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giovedì 9 ottobre 2014

Elogio dell’ombra - Jorge Luis Borges

La vecchiaia (è questo il nome che gli altri le danno)
può essere il tempo della nostra felicità.
L’animale è morto o è quasi morto.
rimangono l’uomo e la sua anima.
Vivo tra forme luminose e vaghe
che non sono ancora le tenebre.
Buenos Aires,
che prima si lacerava in suburbi
verso la pianura incessante,
è diventata di nuovo la Recoleta, il Retiro,
le sfocate case dell’Once
e le precarie e vecchie case
che chiamiamo ancora il Sur.
Nella mia vita sono sempre state troppe le cose;
Democrito di Abdera si strappò gli occhi per pensare;
il tempo è stato il mio Democrito.
Questa penombra è lenta e non fa male;
scorre per un mite pendio
e assomiglia all’eternità.
I miei amici non hanno volto,
le donne sono quel che erano molti anni fa,
gli incroci delle strade potrebbero essere altri,
non ci sono lettere sulle pagine dei libri.
Tutto questo dovrebbe intimorirmi,
ma è una dolcezza, un ritorno.
Delle generazioni di testi che ci sono sulla terra
ne avrò letti solo alcuni,
quelli che continuo a leggere nella memoria,
a leggere e a trasformare.
Dal Sud, dall’Est, dall’Ovest, dal Nord,
convergono i cammini che mi hanno portato
nel mio segreto centro.
Quei cammini furono echi e passi,
donne, uomini, agonie, resurrezioni,
giorni e notti,
dormiveglia e sogni,
ogni infimo istante dello ieri
e di tutti gli ieri del mondo,
la ferma spada del danese e la luna del persiano,
gli atti dei morti, il condiviso amore, le parole,
Emerson e la neve e tante cose.
Adesso posso dimenticarle. Arrivo al mio centro,
alla mia algebra, alla mia chiave,
al mio specchio.
Presto saprò chi sono.

- Jorge Luis Borges - 

Fonte:  Jorge Luis Borges, Poesie (1923-1976), traduzione di Livio Bacchi Wilcock, Bur


 Émile Villa (1836 - 1900), "La giapponese"

La vasta notte
non è ora altra cosa
che una fragranza.

- Jorge Luis Borges -
da "I 17 haiku" 



 George F. Henry (1858 - 1943), "Dama giapponese con ventaglio"


Esiste o no
il sogno che smarrii
prima dell'alba?

- Jorge Luis Borges - 
da "I 17 haiku"





Qualcosa m'han detto
la sera e la montagna
ma l'ho perduto.

- Jorge Luis Borges - 
da "I 17 haiku"




Sopra il deserto
avviene l'aurora.
Qualcuno lo sa.


- Jorge Luis Borges - 
da "I 17 haiku"










Buona giornata a tutti :-)



domenica 7 settembre 2014

Passeggiare con te - Luis García Montero

Con una lentezza
di luci e di venti che mai conobbi,
sono cresciuti i platani
e le vecchie case di queste vie.
Dietro i loro balconi si sono vissute
feste che non erano mie,
guerre che non soffrì,
ambizioni che non mi dominarono,
morti che non ho provato.
Attraversa la gente e parla
in una bella lingua che mi costa
fatica capire.
E tuttavia
questa città è mia,
appartiene alla mia vita come un porto alle sue barche.
Senza dubbio è la memoria
di qualche romanziere e un poeta.
E senza dubbio, è anche l’importanza
di passeggiare con te,
della tua mano nella mia mano, di nuovo adolescente,
la tua testa nella mia spalla
del tuo silenzio nel mio.


- Luis García Montero -





L’amore vero non è mai qualcosa di consolidato che ci possa consentire di adagiarci nell’abitudine. E’ come una sentiero nel deserto, che richiede una cura continua, affinché non scompaia sotto i colpi del vento. Fanno finire più amori l’abitudine e la noia che non i tradimenti…

- Agostino Degas -



La notte non è meno meravigliosa del giorno, non è meno divina; di notte risplendono luminose le stelle, e si hanno rivelazioni che il giorno ignora.

- Nikolaj Berdjaev - 



Buona giornata a tutti :-)





giovedì 3 ottobre 2013

Romano Battaglia, pensieri -

Ho sempre passeggiato sulla riva del mare raccogliendo conchiglie, stecchi, oggetti abbandonati.
Mi è sembrato di vedere in quelle cose, depositate dalle onde, l'intera umanità con i suoi dolori e le sue gioie.
Il segreto che permette all'uomo di non invecchiare è quello di rimanere semplice e avere la capacità di scoprire un mondo anche in un granello di sabbia.
Non c'è niente di troppo piccolo per un essere piccolissimo qual è l'uomo.
Camminando lentamente dove le onde lambiscono la rena, ci addentriamo in riflessioni, pensieri e passo dopo passo, possiamo ritrovare la calma perduta, la serenità e soprattutto noi stessi.


Romano Battaglia - Sulla riva dei nostri pensieri



Bisogna cercare di prendere tutto quanto con ottimismo e ricordare che la vita è sempre degna di essere vissuta anche quando è noia, fatica, delusione. La notte non è mai così nera come prima dell'alba ma poi l'alba sorge sempre a cancellare il buio della notte.
Così ogni nostra angoscia, per quanto profonda prima o poi trova motivo di attenuarsi e placarsi, purchè lo vogliamo.
Sappiamo che c'è la luce perchè c'è il buio, che c'è la gioia perchè c'è il dolore, che c'è la pace perchè c'è la guerra e dobbiamo sapere che la vita vive di questi contrasti.
Alzatevi ogni mattino sereni e ringraziate Dio di essere ancora al mondo guardando il cielo con occhi luminosi e ricordatevi che nella vita ci sono giorni pieni di vento e pieni di rabbia, ci sono giorni pieni di pioggia e pieni di dolore, ci sono giorni pieni di lacrime.... ma poi ci sono giorni pieni d'amore che vi danno il coraggio di andare avanti per tutti gli altri giorni.
Non arrabbiatevi per cose di poco conto e cercate di conservare la calma anche nei momenti di tensione. 

Andate incontro agli altri offrendo la vostra amicizia e pensate che tutti possono essere amici anche quelli che vi sembrano scostanti e che, forse non aspettano da voi che una parola buona per fare il primo passo.
Solo così esisterete veramente e non sciuperete nessun istante della vita.
Respirate profondamente e con grande gratitudine perchè l'aria che respirate è la fonte della vita più del cibo e dell'acqua.
Cercate di non desiderare troppo, amate ciò che avete, senza inseguire falsi sogni che vi allontanano dalla realtà lasciandovi scontenti e insoddisfatti: perchè non sempre ciò che vi manca è ciò di cui avete bisogno.
Non siate invidiosi degli altri perchè non potete sapere se chi invidiate non nasconda qualcosa che voi non vorreste per nulla al mondo in caso di cambio.
Non indugiate troppo sugli errori e tenete presente che tutto può servire a rendervi migliore.
Cercate di essere sempre voi stessi a costo di qualche rinuncia.
Solo così potete trovare la vostra strada bianca in mezzo ai campi di grano. 

Romano Battaglia - Una rosa dal mare
Il segreto che permette all'uomo di non invecchiare è quello di rimanere semplice e avere la capacità di scoprire un mondo anche in un granello di sabbia. Non c'è niente di troppo piccolo per un essere piccolissimo quale è l'uomo. Una volta, un pescatore mi raccontò che se avessi trovato un pezzetto di legno logorato dal tempo avrei dovuto conservarlo perché poteva essere un resto della barca sulla quale navigò Gesù. Camminando lentamente dove le onde lambiscono la rena, lontani dal chiasso e dalla vita di tutti i giorni, ci addentriamo in riflessioni, considerazioni, pensieri e, passo dopo passo, possiamo ritrovare la calma perduta, le serenità e soprattutto noi stessi. E' come procedere a tu per tu con la nostra coscienza che ci chiede una prova di verità e di purezza. Il mare è come un cielo aperto sull'infinito del mondo: ci aiuta a ricordare le tappe della nostra vita che sembrano essere rappresentate dalla lunga serie di orme che lasciamo dietro di noi. Ho trascorso intere giornate passeggiando e ogni volta sono tornato a casa con le scarpe piene di sabbia e con nel cuore un po' più di saggezza.

Romano Battaglia - Sulla riva dei nostri pensieri





Buona giornata a tutti. :-)

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lunedì 24 dicembre 2012

Notte Santa -



Poteva esserci misericordia verso di noi infelici maggiore di quella che indusse il Creatore del cielo a scendere dal cielo e il Creatore della terra a rivestirsi di un corpo mortale?

Quella stessa misericordia indusse il Signore del mondo a rivestirsi della natura di servo,
di modo che:

pur essendo pane avesse fame,
pur essendo la sazietà piena avesse sete,
pur essendo la potenza divenisse debole,
pur essendo la salvezza venisse ferito,
pur essendo vita potesse morire.
E tutto questo per saziare la nostra fame,
alleviare la nostra arsura,
rafforzare la nostra debolezza,
cancellare la nostra iniquità,
accendere la nostra carità.

Sant' Agostino, discorso 207,1




















 
Seguo le stelle e inciampo nel pianto di un Dio neonato.
Mi guida l’odore della vita che irrora la notta.
Mi precede il grido della donna che feconda la polvere scura.
Seguo le stelle per portare tesori da nulla alla carne bambina che guarisce il male del mondo.



"Durante il tempo che precedeva il Natale, passavo lunghi momenti davanti al presepio a guardare la Madonna e, ai suoi piedi il Neonato.
Un’immagine così semplice segna la vita.
Permette un giorno di cogliere che, attraverso il Cristo, Dio stesso è venuto in mezzo a noi.
La notte di Natale andavo in chiesa. Quando avevo cinque o sei anni abitavamo un paesino in montagna e bisognava camminare nella neve.
Poiché ero il più giovane, mio papà mi teneva per mano. Mia mamma, mio fratello maggiore e le mie sette sorelle mi seguivano.
Mio padre mi indicava nel cielo aperto la stella dei pastori che gli stessi Magi avevano visto.
Quelle immagini mi ritornano in mente quando si legge il testo dell’apostolo Pietro dove scrive: “Guardate a Cristo come luce che brilla nella notte, finché non splenda il giorno e non si levi nei vostri cuori la stella del mattino”.

(Frère Roger)





L’immaginazione non ha problemi di costi e preventivi.
E’ libera. Mettiamo da parte ogni preoccupazione e sogniamo.

- Haruki Murakami; Dance dance dance
-

Buona giornata a tutti. :-)





domenica 25 dicembre 2011

La Madonna del Soccorso – Ada Negri -

La Madre andò col suo piccino in braccio
avviluppata nell'oscuro scialle.
Aspro un singhiozzo le scotea le spalle:
cerbiatta parea che fugge il laccio.
E scese il monte e traversò la valle,

e la città raggiunse; e ad ogni porta
bussò, chiedendo, per pietà, lavoro.
Alzava sulle braccia il suo tesoro:
ogni rifiuto la facea più smorta,
più spersa in mezzo al lastrico sonoro.

Al suo pavido cuore era nemica
la folla che ti spinge e non ti sa,
che, cogli occhi al suo segno, va e va
soverchiandosi a gara, e par che dica
— Scostati!... — a chi dappresso le ristà....

la folla con mille arti e mille forme
e mille accenti, rapida, incalzante,
sempre diversa e sempre a sè davante
sospinta in corsa, col suo mugghio enorme,
coll'acre ardor della sua forza ansante....

E la madre cercò deserte vie
ove accucciarsi come un can perduto.
"Dio, che ti stai così lontano e muto
nei cieli, Dio che vedi le agonie
delle madri e dei bimbi, ajuto, ajuto !... „

....Una porta s'aperse. — Erma, corrosa:
e sulla soglia molte facce emunte
che fame febbre tedio avean consunte
disser cogli occhi: "O Madre dolorosa,
sieno le nostre povertà congiunte!...

"Noi siamo i radiati dalle file
degli uomini. Al lavoro invan le braccia
offrimmo. Civiltà che ne discaccia
dall'opre, questo asil d'inerzia vile
ne schiude. Vieni, o disperata in traccia

di rifugio!...,, E col lacero mantello
uno l'avvolse, e arrise al suo bambino:
uno le disse: "Siediti vicino
al focolare. „ — E tutti : " Oh, come è bello
rondinella, il tuo stanco rondinino!...

" Rondinella tu sembri al bianco viso
fra il nero dello scialle e delle chiome:
trepida, senza nido e senza nome,
osi, pur fra le lagrime, un sorriso....
Riso lucente, in fitta ombra di chiome!...

"Resta!... Diventerai Nostra Madonna
del Soccorso!... Ci porterai fortuna!...
Noi faremo al tuo piccolo una cuna
di stracci, e nella tua misera gonna
sarai chiara per noi come la luna.... „

.... Ella rimase. E ritrovò per loro
i canti del natio monte selvaggio.
Vibrava in essi il rullo del coraggio,
vibrava in essi il rullo del lavoro,
qual rombo di guerresco carriaggio.

"Fratello in Cristo, è tua la vita bella,
se forzerai le porte del destino!...
Riprendi il sacco, mettiti in cammino,
taglia le siepi, abbatti i muri, della
tua forza tempra un'arma d'oro fino,

e vinci se non vuoi vinto cadere,
para, se vuoi che colpo non ti tocchi!...
Così cantò, col riso e il sol negli occhi,
la Madre. Ognuno avidamente a bere
quella dolcezza si gettò a ginocchi.

Poscia, con rude vigoria d'assalto,
verso nuove conquiste si scagliò.
E colui ch'era vinto dominò.
E colui ch'era a terra ascese in alto.
E la Suscitatrice si nomò
per essi e pei lor figli, ora e nel corso
dei secoli, Madonna del Soccorso.

(Ada Negri)

Fonte: “Dal profondo” di Ada Negri,Milano, Fratelli Treves Editori, 1910

che passiate la giornata in compagnia della vostra famiglia o che siate soli,
 dal profondo del mio cuore
Buon Natale!!
Coraggio.  Gesù, il Salvatore, è nato anche per noi.

Un abbraccio, Stefania

sabato 24 dicembre 2011

La Notte Santa - Guido Gozzano -

Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!
Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei.
Presso quell’osteria potremo riposare,
ché troppo stanco sono e troppo stanca sei.


Il campanile scocca
lentamente le sei.
- Avete un po’ di posto, o voi del Caval Grigio?
Un po’ di posto per me e per Giuseppe?
- Signori, ce ne duole: è notte di prodigio;
son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe


Il campanile scocca
lentamente le sette.

- Oste del Moro, avete un rifugio per noi?
Mia moglie più non regge ed io son così rotto!
- Tutto l’albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi:
Tentate al Cervo Bianco, quell’osteria più sotto.


Il campanile scocca
lentamente le otto.
- O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno
avete per dormire? Non ci mandate altrove!
- S’attende la cometa. Tutto l’albergo ho pieno
d’astronomi e di dotti, qui giunti d’ogni dove.


Il campanile scocca
lentamente le nove.
Ostessa dei Tre Merli, pietà d’una sorella!
Pensate in quale stato e quanta strada feci!
- Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella.
Son negromanti, magi persiani, egizi, greci…


Il campanile scocca
lentamente le dieci.
Oste di Cesarea… – Un vecchio falegname?
Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente?
L’albergo è tutto pieno di cavalieri e dame
non amo la miscela dell’alta e bassa gente.


Il campanile scocca
le undici lentamente.
La neve! – ecco una stalla! – Avrà posto per due?
- Che freddo! – Siamo a sosta – Ma quanta neve, quanta!
Un po’ ci scalderanno quell’asino e quel bue…
Maria già trascolora, divinamente affranta…


Il campanile scocca
La Mezzanotte Santa.
È nato!
Alleluja! Alleluja!


È nato il Sovrano Bambino.
La notte, che già fu sì buia,
risplende d’un astro divino.
Orsù, cornamuse, più gaje
suonate; squillate, campane!
Venite, pastori e massaie,
o genti vicine e lontane!


Non sete, non molli tappeti,
ma, come nei libri hanno detto
da quattro mill’anni i Profeti,
un poco di paglia ha per letto.
Per quattro mill’anni s’attese
quest’ora su tutte le ore.
È nato! È nato il Signore!
È nato nel nostro paese!


Risplende d’un astro divino
La notte che già fu sì buia.
È nato il Sovrano Bambino.
È nato!
Alleluja! Alleluja!


(Guido Gozzano)
  Natività (1523)
  Lorenzo Lotto
  National Gallery of Art ,Washington, USA
 
In primo piano, inginocchiati, si trovano Maria e Giuseppe,  colti in un atteggiamento di fervida devozione ai lati del bimbo che sgambetta in una cesta di paglia. La stessa domestica semplicità caratterizza l’ambientazione: sullo sfondo sono dipinti uno scorcio di paesaggio rurale ed una povera capanna in legno. Un’osservazione più attenta permette di cogliere, al di là dell’apparente banalità dello schema compositivo, numerosi altri elementi: due tortore, un crocifisso appeso alla parete, una scala, un sacchetto di iuta, una botticella, un pezzo di legno (forse una trappola per topi) su cui il pittore si firma.


Buona giornata a tutti. :-)

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venerdì 23 dicembre 2011

Un altro natale è possibile – Padre Alex Zanotelli -

Un altro Natale è possibile: ci può essere ancora un Buon Natale!
Con il Natale la vita vince nonostante tutto.

"Ogni bimbo che nasce è il segno che Dio non si è ancora stancato dell'umanità". (Tagore).
Viola, la perla bianca di Chiara nata nel cuore della ricca Brianza ha davanti a sé ottanta anni di vita (se tutto va bene) e una dote iniziale di 25.000 euro.
Njeri, la perla nera di Rachele, nata nella baracca di Korogocho ha davanti a sé quaranta anni di vita (se tutto fila liscio) e una dote inziale di soli 250 euro.
Due mondi, due bimbe, divise da un invisibile muro di vetro.

La prima, Viola, fa parte del 20% dell'umanità che si "pappa" l'83% delle risorse mondiali. La seconda, Njeri, fa parte dell'oltre un miliardo di "esuberi umani" che devono accontentarsi dell' 1,4% delle risorse, costretti a vivere con meno di 1 dollaro al giorno: sono gli innocenti di cui si rinnova la strage oggi: e Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata perché essi non ci sono più.
Milioni di bimbi muoiono di fame, malattie, aids: un bimbo muore di fame ogni due secondi, 11 milioni ne muoiono all'anno per malattie meno gravi di un raffreddore, centinaia di milioni non inizieranno neanche la prima elementare.
Due mondi, due Natali.

Il nostro è il Natale dell'opulenza, delle luci, dei regali del consumismo degli affari. E' un business senza fine, è uno shopping anche di domenica. Questo sfavillio di luci natalizie sembra un meraviglioso "acquario" in cui guizzano costosissimi pesciolini esotici. A scrutarlo centinaia di milioni di bimbi dal volto scuro che guardano affascinati l'acquoso ed esotico luccichio. Fino a quando la parete di vetro proteggerà il banchetto degli esotici pesciolini?
Per assicurarci che la parete di vetro sia davvero infrangibile e ci protegga eternamente da quei visi sognanti di bimbi affascinati noi investiamo somme astronomiche in armi: Usa ed Europa nel 2003 programmano di spendere 750 miliardi di dollari.
Un altro Natale non solo è possibile ma è urgente e necessario!

Boicottiamo il Natale dei pesciolini esotici: il Natale dei consumi, dei regali, degli affari, un Natale "pagano" che ha ben poco da spartire con quel Bimbo che nasce in una mangiatoia alla periferia dell'impero, fuori dell'acquario anche lui indistinguibile volto nero in mezzo agli altri volti scuri.
Diciamo no al consumismo vieppiù indotto e incentivato e diciamo sì alla festa natalizia della famiglia allargata a nonni, cugini, zii, nipoti ma anche alla famiglia dell'immigrato che lavora per noi o che ci è più vicino.
Diciamo no al decadente e ripetitivo tango di regali, e diciamo sì ad un consumo critico, al regalo fatto in casa con amore e con le proprie mani, o a quello equo e solidale di lavoro fatto "in dignità".
Diciamo no alla stupida pervasività televisiva e diciamo sì alle relazioni umane in famiglia, ritornando a raccontarci gioie e dolori e a riprendere confidenza con l'immaginario, la fiaba prendendo a cuore anche la bellezza del celebrare insieme il fascino del Natale.
Diciamo no alla violenza e alla guerra e diciamolo con fierezza, e diciamo sì alla pace e alla nonviolenza con evidenza mettendo bandiere arcobaleno ai nostri balconi e camminando con uno "straccetto bianco di pace". Solo così il Natale ritornerà ad essere la festa della vita che farà rifiorire la speranza di un altro mondo possibile.
Coraggio, dunque, ci può ancora essere un Buon Natale!


(Padre Alex Zanotelli)
Padre Alessandro Zanotelli, (Alex Zanotelli) nato nel 1938, fa parte della comunità Missionari Comboniani del Cuore di Gesù.
Dal 1965 al 1973 è missionario del Sudan, paese martoriato dalla guerra civile.
Nel 1978 diventa direttore del giornale Nigrizia, uno dei giornali editi dai comboniani e lo trasforma in mensile informativo socio-politico sulla situazione africana.
Dalle pagine di Negrizia denuncia il commercio delle armi e  gli interessi dell'Italia e dei paesi occidentali nelle guerre africane; denuncia l’apartheid in Sud Africa.
Nel 1989 al 2001 è in missione in Kenia a Korogocho, una delle baraccopoli che attorniano Nairobi (che in lingua locale significa confusione, caos). In quel ambiente di degrado fonda numerose piccole comunità cristiane per aiutare gli ammalati di AIDS, le prostitute, i drogati e gli alcolisti.
A partire dal 1995 sfrutta le grandi possibilità delle rete creando la “Rete Lilliput”. Grida al mondo che occorre rinnovare la propria mentalità se si vogliono risolvere alla radice di problemi del sud del mondo.
Oggi Zanotelli si trova nel rione sanità di Napoli. Vive in una casa ricavata dal campanile della chiesa della Sanità e lavora nella comunità Crescere Insieme, dove trovano rifugio i tossicodipendenti più emarginati del rione. 

« La non violenza attiva non è pacifismo, è ben altra cosa. Ho cominciato leggendo Gandhi, Martini Luther King, Milani, Mazzolari, e questi mi hanno aiutato a capire che era stato Gesù a praticare per primo la nonviolenza in quella Galilea schiacciata dall'imperialismo romano. Vi vorrei pregare, con tutto il cuore, di avere il coraggio di una scelta radicale di nonviolenza. Questo sistema è violento per natura.
Noi dobbiamo costruire un sistema non violento,
una civiltà della tenerezza. »

Buona giornata a tutti.:-)

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