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martedì 17 aprile 2018

Cosa avviene con la morte? - papa Benedetto XVI

"Cosa avviene con la morte?
Con la morte, la scelta di vita fatta dall'uomo diventa definitiva  questa sua vita sta davanti al Giudice.
La sua scelta, che nel corso dell'intera vita ha preso forma, può avere caratteri diversi.
Possono esserci persone che hanno distrutto totalmente in se stesse il desiderio della verità e la disponibilità all'amore.
Persone in cui tutto è diventato menzogna; persone che hanno vissuto per l'odio e hanno calpestato in se stesse l'amore.
È questa una prospettiva terribile, ma alcune figure della stessa nostra storia lasciano discernere in modo spaventoso profili di tal genere.
In simili individui non ci sarebbe più niente di rimediabile e la distruzione del bene sarebbe irrevocabile: è questo che si indica con la parola inferno. Dall'altra parte possono esserci persone purissime, che si sono lasciate interamente penetrare da Dio e di conseguenza sono totalmente aperte al prossimo – persone, delle quali la comunione con Dio orienta già fin d'ora l'intero essere e il cui andare verso Dio conduce solo a compimento ciò che ormai sono.
Secondo le nostre esperienze, tuttavia, né l'uno né l'altro è il caso normale dell'esistenza umana. Nella gran parte degli uomini – così possiamo supporre – rimane presente nel più profondo della loro essenza un'ultima apertura interiore per la verità, per l'amore, per Dio.
Nelle concrete scelte di vita, però, essa è ricoperta da sempre nuovi compromessi col male.
Che cosa avviene di simili individui quando compaiono davanti al Giudice? Tutte le cose sporche che hanno accumulate nella loro vita diverranno forse di colpo irrilevanti?
San Paolo, nella Prima Lettera ai Corinzi, ci dà un'idea del differente impatto del giudizio di Dio sull'uomo a seconda delle sue condizioni.
"Se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, l'opera di ciascuno sarà ben visibile: la farà conoscere quel giorno che si manifesterà col fuoco, e il fuoco proverà la qualità dell'opera di ciascuno.
Se l'opera che uno costruì sul fondamento resisterà, costui ne riceverà una ricompensa; ma se l'opera finirà bruciata, sarà punito: tuttavia egli si salverà, però come attraverso il fuoco» (3,12-15)."

- papa Benedetto XVI -
 dall'Enciclica "Spe Salvi"





L’inferno dei viventi è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. 
Due modi ci sono per non soffrirne. 
Il primo è facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte, fino al punto di non vederlo più. 
Il secondo è rischioso ed esige attenzione e approfondimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio.

da "Le città invisibili" di Italo Calvino




Poichè non potevo fermarmi per la morte

Poichè non potevo fermarmi per la morte
lei gentilmente si fermò per me.

La carrozza portava solo noi due
e l’immortalità.

Andavamo piano, ignorava la fretta
e io avevo abbandonato
il mio lavoro e il mio riposo
per la sua cortesia.

Passammo oltre la scuola
dove i bambini nell’intervallo facevano la lotta in cortile.

Passammo campi di grano che ci fissavano.

Passammo oltre il tramonto
o piuttosto fu lui a oltrepassarci.

Scesero rugiade tremanti e gelide
solo garza il mio vestito,
il mio mantello di tulle.

Ci fermammo a una casa
che sembrava un gonfiore della terra.

Il tetto era appena visibile
il cornicione sepolto nel suo oro.

Da allora sono secoli eppure
sembrano più brevi del giorno che intuii
per la prima volta che le teste dei cavalli
erano rivolte all’eterno.

- Emily Dickinson -

(traduzione di Natalia Ginzburg)

Because I could not stop
Because I could not stop for Death –
He kindly stopped for me –
The Carriage held but just Ourselves –
And Immortality.
We slowly drove – He knew no haste
And I had put away
My labor and my leisure too,
For His Civility –
We passed the School, where Children strove
At Recess – in the Ring –
We passed the Fields of Gazing Grain –
We passed the Setting Sun –
Or rather – He passed Us –
The Dews drew quivering and Chill –
For only Gossamer, my Gown –
My Tippet – only Tulle –
We paused before a House that seemed
A Swelling of the Ground –
The Roof was scarcely visible –
The Cornice – in the Ground –
Since then – ‘tis Centuries – and yet
Feels shorter than the Day
I first surmised the Horses’ Heads
Were toward Eternity –

- Emily Dickinson -

(1863; da Poesie)

L'Isola dei morti, 1880, (terza versione), Musei statali di Berlino
Arnold Bocklin, 1827-1901

Buona giornata a tutti. :-)



domenica 1 aprile 2018

Cristo è risorto! Alleluia!


Al mondo intero, attento o sordo che sia, gridiamo il nostro gaudio vivissimo: Gesù Cristo è risorto! 
Sì, egli vive. La pietra del suo sepolcro è rovesciata; un giorno lo sarà anche quella del nostro. 
Questa è la nostra gioia. 
E' la nostra vittoria. 
E' la nostra salvezza, ora oggetto della nostra speranza.


- Beato Paolo VI -
papa Domenica di Pasqua, 14 aprile 1974


Chi è il più forte?

Su una vecchia quercia stava un vecchio Gufo, più taceva e più sapeva, più sapeva e più taceva...
Un giorno, la pietra disse: «Sono la più forte!». Udendo ciò, il ferro disse: «Sono più forte di te! Lo vuoi vedere?». Subito, i due lottarono fino a quando la pietra fu ridotta in polvere.
Il ferro disse a sua volta: «lo sono il più forte! Udendolo, il fuoco disse: «lo sono più forte te! Lo vuoi vedere?». Allora i due lottarono finché il ferro fu fuso.
Il fuoco disse a sua volta: «lo sì che sono forte!». Udendo ciò, l'acqua disse: «lo sono più forte di te! Se vuoi te lo dimostro». Allora, lottarono fin quando il fuoco fu spento.
L'acqua disse a sua volta: «Sono io la più forte!». Udendola il sole disse: «lo sono più forte ancora! Guarda!».   I due lottarono finché il sole fece evaporare l'acqua.
Il sole disse a sua volta: «Sono io il più forte!». Udendolo, la nube disse: «lo sono più forte ancora! Guarda!».    I due lottarono finché la nube nascose il sole.
La nube disse a sua volta: «Sono io la più forte!». Ma il vento disse: «lo sono più forte di te! Te lo dimostro». Allora i due lottarono fin quando il vento soffiò via la nube ed essa sparì.
ll vento disse a sua volta: «lo sì, che sono forte!». I monti dissero: «Noi siamo più forti di te! Guarda!». Subito i due lottarono fino a che il vento restò preso tra le catene dei monti.
I monti, a loro volta, dissero: «Siamo i più forti!». Ma sentendoli, l'uomo disse: «lo sono più forte di voi! E, se lo volete vedere ... ». L'uomo, dotato di grande intelligenza, perforò i monti, impedendo che bloccassero il vento. Dominando il potere dei monti, l'uomo proclamò: «lo sono la creatura più forte che esista!».
Ma poi venne la morte, e l'uomo che si credeva intelligente e tanto forte, con un ultimo respiro, morì.
La morte a sua volta disse: "Sono io la più forte! Perché prima o poi tutto muore e finisce nel nulla”.
La morte già festeggiava quando, inatteso, venne un uomo e, dopo soli tre giorni dalla morte, risuscitò, vincendo la morte.

Questo Gesù è la pietra che, scartata da voi, costruttori è diventata testata d'angolo… Buona Pasqua!






"Buona Pasqua, accogliete tutti questo augurio, pieno di speranza, pieno di energia.
La vita è bella se è nuova, è nuova se è buona, se è saggia, se è forte, in una parola, se è cristiana."

- Beato Paolo VI, papa -




Happy Easter, Joyeuse Pasques, Frohe Ostern, Felices Pascuas, Fouai Hwo Gie Quai le, Eeid -Foss’h Mubarak, Sretun Uskrs, Gezuar Pashken, Paste Fericit, Vesele Velikonoce, Veselá velká noc, Boa Pascoa, Kalo Paska, Zalig Paasfeest, Schastilvoi Paschi, Bon fiesse-d’joyeuse pôque, Felician Paskon en Kristo Resurektinta, Shnorhavor surb zatik, A fraylekhn Pesah,Gofúkkatsu Omédetoo, Ieasika Elihle, Buona Pasqua, 


sabato 10 marzo 2018

da: "Un altro giro di giostra" - Tiziano Terzani

Una strada c’è nella vita. La cosa buffa è che te ne accorgi solo quando è finita. Ti volti indietro e dici: “oh’, guarda, c’è un filo”. Quando vivi, non lo vedi il filo, eppure c’è.

Perchè tutte le decisioni che prendi, tutte le scelte che fai sono determinate, si crede, dal libero arbitro, ma anche questa è una balla. Sono determinate da qualcosa dentro di te, che è innanzitutto il tuo istinto, e poi da qualcosa che gli indiani chiamano il karma accumulato fino ad allora.

Vivo ora, qui, con la sensazione che l’universo è straordinario, che niente ci succede per caso e che la vita è una continua scoperta, e io sono particolarmente fortunato perchè, ora più che mai, ogni giorno è davvero un altro giro di giostra. Solo se riusciremo a vedere l’universo come un tutt’uno in cui ogni parte riflette la totalità e in cui la grande bellezza sta nella sua diversità, cominceremo a capire chi siamo e dove stiamo.

E ricordati, io ci sarò. Ci sarò su nell’aria. Allora ogni tanto, se mi vuoi parlare, mettiti da una parte, chiudi gli occhi e cercami. Ci si parla. Ma non nel linguaggio delle parole. Nel silenzio.

La vera conoscenza non viene dai libri, neppure da quelli sacri, ma dall’esperienza. Il miglior modo per capire la realtà è attraverso i sentimenti, l’intuizione, non attraverso l’intelletto. 
L’intelletto è limitato. L’ultimo pezzo del cammino, quella scaletta che conduce sul tetto da cui si vede il mondo o sul quale ci si può distendere a diventare una nuvola, quell’ultimo pezzo va fatto a piedi, da soli.

Quando sei a un bivio e trovi una strada che va in su e una che va in giù, piglia quella che va in su. E' più facile andare in discesa, ma alla fine ti trovi in un buco. A salire c’è speranza. E' difficile, è un altro modo di vedere le cose, è una sfida, ti tiene all’erta.
Il coraggio è il superamento della paura.
Finirai per trovarla la via…se prima hai il coraggio di perderti.

- Tiziano Terzani -
Fonte: Tiziano Terzani da “Un altro giro di giostra”




La storia di questo viaggio non è la riprova che non c'è medicina contro certi malanni e che tutto quel che ho fatto a cercarla non è servito a nulla. 
Al contrario: tutto, compreso il malanno stesso, è servito a tantissimo. 
E' così che sono stato spinto a rivedere le mie priorità, a riflettere, a cambiare prospettiva e soprattutto a cambiare vita. 
E questo è ciò che posso consigliare ad altri: cambiare vita per curarsi, cambiare vita per cambiare se stessi. 
Per il resto ognuno deve fare la strada da solo. 
Non ci sono scorciatoie che posso indicare. 
I libri sacri, i maestri, i guru, le religioni servono, ma come servono gli ascensori che ci portano in su facendoci risparmiare le scale. 

L'ultimo pezzo del cammino, quella scaletta che conduce al tetto dal quale si vede il mondo sul quale ci si può distendere a diventare una nuvola, quell'ultimo pezzo va fatto a piedi, da soli.

Io provo.

- Tiziano Terzani -




Finirai per trovarla la Via... se prima hai il coraggio di perderti. 


- Tiziano Terzani . 
(Un altro giro di giostra)




Vivo ora, qui, con la sensazione che l'universo è straordinario, che niente ci succede per caso e che la vita è una continua scoperta. E io sono particolarmente fortunato perché, ora più che mai, ogni giorno è davvero un altro giro di giostra. 


- Tiziano Terzani -
(Un altro giro di giostra)



martedì 6 febbraio 2018

Il mondo è cambiato -Tiziano Terzani

Il mondo è cambiato.
Dobbiamo cambiare noi.
Innanzitutto non facendo più finta che tutto è come prima, che possiamo continuare a vivere vigliaccamente una vita normale.
Con quel che sta succedendo nel mondo la nostra vita non può, non deve, essere normale.
Di questa normalità dovremmo avere vergogna.
Questa impressione che tutto era cambiato mi colpì immediatamente.
Allora io dico: Fermiamoci, riflettiamo, prendiamo coscienza, salviamoci.
Nessun altro può farlo per noi”.

- Tiziano Terzani - 
da: Lettere contro la guerra



Questo mondo è una meraviglia. Non c’è niente da fare, è una meraviglia. 
E se riesci a sentirti parte di questa meraviglia – ma non tu, con i tuoi due occhi e i tuoi due piedi; se Tu, questa essenza di te, sente d’essere parte di questa meraviglia – ma che vuoi di più, che vuoi di più? Una macchina nuova? 

- Tiziano Terzani - 
Da:  La fine è il mio inizio




"Le montagne sono sempre generose. Mi regalano albe e tramonti irripetibili; il silenzio è rotto solo dai suoni della natura che lo rendono ancora più vivo".

Tiziano Terzani -
da: "Lettere contro la guerra" 



Solo se riusciremo a vedere l’universo come un tutt’uno in cui ogni parte riflette la totalità e in cui la grande bellezza sta nella sua diversità, cominceremo a capire chi siamo e dove stiamo.

Tiziano Terzani -
da:  "Lettere contro la guerra"



Buona giornata a tutti. :-)



lunedì 5 febbraio 2018

Quanto ci separa dalla morte - don Bruno Ferrero

Un saggio sufi si imbarcò su una nave per recarsi dall'altra parte del mare. A metà della traversata si scatenò una tempesta di tale violenza che le onde altissime scagliavano la nave in su e in giù come se fosse un fuscello. Tutti avevano una paura tremenda, e chi pregava, chi si rotolava gridando, chi gettava tutti i suoi beni in mare. Solo il saggio rimaneva imperturbabile.
Quando la tempesta si calmò, e a poco a poco il colore tornò sulle gote dei naviganti, alcuni di loro si rivolsero al saggio e gli chiesero:
"Ma come mai tu non hai avuto paura? Non ti sei accorto che tra noi e la morte c'era soltanto una tavola di legno?".
"Certo, ma nel corso della vita mi sono accorto che spesso c'è ancor meno".


Quanto ci separa dalla morte? E davvero così sottile il confine tra la vita e la morte. 
Negli ultimi mesi di vita, Don Bosco camminava a fatica. Chi lo vedeva attraversare i cortili spesso gli chiedeva: "Dove va, Don Bosco?".
La risposta era sempre la stessa: "In Paradiso".
Lo potremmo dire tutti, ad ogni passo della nostra vita: "Sto arrivando, Signore".

- don Bruno Ferrero -
Fonte: da "A volte basta un raggio di sole" di Bruno Ferrero, Elledicì Editore



Se i vostri sforzi sono a volte accolti con indifferenza, non scoraggiatevi: ogni mattina all'alba il sole organizza uno spettacolo superbo, eppure la maggior parte del pubblico continua a dormire.



La Vita è una lezione dietro l'altra. Cambia solo il docente: il Tempo insegna a crescere, l’ intelligenza a capire, l’Amore insegna tutto.



Buona giornata a tutti. :-)










giovedì 30 novembre 2017

Pensieri sulla morte - don Luigi Trapelli

Ogni volta che penso alla morte, l'unica immagine che mi sovviene nitida è quella di un azzurro intenso e una grande pace interiore.
Sono felice di essere cristiano, perchè so che dopo ci sarà qualcosa, una vita che dura sempre.
E Gesù mi ha anticipato in questo percorso insieme con Sua Madre.
La morte non è la fine, ma il fine di una esistenza.
Uno muore come ha vissuto.
A volte penso alla stranezza della vita.
Facciamo tante cose, siamo molto avidi nel possedere, e poi tutto può svanire da un momento all'altro.
L'unica possibilità per compiere un'azione simile alla morte è l'amore.
Per questo il Cantico dei cantici proclama: "Forte come la morte è l'Amore". Solo l'Amore vero, gratuito, ospitale, può battersi con la morte. 
Perchè l'Amore è l'unica cosa che rimane sempre. 
Perchè se io amo veramente una persona, questo amore rimane immortale. E se anche perdo fisicamente la persona, questa rimane dentro il mio cuore.
Per questo non ho paura della morte.
La temo, questo sì, come è normale che sia, ma non ho paura.
Perchè so che mentre vivo sto già morendo, quando perdo amicizie, relazioni, vitalità fisica.
Eppure sono certo che proprio mentre vivo, costruisco la vita eterna.
Perchè l'eternità comincia fin da ora.
San Giovanni infatti dice: " Chi crede in me, ha la vita eterna".
Non dice avrà, ma ha fin da ora.
Quando penso al mio passato, mi guardo l'oggi e rifletto sul futuro, mi sento sereno. Dio mi ha guidato e mi guiderà sempre. Quando una persona capisce questo passaggio, comprende l'essenza della vita.
Noi facciamo poco in questa vita, è Dio che in fondo fa tutto.
Noi siamo su questa terra solo per amare. E per essere amati.
In primo luogo da Dio. Nel mese di novembre ricordiamo i nostri cari defunti, ma teniamo vivo il loro ricordo in noi. 
Siamo chiamati a commemorare, a fare memoria.
Queste persone tornano a parlare a noi nella comunione dei santi.
Cielo e terra si uniscono per rendere lode a Gesù.
L'eterno riposo dona a loro o Signore e a noi dona una gioia pura.
La gioia di appartenere a Gesù.
Per questo San paolo dice: " Per me vivere è Cristo e morire un guadagno".

- don Luigi Trapelli - 


Tremo di fronte a queste parole, in questo giorno in cui mi accorgo che sono sempre di più coloro che ho amato e perduto, per i quali il cuore grida che non è possibile che l'amore finisca.
Ma l'oscurità resta.
E il dolore non passa col tempo.
Così mi affido alla fede di un altro. E alla sua speranza.
Perché possa diventare la mia.


- Franca Negri - 


"Com'è difficile Dio" mormora il protagonista una sera, ed è questa la sua preghiera più estrema. " Fatti vedere,Tu che mi spii-"

"..La morte stessa si rivela qui non come il destino naturale di ogni uomo, ma anzi come la sua contraddizione. Proprio in un sanatorio ci si accorge che l'uomo non è fatto per morire: "Ma poi è vero che dobbiamo morire?" si chiede uno dei personaggi . 
"Io non ci credo sempre, specialmente la sera, prima di addormentarmi, quando faccio pace col mondo e lo saluto; buona notte, vestiti, seggiole, macchie sul muro; buona notte, tutte le cose. So in quel momento di essere al sicuro, so che mi sveglierò domani, infallibilmente, coi polmoni nuovi, netti, senza più i bachi che mi ci avete messo dentro a mangiare ". Ed ecco dunque anche la radice dell'amicizia che nasce tra i pazienti, in cui la speranza - non della guarigione, ma di un'impensabile salvezza - non è morta: spronarsi a farsi ferire da quel Dio su cui sono scettici, di cui ridono, ma di cui parlano di continuo: quel Dio irrequieto e impossibile, quel Dio sulla cui natura non riescono a raccapezzarsi; quel "Dio predone, veltro celeste che ci insegue e ci sforza e ci ama." 
"Com'è difficile Dio" mormora il protagonista una sera, ed è questa la sua preghiera più estrema. " Fatti vedere, Tu che mi spii"

- da Fabrizio Sinisi, "Ma poi è vero che dobbiamo morire? Io non ci credo..." Gesualdo Bufalino, " L'untore" e quelle domande dei malati da rileggere, per lasciarsi ferire da Dio. -
In Tracce, novembre 2017



Buona giornata a tutti. :-)




mercoledì 15 novembre 2017

Comunione di Santi e Peccatori - Anthony Bloom

La chiesa non fa distinzione fra i vivi e i morti. Dio non è il Dio dei morti, ma è il Dio dei viventi. Per lui tutti gli uomini sono in vita, e così è pure per la chiesa.
In questa prospettiva escatologica possiamo vedere la morte come la grande speranza e attendere con gioia il giudizio e la venuta di Cristo.
Possiamo dire con lo Spirito della chiesa: “Vieni presto, Signore Gesù” (Ap 22,20). Storia ed eternità sono una cosa sola, nell’éscathon come nell’ eucaristia.
La preghiera della chiesa include non solo i membri della chiesa ma per mezzo di loro e grazie a loro il mondo intero. Essa percepisce la globalità del mondo come chiesa potenziale, quella chiesa totale per la quale spera. E nella chiesa, in questa prospettiva escatologica, tutte le cose hanno già raggiunto il compimento e contemporaneamente vanno ancora dispiegandosi nel tempo. Abbiamo un rapporto vivo con tutti i morti e tutti i viventi nella comunione dei santi e dei peccatori.

- Anthony Bloom -
Da “La preghiera giorno dopo giorno” di Anthony Bloom (1914 – 2003)



Preghiera ai morti 

Non preghiamo solo per certe persone ma anche rivolti a delle persone. Preghiamo Maria e i santi. Non ci rivolgiamo a loro però per allontanare da noi il giudizio severo di Dio grazie alla loro dolcezza. 
Sappiamo che la loro volontà coincide con quella di Dio e questa armonia ingloba nella carità tutti i vivi e i morti. Se è vero che il nostro Dio non è il Dio dei morti ma dei viventi, non è forse naturale il nostro pregare rivolti a coloro che sono per noi esempi così luminosi?
Ciascuno di noi può trovare fra i santi una figura che lo attrae in modo particolare. Noi non operiamo tuttavia distinzioni radicali fra chi è santo e chi non lo è. Certi santi sono stati messi da parte da Dio come esempio per tutti i cristiani. 
Questo non significa che altri non lo siano stati. 
Ed è decisamente giusto che si preghi rivolgendosi ai genitori e agli amici defunti, senza che questo costituisca una bestemmia.

- Anthony Bloom -
Da “La preghiera giorno dopo giorno” di Anthony Bloom (1914 – 2003)



Buona giornata a tutti. :-)






giovedì 9 novembre 2017

da: " Niente e così sia" - Oriana Fallaci

Tutti coloro che entrarono nel villaggio avevano in mente di uccidere.
L'ordine era distruggere MyLai fino all'ultima gallina, non doveva restare nulla di vivo. Ma per noi non erano civili, erano vietcong o simpatizzanti vietcong. 
Quando arrivai vidi una donna e un uomo e un bambino che scappavano verso una capanna. Nella loro lingua gli dissi di fermarsi ma loro non si fermarono e io avevo l'ordine di sparare e sparai. Sì, è ciò che feci:
- Sparai. Li ammazzai. -
Anche la signora e il bambino. Avrà avuto due anni.- 
(Dalla testimonianza del soldato Varnado Simpson della Compagnia CHarlie.)

- Oriana Fallaci -  
da: " Niente e così sia", 1969, ed. Rizzoli


Foto terribili, foto di guerra le sue: Horst Faas, leggendario fotoreporter dell'agenzia Associated Press

C'era un vecchio dentro un rifugio. Era tutto raggomitolato dentro. 
Un vecchio molto vecchio. IL sergente David Mitchell gridò: ammazzatelo! Così uno lo ammazzò. Raggruppammo uomini donne bambini e neonati al centro del villaggio, come un'isoletta. 
Piombò il tenente Calley e disse: sapete cosa dovete farne, no? E io dissi sì e lui si allontanò e dopo dieci minuti tornò e disse: perché non li avete ancora ammazzati? E io gli dissi che credevo volesse farceli sorvegliare e basta. E lui disse no no, li voglio morti. E incominciò a sparargli. E mi disse di sparargli anch'io. 
E infilai nel mio M16 quattro caricatori per un totale di sessantotto colpi e glieli sparai addosso e ne avrò ammazzati non so, dieci o quindici. E poi si trovò altra gente e la si buttò dentro una capanna e si gettò una bomba a mano dentro la capanna. E poi i ragazzi portarono altre settanta o settantacinque persone, così ci aggiungemmo le nostre e il tenente Calley mi disse: Meadlo, abbiamo un altro lavoro da fare. 
E andò verso quella gente e si mise a pigiarla, a spingerla, a spararla, e anche noi si spingeva e si pigiava e infine gli si scaricò addosso i colpi delle nostre armi automatiche.

Il giorno dopo misi un piede su una mina. E persi il piede. E pensai: Dio mi punisce. 
(Dalla testimonianza del soldato Paul David Meadlo della Compagnia Charlie.)

- Oriana Fallaci -  
da: " Niente e così sia", 1969, ed. Rizzoli



«Si sparava a tutti, a tutto, anche senza ragione, per esempio alle capanne che bruciavano, a molte capanne s'era dato fuoco. Si sparava anche ai bambini. La mia squadra radunò le donne e i bambini, per spararli, ma uno dei miei uomini disse: io non posso ammazzar questa gente. Allora gli dissi di consegnarli al capitano Medina. 
A una curva incontrammo sei civili coi pionieri. Si misero a correre impauriti, chi verso di noi, chi scappando da noi, e non si distingueva gli uomini dalle donne perché indossavano tutti lo stesso pigiama nero, sicché io e la mia squadra si aprì il fuoco con gli M16.
Lasciando il villaggio passammo accanto a un bambino che piangeva. Era ferito a un braccio e a una gamba. Un GI disse: e di lui che ne facciamo? 
Senza rispondere, un altro GI imbracciò il suo M16 e sparò nella testa del bambino. Il bambino cadde. No, non cercai di impedirlo. 
La nostra era una missione Cerca-e-Distruggi, e avevamo gli ordini, e se qualcuno dev'essere giudicato in Corte Marziale dev'essere qualcuno più in alto di noi. 
Quel giorno io pensavo da militare e pensavo alla sicurezza dei miei uomini e pensavo che era una brutta cosa dover uccidere quella gente ma se dicessi che mi dispiaceva per quella gente direi una bugia. 
Prima di partire il capitano Medina ci aveva detto che quella sarebbe stata una buona occasione per vendicare i nostri compagni uccisi.
(Dalla testimonianza del sergente Charles West della Compagnia Charlie.)

- Oriana Fallaci -  
da: " Niente e così sia", 1969, ed. Rizzoli