Tutti coloro che entrarono nel villaggio
avevano in mente di uccidere.
L'ordine era distruggere MyLai fino
all'ultima gallina, non doveva restare nulla di vivo. Ma per noi non erano
civili, erano vietcong o simpatizzanti vietcong.
Quando arrivai vidi una donna
e un uomo e un bambino che scappavano verso una capanna. Nella loro lingua gli
dissi di fermarsi ma loro non si fermarono e io avevo l'ordine di sparare e
sparai. Sì, è ciò che feci:
- Sparai. Li ammazzai. -
Anche la signora e il bambino. Avrà avuto due
anni.-
(Dalla testimonianza del soldato Varnado Simpson
della Compagnia CHarlie.)
- Oriana Fallaci -
da: " Niente e così sia", 1969, ed. Rizzoli
Foto terribili, foto di guerra le sue: Horst Faas, leggendario fotoreporter dell'agenzia Associated Press
Foto terribili, foto di guerra le sue: Horst Faas, leggendario fotoreporter dell'agenzia Associated Press
C'era un vecchio dentro un rifugio. Era tutto
raggomitolato dentro.
Un vecchio molto vecchio. IL sergente David Mitchell
gridò: ammazzatelo! Così uno lo ammazzò. Raggruppammo uomini donne bambini e
neonati al centro del villaggio, come un'isoletta.
Piombò il tenente Calley e
disse: sapete cosa dovete farne, no? E io dissi sì e lui si allontanò e dopo dieci
minuti tornò e disse: perché non li avete ancora ammazzati? E io gli dissi che
credevo volesse farceli sorvegliare e basta. E lui disse no no, li voglio
morti. E incominciò a sparargli. E mi disse di sparargli anch'io.
E
infilai nel mio M16 quattro caricatori per un totale di sessantotto colpi e
glieli sparai addosso e ne avrò ammazzati non so, dieci o quindici. E poi si
trovò altra gente e la si buttò dentro una capanna e si gettò una bomba a mano
dentro la capanna. E poi i ragazzi portarono altre settanta o settantacinque
persone, così ci aggiungemmo le nostre e il tenente Calley mi disse: Meadlo,
abbiamo un altro lavoro da fare.
E andò verso quella gente e si mise a pigiarla,
a spingerla, a spararla, e anche noi si spingeva e si pigiava e infine gli si
scaricò addosso i colpi delle nostre armi automatiche.
Il giorno dopo misi un piede su una mina. E persi il
piede. E pensai: Dio mi punisce.
- Oriana Fallaci -
da: " Niente e così sia", 1969, ed. Rizzoli
«Si sparava a tutti, a tutto, anche senza ragione, per esempio alle capanne che bruciavano, a molte capanne s'era dato fuoco. Si sparava anche ai bambini. La mia squadra radunò le donne e i bambini, per spararli, ma uno dei miei uomini disse: io non posso ammazzar questa gente. Allora gli dissi di consegnarli al capitano Medina.
A una curva incontrammo sei civili coi pionieri. Si misero a correre impauriti, chi verso di noi, chi scappando da noi, e non si distingueva gli uomini dalle donne perché indossavano tutti lo stesso pigiama nero, sicché io e la mia squadra si aprì il fuoco con gli M16.
Lasciando il villaggio passammo accanto a un bambino che piangeva. Era ferito a un braccio e a una gamba. Un GI disse: e di lui che ne facciamo?
Senza rispondere, un altro GI imbracciò il suo M16 e sparò nella testa del bambino. Il bambino cadde. No, non cercai di impedirlo.
La nostra era una missione Cerca-e-Distruggi, e avevamo gli ordini, e se qualcuno dev'essere giudicato in Corte Marziale dev'essere qualcuno più in alto di noi.
Quel giorno io pensavo da militare e pensavo alla sicurezza dei miei uomini e pensavo che era una brutta cosa dover uccidere quella gente ma se dicessi che mi dispiaceva per quella gente direi una bugia.
Prima di partire il capitano Medina ci aveva detto che quella sarebbe stata una buona occasione per vendicare i nostri compagni uccisi.
(Dalla testimonianza del sergente Charles West della Compagnia Charlie.)
- Oriana Fallaci -
da: " Niente e così sia", 1969, ed. Rizzoli
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