorme come la mia cara Speranza.
E io vi dico:  rimandate a domani quelle preoccupazioni e quelle pene che oggi vi rodono e oggi potrebbero divorarvi.
Rimandate a domani quei singhiozzi che vi soffocano quando vedete l’ infelicità di oggi.
Quei singhiozzi che vi salgono e vi strangolano.
Rimandate a domani quelle lacrime che vi riempiono gli occhi e la testa.
Che v’inondano. Che vi cadono. Quelle lacrime che vi colano.
Perché da qui a domani, io, Dio, sarò forse passato.
La saggezza umana dice: disgraziato chi rimette a domani.
E io dico Beato, beato chi rimette a domani.
Beato chi rimette. Cioè Beato chi spera. E che dorme.

Perché sei tu che culli tutta la Creazione in un Sonno riparatore.
Come si adagia un bimbo nel suo lettino, come sua madre lo adagia e come sua madre lo rincalza e lo bacia (Non ha paura di svegliarlo. Dorme così bene.)
Come sua madre lo rincalza e ride e lo bacia in fronte scherzando.
E anche lui ride, ride in risposta dormendo.
Così, o notte, madre dagli occhi neri, madre universale, non più soltanto madre dei bimbi (è così facile) ma madre degli uomini stessi e delle donne, e questo è così difficile.

O Notte, o figlia mia Notte, tu la più religiosa delle mie figlie la più pia.
Delle mie figlie, delle mie creature colei che è più nelle mie mani, la più abbandonata.
Tu mi glorifichi nel Sonno ancor più di quanto tuo Fratello il Giorno mi glorifichi nel Lavoro.
Perché l’uomo nel lavoro non mi glorifica che per mezzo del suo lavoro.
E nel sonno sono io che glorifico me stesso per mezzo dell’abbandonarsi dell’uomo.
Ed è più sicuro, io ci so far meglio.

Notte tu sei la sola che fasci le ferite.
I cuori doloranti. Tutti scassati. Tutti smembrati.
O mia figlia dagli occhi neri, la sola delle mie figlie che sia, che io possa dire mia complice.
Che sia complice con me, perché tu ed io, io per mezzo tuo insieme facciamo cadere l’uomo nella trappola delle mie braccia e lo prendiamo un po’ per sorpresa.
Ma lo si prende come si può. Se qualcuno lo sa, quello sono io.

Tu che addormenti, tu che avvolgi già in un’Ombra eterna tutte le mie creature
Più inquiete, il cavallo focoso, la formica laboriosa, e l’uomo questo mostro d’inquietudine.
Da solo più inquieto di tutta la creazione tutta insieme.  

- Charles Peguy - 
da "Il portico del mistero della seconda virtù"





Una casa frana sempre e solo dall'interno.

 - Charles Peguy - 



"Il peccatore è parte integrante, pezzo integrante del meccanismo della cristianità. 
Nessuno è così competente come il peccatore in materia di cristianità. Nessuno, se non il santo. E in principio è lo stesso uomo. 
Il peccatore tende la mano al santo, dà la mano al santo, perchè il santo dà la mano al peccatore. 
E tutti insieme, l'uno con l'altro, l'uno tirando l'altro, essi risalgono fino a Gesù, fanno una catena che risale fino a Gesù. 
Chi non è cristiano è chi non dà la mano. 
Poco importa ciò che faccia in seguito di questa mano. 
Non si è cristiani perchè si è a un certo livello morale, intellettuale, anche spirituale. 
Si è cristiano perchè si è di una certa razza, di una certa razza che risale, di una certa razza mistica, di una certa razza spirituale e carnale, temporale ed eterna, di un certo sangue." 

 - Charles Peguy - 
da: "Un nuovo teologo, il signor Fernand Laudet"






Il mondo è pieno di persone oneste. Si riconoscono dal fatto che compiono le cattive azioni con più goffaggine.

 - Charles Peguy - 





Buona giornata a tutti. :-)



Ultim'ora: Bentornata Samantha!



mercoledì 14 gennaio 2015

"L’odio genera odio, la violenza genera violenza. Un conflitto genera conflitti ancor più grandi" - Martin Luther King -

Chi contraccambia odio con odio
moltiplica semplicemente il male nel mondo.
L’odio genera odio,
la violenza genera violenza.
Un conflitto genera conflitti ancor più grandi.
Noi dobbiamo far fronte alla forza dell’odio
con la forza dell’amore.
Dobbiamo sostituire alle forze del corpo quelle dell’anima.
Il nostro scopo non potrà mai essere quello di umiliare
o annientare l’uomo bianco, ma
quello di ottenere la sua amicizia e la sua comprensione.
La debolezza più grande della violenza
sta proprio nel fatto che essa produce
quello che vuole eliminare:
invece di far diminuire il male, lo accresce…
Con la violenza tu puoi uccidere chi ti odia,
ma non ucciderai l’odio.
Così vanno le cose.
Ripagare violenza con violenza moltiplica
soltanto la violenza e fa calare sul mondo una
notte ancora più nera di quanto già è.
Solo la luce può scacciare la notte.
Solo l’amore può scacciare l’odio…

- Martin Luther King -





"Non incontrerai mai due volti assolutamente identici.
Non importa la bellezza o la bruttezza: queste sono cose relative.
Ciascun volto è simbolo della vita. E tutta la vita merita rispetto.
È trattando gli altri con dignità che si guadagna il rispetto per sé stessi."

- Tahar Ben Jelloun - 




Prima vennero a prendere gli ebrei, gli zingari, gli... è inutile continuare, la poesia la conosciamo tutti. Che sia la versione di Niemöller, che sia quella di Brecht, che sia quella di qualche blogger nostrano l'abbiamo pubblicata chissà quante volte.
Fare un copia incolla di una poesia e ripeterla a pappagallo senza capirla, però, evidentemente non serve a nulla. Siamo sempre allo stesso punto, continuiamo a girarci dall'altra parte fino a quando la tormenta non si avvicina troppo vicino a noi.
Negli ultimi anni i dati sull'antisemitismo europeo sono stati chiarissimi, allarmanti, in continua crescita. Eppure oggi, dopo l'ennesima strage, avvenuta questa volta in un supermercato kasher, rimaniamo tutti sorpresi nel leggere i dati degli ebrei che lasciano l'Europa, che scappano per paura.
Pensiamo forse che dopo numerosi e continui atti intimidatori, aggressioni fisiche ed attentati gli ebrei europei sarebbero dovuti rimanere qui a subire, come è stato per millenni? 
Badate bene che il problema non è solo francese, in tutta Europa i dati sono allarmanti. Pensate che nella "civilissima" Svezia la comunità ebraica di Malmö ha dovuto abbandonare la città perché diventata troppo pericolosa ed ostile.
Poi arriva l'attentato più grosso che colpisce anche noi, così all'improvviso ci ricordiamo della poesia... Come era che continuava... Ah, sì... Poi vennero a prendere me... 
Ed era inutile gridare #JeSuisCharlie

(dalla pagina di Facebook - Il Dubbio -)


... 2000 morti in Nigeria trucidati e lasciati per strada...
Figli senza matita di un Dio minore.

Per questi neanche un lapis, magari pure spuntato???



"La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio.
Lo sdegno per la realtà delle cose, il coraggio per cambiarle."

Sant'Agostino d'Ippona (354 – 430)




E se Dio … non ci ascolta?

...e se dopo che abbiamo pregato, supplicato,
ci sembra di non aver ricevuto nessuna risposta...
dobbiamo ricordare che i tempi di Dio,
non sono i nostri tempi...
e allora impariamo e cerchiamo di mettere in pratica queste parole:
"Se non vi è nulla da fare,
perché le cose sono per se stesse insolubili,
o le situazioni non dipendono da noi,
è arrivata l'ora di far tacere la mente,
chinare il capo, affidare le cose impossibili
nelle mani di Dio Padre,
e abbandonarsi,
come fanno i bambini..."


(Padre Ignacio Larrañaga)



Buona giornata a tutti. :-)